Versus a bassa frequenza

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1 VERSUS Versus a bassa frequenza 5 dv

2 La storia del subwoofer Prima di parlare degli aspetti costruttivi, possiamo utilmente iniziare con la definizione stessa di subwoofer e con quello che in seguito è diventato lo standard costruttivo di questo diffusore. Il subwoofer è un componente chiamato a riprodurre soltanto la porzione più bassa delle frequenze della musica o del sonoro dei film. All inizio, i sub fecero il loro ingresso nella sala d ascolto perché furono tirati dentro e resi necessari dalle dimensioni dei diffusori che si andavano man mano riducendo. I migliori dell epoca utilizzavano un grosso altoparlante caricato in genere in sospensione pneumatica e filtrato passivamente. Si trattava comunque di sub dedicati a sistemi di altoparlanti ben precisi, motivo per il quale erano definite a priori le caratteristiche del crossover per ottenere un incrocio ottimale. Man mano i diffusori di piccole dimensioni sono diventati sempre più di moda e quindi aumentati vertiginosamente come numero. La varietà di modelli e di dimensioni dei satelliti si è portata dietro una variazione notevole della risposta riproducibile in gamma bassa a seconda dei midwoofer impiegati, tanto che è diventato difficile, se non del tutto impossibile, determinare una corretta frequenza di incrocio per il crossover passivo del sub. Le prime realizzazioni senza crossover passivo prevedevano un crossover elettronico che aveva la possibilità di adattare le caratteristiche dell incrocio e che si connetteva tra preamplificatore ed amplificatori di potenza. Immediatamente i costruttori più attenti hanno intuito che quella era la strada da seguire, vista la possibilità di aggiungere nel crossover elettronico anche delle equalizzazioni che da un lato consentivano una maggiore estensione verso il basso e dall altro permettevano, a VERSUS di Gian Piero Matarazzo dv 59

3 VERSUS 60 parità di estensione, di ridurre le dimensioni del box. Lo step successivo, venuto quasi subito come naturale estensione, è stato quello di aggiungere un amplificatore interno, in modo da svincolare il sub dal resto dell impianto. Comunque sia, con un crossover attivo o con un passivo il vero tallone di Achille nella riproduzione delle basse frequenze è costituito dall escursione della membrana. Più la membrana è chiamata a riprodurre frequenze basse e più si deve muovere avanti ed indietro. Superato il suo limite costruttivo l emissione inizia ad essere distorta, dapprima solo sui picchi e quindi difficilmente udibile, e poi sempre di più, con una emissione non più proporzionale al segnale che gli fornisce l amplificatore. Oltre tale escursione è inutile andare, anche se il pericolo di rotture meccaniche è raggiungibile a potenze ancora maggiori. Investito di una importanza che prima non aveva, il subwoofer è stato vorticosamente inghiottito dal mercato, che ha cercato immediatamente di adattare la produzione di questi scatoloni ai desideri degli audiofili che richiedevano a gran voce delle dimensioni più contenute. L idea che a molti progettisti sembrò intelligente fu quella di indurire le sospensioni, una operazione che ha per diretta conseguenza la riduzione del volume di carico. Per compensare tale modifica e riottenere quasi del tutto le caratteristiche necessarie fu aumentata di molto la massa della membrana, fino a giungere nelle versioni più estreme ad oltre 350 grammi per un trasduttore da dodici pollici. Le dimensioni dei subwoofer si sono ridotte all inverosimile ma oltre il limite dei quaranta litri risultava effettivamente difficile pretendere una tenuta in potenza almeno decorosa. Il punto debole dell escursione è stato affrontato con grande impegno dai progettisti di altoparlanti, tanto da rivoluzionare da un lato il disegno del polo centrale e realizzando bobine mobili molto alte, mentre dall altro lato si è provveduto a realizzare tutte le parti meccaniche collegate alla bobina in grado di reggere ampi spostamenti in tutta linearità. L escursione nel giro di qualche anno si è triplicata e con essa anche la tenuta in potenza. A questo punto il volume del box che deve caricare il woofer è diventato una sorta di scatola, da cucire attorno al trasduttore, e poco male se la risposta può arrivare a malapena a Hz: ci pensa l equalizzatore a fornire un boost, un rinforzo alle frequenze desiderate, tanto l escursione lo permette. Abbiamo allora esaltazioni anche di decibel alla frequenza più bassa che vogliamo riprodurre, correzioni che pretendono però la disponibilità di tensioni molto elevate, che possono essere fornite, alle frequenze bassissime, soltanto da amplificatori inusitatamente potenti. La disponibilità dei nuovi amplificatori digitali ad altissimo rendimento ha reso possibile questo balzo in alto della potenza disponibile, peraltro a basso costo, con alette di raffreddamento ridottissime e con tanti chili di trasformatore risparmiati. Le aspettative corto montava l elettronica di potenza in un volume totalmente chiuso per evitare che l aria spostata dalla membrana all interno del diffusore insinuandosi tra i connettori di ingresso e di uscita provocasse fischi o soffi indesiderati. Figurarsi se il mercato poteva accettare una complicazione costruttiva per un po di aria spostata. Immediatamente si sono resi disponibili connettori a tenuta d aria o, più recentemente, connettori ricoperti di colla anti-trafilaggio dell aria: problema risolto. Anche la schermatura del complesso magnetico, certamente abbastanza onerosa per woofer di dimensioni notevoli, è stata del tutto abbandonata. Da un lato il tubo catodico sta sparendo, e dall altro possiamo notare che in genere questo è sistemato almeno ad un metro e mezzo dalla potenziale sorgente di disturbo non più in grado di alterare i colori. La configurazione di carico in bass reflex tiene ancora banco, viste le dimensioni dei trasduttori sempre abbastanza piccole, mentre la sospensione pneumatica sembra rinascere nelle realizzazioni più costose a causa del cessato allarme escursione oggi meno pressante anche nella fascia di prodotti economici. Attenzione però a non associare d ufficio la configurazione della sospensione pneumatica ad una blanda pendenza acustica, visto che l utilizzo di generosi passa-alto sottosmorzati produce alla fine nei subwoofer più economici un andamento della risposta acustica assimilabile a quella di un bass reflex, con tutti gli svantaggi che questa scelta comporta almeno in termini di smorzamento. Dell elettronica di comando e della sua evoluzione nel tempo abbiamo già parlato. Quello che occorre notare nella valutazione di un subwoofer amplificato, anche economico come quelli in prova in questo Versus, riguarda la versatilità degli ingressi, delle uscite e dei controlli. Molto spesso concentrandosi soltanto sul dover estrarre le massime prestazioni dal subwoofer i progettisti finiscono per dimenticare che questo tipo di diffusore deve per forza interfacciarsi con un sistema satellite. Personalmente aggiungo che la difficoltà da superare, che maggiormente ci preoccupa quando connettiamo un sub a un sistema di satelliti, riguarda proprio la scelta della frequenza di incrocio col satellite e la differenza di fase acustica tra le due emissioni. E qui in genere casca l asino. Se avete dato uno sguardo a tutti i test di subwoofer che effettuiamo sia su Digital Video che su AUDIOREVIEW vi sarete resi conto della notevole discrepanza tra le frequenze di taglio indicate sul pannello di controllo e l effettiva risposta acustica che si ottiene, mai in linea con le indicazioni e mai troppo propensa a scendere vicino alle frequenze di incrocio più basse. Occorrerà allora tenerne conto quando ci saremo convinti che se la manopola del crossover elettronico indica 60 Hz per la frequenza di taglio probabilmente il subwoofer sta emettendo indisturbato Hz. Eppure non ci vuole molto a realizzare un buon compromesso tra lettura e frequenza di incrocio. Altra potenziale arma da poter usare è quella della fase. Una taratura fine della fase consente un incrocio preciso ed efficace mentre un semplice deviatore che consente solo la posizione di zero e quella di 10 gradi anche se aiuta risolve poco. Abbiamo già spiegato in altre occasioni che un controllo fine della fase nel contesto di un crossover elettronico costa più o meno quattro euro e non credo che sia una cifra che possa mettere in crisi le aziende che producono amplificatori per subwoofer. A proposito di questi e della realizzazione del diffusore cercheremo di accertare la provenienza della costruzione, con qualche indicazione del tipo Made in Italy che dovremmo poter trovare magari sul pannello dell amplificatore. Va posta attenzione anche alla gestione degli ingressi e delle uscite. Normalmente è possibile connettersi al sub sia tramite uno spezzone di cavo di potenza direttamente dall amplificatore dei satelliti, utilizzando così un segnale di livello elevato, sia tramite un cavo coassiale prendendo il segnale di basso livello dal preamplificatore o direttamente dalla sorgente. Questa seconda opzione ci consente di sganciardv Prima di andare a testare tutti i subwoofer in prova cerchiamo di valutare con attenzione le caratteristiche che un sub, economico o costosissimo, deve o dovrebbe possedere. Gestire, come abbiamo visto, volumi ridotti e bassissime frequenze implica il contenimento discreto delle vibrazioni e delle limitazioni dovute al movimento, anche minimo, delle pareti di legno. Da un lato bisogna comunque dire che più piccolo è il box e minori sono i rischi di crisi della sua struttura. Aspettiamoci comunque dei cabinet solidi, costruiti adottando un incollaggio attento con spessori del legno notevoli. Per i sub di dimensioni maggiori di 15-1 litri è quasi d obbligo almeno un rinforzo interno, col fissaggio del trasduttore sul pannello che in ogni caso deve essere solidissimo, effettuato con un buon numero di viti dalla presa nel legno certa e stabile. In un passato recente il costruttore ac-

4 ci dalla qualità dell amplificatore destinato ai satelliti ma ci sgancia anche dal livello della pressione degli stessi, tanto che ad ogni aumento o diminuzione del volume dell amplificatore occorre un nuovo riallineamento del volume del subwoofer. La differenza tra gli ingressi ad alto e basso livello è costituita soltanto da una rete resistiva che abbassa il livello della tensione di ingresso proveniente dall amplificatore rendendola simile a quella di una sorgente. Una certa attenzione va posta allo stadio di ingresso dell amplificatore del subwoofer non tanto per l impedenza di ingresso, ormai standardizzata e sufficientemente elevata, quanto per il rischio di saturazione del primo stadio che può inficiare del tutto la prestazione del sub. Se uno stadio composto da un buffer o da un amplificatore di ingresso è sistemato prima del potenziometro del volume può accadere che in presenza di segnali elevati saturi distorcendo il segnale. Abbassare il volume del sub ovviamente non serve a nulla, visto che il potenziometro attenua un segnale già distorto al suo ingresso. Per fortuna è un caso oggi abbastanza raro che comunque è stato riscontrato da un certo numero di lettori. Tutto si risolve con un attenuatore (due resistenze) poste direttamente sul connettore di ingresso. Nel test proveremo anche a sovrapilotare l ingresso dei sub in prova per notare comportamenti anomali. Le misure effettuate riguardano la risposta in frequenza, ripresa su tre posizioni della manopola del crossover: la minima, la massima e quella mediana. Il comportamento dinamico del sub è bene espresso dalla misura della MOL che ci spiega per ogni terzo di ottava quale è la massima pressione indistorta. Va notato che in generale il contenuto energetico delle bassissime frequenze nel contesto di un brano musicale è molto basso, mentre nella riproduzione degli effetti del video una buona MOL costituisce una perfetta presentazione per un subwoofer. Quelli che proviamo in questo Versus sono sub di dimensioni e prezzo contenuti, motivo per il quale dovremmo aspettarci pressioni massime comprese tra i 100 ed i 110 decibel. dv VERSUS dv 61

5 Carta d identità DESCRIZIONE GENERALE E COLLEGAMENTI VERSUS Indiana Line Basso 930 I l subwoofer italiano appare contenuto nelle dimensioni ma abbastanza pesante con i suoi quasi tredici chilogrammi. Le sei viti che bloccano il trasduttore da quasi nove pollici sono fissate direttamente nel legno ed appaiono stranamente molto corte per questo utilizzo, anche se presentano una presa abbastanza gagliarda, col legno che non si sconvolge più di tanto anche svitando e riavvitando le viti. Il trasduttore è collegato all amplificatore con cavi non troppo spessi, ma comunque lunghi quanto basta per poter agevolmente sconnettere i due faston polarizzati. Il cavo è ricoperto da una guaina spugnosa che evita movimenti scontrollati alle forti variazioni di pressione interna limitando un fenomeno apparentemente ininfluente come il soffio generato dal movimento dell aria tra i cavi di collegamento. Qualcuno ha fatto delle misure molto complesse su questa potenziale fonte di rumore interno ed i costruttori più attenti si stanno uniformando. Il cabinet è realizzato impiegando MDF a densità elevata dello spessore di 19 millimetri, incollato molto bene, stuccato e verniciato nero opaco con un trattamento abbastanza coriaceo e ben resistente ai piccoli urti che possono verificarsi nell uso e nella sistemazione in ambiente. L interno presenta tutte le pareti rivestite di materiale acrilico, tranne ovviamente la base, occupata dal woofer passivo che ha un diametro simile a quello attivo. Probabilmente il progettista ha rinunciato alla pur allettante tentazione di utilizzare un woofer passivo di dimensioni maggiori per contenere le dimensioni definitive del subwoofer stesso. Nonostante le dimensioni tutto sommato contenute del volume di lavoro è stato previsto un notevole rinforzo al centro della struttura per bloccare sul nascere qualunque microdeformazione dei pannelli di MDF sotto la spinta del trasduttore e del passivo. Per quanto possa sembrare improbabile una deformazione delle pareti anche di qualche frazione di millimetro sui picchi ad alta pressione abbassa drasticamente l emissione a bassissima frequenza facendo precipitare tutta la verve di cui un subwoofer ha bisogno, specialmente nella riproduzione degli effetti, a volte tanto improbabili quanto improvvisi, dei film più coinvolgenti. Il woofer è realizzato partendo da un cestello in lamiera stampata accuratamente verniciato che non mostra alcuna feritoia al di sotto del centratore, invero abbastanza rigido, ma che prevede un foro di decompressione che attraversa tutto il polo centrale, fino a fuoriuscire su un fondello bombato la cui forma è dovuta probabilmente alla generosa escursione e dimensione della bobina mobile. La membrana è realizzata in cellulosa trattata con resine smorzanti. Per non rovinare l estetica, e come suggerisce una tradizione tutta inglese, il trattamento è stato eseguito sulla parete posteriore della membrana. La sospensione abbastanza generosa è in gomma mentre la cuffia parapolvere è rigida, impermeabile e concava. L elettronica di potenza è capace di 250 watt rms grazie ad un amplificatore in classe D che non rinuncia però ad un generoso trasformatore toroidale ben avvitato vicino all elettronica di potenza. Il woofer passivo è distanziato dal pavimento grazie a quattro piedoni con la punta gommata che sollevano tutta la struttura del subwoofer di qualche centimetro. I controlli prevedono il potenziometro per la variazione continua della frequenza di crossover, il deviatore che inverte la fase ed il potenziometro del volume. Le indicazioni della frequenza di incrocio commisurate alla risposta acustica del sub non mostrano una grande precisione con la sola frequenza dei 110 Hz a cui corrisponde la posizione mediana della manopola, che si avvicina all incrocio acustico verificato dell altoparlante. Assente ingiustificato il controllo fine della fase. Sulla piastra dell amplificatore è posta la targhetta che la identifica come prodotta nella Repubblica Popolare Cinese. dv CI È PIACIUTO - Costruzione accurata - Versatilità - Smorzamento NON CI È PIACIUTO - Assenza del regolatore di fase Marca: Indiana Line Modello: Basso 930 Tipo: reflex meccanico Dimensioni (LxAxP): 270x295x395 mm Peso: 12,7 kg Caratteristiche principali dichiarate - Potenza amplificatore interno: 250 watt rms - max 400 watt - classe D. Ingressi: alto livello e basso livello. Risposta in frequenza: Hz. Numero delle vie: una. Frequenze di incrocio: Hz. Fase: 0 o 10. Woofer: da 220 mm. Passivo: da 220 mm. Fusibile: 3,15 A Distribuito da: Coral Electronic, C.so Allamano 74, Rivoli (TO). Tel INDIANA LINE Basso 930 REFLEX MECCANICO PREZZO 40,00 dv Prestazioni Costruzione Rapporto qualità/prezzo Misure INDIANA LINE BASSO 930 COMMENTO Di buon livello, con un basso pulito che sembra privilegiare la riproduzione della musica ma che non disdegna le frequenze profonde dell audio dei film. Accurata, con un mobile solido e afono ed una finitura notevole. Buona la qualità globale del sistema per un prezzo di vendita contenuto. Buona la prestazione in gamma bassa. La pressione erogata in ambiente è notevole. VOTO 7 62 dv

6 VERSUS Sulla parete in basso è posizionato un woofer passivo dello stesso diametro di quello attivo, distanziato dal pavimento tramite quattro piedoni plastici. Il ponte di comando mostra i vari controlli disponibili. Notare gli ingressi ad alto livello e l ingresso LFE. Il woofer attivo è un buon componente, dotato di una notevole escursione e di una discreta linearità. Notare il cestello in lamiera stampata. Il woofer passivo è costruito sullo stesso cestello di quello attivo. dv 63

7 Carta d identità DESCRIZIONE GENERALE E COLLEGAMENTI VERSUS Mirage Omni-S10 U na parte del peso di questo subwoofer è certamente dovuto allo spessore del medium density utilizzato per la costruzione del cabinet, spessore che vale 19 millimetri, ed in parte alle dimensioni, maggiori degli altri sub provati. Occorre sradicare otto viti dal medium density e rimuovere una ghiera di materiale plastico per poter appena sollevare il woofer visto che la lunghezza del cavo sembra essere stata decisa da uno scozzese: sottile e cortissimo. Dopo qualche esercizio di scioglimento riesco a mettere mani e pinzetta sui faston ed a rimuoverli per ottenere la completa libertà di dare una occhiata all interno del box. Nonostante le dimensioni noto che all interno non c è alcun tipo di rinforzo anche se le varie assi di MDF sono incollate molto bene tra loro, con un ripasso di colla vinilica sopra le giunture. Il controllo del volume assieme al deviatore della fase ed al potenziometro della frequenza di incrocio sono sistemati sul frontale, una opzione comoda che permette una variazione della risposta certamente più comoda. Per attuare questo spostamento occorrerebbe che almeno cinque cavi schermati attraversino tutto il cabinet interno tra gli ingressi posteriori e la piastra dell amplificatore-crossover. Il costruttore ha pensato bene di realizzare un circuito stampato a parte e di fissarlo immediatamente dietro ai potenziometri, in modo da avere soltanto il cavo di ingresso, quello di uscita e quelli di alimentazione, certamente meno inclini a catturare disturbi. I condotti di accordo sono due ed emettono alla base del box, distanziati dal pavimento grazie all utilizzo ormai standard di quattro piedoni di plastica con una pallina di gomma al posto della punta. Il volume contenuto del mobile, la frequenza di accordo probabilmente molto bassa ed una escursione non piccola concorrono ad avere due condotti lunghi, molto lunghi. Calcoli alla mano per il volume interno a disposizione occorrerebbe un condotto alto quanto tutta l altezza del mobile. Il progettista ha in realtà costruito due condotti da ben 65 millimetri di diametro più corti del dovuto, fermandoli a circa cinque centimetri dalla parete superiore. Il prolungamento virtuale offerto dalla parete e dallo spazio che si viene a creare tra parete e condotti ed una leggera svasatura da entrambi i lati abbassa notevolmente la frequenza di accordo rendendo così possibile il tipo di risposta desiderato. Il rovescio della medaglia in questi casi è dato dalla tendenza a comprimere aria agli spostamenti più elevati della membrana. Il woofer è realizzato partendo da un cestello di lamiera zincata che viene pressata per assumere una forma stabile. Nessuna presa d aria è visibile, né al di sotto del centratore, nero e rigido, né sul fondello di chiusura del complesso magnetico. Il complesso magnetico è blandamente controllato nel flusso magnetico disperso grazie ad un secondo magnete di minore spessore del primo, incollato sul fondello di chiusura. La membrana è realizzata con un deposito di titanio gassoso su una base di materiale smorzante. Ne viene fuori un materiale abbastanza rigido ma leggero e mediamente smorzato. La sospensione in gomma è un brevetto del costruttore canadese, con una sezione non semicircolare ma leggermente schiacciata e dotata di alcuni rinforzi radiali. A detta del costruttore il sistema rende simmetrica l emissione della membrana con la stessa pressione emessa quando la membrana va avanti o va indietro. Sul magnete c è una targhetta che recita Made in China. Le indicazioni fornite dalla manopola della frequenza di incrocio si sono rivelate abbastanza imprecise. Basta dare un occhiata a cosa emette il subwoofer per le tre posizioni della manopola che indicano una frequenza di incrocio di 40, 0 e 120 Hz. Sul woofer e sulla piastra dell elettroniche ritorna la scritta Made in China. d v CI È PIACIUTO - Versatilità - Impatto notevole - Estensione NON CI È PIACIUTO - Assenza regolatore di fase - Costruzione non accuratissima Marca: Mirage Modello: Omni-S10 Tipo: bass reflex Dimensioni (LxAxP): 370x430x470 mm Peso: 1,6 kg Caratteristiche principali dichiarate - Potenza amplificatore interno: 200 watt rms - 00 watt dinamici. Ingressi: alto livello e basso livello. Risposta in frequenza: Hz. Numero delle vie: una. Frequenze di incrocio: Hz - terzo ordine. Fase: 0 o 10. Woofer: da 254 mm con sospensione ellittica. Fusibile: 2,5 A a 230 V Distribuito da: MPI Electronic, Via De Amicis 10-12, Cornaredo (MI). Tel MIRAGE Omni-S10 BASS REFLEX PREZZO 740,00 dv Prestazioni Costruzione Rapporto qualità/prezzo Misure MIRAGE OMNI-S10 COMMENTO Di buon livello, con una relativa facilità di messa a punto ed una grinta notevole. Il mobile è ben costruito ma il woofer è leggermente economico. L insieme comunque non dispiace per estetica e versatilità. Buona la qualità globale del sistema per un prezzo di vendita mediamente contenuto. Buona la prestazione in gamma bassa. La pressione erogata in ambiente è sufficiente. VOTO 7 7,5 7,6 64 dv

8 VERSUS Il woofer montato nel subwoofer canadese utilizza un cestello in lamiera stampata mediamente economico. Notare l assenza di aperture sotto il centratore e il fondello totalmente chiuso. Sul pannello posteriore troviamo soltanto gli ingressi e le uscite, mentre i controlli sono sistemati sulla parete frontale. Gli ingressi ad alto livello sono dotati di connettori dorati. dv 65

9 Carta d identità DESCRIZIONE GENERALE E COLLEGAMENTI VERSUS Mission MS- L a proposta del marchio inglese parte da una struttura in MDF dello spessore di soli 12 millimetri. Nonostante le dimensioni contenute è previsto comunque un rinforzo interno abbastanza incisivo, una tavola di legno sottile ma larga almeno centimetri, che collega la parete superiore a quella inferiore. Le altre pareti del cubo sono comunque ben fissate tra loro e ripassate nelle giunzioni con un filo di colla. Il woofer è fissato con otto viti conficcate direttamente nel medium density con una tenuta notevole, grazie anche alla buona tenuta di questo materiale ed alla filettatura larga delle viti. Anche in questo caso i condotti di accordo sono due, ma con un diametro di 53 millimetri ed una lunghezza abbastanza limitata. Facile calcolare che nei circa venti litri a disposizione la frequenza di accordo supera abbondantemente i 50 Hz, ponendo comunque qualche problema di compressione visto che il diametro della sezione equivalente è poco meno di un terzo del diametro del woofer. All interno non si nota assorbente incollato alle pareti, tranne un pezzo di acrilico attentamente ripiegato alla base e spillato sulla parete di fondo, operazione che consente ai cavi, molto corti, di avere un passaggio obbligato che ne impedisce i movimenti. L elettronica interna è tradizionale, con un amplificatore in classe AB capace di circa 100 watt rms. Non una gran cosa in verità, ma probabilmente si parte da un trasduttore abbastanza sensibile. La manopola del crossover elettronico è stata sostituita da un deviatore a sei posizioni che imposta, in linea assolutamente teorica, altrettante frequenze di incrocio, partendo da 35 Hz fino ad 5 Hz a step di 10 Hz. Sulla piastra dell amplificatore è riportata la dizione Designed and assembled in England come a dire che il subwoofer lo progettano loro e lo montano pure, senza che si debba sapere dove sono acquistati i materiali. Comunque sia a noi non interessa più di tanto la nazione di provenienza dei vari componenti del subwoofer, specialmente se il progetto è valido ed il diffusore si esprime con prestazioni elevate. Il woofer rappresenta un bel pezzo di ingegneria meccanica, con un robusto cestello pressofuso esile ed aerato, in modo che la bobina mobile possa scambiare calore con facilità. Sotto il centratore infatti lo spazio a disposizione è così largo che non solo si vede la bobina mobile ma è possibile anche determinare in prima battuta il valore dell escursione della membrana, computata, un po a naso, in circa sette millimetri. Il discreto anello di ferrite è affiancato da un secondo magnete meno alto, incollato sul fondello di chiusura per ridurre gli effetti del campo magnetico disperso. La membrana è realizzata con cellulosa trattata, abbastanza rigida e ben smorzata, incollata all anello di sospensione esterna costruito in gomma e disegnato per poter assecondare una discreta escursione della membrana. La cuffia parapolvere è rigida ed impermeabile al flusso d aria interno, ma a giudicare dal disegno del cestello e del gruppo magnetico non si sente affatto il bisogno di altri scambiatori di calore. La precisione del selettore delle frequenze di incrocio rappresenta un simpatico gadget, visto che alla frequenza più bassa la risposta del subwoofer è ancora in salita mentre ai 55 Hz della posizione mediana corrisponde, grafico alla mano, una frequenza di incrocio quasi doppia. Alla massima frequenza, ovvero 5 Hz, si arrivano a sfiorare i 160 Hz di frequenza effettiva. d v CI È PIACIUTO - Facilità di messa a punto - Dimensioni NON CI È PIACIUTO - Assenza regolatore di fase - Costruzione non accuratissima Marca: Mission Modello: MS- Tipo: bass reflex Dimensioni (LxAxP): 300x300x330 mm Peso: 11 kg Caratteristiche principali dichiarate - Potenza amplificatore interno: 100 watt rms. Ingressi: alto livello e basso livello. Risposta in frequenza: Hz. Numero delle vie: una. Frequenze di incrocio: 35-5 Hz - step di 10 Hz. Fase: 0 o 10. Woofer: da 250 mm Distribuito da: Audio 4 & C., Via Polidoro da Caravaggio 33, Milano. Tel MISSION MS- BASS REFLEX PREZZO 311,00 dv Prestazioni Costruzione Rapporto qualità/prezzo Misure MISSION MS- COMMENTO Di medio livello, con una sufficiente facilità di messa a punto ed una buona grinta. Il mobile è costruito con sufficiente rigidità. Il woofer è realizzato con cura ed attenzione allo smaltimento del calore prodotto. Il prezzo da pagare appare ben contenuto rispetto alle prestazioni ottenute all ascolto. Sufficiente la prestazione in gamma bassa. La pressione erogata in ambiente è discreta. VOTO 7 7 6,6 66 dv

10 VERSUS Il ponte di comando del subwoofer inglese mostra la dotazione dei comandi e la piccola aletta di raffreddamento dell amplificatore in classe AB con 100 watt di potenza. Il woofer impiegato è realizzato con attenzione e cura su un cestello pressofuso. Notare le prese d aria sotto il centratore ed il secondo anello di ferrite posto dietro il fondello bombato. dv 67

11 Carta d identità DESCRIZIONEGENERALEECOLLEGAMENTI VERSUS PSB HD I l piccolo, piccolissimo subwoofer canadese si presenta come un cubo di circa ventisei centimetri di lato che grazie allo spessore di 19 millimetri delle pareti in medium density mette a disposizione del woofer da otto pollici e dei due trasduttori passivi dello stesso diametro un volume di circa dodici litri, al lordo dell elettronica di potenza e dello spazio occupato dal driver attivo. Inutile cercare le viti di fissaggio del woofer, visto che quest ultimo è fissato dall interno. Occorre rimuovere la leggera piastra di amplificazione per poter vedere il trasduttore e le sue modalità di fissaggio. Il woofer è fissato al pannello frontale grazie a quattro solidi perni dalla filettatura stretta annegati direttamente nel pannello esternamente al diametro del driver, che viene bloccato su un area maggiore della vite stessa grazie a quattro staffe larghe su cui agiscono i bulloni. La pressione di fissaggio è notevole, tanto che la rimozione, con la complicità del ridotto spazio operativo, è risultata abbastanza complicata. Il cestello è pressofuso con una notevole presa d aria al di sotto del centratore per smaltire il calore prodotto dalla bobina mobile che deve possedere una escursione veramente al di fuori del comune, almeno a guardare la bombatura del fondello posteriore, fondello che chiude il campo di due anelli di ferrite sovrapposti. I passivi sono dello stesso diametro, con un cestello di lamiera, il centratore abbastanza rigido e la massa centrale aggiunta per ottenere la giusta frequenza di accordo. L elettronica di potenza è racchiusa dentro una ghiera metallica, per impedire il contatto accidentale con componenti ancora carichi di tensione anche dopo lo spegnimento del subwoofer. Come indica chiaramente il pannello posteriore si tratta di un amplificatore Bash in classe H, capace di ben cinquecento watt rms per una potenza dinamica dichiarata di ben ottocento watt e circa 1600 watt di picco. La membrana del woofer è realizzata in fibra impregnata per ottenere una superiore rigidità senza perdere smorzamento interno. La sospensione in gomma promette una escursione notevole dell equipaggio mobile computata ad occhio in circa millimetri. Anche l escursione dei passivi è veramente notevole. Oltre a ciò occorre notare che i due passivi emettono in opposizione di moto, così da annullare le sollecitazioni impresse al cabinet. Alla base del cabinet quattro piedoni di gomma abbastanza cedevole assicurano una presa decisa sul pavimento. I controlli disponibili su questo sub rappresentano il meglio tra tutti quelli coinvolti in questo test. Oltre a frequenza e livello troviamo anche un potenziometro per la regolazione della fase che consente una escursione di 360 gradi, in modo da poter tarare, come poi è stato fatto, con estrema precisione la fase relativa tra subwoofer e satellite. La scala delle frequenze in relazione alla pressione effettivamente emessa mostra come a bassa frequenza anche il PSB presenti un errore notevole, trattandosi di una risposta limitata in bassissima frequenza. Oltre la frequenza dei 50 Hz, e per la precisione appena oltre gli 0 Hz, le indicazioni della manopola e la curva di risposta che il subwoofer presenta iniziano ad andare a braccetto, fornendo un ulteriore incremento nella facilità di interfacciamento tra subwoofer e sistema satellite. L indicazione leggibile sulla piastra dell elettronica recita che il progetto è canadese ma la costruzione avviene in Cina. d v CI È PIACIUTO - Dimensioni - Smorzamento - Versatilità - Pressione massima NON CI È PIACIUTO - A volte poco dinamico Marca: PSB Modello: HD Tipo: reflex meccanico Dimensioni (LxAxP): 267x267x267 mm; volume interno: 11 litri Peso: 11,4 kg Caratteristiche principali dichiarate - Potenza amplificatore interno: 500 watt rms - 00 watt dinamici - classe H. Ingressi: alto livello e basso livello. Risposta in frequenza: Hz. Numero delle vie: una. Frequenze di incrocio: Hz - quarto ordine LR. Fase: regolabile da 0 a 360. Woofer: da 203 mm. Passivi: 2 da 203 mm Distribuito da: Audioclub, Via Dire Daua 2, Roma. Tel Fax info@audioclub.it - HD PSB REFLEX MECCANICO PREZZO 101,00 dv Prestazioni Costruzione Rapporto qualità/prezzo Misure PSB HD COMMENTO Di buon livello, con una notevole facilità di messa a punto ed una buona pressione erogata. Il mobile è costruito con cura ed attenzione alle vibrazioni, mentre l amplificatore si rivela sempre pronto ad erogare potenza. Il prezzo da pagare è comunque notevole anche se le prestazioni non sono da meno. Buona la prestazione in gamma bassa. La pressione erogata in ambiente è notevole. VOTO,5 7 6 dv

12 VERSUS Il woofer attivo da otto pollici è dotato di una escursione notevole e di due anelli di ferrite incollati tra loro. Sulla parete posteriore è sistemata la piastra con l amplificatore BASH ed i controlli. Notare il potenziometro con la variazione continua della fase. I due woofer passivi sistemati ai lati del woofer attivo sono realizzati su un cestello di lamiera. dv 69

13 Carta d identità DESCRIZIONE GENERALE E COLLEGAMENTI VERSUS REL R-505 Q uando si mettono le mani e lo svitatore elettrico sul subwoofer REL si capisce immediatamente che è quello costruito con più cura o magari con una minore attenzione ai costi che poi comunque si riversa più o meno pesantemente sul prezzo finale di vendita. Otto viti di discreto diametro con madrevite annegata nella struttura lignea imprigionano il woofer da dodici pollici al suo posto. Il diffusore comunque pesa parecchio ed appena rimosso il trasduttore capisco pure perché. Lo spessore delle pareti di medium density di ben 35 millimetri non è bastato al progettista per sentirsi a posto con la coscienza, così ha previsto anche un rinforzo centrale che agisce sulle quattro pareti vicine. L assorbente, come in quasi tutti i sub che abbiamo provato, rappresenta una sorta di gadget inutile, visto che il rapporto tra le dimensioni e le lunghezze d onda in gioco ne rende superflua la presenza. Per la prima volta il marchio inglese propone un amplificatore in classe D, abbandonando, nella R series, il tradizionale ampli in classe AB. Il guadagno, a detta del costruttore, sta tutto nella leggerezza, nel rendimento e nella potenza impiegata, visto che ormai questa tipologia di amplificatori è capace di prestazioni notevoli, molto simili a quelle dei modelli tradizionali. Cinquecento watt rms assicurano sufficiente potenza al trasduttore da dodici pollici, capace oltretutto di una escursione meccanica notevole. La struttura del subwoofer e dei suoi controlli appare leggermente diversa da tutti gli altri. Sulla piastra posteriore sono sistemati soltanto gli ingressi, sia ad alto che a basso livello, mentre tutta la sezione controlli e trattamento del segnale è implementata in un contenitore di alluminio posto alla base del diffusore tra i quattro piedoni che mantengono il cabinet più in alto di almeno quattro centimetri. Il box è completamente chiuso con una risposta in gamma bassa caratterizzata da una pendenza abbastanza limitata e vicina alla teoria della sospensione pneumatica che a bassissima frequenza presenta una escursione quasi costante e controllata, a differenza della configurazione bass reflex. L uso di una scheda separata per i controlli poteva, magari, rendere disponibile una regolazione fine della fase, ma purtroppo non è così. E dire che il costruttore dichiara di aver realizzato non un subwoofer, ma un vero sistema capace di lavorare in unione ad un sistema tradizionale a larga banda estendendo la risposta alle frequenze bassissime e capace di interfacciarsi perfettamente con questo. Il connettore Neutrik per il segnale di livello elevato è accompagnato da due ingressi coassiali per il basso livello e da un connettore per il +1 proveniente dal decoder multicanale, il cosiddetto canale LFE che non brilla certo per standardizzazione sia nella pendenza che nella frequenza di incrocio. Il woofer è realizzato a regola d arte, grazie ad un ampio ed aerato cestello pressofuso che consente un notevole smaltimento di calore da parte della bobina mobile. Il complesso magnetico è realizzato con due anelli di ferrite sovrapposti prima del fondello di chiusura posteriore, fondello che è piatto e forato. Tutte le aperture al di sotto del centratore sono protette da piccole grate metalliche che limitano e gestiscono il passaggio dell aria. I due connettori dorati e a molla permettono un veloce fissaggio dei cavi, di generosa sezione e soprattutto larghi quanto basta per rimuovere in tutta tranquillità il trasduttore. La membrana è trattata con resine smorzanti ed appare, almeno al tatto, molto rigida e pesante, mentre di converso le grosse sospensioni in gomma mi sono sembrate molto rigide. La cuffia parapolvere di notevoli dimensioni è molto rigida ed assolutamente impenetrabile dal flusso d aria che interessa la bobina mobile. Anche questo subwoofer non brilla particolarmente per precisione della scala del crossover elettronico, specialmente a bassissima frequenza. L intervallo di incroci possibili va da 25 a 100 Hz, con la posizione intermedia che dovrebbe essere 62,5 Hz. Come possiamo vedere dalla risposta acustica a bassissima frequenza l errore è elevato, ma già dalla posizione intermedia si raggiunge una sufficiente corrispondenza tra indicazione e frequenze riprodotte. d v CI È PIACIUTO - Costruzione molto accurata - Estensione NON CI È PIACIUTO - Assenza regolatore di fase - Messa a punto a volte non immediata Marca: REL Modello: R-505 Tipo: cassa chiusa Dimensioni (LxAxP): 31x425x419 mm Peso: 26,3 kg Caratteristiche principali dichiarate - Potenza amplificatore interno: 500 watt rms. Impedenza/livello di ingresso: 150 kohm/20 db (alto livello) - 10 kohm/40 db (livello linea) - 33 kohm/40 db ingresso LFE. Risposta in frequenza: Hz. Numero delle vie: una. Fase: 0 o 10. Woofer: da 300 mm ad alta escursione. Fusibile: 2,5 A a 230 V Distribuito da: Audio Gamma, Via Pietro Calvi 16, Milano. Tel REL R-505 CASSA CHIUSA PREZZO 1700,00 dv Prestazioni Costruzione Rapporto qualità/prezzo Misure REL R-505 COMMENTO Di livello elevato, con una discreta facilità di messa a punto, una buona pressione erogata ed una ottima resa in ambiente. Il mobile è elegante e ben realizzato, con poche vibrazioni. Il sistema appare versatile e comodo da usare in ambiente. Il prezzo da pagare è notevolmente elevato. Anche in questo caso le prestazioni sono comunque di livello elevato. Buona la prestazione in gamma bassa. La pressione erogata in ambiente è notevole. VOTO,5 6,5 70 dv

14 VERSUS Il pannello posteriore appare scarno, con i due ingressi a basso livello ed il connettore Neutrik per gli ingressi ad alto livello. I controlli sono sistemati in un contenitore di alluminio posto alla base del diffusore, raggiungibili ovviamente dal frontale. Il trasduttore proposto da REL. Si tratta di un generoso altoparlante che utilizza un cestello in pressofusione. Notare i due anelli di ferrite incollati, i connettori a molla e dorati e il fondo piatto ma forato per la circolazione dell aria nelle vicinanze della bobina mobile. dv 71

15 Carta d identità DESCRIZIONE GENERALE E COLLEGAMENTI VERSUS Velodyne Impact Mini I l subwoofer della Velodyne brilla per le dimensioni assolutamente contenute e per un peso discreto. La configurazione adottata è quella del reflex meccanico ottenuta utilizzando un driver attivo da 165 millimetri, un po minuto in verità, ed un passivo o drone cone da 200 millimetri di diametro nominale. Entrambi i trasduttori utilizzano per la costruzione della membrana l alluminio anodizzato e trattato fino a presentare un minimo smorzamento interno che comunque nell impiego a bassa frequenza appare meno importante rispetto alla massa ridotta e alla rigidità elevata. Il woofer attivo è fissato con sei viti dalla filettatura larga e dal passo elevato, ideali per conficcarsi con una certa sicurezza nella struttura lignea. Si tratta di un discreto trasduttore, caratterizzato comunque da un cestello in lamiera stampata sufficientemente aerato al di sotto del centratore, col fondello molto bombato e dotato di un foro di decompressione con un diametro che ti aspetteresti su un quindici pollici per uso professionale. La bobina mobile è allora di diametro notevole, prossima ai due pollici, avvolta su un supporto lungo che si fissa alla membrana concava che per sua costruzione non può essere troppo profonda. Il complesso magnetico è realizzato con due larghi anelli di ferrite sovrapposti di altezza ridotta, forieri comunque assieme al minaccioso fondello verniciato in nero di una escursione notevole, escursione che comunque è dovuta in parte anche alle sospensioni in gomma di notevoli dimensioni ma abbastanza cedevoli. Il woofer passivo è molto simile a quello attivo, con la massa centrale che ne regola la frequenza di risonanza ed una copertura realizzata con un foglio di acrilico che probabilmente ne ottimizza le perdite meccaniche. Lo spessore del cabinet supera il pollice per una rigidità che viste le dimensioni non abbisogna di alcun rinforzo interno. I cavi di collegamento tra elettronica di potenza e driver appaiono di rassicuranti dimensioni e di una lunghezza appropriata fino alla connessione attuata con faston polarizzati. Una guaina in foam irrigidisce appena il passaggio dei cavi rendendoli poco inclini a suonare assieme al movimento dell aria spostata dalla membrana. L amplificatore interno è in classe D, ma utilizza un trasformatore tradizionale a lamierini di ferro, in verità un po bruttino da vedere, anche per le sue dimensioni non esaltanti, nonostante i trecento watt rms dichiarati dal costruttore. Tutto il cabinet è sollevato di circa quattro centimetri grazie a quattro piedoni di un materiale plastico abbastanza morbido, per permettere al woofer passivo di emettere verso il basso. Le connessioni di ingresso sono ad alto e a basso livello, sia in ingresso che in uscita, ma una occhiata al manuale d uso ci chiarisce immediatamente che le uscite sono saggiamente solo passanti, senza alcun tipo di trattamento del segnale, trattamento che nella mia esperienza dovrebbe essere lasciato ad un filtro esterno, capace di adattarsi di volta in volta alle caratteristiche di emissione dei satelliti. I connettori di ingresso ad alto livello sono a molla, molto pratici ed immediati ed è assolutamente inutile storcere il naso, visto che la corrente circolante è veramente molto ridotta. La precisione della manopola dell incrocio è anche in questo caso assolutamente aleatoria. Le tre indicazioni sono per 50, 0 e 200 Hz mentre possiamo notare che al minimo la frequenza di incrocio acustico è più che doppia, mentre a media frequenza l errore si riduce appena sempre per eccesso ed alla massima frequenza è ancora notevole, ma questa volta per difetto. d v CI È PIACIUTO - Costruzione accurata - Dimensioni - Smorzamento NON CI È PIACIUTO - Assenza regolatore di fase - Tenuta in potenza - Estensione in basso Marca: Velodyne Modello: Impact Mini Tipo: reflex meccanico Dimensioni (LxAxP): 254x254x305 mm Peso:,4 kg Caratteristiche principali dichiarate - Potenza amplificatore interno: 300 watt rms. Ingressi: alto livello e basso livello. Impedenza d ingresso: 1,2 kohm (high level) - 65 kohm (line level). Risposta in frequenza: Hz ±3 db. Numero delle vie: una. Frequenze di incrocio: Hz. Fase: 0 o 10. Woofer: da 165 mm. Passivo: 203 mm Distribuito da: MPI Electronic, Via De Amicis 10-12, Cornaredo (MI). Tel VELODYNE Impact Mini REFLEX MECCANICO PREZZO 50,00 dv Prestazioni Costruzione Rapporto qualità/prezzo Misure VELODYNE IMPACT MINI COMMENTO Di medio livello, con una discreta facilità di messa a punto, una pressione erogata sufficiente così come la resa in ambiente. Il mobile è elegante, solido e ben realizzato. Il woofer, benché di dimensioni contenute, è costruito molto bene. Il prezzo da pagare è elevato se posto in relazione alle prestazioni offerte. Sufficiente la prestazione in gamma bassa. La pressione erogata in ambiente è anch essa sufficiente. VOTO 6,5 6,5 6, 72 dv

16 VERSUS Alla base del cabinet è sistemato il woofer passivo dal diametro maggiore rispetto a quello attivo. Notare la membrana concava e metallica. Il woofer della Velodyne è quello più piccolo del gruppo, ma è costruito con l attenzione e l esperienza tipiche della Casa. dv 73

17 Carta d identità DESCRIZIONE GENERALE E COLLEGAMENTI VERSUS Wharfedale Power Cube PC + L a proposta di subwoofer del marchio inglese parte da un box realizzato in medium density da 19 millimetri ricoperto con una impiallacciatura sottilissima ed appena in evidenza nelle critiche giunture. Il mobile comunque non è fatto male, con una cura particolare posta nelle giunture interne che sono rinforzate con dei corti pezzi di truciolare che ne aumentano la rigidità. Le varie pareti sono sufficientemente incollate e tutta la struttura appare sufficientemente rigida, grazie anche al subvolume interno completamente chiuso realizzato per ospitare l elettronica di trattamento del segnale e di potenza, elettronica assolutamente identica a quella vista sulla Mission, altro costruttore inglese che viceversa non ha ritenuto utile costruire un box dedicato all elettronica. Questo subvolume comunque aiuta notevolmente ad ottenere una struttura rigida senza fare ricorso a rinforzi anulari. Per rimuovere il woofer da venti centimetri nominali occorre rimuovere soltanto quattro viti dal passo largo, avvitate ovviamente direttamente nel cabinet, sopra una ghiera plastica che ridistribuisce la pressione di serraggio e cela alla vista la flangia del trasduttore. Il grosso condotto di accordo emette posteriormente con una leggera svasatura verso l esterno ma una sezione assolutamente costante all interno, ove sarebbe maggiormente necessaria. Il diametro è notevole, 0 millimetri, ma la lunghezza appare abbastanza contenuta, e ciò in un box di dimensioni contenute lascia intendere che la frequenza di accordo non è proprio bassa. L interno è coibentato con un solo piccolo foglio di assorbente acrilico che comunque non interagisce tenendo fermi né i cavi del segnale che tramite due faston polarizzati sono connessi al woofer e nemmeno i due cavi del LED frontale che rimangono appesi all interno del box. Il woofer che equipaggia il Power Cube è un componente da otto pollici e 167 millimetri di diametro effettivo della membrana. Il cestello è in lamiera verniciata nera, senza alcuna feritoia sotto al centratore per lo scambio di calore ed un complesso magnetico tradizionale, realizzato cioè con un solo largo anello di ferrite. Il fondello bombato preannuncia una buona escursione con la foratura del polo centrale che pur se non di esaltante diametro assicura un percorso preferenziale dell aria che investe la bobina mobile. La membrana è realizzata in cellulosa lucida sul lato a vista e pesantemente trattata sul lato posteriore, come da classica scuola inglese. La scritta Made in China probabilmente si riferisce all elettronica di potenza, anche in questo caso capace di 100 watt rms in classe AB e dotata di una piccola aletta posteriore che comunque durante l uso diventa appena tiepida. Il woofer è posizionato alla base del cabinet ed irradia ovviamente verso il basso, distanziato dal pavimento da quattro piedoni di materiale plastico alti ben cinque centimetri per evitare probabilmente effetti di compressione ai livelli elevati. Come per il Subwoofer Mission la precisione del deviatore delle frequenze di incrocio non è esaltante. A 35 Hz, la minima frequenza di incrocio, notiamo che la risposta acustica supera tranquillamente i 90 Hz, mentre a 55 ed a 5 Hz, che corrispondono rispettivamente alla posizione mediana ed a quella massima, si supera il doppio di quanto indicato. Magari si poteva scrivere sulla serigrafia 0, 110 e 160 Hz facendo un figurone. d v CI È PIACIUTO - Smorzamento - Facilità di messa a punto NON CI È PIACIUTO - Assenza regolatore di fase - Estensione in basso - Costruzione Marca: Wharfedale Modello: Power Cube PC + Tipo: bass reflex Dimensioni (LxAxP): 295x345x325 mm Peso: 10,3 kg Caratteristiche principali dichiarate - Potenza amplificatore interno: 100 watt rms. Ingressi: alto livello e basso livello. Risposta in frequenza: Hz. Massima pressione: 107 db. Numero delle vie: una. Frequenze di incrocio: 35-5 Hz - step di 10 Hz. Fase: 0 o 10. Woofer: da 200 mm Distribuito da: Tecnofuturo, Via Rodi 6, Brescia. Tel WHARFEDALE Power Cube PC + BASS REFLEX PREZZO 290,00 dv Prestazioni Costruzione Rapporto qualità/prezzo Misure WHARFEDALE POWER CUBE PC + COMMENTO Di livello sufficiente, con una discreta facilità di messa a punto, una pressione erogata più che buona con una resa in ambiente notevole. Il mobile è mediamente elegante e costruito con attenzione alle vibrazioni. Il woofer, pur costruito con una certa economia, fornisce prestazioni buone. Il prezzo da pagare è una volta tanto inferiore alle mie aspettative, tanto da consigliarne due per una prestazione raddoppiata. Buona la prestazione in gamma bassa. La pressione erogata in ambiente è sufficiente. VOTO,5 74 dv

18 VERSUS Il woofer del marchio inglese è realizzato su un cestello di lamiera stampata di disegno abbastanza tradizionale. Notare il fondello bombato. Quello che meraviglia in questa foto è senz altro il diametro del condotto di accordo da 5 millimetri. L amplificatore in classe AB è capace di 100 watt rms. Il woofer è fissato alla base del diffusore, distanziato dal pavimento dai soliti piedoni plastici, appena più alti della media. dv 75

19 LE PRESTAZIONI RILEVATE NEL NOSTRO LABORATORIO VERSUS Subwoofer INDIANA LINE BASSO 930. Matricola n Subwoofer MIRAGE OMNI-S10. Matricola n TEST RISULTATO COMMENTO E VOTO (da 1 a 10) MOL livello massimo di uscita: (per distorsione di intermodulazione totale non superiore al 5%) MOL livello massimo di uscita: (per distorsione di intermodulazione totale non superiore al 5%) La massima pressione indistorta è costretta a fare i conti sia con l escursione del woofer, comunque notevole, sia con la compressione interna all amplificatore che si innesca con una costante di tempo appena inferiore alla durata dell impulso di misura che dura 360 millisecondi. Come possiamo vedere dal grafico i 100 db sono raggiunti a 50 Hz ed i 107 decibel a circa 0 Hz. La componente che limita una MOL di livello maggiore è la seconda armonica del doppio tono di prova, mentre la più fastidiosa terza armonica se ne sta ad un livello molto più basso, per salire soltanto attorno agli 0 Hz ove il livello del segnale di ingresso inizia ad essere elevato. Peso convenzionale pari a 3 La MOL del subwoofer Mirage sale abbastanza gradualmente all aumentare della frequenza senza fenomeni particolari di compressione. Il livello parte da 9 decibel e sale fino a 10 decibel alla massima frequenza riproducibile. I limiti alla MOL sono imposti dalla seconda armonica, con la terza che si intravede ai livelli più alti e solo sporadicamente. 7 Peso convenzionale pari a 3 Sistema di altoparlanti MISSION MS-. Matricola n. MS00090R MOL livello massimo di uscita: (per distorsione di intermodulazione totale non superiore al 5%) La MOL del subwoofer risente abbastanza poco della lunghezza dell impulso di eccitazione, con un livello di pressione emessa alle bassissime frequenze limitato dalle due seconde armoniche del segnale di prova. Oltre i 64 Hz la curva si impenna verso l alto, superando i 102 decibel quando ormai siamo in gamma mediobassa. Peso convenzionale pari a 3 6 Subwoofer PSB HD. Matricola n _ MOL livello massimo di uscita: (per distorsione di intermodulazione totale non superiore al 5%) Nonostante le dimensioni contenute il subwoofer della canadese PSB esibisce una MOL di buon livello, con un andamento abbastanza piano al variare delle frequenze attorno ai 111 decibel che vengono raggiunti a 64 Hz. Anche in questo caso il limite della misura viene imposto dalle seconde armoniche dei due toni di prova, con le terze armoniche molto più contenute come ampiezza. Peso convenzionale pari a 3 76 dv

20 LE PRESTAZIONI RILEVATE NEL NOSTRO LABORATORIO Subwoofer REL R-505. Matricola n. R TEST RISULTATO COMMENTO E VOTO (da 1 a 10) MOL livello massimo di uscita: (per distorsione di intermodulazione totale non superiore al 5%) Tra tutti i subwoofer provati il REL è quello che probabilmente risente di più della compressione effettuata dall elettronica sul segnale di ingresso, e peraltro con una costante di tempo notevolmente più corta. Nonostante ciò possiamo notare come sin dal secondo terzo di ottava il livello sia molto elevato con una predominanza delle seconde armoniche del tono di prova. VERSUS Peso convenzionale pari a 3 Subwoofer VELODYNE IMPACT MINI. Matricola n MOL livello massimo di uscita: (per distorsione di intermodulazione totale non superiore al 5%) A causa delle dimensioni veramente contenute del woofer attivo impiegato nel Velodyne Impact Mini, che ha un diametro effettivo di circa tredici centimetri, la MOL non appare certamente esaltante, raggiungendo i 101 decibel ad 0 ed a 100 Hz. 6 Peso convenzionale pari a 3 Subwoofer WHARFEDALE POWER CUBE PC +. Matricola n. PC MP MOL livello massimo di uscita: (per distorsione di intermodulazione totale non superiore al 5%) La misura della MOL del subwoofer inglese parte in sordina, limitata dalle seconde armoniche del doppio tono di pilotaggio e sale con una certa velocità dopo i 50 Hz fino a raggiungere i 114,5 decibel di pressione indistorta, il valore più elevato di tutti i subwoofer misurati, pur con un prezzo di vendita tra i più contenuti. Peso convenzionale pari a 3 MIRAGE OMNI-S10 PSB HD INDIANA LINE BASSO 930 MISSION MS- dv 77

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