SELINUNTE IMMAGINATA. a cura di Giuseppe L. Bonanno Angelo Curti Giardina. Anteprima scaricata da: Tipografia Lithos

Transcript

1 SELINUNTE a cura di Giuseppe L. Bonanno Angelo Curti Giardina

2 CAMCANTIERE/4 SELINUNTE Chiesa degli Agostiniani Via Garibaldi (di fronte Museo Civico) Castelvetrano - TP Mostra realizzata col patrocinio del Comune di Castelvetrano Selinunte e della Provincia regionale di Trapani Testi e cura di Giuseppe L. Bonanno Angelo Curti Giardina Con uno scritto di Martine Fourmont Fotografie Vincenzo Napoli CAM Baglio Calcara - Triscina di Selinunte Castelvetrano TP Produzione editoriale Fondazione Kepha Onlus Stampa: Tipografia Lithos Tutti i diritti riservati, ogni riproduzione anche parziale vietata senza il consenso degli autori ISBN

3 INTRODUZIONE PANDOLFO PANDOLFI Fondazione Kepha Onlus Tra le finalità che la Fondazione Kepha si è data nella stesura del suo statuto vi è la tutela, valorizzazione e conservazione del patrimonio storico, artistico e culturale. È con questo obiettivo che è nato in Sicilia, a Triscina di Selinunte, il centro a cui abbiamo dato il nome di CAM, Campus Archeologico Museale. Una delle prime iniziative, prese quando ancora si ristrutturavano gli edifici dell antico baglio Calcara, è stata quella di creare una collana di volumi snelli e graficamente invitanti con cui documentare le attività che si sarebbero svolte al CAM, chiamandola CAMCANTIERE, e Selinunte immaginata ne costituisce il numero quattro, una delle pietre che si pongono nel cantiere delle nostre attività. Chi visita Selinunte non può che immaginare l antica città, i cui resti imponenti ancora ne testimoniano la grandiosità. Il connubio fra cielo, terra e mare ha certamente colpito i viaggiatori di ogni epoca, che ne hanno lasciato testimonianze scritte, disegni e fotografie; io stesso ne sono rimasto affascinato vedendola per la prima volta da un piccolo aereo che ha sorvolato l area archeologica e mi rimangono davanti agli occhi le immagini ed i colori di questa splendida realtà. Questo numero nasce dalla mostra Selinunte immaginata, promossa dal Centro G. Gentile, inaugurata nell aprile scorso a cura di Giuseppe L. Bonanno e Angelo Curti Giardina, allestita nella chiesa dell ex convento degli Agostiniani a Castelvetrano, nella quale sono raccolte le immagini lasciate dai viaggiatori e studiosi dal Settecento al Novecento. Ciascuno trasmette sensazioni e visioni, tutte possibili, tutte accettabili. Selinunte e le sue cave di Cusa, matrice dei grandi templi selinuntini, hanno la capacità di raccontarsi e trasmetterci le loro memorie in tanti modi ed ognuno di noi trova il proprio. Gli archeologi possono non essere d accordo quando si parla di sensazioni o di emozioni, ma il primo impatto con questa realtà non può che toccare le corde dell emozione, solo dopo, la necessità dell approfondimento storico e culturale ci farà rivolgere l attenzione verso i tanti libri che si sono scritti su Selinunte. È in questa direzione che il CAM ha impostato il proprio lavoro di studio e ricerca ed è per questo che la Fondazione Kepha promuove conferenze, giornate di studi e mostre, arrivando a dedicare a Selinunte un racconto iniziato la scorsa estate con la realizzazione di una composizione di immagini intitolata Mediterraneo la memoria delle pietre Selinunte visioni possibili e continuata poi con la giornata di studio Selinunte si racconta, tenutasi nel maggio scorso in collaborazione con l Università di Bologna, i cui atti costituiscono il terzo numero della collana. Ritengo che le troppe parole siano inutili e concludo con Antoine de Saint Exupéry: Non si vede bene che con il cuore, l essenziale è invisibile agli occhi. SELINUNTE 3

4

5 PRESENTAZIONE FRANCESCO S. CALCARA Assessore alle Attività Culturali Pare che il più famoso viaggiatore avventuratosi in Sicilia nel cosiddetto grand tour, Wolfgang Goethe, pur avendo fatto tappa a Castelvetrano, il 21 aprile 1787, non abbia visitato Selinunte; forse perché, come ebbe a scrivere sulla nave che lo riportava a Napoli, la città gli era stata descritta come «metodicamente devastata». L illustre eccezione non impedì, tuttavia, ad altri visitatori di fare tappa nell antica città siceliota, i cui resti dopo l invenzione del Fazello e l asseverazione di Cluverio, giacevano ancora semi sepolti tra la sabbia e la vegetazione, e di ritrarne scorci e vedute. Se una sensibilità quasi protoromantica animava personaggi quali Pigonati, Hoüel, Denon, Goldicutt e D Ostervald, nei quali prevale il motivo paesaggistico, il gusto del colore locale e il fascino del pittoresco, dagli anni Venti dell Ottocento comincia ad affermarsi una maggiore attenzione documentaristica, volta a promuovere la conoscenza del sito, così come notiamo in Harris ed Angell, ovvero nel duca di Serradifalco, primo dei siciliani ad interessarsi, dal punto di vista scientifico, di quest area archeologica. Selinunte immaginata è il titolo della presente mostra, con particolare riferimento alle bellissime tavole di vari autori, alcune delle quali per la prima volta vengono qui esposte al grande pubblico. Dal viaggio romantico al metodo scientifico recita poi il sottotitolo, in relazione alle tavole che, a partire dal 1872, ci hanno lasciato Cavallari, Salinas, Koldewey e Puchstein, Hulot, nelle quali prevale l aspetto scientifico e archeologico. La mostra si corona, infine, delle suggestive e luminose vedute del pittore di Selinunte, il castelvetranese Gennaro Pardo. Nel centenario dell edizione del frequentato libro di Hulot e Fougères, una cui rara copia si conserva nella Biblioteca Comunale di Castelvetrano, e di cui è in corso la prima edizione italiana a cura del CRICD dei BB. CC. della Regione Siciliana, e del sipario del Teatro Selinus di Gennaro Pardo, nonché nel centoquarantesimo anniversario della pubblicazione dell opera di Hittorff e Zanth, è apparsa quanto mai opportuna l iniziativa del Centro di Cultura G. Gentile, sostenuta dalla Civica Amministrazione, di raccogliere in una silloge le immagini più significative lasciateci da quanti nel tempo e a vario titolo si sono appassionati a immaginare o a descrivere Selinunte. La collocazione, poi, di questa mostra nell auditorium di Sant Agostino costituisce un valido completamento alla visita del Museo Civico, i cui reperti vengono in tal modo idealmente ricontestualizzati nell ambito dell antica colonia dorica. L auspicio è che l iniziativa, la quale cade in accidentale ancorché fausta coincidenza con l istituzione, da parte della Regione Siciliana, del Servizio per il Parco Archeologico di Selinunte e Cave di Cusa contribuisca alla promozione alla valorizzazione di un sito nel recente passato inspiegabilmente negletto. SELINUNTE 5

6

7 PREMESSA GIUSEPPE L. BONANNO ANGELO CURTI GIARDINA Curatori della mostra La grande, mitica Selinunte, più volte distrutta e abbandonata, dopo l invenzione del Fazello è stata oggetto di innumerevoli visite, viaggi, approfondimenti, ricerche e studi; ma, proprio per come è giunta in età moderna, ha fatto scattare, in tutti coloro che hanno avuto modo di vederla, il fascino delle rovine e, di conseguenza, l immaginazione di come avrebbe potuto essere questa grandiosa città nell epoca del suo fiorire. Selinunte, d altra parte, è ancora oggi in parte sotto la sabbia; lentamente riemergono parti di essa. Come è ormai noto, la così detta acropoli, anch essa in qualche parte ancora non visibile, corrisponde a quella che fu la città dopo la distruzione da parte dei cartaginesi, mentre nel periodo del fiorire ne rappresentava soltanto la zona nobile. La città popolare è ancora quasi tutta da scoprire. Inoltre, ciò che era visibile è stato addirittura in parte saccheggiato e utilizzato come cava di pietre già squadrate per usi privati e pubblici, stravolgendo ancor più lo stato delle cose. Tutto ciò ha fatto sì che artisti e studiosi l abbiano immaginata e pensata per come doveva essere, basandosi su quanto era alla luce, nonché sulla fantasia e sulla conoscenza di altre città antiche. In questo senso, in particolare i disegni di Hittorff prima e di Hulot dopo danno della città una immagine, se non del tutto corretta, sicuramente grandiosa e affascinante. Anche chi ha rappresentato le rovine per come riteneva di vederle, ci ha lasciato immagini che spesso non collimano tra di loro, sia per le prospettive artistiche di chi operava, sia per il grado stesso di conoscenza di quanto veniva osservato, che influenzava notevolmente la mano degli artisti. Abbiamo voluto, con le immagini che abbiamo presentato, dare una idea di come Selinunte sia stata vista e immaginata, per come sembrava essere e per come sembrava essere stata, da parte di viaggiatori e studiosi dalla metà del Settecento alla metà del Novecento. Sono state quindi escluse le fotografie e gli autori contemporanei. Un eccezione abbiamo voluto fare per un giovane castelvetranese che propone di utilizzare la luce per dare in maniera non invasiva agli osservatori l idea di come potevano essere decorate le architetture selinuntine. Le immagini utilizzate non rappresentano, ovviamente, tutto ciò che è stato prodotto nei due secoli presi in esame, ma riteniamo che siano comunque una buona rappresentazione del vasto repertorio delle visioni selinuntine. Desideriamo ringraziare il Centro di cultura G. Gentile, che ha promosso l iniziativa, il Comune di Castelvetrano Selinunte, in particolare il Sindaco dr. Gianni Pompeo e l Assessore alle Attività Culturali prof. Francesco S. Calcara, e la Provincia regionale di Trapani, che hanno patrocinato la realizzazione della mostra, inaugurata nei locali della Chiesa degli Agostiniani in Castelvetrano il 16 aprile 2010, nonché la Fondazione Kepha, e per essa il Presidente don Patrizio Benvenuti e il Direttore Pandolfo Pandolfi, che ha consentito la realizzazione di questo catalogo. Un ringraziamento particolare va alla dott.ssa Martine Fourmont, archeologa del CNRS di Parigi, per il suo prezioso contributo su Jean Hulot e Gustave Fougères, e al personale della Biblioteca comunale di Castelvetrano per la collaborazione prestata. SELINUNTE 7

8 SELINUNTE 8 Pigonati e Aloja Andrea Pigonati - Fl Nato a Siracusa da una famiglia con forti tradizioni militari, fu ingegnere militare alla corte di Napoli sotto i re Carlo III e Ferdinando IV; insieme a quest ultimo si trovò in Sicilia nel 1766 per studiare le antichità classiche dell Isola. L ingegnere Pigonati, oltre che la costruzione della strada per Isernia, diresse i lavori fatti eseguire da Ferdinando IV di Borbone nei porti di Agrigento e di Brindisi. Ancora oggi a Brindisi un canale reca il nome di Pigonati. Pubblicò varie opere di carattere tecnico e scientifico, spesso inframmezzandole con osservazioni antiquarie. Dal 1775 al 1779, Pigonati visse a Brindisi, dove ritenne di avere scoperto i resti di una fortificazione portuale fatta costruire da Giulio Cesare. L opera - Nel 1767 fu pubblicato a Napoli il volume Stato presente degli antichi monumenti siciliani, con 46 tavole, disegnate e annotate dall autore e incise dal regio incisore Giuseppe Aloja e da altri. Le illustrazioni qui presentate raffigurano i templi della collina orientale: E, F, G.

9 SELINUNTE

10 Hoüel SELINUNTE 10 Jean-Pierre Louis Laurent Hoüel - Artista francese, specializzato in pittura e incisione (Rouen Parigi 1813). Finì gli studi di architettura e prospettiva appena ventenne e operò come pittore nella capitale francese. Nel 1769 ottenne dal governo una borsa di studio che permise all artista di visitare Roma, Napoli e il territorio campano. In coincidenza con questo viaggio si recò per la prima volta in Sicilia, nel 1770, dove realizzò molte vedute, poi esposte a Parigi nel Tornò in Sicilia nel 1776, grazie ad una gratifica regia da parte di Luigi XVI, percorrendola quasi tutta nel giro di oltre tre anni e realizzando numerosi guazzi. Partito da Parigi il 16 marzo con destinazione Napoli, il 12 maggio si imbarcò per Palermo da dove si mise subito in viaggio per Trapani, Mazara, Castelvetrano, Selinunte e Sciacca. Tornò quindi a Palermo e da lì si diede a percorrere tutta l Isola, visitando praticamente tutti i siti di un qualche interesse; arrivato ad Agrigento nel settembre 1777 si imbarcò dal suo porto per Malta. Ritornò quindi in Sicilia, rimanendovi fino al 10 giugno 1779, quando da Messina abbandonò definitivamente l Isola. Tornato a Parigi nel 1780 iniziò ad incidere i rami per illustrare la sua opera, il cui lavoro di allestimento durò circa sei anni. Le immagini realizzate furono ben più delle 264 che trovarono posto nell opera pubblicata. Mise in vendita quindi i disegni originali che furono acquistati alcuni da Luigi XVI (46) e la maggior parte da Caterina II di Russia (più di 500). I viaggi e l opera di Hoüel furono il risultato di un impegno quasi esclusivamente personale. L opera - Voyage pittoresque des isles de Sicile, de Malte et de Lipari, où l on traite des antiquités qui s y trouvent encore, des principaux phénomènes que la nature y offre, du costume des habitans et de quelques usages, Paris , 4 voll. in fol., pp. VIII-138, 148, 126, 124, con 264 tavv. fuori testo incise all acquatinta. Le illustrazioni riguardanti Selinunte si trovano nel I volume (1782): Pianta di Selinunte; Resti del tempio I di Selinunte; Resti del tempio IV di Selinunte; Resti del tempio V di Selinunte; Resti del più grande tempio di Selinunte; Cava di Campobello. 1782