IL RISCHIO BIOLOGICO NEI LUOGHI DI LAVORO
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- Rosina Scotti
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1 IL RISCHIO BIOLOGICO NEI LUOGHI DI LAVORO Rischi & Prevenzione
2 RISCHIO BIOLOGICO Il rischio biologico in ambiente di lavoro si identifica con la determinazione del rischio di esposizione ad agenti biologici e con la conseguente strategia di prevenzione che richiede specifiche misure di protezione previste dagli adempimenti del Titolo X del D.Lgs. 81/08. GLOSSARIO AEROSOL: sospensione di goccioline di liquido o particelle solide nell aria e nei gas in genere AGENTE BIOLOGICO: ai sensi del D.lgs. 81/08 è qualsiasi microrganismo (anche geneticamente modificato), coltura cellulare, endoparassita che potrebbe dar luogo ad infezioni, allergie, intossicazioni. Secondo tale definizione, agenti biologici possono essere considerati virus, batteri, funghi, protozoi o elminti parassiti. In un accezione più ampia di valutazione del rischio biologico, andrebbero considerati anche acari (per es. zecche ed acari della polvere), insetti (imenotteri, blatte, pulci, ecc.), mammiferi (per es. ratti), ecc ALLERGIA: reazione esagerata del sistema immunitario di individui predisposti nei confronti di sostanze innocue per la maggioranza della popolazione, anche se a dosi estremamente basse. Le manifestazioni allergiche più comuni sono: asma bronchiale, raffreddore allergico, orticaria, eczema BATTERI: organismi piccolissimi, lunghi da 1 a 10 micrometri (un micrometro è uguale a 1/1000 di mm), costituiti da una sola cellula. Si trovano in tutti gli ambienti di vita e di lavoro ed hanno bisogno di diversi fattori per potersi sviluppare e diffondere (temperatura, umidità, sostanze nutritive). Alcuni batteri vengono utilizzati in numerosi processi industriali come ad esempio: produzione di formaggi, yogurt, tabacco, fibre tessili, farmaci, enzimi, detergenti, concia delle pelli. BATTERI PATOGENI: possono provocare malattie nell uomo. La capacità di produrre una malattia e la sua gravità variano a seconda della virulenza della specie batterica e delle condizioni generali dell organismo infettato. Fra le malattie batteriche più gravi vi sono colera, tetano, gangrena gassosa, lebbra, dissenteria, tubercolosi, sifilide, febbre tifoide, difterite, brucellosi, polmonite. BATTERI MESOFILI: prediligono temperature di sviluppo tra C, con temperatura ottimale a 37 C. In questa categoria si collocano i batteri patogeni convenzionali o condizionali e tutti i batteri che costituiscono la flora normale dell uomo e degli animali. BATTERI PSICROFILI: prediligono temperature di sviluppo tra 15 e 30 C, con temperatura ottimale a C; ciò non esclude che possano crescere a temperature più alte o più basse. In questa categoria possono essere compresi tutti i microrganismi che si trovano nell ambiente esterno. COLTURA CELLULARE: il risultato della crescita in vitro di cellule derivate da organismi pluricellulari FUNGHI: quelli che interessano l uomo da un punto di vita infettivo, allergico o tossico negli ambienti di lavoro, si suddividono genericamente in lieviti (unicellulari) e muffe (pluricellulari). Tra le specie più comunemente implicate in patologie occupazionali si trovano gli aspergilli
3 responsabili di: aspergilloma polmonare, aspergillosi polmonare o sistemica, aspergillosi broncopolmonare allergica. MICRORGANISMO: qualsiasi entità microbiologica, cellulare o meno in grado di riprodursi o trasferire materiale genetico POLVERI: particelle solide di varie dimensioni disperse nell'aria SERBATOIO: ospite umano o animale in cui un agente biologico può vivere per un certo periodo del suo ciclo vitale, spesso senza causare malattia. Il serbatoio può rappresentare una fonte di infezione. VACCINAZIONE: Preparazione rivolta a indurre la produzione di anticorpi protettivi da parte dell organismo, conferendo una resistenza specifica nei confronti di una determinata malattia infettiva (virale, batterica, protozoaria). La vaccinazione consente al sistema immunitario di agire con maggior rapidità e precisione impedendo ai microrganismi di far ammalare l individuo colpito. VEICOLO: (di infezione) tutti gli oggetti che possono trasmettere il contagio. I veicoli possono generalmente ricondursi a tre tipi: veicoli inerti nei quali i germi possono sopravvivere ma non riprodursi (acqua, fazzoletti, biancheria in genere), veicoli favorenti che favoriscono la riproduzione di microrganismi, i quali trovano qui i materiali nutritivi loro necessari (sangue, alimenti in genere), veicoli ostacolanti nei quali la sopravvivenza dei germi è resa difficile (aria, sostanze acide). VETTORE: essere vivente (quasi sempre un invertebrato, e più spesso un artropode) che permette la trasmissione di un agente patogeno. Nei vettori meccanici (passivi) l agente patogeno veicolato non compie alcuno sviluppo; nei vettori biologici (attivi) l agente si moltiplica oppure deve compiere una parte importante del proprio ciclo vitale VIRUS: organismo privo di struttura cellulare, a forma di icosaedro, allungata o sferica e dalle dimensioni variabili tra 17 e 300 nanometri, contenente acido nucleico (DNA o RNA) racchiuso in un involucro proteico (capside). Capace di moltiplicarsi soltanto mediante infezione di un organismo ospite, in base all organismo infettato. Si distinguono virus veri e propri, che parassitano cellule eucariote (animali e piante), e batteriofagi (o fagi), che infettano cellule procariote (batteri)
4 Pericolosità degli agenti patogeni PATOGENICITÀ: Riferibile alla capacità di produrre malattia a seguito di infezione INFETTIVITÀ: Intesa come capacità di un microrganismo di penetrare e moltiplicarsi nell ospite TRASMISSIBILITÀ: Intesa come la capacità di un microrganismo di essere trasmesso da un soggetto infetto ad un soggetto suscettibile NEUTRALIZZABILITÀ: Intesa come la disponibilità di efficaci misure profilattiche per prevenire la malattia o terapeutiche per la sua cura Probabilità che gli agenti biologici, venuti a contatto con l uomo, provochino l evento dannoso (infezione/allergia/intossicazione) Tale PROBABILITA dipende: dall agente biologico dall organismo ospite (uomo) dalla loro interazione dall ambiente in cui avviene l incontro MODALITÀ DI TRASMISSIONE: Contatto Inalazione Ingestione accidentale Vettori esterni Via parenterale FONTI DI PERICOLO BIOLOGICO: Contatto con bambini (pannolini, feci, fluidi biologici, ecc.) Impianti aereazione e idrici in cattivo stato di manutenzione Arredi e tendaggi Polvere Ambienti sovraffollati VIE DI ESPOSIZIONE: Inalazione di aerosol Contatto con superfici od oggetti contaminati Contatto con soggetti potenzialmente infetti
5 CATENA DELLE INFEZIONI AGENTI: batteri, funghi, virus, parassiti OSPITI SUSCETTIBILI SERBATOI: 1. PERSONE malati, portatori 2. AMBIENTE attrezzature, strumentario, acqua, aria, superfici PORTE DI INGRESSO: mucose, cute lesa, tratto gastrointestinale, tratto respiratorio VIE DI TRASMISSIONE: contatto, via aerea, droplets, veicoli, vettori AMBIENTI INDOOR UOMO E ANIMALI: Desquamazione epidermide, trasmissione microrganismi per contatto diretto o indiretto o per via aerea (influenza, polmoniti, tubercolosi, varicella, ecc.) IMPIANTI CONDIZIONAMENTO ARIA: Acqua di condensa, umidificatori, torri di raffreddamento (batteri termofili, endotossine batteriche, legionelle, batteri Gram negativi) ACQUA: Rete distribuzione acqua, serbatoi (Legionelle, batteri Gram negativi, protozoi) ARREDI: Tappezzeria, tappeti, poltrone, piante, ecc. POLVERE: Miscela contenente microrganismi, terriccio, acari, muffe, ecc. IN UFFICIO Agenti biologici Fonti di pericolo Via di esposizione Effetti sulla salute Virus, batteri (stafilococchi, legionelle), funghi, allergeni indoor (acari, peli animali, muffe, blatte) Impianti di climatizzazione e idrici in cattivo stato di manutenzione Polvere di arredi, tendaggi, moquette Contatto diretto e indiretto Inalazione Infezioni, allergie
6 Monitoraggio ambientale Prevenzione & Protezione Monitoraggio microbiologico dell aria per la carica microbica totale e carica fungina Monitoraggio delle superfici di scrivanie, scaffali Monitoraggio ambientale di legionella Monitoraggio ambientale degli allergeni indoor nella polvere Adeguata pulizia degli ambienti Frequente ricambio dell aria Adeguata manutenzione degli ambienti di climatizzazione e idrici Monitoraggi ambientali periodici per controllare la qualità dell aria RISCHI BIOLOGICI Infezioni batteriche (scarlattina, otiti, faringiti ) Infezioni virali (varicella, morbillo, influenza, raffreddore ) Allergie Dermatosi Pediculosi (pidocchi) Polveri PREVENZIONE E PROTEZIONE Informazione e formazione sulle corrette prassi igieniche Igiene delle mani, in particolare dopo avere contattato/cambiato i bambini o toccato oggetti potenzialmente infetti Adeguate procedure di pulizia degli ambienti Microclima corretto (ventilazione, adeguato numero di ricambi dell aria, ecc.).
7 Zecche le zone ove le zecche possono risiedere più facilmente (luoghi di campagna, zone di passaggio di greggi, erbe alte, vicinanze di animali come pecore, capre e cani) PREVENZIONE Usare un appropriato abbigliamento di colore chiaro (in tal modo si evidenziano meglio) che copra il più possibile il corpo (scarpe alte, calzini lunghi, camicia con manica lunga); Applicare sugli abiti prodotti repellenti acquistabili in farmacia; Evitare di sedersi e di appoggiare indumenti o zaini sull'erba (usare teli di plastica). Bonificare eventualmente il terreno con prodotti a base di Permetrina, un piretroide sintetico, poco tossico per l'uomo e gli animali; funge da repellente da applicare agli abiti ma è anche in grado di uccidere le zecche bloccando il loro sistema nervoso Tetano Il tetano (tetanos = rigidità) è caratterizzato da spasmi muscolari (paralisi spastica) con concomitante paralisi flaccida (muscoli oculari). Compromissione della funzionalità muscolare a livello respiratorio (soffocamento dovuto al rigurgito del contenuto dello stomaco). PREVENZIONE: Vaccinazione antitetanica obbligatoria in Italia e valida 10 anni
8 Punture da insetto Le punture da imenotteri (vespe, calabroni, api) sono abbastanza frequenti e procurano disturbi di diversa gravità SINTOMATOLOGIA LOCALE: pomfo eritematoso, pruriginoso e dolente, malessere generalizzato orticaria generalizzata e dolore, nausea, vomito Sintomatologia sistemica: grave reazione allergica fino allo shock anafilattico con perdita di coscienza Attenzione se il soggetto è allergico Ratti e topi Fra le malattie diffuse dai ratti e dai topi estremamente importanti sono il tifo murino, diffuso dalle zecche e dagli acari parassitoidi dei ratti, la leptospirosi, diffusa da un batterio presente nel sangue e nelle urine dei ratti infetti, e la famigerata peste che nel medioevo provocò la morte di 25 milioni di esseri umani nella sola Europa. I ratti sono infine portatori di microrganismi tifodi, della dissenteria e della rabbia PREVENZIONE Lotta alle pulci e ai ratti con disinfestazioni e derattizzazioni
9 Morso di cane RISCHIO RABBIA La rabbia è causata da un virus neurotropo spesso presente nella saliva degli animali rabidi. Gli animali rabidi trasmettono l'infezione tramite morsicature inferte ad altri animali o all'uomo. I cani rabidi rappresentano ancora il rischio più alto per l'uomo su scala mondiale di contrarre la rabbia. PREVENZIONE Per la prevenzione e il controllo i cani devono essere isolati e i cani randagi devono essere catturati e tenuti nei canili Piccioni e malattie infettive Il piccione è portatore di circa 60 malattie, contagiose per l'uomo e per gli animali domestici, i cui agenti patogeni vengono trovati nei loro escrementi. Citiamo solo alcune tra le più comuni : Salmonellosi, Criptococcosi, Istoplasmosi, Ornitosi, Aspergillosi, Candidosi, Clamidosi, Coccidiosi, Encefalite, Tubercolosi, ecc. Gli agenti patogeni di queste malattie vengono trovati negli escrementi dei piccioni. Non è necessario il contatto diretto: il vento, gli aspiratori, i ventilatori possono trasportare la polvere infetta delle deiezioni secche negli appartamenti, nei ristoranti, negli uffici, negli ospedali, nelle scuole, ecc., contaminando gli alimenti, gli utensili da cucina, la biancheria, ed innescando i processi infettivi. PREVENZIONE interventi di ripristino ambientale. rimozione dello strato di guano disinfezione e disinfestazione. Pianificazione della strategia di allontanamento
10 Pulizie Polvere e sporco rappresentano un ottimo terreno di coltura. SANIFICAZIONE: uso di detergenti per ridurre il numero di contaminanti batterici su oggetti e superfici. Una prima accurata detersione con acqua e detergente seguito da risciacquo è il sistema più semplice e valido DISINFEZIONE impedisce la proliferazione dei germi patogeni; non deve sostituire la sanificazione in quanto la presenza dello sporco sulle superfici protegge i microrganismi dal contatto diretto con il disinfettante, inattivandolo e rendendo inutile la procedura STERILIZZAZIONE Uccide tutte le forme di microrganismi e le spore batteriche (120 C per almeno 20 minuti in autoclave) DISINFEZIONE Controllo dei microrganismi patogeni su una superficie o in un dato ambiente (con disinfettanti chimici: alcoli, perossido di idrogeno, tensioattivi, fenoli, aldeidi) CALORE: a temperatura inferiore e per tempi più ridotti che per la sterlizzazione RAGGI ULTRAVIOLETTI: scarso potere penetrante, adatti solo per superfici MEZZI CHIMICI PROCEDURA PER DISINFEZIONE Rimozione delle eventuali tracce organiche ancora riscontrabili sugli oggetti da trattare; i residui devono essere a loro volta raccolti per un successivo smaltimento Bagnatura con acqua Aspersione con un detergente (sapone) apposito ed adatto Risciacquo Osservazione degli oggetti da trattare per verificare l eventuale presenza residua di tracce di sporco, materiali organici, sangue, particelle di grasso e simili, nel qual caso bisogna ripetere le operazioni di detersione sopra indicate Se tutto è a posto si passa alla disinfezione, utilizzando gli adatti prodotti disinfettanti. Trattare con il disinfettante le superfici ancora umide, ma senza residui importanti di acqua, onde evitare una eccessiva diluizione del principio attivo con la conseguente perdita di efficacia Lasciare agire il disinfettante per i tempi indicati dal fabbricante Accurato risciacquo finale. CONSIGLI Uniformare quanto più possibile le metodiche di disinfezione in tutti i locali Ridurre il numero dei disinfettanti presenti limitandosi a quelli effettivamente utili Fornire informazioni senza interferenze commerciali
11 Fornire al personale materiale tecnico informativo per i tipi di disinfettante, modalità d uso, tempo di azione, eventuali effetti nocivi, ecc. Impiegare i Dispositivi di Protezione Individuale prescritti Mantenere le confezioni ben chiuse Assicurare le adatte condizioni di conservazione (temperatura, luce, ecc.) Schede di sicurezza sempre disponibili per pronta consultazione.
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