1.1.1 Crescita della domanda di elettricità



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1.1 CARATTERISTICHE DEL SISTEMA ELETTRICO NAZIONALE 1.1.1 Crescita della domanda di elettricità In Italia, come in tutti i paesi industrializzati, la domanda di energia elettrica continua ad aumentare a un tasso costante ed elevato. Dal 1963 al 2006 - il prodotto interno lordo del paese è aumentato di 3,5 volte - il consumo complessivo di energia è aumentato di 2,8 volte - il consumo di energia elettrica è aumentato di 5 volte. Consumo interno lordo di energia a fronte dell andamento della popolazione e del PIL. Miliardi di kwh (fonte: Terna-GSE, 2007).

1.1.2 Crescita delle importazioni di elettricità A partire dalla fine degli anni Settanta il fabbisogno elettrico italiano è stato soddisfatto ricorrendo in maniera crescente alle importazioni dirette di elettricità. Le importazioni di energia elettrica dall estero sono decuplicate negli ultimi 25 anni. L importazione di elettricità (di fonte nucleare) consente di ridurre il costo medio del kwh immesso in rete, ma è limitata dalla saturazione della portata degli elettrodotti esistenti. Andamento delle importazioni di energia elettrica. Milioni di kwh (fonte: Terna-GSE, 2007). 1.1.3 Sbilanciamenti nella copertura del fabbisogno elettrico Dal punto di vista strutturale il sistema elettrico nazionale si caratterizza per i seguenti fattori: - assenza di un contributo nucleare; - dominanza della componente termoelettrica (81,3% della produzione nazionale, 70% dell elettricità

immessa in rete); - forte componente di importazione (13,9% dell elettricità immessa in rete); - significativa componente idroelettrica (11,9% della produzione nazionale, 10,3% dell elettricità immessa in rete); - limitata componente geotermica (1,8% della produzione nazionale, 1,5% dell elettricità immessa in rete; - limitato contributo delle nuove fonti rinnovabili (biomasse e rifiuti, eolico, fotovoltaico) che totalizzano il 2,8% della produzione nazionale e il 2,4% dell elettricità immessa in rete. Copertura del fabbisogno elettrico nazionale nel 2005 (fonte: Terna-GSE, 2007). 1.1.4 Riflessi sul costo del kwh In conseguenza della forte dipendenza dalle fonti di importazione (85%) e in particolare dal gas naturale, il sistema elettrico nazionale è caratterizzato da costi di produzione molto elevati, che portano il prezzo del kwh fatturato all utenza ai livelli più elevati in Europa. Prezzi finali dell energia elettrica in euro/kwh. Utenze industriali (fonte: Eurostat, 2007).

Prezzi finali dell energia elettrica in euro/kwh. Utenze domestiche (fonte: Eurostat, 2007). 1.2 FABBISOGNO ELETTRICO E VINCOLI AMBIENTALI 1.2.1 Evoluzione del fabbisogno elettrico Le previsioni di sviluppo al 2016 inducono a prevedere in sede nazionale un fabbisogno elettrico complessivo di 446,4 TWh, con una crescita di 93,6 TWh rispetto al fabbisogno di 352,8 TWh registrato nel 2005. L evoluzione del sistema elettrico nazionale è sottoposta a vincoli di tipo tecnico, connessi con la necessità di garantire il soddisfacimento del fabbisogno elettrico

tenendo conto dei limiti propri delle diverse fonti energetiche e dei vincoli strutturali della rete elettrica, economico, connessi con la necessità di ridurre il costo medio di produzione del kwh, ambientale, connessi con la necessità di rispettare gli obiettivi imposti dal Protocollo di Kyoto e, più recentemente, dal cosiddetto Pacchetto 20-20-20 dell Unione Europea. 1.2.2 Il Protocollo di Kyoto Il Protocollo di Kyoto obbliga l Italia a ridurre le proprie emissioni di gas-serra del 6,5% entro il periodo 2008-2012 rispetto ai volumi di emissione del 1990. Tenendo conto che le emissioni di gasserra erano nel 1990 pari a 521,0 Mt CO 2 eq, l obiettivo fissato dal Protocollo di Kyoto è di 487,1 Mt CO 2 eq come media annuale nel periodo 2008-2012. Dal 1990 al 2005 le emissioni di gas-serra in Italia sono tuttavia aumentate in valore assoluto. Lo scenario tendenziale elaborato dal Ministero dell ambiente quantifica in 579,7 Mt CO 2 eq le emissioni previste nel 2010. L obiettivo effettivo di riduzione delle emissioni in attuazione del Protocollo di Kyoto è dunque di 92,6 Mt CO 2 eq (media annuale nel periodo 2008-2012), pari al 16,6% rispetto alle emissioni del 2005. Il mancato rispetto degli obiettivi di riduzione fissati dal Protocollo di Kyoto comporta per l Italia il pagamento di una sanzione di 40 euro/t CO 2 eq per il periodo 2005-2008 e di 100 euro/t CO 2 eq a partire dal 2009. Sulla base dello scenario tendenziale delle emissioni elaborato dal Ministero dell ambiente, gli oneri complessivi a carico dell Italia nel periodo 2005-2012 sono quantificabili in 55,2 miliardi di euro. 1.2.3 Il Pacchetto 20-20-20 dell UE Il 23.01.2008 sono state presentate dalla Commissione Europea le proposte sulla riduzione delle interazioni fra il sistema economico e il clima che vanno sotto il nome di Pacchetto 20-20-20. Le misure proposte con orizzonte 2020 sono le seguenti: riduzione del 20% dell intensità energetica (energia impiegata per unità di PIL) rispetto ai livelli del 2005; aumento al 20% (8,5% nel 2005) della quota di fonti rinnovabili rispetto al totale delle fonti primarie utilizzate (con una quota del 10% di biocarburanti), con tendenza al 30% entro il 2030; riduzione del 20% delle emissioni di CO 2 (nei settori non soggetti al sistema di emission trading ) rispetto al 2005. Il costo delle misure proposte è valutato dall Unione Europea equivalente allo 0,45% del PIL complessivo UE (13.300 miliardi di euro nel 2007 per i 27 paesi,), ovvero 60 miliardi di euro. 1.2.4 Gli obiettivi del Pacchetto 20-20-20 per l'italia Il Pacchetto 20-20-20 stabilisce per l Italia i seguenti obiettivi con orizzonte 2020: riduzione del 20% dell intensità energetica (energia impiegata per unità di PIL) rispetto ai livelli del 2005; contributo delle fonti rinnovabili pari al 17% dei consumi finali di energia (5,2% nel 2005), con una componente del 10% affidata ai biocarburanti; riduzione del 13% delle emissioni di CO 2 (nei settori non soggetti al sistema di emission trading ) rispetto ai livelli del 2005. Il costo relativo all attuazione delle misure proposte è quantificato dall Unione Europea nello 0,66% del PIL nazionale (1.500 miliardi di euro nel 2005), ovvero 10 miliardi di euro.

1.3 IL CONSEGUIMENTO DEGLI OBIETTIVI AMBIENTALI 1.3.1 Riduzione dell intensità energetica Il 25.02.2008 sono stati presentate le risultanze di uno studio sull efficienza energetica nell UE svolto nell ambito del progetto europeo Odyssee da ENEA (Italia) e ADEME (Francia). Lo studio mostra che l intensità energetica totale dell Italia è tra le più basse in Europa, principalmente a causa del limitato sviluppo dei settori ad alta intensità energetica e delle ristrutturazioni industriali che hanno seguito gli shock dei prezzi petroliferi del 1973 e del1979. Intensità energetica nei paesi dell Unione Europea (fonte: ENEA-ADEME, 2008). Dato il livello già contenuto dell intensità energetica nazionale, se sono certamente possibili recuperi di efficienza, una riduzione sostanziale può avvenire solo a prezzo di profonde e costose ristrutturazioni. 1.3.2 Riduzione delle emissioni di gas-serra La mappa delle emissioni di gas-serra mostra che i maggiori contributi alle emissioni previste al 2010 sono addebitabili all industria termoelettrica (150 Mt, pari al 26%) e ai trasporti (142,2 Mt, pari al 24,5%), con contributi significativi ma minori da parte dell industria manifatturiera (80,2 Mt, pari al 13,8%) e del settore civile (74,1 Mt, pari al 12,8%). Quadro di riferimento programmatico delle emissioni di gas-serra in Italia (fonte: delibera CIPE n. 123/2002). Dei settori citati, quello della produzione termoelettrica è l unico nel quale è possibile intervenire in tempi brevi, data la centralizzazione degli impianti e la possibilità di adottare strumenti di pianificazione attendibili. Intervenendo su questa componente attraverso la sostituzione delle fonti fossili con nucleare e fonti rinnovabili è possibile conseguire una sostanziale riduzione delle emissioni.

1.3.3 Ruolo delle fonti rinnovabili Il contributo che le fonti rinnovabili possono apportare alla copertura del fabbisogno elettrico, ed eventualmente alla riduzione della produzione termoelettrica, è limitato dalle caratteristiche intrinseche delle fonti solare ed eolica (bassa densità di potenza, elevato impatto territoriale, alti costi di impianto, bassi fattori di utilizzazione, esigenze di stabilità della rete) e dalla limitata disponibilità residua della fonte idroelettrica (2.600 MW, secondo gli studi condotti nell ambito del progetto europeo Altener II). Per soddisfare il 10% del fabbisogno nazionale di elettricità ricorrendo alle biomasse (legna da ardere) occorrerebbe disporre di 120.000 km 2 di boschi (in Italia ce ne sono 45.000); ricorrendo all eolico occorrerebbe installare 24.000 turbine da 1 MW, che avrebbero un costo complessivo di 24 miliardi di euro e occuperebbero una superficie complessiva di 2.000 km 2 ; ricorrendo al fotovoltaico occorrerebbe installare 200 km 2 di pannelli, che avrebbero un costo complessivo di 240 miliardi di euro. In caso di ricorso a impianti solari ed eolici sarebbe comunque necessario installare impianti convenzionali per sopperire ai periodi di indisponibilità, sostenendone il costo aggiuntivo. Dati i costi in gioco e le limitazioni intrinseche, le fonti rinnovabili non sono in grado, da sole, di incidere significativamente sulla copertura del fabbisogno elettrico. Il loro contributo è infatti incrementabile solo adottando meccanismi di incentivazione economica che finirebbero con l elevare ulteriormente il costo medio del kwh. La relazione al Parlamento svolta nel giugno 2007 dal Presidente dell Autorità per l energia elettrica e il gas evidenzia che nel solo 2006 il GSE ha speso 6,4 miliardi di euro per acquistare a tariffa incentivata l energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili e assimilate. La stessa energia è stata ceduta al mercato elettrico a 2,7 miliardi di euro. La differenza (3,7 miliardi di euro) è stata addebitata sulle bollette elettriche delle famiglie e delle imprese sotto la voce oneri di sistema. A normativa vigente, nel periodo 2008-2020 gli oneri di sistema per l incentivazione delle fonti rinnovabili e assimilate costeranno al consumatore elettrico 25 miliardi di euro. 1.3.4 Ruolo dell energia nucleare Date le caratteristiche intrinseche delle fonti energetiche rinnovabili, gli obiettivi di riduzione delle emissione non possono essere conseguiti senza il ricorso all energia nucleare. Quest ultima può assumere un ruolo importante che si caratterizza per i seguenti fattori: Economia di base. Il costo del kwh di fonte nucleare è inferiore a quello delle altre fonti di produzione elettrica; la sua composizione (85% costituito dai costi di impianto, esercizio e manutenzione) lo rende un investimento fatto in sede nazionale. Sostituzione dei combustibili fossili. L energia nucleare può sostituire direttamente la domanda di combustibili fossili proveniente dal settore termoelettrico e indirettamente parte della domanda di combustibili fossili negli usi civili, con un sensibile miglioramento della fattura energetica verso l estero. Riduzione delle emissioni di gas-serra. La sostituzione della produzione termoelettrica (81,3% della produzione elettrica nazionale) con energia elettrica di fonte nucleare può ridurre sensibilmente le emissioni di gas-serra del paese. Incentivazione delle energie rinnovabili. La riduzione del costo medio di produzione del kwh associato all energia nucleare consente di rendere disponibili risorse economiche utilizzabili per incentivare lo sviluppo delle energie rinnovabili senza incrementare il costo del kwh rispetto ai livelli attuali. 1.4 Scenari di evoluzione del sistema elettrico 1.4.1 Senari analizzati Sulla base dei dati relativi alla copertura del fabbisogno elettrico nazionale nel 2005 e delle previsioni di

fabbisogno elettrico al 2016, l AIN ha sviluppato alcune analisi di scenario. Le analisi esaminano le implicazioni tecnico-economiche associate a diverse modalità di copertura del fabbisogno elettrico al 2016, nel rispetto degli obiettivi di riduzione delle emissioni di gas serra fissati per l Italia dal Protocollo di Kyoto e dal Pacchetto 20-20-20, limitatamente agli interventi possibili nel settore elettrico. Gli scenari esaminati sono compendiati nella tabella seguente. Evoluzione del sistema elettrico italiano. Scenari analizzati (studio AIN). Scenari Strategia Ipotesi di copertura del fabbisogno aggiuntivo al 2016 1 Nucleare +12,5 GW di impianti nucleari (8 reattori da 1,6 GW in 4 siti) 2 Nucleare Importazioni +5,6 GW di impianti nucleari (4 reattori da 1,6 GW in 2 siti) +7,2 GW (raddoppio) importazioni elettricità nucleare (costo nuovi elettrodotti) 3 Rinnovabili +29,4 GW di fonti rinnovabili (8 volte la potenza installata al 31.12.2005, salvo idro) 4 Rinnovabili Importazioni +13,3 GW di fonti rinnovabili (4 volte la potenza installata al 31.12.2005, salvo idro) +7,2 GW (raddoppio) importazioni elettricità nucleare (costo nuovi elettrodotti) 5 Rinnovabili Nucleare Importazioni +8,7 GW di fonti rinnovabili (3 volte la potenza installata al 31.12.2005, salvo idro) +2 GW di impianti nucleari (2 reattori da 1GW in 1 sito) +7,2 GW (raddoppio) importazioni elettricità nucleare (costo nuovi elettrodotti) 6 Meno fossili Rinnovabili Nucleare 7 Meno fossili Nucleare Importazioni 8 Meno fossili Nucleare Rinnovabili Importazioni -18% della produzione termoelettrica al 31.12.2005 +13 GW di fonti rinnovabili (4 volte la potenza installata al 31.12.2005, salvo idro) +12,9 GW di impianti nucleari (8 reattori da 1,6 GW in 4 siti) -18% della produzione termoelettrica al 31.12.2005 +11,6 GW di impianti nucleari (8 reattori da 1,4 GW in 4 siti) +7,2 GW (raddoppio) importazioni elettricità nucleare (costo nuovi elettrodotti) -18% della produzione termoelettrica al 31.12.2005 +7,9 GW di impianti nucleari (5 reattori da 1,6 GW in 3 siti) +8,7 GW di fonti rinnovabili (3 volte la potenza installata al 31.12.2005, salvo idro) +7,2 GW (raddoppio) importazioni elettricità nucleare (costo nuovi elettrodotti) I primi cinque scenari fanno riferimento alla copertura del fabbisogno aggiuntivo previsto al 2016 attraverso l incremento delle quote affidate al nucleare, alle importazioni e alle fonti rinnovabili. Gli ultimi tre fanno riferimento a una riduzione del 18% della produzione termoelettrica e alla copertura del fabbisogno aggiuntivo attraverso l incremento dei contributi affidati al nucleare, alle importazioni e alle fonti rinnovabili. 1.4.2 Caratteristiche degli scenari analizzati I risultati dell analisi sono compendiati nella tabella seguente. Evoluzione del sistema elettrico italiano. Performance degli scenari analizzati (studio AIN). Legenda: N=Nucleare, I=Importazioni,R=Rinnovabili, F=Fossili. Scenario N I R F Investimenti totali Emissioni evitate Costo medio del kwh Miliardi di Mt CO 2 eq / anno / kwh 1 + 28,1 51,6 0,055 2 + + 18,4 50,5 0,055 3 + 62,4 51,6 0,062 4 + + 33,4 50,5 0,058 5 + + + 28,3 50,4 0,057 6 + + 56,3 100,7 0,055 7 + + 31,7 99,5 0,052 8 + + + 41,7 99,5 0,054 Dall analisi della performance dei diversi scenari emerge quanto segue:

per assicurare la copertura del fabbisogno elettrico senza aumentare (o riducendo) le emissioni di CO 2 le fonti più economiche sono al momento il nucleare e le importazioni dirette di elettricità (di fonte nucleare) dall estero; i maggiori costi connessi al ricorso alle fonti rinnovabili possono essere bilanciati attraverso un equilibrato ricorso all energia nucleare e alle importazioni dirette di elettricità. Lo scenario n. 8, in particolare, mostra come la riduzione del 18% della produzione termoelettrica compensato con un ricorso equilibrato al nucleare, alle importazioni e alle fonti rinnovabili possa evitare emissioni di gas-serra per circa 100 Mt/anno e assicurare contemporaneamente un costo medio di produzione del kwh inferiore ai livelli attuali (0,058 euro/kwh). Le suddette valutazioni si basano su calcoli effettuati con costi dei combustibili 2006. 1.5 AZIONI URGENTI La riapertura dell opzione nucleare in Italia comporta la necessità di gestire in parallelo e con ottica di sistema problematiche complesse che riguardano i seguenti aspetti: 1. revisione del sistema normativo e regolamentare 2. ottimizzazione funzionale dell Autorità di controllo nucleare 3. ottimizzazione delle capacità operative presenti in ambito pubblico 4. attuazione di strategie di accordo industriale a livello internazionale 5. rilancio delle attività di ricerca e sviluppo nel contesto internazionale 6. realizzazione del deposito nazionale per i materiali radioattivi 7. redazione di un Piano Nazionale per l Energia Elettrica 8. istituzione e l agevolazione di idonei meccanismi di project financing 9. rilancio delle attività di formazione in ambito accademico e professionale 10. ricostituzione di un panorama informativo corretto In particolare, La revisione del sistema normativo è necessaria per dare certezza di tempi agli iter autorizzativi degli impianti nucleari e deve rifarsi al modello dello one-step licensing adottato negli anni Novanta in tutti i paesi che hanno in corso la realizzazione di impianti nucleari. L Autorità di controllo nucleare deve puntare al recupero di efficienza operativa attraverso una configurazione analoga a quella adottata nei paesi nucleari (autorità o agenzia dotate di autonomia funzionale). Al fine di rendere disponibili e di sfruttare al massimo le competenze esistenti nel Paese è necessario inserire razionalmente nel contesto industriale le capacità operative presenti in ambito pubblico. L industria nazionale deve puntare ad acquisire lo status di partner industriale (e non solo di cliente) dei principali costruttori di reattori attraverso strategie di accordo che consentano di qualificarsi sulla sistemistica e sulla componentistica e di partecipare ai programmi nucleari nazionali e internazionali. Le attività di ricerca devono essere ridefinite con riferimento specifico alle necessità di qualificazione del comparto industriale sulle filiere che hanno le migliori prospettive di mercato (reattori per i paesi emergenti, reattori di quarta generazione). Ciò può essere conseguito attraverso l istituzione di un consorzio di ricerca con la partecipazione dell industria.

La realizzazione del deposito nazionale per i materiali radioattivi è uno dei primi obiettivi da conseguire. L iter di localizzazione definito dal precedente governo, tuttora in itinere con il coinvolgimento della Conferenza Stato-Regioni, richiede una attenta gestione politica fondata sulla ricerca del consenso. Il varo di uno strumento di pianificazione del sistema elettrico (Piano Nazionale per l Elettricità) che motivi il ricorso agli impianti nucleari con la necessità di soddisfare la crescita del fabbisogno elettrico ridurre il costo del kwh assecondare gli obiettivi di politica energetica e di riduzione delle emissioni indicati dall UE (protocollo di Kyoto, pacchetto 20-20-20 ) ricavare le risorse necessarie per sviluppare le fonti energetiche rinnovabili, altrimenti troppo costose. Il modello di finanziamento delle nuove centrali nucleari in regime di economia di mercato richiede adeguamenti della normativa nazionale antitrust e adattamenti alle specificità del mercato finanziario nazionale. È indispensabile riqualificare il sistema formativo in campo nucleare attraverso una stretta interazione fra l università, il sistema della ricerca e l industria, con la definizione in comune di percorsi formativi moderni. È necessario ricostruire il consenso di fondo sull energia nucleare attraverso una vasta campagna di comunicazione sulle caratteristiche dei sistemi di produzione elettrica.