LE GUERRE NASCOSTE PER L ORO BIANCO: Conflittualita presenti e future per l accaparramento delle risorse idriche

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Periodico a cura del Centro Studi - anno XX - n. 148/2010 LE GUERRE NASCOSTE PER L ORO BIANCO: Conflittualita presenti e future per l accaparramento delle risorse idriche

148 Anno XX - 2010 DELL ISTITUTO DI STUDI MILITARI MARITTIMI La BUSSOLA DIREZIONE E REDAZIONE ISTITUTO DI STUDI MILITARI MARITTIMI CENTRO STUDI Castello, 2409-30122 VENEZIA Tel. Fax 041/2441730 - Mil.40730 e-mail: maristudi.cs@marina.difesa.it DIRETTORE RESPONSABILE C.V. Giuseppe SCHIVARDI Tel. 041/2441322 - Mil. 40322 GESTIONE TESTI 1 Mrs Andrea MILO SGT. Davide MAGLIONICO STAMPA E FOTORIPRODUZIONE O.G. Aldo ROSSETTI AUS. Marco BUCELLA AUS. Giovanna VIAN LA BUSSOLA Sommario 4 LE GUERRE NASCOSTE PER L ORO BIANCO: CONFLITTUALITA PRESENTI E FUTURE PER L ACCAPARRAMENTO DELLE RISORSE IDRICHE 14 PSICOLOGIA SOCIALE DELLA PERSUASIONE 24 TERRORISMO E NEO-TERRORISMO: EVOLUZIONE DEL FENOMENO E DEGLI STRUMENTI GIURIDICI 34 L INTERVENTO USA A PANAMA NEL 1989 (OPERAZIONE JUST CAUSE): ANALISI ALLA LUCE DEI PRINCIPLES FOR JOINT AND MULTINATIONAL OPERATIONS (AJP-01(C)) C è una carta geopolitica molto interessante riportata sul bel volume Le Dessous des Cartes, (edition Tallandier, Paris, 2005) che raffigura una vasta area medio orientale che comprende la porzione sud est della Turchia e le confinanti regioni di Iraq e Iran. Osservandola con la lente di ingrandimento del geografo non si può non notare come le sorgenti dei due grandi fiumi Tigri ed Eufrate, universalmente noti per aver dato l impulso iniziale alla civiltà Mesopotanica, siano in territorio Turco e come il corso di questi fiumi si sviluppi invece in territorio Iracheno ed Iraniano. La lente dello studioso di geopolitica si sofferma invece sui simboli delle dighe che in territorio Turco sono state costruite sugli stessi fiumi. Queste dighe sono l esplicitazione pratica di una politica di controllo di una risorsa fondamentale come l acqua. Questo è solo uno dei numerosi esempi di attività di controllo sull erogazione dell oro bianco di cui è sempre più costellato il globo. Molti sono i rapporti reperibili facilmente in rete a cura di centri di analisi strategica che puntano l attenzione sulle potenziali future cause di conflittualità a livello globale. Conflitti di tipo etnico identitario, di predominio territoriale, economico, sono le situazioni più tradizionalmente prevedibili cui si sono aggiunti negli ultimi anni focolai di crisi o tensione per l accaparramento non già e non solo di risorse energetiche, ma sempre più di risorse alimentari soprattutto idriche. La risorsa acqua è un bene prezioso, lo è sempre stato ma la tendenza attuale, proprio a fronte della scarsità sempre più evidente, è quella di una sua trasformazione in merce di scambio prodotto, commerciale, soggetto alle regole del mercato e alle sue derive speculative. Su questi temi è centrata l analisi del C.C. LIPARDI frequentatore del 51 C.N. Completano il numero un lavoro del T.V. DEL BEATO CORVI sulla psicologia sociale della persuasione, un approfondimento del C.C. MANCONI sulla semantica giuridica dei termini terrorismo e neo-terrorismo e una disamina dottrinale del C.C. ALOIA sull operazione Just Cause relativa all intervento USA a Panama nel 1989. Registrazione al tribunale Civile di Venezia n. 1353. La riproduzione, totale o parziale degli scritti e delle illustrazioni è subordinata all autorizzazione della Direzione del Bollettino. Pubblicazione non in commercio

LE GUERRE NASCOSTE PER LʼORO BIANCO: CONFLITTUALITÀ PRESENTI E FUTURE PER LʼACCAPARRAMENTO DELLE RISORSE IDRICHE Capitano di Corvetta Gennaro LIPARDI INTRODUZIONE ALL IDROPOLITICA L acqua dolce è molto probabilmente la risorsa naturale distribuita peggio nel mondo. Le maggiori riserve idriche sono concentrate in pochi serbatoi ed in un numero limitato di sistemi fluviali. Lo sfruttamento, peraltro, è cadenzato dalle stagioni o limitato dal tasso di ricarica delle falde acquifere. L inquinamento in superficie e nel sottosuolo, infine, può restringere ancor di più l impiego. L acqua è, del resto, di tutte le risorse la più essenziale e la meno sostituibile. L impossibilità del suo utilizzo condiziona altri flussi necessari, come quelli legati alle coltivazioni, all industria, all energia. Il quadro, di per sé preoccupante, è aggravato da altri fattori. In media, ogni abitante del pianeta consuma oggi il doppio di acqua rispetto all inizio del XX secolo, mentre le risorse idriche sulla terra sono il 40% in meno rispetto a cinquanta anni fa. Inoltre, l aumento demografico richiede sempre maggiori risorse acquifere. Le proiezioni indicano che nel 2020 circa tre miliardi di persone soffriranno per la penuria di acqua. Diversi analisti, pertanto, individuano nelle risorse idriche una delle probabili fonti di conflitto fra Stati nel XXI secolo. Dal controllo dell acqua deriveranno le maggiori questioni di potere, di prosperità o semplicemente di sopravvivenza. Più precisamente si parla di idropolitica o geopolitica dell acqua per identificare il crescente valore che essa assume dal punto di vista strategico. L ACQUA COME CASUS BELLI L acqua può costituire il casus belli dei futuri conflitti per diverse ragioni. In primis, si può identificare il fattore geografico. Le dispute spesso sono generate dalla condivisione da parte di più Stati dello stesso corso d acqua: i paesi rivieraschi di alto corso 1 regolano a loro piacimento il flusso in maniera da trarre un vantaggio diretto sul proprio territorio o, nei casi più estremi, solo per impedire al paese a valle (o a più paesi) di usufruire di questa risorsa. Vi sono paesi (Uzbekistan, Egitto, Ungheria, Mauritania, p.e.) la cui percentuale di flusso idrico proveniente da paesi trans-frontalieri è superiore al 90%: in questi casi in mancanza di accordi specifici fra gli Stati utenti si crea naturalmente uno stato di conflittualità. In secondo luogo, l acqua è forse l unica risorsa priva di una vera legislazione internazionale. La cosiddetta teoria della sovranità territoriale assegna tutti i diritti di utilizzo al paese sede delle sorgenti idriche. Ma tale principio si è dimostrato inadeguato a risolvere le controversie internazionali in diverse occasioni. Fra l altro, i tentativi di creare un corpus normativo capace di stabilire un equo e ragionevole utilizzo delle acque si sono dimostrati infruttuosi 2. In un mondo globalizzato il diritto di sovranità su una risorsa così importante è per alcuni l ultimo residuo del Sistema- Westphalia e pertanto costituisce il principale motivo per l innescarsi dei futuri conflitti 3. Gli Stati di alto corso, quindi, utilizzano la loro favorevole posizione come potente leverage politico e strategico. Alla stregua del petrolio o del gas naturale, l acqua può determinare l autorità di un paese in una regione. Le 1 Si definisce di alto corso quel paese nel cui territorio ha origine un bacino o un fiume internazionale. 2 Ci riferiamo, in particolare, alle Regole di Helsinki da parte dell International Law Association (ILA) nel 1966 ed alla risoluzione dell Assemblea delle Nazioni Unite in merito agli usi (non destinati alla Navigazione) dei corsi d acqua internazionali nel 1997. 3 Cfr. Ansalone G., Acqua prima che sia guerra, pag. 223 in op.cit. 4 5

relazioni internazionali instaurate dalla Turchia e dal Kirghizistan nei confronti dei rispettivi paesi limitrofi ne offrono un tipico esempio, di cui dettaglieremo nel seguito. Un altro elemento che esaspera il valore dell acqua nel XXI è la crescente penuria di provviste alimentari. Di norma, i paesi preferiscono importare cereali piuttosto che acqua per la produzione di questi 4. Si definisce, così, col termine acqua virtuale la quantità di derrate importate per il fabbisogno interno. Ne deriva che alcuni paesi cercano di compensare il deficit idrico con un deficit alimentare, volendo pareggiare la bilancia commerciale. Proprio i paesi con minor quantità d acqua, sono quelli che più dipendono dall import alimentare e sono anche quelli che peggio sfruttano le risorse idriche. L aumento demografico registrato negli ultimi 50 anni, d altra parte, è stato possibile grazie soprattutto all aumento della resa delle coltivazioni tramite l overpumping 5. Già adesso, però, si osserva che il ritmo di irrigazione delle colture intensive sta superando la disponibilità delle risorse idriche mettendo in discussione per il futuro la garanzia di fornire cibo per la popolazione. L acqua, infine, può essere utilizzata per controllare le masse. Nelle aree desertiche essa è realmente equiparabile all oro perché indispensabile per la sopravvivenza. È, perciò, comune da parte dei leader locali limitarne l uso per sottomettere ancora di più la popolazione o addirittura farne un mezzo di propaganda di potere. Alcune opere faraoniche, come vedremo, sono realizzate per fini di abile politica piuttosto che per programmi di sviluppo. Nei prossimi paragrafi analizzeremo diversi case studies, mettendo in rilievo i fattori testé esposti. I primi tre studi si riferiscono a rivalità in corso, i restanti curano, invece, scenari dove il livello di tensione, seppur alto, non è sfociato ancora in un dichiarato confronto, anche se la goccia che fa traboccare il vaso sta per essere versata. ISRAELE: L ACQUA PROMESSA Nell accezione biblica la terra promessa rimanda immediatamente alla naturale aspirazione umana di ricerca di stabilità. Il possedimento di un territorio diviene, però, apprezzabile solo se è legato alla resa agricola. In effetti, l ideologia dell agricoltura era alla base del movimento di migrazione sionista nelle terre di Galilea già all inizio del XX secolo. Nella mente dei leader sionisti si doveva creare un legame affettivo fra la terra e la prima comunità Yishouv tramite l agricoltura: cosa possibile solo grazie ad abbondanti riserve d acqua. La situazione attuale è sicuramente figlia di questa ideologia. Gli israeliani hanno cercato di esercitare nella regione una condizione di forza basata soprattutto sul controllo delle pochissime risorse idriche a disposizione. Anzi, le azioni israeliane nei confronti dei Palestinesi e degli Stati limitrofi sembrano incentrate sull occupazione dello spazio inteso più come acqua che come territorio. La conquista delle alture del Golan, per esempio, ha un carattere sicuramente strategico militare, ma alla base della controversia fra Siria e Israele ci sono soprattutto variabili economiche poiché le risorse idriche del Golan riforniscono un terzo dell acqua israeliana attraverso il National Water Carrier. Il tema dell acqua aiuta anche a spiegare il fallimento degli accordi di Oslo 6 fra israeliani e palestinesi. Ad aprile 2009 un rapporto pubblicato dalla Banca Mondiale ha stimato che l 80% delle acque presenti in Cisgiordania è trattenuto da Israele. Il dato così svela le difficoltà israeliane nel lasciare i territori occupati. In effetti, Israele rivendica una sorta di diritto di privilegio per lo sfruttamento delle falde acquifere della Cisgiordania in nome della consuetudine internazionale denominata prima appropriazione. È opportuno ricordare che una delle prime iniziative israeliane dopo l occupazione dei territori nel 1967 fu la dichiarazione dell acqua come risorsa strategico militare, proibendone l uso (da parte dei palestinesi) per scopi privati 7. Per assurdo, poi, i palestinesi riacquistano l acqua dalla compagnia pubblica israeliana (Mekorot) a prezzi elevatissimi e in percentuali ridottissime. La situazione nella striscia di Gaza sembra ancora più preoccupante. In un territorio dove sono presenti circa 750 mila palestinesi e poche migliaia di coloni israeliani, favoriti nella distribuzione dell acqua, l overpumping nel tempo ha richiamato l acqua salmastra dal Mediterraneo, ipotizzando la scomparsa nel breve termine dell acqua dolce a Gaza. Israele utilizza il fattore acqua per sfiancare il nemico anche in altre maniere. Si può riconoscere, per esempio, nella politica di vendita della Mekorot un astuto mezzo per costringere i palestinesi ad abbandonare il settore agricolo ed a diventare mano d opera sottopagata sul mercato del lavoro israeliano. La posizione di potere relativo che deriva dal controllo e dal possesso dell acqua, inoltre, si palesa nella condizione di privilegio che i coloni israeliani ottengono a livello locale nella vendita al mercato nero dell acqua: si crea così una sorta di dipendenza dei palestinesi nei confronti dei pochi coloni rimasti nei territori occupati. La sfida futura per lo Stato israeliano è, però, il costante disavanzo sulla bilancia demografica fra i due popoli. Ormai la migrazione sionista nella terra promessa è terminata e si registra una continua diminuzione degli israeliani, mentre l aumento demografico palestinese è costante e favorito dalle ideologie religiose che attecchiscono sulle misere condizioni di vita. È logico quindi aspettarsi che i palestinesi non accetteranno di restare esclusi ancora per molto dalla gestione delle risorse idriche. MEZZALUNA FERTILE? Come la terra promessa, il bacino del Tigri e dell Eufrate è di antica memoria. Purtroppo, ad accomunarli è anche un uguale destino di penuria di acqua, ma in questo caso le parti in causa nella disputa sono tutti Stati sovrani: Turchia, Siria e Iraq. La Turchia sfrutta l acqua come carta strategica nei rapporti con gli Stati vicini. Il paese ha una posizione molto favorevole: il suo territorio è sede di serbatoi idrici, superficiali e sotterranei, di estremo valore nell arido contesto mediorientale. In particolare, sul suolo turco si trovano le sorgenti dei due fiumi che da soli costituiscono il 70% delle risorse idriche di Siria ed Iraq. La dipendenza dello Stato siriano dalle acque dell Eufrate è essenzialmente di carattere energetico. La diga di Tabqa sull Eufrate, infatti, fornisce da sola il 60% della produzione di energia elettrica del paese e già negli anni 70 la sua costruzione era stata motivo di forti tensioni fra la Siria e l Iraq per il ridotto flusso di acque dell Eufrate in territorio iracheno. L Iraq, a sua volta, rivendica nei confronti della Turchia un flusso costante delle acque del Tigri e (indirettamente) dell Eufrate, che da soli irrigano il 98% del territorio arabile del paese. Per di più, l aumento della salinità dei due corsi d acqua, fenomeno accentuato dallo sfruttamento eccessivo fatto a monte, ha diminuito di molto la resa delle coltivazioni. Il quadro è, poi, completato 4 Si calcola, infetti, che per produrre una tonnellata di grano siano necessari 1000 metri cubi di acqua ed è molto più economico trasportare una tonnellata di grano che 1000 metri cubi di acqua. 5 Con overpumping si indica il prelievo idrico il cui ritmo supera quello di ricarica delle falde. Una conseguenza è l aumento della salinizzazione delle terre che, pertanto, perdono la loro efficienza produttiva. 6 Gli accordi di Oslo del 1993 chiedevano in sostanza il ritiro delle forze israeliane dalla Striscia di Gaza e dalla Cisgiordania, affermando il diritto all autogoverno in tali aree, attraverso la creazione dell Autorità Palestinese. 7 Ordinanze militari nr. 92 e nr. 158 del 1967. 6 7

dal fatto che i due fiumi confluiscono nello Shatt al-arab, che oltre a rappresentare un efficace via di comunicazione, assicura da solo, in un area pressoché arida, lo sviluppo agricolo degli arabi delle paludi : questi sono di fede sciita in un paese sunnita ed un eventuale prosciugamento del fiume causerebbe una cosiddetta migrazione della sete con conseguenti scontri religiosi. In questo quadro la Turchia ha inserito il progetto GAP 8 per il Sud-Est anatolico. Il progetto, iniziato negli anni 60 con la costruzione della diga Ataturk, consiste nella realizzazione di 22 dighe e 19 impianti idroelettrici sui corsi del Tigri, dell Eufrate e dei loro tributari. L opera si prefigge, poi, di irrigare la vasta area ai confini con la Siria e l Iraq, in maniera tale da soddisfare la domanda interna ed esterna di prodotti agricoli. Nel 2020, a lavori conclusi, il governo turco ha calcolato che il 22% del consumo elettrico del paese e il 23% della superficie agricola della Turchia saranno garantiti dal progetto GAP. Ufficialmente l impresa ha, quindi, un fine molto nobile: trasformare la zona più arida e degradata della Turchia in una sorta di nuovo eden nel quale creare, fra l altro, tre milioni di posti di lavoro. La zona, però, fa parte del Kurdistan turco. Gli invasi, formati dal GAP, hanno già sommerso numerosi villaggi curdi, scatenando forti tensioni e migrazioni forzate. La Siria e l Iraq, d altronde, non potrebbero tollerare nel prossimo futuro un ulteriore abbassamento del livello dei loro bacini. La Siria nel recente passato ha cercato di sfruttare la carta curda appoggiando apertamente il PKK. La Turchia, di conseguenza, ha subito minacciato di chiudere il rubinetto dell Eufrate, facendo desistere Damasco da nuovi aiuti ai ribelli curdi. Alla stessa maniera, la Turchia utilizza l acqua come forte pressione politica per piegare il volere dell Iraq ai propri scopi. Infatti, l Iraq teme che l uso massiccio di fertilizzanti nella zona da riqualificare aumenti l inquinamento delle sempre più scarse acque del Tigri in territorio iracheno. Inoltre, le migliaia di curdi sfollati dalle proprie terre troverebbero come unico rifugio il Kurdistan iracheno. L immagine che ne scaturisce è chiara: la Turchia, in una regione a cavallo del Medio Oriente e dell Asia centrale, dove in pratica tutti i paesi soffrono carenze agroalimentari, intende creare un futuro dominio economico dell area incentrato sulle proprie risorse idriche. IL BACINO DEL NILO Erodoto nel V secolo a.c. definì l Egitto il dono del Nilo. Le uniche terre non desertiche del territorio egiziano sono quelle bagnate dal grande fiume e l importanza del bacino è così elevata per il popolo egiziano da far affermare al presidente Sadat che la vita degli egiziani dipende al 100% dal Nilo. Purtroppo, l Egitto è l ultimo downstreamer del fiume, che, dopo aver oltrepassato sette Stati differenti 9, si immette nel lago Nasser, creato in seguito all edificazione della diga di Assuan. D altra parte, gli altri Stati dell alto corso hanno sempre maggior bisogno di sfruttare le acque del Nilo. L Etiopia ed il Sudan, in particolare, hanno sempre fatto pesare nelle loro relazioni con Il Cairo l utilizzo delle risorse idriche del Nilo. In verità, fra i vari paesi esistono accordi di cooperazione tesi a sfruttare le potenzialità del fiume per uno sviluppo socio-economico attraverso l uso equo. Nonostante ciò, gli Stati membri, sotto la pressione di siccità e aumento demografico, continuano a studiare progetti per usi privati 10. Le rivalità, tuttavia, sono originate non solo da motivi di sviluppo economico. In Sudan, ad esempio, gli attacchi portati per mano dei separatisti del sud alla diga di Roseires (la cui costruzione è stata concertata fra il governo musulmano e l Egitto) devono essere inquadrati nelle forti tensioni interne del paese fra Nord, arabo e musulmano, e Sud, animista e cristiano. D altro canto, l appoggio israeliano all Etiopia per la costruzione delle sue opere sul fiume (queste sì non gradite dall Egitto) rientra nell ambito di una 8 GAP(Guneydogou Anadolou Projesi) sta per Grande Progetto Anatolico. 9 Burundi, Ruanda, Tanzania, Uganda, Zaire, Sudan, Etiopia. 10 Oltre alla diga di Assuan, si contano lungo il Nilo quella di Roseires costruita dal Sudan, quella di Merowe, e le dighe di Tekeze e Gilgel in Etiopia. Infine, l Uganda ha pronti i progetti per le dighe di Bujagali e Karuma. strategia periferica tesa ad aggirare l accerchiamento arabo-islamico. L Etiopia, inoltre, possiede le fonti del Nilo Azzurro, maggior tributario del Nilo, ed utilizza la minaccia idrica per appoggiare le milizie sudiste. Tuttavia, l attenzione rimane focalizzata sull Egitto. Il paese è un attore nevralgico nel cosiddetto MENA (Medio Oriente- Nord Africa) e la mancanza di acqua per l agricoltura e il turismo costituirebbero una fonte di instabilità interna, poco gradita nell attuale assetto geopolitico della regione. La protesta dei pastori egiziani nel 2007 per ottenere un maggiore accesso a terre e risorse è sfociata in un duro scontro con le istituzioni a vari livelli e ha dimostrato tutta la potenzialità della problematica. L Egitto, comunque, riesce ancora a tenere a bada i suoi contendenti. Teoricamente, come paese a valle, dovrebbe soggiacere, ma la sua posizione di forza, dipendente anche dal ruolo che svolge a livello internazionale, ha ribaltato la situazione. L Egitto, così, contro l handicap geografico fa valere il fatto di essere nel quadro conflittuale l entità politica più stabile, con la 11 Il canale di trasferimento dell acqua è pari infatti a 4200 Km. più forte economia e con le capacità militari più rilevanti. C È TANTA ACQUA SOTTO IL DESERTO La Libia, dopo un lungo periodo di isolamento diplomatico, sta sperimentando una forte crescita economica, soprattutto nel comparto energetico e delle infrastrutture. Le risorse energetiche fruttano enormi revenues, reinvestite in infrastrutture primarie, porti commerciali e turistici oltre che nel comparto dell industria cementizia e chimica. Il conseguente aumento dei consumi e la volontà di puntare sul settore agroalimentare, per conquistare i mercati del Maghreb e del Sub Sahara, hanno spinto la costruzione del cosiddetto Grande Fiume Artificiale (Great Man Made River). L opera ha lo scopo di convogliare le risorse idriche della falda sahariana nel sud del paese verso la costa, dove vive il 70% della popolazione. La costruzione, completamente funzionante dal 2000, è stata criticata per gli elevati costi e per il suo gigantismo 11, ma la vera preoccupazione nasce da parte dei paesi 8 9

confinanti e tra questi da parte, soprattutto, dell Egitto. Infatti, una delle zone di estrazione è quella del Cufra, dove si attinge da una falda transfrontaliera in comune con Egitto, Sudan e Chad. L Egitto teme che l eccessivo upstreaming, indispensabile per trasformare la Libia da arido paese a fiorente esportatore di prodotti agricoli, crei una depressione ed un conseguente abbassamento del livello del Nilo. I cittadini egiziani sarebbero, poi, costretti a comprare i prodotti degli agricoltori libici in seguito alla perdita di resa delle terre ai bordi del Nilo. In questa maniera Gheddafi, piuttosto che aumentare gli impianti di desalinizzazione sulla costa, con un risparmio fra l altro notevole dei costi, ha voluto ottenere un duplice effetto con una mossa: indebolire la competitività di un paese confinante ed erigere un opera che alimenti il culto del suo mito agli occhi del popolo. L opera è invisa agli egiziani anche per altri motivi. Nei piani di Mubarak vi è, infatti, il progetto della Grande Valle, una canalizzazione delle acque del lago Nasser fino all oasi del Kharga. L opera garantirebbe la creazione di una nuova area agricola in grado di sfamare la crescente richiesta interna di derrate alimentari. La valorizzazione del territorio consentirebbe, inoltre di dare un opportunità nella zona alle nuove generazioni, sempre più tentate dall integralismo islamismo. La realizzazione della nuova valle permetterebbe, infine, di ottenere un avamposto strategico e militare. L attenzione dell Egitto nei confronti del grande fiume libico, quindi, ha ragion d essere: se le acque del Nilo dovessero diminuire ancora, la nuova valle rimarebbe solo un sogno spezzando le speranze di crescita. OIL FOR WATER La regione dell Asia Centrale, per potenziale energetico e disposizione geografica, è all attenzione dei player internazionali più vicini (Russia e Cina) e di quelli più remoti (UE e USA). La dissoluzione dell Unione Sovietica ha rivelato una situazione esplosiva nell area fra Mar Caspio e Cina. Nella zona sono presenti cinque realtà indipendenti: Turkmenistan, Kazakhstan, Urzbekistan, Kirghiszstan e Tagikistan. Le prime tre sono ricche di gas e petrolio; in particolare l Uzbekistan è molto ricco di gas naturale e cerca di divenire il pivot geopolitico dell area grazie ad un fattore demografico e militare superiore agli altri. Il paese, inoltre, è un grande produttore ed esportatore di cotone. Il Kirghiszstan ed il Tagikistan sono, invece, le più povere nella regione dal punto di vista energetico: le uniche risorse dei due paesi sono i fiumi Amu Darya e Syr Darya, che dopo aver abbandonato i due paesi si dirigono verso gli altri Stati. In epoca sovietica vigeva fra i cinque Stati un regime di compensazione: i territori ricchi di acqua la cedevano ai paesi rivieraschi a valle per gli usi agricoli (e per le coltivazioni di cotone in special modo) ricevendo in cambio gas. Il patto basato sul baratto si è rotto già nei primi anni novanta e ha portato ad una situazione di crisi fra Uzbekistan da un lato e Kirghiszstan e Tagikistan dall altro. L Uzbekistan ha estremo bisogno delle acque del fiume Syr Darya per la sua popolazione e per le coltivazioni di cotone. Il Kirghiszstan, dal canto suo, in virtù anche di una popolazione molto inferiore, ha deciso di destinare le acque del fiume per produrre energia elettrica per sopperire anche ai continui tagli del gas urzbeko 12. La situazione in passato (1999) ha portato addirittura a raid aerei da parte degli uzbeki e a giugno 2009 ci sono stati scontri a fuoco fra le parti sul confine. Anche il Tagikistan ha relazioni tese con Uzbekistan per le stesse ragioni di scambio di energia ed acqua. In questo caso le classiche rivalità fra paesi upstreamer e downstreamer sono esaltate dall ostilità uzbeka verso i flussi migratori dal Tagikistan. Le tensioni fra gli Stati si ripercuotono anche su piccola scala. La Valle del Fergana, interconnessa economicamente durante il regime sovietico, è ora divisa fra i tre Stati. La lotta per l acqua, le antiche rivalità etniche ed il declino delle condizioni di vita stanno inasprendo la convivenza nella regione e causando continui conflitti locali. DOVE SI INCONTRANO IL GAS E L ACQUA: IL CAUCASO Il Caucaso meridionale a venti anni dalla fine dell URSS rimane una regione di difficile identità geopolitica e di incerta stabilità nel lungo termine. Gli USA e la UE stanno cercando di estendere la loro sfera d influenza in questo ex quartiere sovietico, dove convergono gli interessi di Asia Centrale, Europa e Russia. L interesse per il Caucaso sta nel fatto che la regione è sede di numerosi progetti per il trasporto di idrocarburi dal Mar Caspio all Europa: Nabucco, BTE 13 e BTC 14 sono in pratica la risposta all esclusività del gas russo tramite il South Stream. Il Trans- Caspian Gas Pipeline permetterebbe addirittura di trasportare il gas turkmeno nel vecchio continente. Di contro, le preoccupazioni per l area sono molto alte. Nel Caucaso meridionale scorrono i due fiumi Kura e Araks, i quali nascono in Turchia e, dopo aver attraversato in sequenza Armenia, Georgia e Azerbaigian, sfociano nel mar Caspio. Il regime sovietico gestiva la distribuzione delle riserve idriche nella zona fra i popoli caucasici, ma dopo lo scioglimento dell Unione Sovietica, l iniqua ripartizione delle risorse e l antica instabilità della regione sono riapparse, manifestando le labili relazioni fra gli Stati. In particolare, l inquinamento industriale in Armenia e in Georgia ha ridotto la qualità delle acque, esasperando l uso potabile e per irrigazione in Azerbaigian. Le conflittualità per i fiumi acuiscono le rivalità storiche della zona. L Armenia rivendica due regioni: il Javakheti dalla Georgia ed il Nakorno-Karabakh dall Arzerbaigian. L Ossezia, l Abkazia e Azaria si ritengono indipendenti de facto dalla Georgia e dividono la comunità internazionale. Infine, non bisogna dimenticare le continue intromissioni russe nella zona. Le dinamiche geopolitiche, peraltro, sono complicate: la Georgia è dichiaratamente per la NATO, mentre l Armenia e l Azerbaigian, il più ricco paese di gas naturale della regione, ma downstreamer dei fiumi Kura-Araks, rimangono in bilico fra la dipendenza russa e l appeal occidentale. Questo scenario esplosivo non conviene sicuramente all Europa. La NATO e la OSCE hanno, pertanto, condotto un progetto, denominato South Caucaus River Monitoring (SCRM), per rafforzare la cooperazione fra i tre paesi nella gestione delle risorse idriche. Al progetto, iniziato nel 2002 e concluso nel dicembre del 2008, hanno partecipato esperti dei diversi Stati. Il rapporto finale ha, comunque, concluso che le relazioni fra i paesi sono il vero problema e la qualità dell acqua potrebbe divenire presto un pretesto per scatenare vecchi rancori. La Georgia, l Armenia e l Arzebaigian si sono rifiutati di collaborare alla gestione condivisa del bacino Kura- Araks, accusandosi a vicenda del dumping inquinante delle sue acque. Inserito tra le aree di enorme ricchezza dell Asia centrale, Russia e Medio Oriente, il Caucaso meridionale, quindi, è emerso come un punto focale dei corridoi energetici dell Eurasia, stimolando la concorrenza fra tra Mosca e la UE. 12 Il presidente kirghizo Bakiev ha confermato a maggio 2009 l intenzione di costruire due centrali idroelettriche in prossimità del confine urzbeko a Kambarata. 13 BTE: Baku-Tblisi-Erzurum. 14 BTC: Baku-Tblisi-Ceyhan. 10 11

In questa partita l acqua ha un ruolo, seppur indiretto, sorprendentemente strategico per assicurare la pace nella zona. Michael Campana, Project Manager del SCRM, ha affermato: «Stiamo sfruttando l acqua per scopi politici e per la stabilità delle forniture di energia. Non amiamo molto il Caucaso; è solo che ci piacciono gas e petrolio». LA QUESTIONE MEDITERRANEA Il problema dell acqua assume un aspetto fondamentale nell ambito del microcosmo mediterraneo. Il Mare Nostrum, infatti, riassume tutte le contraddizioni del fenomeno, rappresentando una zona di contatto e contemporaneamente di frattura fra due aree 15. Il profondo divario economico fra le sponde del Mediterraneo si riscontra anche nella ripartizione delle risorse idriche: il 72% sono al Nord, 23% ad Est e solo il 5% a Sud. Oltretutto, i paesi più poveri di acqua sono quelli che maggiormente puntano all autosufficienza alimentare e che peggio gestiscono la limitata offerta delle risorse acquifere. Di questo passo il mediterraneo diverrà la frontiera fra due aree: la prima in grado di sostenere uno sviluppo idrico sostenibile; la seconda paralizzata da uno stress idrico cronico se non assoluto. Il risultato di questa situazione sarà drammatico: una sempre maggiore migrazione dall Africa e dall Asia verso l Europa. Si pensa che fra il 1997 ed il 2020 ci saranno 60 milioni di profughi ambientali, costretti ad emigrare dalle loro terre per insufficiente resa agricola e non capaci di riconvertirsi professionalmente nel debole terziario degli Stati di origine. D altro canto, la priorità attribuita dai governi del MENA all approvvigionamento idrico si deve principalmente alla necessità di combattere la forte dipendenza dalle importazioni alimentari, che oscilla dal 50% per l Egitto fino al 80% per l Algeria. Tutti questi paesi hanno assistito a periodiche rivolte popolari contro il caro prezzo dei generi alimentari, puntualmente sfruttate dalle forze politiche di opposizione, in particolare quelle islamiche, per consolidare le proprie fila e tentare la scalata al potere. I paesi soffrono, peraltro, di una forte irruzione nel mercato di mano d opera giovanile, che oscilla fra il 30 ed il 40%. Il risultato è la crescente disoccupazione che colpisce le fasce di lavoratori più giovani, spingendoli ad emigrare all estero. I paesi del Mediterraneo meridionale sembrano, ormai, entrati in un vortice senza uscita. La crescita demografica impone nuovi posti di lavoro e sempre maggiori bocche da sfamare. Credendo ancora che il nord dell Africa sia il granaio dell Impero Romano, l unico comparto lavorativo che si riesce ad offrire è il tradizionale settore agricolo, il solo che possa assorbire le numerose braccia da lavoro. Il gioco è andato avanti per secoli fino a quando ci si è accorti che non c è più acqua per le colture intensive. Chi vince in questo ricatto sociale sono le fazioni islamiche estremiste, il cui credo sprona la popolazione a procreare nuovi fedeli di Allah: i disoccupati del futuro. Questi avranno davanti a loro un bivio: emigrare o divenire soldati di una guerra santa. La politica di gestione delle risorse idriche dei paesi sul lembo inferiore del Mediterraneo sta, quindi, attivando una bomba ad orologeria, la cui deflagrazione colpirà i paesi europei a breve. MA SIAMO CON L ACQUA ALLA GOLA? I casi esaminati non esauriscono l intero panorama mondiale dei conflitti in atto. Da questi, comunque, è possibile trarre delle considerazioni per meglio descrivere il fenomeno. Si possono indicare, in particolare, i seguenti elementi comuni: - la richiesta d acqua spinge i paesi in difficoltà ad impiegare l uso della forza per la propria sopravvivenza e sicurezza; - i paesi ricchi d acqua possono, invece, sfruttare questa loro caratteristica come una opportunità per accrescere la egemonia regionale; - molto spesso le tensioni interstatuali sono innescate da azioni unilaterali, quali la costruzione di una diga o di una stazione di estrazione; - il fattore interstatuale è aggravato dal differente sviluppo tecnologico ed economico dei paesi confinanti; - la disgregazione degli Stati (URSS in particolare) negli anni 90 ha portato all inasprirsi di vecchie rivalità per le risorse idriche; - la penuria di risorse idriche si trasforma in penuria alimentare; - i governi dei paesi in difficoltà tendono ad aumentare l offerta piuttosto che contenere la domanda. Gli scenari futuri che si presentano possono essere, invece, sintetizzati in quattro pattern: - petrolizzazione dell acqua: il concetto, secondo il quale l acqua non è un diritto bensì un bisogno, crea come conseguenza il considerare l acqua un bene economico e quindi privatizzabile e commerciabile su scala mondiale 16. La cartolarizzazione dell acqua ha già colpito a livello locale numerose comunità durante il passaggio dalla gestione pubblica a quella privata della fornitura idrica generando vere e proprie insurrezioni popolari. Non è da escludere che il fenomeno si manifesti anche su più larga scala; - opportunità economica : il valore sempre più pregiato delle risorse idriche renderà costo-efficace la costruzione di acquedotti per il trasporto da paesi con grosse riserve di acqua a quelli che maggiormente ne hanno bisogno. L Alaska si sta attrezzando per vendere la propria acqua alla California, l Austria sta pensando di deviare il surplus delle proprie riserve verso la Spagna e la Grecia. Infine, la Russia, dopo aver verificato gli effetti benefici dalla costruzione di gas-pipeline, si appresta a costruire water-pipeline per il trasporto di acqua dalla Siberia verso l Asia Centrale, l India e La Cina; - alleanze future fra paesi all insegna del binomio derrate alimentari - acqua. I paesi, non più autosufficienti dal punto di vista alimentare per cause idriche, tenteranno di stringere accordi politici ed economici con i paesi da cui importano cibo, puntando sulle compensazioni industriali o su quelle degli idrocarburi, al fine di non gravare sulla bilancia commerciale; - alto valore geostrategico: le risorse idriche verranno utilizzate sempre di più come leverage politico per indebolire gli avversari o per far cedere altri beni: idrocarburi e tecnologie. PER UNA GOCCIA IN PIÙ Il XXI secolo vive nuove minacce alla sicurezza: fra queste il degrado ambientale e la penuria delle risorse. L acqua, quindi, è un elemento particolarmente sensibile e riceve sempre maggiore attenzione. La mancanza di un adeguata dottrina per la risoluzione delle dispute internazionali è un serio problema. Il fenomeno è, peraltro, aggravato dall iniqua distribuzione delle risorse, da un vertiginoso aumento demografico e dall utilizzo improprio delle limitate riserve. Le derrate alimentari costituiscono l altra faccia della medaglia del problema. L appetito dei mercati vuole sfruttare l acqua come nuova occasione di investimento a livello locale e globale. Le opportunità di ricavi che si stanno prospettando sono numerose e potrebbero in futuro condizionare le scelte politiche degli Stati. Questo scenario fa presagire l innalzamento del livello delle contese per l accaparramento delle fonti idriche ed ipotizzare future conflittualità. Fra queste desta particolare preoccupazione la migrazione verso la sponda settentrionale del Mediterraneo. In questo caso le rivalità si manifestano in maniera subdola, spostando il teatro degli scontri di una guerra non ufficiale nei siti urbani europei. L acqua, pertanto, bene indispensabile per la sopravvivenza e per lo sviluppo di un paese, diviene un fattore di potenza grazie al quale costruire il predominio sugli avversari. Come il petrolio dagli anni 70 ha condizionato le scelte strategiche dei vari attori internazionali, così l acqua si sta ritagliando un ruolo determinante nell assegnazione dei nuovi assetti geopolitici. L oro bianco, però, a differenza dell oro nero, non è sostituibile con fonti alternative. Pertanto, se il XX secolo è stato segnato dalle cosiddette guerre del petrolio, il XXI potrebbe essere ricordato per le guerre per l acqua. 15 Cfr. Acqua e Sviluppo, Il Mulino, 2003, pag. 23. 16 Come sancito durante il forum mondiale sull acqua dell Aja nel marzo 2000. 12 13

PSICOLOGIA SOCIALE DELLA PERSUASIONE Tenente di Vascello Panfilo DEL BEATO CORVI Tutti gli scambi comunicativi non sono altro che tentativi di cambiare le idee e le opinioni altrui o di convincere il prossimo ad attuare determinati comportamenti piuttosto che altri. La comunicazione, quindi, è un sottile gioco in cui gli individui tentano sia di persuadere che di resistere alla persuasione 1. Tali concetti erano noti anche nell antica Grecia, quando la retorica si poneva come obiettivo l individuazione delle strategie persuasive in grado di facilitare l influenza interpersonale ed il consenso nella sfera pubblica 2. Questi studi sono andati avanti sino ai giorni nostri ed hanno evidenziato una comunanza nei vari processi di comunicazione persuasiva, basata su sei principi psicologici 3. Di seguito, verrà presentata una piccola panoramica della teoria psicologica alla base della persuasione, seguita da un analisi dei sei principi così come delineati nel testo Le armi della persuasione di Robert B. Cialdini. LA TEORIA DELLA PERSUASIONE La comunicazione persuasiva si prefigge come scopo quello di modificare lo stato mentale (credenze, opinioni, atteggiamenti, etc.) dell interlocutore in condizione di libertà (non di costrizione). L importanza di tale comunicazione trova riscontro sia nel campo dell influenza sociale che nella formazione di rapporti all interno della comunità, per supportare l identità di gruppo ed impedire derive dei suoi membri 4. I modelli teorici che hanno illustrato i processi e le modalità della comunicazione persuasiva nei e fra i gruppi sociali sono numerosi, ma per i nostri scopi esamineremo il modello della probabilità di elaborazione (Elaboration Likelihood Model, ELM), elaborato negli anni 80 da Richard Petty e John Cacioppo 5. L idea portante di tale modello richiama la possibilità di influire sull individuo attraverso l utilizzo di messaggi persuasivi. Al fine di giungere alla modifica o meno del suo atteggiamento, tali messaggi vengono elaborati tramite due percorsi mentali differenziati: il percorso centrale ed il percorso periferico. La scelta del percorso da utilizzare avviene a seconda della motivazione del destinatario (ovvero dal suo interesse per quelle informazioni) e delle sue abilità (ovvero possibilità, in quel momento, di capirne i contenuti) 6. Il percorso centrale consiste in una rielaborazione cognitiva approfondita degli stimoli informativi ricevuti, tramite un accurata elaborazione ed un attenta riflessione sulle argomentazioni e sulle informazioni contenute nel messaggio persuasivo. A causa degli innumerevoli stimoli a cui gli individui sono soggetti al giorno d oggi, l accuratezza di tale processo richiede uno sforzo cognitivo notevole che non sempre è possibile. Il percorso periferico, invece, viene utilizzato per permettere un notevole risparmio di risorse cognitive e di tempo. Tale percorso elabora in modo superficiale solo alcuni degli stimoli ricevuti, a volte anche poco pertinenti con il tema in discussione (come l attendibilità della fonte, la sua gradevolezza, il numero di argomentazioni addotte o la lunghezza del messaggio che nulla hanno a che vedere con l informazione vera e propria). Per essere in grado di fornire lo 1 R.B. Cialdini. Le armi della persuasione, p. 9-27, La persuasione. N. Cavazza. Comunicazione e persuasione, p. 7-8, Persuadere, un arte antica. E. Cheli. Teorie e tecniche della comunicazione interpersonale, p. 148-149, Comunicazione e persuasione. L. Anolli. Psicologia della comunicazione, p. 256-257, Verso una psicologia discorsiva. 2 Cavazza. [Nota 1], p. 8-10, Retori e filosofi: le radici della persuasione. 3 Cialdini. [Nota 1], p. 3-7, Introduzione. 4 Anolli. [Nota 1], p. 312-314, La comunicazione persuasiva. 5 R.E. Petty, J.T. Cacioppo. Communication and persuasion: central and peripheral routes to attitude change. 6 Tali abilità sono intese sia come capacità stabili (intelligenza, istruzione), sia come capacità transitorie, dovute a condizioni momentanee in grado di modificare lo sforzo di riflessione producibile al momento (sonno, stanchezza, distrazioni ambientali). 14 15

stesso un risultato accettabile nonostante la scarsa quantità e qualità informativa, vengono utilizzati processi cognitivi regolari ed automatici, perlopiù di natura euristica. Tali schemi, attivabili tramite particolari stimoli in ingresso, possono includere anche sequenze di comportamento molto complicate. Il ritmo della vita moderna non permette di essere sempre in condizioni di comprendere tutti i contenuti dei messaggi informativi, ed impone spesso l utilizzo del percorso periferico per elaborare le informazioni ricevute dall esterno. Infatti, l attenta valutazione di tutti gli stimoli paralizzerebbe l individuo nell attesa del risultato di tale analisi, ed il momento di agire passerebbe. Il percorso periferico, invece, permette di risparmiare energie mentali, classificando e valutando le persone, gli eventi e le situazioni in base a pochi elementi chiave, in modo da rispondere ed agire senza un eccessivo consumo di risorse cognitive. Utilizzando solo una parte delle informazioni a disposizione, la scelta che ne deriva è soggetta ad una determinata percentuale di errore, ma il vantaggio di poter decidere in tempi brevi compensa la perdita. LE TECNICHE PERSUASIVE Nonostante l uso considerevole, pochi conoscono tali schemi euristici di comportamento, dato che il loro carattere automatico li fa operare a livello di subconscio. Tutto ciò rende gli individui vulnerabili di fronte a chiunque sappia come attivare tali schemi. Senza impegnare grandi sforzi, è sufficiente far scattare nel subconscio del destinatario il richiamo a quel determinato schema e si otterrà la risposta automatica prevista. La consapevolezza della loro esistenza, così come la percezione della loro attivazione, permette di neutralizzarli quando, per arrivare alla decisione finale, è preferibile elaborare tutti gli stimoli, e non solo una parte. Alla base di tali meccanismi automatici ci sono principi psicologici o stereotipi che, nonostante la loro apparenza innocua, hanno permesso ad una società civile come la nostra di evolversi e prosperare, grazie alla loro capacità di regolare e dirigere le azioni umane. Sono principi che classificano i comportamenti come eticamente e socialmente corretti: assumere un comportamento contrario, etichetterebbe l individuo come uno sfruttatore, un membro non cooperante con la società, e nei casi più estremi nemico della comunità stessa, relegandolo ai margini sociali 7. IL PRINCIPIO DI RECIPROCITÀ Uno dei principi alla base delle società è quello della reciprocità 8, anche detto regola del contraccambio : chi riceve un dono od un favore (anche non richiesto), si trova poi nel dovere di offrire qualcosa in cambio. Tale regola è alla base della nascita e del progresso di ogni comunità sociale, rendendola di fatto una caratteristica peculiare di tutte le culture. In base al principio di reciprocità, una persona poteva prendere l iniziativa ed offrire una risorsa (che sia cibo, servizi, oggetti, etc.) consapevole del fatto di non perderla, ma di ottenere qualcosa in cambio nel momento del bisogno (reciprocità prosociale 9 ). Data l importanza che ha avuto nella sua nascita e nel suo sviluppo, la società depreca chi non rispetta questo principio. Per tali motivi, essere in obbligo verso qualcuno provoca un senso di disagio interiore, eliminabile solo con la restituzione del favore. Utilizzato a fini persuasivi, con un piccolo favore iniziale si riuscirà ad accrescere le probabilità di ottenere un cambiamento nell atteggiamento o nel comportamento di un individuo. Dato che gli scambi avvenuti possono anche essere non equi, la regola consente ad una persona di trarre profitto, tramite la scelta del tipo di favore iniziale indebitante (ad esempio viene offerto un campione di prodotto) e del tipo di contraccambio sdebitante (viene richiesto l acquisto di una confezione di tale prodotto). Un ulteriore tecnica persuasiva fondata sul principio di reciprocità è quella detta della porta in faccia 10, basata sul meccanismo delle concessioni reciproche e sul fatto che la percezione di una determinata qualità (che sia prezzo, temperatura, rischio, etc.) dipende anche da ciò che viene preso come riferimento (principio di contrasto 11 ). Nella sua forma più generale, il principio di reciprocità dice che un individuo ha diritto ad essere ricambiato con un azione simile alla sua, anche se talvolta questa è sbilanciata a suo favore. Nel caso in cui l azione sia una concessione, il suo interlocutore si sentirà in dovere di contraccambiare con un altra concessione. Quindi, un modo per facilitare l operazione di persuasione prevede di fare in principio una richiesta maggiore del necessario (ma non troppo, per non far intravedere il dolo). Quando questa con tutta probabilità verrà rifiutata, si ripiegherà sulla richiesta effettiva. Il fatto di concedere uno sconto sulle richieste farà sì che la controparte si senta in dovere di concedere qualcosa anch essa, come accettare la seconda richiesta. Inoltre, il semplice paragone tra le due richieste, benché entrambi a lui non congeniali, fa apparire minore la seconda (principio di contrasto), con l effetto di diminuire le probabilità che venga rifiutata. Qualora entrambi gli interlocutori utilizzino tale tecnica, l elemento importante diventa il punto di partenza delle due parti in causa, perché questo potrebbe determinare quale concessione finale apparirà a metà strada. Nella scelta di tale punto di partenza, però, bisogna sempre considerare l esistenza di un limite, oltrepassato il quale la controparte si convincerebbe del dolo presente nella richiesta, con una ricaduta negativa sull intera negoziazione. La struttura gerarchica di un organizzazione militare come la Marina non lascia molto spazio all applicazione di tecniche basate sul principio di reciprocità. Infatti il senso di disciplina ed il sistema basato su ordini impartiti dai superiori ed eseguiti dai sottoposti non offre possibilità di suscitare spiacevoli sensi di obbligo dovuti a favori ricevuti. La tecnica della porta in faccia, invece, può essere vista come una particolare metodologia applicabile in ambito lavorativo, dove il suo utilizzo può trovare spazio anche nel semplice appunto indirizzato al superiore. In questi casi, la stesura del documento dovrà prevedere una serie di elementi confrontabili con quello di rilievo (che sia la spesa prevista, le risorse necessarie, gli inconvenienti possibili, etc.). Tali elementi dovranno essere scelti in modo opportuno per creare un contesto di confronto favorevole all elemento di rilievo. Nella difesa da queste tecniche, Cialdini afferma che è difficile stabilire se l offerta è veramente disinteressata (e se la richiesta è quella effettivamente necessaria) oppure se si è di fronte al primo passo di una manovra di persuasione 12. Immaginare sempre il dolo, mette nella condizione di non godere delle concessioni realmente disinteressate, così come di non valutare opportunamente le richieste fatte, anche nel caso in cui non 7 Cialdini. [Nota 1], p. 29-33. 8 Cialdini. [Nota 1], cap. 2, Reciprocità. 9 G. Mantovani. Manuale di psicologia sociale, p. 105-106. 10 Cialdini. [Nota 1], p. 52-64. 11 Cialdini. [Nota 1], p. 22-27. 12 Cialdini. [Nota 1], p. 64-69. 16 17

abbiano carattere di manovra persuasiva. Detto ciò, la percezione dello stratagemma in atto può arrivare in un momento successivo, quando ormai il meccanismo si è attivato e si è già vittime dei principi sociali. Dato che il principio di reciprocità non prevede di ricambiare uno stratagemma con un favore (o con una concessione), è necessario effettuare una ridefinizione mentale dello scenario: l atto del persuasore va inteso per quello che è, ovvero uno stratagemma, e quindi valutato come tale. In questo modo, il disagio interno conseguente al rifiuto verso la richiesta si attenuerà. IL PRINCIPIO DELLA COERENZA Il principio della coerenza 13 permette di muoversi nella comunità in maniera ragionevole e produttiva, con un risparmio sia di tempo di elaborazione degli stimoli che di risorse cognitive. L atteggiamento tenuto in passato, infatti, fornisce un modello di comportamento utile qualora vengano ricevuti stimoli simili. Dati i vantaggi ottenibili, la società umana promuove la coerenza, associandola a caratteristiche di solidità personale ed intellettuale, mentre una persona incoerente viene giudicata negativamente. Ne deriva che il bisogno di coerenza è diventato un fattore fondamentale nella motivazione del comportamento, tale da indurre l individuo ad agire anche contro le sue convinzioni. Infatti, gli atteggiamenti scelti in passato creano un immagine di noi giudicabile sia dagli altri che da noi stessi, e tale immagine si trova ad essere pressata sia dall interno (affinché corrisponda agli atti compiuti), che dall esterno (affinché si sovrapponga alla percezione che gli altri hanno di noi). Infrangere questo principio porterebbe ad un senso di disagio psicologico chiamato dissonanza cognitiva 14, derivante appunto dalla dissonanza fra ciò che si pensa e ciò che si fa. Per eliminare questo disagio è necessario o modificare la propria opinione dissonante oppure modificare il proprio comportamento. In molti casi, l individuo preferisce modificare la propria opinione piuttosto che il proprio comportamento, e questo gioca a favore di coloro che intendono persuaderlo. La tecnica del piede nella porta 15 è fondata sul principio di coerenza. Facendo assumere un particolare atteggiamento all individuo, ad esempio chiedendogli di esprimere un opinione innocua circa un determinato argomento, tale atteggiamento viene utilizzato come leva di coerenza per ottenere ciò che in realtà era desiderato. Un esempio classico è il ragazzo che ferma i passanti chiedendo se abbiano o no pregiudizi contro gli ex-tossicodipendenti. La domanda è tendenziosa, perché pur avendone non si ammetterebbero mai. Alla risposta negativa, segue la richiesta di supportare con donazioni in denaro una comunità di recupero. A quel punto la persona si sente in dovere di confermare le dichiarazioni rilasciate pochi minuti prima e per dimostrare di non avere pregiudizi, contribuisce alla raccolta dei fondi. Una seconda variante, detta tattica del colpo basso, si basa sul fatto che le persone tendono a mantenere il comportamento scelto anche quando vengono a mancare le circostanze motivanti iniziali 16. Infatti, una volta ottenuto un cambiamento nell atteggiamento, si innesca nell individuo un meccanismo automatico in grado di costruire tutta una serie di sostegni psicologici alla sua scelta: questi puntelli sono determinati dal suo bisogno di rassicurarsi sulla scelta fatta, per evitare che un minimo elemento fuorviante lo porti in uno stato di dubbio tale da innescare il disagio della dissonanza cognitiva. Le solide motivazioni addotte dall individuo diventano tante e tali che la sparizione della condizione iniziale, vera causa del cambiamento senza la quale tutto il resto di sostegni non si sarebbe mai formato, non compromette più l atteggiamento scelto. Trasponendo il tutto in chiave militare, il principio di coerenza è incluso a pieno titolo tra le imprescindibili caratteristiche degli appartenenti a qualunque Forza Armata. I libri di storia sono pieni di episodi in cui il militare, coerente con il giuramento prestato all arruolamento, è pronto ad immolarsi o a rischiare la sua vita. In alcuni casi, tale coerenza ha prevalso sugli ordini delle Superiori Autorità, come nei concitati giorni seguenti l 8 settembre 1943. Nonostante gli ordini ricevuti da Supermarina, alcuni comandanti si trovarono ad affrontare il disagio della dissonanza cognitiva, derivante dall incoerenza tra l agire secondo i termini dell armistizio e l atteggiamento avuto durante tutto il conflitto. Gli anni di guerra avevano di certo contribuito alla creazione di puntelli personali, in grado di sorreggere e sostenere in modo convinto e solido il comportamento e le opinioni proprie. Gli ordini ricevuti l 8 settembre 1943 avevano eliminato il puntello iniziale, ma non neutralizzavano il lavoro svolto dagli altri. Tale punto di vista può contribuire a spiegare il motivo per il quale diversi Comandanti della Regia Marina preferirono autoaffondare le proprie Unità 17, o continuare la guerra a fianco della Germania (come fecero diversi sommergibili di Betasom 18 ), fino a giungere all estremo gesto del Comandante Fecia di Cossato. Non sempre i meccanismi psicologici basati sul principio di coerenza ottengono i risultati corretti, soprattutto quando tali schemi vengono utilizzati da altri con scopi persuasivi. Riconoscere che la situazione si presta ad un utilizzo di tali tecniche costituisce una prima azione difensiva 19. In seguito, è necessario domandarsi quali motivazioni si avevano a priori e quali invece si sono formate strada facendo: con tale procedimento si discriminano i puntelli veri da quelli formati a seguito della decisione presa. In questo modo, è possibile discernere quanta parte delle motivazioni del mio comportamento sia o meno il risultato del tentativo di giustificarlo. Tale analisi permette di inquadrare meglio la situazione ed operare una scelta quanto più possibile obiettiva. IL PRINCIPIO DELLA RIPROVA SOCIALE Quanto maggiore è il numero di persone che trova giusta una qualunque idea, tanto più giusta è quell idea afferma Cialdini nella sua opera 20, riprendendo il concetto di riprova sociale espresso da Gustave Le Bon nel suo Psicologia delle folle (1895). Secondo Le Bon, le idee, i sentimenti e le emozioni hanno un potere contagioso nella folla poiché l uomo è imitatore per natura e nella folla resta in preda all eccitazione reciproca. Dato che decidere cosa è giusto semplicemente dall osservazione di cosa gli altri considerano giusto permette di evitare sforzi cognitivi, il principio di riprova sociale trova spiegazione nel tentativo di utilizzo efficiente delle proprie risorse cognitive. Altri studiosi, invece, giustificano il principio della riprova sociale con la teoria dei memi 21. Il meme è una sorta di unità elementare informativa in grado di propagarsi come un virus in forma latente nelle menti di chi ne è entrato in contatto, in modo da uniformarli verso un pensiero o un azione comune. Qualunque sia la corretta spiegazione, rimane la convinzione di commettere meno errori agendo secondo l evidenza comune, soprattutto quando l ambiente sotto osservazione è popolato di individui simili (per abbigliamento, interessi, stili di vita, classe sociale). La condotta di queste persone, infatti, è in grado di chiarire meglio quale sia il comportamento giusto. Pubblicitari e venditori sono i principali utilizzatori di questo principio. Non è necessario che un prodotto sia buono, in quanto l importante è che molti altri lo affermino. Questo concetto viene sviluppato in pieno nel marketing: le confezioni di molti prodotti hanno chiari richiami indicanti quali associazioni o società ne consigliano l acquisto. Anche dal punto di vista della 13 Cialdini. [Nota 1], cap. 3, Impegno e coerenza. 14 L. Festinger. A theory of cognitive dissonance. 15 Cialdini. [Nota 1], p. 88-91. 16 Cialdini. [Nota 1], p. 114-118. 17 P. Rapalino, G. Schivardi. Tutti a bordo!, cap. 14, E ora dove andiamo?. 18 Rapalino, Schivardi. [Nota 17], cap. 16, Per il Re. 19 Cialdini. [Nota 1], p. 118-127. 20 Cialdini. [Nota 1], cap. 4, La riprova sociale. 21 F. Ianneo. Memetica: genetica e virologia di idee, credenze e mode, p. 15-23, Genealogia del meme. 18 19

propaganda, il principio della riprova sociale si dimostra fondamentale, data la sua capacità di muovere enormi masse di individui sulla base del se lo fanno gli altri, allora deve essere giusto : molte sette religiose ne fanno largo uso, e riescono nei casi più estremi anche a convincere gli adepti ad azioni irreversibili come suicidi di massa 22. Gli effetti di questo principio sono maggiori nelle situazioni nuove e sconosciute, dove c è un notevole margine di dubbio. In queste situazioni, la persona si trova confusa ed in assenza di elementi esperienziali per agire di conseguenza. In mancanza di un modello comportamentale già pronto, il modo di agire più facile ed istintivo consiste nell imitazione del comportamento altrui, e quanto più si è dubbiosi, tanto più viene preso per buono. La situazione dubbia, quindi, favorisce il verificarsi del fenomeno, ma allo stesso tempo è causa del baco di questo schema automatico: qualora gli altri fossero dubbiosi sulle corrette azioni da intraprendere, si porrebbero anche loro in attesa di osservare il comportamento altrui, innescando un pericoloso loop immobilizzante. Siamo di fronte al fenomeno che la psicologia sociale definisce come ignoranza collettiva 23. In maniera paradossale, in taluni casi è preferibile essere da soli, e quindi obbligati all utilizzo delle proprie risorse cognitive per dirimere i dubbi sugli atteggiamenti da intraprendere, che in gruppo, inermi di fronte all attesa che qualcuno muova il primo passo per permettere agli altri di imitarlo. Nonostante l enorme quantità di direttive e norme che regolano la condotta delle operazioni, il fenomeno dell ignoranza collettiva può verificarsi anche all interno della comunità militare. Lo spirito di iniziativa è una delle basi fondamentali dell attività di comando, ma in taluni casi la completa mancanza di direttive dall alto o la particolare situazione può compromettere tale peculiarità. Un esempio ci viene fornito dagli episodi accaduti a seguito dell 8 settembre 1943, quando diversi Comandanti di Unità si trovarono a ricevere ordini in palese contrasto con quanto era stato comandato loro fino al giorno precedente. Alcuni fatti, come la dislocazione ai margini dell ambiente operativo o l inefficienza dei servizi di radiocomunicazione, rendevano impossibile la verifica del messaggio e del mittente così come la ricezione di ulteriori informazioni in merito. Tale situazione li pose in una condizione di dubbio circa il comportamento da seguire, ed il fenomeno dell ignoranza collettiva paralizzò in un primo momento le loro decisioni. Nel momento in cui anche un solo Comandante prese una decisione, che fosse quella di dirigere nei porti indicati o quella di autoaffondare l Unità, tale decisione veniva presa a riferimento da coloro anc ora indecisi 24. Il principio della riprova sociale, così come altri, basa i suoi presupposti sul risparmio delle risorse cognitive, ma nel caso in cui lo schema automatico sia erroneamente richiamato, l individuo è portato a decidere errando o a non decidere affatto. In fondo, se molte persone agiscono in modo simile, potrebbero avere più informazioni utili alla decisione, ma potrebbero agire anche loro in base al principio della riprova sociale. Tale conclusione porta Cialdini ad individuare l antidoto 25 : non bisogna fidarsi ciecamente dei dispositivi di guida automatica, ma valutare almeno un minimo numero di stimoli per poter controllare la validità delle azioni della massa. IL PRINCIPIO DELLA SIMPATIA Il principio della simpatia si basa sulla preferenza ad acconsentire alle richieste delle persone che si conoscono e che ci piacciono 26. Le ricerche di psicologia sociale hanno individuato alcuni fattori capaci di produrre una reazione di simpatia, come la bellezza, la somiglianza, l associazione, i complimenti, il contatto e la cooperazione. La bellezza ricopre una parte dominante nelle interazioni sociali, soprattutto in relazione al fenomeno chiamato effetto alone 27 : tale effetto si ha quando una singola caratteristica della persona domina la percezione che gli altri hanno di lei, anche riguardo altri aspetti. Per merito dell effetto alone, alle persone di bella presenza vengono attribuite anche altre caratteristiche positive come talento, gentilezza, bontà, onestà ed intelligenza. Tali considerazioni vengono effettuate senza avere la benché minima consapevolezza che la bellezza sia il merito di tutto 28. La somiglianza è un altro fattore che contribuisce a rendere simpatico un individuo. Il fatto che tale individuo abbia opinioni, personalità, interessi e stili di vita simili predispone positivamente ed abbassa le difese, con la conseguenza di facilitare gli effetti delle tecniche persuasive. L associazione riguarda la tendenza ad effettuare collegamenti con qualità positive o negative sulla base di motivazioni illogiche ed irrazionali. Un esempio è l etichetta di porta sfortuna attribuita ad alcuni individui: la loro presenza in determinati contesti negativi ha fatto sì che tali accadimenti venissero associati alla persona, senza seguire alcuna logica razionale. I complimenti sono un dispositivo molto efficace per indurre simpatia. Infatti si tende a credere alle lodi così come a provare simpatia per chi le canta, alcune volte anche con la consapevolezza della falsità di tali lodi. Il contatto tiene conto delle volte in cui avviene l esposizione ad una determinata cosa: quanto maggiori sono state le occasioni di contatto, tanto maggiore è l atteggiamento positivo riguardo tale cosa. La cooperazione, infine, si basa sul fatto che avere un obiettivo comune induce a lavorare con una nuova percezione reciproca, contrassegnata da appoggio, amicizia e, per l appunto, simpatia. Gli appartenenti alle Forze Armate traggono vantaggio da questo principio nelle interazioni con gli altri. Nella sua uniforme, l appartenente alle Forze Armate sfrutta il fattore della bella presenza per fare leva sul principio della simpatia. Inoltre, l uniforme è la stessa che appare sui giornali o in televisione quando vengono date notizie relative a quella missione di pace o quell altra operazione di soccorso: in questo caso, l individuo viene posto a contatto diverse volte con l uniforme, associandola con episodi positivi di difesa della Patria, salvaguardia delle libere istituzioni e protezione della vita umana. Tali episodi evidenziano come la Forza Armata stia cooperando con l individuo per perseguire obiettivi comuni. I diversi fattori esaminati possono contribuire singolarmente al principio della simpatia, quindi non è possibile organizzare le difese per bloccare efficacemente tutte le vie percorse dal persuasore. Cialdini consiglia di concentrarsi sugli effetti anziché sulle cause 29 : il segnale d allarme da considerare è il momento in cui l interlocutore suscita più simpatia di quanta si sarebbe aspettata. Consci della possibile tattica persuasiva in atto, per operare obiettivamente è sufficiente separare il giudizio sull interlocutore da quello sull oggetto della discussione. IL PRINCIPIO DELLA DEFERENZA VERSO L AUTORITÀ La maggior parte dei principi enunciati ha a che fare con la sopravvivenza e lo sviluppo della società umana, ed il principio della deferenza verso l autorità non fa eccezione 30. La struttura gerarchica, alla cui base c è tale principio, garantisce alla comunità un sistema di controllo sociale per poter svilupparsi. In maniera automatica e quasi inconsapevole le informazioni dell autorità riconosciuta vengono usate come scorciatoia cognitiva per decidere l atteggiamento in una determinata situazione. L autorità rilevante ha solitamente più esperienza, ha accesso a più informazioni, ha di sicuro più potere, ed accettare le sue idee torna spesso a beneficio del singolo individuo (anche per il sistema di ricompense/punizioni che l autorità gestisce). La deferenza verso l autorità è radicata a tal punto da presentarsi anche quando tale autorità non ha alcuna competenza riguardo la decisione (autorità irrilevante). In questi casi, basare le proprie scelte su tale fattore può condurre in errore 31. Il carattere meccanico dell agire secondo autorità può essere sfruttato anche da chi non ha effettiva autorità. Infatti, diversi simboli possono essere utilizzati per simularla ed attivare lo schema automatico. Di fatto, quindi, l individuo è vulnerabile anche alla apparenza dell autorità, oltre che alla sostanza. I simboli in grado di simulare autorità possono essere classificati nelle 22 E famoso il caso della comunità del Tempio del Popolo: nel 1978 il loro leader, il reverendo Jones, persuase la maggior parte dei suoi discepoli (circa 900 persone) al suicidio. 23 J.M. Darley, B. Latanè. Bystander intervention in emergencies: diffusion of responsibility. 24 Rapalino, Schivardi. [Nota 17], cap. 15, L 8 settembre noi non abbiamo capito nulla. 25 Cialdini. [Nota 1], p. 168-172. 26 Cialdini. [Nota 1], cap. 5, Simpatia. 27 E.L. Thorndike. A constant error on psychological rating. 28 D. Mack, D. Rainey. Female applicants grooming and personnel selection. 29 Cialdini. [Nota 1], p. 210-213. 30 Cialdini. [Nota 1], cap. 6, Autorità. 31 L. Bickman. The social power of a uniform. B.A. Bushman. The effects of apparel on compliance. M. Lefkowitz, R.R. Blake, J.S. Mouton. Status factors in pedestrian violation of traffic signals. 20 21

categorie dei titoli, degli abiti e degli ornamenti. Anche se oggettivamente più difficili da acquistare, i titoli sono di fatto i più facili da simulare. Guadagnarseli richiede anni di studio e di impegno, o una nobile discendenza, o ottime situazioni patrimoniali, ma chiunque può fregiarsene pur non avendone diritto in modo da ottenere le stesse reazioni di deferenza. L altro simbolo dell autorità è il vestiario: nonostante il proverbio, solo in pochi sono convinti che l abito non faccia il monaco. A riprova di ciò, i giornali sono pieni di notizie di persone truffate da finti poliziotti, operai del gas ed ispettori. Purtroppo le vittime si rendono conto troppo tardi che l uniforme dell autorità non è affatto una garanzia. Per finire, alla stessa stregua di titoli e vestiti, anche gli ornamenti (gioielli, belle auto, etc.) possono servire per simboleggiare una forma generica di autorevolezza. Difatti, nella società attuale l oggetto status symbol continua ad avere un peso notevole. Trasporre il principio dell autorità in un organizzazione come la Marina Militare risulta pleonastico. Le organizzazioni militari fondano la loro esistenza proprio sulla struttura gerarchica che presuppone l autorità formale, basata sull esperienza, sull accesso alle informazioni e sul potere. Inoltre, allo scopo di accelerare il riconoscimento di tale autorità, è possibile desumere il titolo dall interpretazione del vestito (l uniforme con il grado) e dei suoi ornamenti (decorazioni per missioni effettuate, corsi frequentati, onorificenze raggiunte, etc.). In questo modo, il principio di autorità è richiamato fortemente nel subconscio, permettendo allo schema di funzionare senza problemi di sorta. L eccezione è rappresentata da illustri personaggi storici, in grado, nonostante la loro insubordinazione all autorità, di modificare in modo positivo il corso degli eventi. Ad esempio, nel corso della battaglia di Capo San Vincenzo contro la flotta spagnola (1797), l allora commodoro Horatio Nelson non si attenne agli ordini impartiti (fatto non nuovo per il giovane Nelson), ed ingaggiò con successo diverse navi della flotta nemica. L episodio contribuì alla crescita della sua autorità (intesa come rango) anche nei confronti dei suoi superiori, i quali, nonostante l insubordinazione, lo proposero per la nomina di Cavaliere dell Ordine del Bagno 32. La facilità di contraffazione dei simboli dell autorità richiede una giusta cautela di fronte alle situazioni in cui può sussistere la leva della deferenza verso l autorità. Anche qualora l autorità sia effettiva, è necessario discriminare quando sia il caso di seguire le sollecitazioni perché provenienti da un autorità competente (autorità rilevante) e quando invece sia meglio resistere perché l autorità non è competente in materia (autorità irrilevante). Al fine di discriminare i due casi, Cialdini consiglia di soffermarsi per considerare le credenziali dell autorità e relazionarle al problema in discussione 33. IL PRINCIPIO DELLA SCARSITÀ Alcune ricerche nel campo della psicologia sociale illustrano come le persone siano ossessionate dall idea di una perdita potenziale: si è più motivati ad agire dal timore di una perdita che dalla speranza di un guadagno di pari entità 34. Da questo deriva che le opportunità appaiono più desiderabili quando la loro disponibilità è limitata (principio della scarsità), perché l idea di poter perderne i benefici prevale sull effettivo vantaggio o meno di tale opportunità 35. Questo concetto trae forza da due fattori. Il primo è l inclinazione degli individui verso una scorciatoia cognitiva basata sulla regola le cose difficili da possedere sono di norma migliori di quelle facilmente accessibili : si è portati a credere, quindi, che la rarità sia in diretta proporzionalità con la qualità. Il secondo riguarda il fenomeno che in psicologia viene detto reattanza psicologica 36 : la riduzione del numero di oggetti disponibili (e quindi la sua aumentata scarsità) induce nell individuo un disagio, derivante dalla perdita di libertà d azione (la scarsità di un oggetto diminuisce la precedente libertà di scelta). Questa perdita induce nell individuo la volontà di contrastarne la causa ed il desiderio per quell oggetto aumenta. In ambito Forze Armate, la libertà d azione è uno dei principi della guerra, in grado di garantire il giusto equilibrio tra i fattori tempo, spazio e forza allo scopo di guadagnare e mantenere l iniziativa. Avendo libertà d azione, è possibile definire una serie di eventi decisivi per togliere tale possibilità al nemico, e sfruttare le opportunità che vengono a presentarsi. A maggior ragione, quindi, il fenomeno della reattanza psicologica è particolarmente sentito in questo ambito, in quanto il disagio provocato viene amplificato dalla sensazione di non poter concludere con successo la propria missione. La reazione emotiva alla scarsità mette in serio dubbio la capacità di giudizio dell individuo: il processo cognitivo viene messo in crisi, e non viene permessa un analisi ragionata della situazione. Per Cialdini, il segnale d allarme è costituito dall ondata emotiva che viene percepita, derivante dagli effetti del principio di scarsità 37. A quel punto è necessaria una distinzione importante, per permettere di capire se l interesse sussiste per il possesso dell oggetto (che sia un bene o un servizio), oppure per il suo godimento. Se l interesse è scaturito dal voler possedere l oggetto (perché mi fornisce un vantaggio sociale, economico o psicologico derivante dal possedere qualcosa di raro), allora la scarsità è un corretto fattore con cui calcolare il prezzo da pagare. Qualora, invece, l interesse derivi dal suo valore d uso, è importante ricordare che le cose rare non sono per questo le migliori. PER CONCLUDERE Troppo spesso per prendere decisioni gli individui si affidano ad un numero limitato di stimoli, e non potrebbe essere altrimenti, dato il poco tempo a disposizione per processare l enorme quantità di dati che vengono ricevuti. Per evitare l immobilismo dovuto alla lentezza decisionale, si sono sedimentati nel nostro subconscio alcuni schemi automatici, attivabili dalla ricezione di un insieme limitato di stimoli. Il loro utilizzo permette di evitare laboriosi processi mentali di elaborazione, e quindi di risparmiare enormi risorse cognitive. Normalmente, tali schemi guidano verso la decisione corretta, mentre altre volte possono portare a commettere errori, dovuti proprio al loro carattere automatico. Nonostante ciò, diversi studi di psicologia sociale hanno illustrato come questi meccanismi abbiano contribuito alla creazione ed allo sviluppo della società umana. Con una rapida carrellata, sono stati presentati alcuni dei meccanismi più comuni, più attendibili e per questo più sfruttati dai professionisti della persuasione, siano essi pubblicitari, venditori o, fatto molto più preoccupante, truffatori. Infatti, la conoscenza del loro funzionamento, e quindi degli stimoli attivatori, permette di utilizzarli per facilitare la persuasione di un individuo, e quindi ottenere un cambiamento nel suo atteggiamento o nel suo comportamento. Le tecniche di difesa contro tali meccanismi, benché lungi dall essere efficaci in ogni situazione, hanno il pregio di far comprendere come in questi casi la miglior difesa sia la consapevolezza dell essere sotto attacco. 32 N. Tracy. Cape St. Vincent and the Nile, p. 93-96. 33 Cialdini. [Nota 1], p. 238-244. 34 M.H. Gonzales, E. Aronson e M. Costanzo. Increasing the effectiveness of energy auditors: a field experiment. 35 Cialdini. [Nota 1], cap. 7, Scarsità. 36 J.W. Brehm. A theory of psychological reactance. 37 Cialdini. [Nota 1], p. 273-277. 22 23

TERRORISMO E NEO-TERRORISMO: EVOLUZIONE DEL FENOMENO E DEGLI STRUMENTI GIURIDICI colpendo in tutto il Mondo. L ONU, con una serie di Risoluzioni del Consiglio di Sicurezza, ha cercato di individuare le linee d azione per il contrasto al terrorismo. Prima di addentrarci nell analisi del problema bisogna riconoscere l esistenza di una minaccia globale che deve essere affrontata collettivamente. Da queste considerazioni muove la presente sintetica tesi che, attraverso l analisi dell evoluzione del fenomeno e degli strumenti giuridici di contrasto, cerca di individuarne i punti di forza e quelli di debolezza. Capitano di Corvetta Danilo MANCONI Il fenomeno del terrorismo è un argomento molto serio a causa delle vittime e delle distruzioni che porta. Negli ultimi decenni sono stati prodotti molti strumenti giuridici in materia di terrorismo, con un impennata dopo il 2001. A livello internazionale sono apparse nuove ideologie religiose, ispirate al fanatismo e al fondamentalismo, che si sono affiancate alle preesistenti motivazioni del terrorismo classico. Il nuovo terrorismo può legarsi a qualsiasi possibile obiettivo, ideologia o a un determinato territorio e costituire il braccio armato di movimenti di liberazione nazionale 1. Oppure, può diventare una rete terroristica internazionale, con un altissimo livello di pericolosità a causa di una serie di condizioni, non ultime la disponibilità dei terroristi a suicidarsi e il progresso tecnologico. Gli Stati hanno perso il monopolio della minaccia alle altre Nazioni: la sfida proviene da individui e reti che agiscono a livello sub-statale e non territoriale, utilizzando materiali e risorse che sfuggono a ogni controllo. Il fenomeno del terrorismo, in aggiunta a questioni politiche, etiche e di strategia militare, solleva numerose questioni di diritto tra le quali emerge quella della definizione di atto terroristico. Il terrorismo ha subito nel tempo un evoluzione generale passando da quello classico, prettamente interno ad un Paese, a quello transnazionale che cerca di attirare l attenzione su questioni locali con attentati effettuati in altri Paesi, per arrivare a quello internazionale che cerca di modificare lo status quo universale TERRORISMO E NEOTERRORISMO: EVOLUZIONE DEL FENOMENO Principali tappe storiche: dagli inizi del 1900 alla Jihad Il termine terrorismo, dal latino terrere (far tremare), è comparso per la prima volta nel 1795 nell Oxford English Dictionary; infatti, nel suo discorso tenuto agli inizi del 1794, Robespierre ha affermato che la forza di un Governo in tempo di rivoluzione è il terrore. L espressione, seppur estratta da suo contesto e in parte alterata, ha caratterizzato negli ultimi due secoli fenomeni diversi riconducibili o all azione degli Stati oppure di gruppi politici e religiosi organizzati, creati sia all interno di un Paese che in un contesto transnazionale o internazionale. Il primo di questi, noto come terrorismo di stato, prevede tanto l uso del terrore da parte del Governo sulla propria popolazione per rafforzare il potere acquisito, quanto le azioni per terrorizzare le popolazioni di un Paese avversario (terrorismo interstatale) o in un conflitto armato (terrorismo bellico) 2. Il secondo, invece, è l uso generalizzato della violenza da parte di gruppi di varie matrici (es. eversiva). Gli esempi in proposito sono numerosi, dall assassinio del Presidente Sadì Carnot, nel giugno 1894 ad opera di un anarchico italiano, all attentato di Sarajevo del 1914 all Arciduca d Asburgo che ha innescato il primo conflitto mondiale. Durante il primo conflitto mondiale vi sono stati pochi eventi di rilievo, mentre negli anni 20 e 30 nazionalismi e fascismi hanno riempito l Europa di omicidi politici e azioni terroristiche, segnando una lunga stagione di terrore per dissidenti e minoranze. Nell ottobre del 1934, il Re di Jugoslavia Karadjeordjevic e il Ministro degli esteri 1 Barberini, La definizione di terrorismo internaz. e strumenti giurid.per contrastarlo, SISD n. 28, 2004, pag.1. 2 Al terrorismo di stato è riconducibile il terrorismo coloniale, volto a conservare il dominio coloniale. Polidori, Il terrorismo internazionale negli ordinamenti giuridici dei paesi occidentali, op. cit. pag. 12. 24 25

francese Barthou vengono uccisi dall ORIM 3 e in conseguenza di questi fatti, nel 1937, la Società delle Nazioni, investita della questione dalla Jugoslavia, ha emanato la prima Convenzione internazionale sul terrorismo. Dopo il secondo conflitto mondiale, la particolare situazione storica caratterizzata dallo sgretolamento degli imperi coloniali, dalle guerre nel sud est asiatico, dalla creazione dello Stato di Israele, dalla contrapposizione americano-sovietica, ha causato la proliferazione di movimenti eversivi, molto determinati nel voler influenzare l opinione pubblica attraverso i mezzi d informazione 4. Negli anni 60 e 70, in America Latina, si è assistito al moltiplicarsi di azioni terroristiche da parte di gruppi di matrice marxista-leninista sia contro i Governi che contro le rappresentanze diplomatiche straniere, assumendo la caratteristica di terrorismo d opposizione 5. In Venezuela, nel 1960, il gruppo terroristico MIR 5 ha ucciso il Ministro della giustizia; in Brasile, nel 1968, sono stati sequestrati l Ambasciatore degli Stati Uniti e della Repubblica Federale Tedesca; in Argentina, nel 1970, le FAL 6 hanno eliminato il Presidente Pedro E. Aramburu; in Uruguay, nel 1970, i Tupamaros hanno ammazzato un funzionario americano, Dan Mutrione. L Europa negli stessi anni è stata scossa da una serie di violenti atti di terrorismo sia autonomista-indipendentista che politicorivoluzionario di estrema sinistra e destra. In Spagna muove i primi passi, l ETA 7, che nel 1977 uccide il Primo Ministro C. Blanco e nell Ulster l IRA 7 riprende le sue attività e assassina Lord Monthbatten colpendo in tal modo la Corona britannica. In Italia, dopo la fine del terrorismo altoatesino, ha inizio la nuova stagione del terrore dei gruppi marxista-leninista e fascista. Sono gli anni delle Brigate Rosse e di Ordine Nuovo 8 che daranno vita alla stagione degli anni di piombo, gli anni di Feltri, Curcio da un lato e di Ventura, Fioravanti dall altro. Il fenomeno di fondamentale importanza è stato la comparsa, alla fine degli anni 60, del terrorismo transnazionale e cioè della cooperazione tra gruppi terroristici di differenti Paesi, accumunati dall ideologia, che si propone di attirare l attenzione internazionale sulle vicende interne esportando la violenza in altre Nazioni. E questo lo scopo dell OLP 9, nata in quel periodo a seguito della fusione di Al Fatah con gruppi terroristici minori tra cui il Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina (FPLP). Il primo esempio di terrorismo transnazionale viene fatto risalire al dirottamento in Algeria, nel luglio 68, di un aereo decollato da Roma per Tel Aviv, da parte di tre terroristi del FPLP. Il terrorismo palestinese ha trovato, in questi anni, il sostegno economico di molti Stati della Lega Araba in chiave anti-israeliana. Diverse azioni sono seguite in altri Stati: indicativo è stato l attacco terroristico 3 Organizzazione panslavista macedone, affiliata al movimento croato degli Ustascia di Ante Pavelic. 4 Polidori, Il terrorismo internazionale negli ordinamenti giuridici dei paesi occidentali, pagg.17-20. 5 Al terrorismo dell America Latina ha reagito per la prima volta l Organizzazione degli Stati Americani con la Convenzione di New York del 1971, sulla repressione e la prevenzione del terrorismo contro la persona. 6 MIR (Movimento de la Izquierda Revolucionaria), FAL (Fuerzas Armadas de Liberacion). 7 ETA (Euskadi Ta Askatasuna), IRA (Irish Republican Army). 8 In Germania di Rote Armee Fraktion e in Francia di Action Directe. 9 Organizzazione per la Liberazione della Palestina. alle Olimpiadi di Monaco 72 agli atleti israeliani da parte dell organizzazione Settembre Nero, fazione armata di Al Fatah. Negli anni 70 sono nate due organizzazioni armate dall ala più radicale dei Fratelli Musulmani 10 : la Jamal at al- Istamyyah e la Al-Jihad che nel 1981 ha ucciso il Presidente egiziano Sadat. Nasce, così, la Jiihad 11. Negli anni 80 sono saliti alla ribalta il movimento terroristico degli Hezbolah e, nella striscia di Gaza, di Hamas, ispirati al fondamentalismo musulmano, con l obiettivo di combattere gli Stati non musulmani dell area. Nel 1983, in Libano, nasce il terrorismo suicida con il quale il gruppo degli Hezbollah, in aprile, colpisce l ambasciata americana a Beirut e, in ottobre, uccide 241 marines e 58 soldati francesi della forza multinazionale. Nel 1985 Settembre Nero sequestra l Achille Lauro. Nel 1991, la presenza americana sulla terra del Profeta, dopo la II Guerra del Golfo, da inizio al conflitto tra l internazionale jihadista di Osama Bin Laden e gli Stati Uniti. EVOLUZIONE DEL TERRORISMO: Le diverse tipologie nate nel tempo La costruzione di tipologie di terrorismo implica la classificazione in certe unità di studio secondo caratteri specifici, in modo da riunire molti dati in una serie singola di termini 12. Il fine principale è di creare uno schema generale che possa includere la maggior parte delle forme di terrorismo e che sia utile dal punto di vista legislativo, dove una definizione uguale consentirebbe una legislazione altrettanto uniforme, essenziale per il contrasto del fenomeno. Pur riconoscendo che la maggior parte degli attentati terroristici interni ha conseguenze internazionali a causa della globalizzazione, una distinzione tra forme interne, transazionali e internazionali sembra necessaria. Il terrorismo classico 13 si distingue per il chiaro carattere politico o ideologico 14 oppure separatista 15, ma con un organizzazione e una diffusione prettamente nazionale che prevede l impiego esclusivo di strumenti di offesa tipici quali armi da fuoco ed esplosivi. Tale forma di terrorismo si è sviluppata all interno di minoranze che hanno subito dominazione e repressione da parte di uno Stato. Il terrorismo transnazionale è stato un evoluzione del terrorismo classico. Infatti, lo scopo che si prefigge è la modifica dello status quo interno con atti di rilevanza internazionale. Il fenomeno è nato con il terrorismo palestinese e per usare le parole di un dirigente di Settembre Nero, Abu Iyad: Far sì che il mondo si accorga dell esistenza del popolo palestinese. In questa fase il terrorismo è diventando l arma dei deboli e l amplificatore mediatico 16 dello scontro locale con una nuova strategia: conseguire maggiore visibilità internazionale, ottenere legittimazione politica, internazionalizzare il conflitto per avere udienza presso i Paesi occidentali forzando un loro intervento. Nell era moderna una nuova forma si affaccia sulla scena mondiale, il neoterrorismo 17, termine recente del linguaggio specialistico e comune, che raccoglie sotto un unica voce, le seguenti componenti: l ecoterrorismo, il narcoterrorismo, il cyberterrorismo, il terrorismo NBC 18 e il terrorismo religioso. Alcune di queste forme già esistevano e il loro obiettivo è rimasto lo stesso: diffondere la paura e abbattere il senso di sicurezza di una collettività con attentati per minacciare, così, l ordine e la stabilità politico-istituzionale di un Paese per fini ideologici, religiosi, nazionalistici, ecc. Quel che è cambiato è stata, invece, la sua organizzazione, la sua strategia operativa, la scelta degli obiettivi e, soprattutto, la 10 La Fratelli Mussulmani, fondata in Egitto nel 1928, è oggi un movimento integralista semi-clandestino. 11 Jihad, guerra santa, legame tra la religione, la Società e lo Stato, caratteristico del modello originario, il Califfato, con il Califfo (khalifa, vicario del Profeta) unica guida politica e spirituale della comunità. Polidori, Il terrorismo internazionale negli ordinamenti giuridici dei paesi occidentali, pag. 21. 12 Domini e Cattaneo, Cenni sul terrorismo, ISMM Venezia, Agosto 2003, pag. 34. 13 Pisano. L intervento militare quale moltiplicatore del terrorismo globale? Apporto e limite delle FFAA e dell intelligence militare alla lotta contro il terrorismo, 2008, pagg.18 e ss. 14 Ne sono esempio le Brigate Rosse e Ordine Nuovo in Italia. 15 Rientrano in questa categoria per es.: l IRA in Irlanda del Nord, l ETA in Spagna, PKK in Turchia. 16 Maria do Cèu Pinto, Islamist and middle astern terrorism: a treat to Europe. Op. pag.12. 17 Polidori, terrorismo e neoterrorismo, aspetti giuridici e geopolitica, CeMiSS, Roma 2004; www.giorgioprinzi. it/terro/neoterro.htm e Cfr. nota 12 18 Nucleare, batteriologico e chimico cui oggi si aggiunge quello radiologico. 26 27

sua capacità di colpire. Il terrorismo è un atto criminale di natura simbolica e politica con obiettivo non le vittime colpite, ma il Paese o l audience 19. L ecoterrorismo 20 si classificherebbe in questa categoria per la novità della causa che persegue (l ambiente) e per gli obiettivi che colpisce (es. opere pubbliche). La mancanza di una propria organizzazione e l operare soltanto in Occidente, lo farebbe definire più correttamente quale fenomeno criminale regionale. La violenza è utilizzata per pubblicizzare le sue cause, colpendo chi danneggia l ambiente o maltratta gli animali (es. industrie di cosmetici). Gli attentati minacciati o attuati hanno sempre riguardato piccole azioni di sabotaggio. Infatti, ciò che preoccupa, maggiormente, i responsabili della sicurezza sono i potenziali effetti collaterali derivanti da attacchi a bersagli come le centrali nucleari. Il narcoterrorismo si prospetta sia come uno scopo sia come una modalità di azione, al contrario dell ecoterrorismo. Da un lato la criminalità organizzata lo utilizza come mezzo di aggressione (il narcotraffico); dall altro, gruppi terroristici veri e propri utilizzano il commercio della droga per autofinanziarsi oppure proteggono i trafficanti 21. La pericolosità del narcotraffico incide non solo sull ordine e la salute pubblica, ma anche sull economia soprattutto in aree dove costituisce la sola fonte di sostentamento. Il cyberterrorismo più che per lo scopo si caratterizza come modo d azione. Al contrario della percezione iniziale che ci deriva dal nome, il cyberterrorismo costituisce una grave minaccia in un mondo ormai controllato dai computer 22. Fra i possibili aggressori vanno inclusi il personale specializzato dei servizi speciali e delle forze armate nemiche, la delinquenza comune, la criminalità organizzata, i pirati telematici e i terroristi veri e propri. Questa forma, oggi, non può essere considerata pienamente un terrorismo, poiché non esistono organizzazioni internazionali specializzate, tese a destabilizzare l ordine internazionale tramite attacchi contro le reti informatiche mondiali. Sicuramente, le organizzazioni terroristiche utilizzano internet quale supporto operativo o per fare proselitismo 23, o ancora gruppi criminali violano le reti telematiche per profitti illeciti, ma in questo caso siamo di fronte a comuni reati. Gli eventi dell 11 Settembre 2001 ci hanno fatto ripensare sul possibile impiego di armi NBC. Nel mondo vi è una grande quantità di materiale a disposizione e reperibile a basso prezzo, soprattutto di provenienza sovietica. La loro pericolosità sta nel fatto che non ne servono grandi quantità, perché sono sufficienti competenze scientifiche adeguate per ottenere effetti devastanti. Per i gruppi terroristici tradizionali il loro eventuale impiego appare eccessivo perché sproporzionato al loro fine di mutamento radicale, ma che non prevede l annientamento. Discorso a parte meritano le nuove forme di terrorismo religioso-fanatista. La realizzazione pratica di un attacco, addirittura nucleare, presume conoscenze specialistiche e strutture tecniche elevate e la disponibilità di materiale radioattivo: pertanto, i terroristi necessitano o dell appoggio di uno Stato o di poter fare affidamento su una rete internazionale, per questo motivo la realizzazione di un attacco atomico sembrerebbe alquanto inverosimile. Molto più concreta sembra l ipotesi di un attentato tramite la dispersione in aree molto popolate di sostanze radioattive. Tali attività sono facili da eseguire, ma con un elevato l impatto psicologico e mediatico capace di creare il panico. Alquanto probabile è il rischio d impiego di armi chimiche e batteriologiche, poiché sono facili da trovare e difficili da individuare 24. Nel nome della religione nel corso della storia sono state combattute guerre e commessi massacri. Se vissuta come un ideologia, la fede travalica nella motivazione politica e può creare fenomeni di fanatismo, d integralismo e di persecuzione 25. Accanto all ideologia si sono abbinati complessi fenomeni sociopsicologici di settarismo religioso e di teocrazia, come quello praticato da Hamas in Palestina. Lo scopo è ripristinare, tramite la guerra totale tra l Islam e gli infedeli, la Jihad. La presenza degli Americani in Arabia Saudita, dopo la II Guerra del Golfo, ha dato inizio al conflitto tra l organizzazione di Osama Bin Laden e il Grande Satana Americano ed è nato, così, il terrorismo internazionale. Infatti, la differenza tra jiadismo e neojiadismo 26 sta sia nella volontà di cambiare l ordine mondiale piuttosto che i singoli Stati sia nel carattere universale della minaccia che ha assunto il secondo. Caratteristica peculiare di Al Qaeda è di non essere un organizzazione gerarchica, ma un elemento federato che riunisce diversi movimenti di Jihad presenti in tutto il Mondo con lo scopo di attirare l attenzione su contesti locali con azioni rivolte su obiettivi simbolici dotati di ampio impatto psicologico e mediatico. E costituita da cellule 27 autonome operativamente e logisticamente che colpiscono sulla base di una strategia comune, con gli attentatori che sono provenienti da altre cellule e all oscuro di tutto fino al momento dell attentato. DEFINIZIONE DI TERRORISMO : Una questione irrisolta Il fenomeno del terrorismo solleva molte questioni di diritto, che hanno il loro fondamento nella definizione che da decenni divide e fa discutere gli attori internazionali. Il cuore della questione è che la difficoltà di definire il terrorismo è soltanto di natura politica e non giuridica 28. Nel diritto internazionale codificato non esiste una definizione, universalmente accettata, che dica che cosa si intenda per terrorismo e la maggioranza degli studiosi concorda sull assenza, nel diritto consuetudinario, di una definizione di tale fenomeno. La definizione costituisce il presupposto per qualsiasi analisi giuridica del fenomeno. Infatti, va ricordato che solo tramite una definizione condivisa sarà possibile armonizzare le legislazioni nazionali e acquisire così uno strumento efficace per contrastare le reti che operano a livello internazionale. In modo astratto è abbastanza facile dare una definizione che dovrebbe includere tre elementi essenziali: la violenza attuale o minacciata, l obiettivo politico-ideologico e l audience abbastanza vasta 29. Questi sono i criteri seguiti a grandi linee dalle legislazioni nazionali nelle quali la definizione di terrorismo e di finalità terroristiche difficilmente creano un problema, essendo facile accordarsi sulla base di norme, di valori e di culture condivise. Tuttavia, secondo alcuni, il dibattito richiede un più netto ancoraggio al diritto, ossia a elementi che indichino un principio che non segua le sensibilità politiche del momento e che sia ispirato dalla finalità di proteggere i beni giuridici primari e intangibili anche da attacchi sistematici e diffusi: vita, sicurezza pubblica, autodeterminazione dei popoli, ecc. Dottrina e giurisprudenza da tempo sono impegnate nella ricerca di una definizione che possa assicurare dei punti fermi. Una sola definizione creerebbe i confini sia con i reati comuni di strage o di omicidio che, soprattutto, con condotte che il diritto internazionale considera legittime 30. Gli Stati occidentali sono preoccupati che possa rientrare nel concetto di terrorismo il cosiddetto terrorismo di stato, mentre i Paesi arabi e quelli in via di sviluppo non hanno mai accettato una definizione che non facesse differenza tra terrorismo e lotte di liberazione. La ricerca di una definizione comune è ritenuta fondamentale dalla Comunità Internazionale, perché le reti che oggi operano in diversi Paesi sfruttano i vuoti normativi, come per esempio il problema della doppia incriminalità ai fini dell estradizione 31. La Convenzione di Ginevra del 1937 ha prodotto la prima definizione giuridica di atto terroristico, ma non è mai entrata in vigore. Nel secondo dopoguerra sono nate le prime normative internazionali, molto settoriali, a cura di Istituti specializzati delle Nazioni Unite 32. Purtroppo, l approccio settoriale, costante nella normativa internazionale, costituisce un ostacolo a una definizione universale di terrorismo. 19 Domini e Cattaneo, Cenni sul terrorismo, ISMM Venezia, Agosto 2003, pag. 29. 20 A cui deve essere associato il terrorismo animalista, Polidori, Il terrorismo internazionale negli ordinamenti giuridici dei paesi occidentali, pag. 22. 21 Es. le FARC (Fuerzas Armadas Rivolucionarias de Colombia). 22 Es. si pensi ai gravi effetti che provocherebbe un prolungato black-out delle comunicazioni o energetico. 23 Comunicati, propaganda e rivendicazioni di Al Qaeda, Hamas, Hezbollah. 24 Nel 1995 clamoroso è stato l attentato alla metropolitana di Tokyo, dove la setta Verità Suprema liberò un gas nervino, il sarin, che provocò la morte di dodici persone e l intossicazione di molte migliaia. 25 Domini e Cattaneo, Cenni sul terrorismo, ISMM Venezia, Agosto 2003, pag. 101. 26 Polidori, Il terrorismo internazionale negli ordinamenti giuridici dei paesi occidentali, pag. 10. 27 Domini e Cattaneo, Cenni sul terrorismo, ISMM Venezia, Agosto 2003, pag. 67 e A. Corneli, Rivista Marittima, maggio 2004, pagg. 7-9. 28 Domini e Cattaneo, Cenni sul terrorismo, ISMM Venezia, Agosto 2003, pag. 21-31. 29 R. Barberini, La definizione di terrorismo internazionale e gli strumenti giuridici per contrastarlo, Per Aspera ad Veritatem. Rivista di intelligence e di cultura professionale, n. 28, Gen.-Apr. 2004, pagg. 2-3. 30 O comunque disciplinati da altri strumenti internazionali diversi, es. le lotte di liberazione. Cfr. nota 29. 31 Il fatto deve essere considerato reato sia nello Stato, dove è stato commesso che in quello che ne chiede l estradizione. 32 International Civil Aviation Organization International Maritime Organization (IMO). 28 29

La Convenzione di New York del 1999 sulla repressione del finanziamento al terrorismo è stata la prima Convenzione internazionale a fornire una definizione globale di atto terroristico. A livello europeo un passo avanti è stato fatto con la Decisione Quadro 2002/475/GAI che ha fornito una definizione di reato e organizzazione terroristica e reati connessi al terrorismo. A livello regionale merita di essere citata la Convenzione contro il terrorismo dell Organizzazione della Conferenza Islamica del 1998 che contiene una definizione di terrorismo, ma in modo così ampio da renderne difficile la distinzione da altri crimini. STRUMENTI GIURIDICI DI CONTRASTO Convenzioni e Risoluzioni internazionali e regionali Un gran numero di strumenti giuridici è stato prodotto in materia di terrorismo internazionale con un impennata dopo il 2001. Il quadro giuridico che si è delineato nel corso degli anni è abbastanza frammentato a causa delle diverse posizioni assunte dagli Stati. Ai fini di una trattazione organica bisogna distinguere tra Convenzioni concluse nell ambito degli Istituti specializzati quali ICAO e IMO da quelle concluse nell ambito delle Nazioni Unite. Le regole 33 utilizzate dagli strumenti giuridici sono di prevedere nelle legislazioni nazionali, come reati, gli illeciti elencati nelle Convenzioni e di dover sottoporre a processo penale l autore dell illecito a carico dello Stato sul cui territorio egli si trovi: la cosiddetta giurisdizione universale (aut dedere aut iudicare) 34. Per quanto riguarda gli Istituti specializzati, gli atti diretti alla tutela dell aviazione civile sono stati emanati dall ICAO: a Tokyo nel 1963 sui reati e taluni altri atti compiuti a bordo di aeromobili, all Aia nel 1970 per la repressione del sequestro illecito di aeromobili e a Montreal nel 1971 per la repressione di atti illeciti contro la sicurezza dell aviazione civile. Nel 1988 è stato emanato il Protocollo di Montreal riguardante la repressione di atti di violenza negli aeroporti adibiti all aviazione civile internazionale. Per quanto attiene alla tutela della sicurezza della navigazione marittima, nel 1988 l IMO ha emanato a Roma una Convenzione 35 sulla repressione degli illeciti diretti contro la sicurezza della navigazione marittima che non fornisce una definizione unitaria di terrorismo marittimo, ma elenca una serie di atti considerati reati terroristici. Inoltre, prevede di dover assicurare a un adeguata punizione i responsabili tramite la creazione di una giurisdizione universale 36. Il relativo Protocollo, dal contenuto analogo, riguarda le piattaforme fisse ubicate oltre il mare territoriale. Anche nell ambito dell ONU sono state stipulate convenzioni sia dirette a reprimere le singole fattispecie associate al terrorismo sia a carattere universale volte contro il terrorismo internazionale. Alla prima delle due categorie appartengono le due convenzioni di New York: del 1973 sulla repressione e prevenzione dei reati contro le persone internazionalmente protette, come gli agenti diplomatici, e del 1979 contro la cattura di ostaggi civili. Della seconda fanno parte le due convenzioni di New York: del 1997 sulla repressione degli attentati terroristici dinamitardi e del 1999 sulla repressione del finanziamento al terrorismo. A seguito dei tragici eventi del 11 Settembre 2001, il Consiglio di Sicurezza dell ONU ha adottato all unanimità la Risoluzione n. 1373 con la quale è stata decisa la strategia contro il terrorismo: lotta alle fonti di finanziamento e congelamento dei loro beni; cooperazione internazionale, scambio d informazioni e adozione coordinata di strumenti amministrativi; creazione del Counter Terrorism Committee (CTC) con compiti di monitoraggio e d impulso dell azione antiterroristica inclusa la promozione dell assistenza istituzionale agli Stati membri che ne abbiano maggiore necessità; istituzione nel CTC di un organismo tecnico di esperti, il Counter Terrorism Executive. Prima di tale data il Consiglio si era occupato del problema solo per singole fattispecie criminose ritenute pericolose per la sicurezza internazionale 37, ma non prendendo in considerazione la questione della definizione. In ambito europeo il problema è sempre stato molto avvertito. Infatti, a livello internazionale, lo sforzo maggiore è stato realizzato proprio con la Convenzione europea per la repressione del terrorismo, promossa dal Consiglio d Europa 38 e firmata a Strasburgo nel 1977. Si tratta della prima Convenzione in cui vi è un elencazione dei reati considerati atti terroristici. L endemico problema della definizione si riflette anche sugli atti dell Unione Europea. Per avere una panoramica completa sull opera di contrasto svolta dall UE bisogna soffermarsi, seppur in modo molto sintetico, su alcuni aspetti salienti della struttura dell UE. Infatti poggia, sotto il profilo ideale su tre pilastri: il primo è costituito dall Ordinamento comunitario, quindi, dai Trattati istitutivi della CEE, CECA ed EURATOM 39. Il secondo pilastro attiene Politica Estera di Sicurezza Comune (PESC) della quale fa parte la Politica Europea di Sicurezza e Difesa (PESD) che dettano norme sulla politica estera e sugli strumenti, idonei per realizzare una politica di sicurezza e difesa comune. Il terzo pilastro, in cui si colloca l opera di contrasto 40, attiene alla Giustizia e Affari Interni (GAI) che comprende posizioni comuni, decisioni e convenzioni per la cooperazione di polizia e giustizia in materia penale. Tuttavia, l attività di contrasto riguarda, in modo rilevante, la PESC: infatti, subito dopo l 11 Settembre alcuni interventi hanno trovato base giuridica negli strumenti del secondo pilastro. Nella PESC, un ruolo chiave hanno il Consiglio Europeo, formato dai Capi di Stato e di Governo, che definisce gli orientamenti politici generali e il Consiglio dell Unione Europea, formato di volta in volta dai Ministri competenti per la singola materia trattata, che prende le decisioni per la messa in opera della PESC. E importante rilevare che con l entrata in vigore del Trattato di Lisbona del 2007 i tre pilastri si fonderanno nell UE: Il Consiglio Europeo continuerà a indicare la strategia generale e gli obiettivi. La regola della maggioranza nelle votazioni sostituirà l unanimità ad eccezione di casi particolari tra cui le questioni militari e di difesa, quindi la PESD. Per l Unione Europea (UE) l attività di contrasto trova il suo fondamento giuridico nell articolo K1, sulla cooperazione di polizia per la prevenzione del terrorismo, del Trattato di Maastricht del 1992 e nel Trattato di Amsterdam del 1997 relativo all impegno comune sulla libertà, sicurezza e giustizia. Nel 1995 e 1996 la UE ha approvato due Convenzioni a Bruxelles che semplificavano le procedure in materia di estradizione. Nel 1995 è stata firmata a Bruxelles dai Paesi UE la Convenzione che ha creato l Ufficio Europeo di Polizia, l Europol, divenuto operativo nel luglio 1999, con il fine di favorire lo scambio 33 Ronzitti, Europa e terrorismo internazionale, Roma 1990. 34 Lo Stato nel cui territorio venga a trovarsi il presunto autore di una violazione dovrà estradarlo o sottoporlo a processo penale. Così ad esempio l art. 7 della Convenzione del Aja del 1970. 35 A seguito del caso Achille Lauro. 36 Art. 10 della Convenzione di Roma del 1988. 37 Caso: Libia Risoluzione 731/92, Sudan Risoluzioni 1044-1054-1070/96, Al Qaeda Risoluzione 1267/99. 38 Il Consiglio d Europa fondato il 5 maggio 1949 col Trattato di Londra, conta oggi 47 Stati membri ed è un organizzazione a sé, distinto dall Unione Europea. 39 Comunità Europea (CE), Comunità Europea del Carbone e dell Acciaio (CECA) e Comunità Europea dell Energia Atomica (EURATOM). 40 Ai sensi dell Articolo 29 della versione consolidata del Trattato dell Unione Europea. 30 31

d informazioni tra le polizie dell Unione e di realizzare un archivio informatico comune dei dati acquisiti. Con l Azione comune 98/428/GAI il Consiglio dell UE ha istituito un organo di contatto per lo scambio informazioni, l European Judicial Network, con competenza anche in materia penale, dotato di apposita struttura centrale e punti di contatto presso i Paesi membri. Nel 2000 viene creato a Nizza, presso il Segretariato Generale della UE, uno strumento di raccordo dei servizi di intelligence civile, il SICENT (Joint Situation Center), nel quale, dopo gli attentati di Madrid del 2004, viene istituita una cellula specialistica di analisi terroristica. Gli attentati del 2001 hanno avuto profondi effetti anche sulla legislazione europea: la lotta al terrorismo è diventata un obiettivo prioritario. Il 21 settembre 2001 il Consiglio Europeo ha elaborato un Piano d Azione per: rinforzare la cooperazione giudiziaria e di polizia; sviluppare gli strumenti giuridici internazionali; porre fine al finanziamento del terrorismo; rafforzare la sicurezza aerea; coordinare l azione globale dell unione europea. Il Consiglio dell UE con la Posizione comune 2001/931/ PESC, attuata con Regolamento 2580 del 2001, ha disposto il congelamento delle risorse economiche e finanziarie di persone fisiche e giuridiche comprese in speciali elenchi 41 e con la Decisione 2002/187/GAI, ha creato un ulteriore struttura di cooperazione in materia dubbi sulla loro conformità alla Carta giudiziaria, l Eurojust 42, con il compito di agevolare, sulla base dell analisi dell Europol, il coordinamento tra le autorità giudiziarie nazionali, dove al suo interno è stata istituita la Counter-Terrorism Task Force 43. Con tre Decisioni Quadro del 2002 dello stesso Consiglio dell UE è stato istituito il Mandato d Arresto Europeo ed elencati 32 ipotesi di reato terroristico, nonché rinforzata la collaborazione giudiziaria e di polizia attraverso l istituzione di squadre investigative speciali dell Europol. Il Consiglio Europeo, nel 2003, ha fissato la Strategia Europea in materia di sicurezza recependo la necessità per gli Stati di affrontare insieme le minacce come il terrorismo e, dopo gli attentati di Madrid del 2004 e Londra del 2005, ha emanato un nuovo Piano d Azione per rafforzare la collaborazione: fra Paesi europei, quella con l ONU e con gli USA. Inoltre, è stata creata la figura del Coordinatore antiterrorismo nell ambito del Segretariato del Consiglio dell UE e nel 2004 è stata istituita l EUROGENDFOR 44. LEGISLAZIONI NAZIONALI A seguito degli attentati del 2001, 2004 e 2005 le legislazioni nazionali si sono adattate per poter meglio contrastare il terrorismo 45. Gli USA hanno emanato, a partire dal 14 settembre 2001, una serie di atti confluiti poi nell USA Patriot ACT 46 destinato a espandere le competenze delle Agenzie investigative e di sicurezza, rendendo al contempo la loro attività meno assoggetta alla magistratura 47. In Gran Bretagna il reato di terrorismo era già previsto nei Treason Act, emanati a partire dal 1970 a seguito degli attentati dell IRA, ed è configurato come reato di tradimento contro lo Stato. L Anti-terrorism Crime and Security Act del 2001 ha attribuito all esecutivo il potere di emanare misure restrittive della libertà personale di cittadini stranieri sospettati di terrorismo sine die senza il controllo da parte dell Autorità Giudiziaria. Con il Terrorism Act del 2006 è stato introdotto il reato di incoraggiamento del terrorismo e punito sia l addestramento che la preparazione. L Italia come altri Paesi europei (Spagna, Francia, Belgio, ecc.) già aveva nel suo Ordinamento norme volte al contrasto del terrorismo. A seguito del caso Moro con legge 59 del 1978 era stato introdotto il reato di cui all Art. 270 CP sequestro di persona a scopo di terrorismo o di eversione. Con la Legge 15 del 1980 sono state apportate alcune modifiche al Codice Penale e introdotti gli articoli: 270- Bis associazione con finalità di terrorismo o di eversione dell ordine democratico e 280 attentato per finalità terroristiche o di eversione. Con successivi provvedimenti legislativi sono stati creati altri istituti volti a favorire l attività degli inquirenti come le agevolazioni per i dissociati e i collaboratori. Dopo il 2001 si è evidenziato che l Ordinamento italiano non possedeva gli strumenti investigativi e processuali 48 idonei ad affrontare adeguatamente il nuovo terrorismo. Occorreva adattare gli strumenti normativi interni al nuovo fenomeno e alle Risoluzioni e Convenzioni in materia, cui l Italia aveva aderito. Infatti, a fianco del terrorismo interno, vi erano associazioni che, seppure con base logistica in Italia, organizzavano e preparavano attentati da eseguirsi sul territorio di altri Stati. La legge n. 438 del 2001, come modificata dalla legge n. 374 del 2001, ha cambiato l art. 272- Bis CP estendendone l applicazione al terrorismo internazionale, creato l art. 270-ter CP assistenza agli associati e stabilito norme sulle perquisizioni, sulle attività sotto copertura, sulle prove e sulle intercettazioni telefoniche e telematiche. Con Legge 431 del 2001 è stato istituito il Comitato di Sicurezza Finanziaria (CSF) con lo scopo di attuare le misure sul congelamento dei patrimoni stabilite dall UE. A seguito degli eventi del 2005, l Italia con la legge 155 del 2005 ha introdotto gli articoli 272quater e quinquies CP che si riferiscono alle ipotesi di addestramento e arruolamento finalizzate al terrorismo anche internazionale e l art. 272-Sexies CP condotte con finalità di terrorismo che recepisce la definizione di reato di terrorismo prevista nella Decisione Quadro 2002/475/GAI del Consiglio dell UE. CONCLUSIONI I recenti eventi internazionali hanno mostrato come accanto alle tradizionali forme di terrorismo se ne siano evolute di nuove di rilevante consistenza. Ciò che è cambiato, rispetto alle preesistenti forme terroristiche, sono: la strategia, l organizzazione più diffusa e ramificata con importanti legami economici e, soprattutto, la capacità di colpire favorita anche dalle nuove tecnologie. Lo scopo del terrorismo è fare paura e, per questo motivo, cosa c è di meglio di un atto clamoroso in un era mediaticamente globalizzata? L analisi della materia porta a prendere atto di come la mancanza di una definizione universalmente condivisa in campo internazionale, costituisca un forte limite alla realizzazione di una normativa veramente valida che impedisca ai terroristi di sfruttare i vuoti normativi fra gli ordinamenti statali. Il cuore della questione è che la difficoltà di definire il terrorismo è soltanto di natura politica e non giuridica 49. Solo tramite un metodo condiviso si potrà giungere a uno strumento giuridico globale in grado di contrastare il fenomeno e sul quale basare le norme nazionali e regionali. Un ulteriore problema nasce dalla rottura dell equilibrio tra libertà e sicurezza. I recenti eventi hanno fatto crescere la paura e, sull onda dell emotività, sono state adottate norme che spesso non offrono adeguate garanzie di tutela per i cittadini. I progressi sono stati molti a livello sia delle Nazioni Unite, che regionale come nell Unione Europea, ma non sono ancora sufficienti. Solo con una forte azione diplomatica si potrà fare in modo che anche nel resto del Mondo siano adottate misure simili a quelle Occidentali. La battaglia è contro un avversario dalle innumerevoli facce; infatti, oltre a un nemico crudele, sprezzante del valore della vita, irrispettoso di ogni regola e svincolato da limiti territoriali, bisognerà combattere anche il mare in cui naviga costituito dalla cultura di certe popolazioni, dalla politica di alcuni Stati e dagli interessi, soprattutto economici. Il futuro sviluppo delle realtà regionali e il loro consolidarsi come l UE rappresenta un sicuro passo avanti, poiché consente un unica e coordinata azione e limita uno dei fattori di forza del terrorismo: la frammentazione culturale e giuridica. Per un efficace contrasto al terrorismo sarà molto importante, se non decisivo, ciò che riuscirà a realizzare la comunità internazionale nel prossimo decennio. 41 I mezzi di blocco previsti hanno sollevato dubbi sulla loro conformità alla Carta dei diritti fondamentali di Nizza 2000. Polidori, Il terrorismo internazionale negli ordinamenti giuridici dei paesi occidentali, pag. 78. 42 La decisione politica di istituire Eurojust era stata presa nel Consiglio di Tampere del 15-16 ottobre 1999. 43 Task Force istituita nel 2001, disciolta nel 2002 e poi ricostituita nel 2004. 44 Struttura operativa multinazionale con funzioni di polizia europea con Quartiere Generale presso Vicenza, vi partecipano Francia, Portogallo, Olanda, Spagna, Italia e dal 2008 anche la Romania. 45 Polidori, Il terrorismo internazionale negli ordinamenti giuridici dei paesi occidentali, pag. 92 e ss.. 46 Uniting and Strengthening America by Providing Appropriate Tools Requirea to Intercept and Obstruct Terrorism Act. 47 Ciò ha creato molte proteste in America soprattutto all interno dei movimenti per i diritti civili. 48 Intercettazioni, termini di custodia cautelare, attività sotto copertura, ecc. 49 Domini e Cattaneo, Cenni sul terrorismo, ISMI Venezia, Agosto 2003, pagg. 22 e ss, 34 e ss. 32 33

L INTERVENTO USA A PANAMA NEL 1989 (OPERAZIONE JUST CAUSE): ANALISI ALLA LUCE DEI PRINCIPLES FOR JOINT AND MULTINATIONAL OPERATIONS (AJP-01(C)) Capitano di Corvetta Giovanni ALOIA BACKGROUND DELLA CRISI Nel 1989, mentre l attenzione americana era rivolta al crollo del Muro di Berlino, a Panama nascevano le condizioni che avrebbero portato ad una guerra, molto vicina alla porta di casa. L operazione militare a Panama sarebbe stata il banco di prova per testare la validità delle modifiche apportate al sistema di comando militare degli Stati Uniti, dovute al Goldwater-Nichols Defence Reorganization Act 1 del 1986. Panoramica storica Ex colonia spagnola dal 1903, lo stesso anno Panama firma un accordo con gli USA per la realizzazione di un canale che unisca gli oceani Atlantico e Pacifico; nel 1914 venne ultimata la costruzione del canale all interno della Canal Zone, una striscia che si sviluppa per una larghezza di 5 miglia lungo entrambi i lati delle 52 miglia di lunghezza del canale, sorvegliata dalle truppe statunitensi. Per decenni, il canale ha avuto un ruolo centrale nelle strategie politiche, militari e commerciali degli Stati Uniti, consentendo il rapido trasferimento delle flotte da un oceano all altro. Nel 1977 i due Paesi giungono ad un accordo; Panama assumerà il controllo del canale a partire dal 1 gennaio 2000 (con la clausola che le truppe statunitensi sarebbero intervenute a difesa del canale nel caso ne fosse minacciata l integrità o la funzione). Noriega al potere Sino al 1983, Panama era retta dal dittatore Omar Torrijos mentre Manuel Antonio Noriega era un ufficiale dei servizi segreti panamensi che coltivava amicizie tanto nell intelligence degli USA quanto nel cartello della droga di Medellin. Alla morte di Torrijos, Noriega sale al potere e, subito dopo, i rapporti con il governo statunitense del Presidente Ronald W. Reagan, peggiorano; ad esasperare ulteriormente la situazione, a febbraio del 1988, le corti federali di Miami e Tampa, in Florida, incriminano Noriega per coinvolgimento nel traffico di droga. Il Presidente Reagan impone sanzioni economiche contro Panama per spingere il dittatore a lasciare la carica. Il mese seguente, spinti dalle sanzioni, elementi del Panamanian Defence Forces (PDF) 2 tentano un colpo di Stato; Noriega non perde il controllo, purga il PDF dagli elementi di dubbia fedeltà e reprime l opposizione politica interna. Il Presidente Reagan inasprisce le sanzioni, ordina l invio di altri militari nelle basi USA a Panama ed offre a Noriega la possibilità di lasciar cadere le incriminazioni in cambio delle sue dimissioni; il dittatore ignora l offerta. Durante le elezioni politiche a maggio del 1989, temendo brogli elettorali, il neo inquilino della Casa Bianca, il repubblicano George H. W. Bush, invia l ex-presidente Jimmy Carter a Panama come osservatore; 1 Vista come la normativa più significativa sulla Difesa dopo il National Security Act del 1947, il Goldwater- Nichols Defence Reorganization Act ha ottimizzato la catena di comando e controllo (che va dal Presidente al Segretario della Difesa ed, infine, al Chairman of the Joint Chief of Staff (CJCS)). Il CJCS diventa il principale consigliere militare del Presidente nonché il responsabile della preparazione e revisione dei piani operativi, conferendo un ruolo meramente consultivo ai capi delle singole Forze Armate. 2 Il dittatore Noriega ha creato il Panamanian Defence Force (PDF) riunendo tutte le forze armate sotto il suo comando e fondando una forza organizzata impiegata per consolidare ulteriormente la dittatura. Strumento di repressione molto temuto dalla popolazione civile, il PDF aveva un nucleo interno chiamato dobermann costituito da fedelissimi, organizzato come un commando e con il compito di difendere il dittatore da attentati e colpi di stato; al di fuori di questo nucleo interno, Noriega non godeva di un forte sostegno e, infatti, la maggior parte dei membri del PDF si sono arresi rapidamente quando gli Stati Uniti hanno invaso Panama il 20 dicembre 1989. 34 35

il leader dell opposizione batte il candidato appoggiato da Noriega con un ampio margine ma, visti i risultati, Noriega attribuisce tali risultati ad ingerenze straniere, annulla il voto ed avvia una campagna di violenza contro gli oppositori politici. Ad ottobre del 1989, il Maggiore Moisés Giroldi del PDF tenta un altro golpe e chiede aiuto alle truppe USA; non avendo tempo per controllare, e temendo un doppio gioco del Maggiore Giroldi, i militari statunitensi non intervengono pensando che si tratti di una messa in scena per rilanciare i sentimenti anti-americani e la popolarità di Noriega. Il colpo di stato ha luogo il 3 ottobre; Giroldi cattura Noriega ma rifiuta di consegnarlo alle truppe USA per la successiva estradizione. Senza alcun preavviso, Giroldi si arrende, forse persuaso dal dittatore stesso, e viene catturato e fucilato. Intanto negli USA Per essere pronti ad ogni evenienza, la National Command Authority (NCA) 3 ordina al SOUTHCOM 4 di iniziare la pianificazione di un piano operativo per un intervento militare a Panama. Il Generale Frederick F. Woerner, Jr. (US Army) in qualità di Commander in Chief of U.S. Southern Command (USCINCSO), viene incaricato dal Joint Chiefs of Staff di rivedere i piani di emergenza destinati a: soccorrere i cittadini USA a Panama; proteggere i leaders dell opposizione; soccorrere e liberare eventuali ostaggi; proteggere le proprietà ed i siti statunitensi; proteggere il canale; catturare il dittatore Noriega; smantellare il PDF; pacificare il paese e far ripartire i servizi essenziali. Alla fine del 1988, inizia la presidenza di George H. W. Bush; il Segretario alla Difesa è il repubblicano Richard Bruce Dick Cheney, mentre il Chairman of the Joint Chiefs of Staff (CJCS) è il Generale Colin Luther Powell. Ereditando tale situazione, il Presidente Bush sostituisce il Comandante dell United States Southern Command con il Generale Maxwell R. Thurman, (US Army), famoso nell esercito per il vigore non comune, l aggressività e la volontà di riuscire. Lo staff di SOUTHCOM risultava essere piccolo e non adatto per la pianificazione e l esecuzione di operazioni di grandi dimensioni; assunto il comando, il Generale Thurman chiede, ed ottiene, l annessione al suo comando del personale (sia staff che truppe combattenti) del XVIII Corpo aviotrasportato comandato dal Tenente Generale Carl W. Stiner (US Army). Il capo della cellula J-3 di SOUTHCOM è il Brigadiere Generale William W. Hertzog (US Army) che viene incaricato di rivedere il piano BLUE SPOON, preparato sotto il precedente comando del Generale Woerner. Gli obiettivi rimangono invariati ma si decide di aumentare le truppe impiegate (da 22.000 uomini previsti nella precedente pianificazione, sino a 27.000); nelle basi USA a Panama sono già presenti circa 12.000 militari pronti al combattimento. D-DAY: MERCOLEDÌ 20 DICEMBRE 1989 Aumenta la tensione A causa della crescente tensione, l Assemblea Nazionale Panamense dichiara che, a seguito di un aggressione da parte degli Stati Uniti, è in atto uno stato di guerra con gli USA. Il giorno dopo, membri del PDF compiono atti di violenza contro cittadini americani; muore un Ufficiale USA e altri 3 rimangono feriti. Un altro Ufficiale della US Navy e sua moglie, spettatori degli atti di violenza del PDF, vengono arrestati e condotti alla stazione di polizia per l interrogatorio; qui, i panamensi torturano l Ufficiale e minacciano di violentare la moglie. A Washington, alla luce di questi tre incresciosi accadimenti, il Presidente Bush ordina l esecuzione del piano BLUE SPOON, ribattezzato JUST CAUSE. Il Generale Stiner decide che l ora H sarà alle 01:00 del 20 dicembre 1989. Parte un massiccio ponte aereo dagli USA effettuato con oltre 200 aeromobili 5. Il movimento di aerei americani a Panama, però, compromette la sorpresa strategica; i leader del PDF intuiscono che sta per accadere qualcosa ma non riescono a capire cosa e quando accadrà. L attacco Il PDF è forte di 12.800 soldati (dei quali solo 4.000 addestrati al combattimento) e 28 carri armati; le truppe USA, quindi, sono nettamente superiori (sia come numero di uomini ed addestramento, che come numero e qualità dei mezzi). Le forze USA sono divise in 4 Task Forces che devono agire simultaneamente fra loro ed indipendentemente le une dalle altre: Task Force PACIFIC con i seguenti obiettivi: conquistare l aeroporto di Punta Paitilla; mettere in sicurezza il ponte sul fiume Pecora onde evitare l arrivo di rinforzi panamensi all aeroporto internazionale Torrijos-Tocumen; cercare Noriega in una villa sul Pacifico e a casa di una prostituta; conquistare la base del PDF a Rio Hato; isolare Panama City, circondare e neutralizzare La Comandancia (per eliminare il Comando e Controllo del PDF); conquistare l aeroporto internazionale Torrijos Tocumen. Task Force ATLANTIC con i seguenti obiettivi: attaccare e mettere in sicurezza il settore Colón-Gamboa, che si estende dall ingresso atlantico del canale sino a metà strada per Panama City; Task Force SEMPER FIDELIS con i seguenti obiettivi: conquistare 2 stazioni del PDF per rendere sicura la zona intorno alla Howard Air Force Base; occupare il ponte delle Americhe per impedire il transito di truppe del PDF da Rio Hato verso La Comandancia; Task Force BAYONET con aveva i seguenti obiettivi: entrare nell area urbana di Panama City e conquistare Fort Amador (nei pressi de La Comandancia); difendere l ambasciata USA; aiutare la Task Force PACIFIC a conquistare La Comandancia; A cavallo della mezzanotte fra il 19 ed il 20 dicembre, il PDF intuisce che sta per accadere qualcosa (sia alla luce del massiccio ponte aereo in arrivo nelle basi USA a Panama, che per una probabile accidentale fuga di notizie sull ora H) e si 3 National Command Authority è il termine usato dalle forze militari e dal governo degli USA per indicare la fonte che legittima gli ordini militari. Il termine si riferisce, collettivamente, al Presidente degli Stati Uniti (come Comandante in Capo delle forze militari) ed al Segretario della Difesa. 4 Il United States Southern Command (USSOUTHCOM) si trova a Miami, Florida, ed è uno dei dieci Unified Combatant Command (COCOMs) nel Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti. È responsabile per la pianificazione di emergenza, le operazioni, la sicurezza e la cooperazione per l America centrale e del Sud, i Caraibi (ad eccezione di territori, possedimenti e commonwealth degli Stati Uniti), Cuba, le Bahamas, le acque territoriali, nonché per la tutela delle risorse della forza militare americana di questi luoghi. Il Southcom ha anche la responsabilità di garantire la difesa del Canale di Panama e della Canal Zone. 5 Sono stati effettuati 408 voli con aerei da trasporto (55 con Lockheed C-130 Hercules, 254 con Lockheed C- 141 Starlifter e 99 con Lockheed C-5 Galaxy ) per il trasporto di circa 19.000 uomini, 12.000 tonnellate di materiali, cibo sufficiente a sfamare 50.000 uomini per 30 giorni, forniture mediche ed alloggi temporanei per i panamensi rimasti senza abitazione a causa dei combattimenti. A difesa del ponte aereo sono stati impiegati caccia McDonnel Douglas F-15 Eagle, General Dynamics F-16 Fighting Falcon e velivoli AWACS Boeing E-3 Sentry. 36 37

verificano scaramucce fra le truppe degli opposti schieramenti; allo scopo di non perdere la sorpresa strategica, il Generale Stiner anticipa l inizio delle operazioni di 15 minuti. Ricevuto l attacco massiccio e contemporaneo di tutte le forze statunitensi in teatro, il PDF attua una difesa molto semplice: difendersi e tenere le postazioni. Le truppe USA riescono ad avere rapidamente ragione dei panamensi; alcuni militari, però, sfuggono alla cattura e, a causa di ciò, il Generale Stiner teme azioni di guerriglia. Alle ore 15:55 del 20 dicembre 1989, il Generale Thurman dichiara raggiunti tutti gli obiettivi fissati per le 4 Task Forces ad eccezione della cattura del dittatore che, di ritorno dalla casa di una prostituta, incappa in un posto di blocco della Task Force PACIFIC, ma riesce a fuggire. Inizio dell operazione PROMOTE LIBERTY Parte l operazione PROMOTE LIBERTY (un operazione civile-militare) con lo scopo di ristabilire l ordine ed i servizi essenziali; l operazione ha i seguenti obiettivi: ripristinare le funzioni base a Panama City; istituire una forza di polizia; distribuire cibo di emergenza; eseguire controlli notturni sulla città; proteggere le proprietà private di tutti i cittadini; ripristinare la produzione e distribuzione dei giornali; pubblicizzare il governo del neo- Presidente Endara (reale vincitore delle elezioni politiche tenutesi a maggio ed annullate dal dittatore). Contestualmente all operazione PROMOTE LIBERTY, il Generale Thurman autorizza l esecuzione di operazioni PSYOPS per convincere i panamensi che le truppe USA sono state dispiegate: per proteggere la vita e le proprietà dei cittadini USA; per aiutare il presidente Endara a formare un governo che risponda alle aspirazioni ed alla volontà del popolo panamense; a causa degli attriti con il dittatore Noriega, non con il popolo panamense; temporaneamente, e che sarebbero ripartite quando il nuovo governo fosse stato in grado di guidare il Paese. La caccia a Noriega Noriega viene considerato un simbolo della resistenza ma non rappresenta una reale minaccia militare; nonostante ciò, la sua cattura viene considerata la condicio sine qua non per consentire al grosso delle truppe USA di lasciare Panama. Il ritiro dei militari statunitensi deve avvenire il più rapidamente possibile per: non delegittimare il governo del neo- Presidente Endara; non apparire come invasori di un Paese Latino-Americano. Appare ovvio che per non delegittimare il neo-presidente panamense, questi deve essere in grado di ristabilire l ordine e la legge nel Paese senza l aiuto delle truppe USA ma, per rendergli più agevole il compito, bisogna assicurare Noriega alla giustizia. Il 24 dicembre 1989, Noriega contatta il Nunzio Apostolico a Panama, Monsignor Jose Sebastian Laboa che, per far terminare gli scontri e gli spargimenti di sangue, accoglie l ex dittatore nella Nunciatura di Panama City; Monsignor Laboa vorrebbe aiutarlo ad eludere i controlli americani per recarsi a Cuba o in Spagna. Le truppe americane circondano la Nunciatura. Il 3 gennaio 1990, dopo trattative infruttuose, Monsignor Laboa impone a Noriega di arrendersi, minacciandolo di togliere l immunità diplomatica alla Nunciatura consentendo, di fatto, l ingresso dei militari statunitensi. Alle 20:45 Noriega si arrende e si consegna alle truppe USA. Alla fine dei combattimenti, si contano 23 morti e 322 feriti fra le truppe USA e 314 morti, 123 feriti e 468 arrestati fra le truppe del PDF. Insegnamenti dell Operazione JUST CAUSE L operazione JUST CAUSE ha mostrato progressi significativi verso l interoperabilità joint delle forze militari ed ha potuto usufruire dei seguenti vantaggi: le indicazioni da parte della NCA sono state chiare e precise; il piano è stato preparato nei minimi dettagli; il piano e la relativa catena di comando e controllo erano chiari e semplici; l esecuzione del piano è stata provata; il piano è stato attuato senza nessuna modifica in corsa. La trasmissione delle linee guida sull operazione di emergenza panamense, da parte della NCA al generale Thurman ed al generale Stiner, riflette le modifiche apportate dal Goldwater-Nichols Defence Reorganization Act del 1986, e cioè: il CJCS è l unico consulente militare del Presidente degli USA e del Segretario alla Difesa e comanda tutte le forze militari (i membri del Joint Chiefs of Staff sono consulenti del Chairman); in questo modo si eliminano i tempi morti nella pianificazione e si migliora il comando, il coordinamento ed il controllo delle forze; il Comandante delle truppe in teatro gode di piena libertà d azione nell ambito della missione assegnata; la catena di comando a livello politicostrategico è essenziale, semplice e chiara (limitata alla NCA ed al CJCS) mentre, a livello tattico, è stata creata una struttura di comando corta e decentrata che consente ai comandanti delle Task Forces di operare in modo indipendente e flessibile all interno delle missioni assegnate e di affrontare gli imprevisti presto e bene. Dopo l avvio delle operazioni, il generale Stiner si è limitato al supporto dei Comandanti delle Task Forces nel rispetto del piano operativo. il CJCS ha lasciato piena autonomia ai Comandanti in teatro durante la condotta militare dell operazione, ma ha gestito direttamente gli aspetti che avevano dirette implicazioni politiche. Ciò dimostra che il CJCS colloquia direttamente con il Presidente, il Segretario alla Difesa, il Dipartimento di Stato e le agenzie federali. ANALISI DEGLI EVENTI ALLA LUCE DELLA AJP-01(C) Tra le varie pubblicazioni dottrinali della NATO, la AJP-01(C) è al vertice della struttura gerarchica del livello operativo 6. Essa introduce alcuni principi chiave elaborati per le più recenti operazioni di tipo joint e combined, che stanno alla base dello sviluppo della dottrina moderna. La terza ed ultima edizione del documento (la revisione C, appunto) ha recepito i cambiamenti intervenuti nell Alleanza a seguito dei summit di Praga (2002) e di Istanbul (2004) riguardanti l implementazione della nuova struttura di comando NATO e del concetto di NATO Reaction Forces (NRF). Si analizza, ora, la pianificazione e la condotta dell operazione JUST CAUSE alla luce dei Principles of Allied Joint and Multinational Operations (principi cardine della moderna dottrina militare alleata) per verificare se, e in quale misura, tali principi sono stati applicati. Definizione degli obiettivi Per la pianificazione e la condotta delle operazioni militari, gli obiettivi e l End State desiderato devono essere definiti chiaramente e compresi in maniera univoca. Per gli americani, l End State era avere uno Stato Panamense democratico e, per fare ciò, era indispensabile catturare il Generale Noriega e smantellare il PDF a lui fedele; gli obiettivi da raggiungere per il conseguimento dell End State erano stati 6 La AJP-01(C) è rivolta principalmente alla NATO ma la sua applicabilità può essere estesa anche alle operazioni condotte da coalizioni composte da Paesi NATO, Paesi partners, Paesi non-nato ed altre organizzazioni. 38 39

chiaramente definiti in fase di pianificazione e perfettamente compresi dai comandanti in teatro. Essi erano la conquista delle sedi del PDF (allo scopo di eliminarne la capacita di comando e controllo e di catturarne i membri), il presidio dei choke points (come, ad esempio, il ponte delle Americhe ed il ponte sul fiume Pecora, onde agevolare i movimenti delle forze statunitensi ed ostacolarla quelli dei militari panamensi), proteggere le basi americane a difesa del Canale e l integrità del Canale stesso, catturare il Generale Noriega (considerato il Center of Gravity di tutta l operazione). L andamento favorevole dei combattimenti ha consentito ai Comandanti in teatro di non apportare modifiche al piano operativo durante la sua esecuzione consentendo, così, di porre fine alle operazioni in tempi molto brevi. Unità di sforzo È necessario coordinare tutte le attività per realizzare il massimo sforzo combinato; per ottenere ciò, le forze militari attuano l unità di comando che prevede, anche, coesione fra pianificazione ed esecuzione del piano. Il comando e controllo americano fu un sicuro punto di forza delle proprie truppe. Ereditato il problema panamense all atto della sua elezione, il Presidente Bush nomina il Generale Maxwell R. Thurman, (US Army) come Comandante di SOUTHCOM (nella cui zona di competenza rientra Panama); il Generale Thurman, a sua volta, nomina il Tenente Generale Carl W. Stiner (US Army) Comandante del XVIII Corpo aviotrasportato, come comandante di tutte le forze che avrebbero preso parte all operazione. Inoltre, la catena di comando a livello politico-strategico era semplice e poco ampia mentre, quella a livello tattico, era corta e decentrata (accordando ai comandanti delle Task Forces indipendenza e flessibilità). Il generale Thurman rappresentava il livello strategicomilitare, il Generale Stiner quello operativo mentre, i Comandanti delle 4 Task Forces, erano i comandanti tattici; l estrema vicinanza dei 3 diversi livelli nell Area di Operazione, ha favorito l Unità di Comando e l Unità di Sforzo. Le forze panamensi, già prima di subire l attacco, non avevano una struttura di comando e controllo all altezza della situazione e, tale capacità, è stata azzerata dagli americani con le prime operazioni; il dittatore, unico comandante supremo riconosciuto dal PDF, non ha mai preso parte al conflitto. Sostentamento Il sostentamento è di fondamentale importanza per la buona riuscita di una campagna militare e deve essere parte integrante della pianificazione operativa. In questo caso gli USA avevano basi militari già presenti nell area di operazione; questo faceva sì che uomini, armi, mezzi e supporto logistico, fossero già presenti in quantità considerevole nel Paese Latino- Americano. Nelle ore precedenti lo scoppio delle ostilità, inoltre, un massiccio ponte aereo ha consentito di trasportare uomini e materiali dalle basi negli USA sino a Panama, consentendo il dispiegamento delle forze e l attacco simultaneo su tutti gli obiettivi all ora H; l azione dei combattenti a terra era supportata da elicotteri da combattimento, aerei d attacco e veicoli blindati leggeri. Qualora se ne fosse verificata la necessità, gli Stati Uniti avrebbero potuto far affluire a Panama tutto il necessario in tempi molto brevi. La controparte panamense non poteva contare su nessuna forma di sostentamento. Concentrazione delle forze Le forze devono essere concentrate al momento e nel luogo decisivo allo scopo di conseguire il risultato previsto. Al momento dell attacco tutte le truppe erano ai posti assegnati, quindi l operazione è stata avviata e condotta come previsto, consentendo l attacco simultaneo e massivo su tutti gli obiettivi individuati in fase di pianificazione; ben 27 obiettivi sono stati colpiti contemporaneamente da una forza combinata di Marines, SEAL della US Navy, nonché Rangers, Paracadutisti e Fanteria Leggera dell US Army. Per contro, i membri del PDF avevano intuito che stesse per succedere qualcosa ma pensavano, erroneamente, che gli americani avrebbero tentato il rapimento del dittatore, e non un operazione in larga scala come si è poi verificata. C è da dire, anche, che il PDF non era un vero esercito ma, piuttosto, uno strumento nelle mani del dittatore che egli usava per la difesa personale e per la repressione di dissidi interni; le truppe del PDF erano meno numerose, male addestrate e peggio equipaggiate rispetto a quelle americane, non potevano sperare nell aiuto della popolazione (da anni sottoposta a sanguinarie repressioni) e, inoltre, non potevano ricevere rinforzi ne rifornimenti da nessuna parte. Questo conflitto potrebbe essere definito come uno sorta di scontro fra un Davide panamense (malvagio ed oppressore) ed un Golia americano per il quale, data per scontata la vittoria, lo scopo era raggiungere l End State con perdite minime, in tempi rapidi e con pochi danni collaterali per la popolazione panamense (risultato richiesto con particolare enfasi dalla NCA e che è stato raggiunto grazie alla precisione delle nuove armi americane come, ad esempio, il bombardiere tattico F-117 Stealth, l elicottero d attacco AH-64 Apache e la cannoniera volante AC-130 Spectre ). Economia dello sforzo Non disponendo di risorse illimitate, sarà necessario farne un utilizzo oculato per raggiungere gli obiettivi il cui conseguimento non può essere compromesso. Le 4 Task Forces in cui erano divise le truppe americane, sono state opportunamente dimensionate per il conseguimento degli obiettivi ed hanno iniziato le operazioni contemporaneamente contro 27 obiettivi. L andamento positivo dei combattimenti ha consentito al Generale Stiner di non cambiare il piano in corsa ; in caso contrario gli americani avrebbero dovuto rinunciare al conseguimento di obiettivi meno paganti per poter concentrare le forze su obiettivi primari. Flessibilità I piani devono essere flessibili per poter affrontare situazioni impreviste e per dare ai Comandanti piena libertà di azione onde rispondere alle mutevoli circostanze. In fase di pianificazione si è tenuto conto di questo principio e, infatti, erano previste 2 opzioni. Nel caso in cui il PDF avesse preso cittadini USA come ostaggi o avesse minacciato il canale, le operazioni sarebbero iniziate solo con le truppe già presenti sul suolo panamense mentre, le forze ancora negli Stati Uniti, sarebbero state trasportate a Panama per iniziare prima possibile il combattimento; nel caso in cui, invece, non si fossero verificate condizioni di emergenza, le truppe USA avrebbero completato il dispiegamento e, solo dopo, iniziato le operazioni. Inoltre, a seguito della perdita della sorpresa strategica e grazie alla flessibilità intrinseca del piano, il Generale americano ha potuto anticipare l inizio delle operazioni di 15 minuti. Iniziativa L iniziativa viene sviluppata attraverso la fiducia reciproca e la comprensione chiara ed univoca degli obiettivi; per consentire questo, un comandante deve poter usare l iniziativa e deve, a sua volta, incoraggiare i subordinati a comportarsi allo stesso modo, senza temere le conseguenze di un fallimento. Durante le operazioni a Panama, i militari americani hanno condotto le operazioni seguendo il piano 40 41

e tenendo stabilmente l iniziativa; inoltre, i Comandanti delle 4 Task Forces avevano potere decisionale necessario ad affrontare rapidamente tutte le possibili situazioni. Le truppe panamensi sono state colte quasi alla sprovvista dal massivo attacco e, durante i combattimenti, si sono limitati alla difesa. Tre giorni dopo l inizio delle ostilità, mentre gli americani davano la caccia a Noriega, elementi del PDF sfuggiti alla cattura, hanno assunto l iniziativa mettendo in atto un azione di guerriglia (più che una vera azione di guerra), assaltando l Ambasciata statunitense a Panama City; l azione ha causato il ferimento di un diplomatico americano. Mantenimento del morale I Comandanti devono promuovere l autostima nei propri subordinati e devono dare loro uno scopo comune onde favorire l unità degli sforzi; il morale alto dipende da una buona leadership, che infonde coraggio, energia e determinazione. I vertici di SOUTHCOM erano militari di spiccate e provate capacità; le truppe, dal canto loro, erano addestrate ed equipaggiate, conoscevano il piano, erano al corrente degli obiettivi e sapevano delle molestie subite dai loro compatrioti da parte del regime panamense; l andamento favorevole delle operazioni ha contribuito a tenere alto il morale. Per contro, il morale dei militari panamensi non doveva essere dei migliori; il leader per cui rischiavano di morire non ha mai partecipato ai combattimenti e, le sconfitte subite su tutti i fronti, hanno contribuito a fiaccare i panamensi che, a meno di pochi irriducibili, si sono arresi dopo meno di 24 ore dall inizio del conflitto. Sorpresa La sorpresa viene costruita su velocità, segreto ed inganno ed è fondamentale per rompere la coesione dell avversario. La sorpresa si ha quando s impedisce al nemico di allertarsi, di prepararsi all azione, quando si agisce essenzialmente secondo delle modalità che il nemico stesso reputa estremamente improbabili, se non addirittura impossibili. I vertici del PDF avevano notato il massiccio movimento di aerei USA verso Panama e avevano intuito che sarebbe accaduto qualcosa; inoltre, avevano saputo dell ora H 7. Erroneamente credevano che gli americani si sarebbero limitati ad un colpo di mano per rapire Noriega; il PDF non si aspettava l invasione del Paese o, più semplicemente, non era in grado di fronteggiare una simile eventualità. Sicurezza La sicurezza favorisce libertà d azione limitando le vulnerabilità riguardo possibili atti ostili; la sicurezza viene favorita dall addestramento 8 e con la negazione delle informazioni critiche all avversario. È già stato detto che la sorpresa strategica era stata compromessa ma, nonostante ciò, il supporto fornito dagli attacchi chirurgici (portati a termine con i già citati bombardieri tattici F-117 Stealth, elicotteri d attacco AH-64 Apache e cannoniere volanti AC- 130 Spectre ) ha consentito agli americani di avere piena protezione tridimensionale, controllo dell area di operazione e, quindi, piena libertà d azione durante il dispiegamento ed il combattimento. Semplicità Piani semplici ed ordini chiari riducono al minimo le incomprensioni e la confusione; i vertici di SOUTHCOM hanno preparato un piano semplice nella sua concezione, ma di delicatissima attuazione. La linearità degli eventi pianificati ha permesso ai Comandanti delle 4 Task Forces di avere ben chiaro quale fosse l intendimento delle Superiori Autorità, riducendo al minimo le incomprensioni. Le truppe del PDF non sapevano cose stesse per accadere e non avevano un piano difensivo. Multinazionalità Tale principio non è applicabile a questa operazione che ha visto contrapposte le truppe USA da una parte, contro le truppe panamensi dall altra; entrambe hanno agito senza aiuti da altri Paesi. OPERAZIONE JUST CAUSE : INSEGNAMENTI E CONCLUSIONI L operazione JUST CAUSE rappresenta l intervento militare americano per destituire ed assicurare alla giustizia a stelle e strisce il dittatore panamense Noriega 9. Tralasciando le motivazioni politiche e giuridiche che hanno portato allo scontro, l evento militare rappresenta un ottimo esempio di come si dovrebbe pianificare e condurre un operazione militare joint. Il Goldwater-Nichols Defence Reorganization Act del 1986 ha riformato la struttura di comando e controllo delle forze militari americane conferendo maggiori poteri al CJCS ed avviando una visione interforze di tutto lo strumento militare 10. L operazione JUST CAUSE, utile banco di prova per testare la riforma, è un operazione joint durante la quale le 4 Forze Armate americane (impiegate contemporaneamente) hanno agito e cooperato sul campo di battaglia. Altro sicuro punto di forza (come più volte ripetuto) è stata la catena di comando e controllo: breve, semplice e ben definita a livello strategico ed operativo, corta e fortemente decentrata al livello dei comandanti tattici. Dall analisi degli eventi si evince che in fase di pianificazione sono stati tenuti in debita considerazione i principi fondamentali della dottrina NATO: trascurando il principio della multinazionalità (non applicato in quanto sono state impegnate solo truppe militari statunitensi), i pianificatori hanno commesso errori riguardo la sorpresa, compromessa a causa del ponte aereo necessario al trasporto delle truppe dagli USA sino a Panama. Difficile decidere quale principio sia stato più determinante degli altri in termini di contributo alla vittoria finale. Questo fa capire quanto tali principi, importanti per l attuale dottrina militare, siano realmente frutto dello studio di esperienze e lessons learned del passato. Per onestà occorre dire che, data la sproporzione delle forze in campo sotto tutti i punti di vista (numero di uomini, addestramento, mezzi a disposizione, supporto logistico, ecc) l operazione DOVEVA concludersi con una vittoria statunitense; un accurata pianificazione ha agevolato la rapida disfatta panamense. 7 Un militare panamense aveva casualmente ascoltato la conversazione in spagnolo di due militari americani che dicevano, appunto, che l ora H sarebbe stata alle 01:00 del 20 dicembre. 8 Nella seconda metà degli anni 80, le truppe americane perfezionavano il loro addestramento con fuoco vero, con esercitazioni notturne e con preparazione alle Military Operation in Urban Terrain (MOUT). 9 Probabilmente l amministrazione USA sapeva del coinvolgimento di Noriega nel traffico di droga almeno fin dal 1972; il politico-militare panamense, però, era sul libro-paga della CIA in quanto aiutava le forze filo-statunitensi in Centro-America, agendo come canale per i dollari e, secondo alcune fonti, per le armi americane. Nel 1989, però, fu chiaro che Noriega non era più controllabile dagli USA. L ex-dittatore venne processato a Miami, in Florida, nell aprile 1992 con 8 capi d imputazione tra cui traffico di droga, estorsione e riciclaggio di denaro sporco. L impianto accusatorio è stato rivisto più volte, man mano che sorgevano dubbi con i testimoni, le cui storie si contraddicevano a vicenda. Il procuratore statunitense trattò con 26 diversi trafficanti che, in cambio della loro deposizione, ottennero riduzioni di pena, pagamenti in contanti, ed il permesso di tenersi i proventi della droga. Alcuni testimoni hanno in seguito ritrattato le loro deposizioni mentre agenti di CIA, DEA, DIA e Mossad israeliano (che erano a conoscenza delle attività di Noriega), hanno detto in pubblico che il processo era una messinscena. Noriega venne dichiarato colpevole e condannato il 16 settembre 1992, a 40 anni di prigione per traffico di droga ed estorsione. La condanna viene ridotta a 30 anni nel 1999. Nel 1995, intanto, Noriega viene processato in contumacia a Panama per i crimini commessi in passato; viene dichiarato colpevole e, nel 1999, la giustizia panamense ne chiede l estradizione. Pochi giorni prima della scarcerazione ad agosto 2007, un giudice americano concede l estradizione in Francia dell ex dittatore (che deve scontare una ulteriore condanna del tribunale francese), respingendo la richiesta degli avvocati di Noriega che miravano al ritorno a Panama. 10 Il Goldwater-Nichols Act nasce per evitare il ripetersi di fatti come la morte dei 241 Marines in un attentato terroristico a Beirut nel 1982 e a seguito dei problemi avuti durante l intervento a Grenada nel 1983. In ambo i casi, le cause vanno cercate nella catena di comando e controllo e nella scarsa capacità di interoperabilità. 42 43