Modello sperimentale di sistema di inclusione lavorativa dei minori inseriti nel circuito penale 1 1
1. Premessa La seguente proposta di modello nasce dopo un attività di confronto tra i rappresentanti regionali della Giustizia Minorile e diversi soggetti rappresentanti della Programmazione Regionale del POR e del Dipartimento Salute, Sicurezza e Solidarietà sociale della Regione Basilicata. L esigenza condivisa da tutti gli attori partecipanti al Tavolo di Lavoro costituito è quella di uscire da una logica di progetto e di intervento episodico nell offerta di servizi per la formazione e l inserimento lavorativo dei ragazzi utenti delle strutture e di lavorare in una prospettiva di natura sistemica, costruendo un modello sperimentale che possa diventare un laboratorio per la definizione di una cornice di riferimento nella quale inquadrare ed armonizzare i diversi interventi, approcci che attualmente vengono attivati nel territorio in una prospettiva di valorizzazione delle competenze e delle esperienze dei soggetti responsabili a vario titolo delle politiche di inserimento socio lavorativo dei giovani. 2. I Fondamenti del modello sperimentale L ipotesi di sperimentazione poggia su alcuni principi condivisi al livello di tavolo di lavoro a. Il forte radicamento del modello al territorio Il modello di intervento deve fondarsi su una conoscenza del contesto territoriale di intervento secondo diverse prospettive: Il contesto socio economico Dati socio economici e culturali Fenomeni di devianza e microcriminalità minorile Il Mercato del lavoro I fabbisogni del mercato del lavoro per figure professionali coerenti ai processi di inserimento dei giovani : la domanda L offerta di lavoro: i canali e le modalità ed i fattori di esclusione Gli attori e le competenze di intervento nel mercato del lavoro I ragazzi La prospettiva individuale di analisi: la lettura delle competenze dei ragazzi inseriti nel circuito penale La costruzione di strumenti di analisi delle competenze formative (titolo di studio, crediti formativi, altro) e socio emotive e relazionali per i minori La sistematizzazione dei dati e la messa in comune all interno del modello Solo questa conoscenza è in grado di assicurare la coerenza delle azioni, degli interventi e degli strumenti messi in campo alle reali necessità del territorio 2 2
b. La visione dell inserimento lavorativo come processo Per dare una valenza sostenibile e durevole al modello di inserimento socio lavorativo, è essenziale adottare un approccio sistemico. E fondamentale dunque partire da una analisi e ricostruzione del processo di inserimento lavorativo, con la definizione dei ruoli, delle competenze e degli strumenti operativi dei diversi attori interessati al problema. Tale attività, avrà come risultato la costruzione di un modello integrato di intervento con l indicazione delle modalità di interazione tra i diversi attori istituzionali e del privato sociale, dei percorsi concreti di attuazione, delle figure professionali esistenti da coinvolgere e di nuove figure da formare e da inserire, delle risorse finanziarie da impiegare e delle modalità di verifica e valutazione dei risultati. c. La multidisciplinarietà ed il livello multi attore del modello Tale modello si configura come la sperimentazione di un azione di sistema in cui diversi soggetti sono portatori di competenza e di significato: Regione La Regione, attraverso tutti i Dipartimenti impegnati nel progetto, assicurerà continuità e sostegno all azione e soprattutto la necessaria integrazione del modello nelle politiche e nelle azioni già in atto. Fondamentale sarà il ruolo della regione nel sostenere la replicabilità e l estensione del modello nella nuova programmazione. Provincia Le Province assicureranno, attraverso la partecipazione partenariale il coinvolgimento degli uffici provinciali competenti, e delle Agenzie Provinciali di Formazione (AGEFORMA- APOF-IL), dei CPI, e dei servizi sociali di competenza. IPM ed USSM IPM ed USSM forniranno elementi fondamentali di professionalità al processo, sia in fase iniziale, assicurando la lettura delle competenze dei ragazzi, formative e relazionali attraverso il perfezionamento degli strumenti attualmente in possesso (titoli di studio, crediti formativi acquisiti), sia intervenendo nella fase più delicata della presa in carico, del case management apportando fondamentali elementi di specializzazione e di esperienza acquisita nel lavoro con gli utenti, durante la fase di gestione del case management Agenzie di formazione accreditate La partecipazione volontaria delle Agenzie di Formazione al progetto potrà assicurare che la progettazione dei percorsi formativi possa innovarsi rispetto ad alcune caratteristiche fondamentali: - individualizzazione - flessibilità - modalità outside - valutazione dell apprendimento informale - presidio delle life skills Aziende, in forma singola o attraverso associazioni rappresentative 3 3
Il ruolo delle aziende nel progetto sarà centrale. Saranno pertanto individuare e selezionate secondo criteri condivisi dagli imprenditori aziende di diverse dimensioni del tessuto locale disposte ad assorbire i ragazzi non per mera adesione sociale ma per la condivisione del modello a livello progettuale e dunque per l introduzione dei ragazzi in un percorso di inserimento lavorativo sensibile alle loro attese, ma anche alle esigenze reali delle imprese locali. d. La professionalità al centro dell intervento Diverse sono le professionalità esperte già presenti e supportate nel modello. Tuttavia l azione di sistema per essere sostenibile ha bisogno di sperimentare anche figure professionali innovative che possono essere anche utilmente giocate attraverso percorsi di qualificazione e di messa in rete delle competenze già esistenti. Il Case manager Si parte dalla costatazione dell assenza di una figura a forte valenza sociale di raccordo tra gli attori che, parzialmente, prendono in carico i ragazzi inseriti nel circuito penale e cioè i Servizi della Giustizia Minorile, i servizi sociali, la scuola e la formazione, le strutture del territorio. Nel percorso di inserimento socio-lavorativo risulterà centrale questa figura di responsabile della presa in carico del ragazzo nel suo percorso di inserimento sociolavorativo e responsabile anche del follow up dell esperienza formativa e lavorativa (in qualsiasi forma essa si realizzi). È necessario, tuttavia, individuare dove questa figura può essere inserita nel lungo periodo se presso i servizi sociali o altra collocazione a livello territoriale e con quali finanziamenti si può garantire la sostenibilità di questa figura. 3. La sperimentazione del modello a livello regionale a. Il target degli utenti 10 ragazzi dell IPM, 10-15 ragazzi dell IUSSM su un territorio locale definito: ad. Es la Provincia di Potenza così da definire un ambito territoriale localizzato ma al tempo stesso rappresentativo del tessuto produttivo, istituzionale e sociale. b. Le fasi del progetto I. Costituzione del gruppo di lavoro sul modello di inserimento: o Il gruppo di lavoro sarà formato da diverse figure professionali coerenti al principio della multidisciplinarietà e complementarietà delle competenze che è a fondamento del progetto: 2-4 Operatori collaboratori (educatori, assistenti) dell IUSSM e dell IPM 2-4 Orientatori o Professionisti dei Centri per l impiego e/o delle Agenzie formative provinciali 2 Rappresentanti dei Piani sociali di Zona operanti sull ambito territoriale prescelto 2 funzionari dei competenti dipartimenti regionali impegnati sull argomento 4 4
1 funzionario della provincia dell area formazione mdl 1 funzionario della provincia dell area sociale 1 addetto per ciascuna associazione imprenditoriale che curerà la materia II. Formazione esperta: o i componenti del Gruppo di lavoro seguiranno due workshop formativi ad alto contenuto specialistico: 1) l inserimento lavorativo nell ottica del rapporto con le aziende: tipologie di contratti di lavoro, aspetti normativi, intermediazione lavorativa, gestione del rapporto con le aziende e con il tessuto imprenditoriale locale 2) Il case management La formazione sul case management sarà orientata a comprendere ed a condividere nel gruppo di lavoro la rilevanza di questa figura fondamentale nel processo di inserimento lavorativo. Il case manager è sostanzialmente un facilitatore sociale, una persona in grado di valutare i bisogni della popolazione, pianificare l assistenza e i servizi, ma è anche un creativo che sa immaginare possibili servizi in risposta ai bisogni individuati e comunque coordina e organizza le risorse disponibili facendo da tramite fra società e istituzioni. III. Workshop con le imprese Sarà realizzato un workshop con le imprese per la condivisione del Modello di inserimento lavorativo in particolare per quanto attiene lo sviluppo di procedure condivise di supporto che l azienda può ricevere dalla presenza di una struttura di case management. L incontro sarà teso a: Identificare attese e reali bisogni di inserimento dei ragazzi a rischio nei contesti aziendali Modalità di accoglienza e supporto della struttura di case management all azienda Modalità di verifica e valutazione dell esperienza Modalità di certificazione formale dell esperienza di inserimento IV. Avvio e messa a regime della sperimentazione La fase dei avvio e messa a regime della sperimentazione sarà la fase cruciale del progetto e prevederà una serie di attività intermedie: Selezione dei ragazzi partecipanti in base ai requisiti condivisi dal gruppo di lavoro Individuazione dei partecipanti al gruppo di lavoro Individuazione delle aziende e/o associazioni imprenditoriali Selezione di un gruppo di imprese aderenti al progetto Definizione della struttura di case management Avvio dei processi di inserimento lavorativo attraverso: o Percorso di formazione iniziale del giovane rispetto ad alcune opportunità lavorative identificate 5 5
o Percorso di accoglienza in azienda o Avvio del supporto di case management: tutoraggio del giovane e dell imprenditore, supporto, affiancamento, gestione delle crisi IV. Valutazione della sperimentazione La fase di valutazione dell intervento è fondamentale per comprendere le ricadute sui giovani, ma anche i benefici di sistema che il modello porta con se. Saranno identificati: indicatori di realizzazione(fisica e finanziaria) Indicatori di efficacia (rispetto alle attese dei giovani e degli attori) Indicatori di impatto rispetto al reale contributo all inserimento lavorativo. V. Tempi di realizzazione La prima tranche di sperimentazione potrebbe partire a Settembre e vedere la fase di inserimento lavorativo già prima della fine dell anno. Il completamento del percorso è individualizzato e dunque non definibile esattamente a priori. Fasi Novembre 07 Dicembre 07 Gennaio 08 Febbraio 08 Costituzione del gruppo di lavoro sul modello di inserimento Formazione esperta Workshop le imprese con Avvio e messa a regime della sperimentazione VI. Costi 6 6
I costi complessivi possono essere così rappresentati. 1. Fase di coordinamento e direzione progetto 5.000 euro 2. Fase di formazione esperta: 5.000 euro 3. Fase di disseminazione e contatto con le imprese: 2.000 euro 4. Fase di formazione ed inserimento per 5 giovani IPM e 10-15 giovani USSM: 30.000 euro 5. Fase di monitoraggio e valutazione: 3.000 euro Totale progetto: 45.000 euro con co-finanziamento di: Istituto don Calabria: 3.000 euro Centro Giustizia Minorile: 5.000 euro Regione Basilicata: 37.000 euro Per riferimenti Dr. Alessandro Padovani Direttore Istituto don Calabria Tel. 045/8033698 Cell. 338/3844802 Fax 045 8014848 Mail: mediazione@doncalabria.it 7 7