Raccolta e gestione dei rifiuti: oltre l emergenza 1 Sintesi Aspetti positivi: il nuovo modello di raccolta differenziata si sta rivelando efficace ai fini dell incremento delle quantità differenziate. In termini di percentuale di raccolta differenziata Roma è ormai diventata la seconda grande città d Europa, dopo Berlino la separazione di 5 frazioni (carta, umido, multimateriale leggero plastica e alluminio, vetro raccolto separatamente e indifferenziato) dovrebbe migliorare la qualità delle frazioni differenziate e quindi le possibilità di recupero di materia la progressiva riduzione delle quantità indifferenziate dovrebbe rapidamente rendere sufficiente la capacità di trattamento attualmente operativa e disponibile Aspetti negativi: il costo della gestione dei rifiuti a Roma è fra i più alti d Italia i costi della raccolta differenziata sono in forte aumento gli impianti Ama di valorizzazione delle raccolte differenziate nell ultimo periodo hanno funzionato prevalentemente come centri di trasferenza i costi di trattamento e smaltimento dell indifferenziato sono alti a causa della spedizione dei rifiuti fuori regione Roma non ha ancora una discarica di servizio né sufficienti impianti di compostaggio il sistema di gestione dell indifferenziato basato sul trattamento meccanico biologico (TMB) comporta residui e scarti da avviare a discarica pari a oltre il 50% del rifiuto indifferenziato iniziale (più del doppio rispetto all opzione di termovalorizzare il rifiuto tal quale, che produce ceneri residue pari al 20%-25% del rifiuto trattato) Linee di intervento 1. Priorità al recupero: la raccolta differenziata non è un obiettivo finale, ma intermedio. Ama deve assicurare la valorizzazione della raccolta differenziata e l avvio a riciclo (o recupero energetico) della massima percentuale di raccolta differenziata possibile, così da massimizzare i ricavi da frazioni differenziate in detrazione rispetto ai costi crescenti sopportati dai cittadini (Eco-distretti) 2. Sostenibilità del ciclo dei rifiuti: massimizzare raccolta differenziata e recupero di materia, termovalorizzando il residuo secco tal quale (recupero energetico) per minimizzare il fabbisogno di discarica 3. Chiusura del ciclo: realizzare un adeguata capacità di compostaggio e dotarsi di tecnologie in grado di trasformare i rifiuti residui in materiali trattati, innocui e mineralizzati, da alloggiare in appositi siti, superando così il concetto di discarica di servizio, interrompendo la spedizione onerosa fuori regione, ed evitando altresì ulteriori procedure di infrazione da parte dell UE. 1. Da due anni Roma si è messa a correre per raggiungere livelli elevati di raccolta differenziata (RD). L'accelerazione è stata impressionante: si è passati dal 24,3% del novembre 2012 al 39,2% del novembre 2014. Da gennaio di quest'anno l'incremento a fine anno sarà superiore agli 8,5 punti percentuali sulla media dell'anno precedente (31,1% RD nel 1 A cura di Marco Causi.
2013, 39,7% RD nel 2014). Ciò vuol dire che circa 700.000 ton di rifiuti, nel 2014, sono state sottratte ad inceneritori e discariche per essere consegnate a riciclaggio e compostaggio. Una quantità pari alla portata del più grande inceneritore italiano (Brescia). Ogni anno, d'ora in avanti, sarà risparmiato un mega inceneritore. Le 700.000 ton inviate a recupero (di cui 150.000 ton consegnate al compostaggio) rappresentano circa il 7% del totale italiano dei rifiuti differenziati. Se ne evince che i romani non sono refrattari o incapaci di fare la RD, la lentezza con cui storicamente Roma si è mossa verso la RD (solo il 5 per cento all inizio del nuovo secolo, meno del 20 per cento nel 2008) è stata causata dalla dipendenza della città dalla droga del sistema imperneato sulla discarica di Malagrotta. 2. Tutti i rifiuti raccolti differenziati sono consegnati alle piattaforme di riciclaggio o agli impianti di compostaggio (i rifiuti organici). Sostenere il contrario è un alibi per giustificare indisciplina e qualunquismo. I rifiuti secchi (carta, cartone, plastica, vetro, metalli, alluminio, legno, ecc.) vengono consegnati a impianti di recupero tutti dislocati nel territorio di Roma e che danno lavoro a circa 300 addetti diretti e 200 indiretti. Il ricavo dalla cessione dei rifiuti di imballaggio, per AMA, è cresciuto di 2 /Ml dal 2013 al 2014 (da 6 a 8 /Ml). Il livello di "purezza" dei rifiuti riciclabili (sia di quelli di imballaggio che organici) è talvolta di alta qualità (vetro, carta e cartone) e comunque di qualità apprezzabile (nessun carico di rifiuti riciclabili è stato respinto dagli impianti di compostaggio). 3. Roma è diventata la capitale d'europa, nella RD, finora seconda soltanto a Berlino (42% di RD) e precede Vienna (36%), Madrid (33%), Parigi (17%) e Londra (13%). In tutte queste città, le uniche comparabili con Roma in ragione della loro dimensione, almeno il 50% dei rifiuti urbani è incenerito in impianti per la produzione di energia (più spesso termica, convogliata al teleriscaldamento per gli edifici). I costi dei servizi ambientali sono più elevati nelle altre capitali (esclusa
Madrid dal 2013 per effetto della riduzione forzosa del 25% del salario netto dei netturbini). A fronte di un costo medio di 67 centesimi/abitante a Roma, nelle altre capitali il costo supera i 110 centesimi, ma è mitigato dai ricavi dalla vendita dell'energia e dunque la pressione tributaria/tariffaria su famiglie e imprese è minore. Roma non può e non deve paragonarsi alle piccole e medie città italiane (tutte di popolazione pari a quella di un municipio romano), in cui fattori dimensionali, socio-economici e anche "storici" (gli altri hanno iniziato la RD da oltre 10 anni) non permettono confronti. Il Comune italiano più "riciclone" (83% di RD, premiato e osannato da tutti) è quello di Ponte nelle Alpi (1.300 abitanti sparsi in 5 frazioni): praticamente una strada di Roma... 4. L'offerta dei servizi di RD a 5 contenitori (cellulose, vetro, plastica/alluminio, organico, indifferenziato) è ora estesa a 10 municipi e gli ultimi 5 l'avranno entro il 2015. Gli abitanti serviti con il sistema porta-a-porta sono più di 800.000 mentre il totale di quelli coinvolti nel nuovo sistema sono quasi 2 milioni. L'estensione dei servizi porta-a-porta e del nuovo sistema nel 2014 è stata realizzata senza assunzioni di nuovo personale nè estensione di appalti, ma trasferendo 400 operai e recuperandone 160 dai controlli sull'astensionismo. I 102 esodi naturali dell'anno sono stati compensati dall'ingresso, per obbligo di legge, di categorie protette. Complessivamente, nel corso del 2014, si sono realizzati efficientamenti per 11 /Ml e recupero evasione ed elusione TARI per 13 /Ml. 5. A fronte dei risultati raggiunti, permangono acute contraddizioni. Roma non è affrancata dal condizionamento del monopolista privato che ne ha vincolato lo sviluppo negli ultimi trenta anni. Ancora il 50% dei rifiuti indifferenziati della capitale sono trattati dal consorzio COLARI. A questa dipendenza si è aggiunta quella determinata da impianti di recupero e smaltimento siti in 8 regioni e di cui Roma ha necessità dopo la chiusura di Malagrotta. Ogni giorni lasciano la capitale 163 TIR diretti a 14 siti a lunghe distanze (mediamente 500 km) con un consumo annuo di oltre 12 Ml di
litri di combustibili e 4 Ml di chili di lubrificanti fossili (capaci di alimentare, annualmente, una centrale da 9 MkWh elettrici) e l'immissione in atmosfera di oltre 5 milioni di ton di CO2 (per non dire del consumo di pneumatici ecc.). La carenza di impianti di smaltimento (inceneritori e discariche) di proprietà pubblica, capienti e vicini ai luoghi di produzione di rifiuti, ha determinato un incremento dei costi di smaltimento del 60% nel 2014 rispetto all'anno precedente (Malagrotta aperta fino ad ottobre 2013). La pressochè totale assenza di impianti di compostaggio (aperto solo quello di Maccarese che riceve circa 20.000 ton di rifiuti organici all'anno a fronte di un fabbisogno per almeno 150.000 ton/anno) costringe ad inviare a lunghe distanze una parte rilevante dei frutti della RD. I costi di smaltimento sono transitati dai 104 /t del 2012 (trattamento nei TMB quindi smaltimento a Malagrotta della frazione organica stabilizzata e dei sovvalli mentre il CDR era inviato a Colleferro e San Vittore) ai 155 /ton del 2014 (trattamento nei TMB quindi invio a distanza di tutti i flussi in uscita dagli impianti). Paradossale il saldo dei RUB (rifiuti urbani biodegradabili): raccoglierne una tonnellata in modo differenziato costa circa 400 e l'invio a distanza (compostaggio e trasporto) ne costa circa 130 (oltre ai costi ambientali). Se Roma disponesse di impianti per il compostaggio dei propri RUB risparmierebbe subito, sui costi di trattamento e trasporto, almeno 50 /ton e gli impianti si ripagherebbero in 3 anni (da quel momento il risparmio sarebbe di 80 /ton rispetto ad oggi). D'altra parte gli impianti di compostaggio sono il primo e fondamentale supporto alla RD e il non farli è il marcatore delle caratteristiche del sistema (difatti imperniato sulla mega discarica). COLARI, pur potendo e pur realizzando decine di impianti di trattamento di rifiuti in tutto il mondo, non ha mai pensato di realizzarne uno di compostaggio nel Lazio. La stessa ACEA ne ha realizzati per il trattamento dei fanghi di depurazione dei liquami dei suoi impianti in via preminente e soltanto accidentalmente ha incrociato i rifiuti urbani. 6. Per uscire dalla morsa del doppio condizionamento (interno ed
esterno) e dall'ossessione di costi inevitabilmente in crescita (più cresce la RD dei RUB e più si spenderà per trattare quei rifiuti), Roma ha da perseguire una via obbligata: cambiare radicalmente il sistema. Deve continuare a sviluppare la RD per diminuire i rifiuti indifferenziati e riuscire a trattarli in impianti propri ovvero di terzi diversi da COLARI (anche grazie all'art. 35 dello "Sblocca Italia"). Deve costruire impianti, specialmente di compostaggio, propri e vicini. In questo percorso sarebbe decisiva la cooperazione AMA-ACEA sia per migliorare e potenziare il "polo termico laziale" (Colleferro e San Vittore) nel quale inviare i rifiuti indifferenziati sia per realizzare impianti di compostaggio (con recupero di energia da biogas). D'altra parte l'attuale assetto è arcaico e richiede, inevitabilmente, un robusto sostegno di discariche e inceneritori. I TMB altro non sono che separatori meccanici di flussi di rifiuti urbani: uno destinato a discarica e l'altro a incenerimento. Non disponendo e non volendo costruire nuove discariche e nuovi inceneritori, è giocoforza inevitabile il superamento dei TMB. 7. Incoraggiata dalle direttive UE, la politica "End of Waste" può essere praticata a Roma con la strategia degli Ecodistretti, compound di stabilimenti industriali nei quali, dopo il trattamento, i rifiuti assumono la caratteristica di prodotti ovvero di materie prime seconde. I cardini dell'economia circolare potrebbero trovare una concreta applicazione industriale, generare innovazione tecnica e tecnologica, creare nuova e buona occupazione. L'investimento per il primo Ecodistretto a Rocca Cencia è stimato in 100 /Ml (di cui 60 /Ml per opere civili). Qui si potrebbero trattare circa 400.000 t/a di rifiuti differenziati e indifferenziati (160.000 t/a di RUB) generando forti economie rispetto ai costi ora sostenuti. Negli Ecodistretti non vi sarebbero TMB e anche i rifiuti indifferenziati sarebbero preselezionati, selezionati e convogliati ai fini del riciclaggio. Le frazioni da cui è impossibile recuperare materie seconde sarebbero trasformate in CSS (combustibile solido secondario) o in matrici inerti mineralizzate destinate all'impiego edile.