Disuguali a tavola, ma non troppo: le differenze sociali nell'alimentazione in Italia prima e durante la crisi

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1 XXXIX Congresso AIE Milano, 29 ottobre 2015 Disuguali a tavola, ma non troppo: le differenze sociali nell'alimentazione in Italia prima e durante la crisi Marra M., Migliardi A., Costa G. Servizio sovrazonale di epidemiologia ASLTO3 Regione Piemonte

2 TOSCANA TORINO TOSCANA TORINO Barcellona Paesi baschi Olanda Svezia Inghilterra Francia Scozia Madrid Svizzera Bruxelles Austria Finlandia Norvegia Danimarca Rep. Ceca Polonia Lituania Ungheria Estonia Paesi baschi Barcellona Svezia Olanda Inghilterra Madrid Francia Scozia Bruxelles Svizzera Austria Finlandia Danimarca Norvegia Rep. Ceca Polonia Lituania Ungheria Estonia Paesi baschi Barcellona TORINO TOSCANA Madrid Francia Olanda Svizzera Austria Finlandia Bruxelles Bruxelles Svezia Inghilterra Norvegia Scozia Norvegia Scozia Danimarca Rep. Ceca Polonia Lituania Ungheria Estonia Paesi baschi Barcellona TOSCANA TORINO Francia Madrid Olanda Finlandia Svezia Danimarca Rep. Ceca Polonia Lituania Ungheria Estonia Alimentazione e disuguaglianze di salute Tassi di Tassi mortalità di mortalità, per istruzione, uomini Tassi di Tassi mortalità di mortalità per istruzione, donne Bassa Media Alta Bassa Media Alta La diffusione e la trasversalità sociale della dieta mediterranea sono spesso indicati come uno dei fattori esplicativi della bassa mortalità nell Europa meridionale e dello scarso impatto delle disuguaglianze sociali sulla salute

3 RR bassa vs alta istruzione RR bassa vs alta istruzione Alimentazione e BMI 4,0 Sovrappeso 4,0 Italia F Obesi 3,5 3,5 3,0 2,5 Italia F 3,0 2,5 2,0 2,0 Italia M 1,5 Italia M 1,5 1,0 1,0 0,5 0, Prevalenza Prevalenza Uomini Donne Uomini Donne Tuttavia sussistono importanti disuguaglianze sociali nel sovrappeso e nell obesità. Bastano le disuguaglianze sociali nell attività fisica? Quanto contano le disuguaglianze nell alimentazione italiana? Dati Eurostat, 2009

4 Obiettivi dello studio 1) Analisi delle disuguaglianze sociali in Italia nel consumo alimentare e nell esposizione a diverse tipologie di stili vita alimentari scorretti; 2) Analisi del trend temporale della prevalenza e delle disuguaglianze sociali negli stili di vita alimentari, con focus su impatto della crisi economica che potrebbe aver messo in discussione adesione dieta mediterranea; 3) Descrizione delle disuguaglianze di genere e geografiche nella prevalenza generale degli stili di vita alimentari e associate alle disuguaglianze sociali nell alimentazione ( si rimanda all articolo E&P)

5 Materiali e metodi Materiali Fonte: ISTAT, Indagini multiscopo sulle famiglie: aspetti di vita quotidiana. Anni: 2005, 2006, 2007, 2009, 2010, 2012 Frequenze di consumo, stratificate per livello di istruzione, genere, ripartizione geografica ed età, di: Categorie alimentari (carboidraiti=pane, pasta e patate; proteine=carne bianca, rossa e suina, latticini, uova, pesce, legumi; frutta e verdura= consumo frutta e verdura, porzioni; grassi per cottura e condimento pietanze; snack; dolci) Abitudini alimentari (colazione e controllo del sale) BMI Totale osservazioni, suddivise omogeneamente per condizioni anagrafiche e territoriali.

6 Materiali e metodi Metodi Dicotomizzazione in comportamenti e modalità di assunzione corretti/scorretti sulla base di evidenze scientifiche, pareri esperti e raccomandazioni OMS Prevalenze di consumo delle abitudini scorrette e calcolo delle frazioni attribuibili (PAF) al livello di istruzione Variazione relativa della prevalenza e della PAF pre ( ) e post crisi ( ) Analisi delle serie temporali interrotte per discernere tra trend e possibile effetto crisi, testando la significatività del cambio di pendenza prima ( ) e dopo ( ) l inizio della crisi

7 Frazione attribuibile alle disuguaglianze sociali Prevalenza e disuguaglianze sociali nell alimentazione maschile 50% 40% 30% 20% 10% 0% -10% Grassi crudi Troppi carbo Grassi cotti Obesità Uomini Per la Forti maggioranza disuguaglianze degli nel alimenti consumo c è Posizione un Consumo eccessivo consumo socioeconomica eccessivo di scorretto olii non di pregiati carni poco è o di maggiore importante poco altri grassi prevalente a carico nel per predire dei il ma condimento meno livelli istruiti e la Soltanto consumo disuguaglianze cottura la carenza degli frutta alimenti e di sociali verdura legumi maggiori che e di proteine rimangono e Scarso Basso il comunque consumo il consumo il consumo eccessivo abbastanza di pesce eccessivo di dolci bassi sembra rispetto più diffuso tra i (con disuguaglianze carboidrati a raccomandazioni medie) ma a carico gruppi OMS più avvantaggiati prevalentemente degli Troppe uova Tr. suina No colazione svantaggiati Poco pesce Troppe carni Sovrappeso Tr. bovina Tr. bianca Snack Poca frutta Poca verdura Troppi latticini No '3 a day' Tr. sale Troppi dolci Pochi legumi No '5 a day' Poche proteine Prevalenza (%)

8 Frazione attribuibile alle disuguaglianze sociali Prevalenza e disuguaglianze sociali nell alimentazione femminile 50% 40% 30% 20% 10% 0% -10% Grassi crudi Obesità Grassi cotti Tr. carboidrati Donne Tra le donne pattern tendenzialmente simili, anche se con prevalenza generale minore e disuguaglianze più alte per consumo scorretti di grassi, carboidrati e snack, frutta e verdura (numerosità platee?) e più basse unicamente per consumo di carne Sovrappeso Tr. uova No colazione No '3 a day' Poco pesce Tr. suina Troppe carni Poca frutta Tr. snack Tr. bianca Troppo sale Tr. bovina Tr. latticini Troppi dolci Pochi legumi Poche proteine Poca verdura No '5 a day' Prevalenza

9 diminuito Var Prevalenza Variazione nella prevalenza di consumo con la crisi. Uomini Consumo aumentato ,5 7 6,5 6 5,5 5 4,5 4 carne bovina 12% 10% Troppe uova 8% Obesità Snack p=0.004 Aumentato tutte la le carni mancanza di frutta Variazioni e del mancato Passaggio 29 da carni rosse maggiori ad altre, raggiungimento indipendenti dalla delle p=0.002 meno 24 pesce, più legumi raccomandazioni crisi OMS Uomini 19 TROPPA SUINA 14 6% POCA FRUTTA p=0.002 TROPPA BIANCA p< % POCHE PROTEINE NO '3 A DAY' 4 Sovrappeso % NO '52010 A DAY' 2012 POCO PESCE Dolci 0% carne suina POCHI LEGUMI carne bianca -2% POCA VERDURA TROPPA BOVINA TROPPE CARNI 14 p= % p=0.015 Non fa colazione 12 Grassi crudi Troppo sale -6% Grassi cotti 10 IN MAIUSCOLO p= % Troppi latticini 8 Tr carboidrati EFFETTI CRISI p= % 6 0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70% 80% 90% 100% Prevalenza

10 Disuguaglianze dei meno istruiti aumentate diminuite Variazione disuguaglianze sociali Variazione nelle disuguaglianze di consumo con la crisi. Uomini 80% Inversione trend 60% disuguaglianze 40% POCHE PROTEINE Dolci 20% 0% -20% -40% Troppo sale Poca verdura SNACK Grassi cotti Non fa colazione POCA FRUTTA Tr. carboidr Obesità TROPPA BIANCA No '5 a day' POCO PESCE TROPPA SUINA Sovrappeso Troppe uova No '3 a day' Troppi latticini TROPPE CARNI TROPPA BOVINA Conferma trend disug e loro aumento Aumento disuguaglianze in carenza di frutta e troppi snack Grassi crudi Verso Effetti maggior di contesto equità che nel consumo aumentano -60% POCHI LEGUMI eccessivo le disuguaglianze carni per non riduzione per nuovi più Inversione trend -80% rapida atteggiamenti nei meno istruiti. scorretti E aumento nei meno disuguaglianze -15% -5% 5% legumi istruiti più 15% ma tra perché gli svantaggiati 25% più istruiti 35% PAF migliorano più in fretta

11 Conclusioni La dieta mediterranea sembrerebbe ben radicata nella società italiana: olio di oliva, carboidrati e frutta e verdura (se ridimensionate le dosi) sono consumati in dosi adeguate da quote consistenti della popolazione. Tuttavia nell alimentazione nazionale elementi di criticità: nella prevalenza di abitudini non per forza legate alla dieta mediterranea, come il consumo sporadico di legumi e gli eccessi di dolci e carni soprattutto dall esistenza di disuguaglianze sociali, in alcune basi della dieta mediterranea (olii, pesce e troppi carboidrati) e in comportamenti poco sani (sale e colazione) La crisi non sembrerebbe aver avuto un grave effetto negativo: paradossalmente ha ridotto il consumo eccessivo di carni (e le disuguaglianze associate), specialmente rosse, e aumentato quello di legumi (specie tra i meno istruiti).

12 Conclusioni Più preoccupanti trend temporali, sia perché alcuni problemi in aumento (obesità, snack) sia perché quelli in riduzione stanno presentando un aumento (relativo) delle disuguaglianze (sale, grassi, latticini no colazione). Inoltre importanti specificità territoriali e per età: qualsiasi intervento di prevenzione e che voglia tutelare la resilienza italiana e difendere la dieta mediterranea dovrebbe tentare di andare a colpire i target più sensibili per ogni alimento, piuttosto che interventi universalistici (e anche differenze territoriali ed anagrafiche)

13 Limiti (in ordine di importanza) 1)Mancata rilevazione dei consumi reali e dichiarazioni soggettive Bias? 2)Mancata rilevazione dei consumi reali e della quantità consumata A parità di consumo, differente quantità per titolo di studio? E in che direzione? Mangiano di più i meno (=obesità) o i più istruiti (=> disponibilità economica?) bias temporale? Sono cambiate le quantità? E in quale strato di più? 3)Mancata rilevazione della qualità degli alimenti!!! (e l impatto della crisi potrebbe essere meno ottimista di quello rilevato nello studio!)

14 Michele Marra Ai sensi dell articolo 46 e 47 del DPR 445/2000 dichiaro di non trovarmi in alcuna situazione, anche solo potenziale, di conflitto di interesse

15 Variazione disug Disuguaglianze geografiche e territoriali Troppe carni Variazione dis Variazione di prevalenza e disuguaglianze su valori nazionali Ripartizione geogr e genere Età e genere 2,0 1,5 1,0 0,5 0,0-0,5-1,0-1,5 Nord-Ori F Merid M Insul M Merid F Insul F Nord-Ori M Centr F Centr M Nord-Occ M Nord-Occ F -2,0-2,0-1,0 0,0 1,0 2,0 Variazione prev 1, F 1, M >65 M 0, F 0,0 >65 F M -0,5-1, M -1, F -2,0-1,0 0,0 1,0 2,0 Variazione prev

16 Disuguaglianze geografiche al Nord maggior consumo scorretto di carni, carboidrati e grassi e minore di pesce, legumi e dolci Regioni meridionali minor consumo di frutta e verdura, maggior obesità e sovrappeso, maggior abitudine a saltare le colazione e minor contenuto di sale. Nel Nord maggior disuguaglianze in carne, BMI, mentre nel Sud soprattutto nel consumo di pesce e consumo di sale Disuguaglianze anagrafiche Giovani e anziani presentano discostamenti più importanti dalla media nazionale con i primi che consumano meno frutta e verdura, più carni, poco pesce, pochi legumi, più grassi, dolci e sale. Anziani dieta più sana Disuguaglianze che crescono generalmente con l età

17 diminuite Disuguaglianze dei meno istruiti Var % PAF vs aumentate Variazione della prevalenza dei consumi alimentari e delle disuguaglianze sociali associate 80% 60% 40% 20% 0% -20% -40% Grassi cotti Grassi crudi Troppi carboidrati Troppi latticini Troppo sale POCA VERDURA Non fa colazione TROPPE CARNI TROPPA BOVINA Uomini Dolci POCHE PROTEINE SNACK POCA FRUTTA NO '5 A DAY' Obesità Sovrappeso TROPPA BIANCA TROPPA SUINA POCO PESCE NO '3 A DAY' Troppe uova Ver ecc rap mag -60% POCHI LEGUMI -80% -10% -8% -6% -4% -2% 0% 2% 4% 6% 8% 10% 12% Var % prevalenza vs diminuito Consumo aumentato Effetti di contesto sono quelli con maggiori variazioni nella prevalenza. E si differenziano per che aumentano le

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