Il trattamento e il recupero dei rifiuti da spazzamento strade

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1 CONTATTI Il trattamento e il recupero dei rifiuti da spazzamento strade Ezio Esposito Ecocentro Tecnologie Ambientali S.p.A. Via Maestri del Lavoro, Gorle (BG) 035/ / info@gruppoesposito.it EXECUTIVE SUMMARY Obiettivo del presente lavoro è dimostrare la concreta possibilità di recupero dei rifiuti provenienti dallo spazzamento stradale che costituiscono mediamente il 4-5% del totale dei rifiuti urbani prodotti e che ancora oggi sono principalmente destinati allo smaltimento in discarica controllata come rifiuti indifferenziati. Nove gli impianti realizzati o in fase di realizzazione nel nord e centro Italia che, utilizzando una tecnologia brevettata basata su un processo soil-washing consentono di recuperare oltre il 70% dei rifiuti in ingresso in materiali inerti, di qualità certificata, riutilizzabili nel settore dell edilizia e delle costruzioni. Sabbia, ghiaino e ghiaietto recuperati soddisfano ampiamente le normative tecniche per lo specifico settore di utilizzo, oltre che le normative ambientali previste dal vigente quadro normativo, consentendone così l effettivo recupero ed il riutilizzo come materiali alternativi ai prodotti vergini estratti dalle cave. Criteri progettuali basati sulla minimizzazione degli impatti ambientali e dell impiego di risorse naturali, sulla massimizzazione del recupero e riutilizzo dei materiali prodotti, sulla garanzie della sicurezza e salubrità dell ambiente di lavoro rappresentano alcuni dei capisaldi costantemente adottati nella progettazione e realizzazione di questi impianti. La tecnologia applicata infatti, pur essendo consolidata dall esperienza ormai pluriennale, è in costante evoluzione nel tentativo di raggiungere obiettivi sempre più ambiziosi per la salvaguardia dell ambiente e la tutela delle risorse naturali. Ed è proprio in questo senso che le più recenti implementazioni impiantistiche derivanti dalla messa a punto di ottimizzazioni di processo, di apparecchiature appositamente studiate e realizzate, di studi e sperimentazioni in laboratorio e sul campo, si sono orientate. Prestando particolare attenzione al ciclo di trattamento delle acque reflue e alla necessità di individuare soluzioni eco-compatibili anche in merito ai consumi energetici si è giunti, nelle ultime realizzazioni, ad attuare il riutilizzo totale delle acque di lavaggio, il recupero delle acque meteoriche delle coperture e dei piazzali ed all autoproduzione di energia elettrica con fonti rinnovabili (pannelli fotovoltaici) per il soddisfacimento del fabbisogno energetico dell impianto. In conclusione si può quindi affermare che questi rifiuti possono costituire una risorsa e, quando adeguatamente gestiti, rappresentare una seria opportunità per la tutela dell ambiente e delle risorse naturali. INTRODUZIONE In Italia si producono oltre un milione di tonnellate/anno di residui provenienti dall attività di pulizia delle strade. Tali residui, se debitamente gestiti, possono concretamente costituire una risorsa poiché dal loro trattamento è possibile recuperare un quantitativo più che significativo di prodotti di qualità certificata, riutilizzabili nel settore dell edilizia e delle costruzioni.

2 LA PRODUZIONE DI RIFIUTI DA SPAZZAMENTO STRADE IN ITALIA Considerazioni Generali I rifiuti da spazzamento strade in Italia rappresentano mediamente il 4-5% del totale dei rifiuti urbani prodotti corrispondenti ad un produzione media annua per abitante stimata dai 17 a 22 kg/ab.anno che corrispondono ad una produzione complessiva in tutto il paese (considerando la popolazione attuale di circa 61 milioni di abitanti) che va da 1,037 a 1,342 milioni t/anno. Questi numeri sono confermati dai dati riepilogati nelle tabelle/grafici seguenti e relativi alla produzione annuale di alcune province del Nord Italia; in particolare: Milano, Brescia e Bergamo (1) Tab. 1: Evoluzione della produzione di rifiuti e terre da spazzamento in Provincia di Milano (Revisione del Piano Provinciale per la Gestione dei rifiuti ai sensi della L.R. 26/03 Revisione di Piano Allegato 6, Provincia di Milano Novembre 2008) ANNO ABITANTI Produzione totale RU (t) Spazzamento stradale (t) Spazzamento/RU (%) Fig.1: andamento della produzione di rifiuti da spazzamento stradale in Provincia di Brescia (Quaderni dell Osservatorio della Provincia di Brescia)

3 (2) Tab. 2: Flussi della raccolta in Provincia di Bergamo nel 2006 e negli scenari della pianificazione al 2013 (Piano Provinciale di Gestione Rifiuti ai sensi della L.R. 26/03 Provincia di Bergamo Luglio 2008) SITUAZIONE ANNO 2006 t/anno Kg/abxanno % Produzione RU totale ,4 458,4 100,0 Di cui: RU indifferenziato ,2 177,0 38,6 Raccolte differenziate ,8 229,5 50,1 Ingombranti non a recupero ,4 29,8 6,5 Spazzamento strade 23.48,0 22,1 4,8 SCENARIO EVOLUTIVO AL 2013 Produzione RU totale ,8 478,5 100,0 Di cui: RU indifferenziato ,0 147,5 30,8 Raccolte differenziate ,4 292,8 61,2 Ingombranti non a recupero ,6 14,4 3,0 Spazzamento strade ,7 23,7 5,0 DEFINIZIONE ED ORIGINE DEI RIFIUTI DA SPAZZAMENTO STRADALE Definizione I residui da spazzamento delle strade derivano dall attività di pulizia delle strade effettuata con l ausilio di autospazzatrici e sono identificati dal codice CER , come indicato dall allegato D alla parte IV del D.Lgs. 152/2006 e ss.mm.ii e quindi, ai sensi dell art. 184, comma 2 lettera c) del suddetto Decreto, rientrano nella categoria dei rifiuti urbani. I rifiuti da spazzamento strade non sono compresi nell elenco di cui all allegato 1 del DM 05 febbraio 1998 e ss.mm.ii per cui l esercizio delle operazioni di recupero degli stessi non può avvenire in regime di procedura semplificata per cui per trattare questi rifiuti è necessario ottenere un autorizzazione dell Ente competente con procedura ordinaria (art. 108 D.Lgs. 152/2006 e ss.mm.ii.). Classificazione In linea generale i rifiuti da spazzamento stradale possono essere classificati come segue: Rifiuti propriamente stradali polvere, terriccio, fango e simili derivanti dall azione continua degli agenti atmosferici e del traffico. Rifiuti stagionali fogliame, ramaglie, sabbia e simili, prodotti da cause climatiche (o da azioni umane conseguenti) e limitati a particolari periodi dell anno. Rifiuti ricorrenti carta, cartoni, plastica, etc.. dovuti essenzialmente all indisciplina di alcune categorie di utenti; tali rifiuti si accumulano nelle strade in determinate ore e quasi sempre in punti ben precisi. Rifiuti casuali pacchetti vuoti di sigarette e fiammiferi, escrementi di animali domestici, residui oleosi da autoveicoli, etc.. prodotti dal traffico cittadino e funzione di esso.

4 Composizione Merceologica I rifiuti provenienti dallo spazzamento stradale sono costituiti prevalentemente da frazione inerte (che rappresenta mediamente il 70% ) e, in misura minore da frazione organica e mista; il dettaglio della composizione degli stessi, considerando una composizione media su base annua, è rappresentato nella successiva figura 2. Fig.2: composizione merceologica dei rifiuti provenienti dallo spazzamento stradale Frazione inerte 70% Frazione organica 17% Scarti misti 10% Il grafico di figura 2 evidenzia almeno tre frazioni che possono essere recuperate: inerte, organica e ferrosa. Questa composizione merceologica, caratterizzata da una frazione inerte preponderante Si consideri inoltre che, data una simile composizione merceologica, questi rifiuti sono caratterizzati da un potere calorifico inferiore a kj/kg che non li rende idonei allo smaltimento tramite termovalorizzazione, per cui assume ancora più importanza la possibilità di recupero degli stessi. GESTIONE DEI RIFIUTI DA SPAZZAMENTO STRADE Considerazioni Generali La composizione merceologica dei rifiuti da spazzamento strade, rappresentata da una frazione inerte preponderante, rende questi rifiuti non adatti allo smaltimento tramite termovalorizzazione perché caratterizzati da un potere calorifico inferiore a kj/kg. D altro canto il contenuto di frazione organica, comunque elevato, non li renderebbe idonei nemmeno per lo smaltimento in discarica, ai sensi della D.Lgs. 36/2006 che limita il contenuto organico dei rifiuti che possono essere smaltiti in discarica. Il fatto che ancora oggi quest ultima forma di smaltimento costituisca la principale modalità di gestione di questi rifiuti è dovuto al continuo slittamento dell entrata in vigore della norma suddetta; è evidente che tale situazione non potrà perdurare, anche perché in netto contrasto con le Direttive Comunitarie che spingono verso il recupero di materia. Per tale motivo assumono ancora più importanza le forme alternative allo smaltimento e costituite dal conferimento ad impianti di trattamento e recupero autorizzati.

5 I processi di trattamento e recupero noti sono essenzialmente di due tipologie: trattamenti a secco e trattamenti ad umido, questi ultimi maggiormente applicati in considerazione del fatto che con i processi di trattamento a secco non si riescono a rispettare i limiti normativi per i materiali decadenti dagli impianti. Nell ambito dei processi ad umido Ecocentro Tecnologie Ambientali ha sviluppato e brevettato una tecnologia applicata nella realizzazione di impianti per il trattamento specifico dei rifiuti provenienti dallo spazzamento stradale ed altri rifiuti solidi non pericolosi con caratteristiche chimico-fisiche ad essi assimilabili. Impianti Realizzati e Funzionanti Nove sono gli impianti complessivamente realizzati da Ecocentro Tecnologie Ambientali; di questi sei sono già operativi e funzionanti da alcuni anni con risultati più che soddisfacenti in termini di quantità di rifiuti trattati (e quindi sottratti allo smaltimento in discarica come rifiuti indifferenziati), di quantità e qualità dei materiali recuperati e dei conseguenti benefici ambientali ed economici per le Pubbliche Amministrazioni. Nella tabella che segue si riepilogano, a puro titolo informativo, gli impianti ad oggi realizzati e si evidenziano per ciascuno di essi, oltre all anno di entrata in funzione, i quantitativi di rifiuti complessivamente trattati e i materiali complessivamente recuperati. Tab. 3: Elenco impianti progettati e costruiti da Ecocentro Tecnologie Ambientali già realizzati e funzionati Azienda Localita Anno entrata in Totale rifiuti funzione trattati ad oggi (t) ESPOSITO SERVIZI ECOLOGICI S.r.L. GORLE (BG) APRICA S.p.A. (Gruppo A2A) BRESCIA CEM AMBIENTE S.p.A. LISCATE (MI) AMSA S.p.A. (Gruppo A2A) MILANO RISORSE ECOLOGICHE S.r.L. (Gruppo ECONORD) ECOCENTRO TOSCANA S.r.L. (Gruppo Esposito) FIGINO SERENZA (CO) MONTEMURLO (PO) Impianti In Fase Di Realizzazione Sono invece in fase di realizzazione i seguenti impianti: IREN AMBIENTE S:p.A Piacenza EXE S.p.A. Palmanova (UD) MA-TER S.r.l Vercelli RIUTILIZZO DEI PRODOTTI RECUPERATI I Materiali In Uscita Dall impianto La tecnologia applicata negli impianti di trattamento e recupero di rifiuti da spazzamento strade, messa a punto e brevettata da Ecocentro Tecnologie Ambientali, si basa su un processo di soilwashing che consente, mediante un lavaggio spinto del rifiuto di recuperare materiali inerti di qualità certificata e riutilizzabili nel settore dell edilizia e delle costruzioni. In particolare in uscita dall impianto si hanno i seguenti materiali: Prodotti recuperati da utilizzare come materie prime secondarie per aggregati cementizi e aggregati bituminosi:

6 sabbie con granulometria 0,063 2 mm; ghiaino con granulometria 2 10 mm; ghiaietto con granulometria 8 20 mm. Rifiuti destinati anch essi al recupero o allo smaltimento: fanghi disidratati (CER ): rifiuti non pericolosi recuperabili in fornaci e/o cementifici autorizzati in regime ordinario; rifiuti organici (CER ): rifiuti da inviare al recupero energetico in impianti autorizzati; rifiuti misti (CER ) destinati al recupero energetico in impianti autorizzati; rifiuti inorganici (CER ): rifiuti non pericolosi destinati al recupero o in impianti per il trattamento degli inerti; materiali ferrosi (codice CER ): rifiuti destinati al recupero in impianti metallurgici, nel rispetto delle caratteristiche previste dal par Caratteristiche del rifiuto dell Allegato 1 Suballegato 1 al D.M. 5 febbraio 1998, così come da modifiche di cui al D.M. 5 aprile Il grafico di figura 3 riepiloga le singole frazioni in uscita e le relative percentuali (valori medi annui) desunte dai dati disponibili relativi ai vari impianti sino ad oggi realizzati: Fig.3: materiali in uscita dagli impianti di trattamento rifiuti da spazzamento strade realizzati da Ecocentro Tecnologie Ambientali Fanghi disidratati 16% rifiuti organici 12% rifiuti misti 10% rifiuti inorganici 0,6% materiali ferrosi 0,1% sabbia 28% ghiano 29% ghiaietto 4% I Prodotti Recuperati L articolo 3 comma 1 del DM 05/02/1998, così come modificato dal DM 05/04/2006 n.186, a proposito del Recupero di materia recita testualmente : le attività, i procedimenti e i metodi di riciclaggio e di recupero di materia individuati nell allegato 1 devono garantire l ottenimento di prodotti o di materie prime secondarie con caratteristiche merceologiche conformi alla normativa di settore o, comunque, nelle forme usualmente commercializzate. In particolare i prodotti, le materie prime secondarie ottenuti dal riciclaggio e dal recupero dei rifiuti non devono presentare caratteristiche di pericolo superiori a quelle dei prodotti e delle materie ottenuti dalla lavorazione di materie prime vergini.

7 E ancora, l articolo 184-ter, comma 1, del D.Lgs. 152/2006 così come modificato dal D.Lgs. 205/2010 a proposito della cessazione della qualifica di rifiuto recita: un rifiuto cessa di essere tale quando è stato sottoposto ad un operazione di recupero, incluso il riciclaggio e la preparazione per il riutilizzo, e soddisfi i criteri specifici, da adottare nel rispetto delle seguenti condizioni: a) La sostanza o l oggetto è comunemente utilizzato per scopi specifici b) Esiste un mercato o una domanda per tale sostanza od oggetto c) La sostanza o l oggetto soddisfa i requisiti tecnici per gli scopi specifici e rispetta la normativa e gli standard esistenti applicabili ai prodotti d) L utilizzo della sostanza o dell oggetto non porterà ad impatti complessivi negativi sull ambiente e sulla salute umana Al fine di soddisfare requisiti previsti dal contesto normativo vigente i prodotti recuperati in uscita dall impianto vengono sottoposti al test di cessione ed alle analisi previste dal Decreto Ministeriale 186 del 05/04/ Allegato 3 per il recupero di rifiuti non pericolosi, e alle analisi previste per lo specifico settore di riutilizzo, a seconda della destinazione d uso. In particolare il quadro prescrittivo applicato a tutti gli impianti sino ad oggi realizzati differenzia le analisi cui sottoporre i materiali a seconda del destino del materiale recuperato oltreché della tipologia della frazione recuperata, come sintetizzato nella seguente tabella 4. Tab. 4: prescrizioni autorizzative per il controllo dei prodotti recuperati negli impianti di trattamento dei rifiuti da spazzamento strade Destino Frazioni Analisi sui materiali in uscita Frequenza > 2 mm (ghiaino e ghiaietto) Test di cessione di cui al D.M. 05/02/1998, così come modificato dal D.M. 186/2006 Recupero direttamente su terreno (recuperi ambientali, sottofondi, etc.) 2 mm (sabbia) > 2 mm Test di cessione di cui al D.M. 05/02/1998, così come modificato dal D.M. 186/2006 Test sul tal quale previsto dall Allegato 2 al Titolo V del D. Lgs. 152/06, con determinazione dei seguenti parametri: IPA, fenoli, idrocarburi (leggeri e pesanti), organici aromatici, metalli (Zn, Ni,Cd, Pb, Cr tot, Cr VI, As, Hg) Una analisi ogni 2000 ton di singola frazione recuperata, e comunque semestralmente Altri utilizzi (cementifici, calcestruzzi, etc ) (ghiaino e ghiaietto) 2 mm Test di cessione di cui al D.M. 05/02/1998, così come modificato dal D.M. 186/2006 (sabbia) I prodotti di recupero, oltre alle norme ambientali di cui alla tabella precedente, sono inoltre conformi ad almeno una delle Normative per lo specifico utilizzo, e precisamente: a) SABBIE 0,063 2 mm: UNI EN 12620: Aggregati per calcestruzzo UNI EN 13043: Aggregati per conglomerati bituminosi UNI EN 13139: Aggregati per malte UNI EN 13242: Aggregati per opere di ingegneria civile

8 b) GHIAINO 2 8 mm: UNI EN 12620: Aggregati per calcestruzzo UNI EN 13043: Aggregati per conglomerati bituminosi UNI EN 13242: Aggregati per opere di ingegneria civile c) GHIAIETTO 8 20 mm: UNI EN 13242: Aggregati per opere di ingegneria civile CRITERI PROGETTUALI E ASPETTI AMBIENTALI I criteri progettuali che sono alla base della realizzazione di questi impianti di trattamento e recupero sono tesi principalmente a garantire impatti ambientali minimi e, grazie ad un attenta strutturazione dei processi di trattamento, ad ottimizzare l impiego di risorse naturali e materie prime. I principali obiettivi dei criteri progettuali adottati possono infatti essere così riepilogati: Minimizzare l impatto ambientale mediante l adozione di accorgimenti tecnici che consentano di contenere le emissioni, gli odori ed i rumori verso l ambiente esterno, nonché contenere il rischio di inquinamento della falda acquifera e dei corpi idrici superficiali; Garantire la sicurezza e salubrità dell ambiente di lavoro assicurando il pieno rispetto di tutte le normative vigenti in materia di sicurezza, prevenzione infortuni e normative tecniche applicabili; Massimizzare il recupero ed il riutilizzo dei materiali prodotti e minimizzare la produzione di rifiuti; Minimizzare l impiego di risorse naturali La consolidata esperienza, derivante da numerosi anni di gestione di questa tipologia di impianti, ha consentito nel corso del tempo di acquisire sempre maggiori conoscenze e sviluppare nuove tecnologie per ottimizzare le efficienze del processo di trattamento e nell ottica di perseguire i summenzionati obiettivi. In particolare, negli ultimi impianti realizzati, si è prestata particolare attenzione al ciclo delle acque, al fine di attuarne il completo riutilizzo, ed all autoproduzione di energia elettrica con fonti rinnovabili per il soddisfacimento del fabbisogno energetico dell impianto. Acque di Lavaggio Riutilizzo acque depurate Il processo di trattamento applicato è un processo ad umido basato principalmente sull azione di lavaggio effettuata dall acqua essenzialmente allo scopo di trasferire, mediante svariati meccanismi di tipo chimico e fisico, le sostanze inquinanti dal rifiuto solido all acqua. In questi impianti il rapporto medio acqua:rifiuto equivale a circa 7/8:1 per cui, se non fosse previsto un ricircolo e riutilizzo delle acque di lavaggio, vi sarebbe un consumo molto elevato di acqua di rete. Al fine di consentire il riutilizzo delle acque di lavaggio questi impianti sono dotati di una specifica sezione di trattamento acque nella quale viene attuato un ciclo completo di depurazione (chimicofisico, biologico e filtrazione a sabbia e carboni attivi), che, con le implementazioni adottate nelle ultime realizzazioni, permette il ricircolo e reimpiego totale delle acque stesse. In caso di necessità l eventuale eccedenza rispetto al fabbisogno idrico viene scaricata in fognatura, nel rispetto dei limiti di cui alla tab.3, allegato V alla parte III del D.Lgs. 152/2006 e ss.mm.ii. previsti per lo scarico in acque superficiali. Riutilizzo acque meteoriche Al fine di minimizzare ulteriormente gli impatti ambientali e l impiego di risorse naturali i nuovi impianti sono strutturati anche per prevedere il riutilizzo delle acque meteoriche, grazie ad una sezione di depurazione chimico-fisica che consente di trattare anche le acque meteoriche dei piazzali affinché le stesse possano essere riutilizzate come acque di lavaggio; in egual modo le

9 acque meteoriche delle coperture, in considerazione delle caratteristiche qualitative, possono essere raccolte e riutilizzate a parziale sostituzione delle acque di rete. Autoproduzione di Energia Elettrica con Fonti Rinnovabili Infine un breve cenno ad un ulteriore implementazione impiantistica introdotta nel più recente tra gli impianti realizzati: l autoproduzione di energia elettrica da fonti rinnovabili per soddisfare il fabbisogno energetico dell impianto. Sempre nell ottica di minimizzare gli impatti ambientali e minimizzare l impiego di risorse naturali è stata introdotta l opzione impiantistica, già realizzata nell impianto di Ecocentro Toscana, che consiste nell installazione di una copertura fotovoltaica di potenza adeguata a sopperire all intero fabbisogno energetico dell impianto, rendendolo autonomo e indipendente dall utilizzo di combustibili fossili e, contestualmente, evitando l immissione di anidride carbonica in atmosfera. CONCLUSIONI A conclusione di quanto sopra esposto è possibile affermare che i rifiuti da spazzamento strade possono concretamente costituire una risorsa e se, debitamente gestiti, rappresentare una seria opportunità per la salvaguardia dell ambiente e delle risorse naturali. Gli impianti già realizzati (alcuni dei quali funzionanti ormai da diversi anni), che hanno adottato la tecnologia messa a punto e brevettata da Ecocentro Tecnologie Ambientali, rappresentano infatti la dimostrazione che dal trattamento di questi rifiuti, se gestito in maniera adeguata, possono essere recuperati materiali inerti di qualità certificata e riutilizzabili nel settore dell edilizia e delle costruzioni. L esperienza maturata e consolidata nel corso degli anni di sperimentazione in laboratorio e sul campo ha permesso una costante progressione nello sviluppo di una tecnologia tesa a coniugare l esigenza di innovazione all esigenza di tutelare l ambiente e le risorse naturali, permettendo, grazie all ottimizzazione dei processi di trattamento e alla messa a punto di apparecchiature innovative, di raggiungere in tal senso obiettivi sempre più ambiziosi. RIFERIMENTI Provincia di Milano (2008). Revisione del Piano Provinciale per la Gestione dei rifiuti ai sensi della L.R. 26/03 Revisione di Piano Allegato 6, Provincia di Milano Novembre 2008 Osservatorio della Provincia di Brescia (2010). Andamento della produzione di rifiuti da spazzamento stradale in Provincia di Brescia. Provincia di Bergamo (2008). Piano Provinciale di Gestione Rifiuti ai sensi della L.R. 26/03

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