IL PAZIENTE PSICHIATRICO



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IL PAZIENTE PSICHIATRICO LA TERAPIA COME TRATTAMENTO SOCIALE COMPLESSO CORSO PER OPERATORI SOCIO SANITARI SARA VALERIANI TERAPISTA OCCUPAZIONALE SILVIA CAPRIOTTI TERAPISTA OCCUPAZIONALE 1

IO DUE CONCETTI DI BASE IO: Struttura psichica conscia che permette il contatto con la realtà interna ed esterna. Organizza e gestisce gli stimoli ambientali, le relazioni oggettuali e genera la consapevolezza propria e della realtà fungendo da gestore centrale di tutte le attività psichiche. L IO è la struttura che percepisce sés stessa ed entra in relazione con l IO l dell altro distinguendolo come NON IO. Meccanismi di difesa che lo proteggono da esperienze non gestibili: negazione, rimozione, scissione, idealizzazione, razionalizzazione, proiezione ecc Funzioni dell IO: pensiero, linguaggio, motricità,, emozioni, percezioni, memoria ecc Queste permettono l adattamento l al reale e lo sviluppo di processi psichici sempre più complessi. 2

DUE CONCETTI DI BASE SÉ: prima organizzazione mentale che si forma già durante i primi mesi di vita e cresce con l esperienza l sociale. L individuo ha bisogno di vedersi anche attraverso gli occhi dell altro che danno conferma o meno della propria percezione di SÉ. S. Per questo il SÉS è in costante mutamento e necessita di socialità. Rappresenta il modo di essere di una persona rispetto all ambiente ambiente (sociale, culturale, economico, fisico) e da questo viene influenzato. IO e SÉ, S, in una persona sana, sono in relazione. 3

QUALI PATOLOGIE? SCHIZOFRENIA DISTURBI DEL TONO DELL UMORE DISTURBI D ANSIAD DISTURBO OSSESSIVO- COMPULSIVO TOSSICODIPENDENZA ALCOLISMO 4

SCHIZOFRENIA 1908 E. Bleuler dal Greco schizo (divisione) e phren (mente) ovvero mente divisa Rientra nelle psicosi endogene e rappresenta la forma più grave di psicosi e malattia mentale. Grave perturbazione nel rapporto tra IO e SÉS con alterazione del pensiero, delle percezioni sensoriali, dell affettivit affettività,, della psicomotricità e del comportamento. Distorsione profonda del rapporto con la realtà esterna percepita e vissuta, conseguente disgregazione della personalità e destrutturazione della propria unità ed identità psicologica interna. Incompleta distinzione tra: sés ed il proprio corpo, corpo e mondo esterno, sés e mondo esterno. 5

SCHIZOFRENIA CARATTERIZZATA DALLA PERSISTENZA DI: Alterazioni del pensiero (incongruenza, illogicità,, incapacità di concentrazione) Alterazioni del comportamento Alterazioni dell affettivit affettività Disturbi motori (agitazione, iperattività) SINTOMI POSITIVI (si manifestano durante gli episodi psicotici): Idee deliranti Idee fisse a contenuto bizzarro Allucinazioni visive o uditive Comportamenti bizzarri o incongruenti 6

SCHIZOFRENIA SINTOMI NEGATIVI O RESIDUI (presenti a prescindere dagli episodi psicotici). Piattezza emotiva Inespressività Perdita di interesse per la vita DUE CATEGORIE: PROGRESSIVA: interessa tutto l arco l di vita del pz REATTIVA: esordio in età adulta, dopo uno sviluppo normale, in risposta ad uno stress acuto. TRE TIPI DI SCHIZOFRENIA: PARANOIDE dove predomina il delirio di persecuzione. Il soggetto cambia la realtà à, è ostile, sospettoso e delirante. CATATONICA dove predomina il mutismo. Grave distacco dalla realtà ed immobilità. EBEFRENICA dove predominano comportamenti confusionali ed incoerenza. Il soggetto non vuole crescere psicologicamente. 7

SCHIZOFRENIA EZIOLOGIA MULTIFATTORIALE CON COMBINAZIONE DI: FATTORI GENETICI il rischio maggiore di sviluppare la schizofrenia si ha in presenza di un parente di primo grado con la malattia. Più geni coinvolti. FATTORI AMBIENTALI ambiente urbanizzato, isolamento, discriminazione sociale e razziale, condizioni di vita precarie, abusi. ABUSO DI SOSTANZE PSICOATTIVE cannabis (aumento dose- dipendente), cocaina, anfetamine, alcol. FATTORI PSICOLOGICI ridotta tolleranza a stimoli stressanti e negativi. FATTORI NEUROLOGICI l eccessiva attivazione dei recettori D2 della dopamina potrebbe causare i sintomi positivi della malattia; ridotta attivazione del recettore NMDA del glutammato. 8

DISTURBI DEL TONO DELL UMORE TONO DELL UMORE UMORE: correlato emotivo di fondo della nostra attività mentale. Ogni persona ha il proprio tono dell umore che tende a manifestare con più frequenza. Questo può essere considerato caratteristico del soggetto, quale attitudine caratteriale e come parte del suo temperamento. La normale regolazione del tono dell umore dipende da alcuni neurotrasmettitori, tra i principali: serotonina, dopamina e noradrenalina. Oscillazioni periodiche del tono dell umore vengono considerate fisiologiche! 9

DISTURBI DEL TONO DELL UMORE QUATTRO CRITERI DIAGNOSTICI PER IDENTIFICARE L ALTERAZIONE PATOLOGICA DELL UMORE: Inadeguatezza della reazione affettiva agli eventi, Intensità dell alterazione affettiva (numero e gravità dei sintomi presenti) Qualità dell umore Compromissione del funzionamento sociale e produttivo. L alterazione del tono dell umore è considerata patologica quando sono presenti questi quattro criteri diagnostici ed è associata un alterazione biologica (risposta alla terapia farmacologica) 10

DEPRESSIONE MAGGIORE L EPISODIO DEPRESSIVO MAGGIORE è un periodo circoscritto di tempo (di solito tra le 3 settimane ed i 18 mesi) durante il quale il tono dell umore è gravemente e persistentemente depresso. Il sintomo primario e più importante è la caduta del tono dell umore che compromette poi le funzioni mentali e corporee. 11

DEPRESSIONE MAGGIORE CLUSTER (AMBITI) SINTOMATOLOGICI: EMOTIVO-AFFETTIVI: tristezza, scoraggiamento, senso di morte interiore,, anedonia, generale rallentamento psicomotorio, ansia. COGNITIVO-PERCETTIVI: rallentamento delle prestazioni intellettive, del pensiero (staticità), della memoria, della percezione sensoriale, calo della concentrazione. Scarsa autostima, senso di inferiorità,, pensiero di morte, ipocondria, allucinazioni (visive, uditive), idee deliranti di colpa, persecuzione, rovina economica. PSICOMOTORI: rallentamento fisico, inedia, catatonia, rallentamento della mimica facciale e della gestualità,, a volte agitazione psicomotoria. 12

DEPRESSIONE MAGGIORE SOMATOVEGETATIVI: alterazione dell appetito (inappetenza e calo ponderale o iperfagia ed aumento ponderale), astenia, affaticabilit lità, torpore, alterazione del ciclo sonno-veglia (ipersonnia, insonnia), calo della libido. CRONOBIOLOGICI: riacutizzazione della sintomatologia con decorso circadiano e stagionale. 13

DEPRESSIONE MAGGIORE Al suo interno distinguiamo, a seconda della preponderanza dei sintomi: Depressione Melanconica 20% (sintomatologia prettamente psicomotoria e cronobiologica. Il pz si sente una frattura dentro e prova dolore morale. È spento ed inibito). Depressione Psicotica 15% (sintomatologia prettamente cognitivo-percettiva. Deliri di colpa, di rovina economica, ipocondriaci, di persecuzione ecc Allucinazioni) Depressione Atipica (sintomatologia prettamente somato- vegetativa. Ipersonnia, iperfagia, iperattività motoria ecc ) Depressione Catatonica (sintomatologia prettamente psicomotoria. Alternanza di rallentamento generalizzato, fino ad acinesia e mutismo, e di episodi di forte agitazione psicomotoria). 14

DEPRESSIONE MAGGIORE LA COMPLICANZA PIÙ FREQUENTE È IL SUICIDIO (15% DEI CASI) ABUSO DI ALCOL E SOSTANZE PSICOATTIVE PRESENZA DI ALTRO DISTURBO PSICHIATRICO CONSEGUENTE ALLA DEPRESSIONE O COESISTENTE. FORMA CRONICA (DURATA SUPERIORE AI 2 ANNI) O STAGIONALE (RISOLUZIONE IN POCHI MESI). SPESSO IL PAZIENTE NON È AUTOSUFFICIENTE. DEPRESSIONE LEGATA A MOMENTI PARTICOLARI DELLA VITA COME LA DEPRESSIONE POST-PARTUM PARTUM 15

DISTURBI DEL TONO DELL UMORE EPISODIO DEPRESSIVO MINORE Gravità e durata dei sintomi minore rispetto alla Depressione Maggiore. Quadro sintomatologico generico (no classificazione in cluster), assenza di quadri psicotici. Se il decorso dell episodio episodio depressivo è molto breve non viene considerato patologico. TRE TIPI EZIOLOGICI: REATTIVO (conseguente ad eventi negativi) NEUROTICO (conflittualità psichica profonda) ENDOGENO (cause biologiche e costituzionali) 16

DISTURBI DEL TONO DELL UMORE EPISODIO IPOMANIACALE PERIODO CIRCOSCRITTO DI TEMPO IN CUI IL TONO DELL UMORE È COSTANTEMENTE ELEVATO. SPECULARMENTE ALLA D.M. L INNALZAMENTO L DEL TONO DELL UMORE COMPORTA UNA SINTOMATOLOGIA SECONDARIA CON iperattività ed accelerazione psicomotoria, euforia ingiustificata, ilarità,, rifiuto dei limiti, negazione della patologia, aumento della libido. 17

EPISODIO IPOMANIACALE CLUSTER (AMBITI) SINTOMATOLOGICI: COGNITIVIO-PERCETTIVI: PERCETTIVI: accelerazione del pensiero con scarso rendimento intellettivo per facile distraibilità ed inconcludenza; atteggiamento superficiale, elevata autostima, no capacità di autocritica e di accettazione dei limiti. PSICOMOTORI: accelerazione psicomotoria, gestuale e verbale (logorrea). SOMATOVEGETATIVI: iperfagia, diminuzione dell affaticabilit affaticabilità, alterazione del ciclo sonno-veglia, aumento della libido e disinibizione. ASSENZA DI SINTOMI PSICOTICI (deliri, idee di grandezza, di persecuzione ecc ). DIAGNOSI DIFFERENZIALE CON EPISODIO MANIACALE. 18

EPISODIO IPOMANIACALE SOLITAMENTE L IPOMANIA L È UN DISTURBO TRANSITORIO CON RECUPERO COMPLETO. LA COMPLICANZA MAGGIORE (10% DEI CASI) È LO STATO DI MANIA DOVUTA ALL ABUSO ABUSO DI SOSTANZE. IL DECORSO È BREVE (MASSIMO TRE MESI). IL PAZIENTE RIMANE AUTOSUFFICIENTE. 19

DISTURBI DEL TONO EPISODIO MANIACALE DELL UMORE CONDIZIONE TRANSITORIA CARATTERIZZATA DA TONO DELL UMORE MOLTO ELEVATO, ECCITAZIONE, EUFORIA ED ESALTAZIONE PIÙ MARCATE RISPETTO ALL EPISODIO IPOMANIACALE. L episodio maniacale si differenzia dell ipomaniacale per la presenza di: Sintomi psicotici come delirio (di grandezza, di religione, sessuale, di persecuzione ecc ), stato confusionale con perdita delle associazioni mentali, agitazione psicomotoria, allucinazioni uditive. Alterazioni comportamentali come furiose crisi d ira. d Aggressività verso sé e gli altri. Compromissione del funzionamento sociale con necessità di ospedalizzazione. 20

EPISODIO MANIACALE ESORDIO SOLITAMENTE IN GIOVANE ETÀ STABILIZZAZIONE DELL EPISODIO EPISODIO ACUTO ENTRO POCHI GIORNI PUÒ TRATTARSI DI COMPLICAZIONE DI EPISODIO IPOMANIACALE. 21

DISTURBI DEL TONO EPISODIO MISTO DELL UMORE CONDIZIONE TRANSITORIA DI ALTERAZIONE DEL TONO DELL UMORE IN CUI COESISTONO ELEMENTI DEPRESSIVI E MANIACALI. SPESSO ASSOCIATO AD ABUSO DI SOSTANZE ED A COMPROMISSIONE DEL FUNZIONAMENTO SOCIALE. PUÒ ESSERE CONSEGUENTE AD EPISODIO DEPRESSIVO O MANIACALE O PRESENTARSI EX NOVO. COMPLETA REGRESSIONE DEI SINTOMI IN SETTIMANE O MESI. PUÒ TRASFORMARSI IN EPISODIO DEPRESSIVO MAGGIORE. 22

DISTURBI DEL TONO DELL UMORE DISTURBO BIPOLARE I (O PSICOSI MANIACO DEPRESSIVA) CARATTERIZZATO DAL SUSSEGUIRSI DI EPISODI DI DEPRESSIONE MAGGIORE, EPISODI MANIACALI O MISTI E PERIODI DI BENESSERE. L EPISODIO L DEPRESSIVO HA MINORE DURATA RISPETTO A QUELLO MANIACALE MA MAGGIORE INTENSITÀ. ESORDIO IN GIOVANE ETÀ (15-30 ANNI). PRESENTE FAMILIARITÀ TRA LE COMPLICANZE SI HANNO SUICIDIO, COMPORTAMENTI VIOLENTI, ABUSO DI SOSTENZE E CRONICIZAZIONE DEL DISTURBO CON PERDITA DI AUTOSUFFICIENZA E FUNZIONAMENTO SOCIALE. 23

DISTURBI DEL TONO DELL UMORE DISTURBO BIPOLARE II CARATTERIZZATO DAL SUSSEGUIRSI DI EPISODI DEPRESSIVI MAGGIORI, EPISODI ESCLUSIVAMENTE IPOMANIACALI E PERIODI DI BENESSERE. L EPISODIO DEPRESSIVO HA MINORE INTENSITÀ RISPETTO AL DISTURBO BIPOLARE I. ESORDIO NON IN GIOVANE ETÀ (30-50 ANNI). PRESENTE FAMILIARITÀ TRA LE COMPLICANZE SI HANNO SUICIDIO, COMPORTAMENTI VIOLENTI, ABUSO DI SOSTENZE E CRONICIZAZIONE DEL DISTURBO CON PERDITA DI AUTOSUFFICIENZA E FUNZIONAMENTO SOCIALE. 24

DISTURBI D ANSIAD L ANSIA È UNO STATO PSICHICO DELLA PERSONA CARATTERIZZATO DA UNA SENSAZIONE DI PREOCCUPAZIONE, APPRENSIONE O PAURA PIÙ O MENO INTENSA E DURATURA. PUÒ ESSERE GENERATA O MENO DA UNO STIMOLO ESTERNO O INTERNO ALLA PERSONA CHE COSTITUISCE UNA FONTE DI STRESS. PUÒ ANCHE ESSERE ASPECIFICA, VAGA E LEGATA AD UN CONFLITTO INTERIORE. È UNA SENSAZIONE FISIOLOGICA MA QUANDO SI PRESENTA CRONICAMENTE E CONDIZIONA LA VITA DELLA PERSONA ALLORA DIVIENE PATOLOGICA. PUÒ SUSSISTERE COME DISTURBO PRIMARIO O ASSOCIATO AD ALTRE PATOLOGIE SPESSO PSICHIATICHE. 25

DISTURBI D ANSIAD DISTURBO D ANSIA D GENERALIZZATO DISTURBO CRONICO CARATTERIZZATO DA ANSIA DUREVOLE NON GENERATA DA PARTICOLARI SITUAZIONI OD OGGETTI. ASPECIFICA E FLUTTUANTE. IL PZ TEME QUALCOSA MA NON SA DIRE DI COSA SI TRATTI. HA CONTINUE PREOCCUPAZIONI E NON RIESCE A GESTIRLE. LE ATTIVITÀ DELLA VITA QUOTIDIANA DIVENTANO DIFFICOLTOSE A CAUSA DEL PERSISTENTE STATO DI ANGOSCIA E PER LA SINTOMATOLOGIA FISICA (palpitazioni, vertigini, insonnia, aumento della sudorazione, sintomi gastointestinali, emicranie, confusione mentale) 26

DISTURBI D ANSIAD DISTURBO OSSESSIVO-COMPLULSIVO (DOC) PRESENTA UNA GRANDE VARIETÀ DI FORME MA È CARATTERIZZATO PRINCIPALMENTE DA PENSIERI OSSESSIVI ASSOCIATI A COMPULSIONI (RITUALI DA ESEGUIRE AD OGNI COSTO) CHE TENTANO DI NEUTRALIZZARE L OSSESSIONE L STESSA. A CAUSA DELLA SCOSTANTE RISPOSTA AI FARMACI ANSIOLITICI, QUESTA PATOLOGIA È CONSIDERATA DALL ICD10 E DA ALTRI AUTORI COME A SE STANTE. 27

DOC LE OSSESSIONI SONO IDEE, IMPULSI E PENSIERI FISSI DI CUI IL PAZIENTE NON SI PUÒ SBARAZZARE. SONO INVASIVE, INAPPROPRIATE E MOLTO DIFFICILI DA CONTROLLARE E DA ELIMINARE. PROVOCANO ALL INDIVIDUO MOLTA SOFFERENZA. LE COMPULSIONI SONO DEI GESTI O AZIONI RIPETITIVE (RITUALI) CHE IL PZ ESEGUE NEL TENTATIVO DI CONTRASTARE IL PENSIERO OSSESSIVO. QUESTI COMPORTAMENTI DIVENTANO TALMENTE RADICATI ED AUTOMATIZZATI CHE IL PZ NON LI CONSIDERA NEANCHE UN PROBLEMA. POSSONO ESSERE GESTI OSSERVABILI O AZIONI MENTALI. L ANSIA SI PRESENTA QUANDO GLI VIENE IMPEDITO DI METTERE IN ATTO I RITUALI. L INDIVIDUO È CONSCIO CHE PENSIERI ED IMPULSI NON SONO REALI MA FRUTTO DELLA SUA MENTE E CHE NON PUÒ DOMINARLI. 28

DOC IL DOC VIENE RICONOSCIUTO COME TALE SOLO SE INTERFERISCE CON IL NORMALE RITMO DELLE ATTIVITÀ QUOTIDIANE DI UNA PERSONA, SE NE COMPROMETTE IL FUNZIONAMENTO SOCIALE E CONDIZIONA LA SUA VITA IN ASSENZA DI ALTRE MALATTIE PSICHIATRICHE. PER FORMULARE LA DIAGNOSI DEVONO ESSERE PRESENTI O SOLO OSSESSIONI O OSSESSIONI E COMPULSIONI 29

TOSSICODIPENDENZA DISTURBO CRONICO RECIDIVANTE CARATTERIZZATO DA: COMPULSIONE NELLA RICERCA E NELL ASSUNZIONE DELLA SOSTANZA (psicoattiva) PERDITA DI CONTROLLO DELL ASSUNZIONE (tolleranza) COMPARSA DI UNO STATO EMOZIONALE E FISICO NEGATIVO QUANDO NON SI PUÒ FARE USO DELLA SOSTANZA 30

TOSSICODIPENDENZA LA TOSSICODIPENDENZA IN SÉS NON RAPPRESENTA UNA PATOLOGIA PSICHIATRICA MA LE SOSTANZE PSICOATTIVE PORTANO, COL TEMPO, ALL INSORGENZA DI DISTURBI PSICHIATRICI E ORMAI SEMPRE PIÙ EVIDENZE DIMOSTRANO COME IL DISTURBO PSICHIATRICO POSSA PRECEDERE, ASSOCIARSI O SEGUIRE L ASSUNZIONE L DI SOSTANZE (comorbidità). SPESSO IL QUADRO PSICHIATRICO ASSOCIATO ALL USO DI SOSTANZE NON È CONCLAMATO, SI HANNO PIÙ SPESSO CONDIZIONI DI CONFINE. PER EFFETTUARE UNA DIAGNOSI OCCORRE VERIFICARE CHE I DISTURBI PSICHIATRICI ABBIANO PRECEDUTO IL DISTURBO DI ABUSO DA SOSTANZE DI ALMENO 6 MESI O CHE AL MOMENTO DELLA DIAGNOSI IL PZ FOSSE IN UN PERIODO DI ASTENSIONE DALL USO DI DROGHE DI ALMENO 6 MESI. 31

TOSSICODIPENDENZA DURANTE IL PERIODO DI DISASSUEFAZIONE LA SINTOMATOLOGIA PSICHIATRICA È MOLTO PIÙ RILEVANTE E PUÒ PRESENTARSI SOTTO FORMA DI: ALLUCINAZIONI DELIRI FOBIE DEPRESSIONE DISORDINI DELLA PERSONALITÀ 32

TOSSICODIPENDENZA INCIDENZA DI DISTURBI PSICHIATRICI: DISTURBI DELLA PERSONALITÀ FOBIE DISTURBI DEL TONO DELL UMORE DISTURBO D ANSIA D GENERALIZZATO ATTACCHI DI PANICO DOC 33

ALCOLISMO L ALCOLISMO IN SÉS NON RAPPRESENTA UNA PATOLOGIA PSICHIATRICA MA L ABUSO L DI ALCOL (sostanza psicoattiva) PORTA, COL TEMPO, ALL INSORGENZA DI DISTURBI PSICHIATRICI E NUMEROSI STUDI DIMOSTRANO COME IL DISTURBO PSICHIATRICO POSSA PRECEDERE O ASSOCIARSI ALL ABUSO ABUSO DI ALCOL. L ALCOLISMO ED I DISTURBI PSICHIATRICI SONO CAUSALMENTE CORRELATI: L ALCOLISMO PUÒ CAUSARE PROBLEMI PSICHIATRICI I PROBLEMI PSICHIATRICI POSSONO PORTARE ALL ALCOLISMO ALCOLISMO 34

ALCOLISMO DISTURBI PSICHIATRICI CAUSATI DALL ABUSO ABUSO DI ALCOL: DEMENZA PERSISTENTE INDOTTA DA ALCOL DISTURBO AMNESICO PERSISTENTE INDOTTO DA ALCOL DELIRIUM TREMENS DISTURBO PSICOTICO INDOTTO DA ALCOL (allucinosi alcolica) DISTURBO DELL UMORE DISTURBO D ANSIAD DISTURBO DEL SONNO 35

ALCOLISMO DISTURBI PSICHICI PIÙ FREQUENTEMENTE ASSOCIATI AD ABUSO DI ALCOL: DISTURBI DEL TONO DELL UMORE (Depressione, Disturbo Bipolare) SCHIZOFRENIA DISTURBI DELLA PERSONALITÀ (Disturbo Borderline, Disturbo antisociale di personalità) 36

CRITICITÀ DEL PAZIENTE PSICHIATRICO IL PAZIENTE AFFETTO DA PATOLOGIA PSICHIATRICA ARRIVA NELLA STANZA DEL TO QUANDO È GIÀ SOTTO TERAPIA FARMACOLOGICA. LA MAGGIOR PARTE DELLA POPOLAZIONE PSICHIATRICA È RAPPRESENTATA DA ANZIANI O FUTURI ANZIANI. LA MAGGIORANZA DEI PAZIENTI DI LUNGA DATA VENGONO DA LUNGHE ISTITUZIONALIZZAZIONI. LA MAGGIOR PARTE DEI NUOVI PAZIENTI DEVE ESSERE TUTELATO DALL ISTITUZIONALIZZAZIONE. 37

CRITICITÀ DEL PAZIENTE L ISTITUZIONALIZZAZIONE: PSICHIATRICO INSIEME DI EFFETTI NEFASTI PROVOCATI SU UN SOGGETTO DALL ASSISTENZA ASSISTENZA PROTRATTA ALL INTERNO DI STRUTTURE PREPOSTE CHE LO ISOLANO DAL MONDO ESTERNO IL PAZIENTE ISTITUZIONALIZZATO: POSSIEDE POCHISSIME COSE. HA SCARSO INTERESSE E CURA PER IL PROPRIO ASPETTO FISICO. PERMETTE AGLI ALTRI DI CONTROLLARE TUTTI GLI ASPETTI DELLA PROPRIA ESISTENZA. HA UN LIMITATISSIMO SENSO DEL TEMPO. NON SA COSA SIA LA PRIVACY. NON FA PROGETTI. NON SI CURA DEL PROPRIO FUTURO. CAMMINA CIONDOLANDO, SENZA META, PASSANDO DA UN POSTO ALL ALTRO ALTRO PER AMMAZZARE IL TEMPO. 38

CRITICITÀ DEL PAZIENTE PSICHIATRICO A PRESCINDERE DALL ISTITUZIONALIZZAZIONE IL PZ PSICHIATRICO: PERDE I SUOI NORMALI RUOLI SOCIALI. VIENE ISOLATO E GHETTIZZATO. HA CONTATTI SOCIALI SCARSI E NON DI QUALITÀ. PERDE LE NORMALI RESPONSABILITÀ PERSONALI E SOCIALI. PERDE I PROPRI INTERESSI. HA UNA RIDOTTA INIZIATIVA PERSONALE. HA SCARSA AUTOSTIMA E CONSIDERAZIONE DI SÉ, S, RIDOTTE ABILITÀ PRASSICHE, DI ORGANIZZAZIONE, PIANIFICAZIONE ED ATTUAZIONE. MOSTRA ASSOLUTA VULNERABILITÀ DEFICIT DELLA PERFORMANCE OCCUPAZIONALE 39

CRITICITÀ DEL PAZIENTE PSICHIATRICO LA CRONICITÀ DELLA MALATTIA Una malattia si definisce cronica quando presenta sintomi costanti nel tempo e quando i suoi effetti sono stabili portando solo lievi miglioramenti e nessuna guarigione. Un paziente è cronico secondo una prospettiva dinamica quando chi lo circonda decide di non investire più nulla su di lui,, mentre in una visione istituzionale è tale quando presenta un alto numero di recidive, ovvero quando ricorre frequentemente ai servizi psichiatrici trovandosi probabilmente in una situazione di scarso sostegno sociale. 40

CRITICITÀ DEL PAZIENTE PSICHIATRICO LA TENDENZA ALLA CRONICITÀ NON È SOLO UNA CARATTERISTICA INTRINSECA DELLA PSICOSI, MA È SOPRATTUTTO LA RISULTANTE DI UNA SERIE DI CONDIZIONI CONNESSE: ALLA PERSONA ED ALLA SUA BIOGRAFIA: personalità premorbosa, eventi stressanti comuni o insoliti. ALL ASSETTO ASSETTO EMOTIVO FAMILIARE ED AL CONTESTO CULTURALE: ambiente familiare sfavorevole, problemi economici, sociali, professionali. ALL AMBIENTE AMBIENTE COME FONTE DI INPUT INFORMATIVI ALTERATI. 41

CRITICITÀ DEL PAZIENTE PSICHIATRICO ALLA MALATTIA PROPRIAMENTE DETTA vista sotto il profilo della compromissione della forza e della struttura dell IO. ALL EFFETTUAZIONE, AI TEMPI ED ALLE MODALITÀ degli interventi previsti, terapeutici e riabilitativi. ALLE ATTITUDINI DIFENSIVE: ricoveri ripetuti, terapie farmacologiche inducenti sintomi negativi, strutture di cura inadatte e/o inadeguate. 42

CRITICITÀ DEL PAZIENTE PSICHIATRICO L AMBIENTE FAMILIARE È SICURAMENTE IL FATTORE PIÙ IMPORTANTE PER IL PAZIENTE NON ISTITUZIONALIZZATO E PUÒ FARE LA DIFFERENZA TRA IL CONVIVERE CON LA PATOLOGIA IN MANIERA ACCETTABILE E DEGNA ED IL DIVENTARE UN DISADATTATO SOCIALE 43

CRITICITÀ DEL PAZIENTE PSICHIATRICO LA FAMIGLIA DOVREBBE: CREARE UN AMBIENTE DI ACCETTAZIONE E NON DI CRITICA OFFRIRE UN LIVELLO OTTIMALE DI STIMOLAZIONE SOCIALE MANTENERE OBIETTIVI E FINALITÀ REALISTICHE IMPARARE A RISPONDERE AI COMPORTAMENTI ANOMALI DEL PZ UTILIZZARE TUTTE LE RISORSE SOCIALI E MEDICHE DISPONIBILI RICORRERE ALL ASSISTENZA ASSISTENZA SOCIALE INCORAGGIARE GLI ATTEGGIAMENTI DEL PAZIENTE VERSO SE STESSO, I FAMILIARI, I FARMACI ED IL LAVORO. 44

Grazie per l attenzione! 45