Sezione II IL MERCATO DEL LAVORO

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1 Sezione II IL MERCATO DEL LAVORO

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3 INTRODUZIONE E SINTESI DEI PRINCIPALI RISULTATI L analisi del mercato del lavoro si distingue in tre parti. Nella prima viene analizzato l andamento dei principali indicatori del mercato del lavoro: tasso di attività, tasso di occupazione e tasso di disoccupazione nel periodo Nella parte successiva è approfondita l analisi della struttura dell occupazione per genere, settori e tipologia di lavoro. Nella terza parte forniamo un analisi territoriale della relazione tra mercato del lavoro e processo di produzione della ricchezza utilizzando i sistemi locali del lavoro come unità di analisi. - I principali indicatori misurati su base annuale continuano a fornire un quadro sostanzialmente positivo del mercato del lavoro abruzzese. Nonostante i riflessi della modesta crescita economica del 2007 per il dodicesimo anno consecutivo l occupazione totale, misurata in termini di persone occupate, ha continuato a crescere mentre il tasso di disoccupazione ha proseguito la sua discesa, ormai ininterrotta dal Gli occupati sono aumentati complessivamente di 4 mila unità (0,8% rispetto al 2006) grazie esclusivamente alla componente maschile. Il tasso di occupazione si è attestato al 57,8% (Obiettivo di Lisbona 70%). - Le persone in cerca di occupazione sono diminuite di quasi il 6% rispetto all anno precedente, determinando una ulteriore discesa di 3 decimi di punto del tasso di disoccupazione che si è attestato al 6,2%. - Gli incrementi occupazionali si sono concentrati nell agricoltura (2.000 unità in più rispetto al 2006) e nell industria (12.000, solo maschi) mentre nei servizi si è verificato un netto cambiamento di tendenza con una flessione di ben 11 mila unità (di cui femmine). - Il lavoro dipendente ( unità) è aumentato in egual misura di quello indipendente (+2.000). 117

4 - A livello territoriale la crescita dell'occupazione è stata sospinta quasi interamente dalle province di Chieti (1,3% rispetto al 2006) e Teramo (1,7%). Mentre l occupazione maschile è cresciuta in tutte le province, la dinamica femminile, fatta eccezione per Chieti, è stata nel complesso stagnante con una netta caduta a l Aquila. - Insieme ai segnali di rallentamento congiunturale nel tasso di crescita dell occupazione colti nel corso del 2007 si segnala l emergere di altri due importanti fenomeni: - la caduta sostenuta ed ininterrotta del tasso di disoccupazione degli ultimi anni è stata accompagnata, a partire dal 2004, da un aumento significativo delle persone che, pur in età da lavoro, risultano tuttavia inattive. Questo fenomeno comincia a manifestarsi anche in Abruzzo e sembrerebbe legato ad uno stato di scoraggiamento della forza lavoro, soprattutto femminile; - la forte espansione dell'occupazione a orario ridotto (part-time), pur non essendo di per sé negativa, fa sorgere il timore che i nuovi occupati part-time possano in realtà essere considerati sostituitivi di posti di lavoro a tempo pieno, riducendo in tal modo il volume complessivo di ore lavorate nell economia. - Se a livello macroscopico gli andamenti e le caratteristiche del mercato del lavoro sembrerebbero piuttosto uniformi ad un maggior dettaglio territoriale la realtà abruzzese appare assai più diversificata. Dall analisi dei sistemi locali del lavoro emerge: a) un numero molto limitato di realtà che presentano un livello soddisfacente di utilizzo delle risorse lavorative disponibili (centri urbani e sistemi a forte specializzazione nei settori tradizionali del made in Italy); b) una significativa diffusione di aree con una situazione occupazionale intermedia; c) un numero ristretto di sistemi locali caratterizzati da mercati del lavoro privi di sbocchi e da una quota di occupazione insufficiente a garantire un livello di reddito accettabile. 118

5 2.1 LE PRINCIPALI TENDENZE A LIVELLO NAZIONALE I principali indicatori misurati su base annuale 1 continuano a fornire, almeno in prima approssimazione, un quadro sostanzialmente positivo del mercato del lavoro italiano: per il dodicesimo anno consecutivo l occupazione totale ha continuato a crescere mentre il tasso di disoccupazione ha confermato una tendenza al ribasso praticamente ininterrotta dal L offerta di lavoro ha registrato un aumento dello 0,3%, pari a unità in più rispetto al Tale incremento ha riguardato sia la componente maschile (+0,3%) sia quella femminile (+0,3%). FORZE DI LAVORO PER CONDIZIONE E CIRCOSCRIZIONE (migliaia di unità) Forze di lavoro Occupati Persone in cerca di occupazione differenza differenza differenza Nord Centro Mezzogiorno Italia Fonte: elaborazioni CRESA su dati Istat Nella media del 2007 l occupazione è aumentata dell 1,0% ( unità in più in confronto al 2006). L occupazione totale è cresciuta, rispetto al 2006, dell 1,0% nel Nord ( unità, di cui stranieri) e del 2,5% nel Centro ( unità). Nel Mezzogiorno l occupazione è rimasta sostanzialmente stabile, nonostante il moderato incremento degli stranieri. Sempre nel Mezzogiorno, mentre la componente femminile ha registrato un lieve aumento (0,1%), quella maschile è diminuita (-0,1%). Il tasso di occupazione anni si è attestato al 58,7%, tre decimi di punto in più rispetto al A livello territoriale, alla moderata crescita registrata nel Nord e nel Centro si è associata una leggera flessione nel Mezzogiorno, che ha riguardato la 1 ISTAT, Rilevazione continua sulle forze di lavoro, media

6 componente maschile. L occupazione dipendente è aumentata, rispetto al 2006, dell 1,5%; quella indipendente è scesa dello 0,3%. Sempre nella media dello scorso anno l agricoltura ha presentato un calo del 5,9%, pari a unità in meno in confronto al Sono invece leggermente aumentati gli occupati dell industria in senso stretto (0,4%), a sintesi di un modesto calo delle regioni settentrionali e di un incremento delle regioni centrali e soprattutto meridionali. Il settore delle costruzioni ha segnato una dinamica positiva (2,9%). Nel terziario, alla fase di più debole crescita dell occupazione della prima parte dell anno ha fatto seguito un significativo sviluppo nella seconda. Nel 2007 l occupazione dei servizi è cresciuta dell 1,4%, a sintesi di un aumento più sostenuto delle posizioni dipendenti (2,1%) e un leggero calo di quelle indipendenti (-0,3%). OCCUPATI IN ITALIA PER SETTORE (variazioni % rispetto al 2006) Dipendenti Indipendenti Totale Agricoltura -6,9-5,0-5,9 Industria in senso stretto 0,4 0,6 0,4 Costruzioni 3,4 2,1 2,9 Servizi 2,1-0,3 1,4 Totale 1,5-0,3 1,0 Fonte: elaborazioni CRESA su dati Istat Osservando la dinamica occupazionale e le relative determinanti con maggiore attenzione, si è tuttavia indotti ad introdurre qualche elemento di cautela nel giudizio complessivo sul funzionamento del mercato del lavoro nell anno appena trascorso e in quelli immediatamente precedenti. In primo luogo, dai dati osservati emerge che la caduta del tasso di disoccupazione osservata in questi anni è stata accompagnata, a partire dal 2004, da un aumento significativo delle persone che, pur essendo in età da lavoro, risultano tuttavia inattive. Tale fenomeno interessa prevalentemente le regioni meridionali e, almeno relativamente al 2007, sembrerebbe legato principalmente a due fattori: a) un cre- 120

7 scente fenomeno di scoraggiamento della forza lavoro; b) un problema legato agli standard di classificazione adottati a livello internazionale in ragione dei quali vengono attribuite al bacino degli inattivi persone che sono in realtà alla ricerca di una occupazione. In secondo luogo, va sottolineata la forte espansione nell occupazione dipendente part-time. Per il secondo anno consecutivo, infatti, circa la metà di tutti i nuovi rapporti di lavoro a tempo indeterminato rilevati dall indagine ISTAT è avvenuta con contratti ad orario ridotto. Tale dato, pur non essendo di per sé negativo in un contesto di utilizzo ancora scarso dello strumento del part-time in Italia rispetto alla media europea, fa sorgere tuttavia il timore che, nell attuale fase di ridimensionamento della dinamica occupazionale, i nuovi occupati part-time possano in realtà essere sostitutivi di posti di lavoro a tempo pieno, determinando in tal modo una minore crescita del volume complessivo di ore lavorate nell economia. 2.2 LA DINAMICA DEL MERCATO DEL LAVORO IN ABRUZZO: FORZE DI LAVORO, OCCUPAZIONE E DI- SOCCUPAZIONE Gli indicatori del mercato del lavoro analizzati in questo paragrafo sono i seguenti: - tasso di attività: forze di lavoro (occupati e disoccupati) su popolazione compresa tra 15 e 64 anni; - tasso di occupazione: occupati su popolazione in età di lavoro (convenzionalmente compresa tra 15 e 64 anni); - tasso di disoccupazione: disoccupati su forze di lavoro. Forze di lavoro La Fig riporta il tasso di attività per il periodo In Italia tale indicatore si attesta intorno al 62,5%. Dall andamento della curva relativa al Mezzogiorno si evince come il persistente diva- 121

8 rio rispetto alle regioni del Centro Nord si sia ulteriormente ampliato negli ultimi anni. Tale divario, che all inizio del periodo osservato era pari a circa 8 punti percentuali, oggi risulta praticamente raddoppiato. L andamento del tasso di attività in Abruzzo è stato invece prima superiore poi sostanzialmente in linea con quello delle regioni centro settentrionali, almeno fino ai primi anni di questo secolo, per poi cominciare a distaccarsene progressivamente creando una forbice che oggi tocca quasi 6 punti percentuali. Il grafico evidenzia alcune tendenze interessanti. Innanzitutto, l Abruzzo mostra, in linea con quanto accaduto nel Mezzogiorno, una certa flessione del tasso di attività nei primi anni novanta che potrebbe essere collegata alle difficoltà economiche incontrate dal Paese nel biennio A questa fase segue, se si eccettua l impennata del 2002, un periodo di sostanziale stabilità che si è protratto fino ad oggi sul quale tuttavia la difficile situazione congiunturale degli anni recenti sembra avere avuto un impatto limitato. Fig TASSO DI ATTIVITA (% su popolazione 15-64) Abruzzo Centro Nord Mezzogiorno Occupazione Nel complesso dell economia italiana nel 2007 l occupazione è cresciuta dell 1% a conferma di una tendenza espansiva che dura da 122

9 dodici anni. Questa crescita è stata sospinta unicamente dalle regioni del Centro Nord (1,4%) mentre il numero degli occupati meridionali è rimasto invariato rispetto al Gli occupati in Abruzzo sono aumentati dello 0,8%, quindi praticamente in linea con la media del Paese. Anche se potrebbe apparire modesta si tratta di una crescita di per sé significativa soprattutto se la si rapporta alla debole dinamica economica che la sottende. In un ottica di più lungo periodo (Fig ) il tasso di occupazione in Abruzzo ha conservato un andamento per certi aspetti analogo a quello del tasso di attività. Fino alla prima parte degli anni novanta i livelli occupazionali dell Abruzzo e del Centro Nord appaiono abbastanza simili mentre, a partire dalla seconda metà del decennio, l occupazione abruzzese ha mostrato, relativamente alle regioni centro settentrionali, una dinamica molto più contenuta creando un differenziale che nel 2007 si è attestato intorno ai 7 punti percentuali. In altri termini, mentre in Abruzzo il tasso di occupazione è aumentato di appena 3 punti percentuali tra il 1993 ed il 2007, nello stesso periodo quello del Centro Nord è aumentato quasi tre volte di più. L aspetto più significativo del periodo è che l incre- Fig TASSO DI OCCUPAZIONE (% su popolazione 15-64) Abruzzo Centro Nord Mezzogiorno 123

10 mento dei posti di posti di lavoro è avvenuto a economia praticamente ferma. Come emerge dalle Fig questo fenomeno ha interessato l Abruzzo in maniera più intensa che altrove. Se negli ultimi sette anni il PIL è cresciuto cumulativamente dell 1,5% nella nostra regione gli occupati sono aumentati nello stesso periodo di oltre il 12%, grazie sia alla maggiore flessibilità introdotta, che ha migliorato il rapporto tra i nuovi posti di lavoro creati e l andamento dell attività produttiva, sia alla regolarizzazione degli immigrati. Ne è derivato così un quadro forse eccessivamente ottimistico con un evidente anomalia statistica; tuttavia, una volta esauriti i benefici delle riforme e assorbito l effetto immigrati, la situazione dovrebbe tornare alla normalità: a un economia che marcia a un ritmo modesto non può non corrispondere una dinamica dell occupazione altrettanto contenuta. Disoccupazione L altro aspetto che induce a introdurre qualche elemento di cautela nella valutazione dell andamento del mercato del lavoro riguarda il legame tra la caduta del tasso di disoccupazione e l aumento significativo dell area dell inattività che ha cominciato a manifestarsi negli anni recenti. I dati mostrano infatti come la flessione ininterrotta del tasso di disoccupazione sia stata accompagnata, a partire dal 2004, da un aumento significativo delle persone che, pur essendo in età di lavoro, risultano tuttavia inattive. Questo fenomeno, concentrato prevalentemente nel Mezzogiorno, sarebbe legato ad un crescente stato di scoraggiamento della forza lavoro ma non è facilmente circoscrivibile poiché in molti casi gli standard adottati a livello internazionale inducono a collocare tra gli inattivi persone che in realtà sono alla ricerca di una occupazione. Nel 1993 (Fig ) l Abruzzo presentava un tasso di disoccupazione a due cifre, pari a quasi il 13%, che si è mantenuto pressoché costante almeno fino alla fine degli anni novanta. A partire dal 2000 è cominciata una lunga discesa in cui il tasso di disoccupazione ha perduto oltre 6 punti percentuali, una misura superiore a quella delle principali circoscrizioni italiane, collocandosi nel 2007 ad un livello 124

11 Fig a ANDAMENTO DEL PIL E DELL OCCUPAZIONE IN ABRUZZO (2000=100) PIL Occupazione Fig b ANDAMENTO DEL PIL E DELL OCCUPAZIONE NEL MEZZOGIORNO (2000=100) PIL Occupazione Fig c ANDAMENTO DEL PIL E DELL OCCUPAZIONE NEL CENTRO NORD (2000=100) PIL Occupazione 125

12 Fig d ANDAMENTO DEL PIL E DELL OCCUPAZIONE IN ITALIA (2000=100) PIL Occupazione di poco superiore al 6%. Nel Mezzogiorno e nel Centro Nord la situazione appare diversa nei livelli ma simile negli andamenti. Questa riduzione della disoccupazione non è esclusivamente riconducibile all aumento dell occupazione ma piuttosto al ridimensionamento dell offerta di lavoro. In altre parole, questo fenomeno è connesso alla rinuncia della partecipazione al lavoro che colpisce le parti più deboli della popolazione. Fig TASSO DI DISOCCUPAZIONE Abruzzo Centro Nord Mezzogiorno 126

13 Negli ultimi anni il tasso di attività abruzzese è gradualmente diminuito il che spiega l uscita dal mercato di una parte consistente della popolazione. I progressi registrati in termini di minore tasso di disoccupazione, che è una caratteristica comune a tutte le regioni meridionali, celano tuttavia un problema crescente di spostamento verso l inattività. Nelle regioni meridionali tra il 2004 ed il 2007 a fronte di una flessione di oltre 300 mila unità tra le persone in cerca di lavoro si è verificato un incremento occupazionale di circa 85 mila unità. Questo significa che una quota consistente del calo osservato nel tasso di disoccupazione meridionale negli ultimi anni è il risultato del passaggio degli individui dalle forze di lavoro (occupati o in cerca di occupazione) all area degli inattivi (pur essendo ancora in età di lavoro). La tendenza all aumento degli inattivi riguarda quasi esclusivamente il Mezzogiorno d Italia, tuttavia negli ultimi due anni ha cominciato ad interessare anche altre aree del Paese e in particolare le regioni del Centro. I dati più recenti mostrano che tale fenomeno ha una sua consistenza anche nella nostra regione (Fig ). Fig CAMBIAMENTI NELLA CONSISTENZA DEGLI OCCUPATI, PERSONE IN CER- CA DI OCCUPAZIONE E INATTIVI IN ABRUZZO (variazioni annuali assolute in migliaia) Occupati Persone in cerca di occupazione Inattivi 127

14 Le tabelle seguenti mostrano le principali caratteristiche degli individui inattivi in Abruzzo e la loro evoluzione negli ultimi due anni. L evidenza indica innanzitutto che la maggior parte degli inattivi tra i 15 ed i 64 anni è costituita da donne (67%) e con basso titolo di studio (oltre il 60% ha completato al massimo la scuola dell obbligo). La distribuzione degli inattivi per sesso, età e titolo di studio appare stabile nel tempo fatta eccezione per il peso crescente delle persone in possesso del titolo laurea, fenomeno che potrebbe tuttavia riflettere l aumento dei laureati nella popolazione abruzzese. Il dato più interessante emerge con riferimento alla posizione degli inattivi verso il mercato del lavoro. La quota di coloro che affermano di non cercare una occupazione nel periodo di riferimento ma di essere in realtà disponibili a lavorare è cresciuta, nel biennio in esame, di oltre 2 punti percentuali. Proprio tale dichiarazione, in effetti, che ne fa decretare l esclusione dal novero delle persone in cerca di occupazione, accompagnata da quella di disponibilità potrebbe rivelare una situazione di scoraggiamento del lavoratore, il quale investito dal pessimismo sulle prospettive occupazionali semplicemente smette di cercare lavoro entrando negli inattivi. Dunque il fatto che in Abruzzo ci siano circa 30 mila persone inattive dovrebbe essere guardato con una certa attenzione. CARATTERISTICHE DELLE PERSONE INATTIVE IN ABRUZZO M F M e F var. % Peso % Maschi Fino a 14 anni ,1 28, anni ,4 35,1 65 anni e oltre ,1 36,2 Totale ,3 100 Femmine Fino a 14 anni ,5 18, anni ,6 47,5 65 anni e oltre ,5 34,1 Totale ,8 100,0 Maschi e Femmine Fino a 14 anni ,2 22, anni ,6 42,5 65 anni e oltre ,2 35,0 Totale ,6 100 Disponibilità verso il mercato del lavoro (popolazione 15-64) Cercano lavoro non attivamente ,0 7,3 Cercano lavoro ma non disponibili a lavorare ,3 3,0 Non cercano ma disponibili a lavorare ,7 8,9 Non cercano e non disponibili a lavorare ,6 80,9 Totale ,6 100 Fonte: elaborazioni CRESA su dati ISTAT 128

15 POPOLAZIONE DI ANNI PER TITOLO DI STUDIO (Totale e inattiva) Popolazione Inattivi Inattivi su popolazione (%) var. % var. % Licenza elementare , ,0 20,8 20,5 Licenza media , ,0 42,3 40,6 Diploma 2-3 anni , ,0 22,1 22,9 Diploma 4-5 anni , ,2 29,1 28,7 Laurea breve, laurea, dottorato , ,8 17,7 19,4 Totale , ,6 29,0 28,9 Fonte: elaborazioni CRESA su dati ISTAT 2.3 L OCCUPAZIONE E LA SUA COMPOSIZIONE Nel 2007 la popolazione occupata in Abruzzo è aumentata di unità rispetto all anno precedente (0,8% in termini relativi) raggiungendo le 502 mila unità complessive. Tale aumento è dovuto principalmente alla componente maschile. Sotto il profilo settoriale, l aumento dei posti di lavoro si è concentrato nel settore primario e in quello dell industria in senso stretto (12 mila occupati in più complessivamente) che hanno più che compensato la flessione di 11 mila unità avvenuta nel comparto dei servizi, composta esclusivamente da addetti alle dipendenze, per lo più donne ( unità). La principale novità nei dati del 2007 è stata la battuta d arresto nei servizi che ha interrotto la serie positiva degli ultimi anni e il significativo incremento degli occupati in agricoltura. Dopo la forte fuoriuscita di addetti che si è verificata in provincia dell Aquila è diventata Pescara la provincia abruzzese più terziarizzata mentre Teramo e Chieti risultano a più elevata densità industriale. Se tuttavia si esamina con maggiore dettaglio la natura dell occupazione effettivamente creata emergono cambiamenti importanti rispetto a quelli osservati negli anni più recenti. In effetti, anche nel 2007 i risultati del mercato del lavoro abruzzese si sono confermati favorevoli, in evidente controtendenza alla lenta marcia dell economia. 129

16 Fig OCCUPATI PER SETTORE DI ATTIVITA (var. % 2007/2006) 12,0 10,0 8,0 6,0 4,0 2,0 0,0-2,0-4,0-6,0 Abruzzo Mezzogiorno Centro Nord Agricoltura Industria Servizi Totale Il quadro che emerge dai dati Istat mostra, infatti, un ulteriore prosecuzione del vivace andamento dell occupazione caratteristico degli ultimi anni, che appare sempre più condizionato dalla spinta degli occupati a tempo parziale (part-time), in particolare donne. In Abruzzo il contributo dell occupazione part-time, soprattutto quella femminile, è stata determinante (considerando che gli occupati OCCUPATI PER TIPOLOGIA DI ORARIO E SESSO 2007 (valori assoluti e var. % sul 2006) Tempo pieno Tempo parziale Totale Valori assoluti Abruzzo Centro Nord Mezzogiorno Variazioni % Totali Abruzzo -0,8 14,2 0,8 Centro Nord 1,1 3,5 1,4 Mezzogiorno -0,5 3,7-0,0 Variazioni % Femmine Abruzzo -2,8 7,2-0,5 Centro Nord 1,1 3,0 1,7 Mezzogiorno -0,7 2,6 0,1 Fonte: elaborazioni CRESA su dati ISTAT 130

17 a tempo pieno hanno mostrato una flessione dell 1% circa). Sotto questo profilo la nostra si è rivelata, insieme con la Puglia, la regione con la più elevata crescita di questa tipologia di lavoro (14,2%) a fronte di un incremento medio nazionale del 3,6%. Viceversa, l occupazione a tempo pieno, con l eccezione di Lazio, Umbria e Valle d Aosta, in Italia è rimasta pressoché stagnante. Ad utilizzare lo strumento contrattuale del part-time sono quasi esclusivamente le imprese operanti nel comparto dei servizi (in Abruzzo la quota di occupati part-time nel terziario è pari all 85%; il 76% di questi ultimi sono donne). La notevole espansione dell occupazione dipendente a tempo parziale non è di per sé un fenomeno negativo, soprattutto in un Paese come l Italia caratterizzato da un ricorso al part-time ancora relativamente minore rispetto ai principali Paesi europei. Esso tuttavia si sta verificando, come alcune analisi hanno evidenziato, in una fase di progressivo ridimensionamento della dinamica occupazionale complessiva il che solleva il dubbio che questi nuovi occupati part-time possano in realtà essere sostitutivi di posti di lavoro a tempo pieno, riducendo dunque la crescita del volume complessivo di ore lavorate nell economia. Tale dubbio sembrerebbe trovare conferma dall esame dell andamento dell input di lavoro stimato dalla Contabilità nazionale e terri- Fig OCCUPAZIONE FEMMINILE IN ABRUZZO, CENTRO-NORD e MEZZOGIORNO Abruzzo Centro Nord Mezzogiorno Occupati part-time Occupati totali 131

18 Fig a ANDAMENTO DELL INPUT DI LAVORO IN ABRUZZO SECONDO LE STIME DI CONTABILITA TERRITORIALE (ULA e persone occupate; migliaia di unità) ULA totali Occupati totali Fig b ANDAMENTO DELL INPUT DI LAVORO IN ITALIA SECONDO LE STIME DI CONTABILITA TERRITORIALE (ULA e persone occupate; migliaia di unità) ULA totali Occupati totali toriale dell Istat. Come suggerisce l analisi delle Fig nel corso degli ultimi anni la distanza positiva tra l ammontare dell input di lavoro misurato in termini di unità di lavoro equivalente a tempo pieno e l occupazione calcolata come numero di persone fisiche impiegate è andata gradualmente assottigliandosi fino a scomparire e diventare negativa (in Italia a partire dal 2006). Dunque, nel complesso del Paese il numero di persone occupate 132

19 ha iniziato a crescere più del volume di ore lavorate. Questo fenomeno in Abruzzo, di cui si dispone di dati fino al 2006, è meno accennato ma tuttavia presente, probabilmente a causa del relativo ritardo con cui tali forme contrattuali, più diffuse al Nord, stanno diffondendosi anche nelle regioni centrali e meridionali. 2.4 L ANALISI TERRITORIALE Nel 2007 il tasso di occupazione abruzzese è rimasto sostanzialmente invariato rispetto all anno precedente, frutto di un andamento leggermente decrescente della componente femminile, in particolare a L Aquila, e di un modesto incremento di quella maschile (soprattutto Teramo e L Aquila). La disoccupazione ha registrato una ulteriore piccola flessione (dal 6,5% al 6,2%) grazie soprattutto ai positivi andamenti di Pescara e Teramo mentre L Aquila ha fatto segnare un aumento di quasi due punti percentuali rispetto al 2006, fatto in netta controtendenza rispetto agli andamenti degli ultimi anni. Pescara, pur scontando una certa flessione nel 2007, si conferma come la provincia abruzzese maggiormente caratterizzata dalla presenza di attività del terziario mentre il numero di addetti agricoli è rimasto invariato. Il processo di terziarizzazione fa marcia indietro praticamente in tutte le province a fronte di un significativo incremento degli occupati industriali, soprattutto a Chieti e L Aquila. Apparentemente in Abruzzo la situazione del mercato del lavoro appare piuttosto omogenea se la analizziamo da un punto di vista provinciale. In realtà, in analogia a quanto avviene a livello nazionale, è possibile ravvisare notevoli differenziazioni locali che costituiscono una delle caratteristiche strutturali più problematiche del mercato del lavoro. Come è noto l Italia è percorsa da una profonda frattura tra regioni del Nord e del Mezzogiorno. Le prime sono nel complesso vicine a una situazione di pieno impiego e prossime ai livelli prevalenti nell Unione europea per incidenza dell occupazione, mentre le seconde continuano a soffrire di un grave sottoutilizzo delle risorse 133

20 umane disponibili. Il tasso di occupazione delle due ripartizioni settentrionali (calcolato sulla popolazione di 15 anni e oltre) è dell ordine del 50-51%, quello del Centro del 47%, mentre per il Mezzogiorno si registra un valore vicino al 37%. Il differenziale negativo del Mezzogiorno rispetto a tutte le altre ripartizioni è indicativo degli aspetti più macroscopici ma cela intorno al suo valore medio situazioni locali molto differenziate. Queste differenziazioni sono analizzabili sotto differenti profili. Innanzitutto, possiamo analizzare il ruolo del mercato del lavoro nel processo di creazione della ricchezza e di crescita economica. A questo scopo esprimiamo il prodotto pro capite come moltiplicazione della produttività media del lavoro e del tasso di occupazione. Focalizziamo la nostra attenzione sulle diverse realtà della regione tramite l utilizzo di cartogrammi che rappresentano la distribuzione territoriale del tasso di occupazione e del prodotto pro capite per il 2004 (l anno più recente di cui si dispone di statistiche a livello di sistema locale del lavoro). La scomposizione del PIL reale pro capite (espresso in termini di valore aggiunto) nel prodotto tra produttività media del lavoro (valore aggiunto per occupato) e tasso di occupazione (occupati su popolazione totale) permette importanti considerazioni sul processo di sviluppo regionale. La quantità di beni e servizi che ciascun individuo può consumare dipende da quanto ciascun lavoratore è in grado di produrre e quanti di questi individui risultano occupati in percentuale della popolazione. La relazione statistica è inoltre valida in termini di tassi di crescita, per cui il PIL reale pro capite può crescere solo nella misura in cui si registrano incrementi di produttività dei lavoratori e/o si verifica un innalzamento della quota di occupati sulla popolazione totale. Diversi modelli di specializzazione produttiva possono aiutare a spiegare gli andamenti di queste variabili discusse sopra. Aree con forte concentrazione di attività produttive ad alto valore aggiunto, generalmente associate ad attività industriali ma ad alta intensità di capitale, mostreranno elevati valori di prodotto pro capite e della produttività, ma probabilmente livelli più bassi del tasso di occupazione. Dall altra parte, aree con specializzazione in settori turistici con bassa 134

21 ALCUNI INDICATORI DEI SISTEMI LOCALI DEL LAVORO ABRUZZESI SLL Descrizione SLL Valore aggiunto pro capite Tasso di occupazione (2005) Tasso di disoccupazione (2005) var. % Italia = 100 (%) Atessa Mezzi di trasporto ,2 74,8 41,5 8,4 Avezzano Sistemi non manifatturieri ,0 71,7 43,7 5,5 Basciano Industria tessile ,7 53,8 43,4 7,3 Castel di Sangro Sistemi turistici ,1 60,4 39,4 7,9 Castilenti Industria tessile ,5 57,1 42,5 7,1 Celano Agroalimentare ,8 44,6 42,4 8,0 Giulianova Abbigliamento ,1 97,7 45,6 6,4 Guardiagrele Sistemi delle calzature ,9 59,8 41,5 7,7 L Aquila Sistemi non manifatturieri ,8 93,9 44,9 5,0 Montorio al Vomano Abbigliamento ,9 69,8 40,9 8,0 Ortona Agroalimentare ,1 71,8 42,5 9,1 Penne Abbigliamento ,0 50,6 43,3 8,6 Pescara Aree urbane a bassa specializzazione ,6 93,6 45,0 9,8 Pescina Senza specializzazione ,2 34,9 40,6 6,5 Pineto Abbigliamento ,3 53,8 45,6 7,0 Popoli Chimica e petrolio ,2 66,8 41,8 8,6 Sulmona Mezzi di trasporto ,0 55,9 41,4 7,1 Teramo Abbigliamento ,6 74,9 44,5 6,8 Vasto Agroalimentare ,4 72,6 44,1 9,0 ITALIA ,7-45,3 7,7 Fonte: elaborazioni CRESA su dati ISTAT 135

22 produttività ma elevato tasso di occupazione, potranno ugualmente esibire una forte capacità di creare ricchezza. La Fig riporta la distribuzione del valore aggiunto pro capite per i 19 Sistemi Locali del Lavoro individuati in Abruzzo. La ricchezza pro capite è fortemente concentrata nei sistemi urbani di L Aquila e Pescara (cui appartiene il comune di Chieti) ma il sistema più ricco, tuttavia, è quello di Giulianova, specializzato come noto nella produzione di abbigliamento, con quasi 21 mila euro pro capite nel 2005, pari al 98% circa del reddito medio nazionale. Segue il sistema del made in Italy di Teramo e quello dei mezzi di trasporto di Atessa. Importante è inoltre la presenza di due sistemi con specializzazione nell agroalimentare (Vasto e Ortona) oltre 15 mila euro di valore aggiunto pro capite. In questi sette sistemi locali la ricchezza pro capite resta superiore al 70% di quella media nazionale, che è pari a euro, per poi cominciare a scendere e toccare il 34% nel sistema di Pescina (7.500 euro pro capite circa). Fig VALORE AGGIUNTO PRO CAPITE NEI SISTEMI LOCALI DEL LAVORO ABRUZZESI NEL 2005 Fonte: elaborazione CRESA su dati Istat 136

23 Fig VALORE AGGIUNTO PER OCCUPATO NEI SISTEMI LOCALI DEL LAVORO ABRUZZESI NEL 2005 Fonte: elaborazione CRESA su dati Istat Fig TASSO DI OCCUPAZIONE NEI SISTEMI LOCALI DEL LAVORO ABRUZZESI NEL 2005 Fonte: elaborazione CRESA su dati Istat 137

24 Questo quadro cambia in misura sensibile quando consideriamo un indice di produttività media del lavoro (valore aggiunto per occupato). Le uniche aree urbane che presentano i valori più elevati sono rappresentate da Avezzano e dall'area di Pescara. Osserviamo invece che i sistemi locali di Basciano, Penne e Castilenti (sistemi del made in Italy) mostrano valori molto bassi dell indice. Le altre zone ad alta produttività sono sostanzialmente legate alla presenza di alcuni sistemi della trasformazione agroalimentare (Vasto e Ortona) oppure chimicoindustriali (Popoli). Osserviamo inoltre che Castel di Sangro, unico sistema locale a vocazione turistica dell Abruzzo, occupa una posizione intermedia della graduatoria della produttività (Fig ). Come possiamo osservare tra le aree con il tasso di occupazione 2 più alto troviamo, oltre a Pescara, principale centro regionale (46%), l area abruzzese a più forte vocazione distrettuale e in parte anche turistica (Giulianova, 45,5%), due sistemi ad elevata specializzazione manifatturiera nell abbigliamento (Pineto, Teramo). Tassi molto più bassi della media regionale sono quelli di Castel di Sangro (turismo), Pescina (senza specializzazione) e Sulmona, sistema industriale dei mezzi di trasporto che attraversa una fase di crisi occupazionale. L analisi del valore aggiunto pro capite scomposto in produttività del lavoro e tasso di occupazione evidenzia alcune regolarità interessanti (Fig ). La prima riguarda la forte concentrazione della ricchezza nei principali centri urbani; inoltre, si può osservare come i diversi risultati siano attribuibili ai diversi modelli di specializzazione. Da una parte la concentrazione di attività industriali con elevati indici di produttività 2 Le stime del tasso di occupazione divergono da quelle presentate nella prima parte in quanto generalmente l ISTAT calcola il tasso di occupazione come rapporto tra occupati e la popolazione dai 15 ai 64 anni che viene convenzionalmente individuata come la popolazione potenzialmente attiva, mentre in questo caso viene utilizzata al denominatore la popolazione dai 15 anni in su. La ragioni di questa scelta riguardano le procedure di campionamento. La dimensione campionaria è sufficiente a fornire stime di ragionevole precisione nel caso delle regioni e delle macroaree, mentre per alcune sottopopolazioni, per via della loro numerosità non è possibile ottenere stime adeguate agli obiettivi. 138

25 Fig PRODUTTIVITA E TASSI DI OCCUPAZIONE NEI SISTEMI LOCALI DEL LAVO- RO ABRUZZESI (2005) Valore aggiunto per occupato (euro) Montorio al Vom. Castel di Sangro L'Aquila Tassi di occupazione (%) ma un tasso di occupazione ridotto (ad eccezione dei sistemi locali del lavoro di Giulianova e Pescara); dall altra, invece, una più spiccata vocazione nei settori tradizionali del made in Italy e servizi turistici con tassi di occupazione più elevati ma con livelli più bassi di produttività. In definitiva, l esame dei sistemi locali del lavoro dell Abruzzo mette in luce almeno tre caratteristiche distintive: a) un numero molto limitato di realtà che presentano un livello soddisfacente di utilizzo delle risorse lavorative disponibili; b) una significativa diffusione di aree con una situazione occupazionale intermedia; c) un numero ristretto di sistemi locali caratterizzati da mercati del lavoro privi di sbocchi e da una quota di occupazione insufficiente a garantire un livello di reddito accettabile. 139

26 Tab. 2.1 POPOLAZIONE PER CONDIZIONE PROFESSIONALE E SESSO IN ABRUZZO (dati assoluti in migliaia) FORZE DI LAVORO NON FORZE DI LAVORO POPOLAZIONE Persone in cerca di occupazione Periodo di riferimento Totale Non forze di lavoro >64 anni Non forze di lavoro <15 anni Non cercano e non disponibili a lavorare Non cercano ma disponibili a lavorare Cercano lavoro ma non disponibili a lavorare Cercano lavoro non attivamente Totale Occupati Totale Senza precedenti esperienze lavorative Con precedenti esperienze lavorative Maschi e femmine 2006 I Trimestre II Trimestre III Trimestre IV Trimestre I Trimestre II Trimestre III Trimestre IV Trimestre variazioni assolute sul trimestre corrispondente 2007 I Trimestre -3,1-4,6 1,1-3,6-6,6-6,2 4,7 1,4 9,8-0,7 3,4 12,5 5,9 II Trimestre -3,0-0,2 1,2 1,0-2,0 4,9-3,6 17,7-16,9 0,1 4,3 6,4 4,5 III Trimestre 18,1-2,7 1,2-1,6 16,5 14,1-1,2 7,9-32,0-0,4 2,8-8,8 7,7 IV Trimestre 3,6-4,2 2,2-2,0 1,6 3,1-0,8 5,3-0,9-0,4 2,0 8,4 9,9 Fonte: elaborazioni CRESA su dati Istat 140

27 Tab. 2.1 (segue) POPOLAZIONE PER CONDIZIONE PROFESSIONALE E SESSO IN ABRUZZO (dati assoluti in migliaia) FORZE DI LAVORO NON FORZE DI LAVORO POPOLAZIONE Persone in cerca di occupazione Periodo di riferimento Totale Non forze di lavoro >64 anni Non forze di lavoro <15 anni Non cercano e non disponibili a lavorare Non cercano ma disponibili a lavorare Cercano lavoro ma non disponibili a lavorare Cercano lavoro non attivamente Totale Occupati Totale Senza precedenti esperienze lavorative Con precedenti esperienze lavorative Femmine 2006 I Trimestre II Trimestre III Trimestre IV Trimestre I Trimestre II Trimestre III Trimestre IV Trimestre variazioni assolute sul trimestre corrispondente 2007 I Trimestre -13,0-2,2 2,7 0,5-12,5-1,2 4,9 3,3 7,7-0,5 1,2 15,4 2,9 II Trimestre -2,3-1,8 1,3-0,5-2,8-0,8-3,6 12,7-3,0-0,6 0,2 4,9 2,1 III Trimestre 9,2 2,0 1,7 3,7 12,9 4,7-1,3 7,5-20,6-0,3 1,0-9,0 3,9 IV Trimestre 2,2-2,6 1,6-1,0 1,2 0,8-0,1 3,1-0,5-0,3 1,0 3,9 5,1 Fonte: elaborazioni CRESA su dati Istat 141

28 Tab.2.1 (segue) POPOLAZIONE PER CONDIZIONE PROFESSIONALE E SESSO IN ABRUZZO (dati assoluti in migliaia) FORZE DI LAVORO NON FORZE DI LAVORO POPOLAZIONE Persone in cerca di occupazione Periodo di riferimento Totale Non forze di lavoro >64 anni Non forze di lavoro <15 anni Non cercano e non disponibili a lavorare Non cercano ma disponibili a lavorare Cercano lavoro ma non disponibili a lavorare Cercano lavoro non attivamente Totale Occupati Totale Senza precedenti esperienze lavorative Con precedenti esperienze lavorative Maschi 2006 I Trimestre II Trimestre III Trimestre IV Trimestre I Trimestre II Trimestre III Trimestre IV Trimestre variazioni assolute sul trimestre corrispondente 2007 I Trimestre 9,9-2,4-1,6-4,0 5,9-4,9-0,2-1,9 2,0-0,3 2,3-2,9 3,0 II Trimestre -0,7 1,6-0,1 1,5 0,8 5,7-0,1 5,1-13,9 0,7 4,1 1,6 2,4 III Trimestre 8,9-4,8-0,6-5,3 3,6 9,4 0,1 0,5-11,4-0,1 1,7 0,2 3,8 IV Trimestre 1,5-1,6 0,6-1,0 0,4 2,2-0,8 2,3-0,4-0,0 1,1 4,4 4,8 Fonte: elaborazioni CRESA su dati Istat 142

29 Tab. 2.2 PRINCIPALI INDICATORI DEL MERCATO DEL LAVORO IN ABRUZZO 2007 (valori %) Tassi di attività (15-64) Tassi di occupazione (15-64) Tassi di disoccupazione Maschi e femmine 2006 I Trimestre 61,7 57,4 6,8 II Trimestre 61,7 57,5 6,9 III Trimestre 61,0 57,3 5,9 IV Trimestre 62,2 58,1 6, I Trimestre 60,7 56,9 6,2 II Trimestre 61,6 57,2 7,1 III Trimestre 62,6 59,1 5,5 IV Trimestre 61,8 57,9 6,1 Maschi 2006 I Trimestre 72,7 68,8 5,2 II Trimestre 74,5 71,5 4,0 III Trimestre 74,0 70,1 5,2 IV Trimestre 74,3 71,3 4, I Trimestre 74,0 71,1 3,8 II Trimestre 75,2 71,8 4,5 III Trimestre 74,5 71,9 3,5 IV Trimestre 73,8 71,0 3,7 Femmine 2007 I Trimestre 50,6 45,9 9,2 II Trimestre 49,0 43,5 11,2 III Trimestre 48,0 44,6 7,1 IV Trimestre 50,1 44,9 10, I Trimestre 47,4 42,6 10,0 II Trimestre 48,0 42,6 11,2 III Trimestre 50,7 46,4 8,4 IV Trimestre 49,8 44,9 9,7 Fonte: elaborazioni CRESA su dati ISTAT 143

30 Tab FORZE DI LAVORO, OCCUPATI E DISOCCUPATI Anni Anno Occupati Persone in cerca di occupazione Forze di lavoro Popolazione Occupati Persone in cerca di occupazione Forze di lavoro Popolazione Valori assoluti in migliaia Abruzzo Mezzogiorno Centro - Nord Italia Variazioni % sull anno precedente Abruzzo Mezzogiorno ,2-16,7-0,2 0,4 1,6-14,8-0,7 0, ,8-5,7 0,4 0,5 0,0-3,6-0,4 0,1 Centro - Nord Italia ,0-6,9 1,6 0,8 1,9-11,4 0,9 0, ,4-8,5 1,0 1,1 1,0-10,0 0,3 0,8 Fonte: elaborazioni CRESA su dati ISTAT 144

31 Tab. 2.4 TASSI DI ATTIVITÀ, OCCUPAZIONE E DISOCCUPAZIONE (valori percentuali) Anno Tasso di Tasso di Attività (1) Occupazione (2) Disoccupazione (3) Attività (1) Occupazione (2) Disoccupazione (3) Abruzzo Mezzogiorno ,2 57,2 7,9 53,6 45,8 14, ,7 57,6 6,5 53,2 46,6 12, ,7 57,8 6,2 52,4 46,5 11,0 Centro-Nord Italia ,7 63,1 5,3 62,4 57,5 7, ,5 64,1 5,0 62,7 58,4 6, ,5 64,5 4,4 62,5 58,7 6,1 (1) Rapporto % tra le persone appartenenti alle forze di lavoro (15-64) e la corrispondente popolazione di riferimento. (2) Rapporto % tra gli occupati (15-64) e la corrispondente popolazione di riferimento. (3) Rapporto tra le persone in cerca di occupazione e le corrispondenti forze di lavoro. Fonte: elaborazioni CRESA su dati Istat 145

32 Tab. 2.5 OCCUPATI PER SETTORE DI ATTIVITÀ Anni Anno Agricoltura Industria Servizi Totale Agricoltura Industria Servizi Totale Valori in migliaia Abruzzo Mezzogiorno Centro - Nord Italia Variazioni % sull anno precedente Abruzzo Mezzogiorno ,3-1,3 3,4 1,2 4,5-0,7 2,2 1, ,1 8,1-3,3 0,8-5,6 2,7-0,3 0,0 Centro - Nord Italia ,7-0,0 3,0 2,0 3,7-0,2 2,8 1, ,2 10,7 2,2 3,0-5,9 1,1 1,4 1,0 Fonte: elaborazioni CRESA su dati ISTAT 146

33 Tab. 2.6 OCCUPATI PER SETTORE DI ATTIVITÀ Anni (composizione % per settore) Anno Agricoltura Industria Altre Att. Totale Agricoltura Industria Altre Att. Totale Abruzzo Mezzogiorno ,3 30,7 65, ,2 23,9 68, ,6 29,9 66, ,4 23,3 69, ,0 32,1 63, ,0 23,9 69,1 100 Centro-Nord Italia ,0 33,5 63, ,2 30,8 65, ,0 32,8 64, ,3 30,1 65, ,1 35,3 63, ,0 30,2 65,9 100 Fonte: elaborazioni CRESA su dati ISTAT 147

34 Tab. 2.7 FORZE DI LAVORO, OCCUPATI E DISOCCUPATI PER PROVINCIA E PER SESSO Anni 2006 e 2007 (valori assoluti in migliaia e valori percentuali) Provincia Occupati Persone in cerca di occupazione Forze di lavoro Tasso di attività (1) Tasso di occupazione (2) Tasso di disoccupazione (3) Maschi L Aquila ,0 72,5 66,3 68,2 5,1 5,8 Teramo ,5 76,9 72,5 74,1 4,0 3,5 Pescara ,4 72,4 69,3 70,0 5,5 3,3 Chieti ,0 75,5 73,0 73,1 4,0 3,1 ABRUZZO ,9 74,4 70,4 71,4 4,6 3,9 Femmine L Aquila ,8 52,1 48,3 46,6 6,7 10,3 Teramo ,2 49,7 46,0 45,2 10,2 8,9 Pescara ,5 43,7 39,8 39,3 12,4 10,0 Chieti ,4 50,3 44,9 45,3 8,9 9,9 ABRUZZO ,4 49,0 44,7 44,1 9,5 9,8 Totale L Aquila ,0 62,4 57,4 57,6 5,8 7,7 Teramo ,4 63,3 59,3 59,7 6,5 5,7 Pescara ,3 57,9 54,4 54,5 8,1 5,8 Chieti ,7 62,8 58,9 59,1 5,9 5,8 ABRUZZO ,7 61,7 57,6 57,8 6,5 6,2 (1) Rapporto % tra le persone appartenenti alle forze di lavoro (15-64) e la corrispondente popolazione di riferimento. (2) Rapporto % tra gli occupati (15-64) e la corrispondente popolazione di riferimento. (3) Rapporto tra le persone in cerca di occupazione e le corrispondenti forze di lavoro. Fonte: elaborazioni CRESA su dati Istat 148

35 Tab. 2.8 OCCUPATI PER SETTORE DI ATTIVITÀ E PER PROVINCIA Anni (valori in migliaia) Anno Agricoltura Industria Servizi Totale Agricoltura Industria Servizi Totale L Aquila Teramo Pescara Chieti Variazioni % sull anno precedente L Aquila Teramo ,7 5,0 12,4 10,7 2,2 4,2 6,6 4, ,0 13,8-5,8 0,9 0,5 2,3 0,0 1,7 Pescara Chieti ,9-10,7-0,3-6,0-19,9 2,4 13,2 6, ,0 3,6-2,4 0,0-10,0 14,0-5,4 0,7 Composizione % per settore L Aquila Teramo ,2 24,8 73, ,5 37,5 59, ,6 23,5 74, ,4 37,3 60, ,3 26,5 69, ,3 37,5 59,2 100 Pescara Chieti ,8 26,3 69, ,8 34,2 57, ,8 25,0 74, ,6 32,9 60, ,8 25,9 72, ,9 37,3 56,9 100 Fonte: elaborazioni CRESA su dati ISTAT 149

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