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Strumenti e proposte per il turismo accessibile nelle Valli di Lanzo Ceronda e Casternone martedì 23 marzo 2010 Salone polivalente della Comunità Montana Via Monte Angiolino n. 8, Lanzo Torinese Accessibilità e territorio Accenni normativi sull accessibilità accessibilità nei luoghi pubblici e aperti al pubblico; accessibilità nelle strutture turistiche; accessibilità per le strutture sportive, accessibilità nelle aree verdi Eugenia Monzeglio 1

2

"Immagini sempre l'architetto per una finestra una persona al davanzale, per una porta una persona che la oltrepassi, per una scala una persona che la discenda, una che la salga, per un portico una persona che vi sosti, per un atrio due che vi si incontrino, per un terrazzo uno che vi si riposi, per una stanza una che ci viva. (...) L'Architetto, per capire il suo mestiere bellissimo, deve avere nei sensi le sue costruzioni, cioè prevederle e presentirle, precollaudarle sotto tutte le immaginabili luci dei cieli (...) e sotto tutte le incidenze id del sole." Gio Ponti 3

Perché l accessibilità? Perchè è un diritto civile L arte dell architettura non consiste solo nella realizzazione di cose belle né consiste solo nella realizzazione di cose utili: l arte dell architettura è nel fare entrambe le cose contemporaneamente, come un sarto che cuce un vestito che allo stesso tempo veste bene e appare bello. E, se possibile, crea vestiti che possano vestire chiunque, non soltanto l imperatore (Hermann Herzberger) ) Sul finire degli anni Ottanta del secolo scorso, le parole se possibile acquistano (in Italia) un valore imperativo e cogente invitando committenti e progettisti a tener conto del requisito dell accessibilità 4

Perché l accessibilità? Perché è un diritto umano grande cambiamento culturale sono le caratteristiche non idonee, non abili dello spazio costruito, contesto, ambiente, oggetto a mettere in difficoltà le persone l inaccogliente configurazione i di luoghi e oggetti ed il disagio ambientale ostacolano le capacità e le abilità di ciascuna persona 5

Accessibilità (requisito del progetto inclusivo e universale) è un diritto umano Oltre che diritto itt civile il si è ormai giunti alla consapevolezza che i diritti delle persone con disabilità sono da riferirsi al campo dei diritti umani: è infatti obiettivo europeo e mondiale quello di operare per la difesa dei diritti riconosciuti (Convenzione ONU 2006, Dichiarazione ONU Universale dei diritti dell uomo, Regole Standard dell ONU per l eguaglianza di opportunità delle persone con disabilità). La non applicazione della normativa sull eliminazione delle barriere architettoniche e sul conseguimento dell accessibilità e di conseguenza, ad esempio, l impossibilità di usare un servizio igienico violano un diritto sancito dai disposti normativi, ma nel contempo violano un diritto umano insopprimibile ed universale! 6

Quali e quante norme per l accessibilità? Tutto l edificato e lo spazio antropizzato 7

Normative sovranazionali Convenzione sui diritti delle persone con disabilità, adottata il 13 dicembre 2006 dall'assemblea assemblea generale ONU, firmata e ratificata dallo Stato italiano. 8

Princìpi generali Convenzione ONU 2006 sui diritti itti delle persone con disabilità 1. la dignità, ità l'autonomia individuale, id la libertà di scelta, l'indipendenza 2. la non discriminazione 3. la piena ed effettiva partecipazione e inclusione nella società 4. il rispetto per la differenza e l'accettazione delle persone con disabilità come parte della diversità umana e dell'umanità 5. la parità di opportunità 6. l'accessibilità 7. la parità tra uomini e donne 8. il rispetto per lo sviluppo delle capacità dei bambini con disabilità e il rispetto per il diritto a preservare la loro identità. i 9

La Convenzione individua inoltre i seguenti obiettivi inclusione nelle politiche ordinarie (trasporti, istruzione, lavoro ecc.) i temi della disabilità e nei provvedimenti che riguardano le donne anche quelle con disabilità; i 7 principi dell Universal Design nelle progettazioni: i la progettazione e la realizzazione di prodotti, ambienti e servizi i devono essere utilizzabili da tutte le persone, senza bisogno di adattamenti o soluzioni specializzate; superamento di qualsiasi politica di segregazione e istituzionalizzazione, favorire politiche sulla domiciliarità, 10

Articolo 30 Partecipazione i alla vita culturale, l alla ricreazione, al tempo libero e allo sport accedere a luoghi di attività culturali, come teatri, musei, cinema, biblioteche e servizi turistici e a monumenti e siti importanti per la cultura nazionale. partecipare su base di eguaglianza con gli altri alle attività ità ricreative, del tempo libero e sportive: accesso a luoghi sportivi, ricreativi e turistici; accesso ai servizi da parte di coloro che sono coinvolti nell organizzazione di attività ricreative, turistiche, di tempo libero e sportive. 11

Universal Design: i principi 1. uso equo e ragionevole: il progetto è utilizzabile e commerciabile per qualsiasi utente 2. uso flessibile: il progetto si adatta ad una ampia gamma di preferenze e di abilità individuali 3. uso semplice ed intuitivo: l'uso del progetto è facile da capire indifferentemente t dalle esigenze dell'utente t 4. informazioni percepite: il progetto comunica le necessarie ed effettive informazioni all'utilizzatore con pluralità di modalità percettive, in modo indifferente rispetto alle condizioni dell'ambiente o alle capacità sensoriali dell'utente 5. tolleranza per l'errore: il progetto il minimizza i rischi e le conseguenze negative o accidentali o le azioni non volute 6. contenuto sforzo fisico: il progetto può essere usato in modo efficace e comodo con la fatica minima 7. misureespazioperl'avvicinamento e spazio per avvicinamento e l'uso: appropriate dimensioni e spazi sono previsti per avvicinamento, accessibilità, manovrabilità e per l'uso sicuro indipendentemente dalla statura, dalla postura e dalla mobilità dell'utente 12

Normative italiane 13

La normativa relativa all abbattimento delle barriere architettoniche prevede obblighi diversi per gli edifici Le differenze dipendono da: natura della proprietà (pubblica o privata) dalla funzione dell edificio, dal suo utilizzo dal tipo di intervento edilizio previsto. 14

La normativa tecnica: 2 norme (DM 236/1989 e DPR 503/1996 ) + una norma non tecnica Dove applicarle? Come applicarle? Basta applicarle? l 15

DM 236/1989 nuova costruzione e ristrutturazione (*) di edifici privati (compresi spazi esternidi di pertinenza) rispetto alla proprietà, ma aperti al pubblico e di uso pubblico 3 livelli differenziati di accessibilità accessibilità, visitabilità, adattabilità (*) N.B. sono categorie edilizie definite e normate (Testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia edilizia, DPR n. 380 del 6-16 6-2001, modificato dal D. Lgs. 301/2002)

DPR 503/1996 (sostituisce il DPR 384/1978) Edifici e spazi pubblici (anche temporanei) nuova costruzione (compresi spazi esterni di pertinenza) ristrutturazione (*) (compresi spazi esterni di pertinenza) qualsiasi i altro tipo di intervento t edilizio i cambio di destinazione d uso servizi i di pubblica utilità (ad es. trasporti, ti telefoni) (*) N.B. sono categorie edilizie definite e normate (Testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia edilizia, DPR n. 380 del 6-17 6-2001, modificato dal D. Lgs. 301/2002)

DPR 503/1996 spazi pubblici (anche temporanei) spazi pedonali marciapiedi attraversamenti pedonali scale e rampe servizi igienici arredo urbano parcheggi 18

DPR 503/1996 servizi speciali di pubblica utilità tramvie filovie linee automobilistiche metropolitane treni stazioni ferrovie navigazione marittima aerostazioni telefonia 19

Legge n. 104 del 5-2-1992 "Legge quadro per l'assistenza, l'integrazione i sociale e i diritti itti delle persone handicappate" Art. 24 le norme tecniche per l'accessibilità si applicano a: tutte le opere edilizie fatte in edifici pubblici e privati aperti al pubblico, quindi in tutti gli interventi sull esistente (manutenzione ordinaria e straordinaria, restauro, risanamento conservativo etc.) 20

Normativa di riferimento DPR 503/1996 Tipo di spazio, attrezzatura, edificio pubblico Tipo di intervento edilizio a cui si applica la normativa nuova costruzione ogni intervento sul patrimonio edilizio esistente cambiamento di destinazione d uso DM 236/1989 L 104/1992 privato aperto al nuova costruzione pubblico ogni intervento sul patrimonio edilizio esistente cambiamento di destinazione d uso 21

Edifici privati aperti al pubblico ACCESSIBILITA accessibilità totale di: VISITABILITA accessibilità limitata ad alcuni spazi: ADATTABILITA accessibilità differita nel tempo riferita a: edifici sociali scuola, sanità, assistenza, cultura, sport ------------- riunioni, spettacoli, circoli privati spazi esterni parti comuni tutti tti gli ambienti (con un servizio igienico accessibile per ogni livello utile) ---------------- spazi esterni parti comuni -------------------- almeno una zona riservata al pubblico, almeno un servizio igienico, spazi di relazione, biglietteria, guardaroba, 2 posti (ogni 400) riservati a persone a ridotta capacità motoria (minimo 2 posti), 2 spazi liberi (ogni 400) per persone in carrozzina, palco, palcoscenico, un camerino ----------------- gli altri spazi 22

Edifici privati aperti al pubblico ACCESSIBILITA accessibilità totale di: VISITABILITA accessibilità limitata ad alcuni spazi: ADATTABILITA accessibilità differita nel tempo riferita a: ristorazione spazi esterni parti comuni almeno una zona riservata al pubblico, almeno un servizio igienico, gli spazi di relazione i servizi previsti (cassa, etc.) gli altri spazi attività ricettive: alberghi, pensioni, spazi esterni parti e servizi comuni 2 stanze (ogni frazione di 40) con servizio igienico (se la stanza non ha servizio igienico, nelle vicinanze deve essercene uno accessibile) gli altri spazi 23

Edifici privati aperti al pubblico ACCESSIBILITA accessibilità totale di: VISITABILITA accessibilità limitata ad alcuni spazi: ADATTABILITA accessibilità differita nel tempo riferita a: attività ricettive: villaggi, campeggi etc. spazi esterni parti e servizi comuni 5% delle superfici destinate al soggiorno temporaneo (minimo 2 unità) gli altri spazi locali per attività spazi esterni gli spazi di relazione gli altri spazi aperte al parti comuni nei quali il cittadino pubblico entra in rapporto con la funzione ivi svolta, almeno un servizio igienico 24

Quel che la norma non può direequelchediceinmodo e dice in non approfondito 25

I limiti dell approccio di tipo normativo non è sufficiente la conoscenza e la stretta/rigorosa applicazione dei parametri delle norme per garantire accessibilità, inclusione, qualità spaziale, comunicatività necessità di conoscere attentamente e riflessivamente la norma, interpretare criticamente la normativa scarse indicazioni per l accessibilità percettiva necessità di revisione/aggiornamento 26

Non solo barriere architettoniche ma anche barriere percettive 27

La barriera fisica (la classica barriera architettonica) si affronta: superandola (con modalità complementari/alternative) abbattendola e, ovviamente, non realizzandola La barriera percettiva si affronta superandola con: adeguato aumento informativo- comunicativo (metto qualcosa) potenziamento informativo- comunicativo(arricchisco qualcosa) e, ovviamente, non realizzandola 28

Un adeguato aumento informativocomunicativo si può ottenere: prevedendo informazioni extra-visive (acustiche, tattili, igrotermiche, cinestetiche etc.): per i non vedenti rafforzando l informazione visiva: per ipovedenti 29

Quel che la norma non dice con sufficiente chiarezza scarse indicazioni per l accessibilità percettiva sia sensoriale (visiva e uditiva) sia intellettiva N.B. DM 236/1989 e DPR 503/1996 dicono che :barriere sono anche la mancanza o l insufficienza di indizi e di segnalazioni a per facilitare accessibilità e mobilità delle persone che presentano limitazioni percettive 30

Mancano indicazioni per accorgimenti per disabilità intellettiva (difficoltà di memoria, di apprendimento, di comprensione) 31

del tutto inesistenti indicazioni per disabilità uditiva Accorgimenti per barriere percettive (di tipo uditivo) 32

I limiti dell approccio normativo: scarse indicazioni per l accessibilità percettiva scarse indicazione per le barriere percettive solamente in relazione a: distribuzione di informazione negli edifici pubblici (4.3), bottoniere (4.1.12 e 8.1.12), segnali di pericolo (4.3), segnale di inizio e fine delle scale (4.1.10 e 8.1.10) N.B: Indicazioni per l accessibilità percettiva sono presenti nelle Linee guida (2008) per l accessibilità degli spazi culturali li 33

Decreto del Ministero per i beni e le attività ità culturali del 28 marzo 2008 contenente le Linee guida per il superamento delle barriere architettoniche nei luoghi di interesse culturale (pubblicate in Gazzetta Ufficiale, Supplemento Ordinario n. 114 del 16 maggio 2008 ) 34

Linee guida per il superamento delle barriere architettoniche nei luoghi di interesse culturale L'accessibilità dei luoghi di interesse culturale I principi e gli orientamenti dell'universal Design Le soluzioni alternative (permesse dalla normativa tecnica per l accessibilità!) I criteri per la progettazione e la gestione: 1.Orientamento (punti di riferimento - segnaletica - mappe) 2.Superamento delle distanze 3.Superamento dei dislivelli (rampe - ascensori - piattaforme elevatrici - servoscala e montascale - adeguamento e miglioramento di scale, cordonate e rampe esistenti - superamento dei dislivelli a scala urbana o paesaggistica) 4.Fruizione delle unità ambientali e delle attrezzature (Ingressi - Servizi igienici - Arredi) 5.Raccordo con la normativa di sicurezza e antincendio 6.Allestimento di spazi espositivi (Accessi accoglienza e servizi - Percorsi - Esposizione delle opere - Didascalie - Illuminazione) 7.Monitoraggio e manutenzione (Informazioni - Parcheggi - Superamento delle distanze e dei dislivelli - Ingressi dedicati - Segnaletica - Cantieri temporanei - Servizi igienici) Casi di studio Parchi e giardini storici, aree e parchi archeologici Spazi urbani Edifici e complessi monumentali Luoghi di culto Spazi espositivi, musei, archivi e biblioteche 35

- dispositivi di trasporto e di ausilio alla mobilità utili per il superamento agevolato delle lunghe distanze: come minibus elettrici, clubcar, elettroscooter, trenini etc. - possibilità di loro combinazione per realizzare una micro-intermodalità 36

Isola Tiberina, Roma Soluzione alternativa installazione provvisoria di un ascensore da cantiere a cremagliera. 37

Soluzioni i progettuali specifiche per contesti particolari 38

Attenzione ai disposti normativi che compaiono in altri settori Ad esempio si vedano le normative per gli ascensori 39

.osservare le Decreto norme relative e Ministero all'abbattimento delle Infrastrutture barriere del 11.1.2010 architettoniche in al paragrafo conformità alla UNI EN 5, punto o) 81-70" Regole di sicurezza per la costruzione e l installazione degli ascensori Applicazioni particolari per ascensori per passeggeri e per merci Accessibilità agli ascensori delle persone, compresi disabili La presente norma costituisce il recepimento, in lingua italiana, della norma europea EN 81-80 che assume così lo status di norma nazionale italiana. 40

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altezza terminali impianti da DM 236/1989 44

Raggiungibilità di elementi del costruito 45

Le potenzialità normative Le disposizioni tecniche del DM 236/1989 ispirate a concezione di tipo prestazionale permettono al progettista di proporre soluzioni alternative a quelle indicate dalla normativa, purché rispondenti ai criteri di progettazione 46

Servizio igienico accessibile (arch. Fabrizio Vescovo) 47

Mini-servizio igienico accessibile (arch. Fabrizio i Vescovo): da usare con grande cautela, in presenza di disimpegno, in adiacenza a camera da letto 48

Gli incroci i normativi i 49

Tra impianti sportivi e attività commerciali I locali privati in cui si svolgono attività fisiche, come le palestre private, i centri per il fitness, per il body building, beaty farm, spa, etc., dato il loro carattere prevalentemente commerciale, 50

impianti sportivi per tutti quegli impianti che, per la loro realizzazione o adeguamento, accedono ai finanziamenti concessi dall'istituto del Credito Sportivo, il C.O.N.I. richiede che il requisito della accessibilità risulti garantito nei seguenti settori funzionali: spazi per attività sportiva (campi, piste, vasche e relativi percorsi); servizi di supporto (spogliatoi a annessi, pronto soccorso, uffici amministrativi, parcheggi); spazi per il pubblico (posto spettatori, servizi igienici, infermeria, parcheggi); eventuali spazi per attività complementari (bar, settore stampe, attività i commerciali). Per questo tipo di prescrizioni tecniche, è necessario consultare le Norme C.O.N.l. per l'impiantistica sportiva approvate dalla Giunta Esecutiva del C.O.N.I. con Deliberazione n. 1492 del 19-12-1997 e Norme C.O.N.l. per l'impiantistica sportiva approvate dal Consiglio nazionale del C.O.N.I. n. 1379 25-06-2008 51

NORME CONI PER L'IMPIANTISTICA SPORTIVA (Approvate dalla Giunta Esecutiva del C.O.N.I. con deliberazione n. 1492 del 19 dicembre 1997) 4 - Fruibilità da parte dei disabili. Tutti gli impianti i sportivi i dovranno essere realizzati ed attrezzati in modo da consentirne l'uso da parte dei disabili per quanto attiene gli spazi destinati pubblico, quelli relativi all'attività sportiva, i servizi di supporto e quelli ausiliari e complementari. Ove possibile, e preferibilmente, tale fruibilità dovrà essere ottenuta evitando soluzioni che comportino la realizzazione di attrezzature ad uso specifico 52

Norme CONl per l'impiantistica sportiva approvate dal Consiglio nazionale del C.O.N.I. n. 1379 25-06-2008 53

Norme CONl per l'impiantistica sportiva approvate dal Consiglio nazionale del CONI n. 1379 25-06-2008 54

Quel che la norma dice ma spesso non viene rispettato o viene inteso in modo inadeguato 55

Quel che la norma dice camminare senza pendenza trasversale al senso di marcia, cioè in piano : per non avere spinta laterale faticosa e pericolosa ( max pendenza trasversale consentita è dell 1%) avere uno spazio minimo disponibile in piano di 90 m nei tratti rettilinei e di 170 cm nei cambi direzionali camminare su pavimentazioni con caratteristiche di accessibilità definite: la norma consente 2 mm di tolleranza sulle creste, 5 mm tra gli elementi della pavimentazione che deve essere stilata con materiale durevole (no acciottolati, sampietrini grossolani e autobloccanti con fori superiori a 2 mm, no piastrelle del tipo green parking ) percorrere dislivelli anche minimi raccordati senza salti di quota (caso dello scalino residuo ): questi mini gradini sono comunissimi anche nei rifacimenti delle sedi stradali e marciapiedi avere percorsi con indicazioni sensoriali (variazioni cromatiche e percorsi tattili) manca una standardizzazione che è particolarmente importante per le persone con disabilità visiva forme, dimensioni, caratteristiche di piani inclinati (rampe) e scale 56

pendenza trasversale al senso di marcia raccordi con pendenze eccessive e con salti di quota (caso dello scalino residuo ) segnaletica discriminante 57

r Servoscala o piattaforma sono consentite in via alternativa e agli ascensori negli interventi di adeguamento o per minime differenze v di quota. (art. 4.1.13 DM 236/1989 e d e r e Nuovo edificio residenziale: e l uso inappropriato e o abuso del v montascale? a t o r e ( o a s c e n s o r e ) 58

Gradevolezza, ma senso di insicurezza per eccesso di vetro, alzate inesistenti, sottoscala libero 59

Quel che la norma dice 60

Non basta la norma che non può dire tutto f f Barriere percettive sono ostacoli che pendono, che sporgono, con sviluppo divergente, presenti sul piano di calpestio del percorso 61

Ai problemi di progettazione, spesso si affiancano inadeguate modalità organizzative 62