Una sintesi della ricerca Parrocchie e internet. Paolo Mancini - Rita Marchetti 1



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Una sintesi della ricerca Parrocchie e internet Paolo Mancini - Rita Marchetti 1 Presentiamo di seguito alcuni dati tratti dalla ricerca Parrocchie e internet commissionata al Dipartimento Istituzioni e Società dell Università di Perugia dall Associazione Webmaster Cattolici Italiani (WeCa). La ricerca si è articolata in due fasi: la prima ha avuto un carattere di sfondo finalizzato a fornire un panorama completo, seppure di carattere campionario, sull universo delle parrocchie italiane e sull uso che esse fanno delle nuove tecnologie informatiche e di internet in particolare. Questa fase della ricerca è stata condotta nel periodo marzoaprile 2007 attraverso interviste telefoniche a un campione rappresentativo delle parrocchie italiane 2. Sulla base dei risultati di questa prima fase si è proceduto a un approfondimento su di un campione ristretto delle parrocchie che disponevano di un sito internet. In questa fase, condotta nel periodo gennaio-marzo 2008, si è cercato di verificare, attraverso interviste in profondità 3, alcune ipotesi emerse nella prima fase soprattutto per quanto riguarda le percezioni e gli atteggiamenti dei parroci circa l uso di 1 Paolo Mancini è professore ordinario di Sociologia della comunicazione all Università degli Studi di Pergia. Rita Marchetti è Dottore di ricerca in Teoria e ricerca sociale e politica presso la stessa università. 2 La ricerca è stata effettuata attraverso 1338 interviste a un campione delle parrocchie italiane rappresentativo per dislocazione territoriale e ampiezza della popolazione della parrocchia. Il campione, che inizialmente doveva essere di 1519 parrocchie, si è ridotto a 1338 a causa di rifiuti e soprattutto di difficoltà a reperire gli intervistati selezionati. Rispetto al campione selezionato originariamente, ci sono state 230 sostituzioni dovute anch esse a rifiuto dell intervista e soprattutto alla irreperibilità del soggetto originariamente estratto. Alla definizione del campione hanno collaborato il Prof. Paolo Mancini, il Prof. Rolando Marini e la Dott.ssa Tiziana Bartolucci. I dati di base sono stati forniti e organizzati da Arianna Trettel, Servizio Studi e Ricerche CEI. Alla stesura del questionario hanno collaborato il Prof. Paolo Mancini, il Prof. Rolando Marini e la Dott.ssa Tiziana Bartolucci. Il supporto organizzativo e il coordinamento del progetto sono stati realizzati da h24.it. 3 In questa seconda fase, nel periodo gennaio marzo 2008, sono state raccolte 165 interviste. Le interviste sono state condotte da intervistatori appositamente addestrati. Le interviste sono state realizzate sulla base di una traccia predisposta ed effettuate in una data concordata telefonicamente in precedenza. Tutte le interviste sono state annunciate da una lettera in cui si preavvertiva del successivo contatto da parte degli intervistatori. La mancanza di tempo è stata la giustificazione principale dei rifiuti (23) assieme ad altri casi di impossibilità a svolgere l intervista (non è il parroco che si occupa direttamente del sito internet, parroco troppo anziano o malato, ecc.) In genere l intervista è stata accolta piuttosto favorevolmente, in molti casi con la partecipazione sia del parroco che dei laici che gestiscono il sito. 1

internet ai fini dell'evangelizzazione: come essi percepivano questo strumento, come lo collocavano rispetto ai più tradizionali canali di contatto con i fedeli, quali modifiche internet, e in particolare i siti parrocchiali, possano avere sulla struttura della Chiesa e sulle sue strategie pastorali. Quali le aspettative e le resistenze nei confronti delle nuove tecnologie. Alla base della nostra ricerca c erano alcune ipotesi principali che illustriamo brevemente. Eravamo molto colpiti dal fatto che di fronte ad un nuovo mezzo di comunicazione, il computer e quindi internet, la Chiesa non avesse avuto, come era avvenuto in passato di fronte all apparire di qualsiasi nuovo mezzo, un atteggiamento di rifiuto o quanto meno di resistenza e perplessità. Era successo con la stampa e quindi con i media elettronici. Con internet ciò non è successo e la Chiesa è in prima fila nel suo utilizzo. Che cosa è cambiato nell atteggiamento della Chiesa? Una diversa consapevolezza? La percezione che ci si trova di fronte a un mezzo diverso che consente quell azione di evangelizzazione che caratterizza l operato della Chiesa? E se si tratta di questo, quali possibilità di evangelizzazione offrono il computer e internet alla Chiesa? E questa evangelizzazione può affiancare il rapporto interpersonale tipico dell agire della Chiesa? E se sì, come, con quali possibilità? E ancora, in ogni caso, qual è l atteggiamento dei parroci italiani di fronte al nuovo arrivato? Lo usano? Quanto? Per che cosa? E i siti? Le parrocchie hanno un sito? Che uso ne fanno? Tante domande, come si vede. Qui forniremo poche, essenziali risposte. Rimandiamo ovviamente alla lettura del rapporto per informazioni più esaustive. Un primo dato, che emerge dalla prima fase della ricerca e che è ampiamente confermato dalla seconda, ci conforta circa la validità delle ipotesi di partenza. Il computer e internet sono ampiamente diffusi tra i parroci italiani tanto da superare, come si dice le più rosee aspettative. Seppure esista un innegabile differenza tra i parroci più anziani (è bene ricordare che l età dei parroci italiani è piuttosto elevata, come è emerso anche dalla nostra ricerca) e quelli più giovani (questi ultimi sono innegabilmente più vicini alle nuove tecnologie), il computer e internet appaiono una realtà familiare nel panorama delle parrocchie italiane. Una realtà accettata e ampiamente sfruttata che presenta anche differenze significative circa la sua diffusione. Percentualmente, infatti, sono soprattutto le parrocchie del Sud a presentare i dati più alti circa la diffusione del computer e del sito web parrocchiale seppure internet sia più diffuso tra le parrocchie del Nord. La nostra ricerca si è soffermata soprattutto su internet e, ancora più in particolare, sulle opportunità offerte dai siti web parrocchiali. Si può affermare che, cosa peraltro dimostrata da tante altre ricerche sui siti internet di differenti organizzazioni sociali, culturali e politiche, anche a 2

proposito dei siti delle parrocchie italiane si possa operare una principale differenza tra siti informativi (o vetrina), che sono i più numerosi, e siti comunitari in numero più ridotto. Non che un tipo escluda categoricamente la presenza di elementi che caratterizzano l altro tipo, ma certamente si è in presenza di una prevalenza di elementi che contraddistinguono l uno o l altro tipo. Nel primo tipo (i più numerosi) rientrano tutti quei siti in cui l obiettivo primario è quello di fornire informazioni, notizie. Si va dalle informazioni sull orario delle messe fino ai siti che abbiamo definito turistico/identitari, in cui si celebrano le bellezze e le ricchezze artistico architettoniche delle parrocchie. Il loro scopo è, appunto, quasi turistico. Al secondo tipo appartengono quei siti, sostanzialmente imperniati sull interattività, che sono in primo luogo finalizzati a creare una comunità in cui esista la possibilità di un contatto e di un dialogo, seppure virtuale. Sono in minor numero rispetto agli altri e mostrano tutta la difficoltà a essere gestiti e tenuti in vita in maniera continua. In genere, due sono le origini del sito: iniziativa del singolo o del gruppo. Nel primo caso, c è una persona, il parroco o un parrocchiano, che ha particolari competenze e familiarità con internet e che da solo decide di dare vita e gestire il sito. Nel secondo caso, si tratta invece di una pluralità di persone che contribuiscono alla nascita, realizzazione e gestione del sito. Questo secondo caso offre alcune opportunità che non esistono, o sono meno marcate nel primo caso. C è un gruppo di persone che già di per sé può costituire l embrione di una comunità che poi il sito può valorizzare collegando realtà e virtualità. Si tratta, come illustreremo ancora più avanti, della condizione ideale per l utilizzo delle enormi ma contraddittorie opportunità offerte dalla rete. Abbiamo anche cercato di approfondire l utilizzo del sito web parrocchiale. A chi si rivolge? Innanzi tutto ai vicini geografici (i parrocchiani): il sito è un mezzo innovativo attraverso il quale raggiungere obiettivi perseguiti già con altri mezzi (omelia, bacheca, bollettino parrocchiale). A volte questo accade per moda, in altri casi c è invece la consapevolezza che occorre differenziare le forme comunicative per raggiungere target differenti. In secondo luogo, il sito si rivolge a coloro che vivono già un esperienza di fede, pur non condividendo lo stesso territorio geografico, i vicini culturali. L affermarsi di una grande mobilità geografica e sociale (la gente si sposta per lavoro o per studio, perdendo o indebolendo i legami con la comunità originaria) fa sì che le persone non appartengono più per tutta la vita alla stessa parrocchia: interessanti sono state le testimonianze di parroci che grazie a internet rimangono in contatto con i giovani lontani dalla parrocchia per motivi di studio (Erasmus) o di lavoro o ancora con gli emigrati (finalità particolarmente diffusa al Sud). 3

Ma internet è anche una chance per la fede, un opportunità per andare a scovare i più lontani. Alcuni operatori pastorali stanno utilizzando la rete per arrivare a coloro che diversamente non riuscirebbero a raggiungere. Spesso i lontani sono i giovani, che allo stesso tempo sono anche i maggiori utilizzatori delle nuove tecnologie. Molti parroci sono convinti che internet sia un ottimo mezzo per incontrarli, una sorta di sagrato virtuale, attraverso il quale riportarli in chiesa. Cosa cambia nella pastorale? Dove si colloca internet? La parrocchia sta attraversando un profondo processo di mutamento e rinnovamento: in questo processo internet non è assolutamente un fattore secondario. Se san Paolo vivesse oggi, è stato detto da più parti, scriverebbe e-mail: i parroci italiani stanno utilizzando internet per proseguire la missione di san Paolo. Dalla nostra ricerca emerge che internet può essere un supporto all incontro personale: può fungere da consolidamento di relazioni già esistenti offline (un incontro in parrocchia può proseguire online oppure l aggiornamento del sito stesso può intensificare le occasioni di incontro) oppure può rappresentare un opportunità per iniziare nuove relazioni (da un incontro online a volte ne segue uno offline). D altro canto, internet può costituire anche una esclusiva esperienza virtuale quando le interazioni online, pur non conducendo a un incontro face to face, hanno comunque effetti nella vita reale di coloro che hanno instaurato questo tipo di comunicazioni. Incontri online possono non essere sorti da un precedente incontro reale, né generarne uno successivo; in ogni caso quell esperienza potrà avere effetti nella vita reale ed essere vissuta con la stessa intensità con cui si vivrebbero incontri e avvenimenti offline: si può, ad esempio, pregare online con persone che non si conoscono fisicamente. La presenza online delle parrocchie pone poi altri interrogativi. Internet ha cambiato la comunicazione e la sta ridefinendo continuamente; allo stesso modo sta cambiando anche la comunicazione della Chiesa. Come mai prima d ora tutte le espressioni interne alla Chiesa hanno oggi la possibilità di esprimersi. Fra la Chiesa e internet c è un affinità di fondo: entrambi sono un network e la Chiesa pre-esiste a internet, ma è solo grazie alla rete che è possibile la ricostruzione di una rete di relazioni e di contatti fra quei mondi cattolici che già di per sé costituivano un network (ma solo potenzialmente). In passato, le maglie della rete di cui è costituita la Chiesa cattolica non hanno trovato nei media tradizionali gli strumenti adatti per esprimersi: la comunicazione era unidirezionale, conforme alla sua struttura centralizzata, per cui soltanto la gerarchia ai livelli più elevati aveva accesso a essi. In televisione, ad esempio, la parrocchia non aveva e non ha voce perché non fa notizia. Fanno eccezione ovviamente i casi scandalistici. 4

Con internet arriva uno strumento più congeniale alla struttura ramificata del network ecclesiale e, accanto alla comunicazione istituzionale che continua ad avere un ruolo di primaria importanza anche in internet, come dimostrano le presenze online del Vaticano e della Conferenza Episcopale Italiana, compaiono molte altre voci. Internet dà visibilità a una diversificazione interna dell organizzazione ecclesiale. Tale diversificazione è già presente al suo interno e, come è stato notato, è uno dei tratti distintivi della presenza del cattolicesimo in Italia sin dalla fondazione dello Stato unitario. Quali sono le conseguenze? La Chiesa rischia di entrare in contraddizione con se stessa? Certamente, la Chiesa nei suoi oltre duemila anni di storia non è nuova a contrasti interni e voci discordanti. Da san Francesco d Assisi a san Pio da Pietrelcina e alla contrapposizione alla curia dei loro rispettivi tempi, la pluralità delle voci interne è stata una caratteristica che la Chiesa ha sempre dovuto tener presente. In molti casi è stato il suo punto di forza. Internet riproduce e, forse, per alcuni versi, amplifica questo scenario. In internet, poi, non ci sono solo le parrocchie, non c è solo la gerarchia che comunica e non c è solo la Chiesa cattolica. La sempre maggiore diffusione della rete alimenta il processo di ingresso di nuove offerte del religioso alternative alla religione tradizionale anche nel contesto monopolistico italiano. I parroci intervistati, pur essendo consapevoli di questo, non avvertono la pluralizzazione dell offerta religiosa come un rischio. Anzi. Tale consapevolezza li spinge a impegnarsi maggiormente e a informarsi a loro volta. La rete è considerata un opportunità più che un rischio, ma il giudizio che i parroci esprimono sull operato della Chiesa cattolica in Italia non è ancora totalmente positivo: la Chiesa dovrebbe fare di più. 5