AL COMUNE DI PRATO UFFICIO PROTOCOLLO GENERALE. Osservazione alla Variante alle N.T.A. del R.U. ed al Piano delle Funzioni

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1 ORDINE DEGLI ARCHITETTI, PIANIFICATORI, PAESAGGISTI E CONSERVATORI DELLA PROVINCIA DI PRATO Viale Vittorio Veneto n PRATO AL COMUNE DI PRATO UFFICIO PROTOCOLLO GENERALE Piazza del Pesce, PRATO Servizio BA Pianificazione Territoriale Osservazione alla Variante alle N.T.A. del R.U. ed al Piano delle Funzioni (Variante n. 115 adottata con DCC n. 219 del 21/12/2007). Il sottoscritto Arch. Luigi Scrima, in qualità di Presidente pro-tempore dell Ordine degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori della Provincia di Prato, con sede in Prato Viale Vittorio Veneto n. 80, in riferimento all oggetto ed apprezzando quanto proposto dall Amministrazione Comunale, propone la seguente Osservazione. Relativamente agli articoli delle N.T.A - elaborato B, oggetto di variante, si espone quanto segue: Art. 15 Termini specifici - comma 4 lettera g) relativamente ai depositi merceologici all aperto (esclusa la vendita); depositi per la logistica: appare improprio l inserimento di tali categorie, da intendersi come quelle aziende che forniscono un servizio nell ambito dei trasporti e della distribuzione delle merci, anche con funzione di deposito temporaneo delle stesse, ma in assoluta assenza di commercializzazione, nell ambito delle 1

2 destinazioni strettamente commerciali, pur se all ingrosso. Appare più logico considerare tali attività come facenti parte della filiera industriale e pertanto ricollocarle all interno della destinazione Industriale e Artigianale I Art. 23 Ristrutturazione comma 6 bis In linea generale tutto il comma propone il mantenimento e la conservazione dei caratteri formali e tipologici dell architettura industriale pratese, obiettivo che appare sicuramente comprensibile nei confronti di quegli elementi fortemente caratterizzanti. Diversamente una mera riproduzione degli stessi si configura come un esercizio di conservazione tout-cour che da origine ad un architettura imitativa di una tipologia edilizia, l edificio industriale appunto, proprio tra l altro di un particolare periodo storico, riconvertito alla funzione abitativa che, per le proprie e necessarie dotazioni igienico-sanitarie ed impiantistiche, spesso contrasta con essa. In particolare la riproduzione di elementi edilizi con l utilizzo di stessi materiali e tecniche costruttive può contrastare con la normativa tecnica per le costruzioni e con la normativa sismica. Appare pertanto auspicabile liberare la progettazione da tali vincoli di riproduzione di un edilizia propria dell attività industriale fortemente legata ad uno sviluppo urbanistico che si attestava a ridosso della cinta muraria, con commistione di funzioni abitative. Si ritiene comunque ragionevole la verifica dell inserimento del nuovo organismo edilizio nel contesto, da intendersi come sostegno ed incentivo ad una migliore qualità edilizia generale, sull esempio di tante altre città industriali, italiane ed europee, 2

3 nelle quali è stata intrapresa un attenta politica di riconversione dell edificato esistente. Nel testo dell articolato dove viene prevista come alternativa la completa sostituzione senza il mantenimento della sagoma, si ritiene opportuno di prevedere una gradualità scalare nelle percentuali di riduzione della SLP, anziché porre come limite i 500 mq. e l indice IF superiore a 5 mc/mq. Nell ultimo capoverso, dove viene indicato come alternativa, per gli interventi non superiori a 500 mq. di SLP, il recupero del volume esistente fino all indice IF pari a 2,5 mc/mq, si suggerisce di elevate tale riferimento a 3 mc/mq, perlomeno peri casi dove l indice attuale sia uguale o maggiore di 5 Art. 32 Criteri relativi agli standard urbanistici, edilizi e commerciali Dove vengono indicate le dotazioni minimedi aree per gli standard urbanistici, oltre alle riduzioni ammesse in relazione all entità dell intervento (identificato volumetricamente nel caso in cui esso sia prevalentemente residenziale e mediante la SLP negli altri casi), si richiede che vengano nuovamente applicate le riduzioni di cui al D.M. n. 1444/68 e relative alle zone classificate A e B (riduzione del 50%). Alla stessa stregua si propone di mantenere quanto previsto, ovvero la non necessità di adeguamento dei parcheggi, per gli interventi conservativi per il cambio di destinazione d uso nelle zone A e per gli edifici sottoposti a restauro e risanamento conservativo. Al comma 8 viene indicato come obbligatorio, ai fini della fattibilità dell intervento, il reperimento degli spazi per la sosta stanziale nel caso di frazionamenti che diano origine a unità immobiliari di superficie netta 3

4 inferiore a 70 mq. Data l ampia casistica di immobili esistenti nel territorio pratese che non eccedono i 140 mq. di superficie netta, si ritiene opportuno di consentirne il frazionamento senza il reperimento degli spazi per la sosta stanziale, almeno nei casi in cui si origini una sola unità immobiliare derivata, a prescindere dalla superficie della stessa, il tutto al fine di non ingenerare occasioni di disparità nel caso in cui l intervento riguardi immobili con superfici maggiori e che dia origine a due o più unità immobiliari superiori, anche di poco, alla misura di 70 mq. Inoltre, in conformità a quanto stabilito nel variato art. 30, al comma 4 bis, si ritiene di proporre la riduzione della misura di 70 mq. a 50 mq. Relativamente alla Disciplina della distribuzione e localizzazione delle funzioni elaborato C oggetto di variante, si espone quanto segue: in linea generale si ritiene legittima la disciplina proposta tendente all istituzione di un controllo attento di quei mutamenti di destinazione d uso, comunque già in atto all interno del territorio pratese, capaci di innescare evidenti trasformazioni del carico urbanistico di certe aree; più in particolare si ritiene di osservare gli articoli che seguono; Art. 3 Destinazioni d uso Alla stessa stregua di quanto esposto nell osservazione all Art. 15 delle N.T.A., si ritiene improprio l inserimento dei depositi per la logistica all interno della categoria commerciale all ingrosso e depositi commerciali (comma 1 lettera g); Art. 29 Depositi all aperto Si ritiene opportuno di chiarire tale disciplina in quanto dal testo si evince 4

5 che siano consentiti i depositi solo alle imprese edili, quando nella realtà esistono altre attività d impresa che ne possono avere la necessità, permanendo comunque le limitazioni e le prescrizioni indicate. Prato, 14 marzo 2008 Ns. prot. n. 258 / 2008 Il Presidente Arch. Luigi Scrima 5

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