Quello che pensano le imprese della crisi: un indagine della CNA di Roma sulle imprese della Provincia Roma, 12 novembre 2008 La CNA di Roma ha condotto dal 29 ottobre al 4 novembre 2008 un indagine tra le imprese associate sulla crisi economica e finanziaria. L obiettivo dell indagine è dare voce alla condizione reale nella quale si trovano gli artigiani, i piccoli e medi imprenditori e i commercianti di Roma e provincia al fine di evidenziare elementi conoscitivi che permettano all Associazione di capire cosa serve alle imprese e rafforzare ed indirizzare le proprie richieste nei confronti delle Istituzioni. L indagine è stata condotta su un campione di 400 piccole e medie imprese della Provincia di Roma somministrando, via mail e via fax, un questionario strutturato in cinque sezioni per evidenziare i seguenti elementi: la tipologia d impresa (a livello settoriale e dimensionale), la percezione della situazione attuale e le aspettative per il prossimo semestre, la responsabilità dell attuale scenario di crisi, le esigenze dell impresa in termini di destinazione dei fondi pubblici, la configurazione degli interventi che le Istituzioni metteranno in atto ed infine le aspettative nei confronti del mondo creditizio. La distribuzione settoriale del campione vede preponderante il peso delle imprese operanti nel settore dell impiantistica (20%), seguite da quelle del settore meccanico ed elettronico (16%) e dell edilizia (15%). Il commercio è rappresentato dall 8% delle risposte mentre i settori del tessileabbigliamento, legno-arredo e cartografico-editoriale si attestano su valori prossimi al 5% ciascuno. La restante percentuale è composta da vari settori di attività. 1
Per quanto riguarda la distribuzione dimensionale l 80% delle imprese ha da 1 a 9 occupati ed un fatturato inferiore a 1.000.000 di. Le imprese da 10 a 49 dipendenti incidono per il 18% mentre le imprese sopra i 50 dipendenti pesano per il restante 2%. Dal punto di vista qualitativo il questionario è stato strutturato focalizzando le domande sul versante del rapporto tra banca ed impresa, poiché si ritiene che questa sia una questione centrale e strategica in un momento di congiuntura negativa. Un elemento di interesse che emerge dall indagine è nella sostanziale similitudine delle risposte sia se si analizzano a livello complessivo che se si considerano le singole classi dimensionali analizzate. Ciò fornisce l idea di una percezione diffusa ed omogenea tra gli operatori economici della Provincia di Roma circa gli elementi oggetti dell indagine. Per quanto riguarda l accesso al credito le imprese segnalano in generale un lieve aumento della difficoltà rispetto al primo semestre 2008 (54%). In particolare, tra gli indicatori, il 45% delle imprese registra una tendenza alla diminuzione dei finanziamenti bancari a breve termine, il 51% una sostanziale stabilità del debito bancario a medio termine e il 53% un aumento del ricorso all autofinanziamento. Analizzando in particolare le imprese della classe dimensionale minore (1-9 dipendenti e fatturato inferiore a 1.000.000 ), la tendenza generale appare confermata se non leggermente rafforzata. 2
Per quanto riguarda l indicatore in merito ai fidi in essere, il 21% registra una riduzione dei fidi da parte delle banche nei confronti delle imprese. Per il primo semestre 2009, ben il 64% delle imprese teme condizioni più difficoltose per l accesso al credito. Entrando però nel dettaglio le risposte appaiono tendenzialmente equivalenti, segno che di fronte ad un aspettativa pessimistica generale l impresa di minore dimensione non è in grado di prevedere su quali fronti tali eventuali restrizione avranno effetti rilevanti. Su questo aspetto appare dunque determinante il ruolo dell Associazione che di fronte ad un generale allarmismo può e deve svolgere il proprio ruolo di informazione, orientamento e indirizzo anche nei confronti delle Istituzioni e dei media, mantenendo attivo e propositivo lo scambio con gli interlocutori bancari. 3
Per quanto riguarda le responsabilità dell attuale crisi economica e finanziaria, il 33% delle imprese ritiene che la crisi fosse preesistente e che essa si sia aggravata a seguito della caduta dei mercati finanziari. Rispettivamente il 26% e il 16% degli intervistati ritiene però che la responsabilità degli effetti della crisi sul tessuto economico sia da ascrivere alla mancata vigilanza da parte delle Istituzioni preposte e ad errate scelte in campo di politica economica del Governo. Solo il 10% delle imprese crede che la responsabilità sia direttamente ascrivibile al sistema bancario italiano. Per quanto riguarda le soluzioni ipotizzare per la propria impresa, degli imprenditori ritiene indispensabile che i fondi pubblici siano utilizzati per ridurre il costo del denaro a favore delle imprese, sostenendo i Confidi nella loro attività di garanzia. Il 10% ritiene comunque corretta la scelta di intervenire a sostegno del sistema bancario mentre solo il 4% giustifica interventi nella grande impresa, seppure di tipo indiretto con il sostegno della domanda (es. incentivi per la rottamazione). Analizzando le risposte sul fronte dimensionale, si registra una crescita di fiducia nei Confidi soprattutto da parte delle piccole imprese. 4
Per quanto riguarda gli interventi che le istituzioni devono mettere in atto, per il 36% degli imprenditori intervistati è urgente un intervento di riduzione dei tassi di interesse, mentre il 22% ritiene che si debbano velocizzare i pagamenti da parte della Pubblica Amministrazione e il 15% che si debba sostenere la capitalizzazione delle imprese. La vera sorpresa è però nel 15% di imprenditori che ritiene che gli interventi messi in atto dalle Istituzioni debbano avere l obiettivo di sostenere le forme di cooperazione tra imprese (reti, filiere, distretti). Tale dato è un indubbio segnale di maturità da parte del sistema produttivo della Provincia di Roma, che vede nelle relazioni tra imprese un fattore di sviluppo importante in un momento congiunturale negativo come quello attuale. Tale segnale deve essere recepito sia da parte delle Istituzioni, sbloccando ad esempio a livello legislativo l iter per giungere ad una configurazione giuridica delle reti d impresa, sia da parte del sistema bancario che deve rimodulare il rapporto banca-impresa per andare incontro alle nuove esigenze specifiche degli operatori. 5
Per quanto riguarda il rapporto tra impresa e sistema bancario, il 70% degli imprenditori si aspetta in futuro più attenzione da parte delle piccole banche: Banche Popolari, Casse di Risparmio e Banche di Credito Cooperativo mentre il 30% continua ad attendersi un attenzione maggiore da parte dei grandi gruppi bancari. Tali percentuali sottolineano come le operazioni di fusione a livello bancario abbiano riscontrato grande interesse nel mondo della finanza, mentre le imprese continuano a riporre la propria fiducia in un modello di banca del territorio che la rarefazione delle banche locali rischia di far scomparire. E quindi sempre più necessario che i grandi gruppi bancari, nel definire i propri modelli di aggregazione, agevolino una presenza capillare sul territorio ed una operatività vicina alle esigenze delle imprese di minore dimensione. 6