Indicazioni operative sul funzionamento. dei Servizi Territoriale Disabili. dell Ambito territoriale di Dalmine

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1 AMBITO TERRITORIALE DI DALMINE PER L ATTUAZIONE DEL PIANO DI ZONA DEL SISTEMA INTEGRATO DI INTERVENTI E SERVIZI SOCIALI Comuni di Azzano S.Paolo, Boltiere, Ciserano, Comun Nuovo, Curno, Dalmine, Lallio, Levate, Mozzo, Osio Sopra, Osio Sotto, Stezzano, Treviolo, Urgnano, Verdellino, Verdello e Zanica Indicazioni operative sul funzionamento dei Servizi Territoriale Disabili dell Ambito territoriale di Dalmine Approvate dall Assemblea dei Sindaci nella seduta dell 1 marzo 2010 Gruppo area disabili Ambito territoriale di Dalmine

2 Premessa Questo elaborato nasce dall esigenza di modificare le linee guida approvate dall assemblea dei Sindaci in data 8 maggio 2006, alla luce dall evoluzione normativa regionale, che ha definito le caratteristiche del servizio di formazione all autonomia. Questa modifica ha evidenziato la discrepanza tra i servizi esistenti nel territorio dell ambito e le indicazioni contenute nella Delibera di Consiglio Regionale n del 13/06/2008. Pertanto è stato necessario rivedere le linee guida esistenti adattandole ai servizi non riconducibili ai criteri dettati dalla normativa sopraindicata, senza però intaccare l idea di servizio per disabile che era sotteso nelle precedenti linee guida. Le presenti linee guida definiscono le caratteristiche del Servizio Territoriale Disabili S.T.D., ponendosi come obiettivo l introduzione di un linguaggio comune. Quindi si utilizzeranno termini come: équipe socio-educativa: gruppo di lavoro formato da assistente sociale, coordinatore educativo e educatori. équipe educativa: gruppo di lavoro formato da coordinatore educativo e educatori agenzie territoriali: contesti/spazi presenti sul territorio comunale di natura pubblica o privata con cui si attiva una collaborazione per l avvio di un progetto educativo. Esempi: biblioteca, scuola, oratorio, mensa, negozio, ecc. Il presente lavoro ha i seguenti obiettivi: fornire alcuni indirizzi sull organizzazione dei Servizi Territoriale Disabili (STD), volti principalmente a garantire al soggetto disabile l accesso alle stesse opportunità, in termini di servizi e prestazioni, indipendentemente dalla residenza anagrafica; fornire alcuni strumenti operativi agli operatori occupati negli STD; consentire un confronto tra operatori e quindi tra servizi al fine di accrescere le proprie competenze e di risolvere eventuali lacune, in una logica di qualità dei servizi offerti. 1. Che cosa è il Servizio Territoriale Disabili Il Servizio Territoriale Disabili ha lo scopo di sviluppare le capacità di autodeterminazione della persona disabile attraverso attività e iniziative che riescano a metterne in risalto le effettive potenzialità. E' uno spazio pensato per accogliere le varie esigenze della persona con disabilità: dal bisogno di relazione al bisogno di sperimentarsi in attività lavorativa, dal bisogno di vivere momenti di tempo libero al bisogno di esprimere la propria creatività attraverso vari percorsi artistici. L'STD è progettato e organizzato secondo le necessità di chi lo abita e di chi lo abiterà in futuro, per questo motivo deve avere in sé la flessibilità necessaria per poter sempre rispondere alle nuove esigenze che il territorio porta. L'équipe dell STD pensa e progetta spazi e momenti per le famiglie delle persone disabili, nodo importante della rete su cui il servizio si appoggia. Le famiglie sono coinvolte in numerosi momenti di incontro durante l'arco dell'anno, all'interno dei quali viene condivisa la programmazione e la progettualità del servizio o ci si confronta rispetto al caso singolo. Il lavoro con le famiglie ha l'obiettivo di creare un patto educativo necessario per portare 2

3 avanti il progetto con l'utenza ma anche di andare incontro alle esigenze che le famiglie stesse portano al servizio, cercando di creare benessere e di portare normalità all'interno delle loro vite. L'aspetto territoriale caratterizza fortemente l STD determinandone le scelte progettuali: oltre ad essere presente nel territorio e accoglierne le persone disabili, si propone come mediatore tra l'utenza e la realtà territoriale, cercando, ove possibile, di far incontrare e di far collaborare queste due entità. Da un lato infatti c'è l'esigenza della persona disabile di essere inserita in contesti vitali di normalità, dall'altro c'è l'esigenza di un territorio di fare esperienza della relazione con l'altro, in questo caso la persona disabile. Il Servizio Territoriale Disabili negli ultimi anni si è dato questo preciso scopo integrando all'interno della sua programmazione progetti rivolti al territorio, vedendo nel territorio una risorsa importante per il servizio stesso, dando così agli utenti una maggiore possibilità di sperimentarsi in contesti ed attività diverse. Se da un lato lo sguardo sul territorio ha permesso di aumentare l'unità di offerta per gli utenti, dall'altro permette al territorio di conoscere e di confrontarsi con una realtà che spesso è invisibile ma che porta in sé molta ricchezza. L'STD si pone l'obiettivo di crescere con la comunità affinché non risulti semplicemente un servizio sul territorio, ma diventi una risorsa per la comunità. Per questo motivo il lavoro con i volontari e le diverse realtà locali diventa determinante per l' STD poiché porta, da un lato la comunità all'interno del servizio rendendolo parte attiva, dall altro le persone in carico al servizio escono per incontrare il loro territorio. 2. I servizi I servizi che maggiormente sono presenti nei STD sono: Laboratori educativi, intesi come spazio educativo protetto non continuativo. Progetti mirati di territorio (PMT) o progetti di integrazione territoriale (PIT), intesi come accompagnamento del disabile in agenzie del territorio e graduale allontanamento della figura educativa di supporto, in modo da consentire un inserimento autonomo e continuativo. Progetto tempo libero, inteso sia come promozione, supporto e formazione nei confronti del volontariato perché si attivi nel creare occasioni di tipo ricreativo per i disabili, sia come attivazione di iniziative per il tempo libero dei disabili, come ad esempio i soggiorni estivi. Progetti in agenzie territoriali (es. Centro Aggregazione Giovanile, Centro Diurno Anziani, ecc.) volti all inserimento in modo continuativo del disabile con la presenza costante dell educatore. Spazio diurno Nello specifico ogni servizio viene presentato attraverso le seguenti voci: definizione, obiettivi, destinatari, capacità ricettiva, tempi di funzionamento, attività svolte, spazi, partecipazione economica e verifica. Per quanto concerne la partecipazione economica dell utenza al costo dei servizi, il gruppo dei responsabili ha fatto alcune considerazioni sulla base delle quali si è deciso di non prevedere alcuna quota a carico dell utenza per servizi di carattere promozionale (progetti 3

4 mirati di territorio, progetti in collaborazione con altri servizi e progetti tempo libero) e di stabilire una quota fissa per i restanti servizi (centro diurno e laboratori educativi). Per i servizi a carattere promozionale si è valutato che l investimento economico delle amministrazioni è minimo e la richiesta di una partecipazione economica comporterebbe la perdita di utenti non disposti a sostenere tali costi. Per gli altri servizi, a forte connotazione educativa ed assistenziale, si è ritenuto necessaria una compartecipazione per i seguenti motivi: 1. responsabilizzare le famiglie ed evitare situazioni di delega; 2. introdurre il messaggio implicito che le indennità percepite dal disabile. sono finalizzate all acquisto di prestazioni socio assistenziali tra cui i servizi offerti dal Comune; 3. le risorse a disposizione dell ente locale non sono infinite ed è necessario razionalizzare sia entrate che uscite del bilancio comunale. La scelta di introdurre una quota fissa, a discapito del ricorso a quota in base all indicatore della situazione economica equivalente (ISEE), è stata valutata una mediazione di fronte a servizi che fino ad ora non hanno previsto alcuna partecipazione economica, nonché uniformarsi alle indicazioni dell ASL di Bergamo in merito alle rette dei Centri Diurni Disabili (155 al mese indipendentemente dal reddito) Laboratorio educativo Definizione Contesto educativo protetto in cui vengono svolte attività ludico-ricreative e occupazionali, finalizzate al potenziamento e/o mantenimento delle abilità del soggetto disabile. Obiettivi: Far sperimentare un esperienza ludico ricreativa e occupazionale Stimolare la messa in pratica delle autonomie personali Favorire l esperienza di gestione di sé in un contesto di quotidianità Permettere la condivisione di spazi di vita nel contesto gruppo Destinatari Disabili psichici su base organica con handicap medio e medio grave, residenti nel Comune di riferimento, di età compresa tra i 10 ed i 65 anni, suddivisi però in gruppi di lavoro che tengono conto dell età e della tipologia di handicap. Qualora tra gli obiettivi sia prevista l integrazione sociale, possono essere previsti laboratori di disabili con soggetti normodotati. Modalità di ammissione e di dimissione: Famiglia Servizi socio-sanitari pubblici segnalazione Assistente Sociale indagine sociale (colloqui, visite domiciliari, ecc.) 4

5 Equipe socio-educativa valutazione domanda no possibilità (Educatore Coordinatore e educatori) periodo di osservazione e valutazione educativa Avvio laboratorio educativo no Le dimissioni possono essere volontarie per decisione della famiglia o del legale tutore, oppure decise dal Servizio Sociale quando l intervento ha esaurito la sua validità. Capacità ricettiva Si distingue una capacità strutturale definita dall ente gestore e una capacità gestionale che garantisca un rapporto educatore-utenti di 1 a 3. Tempi di funzionamento I laboratori educativi possono avere un orario che va dalle 3 ore alle 9 ore settimanali, in quanto una frequenza giornaliera si configurerebbe come centro diurno. Attività svolte Le attività svolte all interno di un laboratorio vengono programmate semestralmente o annualmente in funzione dei bisogni dell utenza individuata per quel laboratorio, quindi possono essere di carattere espressivo, cognitivo, occupazionale, ludico- ricreative, ecc. Tali attività possono essere progettate ed attuate in collaborazione con altre agenzie del territorio (scuola, parrocchia, biblioteca, ecc.) in un ottica di integrazione del soggetto disabile nel contesto di appartenenza. Personale Il personale individuato è costituito da educatori, con qualifica di educatore professionale o laurea in scienze dell educazione o con esperienza triennale in servizi per disabili, integrati eventualmente da maestri d arte in funzione della tipologia del laboratorio. Gli educatori esplicano la loro funzione educativa attraverso la programmazione delle attività proposte nei singoli laboratori, l elaborazione dei progetti individuali, l attuazione delle attività e la verifica del loro intervento. Ciò si realizza nell ambito dell équipe con il supporto del coordinatore educativo e dell assistente sociale comunale, nonché di altri soggetti coinvolti nella realizzazione del laboratorio stesso. Spazio Gli spazi vengono individuati nella fase di programmazione in funzione degli obiettivi del laboratorio, del numero dei partecipanti e delle disponibilità di luoghi. 5

6 Partecipazione economica dell utenza In funzione della durata e della frequenza del laboratorio si prevede la seguente partecipazione economica, non soggetto alla valutazione in base all indicatore della situazione economica equivalente: Frequenza 6 mesi 9 mesi 3 ore/settimanali ore/settimanali ore/settimanali Verifica Il progetto laboratorio educativo viene verificato in itinere e in fase finale all interno équipe socio-educativa Progetti tempo libero Definizione Per progetti del tempo libero si intendono una serie di iniziative e/o attività organizzate o condivise dal servizio sociale comunale rivolte ai soggetti disabili del territorio, alle loro famiglie, ai volontari e all intera comunità. Sono attività che si sostanziano principalmente nel tempo libero ( organizzazione di feste, uscite serali ecc..) Obiettivi I progetti sopra citati rivestono i seguenti obiettivi: rivolti alla comunità : sensibilizzare la popolazione e la comunità del territorio conferendole l opportunità di conoscere e condividere il mondo della disabilità; facilitare la creazione di momenti di condivisione tra il territorio e i soggetti disabili; creare attività in grado di formare il territorio al rispetto e alla condivisione; rivolti al soggetto disabile e alla sua famiglia: integrare il soggetto disabile e la sua famiglia nel tessuto territoriale; offrire momenti di sollievo alle famiglie e favorire progetti di autonomia per i ragazzi; creare forme di sostegno e sviluppare capacità di essere l uno il sostegno dell altro; creare e/o favorire relazioni di tipo amicale non strettamente vincolate all intervento dei servizi. Destinatari Disabili psichici su base organica, residenti nel Comune di riferimento. Le attività analizzate vengono rivolte inoltre alla creazione di una rete di volontari, alla loro formazione e al loro sostegno nelle attività che vengono proposte e organizzate. Un soggetto destinatario indiretto risulta a questo proposito essere l intera comunità territoriale di appartenenza. Capacità ricettiva Per tutte le attività non esiste una strutturata capacità ricettiva ma si predilige lavorare sul grande gruppo. 6

7 Tempi e orari di funzionamento Non esistono tempi prefissati per queste attività che anzi tendono a conformarsi alle esigenze e ai tempi liberi dei soggetti interessati dai progetti. Attività svolte Le attività si sostanziano principalmente in due filoni: di tipo ricreativo: organizzazione di serate, feste, partecipazione alle sagre comunali ecc. di sostegno: progetti di sollievo, soggiorni ecc. Personale Le attività proposte si avvalgono della collaborazione e della partecipazione di: volontari; famiglie; educatori, con qualifica di educatore professionale o laurea in scienze dell educazione o con esperienza triennale in servizi per disabili. Spazi Le attività necessitano del territorio come spazio privilegiato di azione e di lavoro. Partecipazione economica dell utenza Le attività ricreative organizzate o semplicemente condivise e/o supportate dal servizio sociale comunale sono a carico delle famiglie ( biglietti del cinema, trasporti ecc.). Rispetto ad altri servizi di maggiore complessità organizzativa, quali ad esempio il soggiorno marino, ogni amministrazione valuta le eventuali quote di compartecipazione dell utenza. Verifica La verifica delle attività del tempo libero viene effettuata in fase intermedia e finale. Importante ricordare che la verifica coinvolge anche gli stessi soggetti disabili nonché le famiglie, le quali sono chiamate a mostrare pregi, difetti e proposte per nuovi percorsi Progetti mirati di territorio Definizione Per Progetto Mirato di Territorio si intende l insieme di interventi che mirano all organizzazione di attività socio-educative che il disabile attua in contesti territoriali (comunemente denominate agenzie territoriali), non specifici per disabili, quali ad esempio biblioteche, mense, oratori, scuole, negozi, ecc. Si definisce mirato perché calibrato specificamente sul soggetto. E territoriale perché si realizza sul territorio (comunale o extracomunale), non solo a favore del singolo, destinatario dell intervento, ma anche al fine di attivare e stimolare, all interno della comunità un processo culturale di vicinanza al tema della diversità. Si contraddistingue per due aspetti: 1. l inserimento in una agenzia non comporta alcun riconoscimento economico a favore del disabile in quanto non si caratterizza come intervento occupazionale-lavorativo. 2. il PMT si attua attraverso una fase iniziale che prevede un rapporto 1/1 tra soggetto ed educatore e dove l operatore ha una funzione di mediazione tra l utente e l agenzia e 7

8 una fase successiva in cui l educatore gradualmente lascia in autonomia il disabile, responsabilizzando l agenzia che lo accoglie e garantendo una funzione di monitoraggio e supervisione. Obiettivi Si realizzano a partire dalla conoscenza del soggetto al fine di garantire: Valorizzazione autonomie esistenti Sviluppo autonomie residue Osservazione educativa Integrazione territoriale e socializzazione Destinatari Disabili psichici su base organica con handicap lieve o medio, residenti nel Comune di riferimento, di età superiore ai 18 anni. Modalità di ammissione e dimissione Famiglia Servizi socio-sanitari pubblici segnalazione Assistente Sociale indagine sociale (colloqui, visite domiciliari, ecc.) Equipe socio-educativa valutazione domanda no possibilità (Educatore Coordinatore e educatori) periodo di osservazione e valutazione educativa Avvio PMT no Le dimissioni possono essere volontarie per decisione della famiglia o del legale tutore, oppure decise dal Servizio Sociale quando l intervento ha esaurito la sua validità. Tempi ed orari di funzionamento In base alla specificità del progetto ed in rapporto ai tempi ed orari di funzionamento dell agenzia territoriale. Il PMT ha una durata determinata e dovrebbe prevedere non meno di 3 ore settimanali di attività e non più di 15. 8

9 Attività svolte Le attività sono programmate annualmente nel progetto del singolo e possono subire modifiche in itinere, secondo la verifica dello stesso. Esse sono progettate e condivise con le agenzie del territorio che si prestano per l attuazione del PMT. Le attività possono essere di tipo: socializzanti occupazionali educative ricreative Personale Educatori con qualifica di educatore professionale o laurea in scienze dell educazione o con esperienza triennale in servizi per disabili. Gli educatori esplicano la loro funzione educativa attraverso la programmazione delle attività che si realizza nell ambito dell équipe. Personale di riferimento appartenente all agenzia territoriale. Spazio Viene individuata l agenzia territoriale nella fase di programmazione, in funzione degli obiettivi del progetto e della disponibilità del territorio. Partecipazione economica Non è prevista alcuna partecipazione economica da parte dell utente. Il soggetto è comunque coperto da assicurazione anche nel momento in cui la presenza dell educatore sia venuta meno, come da progetto. Verifica Il progetto educativo viene verificato in itinere e in fase finale all interno dell équipe socioeducativa Progetti in agenzie territoriali Definizione I progetti in agenzie territoriali sono progetti educativi volti all inserimento, in modo continuativo e con la presenza costante dell educatore, di un piccolo gruppo di disabili in un agenzia territoriale (ad esempio Centro di Aggregazione Giovanile, Centro Diurno Anziani, Ludoteca, ecc. ) che non si connota come servizio specifico per disabili ma che fornisce servizi a carattere sociale, educativo e culturale. Obiettivi Nei confronti dei soggetti disabili: Far sperimentare nuove relazioni in un contesto parzialmente protetto e mediato dalla presenza dell educatore. Favorire l'acquisizione di regole e di norme di convivenza sociale. Far sperimentare un esperienza ludico-ricreativa. Favorire l integrazione tra disabili e soggetti normodotati. Mantenere o potenziare le proprie autonomie. Nei confronti dell agenzia: 9

10 1. Valorizzare le conoscenze e le abilità professionali dei due servizi (agenzia e SFA) al fine di attuare interventi condivisi e coerenti. 2. Attivare e stimolare la comunità verso un processo culturale di vicinanza al tema della diversità. Destinatari Disabili psichici su base organica con handicap medio e medio-grave, residenti nel Comune di riferimento, di età compresa tra i 10 ed i 65 anni, suddivisi però in specifiche agenzie in funzione dell età e della tipologia di handicap. Modalità di ammissione e di dimissione Famiglia Servizi socio-sanitari pubblici segnalazione Assistente Sociale indagine sociale (colloqui, visite domiciliari, ecc.) Equipe socio-educativa valutazione domanda no possibilità (Educatore Coordinatore e educatori) periodo di osservazione e valutazione educativa Avvio progetto con agenzia no Le dimissioni possono essere volontarie per decisione della famiglia o del legale tutore, oppure decise dal Servizio Sociale quando l intervento ha esaurito la sua validità. Capacità ricettiva Si garantisce un rapporto educatore-utenti di 1 a 3 per disabili con handicap medio-grave e 1 a 5 per disabili con handicap medio, non superando per ogni agenzia la presenza di un educatore. 10

11 Tempi di funzionamento L inserimento in un agenzia può avere un orario che va dalle 3 ore alle 9 ore settimanali, in quanto una frequenza giornaliera si configurerebbe come centro diurno. La durata annuale del progetto varia in funzione degli orari di apertura e funzionamento dell agenzia. Risulta comunque prioritario dare avvio a progetti in agenzia che garantiscano un funzionamento di almeno 6 mesi. Attività svolte Le attività svolte all interno di una agenzia vengono concordate tra i due servizi in funzione dei bisogni dell utenza individuata e del tipo di servizi offerti dall agenzia, quindi possono essere di carattere espressivo, cognitivo, ludico- ricreative, ecc. La collaborazione tra lo SFA e l agenzia viene formalizzata attraverso la definizione di un protocollo d intesa, sottoscritto da entrambe le parti, in cui l Amministrazione comunale garantisce la copertura assicurativa dell utenza disabile e del proprio personale e l agenzia esonerata da qualsiasi responsabilità, nonché dal percepire alcun compenso per la collaborazione offerta. Personale Il personale individuato sono educatori, con qualifica di educatore professionale o laurea in scienze dell educazione o con esperienza triennale in servizi per disabili, supportati dal personale dell agenzia ospitante. Gli educatori esplicano la loro funzione educativa attraverso la programmazione delle attività proposte ai soggetti disabili, l elaborazione dei progetti individuali, l attuazione delle attività e la verifica del loro intervento. Ciò si realizza nell ambito dell équipe con il supporto del coordinatore educativo e dell assistente sociale comunale, degli operatori dell agenzia coinvolta e di eventuali operatori di servizi specialistici. Spazio Gli spazi coincidono con quelli messi a disposizione dall agenzia in funzione del progetto concordato. Partecipazione economica dell utenza Non è prevista alcuna partecipazione economica da parte dell utente. Eventuali costi derivanti da attività ricreative organizzate dall agenzia (esempio biglietti del cinema, trasporti ecc.) sono a carico delle famiglie. Verifica Il progetto in agenzie territoriali viene verificato in itinere e in fase finale all interno équipe socio-educativa, coinvolgendo i soggetti appartenenti all agenzia Centro diurno Definizione Il centro diurno è una struttura integrata non residenziale che accoglie giornalmente disabili con handicap medio e medio-grave, con l obiettivo di mantenere e potenziare le loro capacità e favorirne l integrazione sociale. Il servizio si pone come struttura d appoggio alla vita familiare, fatta di spazi e di momenti diversificati, particolarmente necessari per consentire alla famiglia di mantenere al proprio 11

12 interno la persona con disabilità, garantendo a quest ultima, sempre e comunque, una qualità di vita dignitosa. Obiettivi Il Centro si pone obiettivi rivolti: - all utenza che si esplicano in: educativi assistenziali socializzanti - alla famiglia: sostegno al nucleo familiare Destinatari Fatta salva l utenza già inserita nel centro, i destinatari sono soggetti disabili psichici su base organica con handicap medio e medio-grave, residenti nel Comune di riferimento e di età compresa tra i 18 anni ed i 65 anni. Modalità di ammissione e di dimissione Famiglia Servizi socio-sanitari pubblici segnalazione Assistente Sociale indagine sociale (colloqui, visite domiciliari, ecc.) Equipe socio-educativa valutazione domanda no possibilità (Educatore Coordinatore e educatori) periodo di osservazione e valutazione educativa Inserimento graduale e in prova nel centro no Equipe socio-educativa Valutazione inserimento Inserimento definitivo nel centro 12

13 Le dimissioni possono essere volontarie per decisione della famiglia o del legale tutore, oppure decise dal Servizio Sociale quando l intervento ha esaurito la sua validità. Capacità ricettiva Il servizio deve avere almeno 3 utenti. Il numero degli utenti deve essere proporzionato agli spazi fisici esistenti nonché al personale professionale impiegato. Il rapporto personale/ utente: da 1-1 a 1-3 a seconda della gravità del soggetto inserito. Tempi di funzionamento Il servizio è aperto per almeno cinque giorni settimanali per almeno quattro ore al giorno preferibilmente nel pomeriggio e per un minimo di nove mesi all anno. Attività svolte Il Centro è articolato generalmente in attività giornaliere strutturate in piccoli gruppi programmate dall équipe educativa sulla base dei bisogni espressi dall utenza. Le attività possono essere le seguenti: - espressive ( es. pittura, falegnameria, cartonaggio, ecc.) - motorie (es. palestra, piscina, escursioni montane, calcetto, ecc.) - di socializzazione (es. gite, feste, ecc.) - cognitive (es. lettura funzionale, video-scrittura, giochi didattici, ecc.) - di cucina (es. preparazione merenda) - di autonomia personale (es. nell igiene personale, nel pranzo, nella cura del proprio aspetto, ecc.) - di rilassamento (es. musicoterapia, lettura, massaggi, ecc.) Personale Il personale individuato è costituito da educatori, con qualifica di educatore professionale o laurea in scienze dell educazione o con esperienza triennale in servizi per disabili, integrati eventualmente da maestri d arte in funzione della tipologia delle attività proposte. Oltre al personale educativo può essere prevista la presenza di ausiliari socio assistenziali, qualora l utenza medio-grave richieda interventi prettamente di cura e assistenza. Gli educatori esplicano la loro funzione educativa attraverso la programmazione delle attività proposte ai soggetti disabili, l elaborazione dei progetti individuali, l attuazione delle attività e la verifica del loro intervento. Ciò si realizza nell ambito dell équipe con il supporto del coordinatore educativo e dell assistente sociale comunale, degli eventuali ausiliari socio assistenziali e di operatori di servizi specialistici coinvolti nella presa in carico del disabile. Spazio Il centro deve avere a disposizione uno spazio fisico adeguato al numero degli utenti e del personale presente, articolato in laboratori attrezzati e funzionali alle attività previste (esempio una cucina, una palestra, aula di informatica, ecc.), non deve avere barriere architettoniche che ne limitino l accesso o la fruibilità, dotato di bagni in numero sufficiente e attrezzati per utenza disabile, anche in carrozzina. 13

14 Partecipazione economica dell utenza La partecipazione economica dell utenza è individuata in 1,25 all ora e quindi commisurata all effettiva frequenza dell utente, in misura fissa e non in funzione dell indicatore della situazione economica equivalente. Verifica Il progetto centro diurno viene verificato in itinere e in fase finale all interno dell équipe socio-educativa. 3. Il coordinatore 3.1 Funzioni attribuite al coordinatore Il gruppo di coordinamento educativo dei servizi per disabili ha definito il ruolo del coordinatore, in relazione al responsabile, ossia il suo livello di autonomia, ed in relazione all équipe educativa, ossia il suo grado di autorevolezza. 1. Coordinatore dipendente comunale 1.1. Svolgimento degli atti amministrativi (comunicazioni, determine di spesa, richiesta preventivi, ecc.) e delle azioni organizzative (selezione del personale, gestione orari del personale, predisposizione di relazioni sul servizio, ecc.) necessari per il buon funzionamento del servizio Responsabilità sulla progettualità educativa: ogni educatore presente nel servizio ha la responsabilità educativa dei progetti di alcuni utenti, suddivisi tra loro, ma spetta comunque al coordinatore la supervisione e il controllo di tutti i progetti (valutazione di appropriatezza, efficacia ed efficienza). In tal senso può promuovere l elaborazione di strumenti operativi comuni Coordinamento dell équipe educativa Supporto al singolo educatore in merito allo sviluppo di strategie operative inerenti al caso e rispetto alla rielaborazione dei propri vissuti Gestione dei rapporti con i soggetti esterni al servizio (famiglie, associazioni di volontariato, altri servizi del territorio, ecc.), fatta salva la gestione di tali rapporti anche da parte del singolo educatore in funzione del progetto educativo elaborato dallo stesso Partecipazione alla progettazione e alla valutazione dei servizi offerti. Pur confermando la validità dell équipe socio-educativa come contesto di promozione e di verifica dei servizi, sussiste un primo livello di pensiero dato dall incontro tra coordinatore e responsabile. 2. Coordinatore dipendente di cooperativa 2.1. Predisposizione di alcune pratiche amministrative (comunicazioni, relazioni, richieste di materiale, ecc.) e gestione del personale educativo (orari del personale, sostituzioni, aspetti assicurativi, ecc.), previo controllo del responsabile Referenza istituzionale per la cooperativa Responsabilità sulla progettualità educativa: ogni educatore presente nel servizio ha la responsabilità educativa dei progetti di alcuni utenti, suddivisi tra loro, ma spetta comunque al coordinatore la supervisione e il controllo di tutti i progetti (valutazione di appropriatezza, efficacia ed efficienza). In tal senso può promuovere l elaborazione di strumenti operativi comuni. 14

15 2.4. Coordinamento dell équipe educativa Supporto al singolo educatore in merito allo sviluppo di strategie operative inerenti al caso e rispetto alla rielaborazione dei propri vissuti Gestione dei rapporti con i soggetti esterni al servizio (famiglie, associazioni di volontariato, altri servizi del territorio, ecc.), fatta salva la gestione di tali rapporti anche da parte del singolo educatore in funzione del progetto educativo elaborato dallo stesso Partecipazione alla progettazione e alla valutazione dei servizi offerti. Pur confermando la validità dell équipe socio-educativa come contesto di promozione e di verifica dei servizi, sussiste un primo livello di pensiero dato dall incontro tra coordinatore e responsabile. Sia che si tratti di coordinatore dipendente comunale o di cooperativa, tutto ciò che non è attività ordinaria deve essere avallato dal responsabile, così come devono essere vagliate dallo stesso tutte le comunicazioni formali rivolte all esterno del servizio, fatte salve le comunicazioni di servizio (comunicazioni sulle chiusure, richieste di intervento per guasti, ecc.) o le convocazioni. Per lo svolgimento di tali funzioni si auspica che l educatore individuato possegga la qualifica di educatore (diploma di educatore professionale, laurea in scienze dell educazione), esperienza come educatore superiore ai 5 anni e capacità organizzative e di coordinamento. Il coordinatore, al fine di una maggiore comprensione del servizio, dell utenza e dell équipe deve essere fisicamente presente durante lo svolgimento delle attività, anche con mansioni di educatore; inoltre la sua presenza sopperisce al fatto che il responsabile, a causa delle sue molteplici funzioni, è spesso un soggetto esterno all équipe educativa sia come sede fisica che come presenza effettiva Riconoscimento delle funzioni del coordinatore da parte degli altri educatori Per il coordinatore dipendente comunale la legittimazione allo svolgimento del proprio ruolo avviene tramite mandato formalmente espresso del responsabile, mandato che riprende i contenuti di cui sopra. In sede di équipe tale mandato viene comunicato agli altri educatori da parte del responsabile. Per il coordinatore dipendente di cooperativa la legittimazione avviene tramite incarico da parte della cooperativa stessa, tenuto conto quanto indicato nel capitolato d appalto che specifica le funzioni sopra riportate. In sede di équipe tali funzioni vengono comunicate agli altri educatori da parte del responsabile Modalità di raccordo tra educatori, coordinatore e responsabile Équipe educativa: incontro tra coordinatore e educatori con frequenza settimanale, salvo l incontro con il responsabile. Équipe socio-educativa: incontro tra coordinatore, educatori e assistente sociale (che può avere anche il ruolo di responsabile) con frequenza mensile. 15

16 Incontro tra coordinatore e assistete sociale con frequenza di 2 volte al mese ed ogni volta che se ne ravvisi il bisogno. Nel caso di STD che coinvolgano 2 o più Comuni sono previsti momenti di incontro e confronto tra le assistenti sociali e l équipe educativa con frequenza ogni 2 mesi. Eventuali consulenti dell équipe avranno incontri in base al contratto stabilito con gli stessi (solitamente incontro mensile). 4. Documento del gruppo dei coordinatori educativi Il gruppo di coordinamento educativo dei servizi per disabili ha creato, quale strumento condiviso tra tutti i STD, la cartella educativa dell utente, di seguito allegata. Questo documento rappresenta la sintesi reale e concreta di quanto condiviso tra i coordinatori e la sua positività è data dal fatto che ha le caratteristiche di applicabilità, di funzionalità, di efficacia (riguardo le informazioni necessarie ad un educatore per svolgere il suo intervento) e di chiarezza che permette all educatore facente parte le équipe educative di riferimento per ciascuno STD, di avere un archivio dinamico del percorso educativo ( e di vita) di ogni utente. 4.1.Cartella Educativa 1) Dati Anagrafici Stato di Famiglia 2) Anamnesi Diagnosi e Informazioni trasmesse dall assistente sociale 3) Documentazione Medica - a) Certificati b) Deleghe/Autorizzazioni mediche c) Terapie farmacologiche in atto d) Specialisti di riferimento 4) Autorizzazioni - a) Utilizzo materiale fotografico b) Legge sulla privacy c) Uscite/gite organizzate dal Servizio 16

17 5) Osservazione Relativa alle abilità di: a) Autonomia b) Relazione c) Pensiero d) Valutazione dei bisogni/desideri 6) Progetto Educativo Individualizzato - a) Premessa/lettura dei bisogni b) Finalità c) Obiettivi (Generali e specifici) d) Metodologia e) Contenuti f) Risorse Umane e strutturali (Agenzie del territorio) 7) Verifiche e Monitoraggi (PEI, PIT, ecc.) in itinere e finali 8) Diario a) Incontri con famiglia b) Incontri con specialisti c) Diario Utente Dalmine, 19 gennaio 2010 Per il Tavolo area disabile dell Ambito di Dalmine Daniela Albergoni 17

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