Sommario Quando suonò l allarme in BAYER (Lucia Iannaciato) Corso in Tecniche di fisiopatologia respiratoria (Carlo Pennimpede) Appunti sul test del cammino (Marco Fredi) Quando suonò l allarme in BAYER Quando mi è stato chiesto di scrivere qualche riga per il nuovo Alveolo per raccontare l iter e la storia dei nostri incontri associativi, mi è tornata alla memoria la prima riunione che si tenne a Milano presso la sede della Bayer. Allora eravamo veramente sconosciuti anche alla maggior parte degli operatori del settore (a maggior ragione alle case farmaceutiche) e quando grazie alla solita rete di conoscenze personali arrivai al manager della Bayer non fu per niente facile fargli capire chi fossimo. Per buona parte del nostro incontro infatti egli fu convinto di avere di fronte una nuova sigla sindacale. Nel corso della conversazione il suo sguardo era sempre più stupito e non riusciva a comprendere come mai un ruolo così delicato fosse affidato ad operatori così misconosciuti. Inoltre si chiedeva chi validasse i test che venivano utilizzati nelle sperimentazioni farmaceutiche: ovviamente i medici spiegai, ma chi fossero gli esecutori fu molto più arduo farlo comprendere!
Ad onor del vero non fu poi così difficile avere accesso alla sede: ci accolsero, pur in una giornata di semiriposo come il sabato, e ci offrirono anche un piccolo rinfresco. Ricordo ancora la tipica giornata nebbiosa milanese. Non eravamo moltissimi, e sicuramente tutto il materiale era fatto in casa (non ci sono grosse differenze anche oggi) ed io non avevo alcuna dimestichezza con i programmi del computer per stampare il materiale necessario alla associazione, (ora invece. ho capito e lo lascio fare ad altri ) così portai un floppy disk con tutto ciò che serviva. Purtroppo non lo avevo controllato prima di uscire di casa e il dischetto, che conteneva un virus ( parity But ), fece scattare un allarme sonoro nella rete dei nostri ospiti, che ovviamente accorsero con una certa preoccupazione. La riunione poi andò benissimo. Conoscemmo molti colleghi con cui ancora oggi lavoriamo e siamo in contatto, e quella prima riunione rimane impressa in modo indelebile nella mia memoria e un po anche nel mio cuore. Corso in Tecniche di fisiopatologia respiratoria Nell'attesa di un percorso formativo accademico specifico che qualifichi il Tecnico di fisiopatologia respiratoria, il Corso in Tecniche di fisiopatologia respiratoria tenutosi a Roma, presso l'università Cattolica, riveste una importanza fondamentale per la formazione teorica e la crescita professionale, non solo di chi si avvicina a questa specializzazione, ma anche di chi già opera nel settore. Questo Corso rappresenta, in forma embrionale, quello che, si spera al più presto, sarà il corso di studi specifico per la formazione del Tecnico di Funzionalità Respiratoria. Ritengo che la partecipazione a questo corso possa rappresentare un salto di qualità per chi opera quotidianamente in un Ambulatorio di Fisiopatologia Respiratoria. Dal punto di vista teorico, infatti, non solo permette un approccio più qualificato e più consapevole a ciò che a volte viene eseguito in maniera meccanica e routinaria, ma fornisce quelle conoscenze teoriche fondamentali che sono alla base di un utilizzo corretto e di una precisa gestione delle apparecchiature nonchè di una affidabile esecuzione delle indagini diagnostiche. D altra parte, ritengo sia molto importante la possibilità di confrontarsi con altre realtà lavorative. Quindi il tirocinio
pratico svolto nell ambito del Corso permette di prendere visione e di utilizzare apparecchiature diverse da quelle che si utilizzano quotidianamente nei vari centri, confrontare modalità di esecuzione, protocolli, la gestione tecnica dello strumentario, e non ultima l organizzazione del lavoro. Al momento questo corso rappresenta l'unica possibilità per un tecnico di conseguire un titolo rilasciato da una prestigiosa Università, che in qualche modo "legittima" questa figura, dandole quella dignità e quel riconoscimento che la specificità, la professionalità e la specializzazione del proprio operato impongono. Quindi il corso rappresenta un ulteriore, importante tassello nel percorso che deve portare al giusto riconoscimento della figura di Tecnico di Funzionalità Respiratoria. Appunti sul test del cammino Il test del cammino o walking test dei 6 minuti ( WT) è un test per la valutazione della tolleranza all esercizio fisico, che valuta la disabilità cioè l impatto che il danno patologico ha sull esecuzione delle normali attività del soggetto. E uno strumento con più funzioni: EVIDENZIARE E VALUTARE L ENTITA DI DIVERSI DISORDINI FISIOPATOLOGICI DEFINIRE PROGRAMMI TERAPEUTICI DIFFERENZIATI VALUTARE GLI EFFETTI DEI PROGRAMMI DI RIABILITAZIONE Nel servizio di fisopatologia della Casa di Cura Domus Salutis di Brescia viene prevalentemente utilizzato come outcame riabilitativo confrontando il test di ingresso e di dimissione. Inoltre lo utilizziamo per evidenziare le ipossiemie latenti che si manifestano durante attività fisica e valutare la corretta ossigenoterapia da sforzo. Per l esecuzione del test applichiamo le linee guida dell ATS pubblicate nel 2002 su Am. J. Crit. Care Vol. 166 disponibili anche sui siti ATS e ERS (i link sono disponibili sul sito www.aitfr.com) alle quali per ragioni di brevità rimandiamo.
Le criticità che riscontriamo nell esecuzione sono inerenti a: 1) la comprensione da parte del paziente del significato del test e delle modalità di svolgimento nonché dell utilizzo della scala di borg ( si tenga conto che gran parte dei pazienti che trattiamo sono anziani con importanti comorbilità anche a livello cognitivo) 2) la attendibilità del test ( influenzata in parte dal punto 1) 3) la standardizzazione della rilevazione dei dati ; spo2%,pa,fc, metri ecc. 4) l espressione grafica del test e i teorici di riferimento. Mantenendo la schematizzazione precedente vediamo come nel mio servizio cerchiamo di ridurre le problematiche nel modo seguente: 1a) Effettuiamo il WT dopo altre prove di Funz. Resp. quando il paz. ha preso confidenza con l operatore, nel frattempo spieghiamo l utilizzo della scala di borg e cominciamo a simularne l utilizzo col paz per esempio durante la misura di MIP e MEP. 1b) Forniamo le istruzioni del test al paziente per scritto in modo che le possa leggere intanto che si rilassa prima del WT ; in ogni caso le spieghiamo a voce prima della partenza. 2a) nel 30% dei casi, soprattutto quando il paz. esegue il test per la prima volta, ripetiamo il test dopo 30 minuti. 2b) chiediamo al reparto (se si tratta di ricoverati) di inviarci i pazienti con scarpe idonee per camminare (le ciabatte di solito riducono la distanza percorsa) e forniti degli ausili che di solito utilizzano : ev. bastone, ev. carrello per lo stroller ecc. 3a) effettuiamo il test di ingresso e dimissione sempre nelle stesse condizioni di terapia broncodilatatrice (di solito a terapia assunta). 3b) rileviamo i parametri in siti fissi : Spo2% al dito anulare sinistro, PA al braccio Dx,, controllo fc (almeno la finale ) rilevando manualmente il polso radiale. 3c) se possibile effettuiamo il test in 2 operatori uno che rileva i parametri ogni minuto di fc-spo2-passi al minuto e segue il paziente a distanza, il secondo che si concentra sui metri percorsi dal paziente e registra direttamente tutti i parametri su un apposito modulo.
4a) per la espressione grafica del test e la risposta del medico utilizziamo un modulo standardizzato che evidenzia graficamente i metri percorsi e l andamento della spo2 comparando due prove che possono essere : ingresso-dimissione oppure in aria-in ossigeno. 4b) per la valutazione della distanza percorsa utilizziamo i teorici del Prof Pistelli ( Policlinico Gemelli di Roma Rilevati durante lo studio S.A.R.A. ) esistono tuttavia altri teorici Enwright et al. Chest 2002- vol. 123 oppure Tooster et al.-europ. Respir. J 1999 vol. 14 che però ci sembrano meno adatti alla nostra popolazione.