MARINA MILITARE ITALIANA. Comando in Capo della Squadra Navale C I N C N A V

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Vittoria Napoli
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1 MARINA MILITARE ITALIANA Comando in Capo della Squadra Navale

2 L impegno della NATO nella lotta alla pirateria marittima

3 Gli Standing Naval Maritime Group 1 e 2 rientrano nel Contesto delle forze della NATO di reazione rapida note come N.R.F. (NATO Reaction Forces). I Gruppi Navali dipendono rispettivamente dal Maritime Component Command di Northwood (UK) e di Napoli e sono permanentemente attivati. I Gruppi Navali garantiscono una presenza continua e visibile della solidità e coesione dell Alleanza e sono un tangibile esempio della capacità di operare da parte di forze multinazionali. La Marina Militare assicura la continua partecipazione di una propria unità navale allo SNMG 2. Da fine anno 2008 i due Gruppi Navali si alternano in Oceano Indiano quale contributo della NATO alla lotta alla pirateria marittima.

4 Il lo SNMG2, a seguito delle decisioni assunte dai Ministri della Difesa della NATO il , inizia il trasferimento dal Mediterraneo verso l Oceano Indiano per assicurare il regolare flusso in Somalia degli aiuti umanitari del World Food Programme (WFP) dell ONU, mediante scorta dei mercantili interessati e, al contempo, svolgere attività anti-pirateria davanti alle coste somale (Inizia così l Operazione Allied Provider, progenitrice della successiva Allied Protector evoluta nell attuale Ocean Shield ). Il Gruppo Navale, posto sotto il Comando del Contrammiraglio Giovanni Gumiero, era composto da sette Unità, tra cui il Caccia Luigi Durand De la Penne (Nave sede di Comando).

5 2008: Nave L. Durand De La Penne, nave sede di Comando, durante l Operazione Allied Provider

L Operazione è il contributo della NATO agli sforzi internazionali posti in essere per reprimere il fenomeno della pirateria al largo del Corno

6 L Operazione è il contributo della NATO agli sforzi internazionali posti in essere per reprimere il fenomeno della pirateria al largo del Corno d'africa. La Ocean Shield, viene avviata nel mese di agosto del 2009, nasce dall'esperienza maturata durante le precedenti Operazioni NATO già citate.

Lo sforzo della NATO consiste, tra le altre cose, nell assistere gli Stati regionali, su loro richiesta, nello sviluppo di proprie capacità per combattere le attività di pirateria (capacity building).

7 Lo sforzo della NATO consiste, tra le altre cose, nell assistere gli Stati regionali, su loro richiesta, nello sviluppo di proprie capacità per combattere le attività di pirateria (capacity building). Questo elemento dell'operazione va ad integrare gli sforzi delle Organizzazioni Internazionali per raggiungere una soluzione duratura che possa salvaguardare la sicurezza dei trasporti marittimi al largo del Corno d'africa.

8 A capo del Team di pianificazione dell Operazione Ocean Shield c è il Generale italiano Maurizio Boni, che dal novembre del 2007 riveste l incarico di Capo della Divisione Piani e Politiche Militari del Comando Congiunto di Lisbona (Joint Command Lisbon).

9 L Operazione Ocean Shield affronta la pirateria nel Golfo di Aden e nel Bacino Somalo, secondo quattro diversi approcci fondamentali e di reciproco sostegno.

10 l'interruzione di questa attività illegale in mare attraverso iniziative rivolte direttamente a proteggere la comunità marittima; l'integrazione, volta a coordinare gli sforzi della NATO con quelli della Comunità Internazionale. Questo approccio è dettato dal rilevante numero di attori coinvolti nel contrastare la pirateria e dalla complessità in cui le relative iniziative devono essere sviluppate. Attualmente operano in teatro due Organizzazioni (la NATO e l'unione Europea), una Coalizione (le Forze Combinate Marittime - CMF) e una serie di singole Nazioni (tra cui Russia, Cina, India e Giappone), per un totale di circa 48 marine;

11 la comunità marittima, con cui il naviglio militare ha sempre più dialogo; Il rafforzamento delle capacità. Costituisce l'obiettivo finale, perseguito contribuendo allo sviluppo, in coordinamento con altre iniziative internazionali, della capacità degli Stati regionali a condurre autonomamente, ed in modo efficace, operazioni di contrasto e dissuasione della pirateria marittima.

Per quanto attiene l impegno della Marina Militare Italiana nelle operazioni NATO, a Nave DURAND DE LA PENNE, ha fatto seguito Nave LIBECCIO, che,

000 miglia, sventato tre attacchi di pirati verso navi mercantili ed ha soccorso un peschereccio somalo alla deriva con tre persone a bordo,.

12 Per quanto attiene l impegno della Marina Militare Italiana nelle operazioni NATO, a Nave DURAND DE LA PENNE, ha fatto seguito Nave LIBECCIO, che, con il suo equipaggio di 220 tra uomini e donne, vi ha preso parte nel periodo giugno dicembre Nel corso della missione ha percorso oltre miglia, sventato tre attacchi di pirati verso navi mercantili ed ha soccorso un peschereccio somalo alla deriva con tre persone a bordo,. L impegno in Oceano Indiano della Marina Militare è proseguito con Nave Etna (dic 09 apr 10), nell ambito dell Operazione ATALANTA guidata dell Unione Europea.

Nave Libeccio in zona operazioni Luglio 2009 - Nave Libeccio, per 6 mesi, ha operato in

13 Nave Libeccio in zona operazioni Luglio Nave Libeccio, per 6 mesi, ha operato in Oceano Indiano con lo SNMG 2 nell ambito dell Operazione Allied Protector / Ocean Shield

14 Autunno 2009: Nave Libeccio in pattugliamento nel Golfo di Aden.

Il 14 dicembre la fregata Libeccio, al comando del Capitano di Fregata Alberto Sodomaco, è rientrata in Mediterraneo, percorrendo il Canale di Suez con rotta Nord, dopo

15 Il 14 dicembre la fregata Libeccio, al comando del Capitano di Fregata Alberto Sodomaco, è rientrata in Mediterraneo, percorrendo il Canale di Suez con rotta Nord, dopo quasi 6 mesi di attività antipirateria in Corno d Africa. Il 20 dicembre, dopo 194 giorni fuori sede, la fregata Libeccio ha fatto rientro nella base navale di La Spezia.

Dal 12 marzo 2010 l impegno della Marina Militare nell ambito dell Operazione Ocean Shield, è ripreso con Nave SCIROCCO, al comando del Capitano di Fregata Massimiliano Giachino Nel mese di marzo

16 Dal 12 marzo 2010 l impegno della Marina Militare nell ambito dell Operazione Ocean Shield, è ripreso con Nave SCIROCCO, al comando del Capitano di Fregata Massimiliano Giachino Nel mese di marzo 2010 Nave Scirocco ha soccorso una piccola imbarcazione alla deriva a circa 170 miglia al largo della costa del Kenya, in pieno Oceano Indiano. A bordo sono state trovate quattro persone, tre delle quali versavano in condizioni di salute molto precarie, con segni di forte disidratazione e fame e la quarta, purtroppo, già deceduta. Gli sventurati sono stati immediatamente portati a bordo dove sono stati rifocillati e sottoposti alle prime cure mediche. Nave Scirocco in pattugliamento.

17 Nave Maestrale in operazione di scorta ad un unità mercantile

18 Comando in Capo della Squadra Navale

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