Dora Di Mauro. Clinica Pediatrica Università degli Studi di Parma



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Dora Di Mauro Clinica Pediatrica Università degli Studi di Parma

Per tal motivo le forme carenziali erano molto diffuse

E solo nel 1645 che Daniel Whistler, studente di medicina inglese, fa una prima descrizione dettagliata del rachitismo Nel 1650 Francis Glisson a Cambridge pubblica un trattato in latino dal titolo De rachitide

Nel 1782, un medico inglese, DalePercival, individua il potere antirachitico dell olio di fegato di merluzzo Agli inizi del 1900 Mellanby e Huldschinsky (1919) correlano il rachitismo con la mancanza di luce solare, ed ipotizzano la carenza di un qualche fattore dietetico Mellanby Huldschinshy

Mellanby Tra 1918-1920 sir Edward Mellanby modificando la dieta di cani allevati in assenza di luce solare, stabilì in modo inequivocabile che il rachitismo era legato ad una carenza dietetica e identificò l'olio di fegato di merluzzo come un ottimo agente anti-rachitico.

Nel 1921, Hess e Unger in un periodo di circa due mesi curarono bambini rachitici facendoli stare al sole nel giardino dell ospedale di New York dove erano ricoverati. Fu dunque chiaro che la sostanza in grado di prevenire e di curare il rachitismo poteva essere ottenuta sia dalla luce solare che dall olio di fegato di merluzzo

Nel 1922 McCollum dimostra l esistenza di una nuova vitamina attiva sul metabolismo delle ossa e la chiama Vitamina D

Si è dovuto attendere sino agli anni 70 con Kodicek (1974) e De Luca e Schnoes (1976) per comprendere i meccanismi di attivazione metabolica della vitamina D

Dal 1980 vengono scoperti recettori di derivati idrossilati della vitamina D nelle cellule di parecchi organi il che apre la via a ricerche in settori molto diversi: ONCOLOGIA, DERMATOLOGIA, IMMUNOLOGIA ecc.

La vitamina D è un gruppo di pro-ormoni liposolubili costituito da 5 diverse vitamine: vitamina D1, D2, D3, D4 e D5 Le due forme più importanti sono: Vitamina D2 (ergocalciferolo) di provenienza vegetale Vitamina D3 (colecalciferolo) derivante dal colesterolo e sintetizzato negli organismi animali

La vitamina D ottenuta dall'esposizione solare o attraverso la dieta è presente in una forma biologicamente non attiva e deve subire due reazioni di idrossilazione per essere trasformata nella forma biologicamente attiva, il calcitriolo

La sintesi cutanea rappresenta la più importante fonte di vitamina D3. L 80% del fabbisogno di vitamina D è garantito dall irradiazione solare La rimanente percentuale deriva dall apporto contenuto in alimenti quali la carne di alcuni pesci grassi (salmone, sgombro e sardina), il tuorlo d uovo, il fegato, gli oli di pesce (soprattutto l olio di fegato di merluzzo) e in cibi arricchiti artificialmente

Elenco degli alimenti a maggior contenuto di vitamina D presenti nel database dei nutrienti del Ministero dell'agricoltura degli Stati Uniti d'america Alimento µg per 100g % RDA Olio di fegato di merluzzo 250 5000% Aringa 40,7 814% Salmone sockeye 19,1 382% Salmone rosa 15,6 312% Sgombro 9 180% Ostriche 8 160% Sardine 6,8 136% Tonno 5,9 118% Caviale 5,8 116% Crostacei 3,8 76% Tuorlo d'uovo 2,7 54% Merluzzo 2,1 42% Burro 1,4 28% Formaggio svizzero 1,1 22% Uova intere 0,9 18%

Colesterolo Previtamina D3 La sintesi della vitamina D3 si verifica nei cheratinociti Il 7-deidrocolesterolo, suo precursore, presente in grandi quantità nella cute, derivato per riduzione dal colesterolo, viene convertito in previtamina D3 per azione della luce solare (radiazioni ultraviolette [UV] a lunghezza d onda compresa tra 290 e 315 nm) Vitamina D3 o Colecalciferolo La previtamina D3, composto instabile, si converte spontaneamente in vitamina D3 (colecalciferolo) in circa 3 giorni

L aumento della melanina cutanea ne riduce la sintesi Il progredire dell età determina una riduzione della concentrazione cutanea di 7-deidrocolesterolo nell epidermide con conseguente riduzione della sintesi di vitamina D a parità di irradiazione solare

L angolo di incidenza dei raggi solari è in grado di regolare la sintesi cutanea di vitamina D3, per cui l esposizione solare a latitudini elevate determina una sua minore produzione Le radiazioni UVB non penetrano il vetro, per cui l esposizione al sole tramite una finestra non è funzionale alla sintesi di vitamina D

Il calciferolo presente negli alimenti sia di origine vegetale (D2) che animale (D3) è assorbito a livello del duodeno e del digiuno Si diffonde, per via linfatica, associato ai chilomicroni, quindi arriva nel circolo generale CHILOMICRONI L assorbimento avviene tramite un meccanismo di diffusione passiva, è lento ed incompleto (50-80% del contenuto alimentare)

La vitamina D è fortemente lipofila, Vit. D per cui la quota, sia di origine alimentare che derivante dalla sintesi cutanea, rimane per pochissimo tempo in circolo venendo FEGATO TESSUTO ADIPOSO immagazzinata rapidamente nel tessuto adiposo e nel fegato per essere utilizzata al bisogno

La vitamina D possiede pochissima attività biologica intrinseca Deve subire idrossilazioni successive (in vari tessuti) per poter esercitare la sua funzione ormonale

Il colecalciferolo, prodotto a livello cutaneo (endogeno) e introdotto con la dieta (esogeno), una volta + DBP raggiunta la circolazione sistemica, si lega ad una specifica proteina di trasporto (DBP, Vitamin D Binding Protein), un α-globulina ad elevata specificità per la vitamina D3, che lo trasporta al fegato

A questo livello avviene l idrossilazione del carbonio 25 + DBP catalizzata dall enzima D-25 idrossilasi, a citocromo P450, presente sia nei mitocondri che nei microsomi di tutte le cellule epatiche, con formazione della 25-idrossi vitamina D3 (25OHD3, 25-idrossi colecalciferolo, o calcidiolo) D-25 idrossilasi Vit. D3 25 (OH) D3 E il più importante metabolita circolante per cui è la Vitamina D dosata nei normali esami di laboratorio

Sebbene la 25OHD3 sia da due a cinque volte più potente della vitamina D, la sua funzione biologica nella regolazione del calcio è quella di essere precursore di metaboliti ancor più attivi La 25OHD3 prodotta a livello epatico, si lega nuovamente alla DBP ritornando nel circolo sanguigno e viene trasportata a livello renale

A livello renale può essere o attivata, attraverso l idrossilazione in posizione 1, in 1,25 diidrossi vitamina D (1,25 (OH)2D3, 1,25 diidrossicolecalciferolo o calcitriolo) catalizzata dall enzima D 1αidrossilasi, anch esso a citicromo P450 o degradata, attraverso l idrossilazione in posizione 24, in 24,25 diidrossi vitamina D (24,25 (OH)2D3) 25 (OH)D3 1α - idrossilasi 1,25 (OH)2 D3 24 - idrossilasi 25 (OH)D3 24,25 (OH)2 D3

Un deficit di produzione di calcitriolo si verifica solo in caso di insufficienza renale medio-grave Per la prevenzione della carenza vitaminica D, l uso di metaboliti idrossilati è giustificato solo quando i livelli di creatininemia sono superiori a 1.6 mg/dl

Contrariamente a quanto accade per la 25OHD3, la produzione di calcitriolo è strettamente regolata tramite feedback dalla calcemia, dalla fosforemia, dal PTH e dalla calcitonina La sua concentrazione è circa 500 volte minore di 25(OH)D3 e l emivita 50 volte più breve Le concentrazioni di 25(OH)D3 e di 24,25 (OH)2 D3 variano in funzione dell irraggiamento solare a causa della sintesi endogena della vitamina D3 a livello della cute. Sono massime durante l estate e minime durante l inverno

Contrariamente a quanto accade per la 25OHD3, la produzione di calcitriolo è strettamente regolata tramite feedback dalla calcemia, dalla fosforemia, dal PTH e dalla calcitonina La sua concentrazione è circa 500 volte minore di 25(OH)D3 e l emivita 50 volte più breve Viceversa, il tasso di 1,25 (OH)2 D3 varia di poco, il che suggerisce l esistenza di una regolazione molto fine dell idrossilazione renale

25 (OH)2 D3 induce l espressione di una 24-idrossilasi che catabolizza sia 25(OH)D3 sia 1,25 (OH)2 D3 in metaboliti biologicamente inattivi, idrosolubili, agendo in tal modo come proprio regolatore a feedback negativo Sono stati identificati una trentina di metaboliti della vitamina D Uno di essi, il 1,25 (OH)2 D-26,23-lattone, viene sintetizzato quando il tasso di 1,25(OH)2 D3 è molto elevato e potrebbe svolgere un ruolo di antagonista

1,25 (OH)2 D3 EFFETTI CALCEMICI Negli ultimi anni, la scoperta che molti organi e tessuti (cervello, prostata, mammella, colon ecc.) e cellule del nostro organismo, comprese quelle del sistema immunitario, presentano il recettore per la vitamina D (VDR) e anche il sistema enzimatico necessario per convertire la 25(OH)D3 nella sua forma attiva 1,25 (OH)2 D3, ha aperto nuovi orizzonti sulle molteplici funzioni di tale vitamina

EFFETTI CALCEMICI EFFETTI NON CALCEMICI

Dotato di attività immunomodulante e di molte altre funzioni