DIDATTICA INCLUSIVA E APPRENDIMENTO COOPERATIVO



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CTRH Cantù 2 PER UNA DIDATTICA DELL INCLUSIONE Corso di formazione di base per docenti curricolari e docenti di sostegno DIDATTICA INCLUSIVA E APPRENDIMENTO COOPERATIVO Docente specializzata 23 aprile 2013 1) Scuola inclusiva per i BES 2) Il tutoring 3) L apprendimento cooperativo: alcuni riferimenti teorici applicazione didattica presentazione di esperienze 4) Metodologia della partecipazione alla cultura del compito 1

Scuola inclusiva Inclusione: una scelta irrinunciabile per rispondere adeguatamente ai crescenti BES di una scuola per tutti (disabilità, difficoltà, svantaggio) La progressiva inclusione dei BES è coerente con l affermazione a livello internazionale del modello ICF dell OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) Rapporto "Gli alunni con disabilità nella scuola italiana: bilancio e proposte", su iniziativa della Associazione TreeLLLe, della Caritas Italiana e della Fondazione Agnelli. Analisi delle modalità con cui, da trent'anni, la scuola italiana attua l'integrazione dei soggetti con disabilità. Roma il 14 giugno 2011 Obiettivo: garantire la piena corresponsabilizzazione di tutti i docenti: la qualità dell integrazione si fa con la didattica individualizzata quotidiana da parte di tutti gli insegnanti, non con la delega all insegnante di sostegno 2

BES INCLUSIONE come? DOCENTI CURRICOLARI COMPAGNI COME RISORSA Le strategie didattiche e gli strumenti La progettualità didattica orientata all inclusione comporta l adozione di strumenti e metodologie favorenti, quali l apprendimento cooperativo, il lavoro di gruppo e/o a coppie, il tutoring, l apprendimento per scoperta, la suddivisione del tempo in tempi, l utilizzo di mediatori didattici, di attrezzature e ausili informatici, di software e sussidi specifici. (Linee guida per l integrazione scolastica di alunni con disabilità 2009) 3

L apprendimento - insegnamento Un sistema inclusivo considera l alunno protagonista dell apprendimento, qualunque siano le sue capacità, le sue potenzialità e i suoi limiti. Va favorita, pertanto, la costruzione attiva della conoscenza, attivando le personali strategie di approccio al sapere, rispettando i ritmi e gli stili d apprendimento e assecondando i meccanismi di autoregolazione. Si suggerisce il ricorso alla metodologia dell apprendimento cooperativo (Linee guida per l integrazione scolastica di alunni con disabilità 2009) Il tutoring Chi insegna, impara ( Qui docet, discit, Comenio) Schema tutoring.jpg 4

Apprendimento cooperativo: premessa Lavoro di gruppo o Gruppo di lavoro? Definizione di Apprendimento Cooperativo Un gruppo cooperativo è un gruppo di alunni con abilità diverse che lavorano insieme per risolvere un problema o per portare a termine un progetto. In ogni gruppo eterogeneo di studenti, ci sarà la possibilità per un alunno più competente di assistere un compagno scolasticamente meno capace. (Vygotskij, 1962) Una classe cooperativa è un insieme di piccoli gruppi di studenti relativamente permanente e composto in modo eterogeneo, unito per portare a termine un attività e produrre una serie di progetti o prodotti che richiedono una responsabilità individuale nell acquisizione delle competenze utili al raggiungimento dello scopo. (D. Pavan, Scuola media statale Giorgione, Castelfranco Veneto, 2 Convegno internazionale La qualità dell integrazione scolastica ) 5

Area di sviluppo prossimale.jpg Area A: Area delle COMPETENZE: tutto ciò che so e so fare da solo (sapere, saper fare, saper essere); Area C: area dell INCOMPETENZA: tutto quello che non conosco; AREA B: intermedia tra le due: Area dello SVILUPPO PROSSIMALE, io non sono capace di fare da solo, ma se qualcuno mi aiuta, riesco a fare. E l area degli APPRENDIMENTI 6

Dove nasce l Apprendimento Cooperativo? Non in Italia. Scuola americana: Johnson, università di Minneapolis Cohen, università di Stanford Scuola israeliana: Sharan, università di Tel Aviv Perché l apprendimento cooperativo porta vantaggi? Componente motivazionale la risposta dell uno aiuta quella dell altro. Il gruppo è mezzo per conseguire gli obiettivi di apprendimento individuale Componente sociale necessità nella società di oggi di interdipendenza positiva, di abilità sociali Componente cognitiva l interazione fra gli allievi su obiettivi cognitivi aumenta la loro padronanza dei concetti 7

I cinque elementi dell apprendimento cooperativo Interdipendenza positiva Se ogni membro del gruppo è un potenziale apportatore di contributi, anche gli altri si sentono di dipendere Responsabilità individuale Ogni componente del gruppo è responsabile del contributo che deve dare all altro Interazione costruttiva Gli alunni condividono le risorse, si sostengono, discutono le strategie per la soluzione Abilità sociali Come quelle cognitive, vanno insegnate Valutazione di gruppo E il momento della riflessione Anna sul Borghi processo di apprendimento La promozione del clima di classe cooperativo 1. L accoglienza di inizio anno scolastico 2. La foto della classe 3. I cartellini con i nomi sui banchi 4. Gli incarichi della classe 5. La condivisione delle regole della classe 6. La registrazione degli assenti 7. Il prendersi cura dei compagni assenti 8. Canzoni, giochi o rituali condivisi 9. Festeggiamento di compleanni o onomastici 10... Promuovere l interdipendenza positiva 8

Elementi fondanti il metodo (scuola americana) 1. Sviluppo delle abilità sociali 2. Ruolo dell insegnante 3. Formazione gruppi 4. Materiali 5. Aula 6. Attività 7. Valutazione Lavorare in gruppo con L APPRENDIMENTO COOPERATIVO una proposta nuova per imparare un po di geometria e non solo 9

Presentazione di esperienze Scuola Oliver Twist di Cometa Formazione Classe 1 Manutentori Legno Anno sc. 2010-11 Appr coop storia 2010-'11.doc Classe 2 Salabar Anno scolastico 2012-13 Appr coop geometria 2012-'13.doc L alunno in difficoltà: qualche riflessione Non è facile far interagire tutti gli alunni, in atteggiamento di interdipendenza, soprattutto quando gli alunni sono problematici; Occorre valorizzare maggiormente la componente compagni; E necessario essere convinti che non è solo con l insegnante che gli sta vicino che l alunno in difficoltà può imparare; Bisogna credere che il bravo non perde tempo, che anche lui trae vantaggio; 10

Una possibile risposta metodologica La partecipazione alla cultura di un compito. L alunno disabile partecipa agli stessi Apprendimenti e alle stesse lezioni del gruppo classe, con una metodologia adatta alle sue capacità. Condivide un atmosfera culturale. Il castello dell'innominato.jpg Il castello produzione scritta.jpg Distinzione fra apprendimento di un compito e partecipazione alla cultura di un compito (Moretti, 1982) Rivista Handicap & Scuola, Torino Fibre filati.jpg 11

Con i gravi si può Con l alunno grave si può correre il rischio della separatezza e quindi dell esclusione. Ci sono alunni che, pur rimanendo in classe, lavorano sempre individualmente con l insegnante, per il sostegno o curricolare, sempre individualmente, senza partecipare al lavoro dei compagni. Lavorare con i gravi è difficile, ma i percorsi individualizzati debbono sempre restare ancorati alla programmazione di classe. L allievo disabile va condotto a percepire che i compiti di apprendimento dei compagni di classe possono essere affrontati a diversi livelli di complessità, possono essere partecipati. Negando allo studente la possibilità di condividere la stessa atmosfera culturale del gruppo, lo si priva di possibili occasioni di crescita, lo si isola e lo si emargina. D altra parte nell esperienza di ciascuno si verifica la possibilità di partecipare a esperienze culturali, artistiche, ricreative, senza essere pienamente esperti, ma con il gusto e la curiosità di accrescere nel tempo conoscenza e sensibilità verso quella particolare manifestazione del pensiero. (M.Pavone, M.Tortello, a cura di, Individualizzazione e integrazione,la Scuola, 2002 ). 12

L alunno in difficoltà e l apprendimento cooperativo un esperienza di partecipazione alla cultura del compito geometria per A..doc Il confronto educativo con l alunno in difficoltà spesso non è gratificante; è facile sentirsi scoraggiati nel constatare gli insuccessi e i tempi lunghi per osservare cambiamenti anche minimi. D altra parte, l evento educativo non è un impresa economica, dove i conti devono assolutamente pareggiare a fine mese. Chi può dire cosa avviene nell educando, chi mai potrà entrare nella sua coscienza per scoprirne le zone d ombra o i lidi pieni di sole. D Alonzo, tratto da Marisa Pavone e Mario Tortello, a cura di, Individualizzazione e integrazione, La Scuola, Brescia, 2002 13

Bibliografia 1. Johnson D., Johoson R., Apprendimento cooperativo in classe, Erickson 2. Andrich S.,Miato L., La didattica inclusiva, Erickson 3. Ianes D., Macchia V., La didattica per i Bisogni Educativi Speciali, Erickson 4. M.Pavone, M.Tortello, a cura di, Individualizzazione e integrazione, La Scuola, Grazie per l attenzione 14