LA MERKEL CI VUOLE COMPRARE



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Transcript:

14 i dossier www.freefoundation.com LA MERKEL CI VUOLE COMPRARE MA NOI POSSIAMO DIFENDERCI Editoriale de Il Giornale, 6 agosto 2012 6 agosto 2012 a cura di Renato Brunetta

2 I mercati hanno sempre ragione. Riassunto delle puntate precedenti: tutto parte da Maastricht e dagli errori di costruzione dell euro, da cui sono derivati, dopo la crisi greca, comportamenti rigidi, intransigenti, egoistici da parte di alcuni paesi, formiche come la Germania, che pur hanno beneficiato, negli ultimi 10 anni, di un tasso di cambio di fatto favorevole, nella totale assenza di politiche redistributive e comportamenti lassisti da parte di altri paesi, cicale come Portogallo, Irlanda, Italia e Spagna, che non hanno utilizzato i vantaggi derivanti da tassi di interesse e da tassi di inflazione più bassi rispetto al proprio merito di credito per consolidare i loro conti e avviare le riforme strutturali necessarie.

3 A ottobre 2009, la Grecia fa scoppiare la bolla e le contraddizioni dell unione monetaria vengono a galla e la speculazione internazionale inizia a interessarsi non solo dell economia ellenica, ma anche, e soprattutto, della reattività dell eurozona. Reattività insufficiente che si caratterizza come il vero punto debole dell intero sistema euro: da quell ottobre fatidico l Unione Europea inizia a rispondere sempre troppo poco e troppo tardi alle ondate speculative e le istituzioni comunitarie si rivelano non sufficientemente forti e mature. Per la speculazione internazionale questa è la grande occasione. Far soldi su una costruzione rigida, imperfetta e un po stupida: l euro. Risultato: chi è finito nel mirino ha pagato oltre le proprie colpe, mentre chi è rimasto fuori ci ha guadagnato oltre i propri meriti. Dalla crisi greca ad oggi l unione europea a trazione tedesca ha compiuto almeno 6 errori.

4 Primo errore: quasi senza discussione, o senza alternative, viene elaborata la ricetta dei compiti a casa voluta dalla Germania, secondo la quale la responsabilità della crisi è solo dei paesi sotto attacco, che devono risanare in fretta i conti pubblici: l euro non c entra. E, a pensarci bene, per la Grecia, a parte gli eccessi, la cosa poteva avere anche un senso. Purtroppo, riguardando un paese piccolo e marginale, non c è stata alcuna riflessione critica su questo tipo di impostazione e sulle sue conseguenze. E mal ce ne incolse. Secondo errore: dalla non soluzione dei problemi della Grecia, che continuano a trascinarsi ormai da 3 anni, deriva il primo contagio (Irlanda e Portogallo), a cui l Europa tedesca risponde con la solita teutonica, luterana, fermezza: compiti a casa. Zitti e mosca.

5 È colpa vostra. Ancora una volta ribadendo, senza alcuna critica e autocritica, il modello base di intervento. Terzo errore: palesamento ufficiale dell impotenza europea nella riunione del Consiglio del 23-24 giugno 2011, preludio al secondo contagio (Italia e Spagna). Anche in questo caso le istituzioni europee rispondono con il solito mantra moralistico. Per il nostro paese i compiti a casa sono contenuti nella lettera della BCE all Italia del 5 agosto e nella (spintanea) lettera d intenti che il governo italiano ha inviato ai presidenti di Consiglio e Commissione europea il 26 ottobre. Siamo nel pieno del sangue, sudore e lacrime, nel pieno della colpevolizzazione calvinista dei paesi sotto attacco speculativo.

6 Errore che trova, d altra parte, numerosi alleati anche nell establishment del nostro paese, nelle forze politiche che pensano di trarre profitto da un occasione di questo genere per fare cadere il governo. Avranno modo di ricredersi amaramente. Quarto errore: mentre la dottrina della colpa è in piena implementazione, lo spread non accenna a diminuire. A supporto della strategia tedesca interviene, quindi, la Banca Centrale Europea, accompagnando la politica dei compiti a casa con 2 maxi aste di finanziamento a breve termine e a tasso di interesse ridotto alle banche, per 1.000 miliardi di euro. Ma, finiti questi interventi, a marzo 2012 tutto torna come prima. Il sistema non regge, si inceppa, si avvita. Riparte l attacco alla Spagna e poi all Italia. Con grande profitto, anche in questa circostanza, da parte dei mercati.

7 Quinto errore: finalmente, grazie soprattutto alle critiche di economisti e istituzioni anglosassoni, si fa strada il convincimento che in Europa il problema non sia tanto quello della finanza dei paesi sotto attacco speculativo, quanto l architettura imperfetta dell euro e la debolezza politica dell Unione. Comincia a trovar spazio l idea che dall euro si possa anche uscire. Seguono le reazioni dei soliti benpensanti nordeuropei sull irreversibilità della moneta unica, cui non seguono, però, fatti concreti. Né a questo riguardo si può dire che abbia avuto effetti l ottimo documento che i quattro presidenti di Consiglio europeo, Commissione europea, Banca Centrale Europea ed Eurogruppo hanno presentato ai capi di Stato e di governo riuniti a Bruxelles il 28-29 giugno, ove sono previste unione bancaria, economica, politica e fiscale nell eurozona, ma che è rimasto lettera morta nelle procedure burocratiche dell Unione. Anche in questo caso tempi lunghi e nessuna risposta immediata ai mercati.

8 E veniamo al sesto errore. Si registra, nella sostanza, un impasse: da un lato i paesi nordici, soidisant virtuosi, dall intransigenza dura e pura, che tirano sempre più la corda Bundesbank in testa dall altro i paesi come Italia e Spagna, che i compiti a casa li hanno fatti e che non sono in grado o non vogliono accettare ulteriori, inutili, sacrifici. In quest impasse aumentano i sentimenti antitedeschi, antieuropei e si fanno sempre più numerose, inevitabilmente, le propensioni, le aspettative e i timori di un uscita dall euro. E la recessione tutto avvolge, tanto da preoccupare anche gli Stati Uniti, che in più occasioni intervengono sull intransigenza tedesca.

9 A ben vedere, oggi è la stessa impasse ad alimentare lo spread, o meglio la sfiducia dei mercati che si trasforma in spread, sulla base di un effetto che è stato chiamato, proprio all interno della BCE, rischio di reversibilità, vale a dire il premio che in questa fase i mercati chiedono per investire ancora in titoli (soprattutto a lungo termine) che potrebbero essere rimborsati in moneta nazionale piuttosto che in euro, in ragione del sempre più probabile fallimento implicito delle politiche di risanamento sangue, sudore e lacrime. Questo premio viene valutato, per l Italia, ma anche per la Spagna, in 200-300 punti base sui 500-600 di differenziale dei rendimenti dei propri titoli di Stato rispetto agli equivalenti titoli tedeschi. Dunque, il rischio reversibilità è il prodotto dell egemonismo della Germania, che ha tirato troppo la corda e che, di fatto, con questo atteggiamento ha finito per alimentare la crisi, impedendo qualsiasi soluzione.

10 In altri termini, se i mercati percepiscono il rischio che l euro possa sgretolarsi, questo non è dovuto tanto alla debolezza degli Stati cicala e neanche alla loro riottosità nell attuare le politiche economiche di austerità (realizzate, come abbiamo visto, anche oltre i loro meriti/demeriti di credito), quanto solo e unicamente all intransigenza tedesca e, cattivo pensiero, di quegli ambienti economico-finanziari che pensano di fare affari dallo sfiancamento delle economie sotto attacco. Se la pistola puntata dello spread poteva avere, in un primo momento, un comprensibile effetto pedagogico per indurre i paesi cicala a fare i compiti a casa, l aver esagerato con il rigore senza prospettive, sta producendo l ultimo grande errore: quello che l equilibrio si rompa, il breakup.

11 Se la Germania, al contrario, avesse usato la crisi finanziaria come fattore di accelerazione delle riforme nei paesi sotto attacco, avendole fatte essa per prima all inizio degli anni 2000, se avesse in questi anni reflazionato la propria economia (con l aumento dei salari, dei consumi e della sua domanda nei confronti dei paesi dell eurozona), dando un segnale forte per la crescita dei paesi sotto attacco speculativo, avrebbe potuto guadagnarsi sul campo un ruolo di leadership economica, politica e morale in Europa, divenendo così il catalizzatore del completamento della costruzione comunitaria. Invece è prevalso l oscuro spirito revanscista, che adesso le si sta ritorcendo contro, a 360 gradi.

12 Che fare dunque? Intanto occorre una grande operazione verità: queste cose vanno dette e vanno dette con estrema chiarezza. Oggi il rischio reversibilità è totalmente attribuibile alla Germania e alle politiche economiche sbagliate che essa ha imposto e continua a voler imporre a tutta Europa, con buona pace dell inutile Barroso. Lo ha fatto intuire anche il presidente della BCE, Mario Draghi, tra le righe della sua ultima, difficile, conferenza stampa. Operazione verità vuol dire non essere più disposti al gioco perverso della Germania di Angela Merkel. Operazione verità vuol dire non accettare la polpetta avvelenata del Fondo Salva-Stati, nelle sue varie forme, con le conseguenti, inaccettabili, perdite di sovranità.

13 Operazione verità vuol dire, per quanto riguarda l Italia, dichiarare ai mercati e all Europa che, in attesa che le istituzioni comunitarie facciano i loro compiti a casa, noi saremo in grado di fare da soli. Operazione verità vuol dire che l Italia non può subire nessun altro vincolo, nessun altra imposizione, nessun altra manovra, vista la solidità della propria finanza pubblica, il proprio avanzo primario, visto il pareggio di bilancio nel 2013. Ed è in questa reazione orgogliosa e razionale al vicolo cieco in cui ci ha cacciato la Germania che va inserito un plus di credibilità che nessuno ci ha chiesto: avviare fin da subito una forte e immediata strategia shock di attacco al nostro debito pubblico.

14 In tal modo l Italia può acquisire una posizione negoziale fortissima, non chinando la testa, bensì tenendola alta e dicendo a chiare lettere che non ha alcuna intenzione di proseguire sulla strada delle manovre autopunitive, sulla strada della spirale recessiva. Che non ha alcuna intenzione di vendere i gioielli di famiglia, come vorrebbe qualcuno nel mondo tedesco, con qualche interessata sponda anche in Italia. E che manterrà questa posizione a qualsiasi costo, fino alle estreme conseguenze, fino all uscita dall euro. Mai lascerà fare affari ai predatori con la tripla A, che parlino inglese, francese o tedesco.

15 Ora tocca alla Germania ridurre, fino all eliminazione, il rischio reversibilità che essa stessa, con la sua arroganza, con la sua miopia e con il suo moralismo protestante, ha prodotto. Sarà in grado, la Germania, di farlo? Darà finalmente il via libera alla realizzazione dell unione bancaria, economica, politica e fiscale? Consentirà di attribuire alla BCE il ruolo di garante di ultima istanza, come tutte le altre banche centrali del mondo? I mercati hanno sempre ragione.