PIANO PROVINCIALE DI CONTROLLO DELLA NUTRIA 2010-2015



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AREA AGRICOLTURA, AMBIENTE, CACCIA E PESCA Settore Caccia, Pesca e Aree Naturali PIANO PROVINCIALE DI CONTROLLO DELLA NUTRIA 2010-2015 APPROVATO CON DGP N 291 DEL23.06.2010 A cura di: dott. Giovanni Lombardi dott. Mirko Civello dott.ssa Bianca van den Heuvel

1. PREMESSA II Piano Provinciale di controllo della Nutria 2010-2015 si sviluppa sulla base delle esperienze acquisite e delle valutazioni maturate nel corso dell applicazione dei piani pregressi, comprese le indicazioni contenute nel documento II Piano di controllo della nutria 2005-2010-sintesi delle attività. 2. ESPERIENZE PREGRESSE Le attività di controllo, condotte dalla Provincia di Cremona e da altri Enti, avviate sin dal 1994 con carattere sperimentale attraverso prove di applicazione e protocolli di esecuzione, hanno trovato regolare applicazione a partire dall anno 2000 con il I Piano di controllo. Di seguito sono elencate le esperienze acquisite nel tempo. - Piano di abbattimento da parte dei Vigili Provinciali (1994); - Programma di rilevamento ed analisi finalizzato al controllo della Nutria (1997); - Ordinanze Sindacali di abbattimento (dal 1997); - Piano sperimentale di controllo della Nutria; fase preliminare di verifica in località Lanca Gerole, comune di Torricella del Pizzo; - Piano sperimentale di controllo della Nutria (Comune di Pieve d Olmi); - I Piano di controllo della nutria (2000-2005); - II Piano di controllo della nutria (2005-2010). 3. IL PIANO DI CONTROLLO Il presente piano ha validità su tutto il territorio eccetto le aree a Parco Regionale Naturale ove è competente l ente gestore dell area protetta fatti salvi eventuali accordi con Provincia di Cremona. 3.1. Motivazioni Si ritiene opportuno il controllo della nutria in ordine alle seguenti principali motivazioni: è specie alloctona e rappresenta elemento anomalo nelle comunità animali esercitando un elevato impatto su di esse. Rappresenta quindi una possibile fonte di danno ecologico in quanto specie non evolutasi all interno degli equilibri naturali locali; esercita un forte impatto sulle strutture in terra quali arginature minori, sponde di fossati e carraie attigue, argini di colmata, canali, lanche, ecc. con rischio per la sicurezza idraulica e l incolumità degli operatori agricoli e non; esercita un forte impatto sulle colture agricole producendo anche danni rilevanti ed estesi; può presentare problemi di carattere sanitario anche per l uomo essendo vettore di agenti patogeni, in particolare Leptospira e Salmonella.

3.2. Materiali e Metodi di Intervento Le metodologie adottate sono due: abbattimento diretto con fucile; trappolaggio e soppressione con cloroformio. Gli abbattimenti diretti con fucile potranno essere eseguiti con la normale dotazione dei Vigili provinciali e dei coadiutori di cui all art. 41 della L.R. 26/93 e succ. mod. nonché degli operatori espressamente autorizzati dalla Provincia, selezionati attraverso specifici corsi di preparazione alla gestione faunistica. E prescritto in ogni caso per gli operatori volontari l utilizzo di armamenti ammessi per l attività venatoria e la sola munizione spezzata. Il trappolaggio è svolto utilizzando apposite gabbie/trappola con innesco a scatto ed esca alimentare e kit di soppressione, mediante utilizzo di cloroformio, costituiti da un contenitore esterno in alluminio a tenuta stagna e gabbietta interna di costrizione. Tale strumentazione viene fornita dalla Provincia ed è l unica ammessa nell ambito del piano. 3.3. Tempi ed Operatori L applicazione dei due metodi adottati, in base all esperienza acquisita, può essere così riassunta: OPERATORI Polizia Guardie Venatorie Volontarie (GVV) Guardie Venatorie ed ittico provinciali (GVIP) Operatori comunali e Agricoltori Abbattimento con fucile Trappolaggio Zone Periodi* Zone Periodi Aree cacciabili Zone di Ripopolamento e Cattura Aree cacciabili Zone di Ripopolamento e Cattura Aree cacciabili ** *** Dall inizio della stagione venatoria al 31 marzo * periodo massimo delimitabile annualmente in base all andamento climatico; ** su specifica richiesta del Presidente dell ATC *** con ordine di servizio emanato dall Ufficio Caccia e Pesca Nel periodo compreso tra il 1 febbraio ed il 30 ap rile potranno inoltre intervenire squadre composte da una Guardia ed un massimo di due operatori in Zone di ripopolamento e Cattura su segnalazione del Presidente dell Ambito territoriale di Caccia

3.4. Trapper In ordine alla possibilità di intervenire in territori non presidiati o densamente popolati dalla nutria ovvero agire puntualmente su segnalazioni anche in contesti urbani, il Piano prevede la possibilità di affiancare agli operatori già presenti sul territorio (agricoltori, operatori comunali e guardie venatorie volontarie) la figura professionale del trapper, ovvero un operatore specializzato e retribuito per eseguire interventi complementari e necessari a presidiare meglio il territorio. L attività dei trapper potrà svolgersi su tutto il territorio su indicazione del dirigente del servizio Caccia e Pesca. 3.5. Smaltimento delle carcasse Lo smaltimento delle carcasse sarà effettuato mediante interramento in conformità con le indicazioni della nota ASL Cremona - Dipartimento Prevenzione Veterinaria del 22 febbraio 2010 protocollo n. 26769 del 2 marzo 2010, che ritiene valida tale prassi purché venga prestata attenzione a che gli interramenti avvengano lontani da corsi d acqua e fontanili, in zone non adiacenti ai centri abitati o a zone abitative, prediligendo una disseminazione sul territorio. Lo smaltimento delle carcasse derivanti dall attività dei trapper sarà effettuato mediante incenerimento. 3.6. Dati di gestione I dati di resa delle attività svolte sono finalizzate a verificare l andamento temporale e la distribuzione degli abbattimenti e lo sforzo di cattura per consentire l analisi dello stato di attuazione del piano e la valutazione di eventuali azioni correttive in itinere. Per rendicontare le attività svolte ogni operatore utilizza le schede di rendicontazione all uopo predisposte dalla Provincia. Oltre ai dati di cattura potrà essere valutata la possibilità di svolgere, mediante censimenti attuati in collaborazione con i soggetti portatori di interesse, la raccolta dei dati di diffusione della specie e di distribuzione e quantificazione del danno arrecato al reticolo idrico. 3.7. Collaborazioni In relazione alla diffusione della nutria, alla sensibilità del sistema di difesa idraulico, alla varietà e importanza economica degli impatti determinati dalla presenza della specie è richiesto un approccio al problema partecipato e condiviso tra tutti i soggetti portatori di interesse finalizzato all applicazione di strategie integrate e coordinate, fondate sul principio della corresponsabilità. I soggetti portatori di interesse possono partecipare al piano di controllo attraverso modalità diverse: Comuni (gestione e controllo degli operatori comunali, gestione e distribuzione delle gabbie e dei kit per la soppressione affidati da Provincia di Cremona, informazione ai cittadini che facciano richiesta di partecipare al piano di controllo) Consorzi di Bonifica e Irrigazione (monitoraggio del reticolo idrico attraverso loro dipendenti, autorizzati anche all abbattimento, definizione del quadro delle conoscenze in termini di sensibilità del reticolo idrico e quantificazione del danno) Parchi regionali (gestione e distribuzione delle gabbie e dei kit per la soppressione affidati da Provincia di Cremona, monitoraggio delle aree naturali di loro competenza, vigilanza sulla corretta applicazione del piano) Ambiti di caccia (gestione e distribuzione delle gabbie e dei kit per la soppressione affidati da Provincia di Cremona, monitoraggio delle aree naturali di loro competenza) Associazioni agricole, venatorie e piscatorie (reperimento operatori, promozione, divulgazione, segnalazioni) Associazioni ambientaliste

3.8. Obiettivi Obiettivo del Piano, secondo le disposizioni della Regione Lombardia, è il raggiungimento delle previsioni della D.G.R. 31655/1997 - Eradicazione della Nutria da tutto il territorio della Lombardia. Questo obiettivo è raggiungibile solo nel quadro di un attività di controllo a scala di bacino fortemente integrata e coordinata. Attraverso un percorso progettuale condiviso tra stakeholder ed esperti e il miglioramento del quadro conoscitivo del problema sarà possibile definire opzioni alternative di intervento e valutarle attraverso l analisi costi/benefici sulla base di indicatori misurabili. 4. GESTIONE DEL PIANO DI CONTROLLO 4.1. Formazione e Informazione La Provincia garantisce lo svolgimento degli appositi corsi di formazione per l addestramento di agricoltori e operatori comunali interessati ad aderire al Piano di controllo al fine di conseguire, con un buon livello di approfondimento, le tecniche di utilizzo delle gabbie nonché le precauzioni da adottare per l uso del cloroformio. A tal fine verrà garantita l organizzazione di corsi con cadenza almeno mensile, subordinatamente al numero di iscrizioni pervenute. Al fine di garantire la migliore conoscenza e divulgazione del Piano di controllo, favorire l adesione degli operatori, sollecitare la collaborazione dei cittadini, è prevista l attività di informazione rivolta ad operatori e cittadinanza attraverso i Comuni, le Associazioni agricole, i Consorzi di bonifica e i Parchi. Per favorire l adesione al Piano verranno inoltre organizzati momenti seminariali o altre attività promozionali ritenute utili all applicazione del Piano nonché pubblicazioni specifiche volte a pubblicizzare il Piano stesso e le attività sviluppate. 4.2. Durata del Piano Il presente Piano viene programmato con una durata, dalla sua approvazione, pari a 5 anni. Al termine di tale periodo verrà redatta una articolata rendicontazione delle attività svolte, degli obiettivi raggiunti e delle criticità emerse. Sulla base di tale elaborato, preventivamente trasmesso all INFS per la necessaria verifica tecnica, il Piano verrà confermato, sospeso e/o adeguato mediante apposito atto della Provincia. 4.3. Monitoraggio del Piano Contestualmente al monitoraggio della conduzione del Piano di controllo attraverso l analisi dei rendiconti, la Provincia monitorerà le segnalazioni dei danni arrecati dalle nutrie in termini di numerosità e distribuzione a coltivazioni e strutture, anche attraverso la costituzione di un apposita banca dati georeferenziata. 4.4. Norme di sicurezza ABBATTIMENTO DIRETTO CON FUCILE Applicabile in aree prive di abitazioni e/o insediamenti e strade ad uso pubblico rispettando le medesime norme di sicurezza in vigore per l attività venatoria. Applicabile solo su soggetti sicuramente recuperabili. Applicabile durante le ore di luce (dall alba al tramonto) e in casi specifici, sino ad un ora dopo il tramonto.

Non applicabile all interno di Riserve Regionali, Parchi Regionali Naturali, Monumenti Naturali e Oasi di protezione della fauna, fatti salvi eventuali accordi con gli enti gestori. CATTURA CON GABBIE-TRAPPOLA Applicabile su tutto il territorio di competenza. Utilizzare per la manipolazione sempre guanti protettivi impermeabili. Manipolare l animale solo dopo aver avuto la certezza della morte. Conservare il cloroformio in locali non utilizzati stabilmente da persone e con le stesse precauzioni adottate per i presidi fitosanitari. Il cloroformio è nocivo per inalazione, ingestione o contatto con la pelle pertanto va evitato il contatto, inclusa l'inalazione di vapori e, in caso di malessere, va consultato il medico. In periodi di caldo intenso disattivare le trappole fra le 9.00 e le 19.00. 4.5. Note finali In caso di furto di una o più gabbie-trappola è necessario presentare denuncia presso le forze di Polizia, indicando: il n della trappola (se dispon ibile), la località del furto, data e ora dell accertamento. Successivamente andrà inviata copia del verbale alla Provincia di Cremona. Il dirigente del Settore Caccia Pesca e Aree Naturali può, con motivato atto, autorizzare per periodi di tempo limitati, operatori del presente Piano in deroga alle prescrizioni riguardanti la tempistica e i luoghi di intervento.