Il progetto regionale Codice Rosa : l'impegno della Regione Toscana
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1 Il progetto regionale Codice Rosa : l'impegno della Regione Toscana dott.ssa PAOLA MAGNESCHI - Regione Toscana - Settore "Diritti e servizi socio-sanitari della persona in ospedale"
2 Indice 1 Premessa 2 Il progetto 3 I dati di attività dal 1 gennaio al 30 settembre Gli ambiti di sviluppo
3 1 Premessa Il Principio di Vulnerabilità è stato inserito, tramite la Dichiarazione di Barcellona del 1998, tra i quattro principi (assieme al principio di Autonomia, Integrità e Dignità Dignità) che la Commissione europea assume come punti di riferimento per la ricerca di una prospettiva comune di fronte alle sfide poste dai progressi delle biotecnologie e della genetica. Il principio di vulnerabilità viene collegato da un lato all idea che la vita in se stessa ha una sua fisiologica vulnerabilità, dall altro lato al grave dovere morale di prendersi cura dei soggetti vulnerabili. La vulnerabilità riguarda l integrità come principio base per il rispetto e per la protezione della vita umana e non umana. Essa esprime la condizione di ogni vita come suscettibile di essere danneggiata, ferita, uccisa. Non si tratta soltanto di integrità intesa come completezza, ma è l'integrità della vita che deve essere rispettata e protetta perché vulnerabile.
4 1 Premessa L'autonomia relazionale può essere minacciata dall'invecchiamento, dalla malattia, da condizioni socioeconomiche svantaggiate, dai esperienze migratorie traumatiche, da discriminazioni... ma il corpo che soffre è lo stesso ovunque... L'etica dell'empatia e del riconoscimento dell'altro e l'etica della cura devono trovare una forte accentuazione e rappresentano la sfida alla quale dobbiamo tendere.
5 1 Il progetto Questa premessa è indispensabile per comprendere perché il progetto regionale nonostante porti nel nome il colore rosa non si rivolge solo alle donne ma a tutte le persone che proprio a causa della loro condizione di vulnerabilità sono state ferite dall'atto violento nella dignità e nell'integrità.
6 2 cosa non è il Codice rosa Il Codice Rosa non è un nuovo centro di riferimento.... né una nuova struttura aziendale o regionale dedicata.... né un nuovo centro di costo...
7 2 Il Codice rosa è... ascolto attento nei confronti di coloro che arrivano al pronto soccorso lavoro di squadra che motiva e sviluppa la possibilità di accogliere, riconoscere e curare modalità di lavoro che mette in rete quello che già esiste, raccorda e potenzia l'azione dei diversi soggetti istituzionali strumento che semplifica e migliora le procedure, evita ripetizioni, rende più efficace la raccolta delle fonti di prova tutela la privacy delle persone e semplifica i percorsi di cura in ospedale migliora la presa in carico a livello territoriale
8 2 Il progetto Codice rosa Prende avvio dal momento dell'ingresso della persona al pronto soccorso, che viene accolta da operatori che compongono le squadre che sono preparati ad intercettare i segnali, non sempre evidenti, della violenza subita. Prevede l'intervento congiunto del personale delle strutture sanitarie Aziendali con le Procure della Repubblica e gli uffici di polizia giudiziaria, per assicurare i necessari interventi sanitari e gli adempimenti di tipo giudiziario nel massimo rispetto della privacy.
9 2 Il progetto Il progetto, si è sviluppato dall'esperienza positiva realizzata dall'azienda USL 9 di Grosseto già a partire dal Con la firma del protocollo d'intesa avvenuta il 17 giugno 2011, l Assessore al Diritto alla Salute e il Procuratore Generale della Repubblica di Firenze hanno dato avvio, al progetto regionale a partire dal 1 gennaio 2012, che ha coinvolto le Aziende Usl: 2 LUCCA 4 PRATO 9 GROSSETO 12 VIAREGGIO 8 AREZZO La costituzione dei gruppi operativi interistituzionali (squadre) che operano attraverso procedure e strumenti condivisi rappresenta il punto di forza del progetto.
10 2 Il Codice Rosa contribuisce allo sviluppo della rete.....
11 I 3 I dati di attività relativi al primo semestre 2012
12 4 Gli ambiti di sviluppo II fase Il 31 dicembre 2012 si conclude la fase di sperimentazione. riranno alla seconda fase del progetto, alcune aziende hanno già avanzato richiesta di ades al Consiglio Sanitario Regionale, per avviare l'informazione su quanto attivato a livello regio Dal 1 gennaio 2013 si propone l'adesione al progetto regionale di ulteriori cinque Aziende AZIENDE USL AZIENDE OSPEDALIERO UNIVERSITARIE 5 Pisa Careggi 6 Livorno Meyer 11 Empoli
13 4 Il progetto: punti di forza Il quarto rapporto sulla violenza di genere in toscana, al paragrafo riporta i punti di forza del progetto indicati dai colleghi della USL 9 Nucleo Operativo Task Force Codice Rosa: essere riusciti a ridare fiducia alle vittime aver reso la popolazione più consapevole ed informata aver restituito fiducia nelle istituzioni fare formazione nelle scuole essere in rete con gli altri soggetti che si occupano di violenza aver creato delle procedure nate dal basso e sul campo aver fatto tesoro degli insegnamenti dei centri antiviolenza essere un gruppo coeso e dalle norme condivise. e prosegue con...
14 4 Il progetto: punti di debolezza... i punti di debolezza su cui convengono gli operatori della USL 9 Nucleo Operativo Task Force Codice Rosa: le procedure che sebbene innovative devono ancora essere migliorate i pregiudizi culturali la mancanza di occasioni di confronto per i casi più difficili l'eccessiva burocrazia la mancanza di case rifugio alcuni di queste criticità possono essere affrontate e superate con la formazione...
15 4 Gli ambiti di sviluppo: la formazione proseguendo e sviluppando l'attività formativa già avviata con i corsi regionali rivolti ai componenti dei gruppi operativi aziendali e garantendo la continuità alla formazione svolta a livello aziendale per il personale dei gruppi operativi, le forze dell'ordine, le sentinelle, gli insegnanti...
16 4 Gli ambiti di sviluppo: i minori Sviluppare la collaborazione con l'ospedale Mayer attraverso G.A.I.A. e l'osservatorio DBH per lavorare insieme sulle procedure nei casi di maltrattamenti e abusi sessuali sui minori, attivando una collaborazione con il Tribunale dei Minori ed i gruppi operativi aziendali.
17 4 Gli ambiti di sviluppo: le collaborazioni Collaborare con l'area di Coordinamento Politiche Sociali di Tutela, Legalità, Pratica sportiva e Sicurezza urbana, con le strutture territoriali Aziendali e le Associazioni del privato sociale che operano a livello territoriale, per potenziare il collegamento con le azioni sul territorio per assicurare tutela e sostegno alle vittime di violenza successivamente alla presa in carico del Pronto Soccorso.
18 4 Gli ambiti di sviluppo: la comunicazione e l'informazione E' indispensabile diffondere la conoscenza del progetto regionale anche con la diffusione di materiale informativo e la partecipazione ad iniziative pubbliche.
19 4 Gli ambiti di sviluppo: il coinvolgimento MMG e pediatri Il coinvolgimento dei medici e dei pediatri di libera scelta che sono a più stretto contatto con gli utenti e le loro famiglie è indispensabile. Con la collaborazione del Consiglio Sanitario Regionale è possibile garantire l'informazione su quanto attivato a livello regionale, favorendo l'apertura di orizzonti etici ed operativi che vedano il ruolo del MMG e dei pediatri di libera scelta come ponte tra la vittima ed un secondo livello di intervento multiprofessionale.
20 4 Gli ambiti di sviluppo: diffusione del progetto a livello nazionale Il progetto realizzato in toscana a partire dalle prime importanti esperienze maturate dall'azienda USL 9 di Grosseto, ha suscitato grandissimo interesse nella popolazione e nelle istituzioni. Alcune regioni hanno sviluppato maggiore attenzione all'emersione del fenomeno e, grazie anche alla collaborazione assicurata dai tecnici toscani, hanno a loro volta strutturato progetti regionali. Questa maggiore sensibilità nei confronti del fenomeno potrebbe portare a livello nazionale a considerare la possibilità di elaborare una proposta normativa a carattere nazionale in grado di contrastare efficacemente il fenomeno della violenza.azionale.
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