Quando si parla di mobilità in ambito. Diesel o non diesel, Mobilità

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1 Diesel o non diesel, Qual è il migliore tipo di alimentazione per le auto aziendali? La guida pubblicata dal Corporate Vehicle Observatory di Arval fornisce un analisi delle alimentazioni in uso nelle flotte e del crescente impiego di motorizzazioni alternative. La conclusione? Al di là degli annunci dei costruttori e delle politiche restrittive di molti Paesi, il diesel è ancora il carburante più in linea con le esigenze delle flotte di Francesca Sirimarco Quando si parla di mobilità in ambito auto aziendali, si è soliti pensare a veicoli con motorizzazioni a benzina e gasolio, e considerare i trend di mercato secondo le loro immatricolazioni annue. Negli ultimi anni il ventaglio si è ampliato e anche nelle auto aziendali e nel noleggio sta crescendo l impiego di motorizzazioni alternative, elettrico, metano, gpl e ibride, per arrivare alle alimentazioni ottenute da fonti energetiche rinnovabili, i cosiddetti biocarburanti. Ne fa un attenta analisi il Corporate Vehicle Observatory, Centro Studi Arval sulla mobilità 34

2 Mobilità questo è il dilemma La pubblicazione dell Osservatorio Arval è disponibile sul sito aziendale e sulle tendenze del mercato, che ha pubblicato un libro interamente dedicato alle potenzialità e alle funzionalità di queste alimentazioni. Il volume Diesel o non diesel? Guida alle energie e al loro impiego nelle flotte è una guida approfondita alle energie alternative e all impiego e diffusione delle vetture ecosostenibili all interno delle flotte aziendali. Dopo una descrizione accurata di ciascuna propulsione, ne vengono illustrati i vantaggi per gli utilizzatori e i benefici per l ambiente, evidenziandone anche i punti di debolezza e le criticità. Insomma, un interessante opportuni- tà per documentarsi sullo stato dell arte della tecnologia automotive e veicolare in materia di propulsioni per comprendere quali siano le strategie a tendere per giungere alla vera mobilità sostenibile, quella green, che tenga conto delle minori emissioni di CO2 non solo allo scarico ma anche in fase di produzione. Alla luce delle recenti decisioni da parte dei costruttori di abbandonare il diesel o di molti Paesi di limitare la circolazione ai veicoli a gasolio, è inevitabile porsi una domanda: qual è il migliore tipo di alimentazione per le auto aziendali? Diesel e benzina ancora primi In uno scenario come questo, dove il ventaglio dell offerta è variegata, il ruolo del fleet manager diventa sempre più complicato, perché deve essere superinformato per potere progettare e costruire la mobilità individuale e aziendale economicamente più vantaggiosa per ciascun driver e per l impresa nel suo complesso. Pur nella varietà dell offerta, il diesel rimane ancora la propulsione che meglio risponde alle esigenze del mondo delle flotte e dei professionisti grandi viaggiatori, soprattutto quando si parla di percorrenze medie dai 30mi- 35

3 PERCHÉ IL DIESEL NON SCOMPARIRÀ TANTO PRESTO Top 10 autovetture Rank Marca/Modello/Energia Volume 1 Fiat Panda - benzina Lancia Ypsilon - benzina Fiat 500X - diesel Fiat 500L - diesel Renault Clio - diesel Fiat benzina Jeep Renegade - diesel Fiat Panda - diesel Fiat Punto - benzina Wolkswagen Golf - diesel Fonte: CVO Arval - InterAuto News 2017 L IEA, Agenzia Internazionale dell Energia, stima che nel 2030 oltre un terzo delle immatricolazioni globali sarà ancora appannaggio di propulsori alimentati a verde e a nafta la km/annui. Di contro, la benzina risponde bene ai bisogni urbani e ai piccoli spostamenti quotidiani, che compongono la maggior parte dei movimenti automobilistici di ogni giorno. La versione benzina viene scelta per percorrenze fino a 20mila km/annui o per le citycar. Ciò significa che nell universo delle flotte aziendali non si prevede ancora un passaggio di massa dal diesel alla benzina. Men che meno verso le altre propulsioni. Tuttavia, qualcosa è cambiato negli ultimissimi anni con lo scossone provocato dal Dieselgate, che sta portando i costruttori ad orientarsi sempre di più verso le tecnologie alternative con la produzione di veicoli elettrici, ibridi e a idrogeno, abbandonando la ricerca per una nuova evoluzione della tecnologia dei motori diesel e più in generale del motore endotermico. E qui si pone un altra domanda: siamo già pronti a fare a meno del motore a scoppio tradizionale, diesel compreso? Malgrado gli annunci dei costruttori, l IEA (Agenzia Internazionale dell Energia) stima che nel 2030 oltre un terzo delle immatricolazioni globali sarà ancora appannaggio di propulsori alimentati a verde e a nafta (ibridi esclusi), e ne prevede la loro scomparsa dal mercato solo nel 2050, stock circolante a parte. In crescita metano, gpl e ibride Le auto a gas possono rappresentare un alternativa ecologica al diesel nelle flotte: nel nostro Paese ben 19 marchi automobilistici vendono veicoli gpl, e due grandi Gruppi (FCA e Volkswagen) investono e credono nel crescente sviluppo del metano nei prossimi anni per gli elevati standard di sicurezza e di performance e i vantaggi economici ed ecologici che ne derivano. Gpl e metano, infatti, sono carburanti indispensabili per accompagnarci nella fase di transizione verso le emissioni zero. Ciononostante, non rappresentano ancora una scelta ottimale per i fleet manager, la decisione infatti è legata alla concreta fruibilità di queste alimentazioni alternative. Diverso è l approccio con l ibrido, grazie anche all offerta variegata di modelli dotati di motore ibrido e ibrido plug-in da parte dei costruttori. L offerta, infatti, proviene da tutti i brand e favorisce in particolare le versioni ibride a Guidati dall EFFICIENZA Respirazione più facile per chi soffre di allergie: occhi che lacrimano, irritazione e starnuti causati da allergeni possono essere particolarmente fastidiosi e pericolosi durante la guida della vettura. In questi casi, i filtri abitacolo Bosch possono dare sollievo! Allergeni, batteri e polveri sottili vengono neutralizzati prima di raggiungere l interno dell auto. Cambia il filtro abitacolo una volta all anno Ciò che guida te, guida noi 37

4 Più autonomia per l elettrico Nel 2025 si stima che circoleranno nel mondo 5 milioni di veicoli elettrici. La conquista dell elettrico passerà anche attraverso le auto aziendali? Non oggi, considerate le esigenze specifiche dei viaggiatori d affari. Forse un domani, ma a delle condizioni. Prima di tutto, è fondamentale che i modelli elettrici migliorino la loro autonomia, attualmente ancora troppo bassa. Quindi, che ci sia una maggiore offerta di modelli e che migliorino anche i loro costi d utilizzo. Infine, che si provveda a un infrastruttura di ricarica adeguata. Ciononostante, il TCO (Total Cost of Ownership) dei veicoli elettrici è ancora troppo alto per le aziende. Sull autonomia i costruttori si stanno impegnando molto con l obiettivo di raggiungere i 500 km di autonomia a breve attraverso lo sviluppo di soluzioni alternative, tra le quali i prolungatori di autonomia e le celle a combustibile. Ma la diffusione dell elettrico è possibile con un infrastruttura di ricarica adeguata. A oggi, il rapporto medio tra veicoli e punti di riferimento a livello internazionale è ancora fermo a 0,86 veicoli, segno che il mercato non è ancora pronto a passare all elettrico. Non va meglio per l Italia, dove il rapporto è di 0,66 veicoli per terminale. Delle 9mila colonnine di ricarica presenti sul nostro territorio l 80% è privato, allocato per lo più attorno ai principali agglomerati come Roma, Milano e Firenze. Per accelerare la diffusione dei veicoli elettrici entro il 2020 dovrebbero essere collocati dai ai 13mila nuovi punti di rifornimento a ricarica lenta e accelerata, i cui progetti di acquisto e installazione saranno sostenuti con finanziamenti fino al 50% da parte del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. benzina. Eppure, i modelli ibridi lottano per trovare il loro posto all interno delle car policy a causa degli alti costi d utilizzo. Eppure, i modelli ibridi lottano per trovare il loro posto all interno delle car policy a causa degli alti costi di utilizzo, per contenerli è infatti necessario un corretto utilizzo della vettura e a uno stile di guida ecologico. Dal canto suo, l ibrido diesel potrebbe scomparire nei prossimi anni Negli ultimi anni, anche nelle auto aziendali e nel noleggio sta crescendo l impiego di motorizzazioni alternative a beneficio di altre tecnologie, come quella utilizzata da Toyota, che consente di associare un motore a combustione a benzina con la propulsione fornita dal motore elettrico, o la tecnologia delle ibride ricaricabili che vede il motore a combustione associato a uno o due motori elettrici alimentati a batterie che si ricaricano a loro volta su terminali elettrici. Le ibride ricaricabili, tuttavia, presentano delle Guidati dalle OPPORTUNITÀ Bosch exchange offre una gamma completa di prodotti rigenerati in serie: un opportunità allettante per riparazioni di qualità. I ricambi rigenerati sono soggetti agli stessi test funzionali e di qualità di quelli nuovi. Di conseguenza, hanno la stessa garanzia dei ricambi nuovi Bosch e sono fino al 30% più economici. Ciò che guida te, guida noi 39

5 Pur nella varietà dell offerta, il diesel rimane ancora la propulsione che meglio risponde alle esigenze del mondo delle flotte e dei professionisti grandi viaggiatori Gpl e metano sono carburanti indispensabili per accompagnarci nella fase di transizione verso le emissioni zero che va da 300mila a 1 milione di euro. Intanto, in Europa i primi veicoli a idrogeno cominciano a circolare e prendono piede le prime stazioni. La Germania è il Paese più all avanguardia. Sebbene i costruttori di auto l abbiano identificato come una tecnologia promettente, ci vorrà del tempo prima che trovi il suo posto accanto ai veicoli elettrici alimentati a batterie. La differenza tra i due propulsori è che i veicoli elettrici saranno più indicati per un utilizzo urbano, mentre quelli alimentati a idrogeno consentiranno tragitti più lunghi. Malgrado sulla carta sembri essere l alimentazione alternativa più pulita, l idrogeno è messo in discussione per le sue condizioni di produzione, poco rispettose dell ambiente. debolezze per via dell infrastruttura di ricarica ancora inadeguata. Ciononostante, il mercato dell ibrido è in pieno sviluppo. Con immatricolazioni, le ibride rappresentano in Italia il 2,89% del mercato nel primo semestre 2017 (di cui il 99% ibrido a benzina), contro l 1,91% alla fine del Le reticenze sull idrogeno Sulla carta, l idrogeno sembra avere tanti vantaggi: inquina poco, si trova ovunque sulla terra (non in forma libera ma combinato con altri atomi) e potrebbe essere un alternativa ai combustibili fossili nel settore automobilistico. La sua combustione non emette né gas serra né CO 2, né inquinanti atmosferici. Tuttavia, la sua modalità di produzione solleva ancora delle domande. L Italia ha scommesso tardi sull idrogeno e i costi di investimento per creare una vera e propria rete di distribuzione sono molto alti. Risultato: l idrogeno non è allo stato attuale una soluzione per le aziende, ma una scommessa. In Europa sono 13 i Paesi che puntano sull idrogeno con l elaborazione di un piano nazionale per la diffusione dei trasporti con questa energia alternativa. Anche il Governo italiano ha deciso di sviluppare l idrogeno e, secondo le stime, nel 2025 l Italia dovrebbe arrivare ad un parco circolante di circa autobus e auto a idrogeno. La rete di stazioni di rifornimento è ad oggi il tallone d Achille di questa energia, considerato anche il fatto che una stazione richiede un investimento Guidati dalle PRESTAZIONI L alta qualità delle candele Bosch è disponibile dalla pista alla strada, fino all officina. Anche i maggiori team Motorsport si affidano alla tecnologia delle candele Bosch per ottenere massime prestazioni in ogni condizione di utilizzo. Ciò che guida te, guida noi 41

6 Entro il 2020 gli Stati UE saranno obbligati a utilizzare biocarburanti nel settore trasporti per il 10% del fabbisogno. Secondo l analisi Arval, il migliore per alimentare le flotte aziendali sarebbe il superetanolo E85 L UE vuole i biocarburanti I biocarburanti, prodotti da materie prime di origine vegetale (biomasse), sono oggetto di studio e ricerca in tutto il mondo, Italia compresa. Alcune percentuali più o meno importanti di biocarburanti si trovano già nei prodotti che acquistiamo alla pompa come espediente per ridurre la presenza di derivati di origine fossile. Tra questi il bioetanolo, il biodiesel e il biometano. Il bioetanolo si ottiene mediante un processo di fermentazione, distillazione e disidratazione di cereali come il mais e il grano, e barbabietola da zucchero. Viene addizionato alla benzina comune (la senza piombo da 95 e 98 ottani, la SP95 E10 e il superetanolo E85 ) o in forma pura o quale Etil-t-butil etere, elemento che può fare aumentare il numero di ottano. Il biodiesel, invece, è prodotto dalla lavorazione di piante ricche di oli come la colza o il girasole. Si ottiene al termine di un processo tecnico di trasformazione di un composto chimico organico in un altro per reazione con un alcol, il metanolo o alcol metilico. Viene addizionato al gasolio che acquistiamo alla pompa, che contiene fino al 7% di biodiesel. Il diesel B30, ad esempio, contiene il 30% di biodiesel e viene impiegato per autocarri e autobus. Anche il biometano, prodotto secondario del biogas, si ricava dalle biomasse e si ottiene dalla digestione anaerobica di sostanze organiche come reflui di vario tipo (fognari, alimentari e zootecnici), fanghi legati ai rifiuti residui di attività di giardinaggio o di coltivazione del terreno. Entro il 2020 gli Stati UE saranno obbligati a ricorrere ai biocarburanti nel settore trasporti per il 10% del fabbisogno come indicato dalla Direttiva europea RED (Renewable Energy Directive) 2009/28/CE. Tra i biocarburanti, secondo l analisi Arval, il migliore per le flotte aziendali sembrerebbe il superetanolo E85. 42