Piano Generale di Emergenza Dell azienda USL 3 di Pistoia

Dimensione: px
Iniziare la visualizzazioe della pagina:

Download "Piano Generale di Emergenza Dell azienda USL 3 di Pistoia"

Transcript

1 U.O. Servizio di Prevenzione e Protezione Piano generale di emergenza dell azienda USL 3 di Pistoia DA.05 Revisione 05 Ottobre 2011 Pagina 1 di 50 DA.05 Piano Generale di Emergenza Dell azienda USL 3 di Pistoia Copia in distribuzione controllata Copia in distribuzione non controllata Codice Documento DA.05 Rev. N Data emissione Motivo revisione Verificato Approvato 04 Maggio ottobre 2011 Adeguamento al D.lgs. 81/08 s.m.i e modifica degli allegati: accorpamento allegato 5 e 6 in un unica istruzione operativa Aggiornamento e revisione dei soggetti con compiti nell emergenza RSPP RSPP Direzione Generale Direzione Generale PE_generale ASL_REV doc Precedenti revisioni: rev.0 gennaio 2004; rev.1 settembre 2004; rev.2 aprile 2005; revisione 3 gennaio 2008

2 U.O. Servizio di Prevenzione e Protezione Piano generale di emergenza dell azienda USL 3 di Pistoia DA.05 Revisione 05 Ottobre 2011 Pagina 2 di 50 INDICE 1.SCOPO Campo di applicazione Modalità operative... 4 CAPITOLO 1 - LA STRUTTURA ORGANIZZATIVA DELL EMERGENZA... 4 CAPITOLO 2 - COMPITI DELLE UNITA DI EMERGENZA COMPITI DEI COMPONENTI L UNITA DI CRISI :... 7 CAPITOLO 3 - CLASSIFICAZIONE DEGLI EVENTI... 9 CAPITOLO 4 - PROCEDURE E COMPORTAMENTI DA ADOTTARE IN CASO DI EMERGENZA INTERNA SCHEMA GENERALE DI ALLARME SCHEMA PROCEDURA IN CASO DI EMERGENZA PRESIDI OSPEDALIERI RESIDENZE SANITARIE ASSISTITE PRESIDI TERRITORIALI MAGAZZINI ECONOMALI, DEPOSITI FARMACEUTICI CAPITOLO 5 - ASSISTENZA AI LAVORATORI DISABILI IN CASO DI EMERGENZA CAPITOLO 6 - CENTRO DI GESTIONE DELLE EMERGENZE CAPITOLO 7 - TELEFONATA TERRORISTICA O MINACCIA DI BOMBA CAPITOLO 8 - AGGRESSIONE A DIPENDENTI CAPITOLO 9 - ALLAGAMENTI, INONDAZIONI E DANNI DA ACQUA IN GENERE CAPITOLO 10 - MANCANZA DI ENERGIA ELETTRICA CAPITOLO 11 - FUGA DI GAS CAPITOLO 13 - TERREMOTO CAPITOLO 14 - ORGANIZZAZIONE DELL ATTIVITA DI PRONTO SOCCORSO ALLEGATI BIBLIOGRAFIA Pagina 2 di 50

3 U.O. Servizio di Prevenzione e Protezione Piano generale di emergenza dell azienda USL 3 di Pistoia DA.05 Revisione 05 Ottobre 2011 Pagina 3 di 50 1.SCOPO Il presente documento Piano Generale di Emergenza dell Azienda U.S.L. n. 3 di Pistoia, è redatto ai sensi del D.lgs. 81/08 s.m.i ed in conformità al D.M. 10/03/1998, al D.M. 18/09/2002 ed ai Regolamenti dell Azienda USL stessa. Il piano generale di emergenza dell azienda USL 3 ha valenza aziendale, ha lo scopo di individuare i soggetti e di definire le procedure ed i compiti per alla gestione delle emergenze. Il presente piano viene integrato dall istruzione operativa per a gestione delle emergenze nelle strutture sanitarie dell azienda USL 3 di Pistoia la quale, in relazione alla struttura di riferimento, contiene allegati specifici per i singoli presidi, reparti o strutture territoriali, conformemente al D.M. 10/03/1998 e al D.M. 18/09/2002. I documenti dei piani di emergenza dell azienda USL 3 si integrano come indicato nello schema a lato. Data la particolarità delle attività dell Azienda USL 3, occorre precisare, che il Piano è finalizzato ad individuare procedure che hanno come scopo la salvaguardia dell incolumità degli utenti (degenti e non degenti), dei visitatori occasionali e dei dipendenti. L applicazione corretta delle procedure ha lo scopo di consentire al personale di affrontare con sicurezza ed efficacia sia le prime fasi di gestione dell emergenza in attesa dell arrivo dei Servizi Pubblici esterni ( Vigili del Fuoco, Forze dell Ordine, Protezione Civile) sia le fasi successive di collaborazione con detti Servizi. Obiettivi principali e prioritari, del piano generale di emergenza aziendale sono prevenire e fronteggiare emergenze dovute a: incendio; attentato o minaccia di bomba aggressione a dipendenti; mancanza di energia elettrica allagamenti, inondazioni e danni da acqua in genere; terremoti fughe di gas Per queste evenienze il Piano si propone di: ridurre i pericoli alle persone; prestare soccorso alle persone colpite; evacuare i pazienti che potrebbero riportare danni; circoscrivere e contenere l'evento. Per la redazione del presente documento si sono seguiti i criteri riportati nelle Linee Guida di cui all Allegato I del Decreto del Ministro dell Interno 10/03/98, in particolare è stato preso a riferimento l evento incendio per i seguenti motivi: Dalla valutazione dei rischi è risultato statisticamente l evento con maggior probabilità di accadimento; Il rischio incendio, nelle attività sanitarie, dove si trovano contemporaneamente degenti, personale lavoratore e visitatori, può determinare situazioni di emergenza di vario livello condizionando in parte o in tutto la funzionalità di un Presidio fino alla sua evacuazione, parziale o totale; Nelle strutture ove sono presenti, in modo continuativo, persone non autosufficienti, indipendentemente dalla presenza di carichi d incendio più o meno elevati, sono ambienti in cui la salvaguardia delle persone e gli interventi di evacuazione sono particolarmente difficili. Pagina 3 di 50

4 U.O. Servizio di Prevenzione e Protezione Piano generale di emergenza dell azienda USL 3 di Pistoia DA.05 Revisione 05 Ottobre 2011 Pagina 4 di Campo di applicazione Quanto descritto nel presente piano si applica a tutte le attività e strutture dell azienda USL 3 di Pistoia. 4. Modalità operative Il piano generale di emergenza dell azienda USL 3 di Pistoia si sviluppa ed attua come di seguito descritto. CAPITOLO 1 - LA STRUTTURA ORGANIZZATIVA DELL EMERGENZA La struttura organizzativa dell emergenza predisposta per fronteggiare gli eventi che danno luogo a situazioni che mettono in pericolo persone, cose o strutture, segue una logica modulare di intervento progressivo di unità di emergenza. Le unità di emergenza previste sono 4 e si identificano come segue: UNITÀ DI EMERGENZA DELLA STRUTTURA UNITÀ DI EMERGENZA AZIENDALE. UNITÀ DI CRISI UNITÀ DI EVACUAZIONE Le unità di emergenza sono composte da soggetti identificati in base al presidio o la struttura oggetto dell evento. La composizione può subire modifiche a seguito di verifiche di funzionalità o di esigenze di adeguamento con quanto previsto dal Piano riguardante gli interventi attinenti a emergenze esterne dell Azienda USL3. Tali eventuali modifiche saranno comunque integrate nelle successive revisioni del presente piano. Composizione Unità di emergenza della struttura Operatori della struttura organizzativa presenti. Personale dell azienda designato ai sensi dell art. 18 comma 1 lett.b del D.lgs. 81/08 s.m.i Assume il ruolo di coordinatore l operatore designato per l attuazione delle misure di prevenzione incendi e lotta antincendio con la collaborazione del medico di guardia se presente / caposala se presente/ responsabile della struttura se presente. Pagina 4 di 50

5 U.O. Servizio di Prevenzione e Protezione Piano generale di emergenza dell azienda USL 3 di Pistoia DA.05 Revisione 05 Ottobre 2011 Pagina 5 di 50 Composizione Unità di emergenza Aziendale Operatori dell Area Funzionale Tecnica ed addetti al Servizio di Prevenzione e Protezione. Unità di CRISI Soggetti variabili in relazione alla struttura interessata dall evento ( gruppo operativo) Presidio ospedaliero Direttore sanitario Direttore del presidio ospedaliero interessato dall evento Responsabile emergenza intraospedaliera Direttore struttura organizzativa interessato dall evento Presidio Territoriale Responsabile Zona/Distretto Nel caso di una RSA: Direttore U.O. Asssistenza Sociale Responsabile RSA Nel caso di un altro tipo di Presidio Territoriale: Responsabile del presidio interessato Responsabile della struttura organizzativa interessata Soggetti presenti in ogni gruppo operativo Responsabile del D.E.U. Responsabile Area funzionale tecnica Responsabile 118 Responsabile Pronto Soccorso Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione Ufficiale dei Vigili del Fuoco Composizione Unità di evacuazione Personale D.E.U. in collaborazione con il personale operante nella struttura Il Responsabile della evacuazione è il Direttore del D.E.U. Pagina 5 di 50

6 U.O. Servizio di Prevenzione e Protezione Piano generale di emergenza dell azienda USL 3 di Pistoia DA.05 Revisione 05 Ottobre 2011 Pagina 6 di 50 CAPITOLO 2 - COMPITI DELLE UNITA DI EMERGENZA Responsabilità e coordinamento Compiti in eventi di Primo Livello (Codice Bianco) Compiti in eventi di Secondo Livello (Codice Rosso) Unità di emergenza della struttura Addetto Antincendio Designato ai sensi dell art. 18 comma 1 lett.b del D.lgs. 81/08 s.m.i effettua il primo intervento diretto sull evento, valuta l entità dell evento e attiva, tramite il centro controllo emergenze, l UNITA DI EMERGENZA AZIENDALE, ripristina la funzionalità della struttura Attivazione immediata, effettua il primo intervento diretto sull evento, controlla l entità dell evento, allerta il centro emergenze, contiene l evento nelle zona compartimentata verificando la chiusura delle porte REI, se necessario disinserisce la corrente elettrica, chiude le eventuali valvole di intercettazione gas medicali, collabora con le altre unità di emergenza, con i Vigili del fuoco e DEU Unità di emergenza aziendale Direttore Area Funzionale Tecnica verifica l entità del danno, controlla le cause, verifica e ripristina la funzionalità degli impianti Verifica l entità del danno e del rischio evolutivo connesso, mette in sicurezza gli impianti, se possibile limita fisicamente l evento, collabora con i vigili del fuoco e DEU Unità di crisi Direttore Sanitario o Responsabile Zona/distretto non allertata Costituita verifica l esatta entità del danno e del rischio evolutivo connesso, attiva le procedure di evacuazione, tiene i rapporti con le autorità e la stampa, attiva la fase di recupero delle strutture Addetti alla evacuazione Direttore DEU non allertati Applicano le procedure di evacuazione e controllo dell abbandono della struttura Pagina 6 di 50

7 U.O. Servizio di Prevenzione e Protezione Piano generale di emergenza dell azienda USL 3 di Pistoia DA.05 Revisione 05 Ottobre 2011 Pagina 7 di COMPITI DEI COMPONENTI L UNITA DI CRISI : IL DIRETTORE SANITARIO /RESPONSABILE ZONA/DISTRETTO (COORDINATORE DELL UNITA DI CRISI): o o o dirige e coordina tutte le attività che si svolgono mentre il presidio è in condizioni di emergenza; tiene sotto controllo l emergenza durante la sua evoluzione ed attiva gli altri responsabili, sulla base delle sue valutazioni dinamiche della situazione; dichiara la fine dello stato di emergenza; Catena di Comando: Per le strutture sanitarie Responsabile Il Direttore sanitario Sostituti 1. Il Direttore del Presidio Ospedaliero 2. Il Responsabile U.O. Prevenzione e Protezione 3. Il Responsabile Area Funzionale Tecnica Per le strutture territoriali Responsabile Il Responsabile di Zona/Distretto Sostituti 1. Il responsabile del Presidio interessato; 2. Il Responsabile U.O. Prevenzione e Protezione 3. Il Responsabile Area Funzionale Tecnica IL DIRETTORE DI PRESIDIO; IL RESPONSABILE DI PRESIDIO: o collabora con il coordinatore dell Unità di Crisi; o tiene sotto controllo tutte le comunicazioni con i mezzi di informazione e con gli enti esterni, non direttamente coinvolti con l emergenza (Uffici Comunali, Uffici Statali, ecc.); o raccoglie, riordina e rielabora le informazioni relative all emergenza, per stilare comunicati stampa e pubbliche relazioni; o funge da intermediario con le famiglie dei pazienti/ospiti; Il Direttore di Presidio, in caso di assenza, sarà sostituito dal suo vice o delegato. IL RESPONSABILE DEL SERVIZIO DI PREVENZIONE E PROTEZIONE: o collabora con il coordinatore dell Unità di Crisi; o collabora con le forze esterne, come i Vigili del Fuoco, i tecnici degli enti erogatori di acqua, elettricità, gas per gli opportuni interventi; Il Responsabile U.O. S.P.P., in caso di assenza, sarà sostituito dal tecnico reperibile del Servizio di Prevenzione e Protezione. Pagina 7 di 50

8 U.O. Servizio di Prevenzione e Protezione Piano generale di emergenza dell azienda USL 3 di Pistoia DA.05 Revisione 05 Ottobre 2011 Pagina 8 di 50 IL RESPONSABILE DELL AREA FUNZIONALE TECNICA: o collabora con il coordinatore dell Unità di Crisi; o coordina tutti gli interventi mirati a limitare i danni e ripristinare la funzionalità degli impianti tecnici; o collabora con le forze esterne, come i Vigili del Fuoco, i tecnici degli enti erogatori di acqua, elettricità, gas per gli opportuni interventi; o si preoccupa di riattivare al più presto i servizi essenziali e la agibilità dei luoghi colpiti. Il Responsabile dell A.F.T., in caso di assenza, sarà sostituito dal tecnico reperibile della stessa A.F.T. IL RESPONSABILE DELL EMERGENZA INTRAOSPEDALIERA: o collabora con il coordinatore dell Unità di Crisi; o collabora con il Responsabile del Presidio Ospedaliero; Il Responsabile dell emergenza intraospedaliera, in caso di assenza, sarà sostituito dal suo vice o delegato. IL RESPONSABILE DEL D.E.U.: o collabora con il coordinatore dell Unità di Crisi; o coordina la fase di evacuazione; Il Responsabile del D.E.U., in caso di assenza, sarà sostituito dal suo vice o delegato. IL RESPONSABILE DEL PRONTO SOCCORSO: o collabora con il coordinatore dell Unità di Crisi; o predispone il Pronto Soccorso al ricevimento dei pazienti; Il Responsabile del pronto Soccorso, in caso di assenza, sarà sostituito dal suo vice o delegato. IL RESPONSABILE DELLA STRUTTURA ORGANIZZATIVA INTERESSATA o collabora con il coordinatore dell Unità di Crisi; Il Responsabile della Struttura Organizzativa interessata, in caso di assenza, sarà sostituito dal suo vice o delegato. Pagina 8 di 50

9 U.O. Servizio di Prevenzione e Protezione Piano generale di emergenza dell azienda USL 3 di Pistoia DA.05 Revisione 05 Ottobre 2011 Pagina 9 di 50 CAPITOLO 3 - CLASSIFICAZIONE DEGLI EVENTI L evento preso a riferimento che genera lo stato di emergenza è l incendio per le ragioni esposte in premessa. Le azioni previste, in particolare per quanto riguarda le procedure di diramazione dell allarme, di intervento immediato ed eventuale evacuazione degli ambienti di lavoro, sono da considerarsi valide anche per altri tipi di emergenze quali terremoto, alluvione o altro. A scopo organizzativo sono stati previsti due livelli di emergenza in modo da graduare in modo proporzionale e diversamente le azioni, gli operatori coinvolti, i loro compiti, l impiego dei mezzi, ecc. EVENTI DI PRIMO LIVELLO Codice bianco Sono da considerare CODICI BIANCHI quegli eventi che possono essere facilmente controllate dal solo personale presente nel reparto e, data la loro limitata gravità, non richiedono la mobilitazione di forze esterne (emergenza dovuta, per esempio, all incendio di una piccola quantità di materiale combustibile senza che sia necessaria nessuna evacuazione). EVENTI DI SECONDO LIVELLO Codice Rosso Sono da considerarsi CODICI ROSSI quegli eventi che possono essere controllati solo con l impiego di massicce risorse; è necessaria la mobilitazione di tutte le forze interne disponibili e degli enti esterni (VV.FF., forze dell ordine, ecc.) Nel caso in cui l evento interessi parte dei locali di una struttura che occupa lavoratori o pazienti, deve essere attivata la funzione di ricollocazione delle persone nelle zone adiacenti non interessate dall evento, con priorità per i pazienti dell area critica (evacuazione parziale). Se invece, l incidente riguarda contemporaneamente e completamente un intera struttura, deve essere potenziata la funzione di ricollocazione delle persone, che saranno portati verso aree sicure esterne dello stessa struttura o in altri Ospedali. (evacuazione totale). In questo Piano non viene considerata l ipotesi di evacuazione di tutti gli edifici presenti nelle aree ospedaliere in quanto l eventualità, al momento, viene ritenuta poco probabile. Pagina 9 di 50

10 U.O. Servizio di Prevenzione e Protezione Piano generale di emergenza dell azienda USL 3 di Pistoia DA.05 Revisione 05 Ottobre 2011 Pagina 10 di 50 CAPITOLO 4 - PROCEDURE E COMPORTAMENTI DA ADOTTARE IN CASO DI EMERGENZA INTERNA 4.1 SCHEMA GENERALE DI ALLARME Scoperta dell'evento Mantenere la calma Fare un rapido esame dell'evento Allertare il reparto/struttura Codice Bianco Identificare la gravità Codice Rosso Evento di emergenza minore (principio di incendio): avvertire l addetto antincendio presente nella struttura, intervenire direttamente per l estinzione Chiamare il centro di controllo delle emergenze del presidio di riferimento Presidio di Pistoia int.3030 Presidio di Pescia int L'operatore del centro di controllo attiva le unità di emergenza in base alla gravità dell'evento Evento di emergenza di media/grave entità (incendio già diffuso) azioni di contenimento dell evento - salvaguardia delle persone controllo del rischio evolutivo sezionamento degli impianti e loro messa in sicurezza Restare a disposizione delle unità di emergenza Nello schema sono indicati, in linea generale, i comportamenti da tenere da parte degli Addetti all Emergenza in relazione ai due livelli di evento previsti e esplicitati nel Capitolo Secondo. Lo schema è valido per emergenze nei Presidi Ospedalieri, nelle RSA, nei Presidi Territoriali, Laboratori, Magazzini Farmaceutici e Economati, per ognuno dei quali, nel seguito, è effettuata una descrizione a parte. Pagina 10 di 50

11 U.O. Servizio di Prevenzione e Protezione Piano generale di emergenza dell azienda USL 3 di Pistoia DA.05 Revisione 05 Ottobre 2011 Pagina 11 di SCHEMA PROCEDURA IN CASO DI EMERGENZA ALLARME INTERNO (L addetto antincendio verifica entità dell evento e comunica l allarme al personale della struttura e al centro controllo emergenze di riferimento) CODICE BIANCO CENTRO CONTROLLO EMERGENZE Pistoia (0573/353030) (int. 3030) Pescia (0572/406508) (int.7508) Attivazione: Unità di Emergenza Aziendale CODICE ROSSO Attivazione : Portineria Unità di Emergenza Aziendale Unità di Crisi Dipartimento Emergenza Urgenza 118 Enti Esterni (VVF, Polizia, Carabinieri, ecc) Evacuazione gestibile con risorse interne? SI Procedura di emergenza ed evacuazione NO Sala Operativa Comunale di Protezione Civile Preallertamento Sala Operativa Provinciale di Protezione Civile Centrale Operativa 118 Allertamentoo Sala Operativa Provinciale di Protezione Civile Attivazione Centrali Operative 118 limitrofe Pagina 11 di 50

12 U.O. Servizio di Prevenzione e Protezione Piano generale di emergenza dell azienda USL 3 di Pistoia DA.05 Revisione 05 Ottobre 2011 Pagina 12 di PRESIDI OSPEDALIERI Protocollo della procedura di allarme La diramazione dell allarme inizia con la scoperta dell evento e può essere dato: da CHIUNQUE verifichi o venga a conoscenza di un evento pericoloso, dandone immediata comunicazione al personale dell Azienda USL3 presente nel reparto ospedaliero. sistema automatico di rilevazione e rivelazione (se presente); dagli appositi pulsanti di allarme (se presenti); Il personale del reparto, coordinato dall addetto antincendio presente, che si configura come Unità di Emergenza della Struttura VALUTA l evento, INTERVIENE per contenere il danno. Nel caso di eventi di limitata gravità (Codice Bianco) provvede al contenimento e alla risoluzione dell evento stesso, comunica al centro di controllo delle emergenze l entità dell evento richiedendo l intervento della Unità di Emergenza Aziendale. Nel caso di eventi di secondo livello (Codice Rosso) richiede anche l intervento delle forze esterne. La CHIAMATA al centro di controllo delle emergenze deve essere effettuata UTILIZZANDO L APPOSITO NUMERO PER EMERGENZE NON SANITARIE (si veda allegato n 3) e comunicando: il proprio nome e cognome; il reparto e la zona interessato all evento; Per eventi di primo livello (codice bianco) richiede l intervento della sola Unità di Emergenza Aziendale comunicando che l evento è gia stato posto sotto controllo; Per eventi di secondo livello (codice rosso) richiede anche l intervento dei Vigili del Fuoco e/o delle Forze dell Ordine; Si predispone per successivi interventi. IL CENTRO DI CONTROLLO DELLE EMERGENZE (si veda allegato n 2) Risponde immediatamente Da conferma di aver recepito correttamente il messaggio di allarme Per emergenze di primo livello (codice bianco) contatta: Unità di Emergenza Aziendale Per emergenze di secondo livello (codice rosso) contatta: Unità di Crisi e relativo Gruppo Operativo Responsabile della Struttura Organizzativa interessata all evento Locali adiacenti Centrale Operativa 118 Pronto Soccorso Vigili del Fuoco Addetto alla portineria per avvisare dell arrivo dei Vigili del Fuoco e delle altre Strutture Esterne allertate Pagina 12 di 50

13 U.O. Servizio di Prevenzione e Protezione Piano generale di emergenza dell azienda USL 3 di Pistoia DA.05 Revisione 05 Ottobre 2011 Pagina 13 di 50 EVENTI DI PRIMO LIVELLO ( CODICE BIANCO) Gli eventi di primo livello sono classificati come emergenza dovuta, per esempio, all incendio di una ridotta quantità di materiale combustibile senza che sia necessario alcun tipo di evacuazione. L azione principale di contenimento ed estinzione dell evento è quindi demandata all Unità di Emergenza della Struttura e/o all Unità di Emergenza Aziendale. L Unità di Emergenza di Struttura è costituita dal personale presente in reparto, l Unità di Emergenza Aziendale è costituita dal personale in turno di servizio e reperibilità dell Area Tecnica e Servizio di prevenzione e Protezione. Terminata l emergenza, è opportuno che il personale dell Area Tecnica effettui una verifica degli impianti tecnologici e delle strutture, qualora questi siano stati interessati dall evento. UNITA DI CRISI: Non è prevista l attivazione EVENTI DI SECONDO LIVELLO (CODICE ROSSO) Gli eventi di secondo livello sono classificati come emergenza di rilievo: possono restare circoscritti al luogo dove si è verificata l emergenza, interessando solo marginalmente i reparti adiacenti, possono comportare l evacuazione parziale o totale del reparto; possono interessare più reparti e/o intere strutture, possono comportare l evacuazione completa di più reparti o di un intero edificio. Gli eventi classificati di secondo livello, con riferimento all incendio, possono comportare, oltre agli interventi finalizzati a contenere l espandersi dell evento e la limitazione dei danni alle persone e ai beni, anche l evacuazione parziale o completa di più reparti o di un intero edificio. Tale tipologia di evento, anche nel caso in cui non implichi l evacuazione parziale o totale del reparto, richiede sempre l attivazione dell Unità di Crisi, dell Unità di Emergenza Aziendale e dei Vigili del Fuoco. ADDETTI ALLA PORTINERIA L addetto alla portineria, ricevuta la comunicazione dal centro di controllo delle emergenze, secondo la gravità dell allarme: Interdice l ingresso all area ospedaliera a qualsiasi mezzo che non sia di Soccorso. Attende l arrivo della struttura esterna allertata (Vigili del Fuoco, Forze dell Ordine, Centrale Operativa 118). All arrivo di questa fornisce indicazioni sul percorso per raggiungere il luogo in emergenza. Controlla l accesso degli automezzi all area ospedaliera durante tutto il periodo di emergenza. UNITA DI CRISI Il coordinamento dell Unità di Crisi e del Gruppo Operativo è svolto dal Direttore Sanitario. Appena insediata: Verifica l esatta entità del danno e del rischio evolutivo connesso; Impartisce l eventuale ordine di evacuazione e ne attiva le procedure; Pagina 13 di 50

14 U.O. Servizio di Prevenzione e Protezione Piano generale di emergenza dell azienda USL 3 di Pistoia DA.05 Revisione 05 Ottobre 2011 Pagina 14 di 50 Tiene i rapporti con l autorità e la stampa; Attiva la fase di recupero delle strutture; In caso di evacuazione parziale Individua il reparto dove trasferire i pazienti; Verifica che tale reparto sia in grado di sostenere l afflusso dei degenti evacuati, altrimenti allerta anche altri reparti; Coordina l evacuazione effettuata dal Dipartimento Emergenza e Urgenza (D.E.U.) in collaborazione con l Unità di Emergenza di reparto, costituita dal personale del reparto interessato; Allerta il Pronto Soccorso perché si predisponga se necessario al ricevimento di pazienti. In caso di evacuazione totale: Sospende o limita le attività del Presidio Ospedaliero; Prende contatti con le strutture sanitarie esterne pubbliche e/o private verso cui indirizzare i degenti, dando la precedenza al trasferimento dei ricoverati che necessitano di una assistenza continua e specialistica (rianimazione, U.T.I.C., traumatizzati gravi, feriti nel corso dell evento); Dirama l ordine di evacuazione verso le aree esterne sicure nonché l ordine di riammissione dei reparti; Attiva il dipartimento emergenza ed urgenza (D.E.U.); Allerta il Pronto Soccorso perché predisponga al ricevimento di pazienti; Richiede e coordina aiuti dall esterno in coordinamento con la centrale operativa 118; Allestisce un centro di informazioni; Coordina la ripresa delle attività una volta cessata l emergenza. UNITA DI EMERGENZA DI STRUTTURA (REPARTO) E UNITA DI EMERGENZA AZIENDALE L Unità di Emergenza di Strttura è costituita dal personale in turno del Reparto e dal personale in turno di reperibilità. L Unità di Emergenza Aziendale è costituita dal personale dell Area Tecnica ed addetti al Servizio di Prevenzione e Protezione. Per quanto riguarda i comportamenti delle Unità di Emergenza di Reparto e Aziendale, si possono distinguere due fasi: FASE OPERATIVA PRIMA DELL INTERVENTO DEI VIGILI DEL FUOCO Prima dell arrivo dei Vigili del Fuoco, l Unità di Emergenza di Reparto e l Unità di Emergenza Aziendale si devono attivare per intervenire a salvaguardia dell incolumità dei pazienti, dei visitatori e propria utilizzando i presidi a disposizione per spegnere o contenere l incendio sviluppatosi (estintori, coperte antifiamma) e i dispositivi di protezione individuale specifici in dotazione. In particolare: L Unità di Emergenza di Reparto, coordinata dall addetto antincendio : attiva immediatamente la procedura di allarme, chiamando il centro di controllo delle emergenze all apposito numero di emergenza non sanitaria specificando all operatore che è in atto un evento che non può essere risolto con le risorse disponibili in reparto e per il quale può rendersi necessaria anche l evacuazione parziale o totale del reparto; verifica se ci sono pazienti o visitatori direttamente minacciati dalle fiamme e interviene con i mezzi di estinzione in dotazione; rimuove i pazienti immediatamente esposti alle fiamme o in pericolo di vita immediato; verifica la chiusura delle eventuali porte tagliafuoco per confinare lo sviluppo di fumo e calore; Pagina 14 di 50

15 U.O. Servizio di Prevenzione e Protezione Piano generale di emergenza dell azienda USL 3 di Pistoia DA.05 Revisione 05 Ottobre 2011 Pagina 15 di 50 toglie l alimentazione elettrica nella zona coinvolta dall incendio, chiude le eventuali valvole di intercettazione delle condotte di alimentazione dei gas medicali e tecnici verificando che ciò non comporti disguidi a degenti in trattamento; fornisce informazioni chiare e precise ai degenti; In caso di necessità di evacuazione l Unità di Emergenza di Reparto predispone, per ogni paziente da evacuare, il recupero delle cartelle cliniche e le indicazioni della gravità del malato. L Unità di Emergenza Aziendale, attivata dal centro di controllo per l emergenza, che ha ricevuto la segnalazione di emergenza,: si reca immediatamente sul luogo dell evento. valuta la situazione ed esegue gli interventi tecnici per limitare la propagazione dell evento e l entità del danno; Procede a mettere in sicurezza gli impianti. FASE OPERATIVA DOPO L INTERVENTO DEI VIGILI DEL FUOCO All arrivo dei Vigili del Fuoco, che assumono il controllo delle operazioni, il compito delle Unità di Emergenza di Reparto e Unità di Emergenza Aziendale è quello di fornire indicazioni utili per il prosieguo dell azione di spegnimento e la salvaguardia delle persone. In particolare: Forniscono indicazioni su persone eventualmente rimaste bloccate dall incendio o su coloro che non è stato possibile evacuare. Forniscono indicazioni sulla tipologia dell incendio e sulla ubicazione della attrezzatura antincendio (estintori, idranti). Forniscono indicazioni sulla posizione degli impianti tecnologici. Informano i Vigili del Fuoco sull esito della verifica della presenza dei degenti e del personale Si mettono a disposizione per collaborare. PERSONALE DEI REPARTI ADIACENTI Qualora non sia già stato impiegato in aiuto al personale del reparto coinvolto, resta a disposizione nel proprio reparto per eventuali ulteriori misure da mettere in atto. In particolare: garantisce il collegamento telefonico, tramite il telefono di reparto, per eventuali comunicazioni urgenti; tiene sotto controllo l eventuale infiltrazioni di fumo o calore nel proprio reparto dandone tempestiva comunicazione alle Unità di Emergenza presenti; Raccoglierà indicazioni precise e le riferirà con chiarezza ai degenti del proprio reparto; Pagina 15 di 50

16 U.O. Servizio di Prevenzione e Protezione Piano generale di emergenza dell azienda USL 3 di Pistoia DA.05 Revisione 05 Ottobre 2011 Pagina 16 di 50 MODALITÀ DI EVACUAZIONE Questo capitolo stabilisce quale sia la sequenza di procedure da porre in atto al fine di evacuare le aree del complesso ospedaliero in caso di emergenza, avendo quale obiettivo primario la salvaguardia dell integrità fisica delle persone, con particolare riferimento ai degenti non in grado di muoversi autonomamente. Preliminarmente esaminiamo alcuni aspetti riguardanti l evacuazione di più reparti o di un intero edificio all interno dell area ospedaliera per sottolineare le specifiche peculiarità di cui bisogna tenere conto di fronte al problema di una evacuazione che il presente piano codifica come totale. Il Presidio Ospedaliero presenta un elevato indice di affollamento per la contemporanea presenza di pazienti, personale medico, paramedico, amministrativo, addetti a servizi vari (manutenzione, magazzino, servizio mensa, ecc.), visitatori, volontari, dipendenti di ditte esterne. Di tale tipologia di occupanti i pazienti rappresentano i soggetti a maggior rischio perché accanto a degenti autosufficienti ci sono anche coloro che: Non sono in grado di eseguire ordini per carenze mentali o fisiche; Per lo stato fisico in cui si trovano devono essere trasportati di peso; Possono essere trasportati solo con sistemi attrezzati; Non possono essere trasportati se non con particolari precauzioni ed attrezzature (soggetti in rianimazione, traumatizzati gravi, in terapia intensiva, ecc.) Ne consegue che: Devono essere attivati gli interventi di prevenzione per ridurre le cause di innesco dell evento, in particolar modo con riferimento all incendio. Tutto ciò premesso, un ordine di evacuazione, specialmente si interessa più reparti o un intero edificio, non può né deve essere dato senza una attenta valutazione dell evento e del rischio evolutivo connesso e necessita comunque di una figura capace di gestire e coordinare l intera azione di evacuazione. A questo proposito un ruolo fondamentale di coordinamento dell intera emergenza è affidato all Unità di Crisi e al relativo Gruppo Operativo in cui sono presenti varie figure Responsabili delle Strutture Organizzative aziendali nonché i Vigili del Fuoco. Generalmente è difficile arrivare ad una evacuazione completa dell area ospedaliera, se non per eventi di portata catastrofica. Tale ipotesi non è presa in considerazione dal Presente Piano. Più probabile è l ipotesi di evacuazione di più reparti coinvolti nell evento o di un intero edificio. Nell elaborazione di questo Piano, l emergenza di secondo livello è appunto associata a questa ipotesi, chiamata evacuazione totale. Così come nell evacuazione parziale (singolo reparto), i reparti vicini sono considerati zone sicure dove far affluire le persone, nel caso di una evacuazione totale (intero edificio), sono state individuate alcune aree interne o esterne agli edifici presenti nei Presidi Ospedalieri considerate come zone sicure dove far riunire le persone. L ordine di evacuazione deve essere dato di concerto fra il Coordinatore dell Unità di Crisi e del Gruppo Operativo (Direttore Sanitario) e l Ufficiale dei Vigili del Fuoco presente sul posto. Nel seguito sono descritti più specificamente questi comportamenti. TIPOLOGIA DELL INTERVENTO L evacuazione consiste nell abbandono immediato dell area di emergenza, da parte degli occupanti e nel concentramento degli stessi in un luogo, o luoghi sicuri interni, o in altri edifici, o all esterno in punti di raccolta predeterminati. L evacuazione può essere: Pagina 16 di 50

17 U.O. Servizio di Prevenzione e Protezione Piano generale di emergenza dell azienda USL 3 di Pistoia DA.05 Revisione 05 Ottobre 2011 Pagina 17 di 50 parziale: relativa al solo compartimento/reparto interessato dal sinistro; totale: contemporanea all edificio nel suo complesso. N.B.: Non si considera il caso di evacuazione generale di tutto l ospedale, perché assolutamente improbabile uno sviluppo contemporaneo di eventi negativi nell ambito di ogni singolo edificio che compone il complesso. Il piano si basa sul concetto di evacuazione orizzontale progressiva, pensando ai singoli reparti non interessati dall incidente come area di ricovero provvisorio per i degenti da evacuare dai reparti ospedalieri oggetto dell emergenza. Solo i pazienti critici dovranno essere portati, dal reparto di provenienza, in altri Ospedali dotati dei letti tecnologici necessari. Per quanto attiene i visitatori, gli stessi saranno invitati a lasciare al più presto l edificio in allarme e ad uscire dal perimetro dell ospedale per non intralciare le operazioni di soccorso. L evacuazione di emergenza viene messa in atto attraverso percorsi di evacuazione segnalati, predisposti e di larghezza conforme alla norma e uscite di sicurezza dotate di maniglione antipanico. IL PERSONALE COINVOLTO NELL EVACUAZIONE E RUOLI Nel processo di evacuazione si possono distinguere sostanzialmente tre categorie di persone attive con ruoli diversi: 1. Coordinatore dell Unità di Crisi; 2. Personale con ruolo attivo nel fronteggiare l emergenza (addetti alle squadre di emergenza di struttura e aziendale, il capo sala o l infermiere con funzioni di coordinamento, gli addetti all evacuazione); 3. Personale non incaricato di ruoli specifici Si riportano di seguito più in dettaglio ruoli e compiti I visitatori dovranno essere sollecitati ad abbandonare al più presto il perimetro dell Ospedale, al fine di non intralciare le operazioni di soccorso. Il Coordinatore dell Unità di Crisi deve: valutare il grado di emergenza e dare l eventuale ordine di evacuazione parziale o totale 1, fornendo indicazioni anche relative al compartimento/edificio dove trasferire i pazienti dell area interessata dal sinistro. coordinarsi con il lavoro dei componenti l Unità di Crisi; verificare il procedere dell operazione, attraverso le informazioni date dagli Addetti all evacuazione, soprattutto in merito alla situazione dei pazienti gravi; ove mancassero persone all appello, coordinare l operazione di ricerca e soccorso con priorità assoluta rispetto alle altre emergenze; dare ordine di rientro ad emergenza chiusa; in ogni momento, secondo necessità, sostituire le persone incaricate di compiti importanti, qualora queste fossero impossibilitate ad agire. 1 Qualora la gravità e l estensione dell incendio, o di altro tipo di evento, fossero tali da pregiudicare la sicurezza dei pazienti e dei visitatori e il tempo a disposizione non consente l intervento dell Unità di Crisi, l ordine di evacuazione può essere impartito dall addetto antincendio. Pagina 17 di 50

18 U.O. Servizio di Prevenzione e Protezione Piano generale di emergenza dell azienda USL 3 di Pistoia DA.05 Revisione 05 Ottobre 2011 Pagina 18 di 50 N.B. Nel caso in cui l emergenza dovesse riguardare Rianimazione, Blocco operatorio, Unità Coronarica, Dialisi, zona culle termostatiche e altre aree con pazienti a rischio o zone immediatamente adiacenti, attivare il piano di ricollocazione dei pazienti, che chiederà la mobilitazione di ambulanze/elicotteri per il trasferimento agli ospedali più vicini adeguatamente attrezzati. Gli Addetti alla squadra di emergenza di Struttura ed Aziendale ricevuta l autorizzazione da parte del Responsabile della Gestione dell Emergenza, devono: comunicare ai presenti l ordine di lasciare le zone incidentate; collaborando con il personale sanitario per l evacuazione dei pazienti Il Capo Sala o infermiere con funzioni di coordinamento in turno deve: prelevare il registro di reparto; vigilare che i pazienti siano trasportati in modo corretto, tenendo conto del grado di autosufficienza di ciascuno; verificare che nessuno rimanga chiuso nei bagni, sale visita, ecc. abbandonare per ultimo la zona di competenza verificando che non sia rimasto più nessuno in loco; speciale attenzione dovrà essere posta nella verifica di locali quali: servizi, sale visita, aree chiuse o comunque non visibili dai corridoi. verificare che tutte le persone presenti nel settore di competenza, abbiano lasciato l area interessata dall evento; raggiungere le persone (degenti/personale) sfollate dalla propria area di competenza nei punti di raccolta previsti, o segnalati dal Responsabile della Gestione dell Emergenza; avvertire il Responsabile della Gestione dell Emergenza dell avvenuto completamento del processo di evacuazione per l area di propria competenza, o del fatto che alcune persone manchino all appello, svolgere opere di controllo e vigilanza, affinché nessuno rientri nell area in emergenza per il periodo che perdura lo stato di emergenza; ad emergenza chiusa, coordinare le operazioni di rientro nell edificio, per quanto attiene il proprio reparto. Gli Addetti all evacuazione devono: disporre per l assistenza delle persone non in grado di muoversi autonomamente, regolandosi per le modalità di trasporto in base al loro grado di autonomia; fare defluire con calma ed ordine, i visitatori, i degenti, il personale presenti nell area di propria competenza e controllare che siano chiuse le porte tagliafuoco che delimitano i compartimenti in emergenza, nonché quelli immediatamente adiacenti. Il Personale non incaricato di compiti specifici deve: non farsi prendere dal panico, e collaborare attivamente con gli addetti all evacuazione soprattutto per l esodo in sicurezza di pazienti non in grado di muoversi autonomamente o con quadro clinico grave; occuparsi del trasferimento su barelle di pazienti che non possono muoversi diversamente. In caso di insufficienza delle barelle collaborare a stendere i pazienti allettati su lenzuola o coperte stese al suolo, trascinando quindi il paziente lungo la via di esodo, avviarsi con ordine verso le uscite di sicurezza, senza indugiare per recuperare, o far recuperare, effetti personali od altro; aprire le porte di sicurezza facendo pressione sulla barra trasversale della porta perimetrale della stessa; raggiungere i punti di concentramento predeterminati; rientrare nell edificio solo dietro esplicita autorizzazione del Responsabile della Gestione dell Emergenza. Pagina 18 di 50

19 U.O. Servizio di Prevenzione e Protezione Piano generale di emergenza dell azienda USL 3 di Pistoia DA.05 Revisione 05 Ottobre 2011 Pagina 19 di 50 PERCORSI DI EVACUAZIONE Tutti i percorsi di evacuazione dovranno essere evidenziati con apposita segnaletica di sicurezza, ed essere dotati di illuminazione di emergenza e predisposti in modo tale da consentire l esodo in emergenza senza creare situazioni di panico. Pagina 19 di 50

20 U.O. Servizio di Prevenzione e Protezione Piano generale di emergenza dell azienda USL 3 di Pistoia DA.05 Revisione 05 Ottobre 2011 Pagina 20 di RESIDENZE SANITARIE ASSISTITE Protocollo della procedura di allarme La diramazione dell allarme inizia con la scoperta dell evento e può essere dato: da CHIUNQUE verifichi o venga a conoscenza di un evento pericoloso, dandone immediata comunicazione al personale dell Azienda USL3 presente nella struttura. sistema automatico di rilevazione e rivelazione (se presente); dagli appositi pulsanti di allarme (se presenti); Il personale della RSA, coordinata dall addetto antincendio presente, si configura come Unità di Emergenza della Struttura VALUTA l evento, INTERVIENE per contenere il danno. Nel caso di eventi di limitata gravità (Codice Bianco) provvede al contenimento e alla risoluzione dell evento stesso, comunica al centro di controllo delle emergenze l entità dell evento richiedendo l intervento della Unità di Emergenza Aziendale. Nel caso di eventi di secondo livello (Codice Rosso) richiede anche l intervento delle forze esterne. La CHIAMATA al centro di controllo per le emergenze del Presidio Ospedaliero di riferimento deve essere effettuata UTILIZZANDO L APPOSITO NUMERO PER EMERGENZE NON SANITARIE, comunicando: il proprio nome e cognome; la struttura o la zona interessata dall evento Per eventi di primo livello (codice bianco) richiede l intervento della sola Unità di Emergenza Aziendale Per eventi di secondo livello (codice rosso) richiede anche l intervento dei Vigili del Fuoco e/o delle Forze dell Ordine Si predispone per successivi interventi IL CENTRO DI CONTROLLO DELLE EMERGENZE Risponde immediatamente Da conferma di aver recepito correttamente il messaggio di allarme Per emergenze di primo livello contatta: Unità di Emergenza Aziendale Per emergenze di secondo livello contatta: Unità di Crisi e relativo Gruppo Operativo Responsabile della Struttura Organizzativa interessata all evento Locali adiacenti Centrale Operativa 118 Pronto Soccorso Vigili del Fuoco Addetto alla portineria per avvisare dell arrivo dei Vigili del Fuoco e delle altre Strutture Esterne allertate Pagina 20 di 50

21 U.O. Servizio di Prevenzione e Protezione Piano generale di emergenza dell azienda USL 3 di Pistoia DA.05 Revisione 05 Ottobre 2011 Pagina 21 di 50 Di seguito è schematizzata, in linea generale, la procedura riguardante la diramazione dell allarme. EVENTI DI PRIMO LIVELLO ( CODICE BIANCO) Gli eventi di primo livello sono classificati come emergenza dovuta, per esempio, all incendio di una ridotta quantità di materiale combustibile senza che sia necessario alcun tipo di evacuazione. L azione principale di contenimento ed estinzione dell evento è quindi demandata all Unità di Emergenza della Struttura e/o all Unità di Emergenza Aziendale. L Unità di Emergenza di Struttura è costituita dal personale presente nella RSA, l Unità di Emergenza Aziendale è costituita dal personale in turno di servizio e reperibilità dell Area Tecnica e Servizio di prevenzione e Protezione. Terminata l emergenza, è opportuno che il personale dell Area Tecnica effettui una verifica degli impianti tecnologici e delle strutture, qualora questi siano stati interessati dall evento. UNITA DI CRISI: Non è prevista l attivazione EVENTI DI SECONDO LIVELLO (CODICE ROSSO) Gli eventi classificati di secondo livello, con riferimento all incendio, possono comportare, oltre agli interventi finalizzati a contenere l espandersi dell evento e la limitazione dei danni alle persone e ai beni, anche l evacuazione parziale o completa della struttura. Tale tipologia di evento, anche nel caso in cui non implichi l evacuazione parziale o totale della RSA, richiede sempre l attivazione dell Unità di Crisi, dell Unità di Emergenza Aziendale e degli enti esterni allertati (Vigili del Fuoco, Forze dell Ordine, Centrale Operativa 118). ADDETTI ALLA PORTINERIA DELLA RSA (se esistente) L addetto alla portineria, ricevuta la comunicazione dal centro di controllo delle emergenze, secondo la gravità dell allarme: Interdice l ingresso all area della RSA a qualsiasi mezzo che non sia di Soccorso. Attende l arrivo della struttura esterna allertata (Vigili del Fuoco, Forze dell Ordine, Centrale Operativa 118). All arrivo di questa fornisce indicazioni sul percorso per raggiungere il luogo in emergenza. Controlla l accesso degli automezzi all area durante tutto il periodo di emergenza. UNITA DI CRISI Il coordinamento dell Unità di Crisi e del Gruppo Operativo è svolto dal Responsabile della Zona/Distretto. Appena insediata: Verifica l esatta entità del danno e del rischio evolutivo connesso; Impartisce l eventuale ordine di evacuazione e ne attiva le procedure; Tiene i rapporti con l autorità e la stampa; Attiva la fase di recupero delle strutture; In caso di evacuazione parziale/totale Pagina 21 di 50

22 U.O. Servizio di Prevenzione e Protezione Piano generale di emergenza dell azienda USL 3 di Pistoia DA.05 Revisione 05 Ottobre 2011 Pagina 22 di 50 Coordina l evacuazione effettuata dal Dipartimento Emergenza e Urgenza (D.E.U.) in collaborazione con l Unità di Emergenza di struttura; Sospende o limita le attività della RSA; Prende contatti con le strutture sanitarie esterne pubbliche e/o private verso cui indirizzare gli ospiti; Allerta il Pronto Soccorso perché predisponga al ricevimento di pazienti eventualmente bisognosi di cure; Richiede e coordinare aiuti dall esterno in coordinamento con la centrale operativa 118; Allestisce un centro di informazioni; Coordina la ripresa delle attività una volta cessata l emergenza. UNITA DI EMERGENZA DI STRUTTURA E UNITA DI EMERGENZA AZIENDALE L Unità di Emergenza di Struttura è costituita dal personale in turno della RSA e dal personale in turno di reperibilità. L Unità di Emergenza Aziendale è costituita dal personale dell Area Tecnica ed addetti al Servizio di Prevenzione e Protezione. Per quanto riguarda i comportamenti delle Unità di Emergenza di Struttura e Aziendale, si possono distinguere due fasi: FASE OPERATIVA PRIMA DELL INTERVENTO DEI VIGILI DEL FUOCO Prima dell arrivo dei Vigili del Fuoco, l Unità di Emergenza di Struttura e l Unità di Emergenza Aziendale si devono attivare per intervenire a salvaguardia dell incolumità degli ospiti, dei visitatori e propria utilizzando i presidi a disposizione per spegnere o contenere l incendio sviluppatosi (estintori, coperte antifiamma) e i dispositivi di protezione individuale specifici in dotazione. In particolare: L Unità di Emergenza di Struttura, coordinata dall addetto antincendio : attiva immediatamente la procedura di allarme, chiamando il centro di controllo per le emergenze all apposito numero di emergenza non sanitaria specificando all operatore che è in atto un evento che non può essere risolto con le risorse disponibili e per il quale può rendersi necessaria anche l evacuazione parziale o totale della struttura; verifica se ci sono ospiti o visitatori direttamente minacciati dalle fiamme e interviene con i mezzi di estinzione in dotazione. rimuove gli ospiti immediatamente esposti alle fiamme o in pericolo di vita immediato; verifica la chiusura delle eventuali porte tagliafuoco per confinare lo sviluppo di fumo e calore; toglie l alimentazione elettrica nella zona coinvolta dall incendio, chiude le eventuali valvole di intercettazione delle condotte di alimentazione dei gas medicali e tecnici verificando che ciò non comporti disguidi a degenti in trattamento; fornisce informazioni chiare e precise agli ospiti; L Unità di Emergenza Aziendale, attivata dal centro controllo emergenze che ha ricevuto la segnalazione di emergenza,: si reca immediatamente sul luogo dell evento. valuta la situazione ed esegue gli interventi tecnici per limitare la propagazione dell evento e l entità del danno; Procede a mettere in sicurezza gli impianti. Pagina 22 di 50

23 U.O. Servizio di Prevenzione e Protezione Piano generale di emergenza dell azienda USL 3 di Pistoia DA.05 Revisione 05 Ottobre 2011 Pagina 23 di 50 FASE OPERATIVA DOPO L INTERVENTO DEI VIGILI DEL FUOCO All arrivo dei Vigili del Fuoco, che assumono il controllo delle operazioni, il compito delle Unità di Emergenza di Struttura e Unità di Emergenza Aziendale è quello di fornire indicazioni utili per il prosieguo dell azione di spegnimento e la salvaguardia delle persone. In particolare: Forniscono indicazioni su persone eventualmente rimaste bloccate dall incendio o su coloro che non è stato possibile evacuare. Forniscono indicazioni sulla tipologia dell incendio e sulla ubicazione della attrezzatura antincendio (estintori, idranti). Forniscono indicazioni sulla posizione degli impianti tecnologici. Informano i Vigili del Fuoco sull esito della verifica della presenza degli ospiti e del personale Si mettono a disposizione per collaborare. MODALITÀ DI EVACUAZIONE DI UNA RSA Questo capitolo stabilisce quale sia la sequenza di procedure da porre in atto al fine di evacuare le aree della RSA in caso di emergenza, avendo quale obiettivo primario la salvaguardia dell integrità fisica delle persone, con particolare riferimento agli ospiti non in grado di muoversi autonomamente. Nel seguito sono descritti più specificamente questi comportamenti. TIPOLOGIA DELL INTERVENTO L evacuazione consiste nell abbandono immediato dell area di emergenza, da parte degli occupanti e nel concentramento degli stessi in un luogo, o luoghi sicuri interni, o in altri edifici, o all esterno in punti di raccolta predeterminati. L evacuazione può essere: parziale: relativa al solo compartimento/reparto interessato dal sinistro; totale: contemporanea all edificio nel suo complesso. Il piano si basa sul concetto di evacuazione orizzontale progressiva, pensando ai singoli compartimenti non interessati dall incidente come area di ricovero provvisorio per gli ospiti da evacuare dalle zone oggetto dell emergenza. Per quanto attiene i visitatori, gli stessi saranno invitati a lasciare al più presto l edificio in allarme e ad uscire dal perimetro della RSA per non intralciare le operazioni di soccorso. L evacuazione di emergenza viene messa in atto attraverso percorsi di evacuazione segnalati, predisposti e di larghezza conforme alla norma e uscite di sicurezza dotate di maniglione antipanico. IL PERSONALE COINVOLTO NELL EVACUAZIONE E RUOLI Nel processo di evacuazione si possono distinguere sostanzialmente tre categorie di persone attive con ruoli diversi: 1. Coordinatore dell Unità di Crisi; 2. Personale con ruolo attivo nel fronteggiare l emergenza (addetti alle squadre di emergenza di struttura e aziendale, il capo sala o l infermiere con funzioni di coordinamento, gli addetti all evacuazione); 3. Personale non incaricato di ruoli specifici Pagina 23 di 50

24 U.O. Servizio di Prevenzione e Protezione Piano generale di emergenza dell azienda USL 3 di Pistoia DA.05 Revisione 05 Ottobre 2011 Pagina 24 di 50 Si riportano di seguito più in dettaglio ruoli e compiti I visitatori dovranno essere sollecitati ad abbandonare al più presto il perimetro della RSA, al fine di non intralciare le operazioni di soccorso. Il Coordinatore dell Unità di Crisi deve: valutare il grado di emergenza e dare l eventuale ordine di evacuazione parziale o totale 2, fornendo indicazioni anche relative al compartimento/edificio dove trasferire gli ospiti dell area interessata dal sinistro. coordinarsi con il lavoro dei componenti l Unità di Crisi; verificare il procedere dell operazione, attraverso le informazioni date dagli Addetti all evacuazione; ove mancassero persone all appello, coordinare l operazione di ricerca e soccorso con priorità assoluta rispetto alle altre emergenze; dare ordine di rientro ad emergenza chiusa; in ogni momento, secondo necessità, sostituire le persone incaricate di compiti importanti, qualora queste fossero impossibilitate ad agire. Gli Addetti alla squadra di emergenza di Struttura ed Aziendale ricevuta l autorizzazione da parte del Responsabile della Gestione dell Emergenza, devono: comunicare ai presenti l ordine di lasciare le zone incidentate; collaborando con il personale sanitario per l evacuazione degli ospiti; Il Capo Sala o infermiere con funzioni di coordinamento in turno deve: prelevare il registro degli ospiti della RSA; vigilare che gli ospiti siano trasportati in modo corretto, tenendo conto del grado di autosufficienza di ciascuno; verificare che nessuno rimanga chiuso nei bagni, sale visita, ecc. abbandonare per ultimo la zona di competenza verificando che non sia rimasto più nessuno in loco; speciale attenzione dovrà essere posta nella verifica di locali quali: servizi, sale visita, aree chiuse o comunque non visibili dai corridoi. verificare che tutte le persone presenti nel settore di competenza, abbiano lasciato l area interessata dall evento; raggiungere le persone sfollate dalla propria area di competenza nei punti di raccolta previsti, o segnalati dal Responsabile della Gestione dell Emergenza; avvertire il Responsabile della Gestione dell Emergenza dell avvenuto completamento del processo di evacuazione per l area di propria competenza, o del fatto che alcune persone manchino all appello, svolgere opere di controllo e vigilanza, affinché nessuno rientri nell area in emergenza per il periodo che perdura lo stato di emergenza; ad emergenza chiusa, coordinare le operazioni di rientro nell edificio 2 Qualora la gravità e l estensione dell incendio, o di altro tipo di evento, fossero tali da pregiudicare la sicurezza dei pazienti e dei visitatori e il tempo a disposizione non consente l intervento dell Unità di Crisi, l ordine di evacuazione può essere impartito dall addetto antincendio. Pagina 24 di 50

25 U.O. Servizio di Prevenzione e Protezione Piano generale di emergenza dell azienda USL 3 di Pistoia DA.05 Revisione 05 Ottobre 2011 Pagina 25 di 50 Gli Addetti all evacuazione devono: disporre per l assistenza delle persone non in grado di muoversi autonomamente, regolandosi per le modalità di trasporto in base al loro grado di autonomia; fare defluire con calma ed ordine, i visitatori, gli ospiti, il personale presenti nell area di propria competenza e controllare che siano chiuse le porte tagliafuoco che delimitano i compartimenti in emergenza, nonché quelli immediatamente adiacenti. Il Personale non incaricato di compiti specifici deve: non farsi prendere dal panico, e collaborare attivamente con gli addetti all evacuazione soprattutto per l esodo in sicurezza degli ospiti non in grado di muoversi autonomamente o con quadro clinico grave; occuparsi del trasferimento su barelle degli ospiti che non possono muoversi diversamente. In caso di insufficienza delle barelle collaborare a stendere i pazienti allettati su lenzuola o coperte stese al suolo, trascinando quindi il paziente lungo la via di esodo, avviarsi con ordine verso le uscite di sicurezza, senza indugiare per recuperare, o far recuperare, effetti personali od altro; aprire le porte di sicurezza facendo pressione sulla barra trasversale della porta perimetrale della stessa; raggiungere i punti di concentramento predeterminati; rientrare nell edificio solo dietro esplicita autorizzazione del Responsabile della Gestione dell Emergenza. PERCORSI DI EVACUAZIONE Tutti i percorsi di evacuazione dovranno essere evidenziati con apposita segnaletica di sicurezza, ed essere dotati di illuminazione di emergenza e predisposti in modo tale da consentire l esodo in emergenza senza creare situazioni di panico. Pagina 25 di 50

26 U.O. Servizio di Prevenzione e Protezione Piano generale di emergenza dell azienda USL 3 di Pistoia DA.05 Revisione 05 Ottobre 2011 Pagina 26 di PRESIDI TERRITORIALI Per i presidi che non effettuano attività sulle 24 ore, i protocolli riguardanti gli interventi degli Addetti all Emergenza di seguito descritti sono da applicare durante l orario di apertura dei Presidi. Durante l orario di chiusura l emergenza, con particolare riferimento all incendio, è affidata alla gestione dei Vigili del Fuoco. In questa seconda evenienza, i Responsabili dei Distretti e i Responsabili dei Presidi si attiveranno per la convocazione dell Unità di Crisi e relativo Gruppo Operativo per esaminare il problema e prendere le conseguenti decisioni. Protocollo della procedura di allarme La diramazione dell allarme inizia con la scoperta dell evento e può essere dato: da CHIUNQUE verifichi o venga a conoscenza di un evento pericoloso, dandone immediata comunicazione al personale dell Azienda USL3 presente nel reparto ospedaliero. sistema automatico di rilevazione e rivelazione (se presente); dagli appositi pulsanti di allarme (se presenti); Il personale del presidio, coordinata dall addetto antincendio presente, che si configura come Unità di Emergenza della Struttura VALUTA l evento, INTERVIENE per contenere il danno. Nel caso di eventi di limitata gravità (Codice Bianco) provvede al contenimento e alla risoluzione dell evento stesso, comunica al centro di controllo delle emergenze l entità dell evento richiedendo l intervento della Unità di Emergenza Aziendale. Nel caso di eventi di secondo livello (Codice Rosso) richiede anche l intervento delle forze esterne. La CHIAMATA al centro di controllo delle emergenze deve essere effettuata UTILIZZANDO L APPOSITO NUMERO PER EMERGENZE NON SANITARIE, comunicando: il proprio nome e cognome; la struttura o la zona interessato all evento Per eventi di primo livello (codice bianco) richiede l intervento della sola Unità di Emergenza Aziendale Per eventi di secondo livello (codice rosso) richiede anche l intervento dei Vigili del Fuoco e/o delle Forze dell Ordine Si predispone per successivi interventi IL CENTRO DI CONTROLLO DELLE EMERGENZE Risponde immediatamente Da conferma di aver recepito correttamente il messaggio di allarme Per emergenze di primo livello contatta: Unità di Emergenza Aziendale Per emergenze di secondo livello contatta: Unità di Crisi e relativo Gruppo Operativo Responsabile della Struttura Organizzativa interessata all evento Locali adiacenti Centrale Operativa 118 Pronto Soccorso Vigili del Fuoco Pagina 26 di 50

27 U.O. Servizio di Prevenzione e Protezione Piano generale di emergenza dell azienda USL 3 di Pistoia DA.05 Revisione 05 Ottobre 2011 Pagina 27 di 50 Addetto alla portineria per avvisare dell arrivo dei Vigili del Fuoco e delle altre Strutture Esterne allertate Di seguito è schematizzata, in linea generale, la procedura riguardante la diramazione dell allarme. EVENTI DI PRIMO LIVELLO Gli eventi di primo livello con riferimento all incendio sono classificati come emergenza che non comporta evacuazione. L azione principale di contenimento ed estinzione dell evento di primo livello, con riferimento all incendio, è demandata all Unità di Emergenza della Struttura e/o all Unità di Emergenza Aziendale. L Unità di Emergenza della Struttura è costituita dal personale presente nel Presidio; l Unità di Emergenza Aziendale è costituita dal personale dell Area Tecnica e del Servizio di Prevenzione e Protezione. Terminata l emergenza, è opportuno che il personale dell Area Tecnica effettui una verifica degli impianti tecnologici e delle strutture, qualora siano stati interessati dall evento. UNITA DI CRISI : Non è prevista l attivazione EVENTI DI SECONDO LIVELLO Rientrano in questa tipologia tutti gli eventi o le emergenze non riconducibili ad eventi di primo livello; richiedono sempre l attivazione dell Unità di Crisi e relativo Gruppo Operativo, dell Unità di Emergenza Aziendale e delle strutture esterne interessate (Vigili del Fuoco, Forze dell Ordine, 118). ADDETTI ALLA PORTINERIA (SE ESISTENTE) L addetto alla portineria, ricevuta la comunicazione dal centro controllo emergenze, secondo la gravità dell allarme: Interdice l ingresso a qualsiasi mezzo che non sia di Soccorso. Attende l arrivo della struttura esterna allertata (Vigili del Fuoco, Forze dell ordine, Centrale Operativa 118). All arrivo di questa fornisce indicazioni sul percorso per raggiungere il luogo in emergenza. Controlla l accesso degli automezzi durante tutto il periodo di emergenza. UNITA DI CRISI Il coordinamento dell Unità di Crisi e del Gruppo Operativo è svolto dal Responsabile della Zona/Distretto. Nel caso di una evacuazione parziale o totale il Gruppo Operativo dell Unità di Crisi dovrà provvedere, in particolare, a: Sospendere o limitare le attività del presidio Diramare l ordine di evacuazione Attivare il Dipartimento Emergenza ed Urgenza (D.E.U.) Allertare il Pronto Soccorso del Presidio Ospedaliero per l eventuale ricevimento di feriti. Richiedere e coordinare eventuali aiuti dall esterno in coordinamento con la centrale operativa 118. Allestire un centro di informazioni. Coordinare la ripresa delle attività una volta cessata l emergenza. Pagina 27 di 50

28 U.O. Servizio di Prevenzione e Protezione Piano generale di emergenza dell azienda USL 3 di Pistoia DA.05 Revisione 05 Ottobre 2011 Pagina 28 di 50 UNITA DI EMERGENZA DELLA STRUTTURA E UNITA DI EMERGENZA AZIENDALE L Unità di Emergenza della struttura è costituita dal personale in turno nel Presidio. L Unità di Emergenza Aziendale è costituita dal personale dell Area Tecnica ed addetti al Servizio di Prevenzione e Protezione. Per quanto riguarda i comportamenti delle Unità di Emergenza di Reparto e Aziendale, si possono distinguere due fasi: 1) FASE OPERATIVA PRIMA DELL INTERVENTO DEI VIGILI DEL FUOCO Prima dell arrivo dei Vigili del Fuoco, l Unità di Emergenza della struttura e l Unità di Emergenza Aziendale si devono attivare per intervenire a salvaguardia dell incolumità degli utenti, dei visitatori e propria utilizzando i presidi a disposizione per spegnere o contenere l incendio sviluppatosi (estintori, coperte antifiamma) e i dispositivi di protezione individuale specifici in dotazione. In particolare: L Unità di Emergenza della Struttura, coordinata dall addetto antincendio, : attiva immediatamente la procedura di allarme, chiamando il centro di controllo delle emergenze all apposito numero di emergenza non sanitaria specificando all operatore che è in atto un evento che non può essere risolto con le risorse disponibili nel Presidio e per il quale può rendersi necessaria anche l evacuazione parziale o totale dello stesso; verifica se ci sono utenti o visitatori direttamente minacciati dalle fiamme e interviene con i mezzi di estinzione in dotazione. rimuove gli utenti immediatamente esposti alle fiamme o in pericolo di vita immediato; verifica la chiusura delle eventuali porte tagliafuoco per confinare lo sviluppo di fumo e calore; toglie l alimentazione elettrica nella zona coinvolta dall incendio, chiude le eventuali valvole di intercettazione delle condotte di alimentazione dei gas combustibili; fornisce informazioni chiare e precise agli utenti e ai colleghi di lavoro; L Unità di Emergenza Aziendale, attivata dal centro di controllo delle emergenze: si reca immediatamente sul luogo dell evento. valuta la situazione ed esegue gli interventi tecnici per limitare la propagazione dell evento e l entità del danno; procede a mettere in sicurezza gli impianti. 2) FASE OPERATIVA DOPO L INTERVENTO DEI VIGILI DEL FUOCO All arrivo dei Vigili del Fuoco, che assumono il controllo delle operazioni, il compito delle Unità di Emergenza della Struttura e dell Unità di Emergenza Aziendale è quello di fornire indicazioni utili per il prosieguo dell azione di spegnimento e la salvaguardia delle persone. In particolare: Forniscono indicazioni su persone eventualmente rimaste bloccate dall incendio o su coloro che non è stato possibile evacuare. Forniscono indicazioni sulla tipologia dell incendio e sulla ubicazione della attrezzatura antincendio (estintori, idranti). Forniscono indicazioni sulla posizione degli impianti tecnologici. Informano i Vigili del Fuoco sull esito della verifica della presenza di utenti e del personale Si mettono a disposizione per collaborare. Pagina 28 di 50

29 U.O. Servizio di Prevenzione e Protezione Piano generale di emergenza dell azienda USL 3 di Pistoia DA.05 Revisione 05 Ottobre 2011 Pagina 29 di 50 MODALITÀ DI EVACUAZIONE Questo capitolo stabilisce quale sia la sequenza di procedure da porre in atto al fine di evacuare i presidi territoriali. TIPOLOGIA DELL INTERVENTO L evacuazione consiste nell abbandono immediato dell area di emergenza, da parte degli occupanti e nel concentramento degli stessi in un luogo, o luoghi sicuri interni, o in altri edifici, o all esterno in punti di raccolta predeterminati. L evacuazione può essere: parziale: relativa al solo compartimento/piano interessato dal sinistro; generale: contemporanea all edificio nel suo complesso. IL PERSONALE COINVOLTO NELL EVACUAZIONE E RUOLI Nel processo di evacuazione si possono distinguere sostanzialmente tre categorie di persone attive con ruoli diversi: 1. Coordinatore dell Unità di Crisi; 2. Personale con ruolo attivo nel fronteggiare l emergenza (addetti alle squadre di emergenza di struttura e aziendale, l addetto antincendio con funzioni di coordinamento gli addetti all evacuazione); 3. Personale non incaricato di ruoli specifici Si riportano di seguito più in dettaglio ruoli e compiti I visitatori e gli utenti dovranno essere sollecitati ad abbandonare al più presto il perimetro del Presidio, al fine di non intralciare le operazioni di soccorso. Il Coordinatore dell Unità di Crisi deve: valutare il grado di emergenza e dare l eventuale ordine di evacuazione parziale o totale 3. coordinarsi con il lavoro dei componenti l Unità di Crisi; verificare il procedere dell operazione, attraverso le informazioni date dagli Addetti all evacuazione; ove mancassero persone all appello, coordinare l operazione di ricerca e soccorso con priorità assoluta rispetto alle altre emergenze; dare ordine di rientro ad emergenza chiusa; in ogni momento, secondo necessità, sostituire le persone incaricate di compiti improrogabili, qualora queste fossero impossibilitate ad agire. Gli Addetti alla squadra di emergenza di Struttura ed Aziendale ricevuta l autorizzazione da parte del Responsabile della Gestione dell Emergenza, devono: 3 Qualora la gravità e l estensione dell incendio, o di altro tipo di evento, fossero tali da pregiudicare la sicurezza dei pazienti e dei visitatori e il tempo a disposizione non consente l intervento dell Unità di Crisi, l ordine di evacuazione può essere impartito dall addetto antincendio. Pagina 29 di 50

30 U.O. Servizio di Prevenzione e Protezione Piano generale di emergenza dell azienda USL 3 di Pistoia DA.05 Revisione 05 Ottobre 2011 Pagina 30 di 50 comunicare ai presenti l ordine di lasciare le zone incidentate; collaborare con gli addetti all evacuazione; L addetto antincendio con funzioni di coordinamento in turno deve: verificare che nessuno rimanga chiuso nei bagni, sale visita, ecc. abbandonare per ultimo la zona di competenza verificando che non sia rimasto più nessuno in loco; speciale attenzione dovrà essere posta nella verifica di locali quali: servizi, sale visita, aree chiuse o comunque non visibili dai corridoi. verificare che tutte le persone presenti nel settore di competenza, abbiano lasciato l area interessata dall evento; raggiungere le persone sfollate dalla propria area di competenza nei punti di raccolta previsti, o segnalati dal Responsabile della Gestione dell Emergenza; avvertire il Responsabile della Gestione dell Emergenza dell avvenuto completamento del processo di evacuazione per l area di propria competenza, o del fatto che alcune persone manchino all appello, svolgere opere di controllo e vigilanza, affinché nessuno rientri nell area in emergenza per il periodo che perdura lo stato di emergenza; ad emergenza chiusa, coordinare le operazioni di rientro nell edificio, per quanto attiene il proprio reparto. Gli Addetti all evacuazione devono: fare defluire con calma ed ordine gli utenti, il personale presente nell area di propria competenza e controllare che siano chiuse le eventuali porte tagliafuoco che delimitano i compartimenti in emergenza, nonché quelli immediatamente adiacenti. Il Personale non incaricato di compiti specifici deve: non farsi prendere dal panico, e collaborare attivamente con gli addetti antincendio e gli addetti all evacuazione; avviarsi con ordine verso le uscite di sicurezza, senza indugiare per recuperare, o far recuperare, effetti personali od altro; aprire le porte di sicurezza facendo pressione sulla barra trasversale della porta perimetrale della stessa; raggiungere i punti di concentramento predeterminati; rientrare nell edificio solo dietro esplicita autorizzazione del Responsabile della Gestione dell Emergenza. PERCORSI DI EVACUAZIONE Tutti i percorsi di evacuazione dovranno essere evidenziati con apposita segnaletica di sicurezza, ed essere dotati di illuminazione di emergenza e predisposti in modo tale da consentire l esodo in emergenza senza creare situazioni di panico. Pagina 30 di 50

31 U.O. Servizio di Prevenzione e Protezione Piano generale di emergenza dell azienda USL 3 di Pistoia DA.05 Revisione 05 Ottobre 2011 Pagina 31 di MAGAZZINI ECONOMALI, DEPOSITI FARMACEUTICI Anche per i Depositi Farmaceutici e Magazzini Economali si fa riferimento all emergenza più probabile fra quelle indicate nella Premessa e cioè all evento incendio. In tali locali non sono presenti né degenti né visitatori; l azione di salvaguardia è quindi rivolta al personale ivi operante ed ai beni dell Azienda. E di fondamentale importanza un attenta azione di prevenzione seguendo quanto stabilito nel regolamento aziendale antincendio (Delibera del D.G. n 843/2007), in particolare: Non fumare. Tenere spenta qualsiasi alimentazione elettrica se non viene usata. Porre attenzione nello stoccaggio dei materiali, tenendo separate le sostanze fra loro incompatibili. Mantenere libere le vie di esodo e i corridoi di passaggio. Tenere chiuse le porte di separazione fra settori diversi. I protocolli riguardanti gli interventi degli Addetti all Emergenza di seguito descritti sono da applicare durante l orario di apertura di queste Strutture. Durante l orario di chiusura l emergenza, con particolare riferimento all incendio, è affidata alla gestione dei Vigili del Fuoco. In questa seconda evenienza, i Responsabili delle strutture di cui si parla in questo paragrafo si attiveranno per la convocazione dell Unità di Crisi e relativo Gruppo Operativo per esaminare il problema e prendere le conseguenti decisioni. Protocollo della procedura di allarme La diramazione dell allarme inizia con la scoperta dell evento e può essere dato: da CHIUNQUE verifichi o venga a conoscenza di un evento pericoloso, dandone immediata comunicazione al personale dell Azienda USL3 presente nella struttura. sistema automatico di rilevazione e rivelazione (se presente); dagli appositi pulsanti di allarme (se presenti); Il personale del presidio, coordinato dall addetto antincendio, che si configura come Unità di Emergenza della Struttura VALUTA l evento, INTERVIENE per contenere il danno. La CHIAMATA al centro di controllo delle emergenze verrà effettuata UTILIZZANDO L APPOSITO NUMERO PER EMERGENZE NON SANITARIE, comunicando: il proprio nome e cognome; la struttura o la zona interessata all evento Per eventi di primo livello (codice bianco) richiede l intervento della sola Unità di Emergenza Aziendale Per eventi di secondo livello (codice rosso) richiede anche l intervento dei Vigili del Fuoco e/o delle Forze dell Ordine Si predispone per successivi interventi IL CENTRO DI CONTROLLO DELLE EMERGENZE Risponde immediatamente Da conferma di aver recepito correttamente il messaggio di allarme Per emergenze di primo livello contatta: Pagina 31 di 50

32 U.O. Servizio di Prevenzione e Protezione Piano generale di emergenza dell azienda USL 3 di Pistoia DA.05 Revisione 05 Ottobre 2011 Pagina 32 di 50 Unità di Emergenza Aziendale Per emergenze di secondo livello contatta: Unità di Crisi e relativo Gruppo Operativo Responsabile della Struttura Organizzativa interessata all evento Locali adiacenti Centrale Operativa 118 Pronto Soccorso Vigili del Fuoco Di seguito è schematizzata, in linea generale, la procedura riguardante la diramazione dell allarme. EVENTI DI PRIMO LIVELLO L azione principale di contenimento ed estinzione dell evento è demandata all Unità di Emergenza di Struttura e all Unità di Emergenza Aziendale. L Unità di Emergenza della Struttura è costituita dal personale presente nello specifico ambiente di lavoro, l Unità di Emergenza Aziendale è costituita dal personale dell Area Tecnica e Servizio di Prevenzione e Protezione. Nel caso delle Strutture trattate in questo paragrafo gli interventi dell Unità di Emergenza di Struttura e dell Unità di Emergenza Aziendale devono essere indirizzati, in particolare, verso il sezionamento degli impianti di adduzione dei gas, degli impianti elettrici e termici nonché l isolamento dei prodotti infiammabili. Terminata l emergenza, è sempre necessario che il personale dell Area Tecnica effettui una verifica degli impianti tecnologici, attrezzature e strutture, qualora siano stati interessati dall evento. UNITA DI CRISI : Non è prevista l attivazione EVENTI DI SECONDO LIVELLO Rientrano in questa tipologia tutti gli eventi o le emergenze non riconducibili ad eventi di primo livello; richiedono sempre l attivazione dell Unità di Crisi e relativo Gruppo Operativo, dell Unità di Emergenza Aziendale e delle strutture esterne interessate (Vigili del Fuoco, Forze dell Ordine, 118). In caso di emergenza, il personale, dopo aver effettuato le possibili operazioni di limitazione degli eventi così come indicato per l emergenza di primo livello e come sotto descritto, di fronte ad eventi non fronteggiabili direttamente dall Unità di Emergenza di Struttura e dall Unità di Emergenza Aziendale con i mezzi a disposizione, deve procedere alla immediata evacuazione. UNITA DI CRISI INTERNA Il coordinamento dell Unità di Crisi e del Gruppo Operativo è svolto dal Responsabile della Zona/Distretto, nel caso di strutture esterne alle aree ospedaliere, dal Direttore Sanitario nel caso di strutture interne alle aree ospedaliere, in particolare provvede a: Sospendere l attività della Struttura Richiedere e coordinare aiuti dall esterno per la ripresa dei servizi interrotti Allestire un centro di informazioni Pagina 32 di 50

33 U.O. Servizio di Prevenzione e Protezione Piano generale di emergenza dell azienda USL 3 di Pistoia DA.05 Revisione 05 Ottobre 2011 Pagina 33 di 50 Coordinare la ripresa delle attività una volta cessata l emergenza UNITA DI EMERGENZA DELLA STRUTTURA E UNITA DI EMERGENZA AZIENDALE L Unità di Emergenza delle Strutture, costituita dal personale in servizio nelle Strutture esaminate in questo paragrafo e l Unità di Emergenza Aziendale, costituita dal personale dell Area Tecnica e dagli addetti del Servizio di Prevenzione e Protezione. Per quanto riguarda i comportamenti delle Unità di Emergenza di Reparto e Aziendale, si possono distinguere due fasi: 1) FASE OPERATIVA PRIMA DELL INTERVENTO DEI VIGILI DEL FUOCO Prima dell arrivo dei Vigili del Fuoco, l Unità di Emergenza della struttura e l Unità di Emergenza Aziendale si devono attivare per intervenire a salvaguardia dell incolumità propria, dei lavoratori e dei beni dell Azienda, utilizzando i presidi a disposizione per spegnere o contenere l incendio sviluppatosi (estintori, coperte antifiamma) e i dispositivi di protezione individuale specifici in dotazione. In particolare: L Unità di Emergenza della Struttura, coordinata dall addetto antincendio, : attiva immediatamente la procedura di allarme, chiamando il centro di controllo delle emergenze all apposito numero di emergenza non sanitaria specificando all operatore che è in atto un evento che non può essere risolto con le risorse disponibili nel Presidio e per il quale può rendersi necessaria anche l evacuazione parziale o totale dello stesso; verifica se ci sono colleghi di lavoro direttamente minacciati dalle fiamme e interviene con i mezzi di estinzione in dotazione. verifica la chiusura delle eventuali porte tagliafuoco per confinare lo sviluppo di fumo e calore; toglie l alimentazione elettrica nella zona coinvolta dall incendio, chiude le eventuali valvole di intercettazione delle condotte di alimentazione dei gas combustibili; se possibile allontana dalla zona dell incendio gas e materiali infiammabili L Unità di Emergenza Aziendale, attivata dal centro di controllo delle emergenze: si reca immediatamente sul luogo dell evento. valuta la situazione ed esegue gli interventi tecnici per limitare la propagazione dell evento e l entità del danno; Procede a mettere in sicurezza gli impianti. 2) FASE OPERATIVA DOPO L INTERVENTO DEI VIGILI DEL FUOCO All arrivo dei Vigili del Fuoco, che assumono il controllo delle operazioni, il compito delle Unità di Emergenza della Struttura e dell Unità di Emergenza Aziendale è quello di fornire indicazioni utili per il prosieguo dell azione di spegnimento e la salvaguardia delle persone. In particolare: Forniscono indicazioni su persone eventualmente rimaste bloccate dall incendio; Forniscono indicazioni sulla tipologia dell incendio e sulla ubicazione della attrezzatura antincendio (estintori, idranti). Forniscono indicazioni sulla posizione degli impianti tecnologici. Pagina 33 di 50

34 U.O. Servizio di Prevenzione e Protezione Piano generale di emergenza dell azienda USL 3 di Pistoia DA.05 Revisione 05 Ottobre 2011 Pagina 34 di 50 Si mettono a disposizione per collaborare. CAPITOLO 5 - ASSISTENZA AI LAVORATORI DISABILI IN CASO DI EMERGENZA GENERALITÀ Il presente capitolo fornisce indicazioni per il soccorso dei lavoratori disabili in situazione di emergenza. Sono individuate le necessità particolari dei lavoratori disabili nelle fasi di pianificazione delle misure di sicurezza antincendio e delle procedure di evacuazione del luogo di lavoro. Sono anche considerate le altre persone disabili che possono avere accesso nel luogo di lavoro o essere presenti nella struttura in qualità di pazienti e/o visitatori. Gestire un emergenza è una circostanza in cui sono richiesti competenza, organizzazione e allenamento, non è sufficiente sapere che cosa fare in determinati casi, bisogna sapere anche come farlo. Durante un incendio, un disabile in un ambiente lavorativo, seppur autonomo potrebbe aver bisogno di un aiuto per effettuare senza problemi l evacuazione, ed è proprio per questo motivo che è stata delineata la figura del tutor il quale viene definito come un lavoratore, scelto tra i vari lavoratori dal datore di lavoro, fisicamente idoneo e pienamente a conoscenza delle procedure di evacuazione che possa aiutare i colleghi con disabilità in caso di emergenza. Il disabile è il primo tutore della sua sicurezza poiché conosce le proprie eventuali difficoltà e il suo rapporto con l ambiente con il quale si confronta quotidianamente; il suo rapporto con il tutor è fondamentale perché può guidarlo nelle strategie da intraprendere. E importante specificare che il tutor collabora con il disabile, non ne è il protettore, quindi dovrà tenere in considerazione delle decisioni della persona, oltre a quelle dei responsabili di sicurezza. Nella gestione delle emergenze quindi è basilare l informazione e la formazione del personale. Sia i tutor che le persone con disabilità devono essere istruiti insieme per affrontare le emergenze, in modo da avere un piano d azione e di comportamento organico in caso di bisogno. L evenienza di trasportare o semplicemente assistere disabili in caso d incendio o altro tipo di emergenza è ricorrente e richiede metodiche e comportamenti specifici ed appropriati da parte dei soccorritori. In allegato (allegato n 1) viene riportata il documento, redatto dal Corpo nazionale dei Vigili del Fuoco, sulle metodiche e sui comportamenti da adottare nel soccorso dei disabili. Le indicazioni riportate nel documento sono utili anche a coloro che si devono preoccupare dell evacuazione dei pazienti dai reparti ospedalieri o degli ospiti dalle RSA. Strutture, queste, dove sono presenti persone, più o meno anziane, caratterizzate da varie limitazioni funzionali la cui vulnerabilità, in caso di emergenza, è molto elevata. ASSISTENZA AI LAVORATORI CHE UTILIZZANO SEDIE A ROTELLE ED A QUELLE CON MOBILITÀ RIDOTTA All interno della struttura/presidio NON SONO/SONO presenti lavoratori che utilizzano sedie a rotelle o con mobilità ridotta. E prevista una adeguata assistenza ai lavoratori disabili che utilizzano sedie a rotelle ed a quelle con mobilità limitata. Le persone che utilizzano sedie a rotelle o presentano mobilità ridotta sono: 1). 2). Esse sono localizzate L assistenza viene fornita loro dal seguente personale Pagina 34 di 50

35 U.O. Servizio di Prevenzione e Protezione Piano generale di emergenza dell azienda USL 3 di Pistoia DA.05 Revisione 05 Ottobre 2011 Pagina 35 di 50 ASSISTENZA ALLE PERSONE CON VISIBILITÀ O UDITO MENOMATO O LIMITATO All interno della struttura/presidio NON SONO/SONO sono presenti persone con visibilità o udito menomato o limitato. In caso di evacuazione del luogo di lavoro, alcuni lavoratori, fisicamente idonei ed appositamente incaricati, guidano le persone con visibilità menomata o limitata. Durante tutto il periodo dell'emergenza alcuni lavoratori, appositamente incaricati, assistono le persone con visibilità menomata o limitata. Nel caso di persone con udito limitato o menomato esiste la possibilità che non sia percepito il segnale di allarme. In tali circostanze una persona, appositamente incaricata, allerta l'individuo menomato. Le persone che presentano visibilità o udito menomato o limitato: 1). 2). Esse sono localizzate L assistenza viene fornita loro dal seguente personale UTILIZZO DI ASCENSORI Non esistono ascensori. oppure Non esistono ascensori utilizzabili con sicurezza in caso d incendio; deve pertanto esserne vietato l uso. oppure Esistono ascensori utilizzabili con sicurezza in caso d incendio. Le persone disabili possono utilizzare l ascensore predisposto per l'evacuazione o l ascensore antincendio. L impiego dell ascensore deve avvenire solo sotto il controllo di personale pienamente a conoscenza delle procedure di evacuazione. Pagina 35 di 50

36 U.O. Servizio di Prevenzione e Protezione Piano generale di emergenza dell azienda USL 3 di Pistoia DA.05 Revisione 05 Ottobre 2011 Pagina 36 di 50 CAPITOLO 6 - CENTRO DI GESTIONE DELLE EMERGENZE Ai fini del necessario coordinamento delle operazioni da affrontare in situazione di emergenza, in ogni struttura verrà predisposto un centro di gestione dell emergenze. Nelle strutture sanitarie fino a 100 posti letto, il centro di gestione delle emergenze può eventualmente coincidere con il locale portineria, se di caratteristiche idonee. Nelle strutture sanitarie con oltre 100 posti letto, il centro di gestione delle emergenze deve essere previsto in apposito locale costituente compartimento antincendio e dotato di accesso diretto dall esterno. Il centro deve essere dotato di strumenti idonei per ricevere e trasmettere comunicazioni agli addetti al servizio antincendio, alle aree della struttura ed all esterno. In esso devono essere installate le centrali di controllo e segnalazione degli incendi nonché di attivazione degli impianti di spegnimento automatico e quanto altro ritenuto necessario alla gestione delle emergenze. All interno del centro dovranno essere custodite in modo ordinato e chiaramente leggibile: le planimetrie dell intera struttura riportanti l ubicazione delle vie di uscita, dei mezzi e degli impianti di estinzioni e dei locali a rischio specifico; gli schemi funzionali degli impianti tecnici con l indicazione dei dispositivi di arresto; il piano di emergenza; l elenco completo del personale addetto all emergenza; i numeri telefonici e quant altro sia necessario conoscere in caso di emergenza. Il centro di gestione delle emergenze deve essere accessibile al personale responsabile della gestione dell emergenza ed ai Vigili del fuoco, e deve essere presidiato da personale all uopo incaricato. Il centro dovrà essere dotato di strumenti idonei per ricevere e trasmettere comunicazioni agli addetti, a tutte le aree della struttura ed all esterno. PRESIDIO P.O. Pistoia P.O. S.Marcello P.se RSA Villone Puccini RSA Bonelle RSA Cantagrillo RSA Agliana RSA Villa Serena P.O. Pescia RSA Montecatini RSA Monsummano RSA Spicchio UBICAZIONE CENTRO DI CONTROLLO Centro controllo emergenze Presidio Ospedaliero di Pistoia Centro controllo emergenze Presidio Ospedaliero S.Marcello P.se (periodo diurno) Centro controllo emergenze Presidio Ospedaliero di Pistoia (periodo notturno) da definire Gestione affidata a ditta esterna Centro controllo emergenze Presidio Ospedaliero di Pistoia Centralino Presidio Ospedaliero di Pistoia Gestione affidata a ditta esterna Centralino Presidio Ospedaliero di Pescia Centralino Presidio Ospedaliero di Pescia Gestione affidata a ditta esterna Gestione affidata a ditta esterna Pagina 36 di 50

37 U.O. Servizio di Prevenzione e Protezione Piano generale di emergenza dell azienda USL 3 di Pistoia DA.05 Revisione 05 Ottobre 2011 Pagina 37 di 50 IMPORTANTE: All interno del centro dovranno essere disponibili una serie completa di chiavi dell insediamento, dei vani e dei locali tecnici o comunque di tutte quelle parti interessanti ai fini di una eventuale emergenza. Pagina 37 di 50

38 U.O. Servizio di Prevenzione e Protezione Piano generale di emergenza dell azienda USL 3 di Pistoia DA.05 Revisione 05 Ottobre 2011 Pagina 38 di 50 CAPITOLO 7 - TELEFONATA TERRORISTICA O MINACCIA DI BOMBA Anche se la telefonata, in genere, viene filtrata dal centro controllo emergenze, chiunque può avere occasione di ricevere una telefonata terroristica, nella quale si segnala la presenza di un ordigno, o si minaccia di depositarlo nella struttura. Quando si riceve una minaccia terroristica: ascoltate; siate calmi e cortesi; non interrompete il chiamante; cercate di estrarre il massimo delle informazioni, tenendo il chiamante in linea per il maggior tempo possibile. richiamate l attenzione di un collega con dei segnali, mentre il chiamante è sempre in linea. generalmente le minacce si ripetono più volte; in tal caso è possibile, tramite il gestore telefonico, la ricerca automatica del chiamante. al termine della telefonata, informate immediatamente il Direttore Sanitario/Responsabile della Zona/Distretto; soprattutto non informate nessun altro, per evitare di diffondere il panico. compilate immediatamente la check list (allegato n 3) che verrà consegnata in fase di addestramento e consegnatela a chi di dovere. Pagina 38 di 50

39 U.O. Servizio di Prevenzione e Protezione Piano generale di emergenza dell azienda USL 3 di Pistoia DA.05 Revisione 05 Ottobre 2011 Pagina 39 di 50 CAPITOLO 8 - AGGRESSIONE A DIPENDENTI In alcuni ambienti a contatto con il pubblico, è possibile che malintenzionati, folli o persone che hanno particolari motivi di rancore verso l Azienda Sanitaria, aggrediscano, spesso senza alcun preavviso, dipendenti o dirigenti dell Azienda. In questo caso il personale direttamente coinvolto deve: restare calmo; informare immediatamente il centro di controllo delle emergenze del presidio ospedaliero di riferimento; tenersi alla larga dall aggressore, specie se bandisce armi proprie o improprie; cercare di calmare l aggressore con parole accomodanti, senza mettersi a discutere con lui e soprattutto senza contestare le sue dichiarazioni; rassicurarlo sul fatto che tutto si può accomodare ed informarlo che avete già avvertito la Direzione, che vi sta inviando qualcuno per esaminare le sue ragioni; se del caso, avvertire direttamente, ma senza farvi notare, le forze dell ordine telefonando ai numeri 112 (Carabinieri) o 113 (Polizia di Stato). Spiegate per filo e per segno la natura dell emergenza e rammentate alle Forze dell Ordine di arrivare sul posto, spegnendo la sirena, per evitare gesti inconsulti da parte dell aggressore; non cercare di intervenire direttamente, per evitare possibili pericolose reazioni, di cui potrebbe restare vittima l aggredito o l eventuale ostaggio; cercare di far parlare in continuazione l aggressore, fino all arrivo delle Forze dell Ordine. Un aggressore che parla, per solito, non commette atti irrimediabili. Il centro di controllo delle emergenze risponde immediatamente da conferma di aver recepito correttamente il messaggio di allarme contatta: unità di Emergenza Aziendale il coordinatore dell Unità di Crisi responsabile della Struttura Organizzativa interessata all evento forze dell Ordine (se necessario) Pagina 39 di 50

40 U.O. Servizio di Prevenzione e Protezione Piano generale di emergenza dell azienda USL 3 di Pistoia DA.05 Revisione 05 Ottobre 2011 Pagina 40 di 50 CAPITOLO 9 - ALLAGAMENTI, INONDAZIONI E DANNI DA ACQUA IN GENERE Sono molteplici le sorgenti d acqua che possono causare danni od incidenti, come: tracimazione di acqua dagli argini dei fiumi; tubazioni che scoppiano; scarichi di acqua piovana intasati; finestre infrante dalla grandine; danneggiamenti accidentali dovuti alla rottura di tubazioni; In questi casi, il personale direttamente coinvolto deve: rimanere calmo; informare immediatamente il centro di controllo delle emergenze del presidio ospedaliero di riferimento ed eventualmente informare direttamente il tecnico reperibile dell Area Funzionale Tecnica; dare informazioni sulla natura, sull esatta ubicazione e soprattutto sulla entità della perdita di acqua o caratteristiche della inondazione, indicandone la causa, se identificabile; indicare eventuali rischi che stanno per coinvolgere locali adiacenti e/o oggetti delicati. Informate anche il vostro superiore (se presente) offrendo le stesse informazioni; usare estrema cautela se vi sono apparati elettrici o prese d energia nelle immediate vicinanze della zona allagata. Se avete identificato con esattezza la causa della perdita e ritenete di poterla mettere sotto controllo (ad esempio la chiusura di una valvola a volantino, ecc.) intervenite, ma procedete con estrema cautela; Restare a disposizione delle squadre di manutenzione intervenute, per collaborare all eventuale spostamento di pazienti, documenti o degli oggetti delicati coinvolti nell allagamento. Il centro di controllo delle emergenze risponde immediatamente da conferma di aver recepito correttamente il messaggio di allarme contatta: unità di Emergenza Aziendale e gli addetti alla manutenzione il coordinatore dell Unità di Crisi responsabile della Struttura Organizzativa interessata all evento Pagina 40 di 50

41 U.O. Servizio di Prevenzione e Protezione Piano generale di emergenza dell azienda USL 3 di Pistoia DA.05 Revisione 05 Ottobre 2011 Pagina 41 di 50 CAPITOLO 10 - MANCANZA DI ENERGIA ELETTRICA Se si verifica una mancanza di energia elettrica: Il personale direttamente coinvolto: verifica che la mancanza di energia elettrica sia dovuta a cause esterne e che non dipenda da incendi o eventi pericolosi; chiama il centro di controllo delle emergenze utilizzando il numero telefonico riservato all emergenza; si prodiga al fine di far mantenere la calma ai degenti e visitatori; verifica quali apparecchi elettrici erano in uso prima della mancanza di energia elettrica e provvede a farli disattivare; verifica la presenza di persone in ascensore, in caso affermativo provvede a farli uscire; Il centro di controllo delle emergenze: risponde immediatamente da conferma di aver recepito correttamente il messaggio di allarme; chiama l Unità di emergenza aziendale e gli addetti alla manutenzione; avverte il Coordinatore dell Unità di Crisi; avverte il responsabile del Presidio/Struttura interessata. L unità di emergenza aziendale e gli addetti alla manutenzione: si recano sul posto ed eseguono una prima verifica; verificano l entrata in funzione e sorvegliano il buon funzionamento degli eventuali gruppi elettrogeni e di continuità; telefonano al fornitore di energia elettrica per verificare che il black-out dipenda da fattori esterni; relazionano al coordinatore dell unità di crisi. Pagina 41 di 50

42 U.O. Servizio di Prevenzione e Protezione Piano generale di emergenza dell azienda USL 3 di Pistoia DA.05 Revisione 05 Ottobre 2011 Pagina 42 di 50 CAPITOLO 11 - FUGA DI GAS Se si verifica una fuga di gas: Il personale direttamente coinvolto: non accende fiamme ne aziona interruttori della luce o di altri apparecchi elettrici; chiama il centro di controllo delle emergenze utilizzando il numero telefonico riservato all emergenza; provvede, se le condizioni lo consentono, ad aerare il più possibile le zone interessate dalla fuga di gas; chiude la valvola di intercettazione generale del gas; provvede ad allontanarsi dall area di rischio; Il Centro controllo emergenze telefonico: risponde immediatamente da conferma di aver recepito correttamente il messaggio di allarme; chiama l Unità di emergenza aziendale e gli addetti alla manutenzione; avverte il Coordinatore dell Unità di Crisi; avverte il responsabile del Presidio/Struttura interessata. L unità di emergenza aziendale e gli addetti alla manutenzione: si recano sul posto ed eseguono una prima verifica; provvedono, se le condizioni lo consentono, alla intercettazione del flusso del gas operando manualmente sulle saracinesche; chiama il pronto intervento dell azienda erogatrice del gas metano; relazionano al coordinatore dell unità di crisi. Pagina 42 di 50

43 U.O. Servizio di Prevenzione e Protezione Piano generale di emergenza dell azienda USL 3 di Pistoia DA.05 Revisione 05 Ottobre 2011 Pagina 43 di 50 CAPITOLO 13 - TERREMOTO Le regole e procedure di seguito riportate devono essere applicate ogni volta che si verifica una calamità naturale quale ad esempio un terremoto. GLI SCENARI DI UN IPOTETICO TERREMOTO Durante un sisma in una struttura sanitaria, anche se non si verificano crolli o gravi lesioni, si determina sempre una situazione d emergenza. Gli scenari di tale emergenza possono così essere sintetizzati: Armadi e arredi che, non fissati al muro, possono ribaltarsi schiacciando le persone con il loro peso o con il materiale in essi contenuto e/o ostruire il passaggio verso le uscite di emergenza; vetrate e/o pezzi di intonaco instabili che possono frantumarsi e precipitare ferendo, anche in maniera grave, le persone esposte; reti elettriche e di trasporto gas che possono rompersi, lasciando allo scoperto fili in tensione: potenziale fonte di folgorazione e/o di incendio; laboratori, spesso dotati di flaconi di vetro contenenti acidi, sostanze tossiche o infiammabili, che possono impregnarsi di un'atmosfera velenosa o infiammabile. A queste potenziali situazioni di pericolo determinate da strutture normalmente presenti in un edificio sanitario, bisogna aggiungere quelle prodotte dal tipico comportamento che si manifesta dopo la percezione del terremoto: il panico; la fuga in massa delle persone presenti (e, probabilmente, di parte del personale sanitario) dai reparti; situazione questa che può determinare gravi ferimenti e/o il crollo delle scale; la fuga in massa delle persone presenti (e, probabilmente, di parte del personale sanitario) fuori dell edificio del presidio per congiungersi con i propri familiari, situazione questa che può determinare gravi ferimenti a seguito di incidenti stradali o caduta di cornicioni; Precipitoso arrivo in ospedale di persone e familiari o massiccio afflusso di feriti. COME COMPORTARSI La cosa che più spaventa durante un terremoto è non sapere cosa fare; il secondo aspetto, che genera panico, è credere che non ci sia più niente da fare. Non esistono metodi per eliminare completamente i pericoli dovuti ai terremoti, tuttavia i danni alle cose ed alle persone possono essere drasticamente ridotti seguendo alcune semplici regole. In ogni caso, anche se è molto difficile rimanere in un edificio mentre si verifica un terremoto, la prima e principale regola di comportamento è: SE SEI all interno di un edificio non perdere la calma e non cercare di abbandonarlo, SE SEI ALL APERTO RIMANI ALL APERTO. E importante tenere presente che, nel tempo che si impiega a cercare di uscire da un edificio, se questo non è ancora crollato ha buone probabilità di resistere sostanzialmente indenne alla scossa; in secondo luogo i punti più pericolosi di una costruzione sono scale ed ascensore, per cui una fuga disordinata verso l esterno rischia di aumentare in misura notevole i fattori di rischio. Pagina 43 di 50

44 U.O. Servizio di Prevenzione e Protezione Piano generale di emergenza dell azienda USL 3 di Pistoia DA.05 Revisione 05 Ottobre 2011 Pagina 44 di 50 TIPOLOGIA DI INTERVENTI Il terremoto è un evento negativo di durata estremamente limitata nel tempo: NON ESISTE POSSIBILITÀ DI INTERVENTO DI CONTENIMENTO, MENTRE LO STESSO SI VERIFICA L emergenza va vista, quindi, come intervento preventivo (evitare le situazioni più pericolose) ed a posteriori (gestione dell emergenza) dell evento sismico. FASE DI PREVENZIONE: EVITARE LE SITUAZIONI PIÙ PERICOLOSE L Area Funzionale Tecnica valuta e verifica periodicamente la sicurezza delle strutture e degli impianti; Devono essere individuati in ogni ambiente i punti meno pericolosi dove rifugiarsi durante un terremoto (architravi dei muri portanti, mobili robusti ecc); Sistemare le postazioni di lavoro ed i letti in modo che siano distanti da ampie vetrate, da specchi, mensole con oggetti pesanti, oggetti pesanti sospesi etc. Verificare che tutti gli oggetti pesanti (armadi,strumenti etc.) siano fissati ed ancorati ai muri in modo che non possano spostarsi; Verificare che i mobili pensili abbiano chiusure con blocco di sicurezza. Verificare che tutti gli oggetti di vetro siano fissati o collocati in modo che non possano cadere. Controllare che i collegamenti all impianto del gas siano fatti con tubi flessibili. Controllare che gli specchi o i quadri pesanti siano fissati in modo sicuro alle pareti. Verificare che tutti i prodotti infiammabili siano posti lontano dalle sorgenti di calore e conservati negli appositi armadietti antincendio come disposto nel regolamento antincendio aziendale. Verificare che le vie di esodo ed uscite di emergenza siano mantenute sgombre e facilmente fruibili; Verificare che le luci di emergenza siano efficienti; Formare le Unità di emergenza delle strutture ed aziendale delle regole di base in caso di evento sismico; FASE DI EMERGENZA DURANTE IL TERREMOTO Mantenere la calma, interrompere ogni attività e cercare di tranquillizzare gli altri. Non cercare di abbandonare l edificio, Rimani dove sei, al massimo allontanati da oggetti sospesi che possono cadere. Non cercare di raggiungere l uscita; anche altri avranno avuto la stessa idea e tutti insieme non riuscirete a passare. Non muoverti fino a quando la scossa non è terminata. Non cercare assolutamente di uscire durante la scossa, le scale e gli ascensori sono una delle parti più pericolose degli edifici. Non usare l ascensore. Se venite sorpresi dalla scossa mentre vi trovate in ascensore fermatevi al primo piano possibile ed uscite immediatamente. In luogo APERTO Stare lontano dalle costruzioni, da alberi, muri, linee elettriche. Se vi trovate su un marciapiede, cercare riparo sotto un portone. Pagina 44 di 50

45 U.O. Servizio di Prevenzione e Protezione Piano generale di emergenza dell azienda USL 3 di Pistoia DA.05 Revisione 05 Ottobre 2011 Pagina 45 di 50 DOPO IL TERREMOTO L intervento si volge essenzialmente lungo tre direttrici: u prima verifica delle condizioni di stabilità delle strutture e degli impianti; u eventuale evacuazione precauzionale (parziale o totale); u ripristino delle condizioni di sicurezza precedenti in particolare le procedura da seguire sono le seguenti: devono essere allertate tutte le unità di emergenza compresa l Unità di Crisi verificare che non vi siano feriti e fughe di gas o rotture dell impianto idrico ed elettrico; non accendere la luce. provvedere alla chiusure delle adduzioni del gas, elettricità ed acqua intervenendo sui sistemi di intercettazione; assistere e tranquillizzare i soggetti dotati di minore autocontrollo; non spostare eventuali feriti gravi se non si è in grado di farlo correttamente; intervenire tempestivamente in caso di principi di incendio utilizzando gli appositi presidi antincendio presenti nella struttura; collaborare con le squadre dei soccorritori esterni ; se all evento sismico seguono incidenti a catena ( allagamenti, incendi, danni alle apparecchiature etc.) attenersi ai comportamenti già individuati nei capitoli precedenti effettuare un censimento delle persone presenti all interno degli edifici al momento dell evento, per provvedere alla ricerca di eventuali dispersi, compresi i visitatori esterni che a qualunque titolo fossero presenti; non attivare le utenze luce, gas, acqua senza l apposita autorizzazione dal responsabile del presidio. COMPITI DEL PERSONALE Il Personale di presidio/reparto u si prodiga al fine di far mantenere la calma ai degenti e visitatori in collaborazione con l addetto antincendio; u segnala al più vicino addetto alla squadra antincendio danni o lesioni rilevate. L addetto alla squadra antincendio Chiama il centro di controllo delle emergenze per comunicare la situazione e richiede l intervento delle altre unità di emergenza; coordina lo stato di emergenza sino all arrivo dei soccorsi esterni. Il centro di controllo delle emergenze, con i mezzi a disposizione chiama: u gli Addetti all Unità di emergenza aziendale u i componenti dell Unità di Crisi; u i VV.FF. e la Centrale operativa della Protezione Civile u gli Addetti all evacuazione. Gli Addetti alle unità di emergenza aziendale e l eventuale personale dell AFT in servizio Pagina 45 di 50

46 U.O. Servizio di Prevenzione e Protezione Piano generale di emergenza dell azienda USL 3 di Pistoia DA.05 Revisione 05 Ottobre 2011 Pagina 46 di 50 u si recano immediatamente sul posto; u eseguono una prima verifica, in merito alle condizioni delle strutture, attrezzature e impianti; u controllano le condizioni degli impianti o dei dispositivi di sicurezza (impianto antincendio, illuminazione di sicurezza, saracinesche d intercettazione flusso gas, pulsanti di blocco elettrico, ecc.); u relazionano sui rilievi al Coordinatore dell Unità di Crisi. Gli Addetti all evacuazione ricevuto l ordine di evacuare, attuano le procedure previste. Il Coordinatore dell Unità di Crisi deve: a) raccogliere informazioni sulla prima ricognizione effettuata dagli Addetti alla manutenzione e dagli Addetti alla lotta antincendio, e valutare la situazione; b) ordinare l evacuazione totale o parziale in accordo con la Direzione Aziendale; c) informare dettagliatamente Polizia e Carabinieri, e VV.FF. nel frattempo intervenuti, sui danneggiamenti provocati dal sisma e ai rischi correlati; d) verificare il buon fine dell evacuazione e procedere all appello; e) concordare con la Direzione Generale e le Forze dell Ordine la fine dell emergenza; f) dichiarare la cessazione dell emergenza; g) dare l avvio alle procedure di ripristino di impianti tecnologici e di sicurezza; h) consentire il rientro del personale e degenti evacuato; i) dare informazioni agli organi di stampa; j) redigere il rapporto alla Direzione Generale. Pagina 46 di 50

47 U.O. Servizio di Prevenzione e Protezione Piano generale di emergenza dell azienda USL 3 di Pistoia DA.05 Revisione 05 Ottobre 2011 Pagina 47 di 50 CAPITOLO 14 - ORGANIZZAZIONE DELL ATTIVITA DI PRONTO SOCCORSO Pronto Soccorso nei Presidi Ospedalieri Nei Presidi Ospedalieri l attività di Pronto Soccorso per il personale dell Azienda è svolta dalla specifica Unità Operativa di Pronto Soccorso, attiva 24 ore al giorno con personale medico, infermieristico e specialistico. L U.O. Pronto Soccorso Ospedaliero è integrata nel Dipartimento Emergenza e Urgenza (D.E.U.) con le altre strutture organizzative aziendali. Pronto Soccorso nei Presidi Territoriali Nei Presidi Territoriali, l attività relativa al Pronto Soccorso nei confronti del personale dipendente è affidata al personale sanitario (medici e/o infermieri) presente in turno in ogni Presidio durante l orario di lavoro. Pagina 47 di 50

48 U.O. Servizio di Prevenzione e Protezione Piano generale di emergenza dell azienda USL 3 di Pistoia DA.05 Revisione 05 Ottobre 2011 Pagina 48 di 50 ALLEGATI 01 Istruzioni operative per il soccorso delle persone disabili: indicazioni per la gestione dell emergenza. 02 Istruzioni operative per gli operatori addetti alle comunicazioni di emergenza 03 Istruzioni operative per gli addetti antincendio per la procedura di allarme 04 Planimetrie Generali Emergenza Presidi Ospedalieri dell ASL 3 di Pistoia 05 Istruzione operativa per la gestione delle emergenze nelle strutture sanitarie dell azienda USL 3 di Pistoia

49 U.O. Servizio di Prevenzione e Protezione Piano generale di emergenza dell azienda USL 3 di Pistoia DA.05 Revisione 05 Ottobre 2011 Pagina 49 di 50 BIBLIOGRAFIA Presidio Ospedaliero Fatebenefratelli-Oftalmico di Milano Piano di Emergenza (Versione marzo 2001) ; Le Procedure di emergenza ed evacuazione Adalberto Biasotti Editore EPC La sicurezza antincendio nelle strutture sanitarie Michele Vigne ed altri- Maggioli Editore. La sicurezza antincendio e la gestione dell emergenza negli ospedali Luigi Biscardi e Vincenzo Bonometti Editore EPC. Le emergenze in ospedale Dossier Ambiente (Associazione Ambiente e Lavoro). Il soccorso alle persone disabili: indicazioni per la gestione dell emergenza Ministero dell Interno. Dipartimento dei Vigili del Fuoco del soccorso e della difesa civile. Pagina 49 di 50

50 U.O. Servizio di Prevenzione e Protezione Piano generale di emergenza dell azienda USL 3 di Pistoia DA.05 Revisione 05 Ottobre 2011 Pagina 50 di 50 U.O. SERVIZIO DI PREVENZIONE E PROTEZIONE Tel fax E mail l.lippi@usl3.toscana.it

51 REGIONE TOSCANA Azienda U.S.L. 3 di Pistoia Via Sandro Pertini, Pistoia ALLEGATO 1 Al PIANO GENERALE DI EMERGENZA DELL AZIENDA USL 3 PISTOIA rev. 05 ISTRUZIONI OPERATIVE PER IL SOCCORSO ALLE PERSONE DISABILI: INDICAZIONI PER LA GESTIONE DELL EMERGENZA

52 ALLEGATO 1 Versione 03 INDICE MISURE PER LA GESTIONE DI UNA EMERGENZA RIFERITE A DISABILITÀ ANCHE TEMPORANEE... 3 MISURE RIFERITE ALLA DISABILITÀ MOTORIA... 4 TECNICHE DI TRASPORTO... 6 MISURE RIFERITE ALLA DISABILITÀ SENSORIALE... 9 MISURE RIFERITE ALLA DISABILITÀ COGNITIVA IL COORDINAMENTO CON I VIGILI DEL FUOCO Pagina 2 di 11

53 ALLEGATO 1 Versione 03 MISURE PER LA GESTIONE DI UNA EMERGENZA RIFERITE A DISABILITÀ ANCHE TEMPORANEE Di seguito saranno proposte le modalità ritenute più efficaci per affrontare quelle categorie di disabilità in cui è più comune imbattersi, ovvero: disabilità motorie disabilità sensoriali disabilità cognitive Si deve, inoltre, ricordare che una persona non identificabile come disabile in condizioni ambientali normali, se coinvolta in una situazione di crisi potrebbe non essere in grado di rispondere correttamente, adottando, di fatto, comportamenti tali da configurarsi come condizioni transitorie di disabilità. Affinché un soccorritore possa dare un aiuto concreto è necessario che sia in grado di comprendere i bisogni della persona da aiutare, anche in funzione del tipo di disabilità che questa presenta e che sia in grado di comunicare un primo e rassicurante messaggio in cui siano specificate le azioni basilari da intraprendere per garantire un allontanamento celere e sicuro dalla fonte di pericolo. Gli elementi che possono determinare le criticità in questa fase dipendono fondamentalmente: dalle barriere architettoniche presenti nella struttura edilizia (scale, gradini, passaggi stretti, barriere percettive, ecc.) che limitano o annullano la possibilità di raggiungere un luogo sicuro in modo autonomo; dalla mancanza di conoscenze appropriate da parte dei soccorritori e degli addetti alle operazioni di evacuazione, sulle modalità di percezione,orientamento e fruizione degli spazi da parte di questo tipo di persone. Queste condizioni si possono verificare contemporaneamente e, pertanto, vanno affrontate e risolte insieme: alla prima va contrapposta una corretta pianificazione degli interventi da apportare nel tempo all edificio, la seconda si affronta predisponendo misure gestionali opportune e formando in modo specifico il personale incaricato. Pagina 3 di 11

54 ALLEGATO 1 Versione 03 MISURE RIFERITE ALLA DISABILITÀ MOTORIA La movimentazione di un disabile motorio dipende fondamentalmente dal grado di collaborazione che questo può fornire, secondo le due seguenti tipologie di azioni: sollevamenti, ovvero spostamenti di tutto il peso del corpo della persona da soccorrere; spostamenti, ovvero spostamenti di parti del corpo della persona. In particolare, le prime riguardano le persone che sono totalmente incapaci di collaborare dal punto di vista motorio (o con patologie di carattere psichico talmente gravi da comportare una totale inabilità motoria) e che non possono agevolare la movimentazione con le residue capacità di movimento disponibili. Pertanto, per effettuare un azione che garantisca il corretto espletamento della prestazione richiesta, e che, nel contempo, salvaguardi l integrità fisica del soccorritore, è necessario: individuare in ogni persona tutte le possibilità di collaborazione; essere in grado di posizionare le mani in punti di presa specifici, per consentire il trasferimento della persona in modo sicuro; assumere posizioni di lavoro corrette, che salvaguardino la schiena dei soccorritori; essere in grado di interpretare le necessità della persona da affiancare ed offrire la collaborazione necessaria. Collaborazione del disabile È bene tentare di coinvolgere sempre la persona da soccorrere nello spostamento, incoraggiandola ad una collaborazione attiva,seppur nei limiti delle sue abilità. Ovviamente tale sollecitazione deve essere rivolta alle risorse fisiche disponibili, più che a quelle perdute; in questo caso l obiettivo da raggiungere è duplice: incentivare la persona con disabilità a superare i propri limiti, cercando di infonderle fiducia nel superamento della situazione transitoria e proponendo una partecipazione attiva a tutte le operazioni che la riguardano; facilitare il lavoro del soccorritore proprio attraverso il meccanismo della collaborazione, facendo risparmiare sforzi eccessivi e talvolta infruttuosi. Punti di presa specifici Per effettuare un trasporto è necessario evitare di sottoporre a trazione le strutture articolari, che potrebbe determinare conseguenze nocive, e prevenire puntuali e dolorose compressioni digitali appoggiando tutta la mano per ripartire omogeneamente la sollecitazione ed offrire una migliore presa globale. In tali circostanze sono da preferire i seguenti punti di presa: il cingolo scapolare (complesso articolare della spalla); il cingolo pelvico (complesso articolare di bacino ed anche); il più vicino possibile al tronco. È inoltre importante richiamare l attenzione sull uso della cosiddetta presa crociata, che rispetto alle altre tecniche è da preferire sia per la sicurezza nella presa che per il benessere del soccorritore (ne salvaguarda la schiena). In tale presa (Figura 1), il soccorritore: Pagina 4 di 11

55 ALLEGATO 1 Versione 03 posiziona le braccia del paziente davanti al tronco, flettendogli i gomiti e incrociando gli avambracci; entra con la mano sotto la scapola e prosegue fino ad arrivare all avambraccio, che afferra in prossimità del gomito; tira verso l alto l intero complesso braccio-spalla della persona da soccorrere, sollevando in questo modo tutto il tronco dello stesso. Figura 1 Nel caso di un solo soccorritore l operazione viene effettuata dopo essersi posizionato alle spalle della persona da soccorrere; in questo caso la tecnica di presa permette anche di contenere il movimento delle braccia che, utilizzando altre tecniche, potrebbero arrecare disturbo al trasporto. La tecnica identificata come trasporto del pompiere o trasporto alla spalla, in cui il soccorritore dispone sulle proprie spalle la persona da soccorrere, può determinare una eccessiva pressione sul torace e sul ventre con possibilità di traumi nel trasportato; in tal senso risulta sconsigliata anche per il trasporto di una persona con disabilità temporanea. Posizioni di lavoro corrette Per conservare l integrità fisica del soccorritore è necessario utilizzare le leve di forza più vantaggiose, con l obiettivo di economizzare lo sforzo muscolare e prevenire particolari patologie a carico della schiena. Per prevenire tali circostanze è necessario seguire alcune semplici regole generali: posizionarsi il più vicino possibile alla persona da soccorrere; flettere le ginocchia,non la schiena; allargare la base di appoggio al suolo divaricando le gambe; sfruttare il peso del proprio corpo come contrappeso, riducendo lo sforzo muscolare attivo. Offerta di collaborazione In generale è bene non interferire con persone che, pur utilizzando ausili motori quali, ad esempio,una gruccia o un bastone, sono capaci di muoversi in piena autonomia e palesemente dimostrano di sapersi spostare da sole. In queste circostanze un valido contributo può essere fornito semplicemente dando la propria disponibilità ad accompagnare la persona fino ad un luogo sicuro. Se nella fase di evacuazione dovesse determinarsi un notevole flusso di persone che possa travolgere quella che si sta muovendo con la gruccia o il bastone o creare difficoltà di movimento, è possibile difendere quest ultima utilizzando il proprio corpo come uno scudo per impedire che sia messa in difficoltà. Le persone che utilizzano sedie a ruote, molte volte possono muoversi autonomamente fino ai punti dov è necessario affrontare dislivelli, quando sarà necessario fornire l assistenza necessaria per il loro superamento. In tale circostanza il ruolo del soccorritore può consistere in un affiancamento,dichiarando la disponibilità a collaborare, senza peraltro imporre la propria presenza; in ogni caso il soccorritore dovrà assicurare che la persona giunga in un luogo sicuro, ovvero che abbia completato l esodo. Da quanto appena esposto risulta evidente la necessità che il soccorritore concordi preventivamente con la persona da aiutare le modalità di trasporto ed evacuazione della stessa. Pagina 5 di 11

56 ALLEGATO 1 Versione 03 TECNICHE DI TRASPORTO Figura 2 Trasporto da parte di una persona Il sollevamento in braccio (Figura 2) è il metodo preferito da impiegare per il trasporto di una persona quando non ha forza nelle gambe, ma è pur sempre collaborante. È questo un trasporto sicuro se il trasportato pesa molto meno di chi la trasporta. In quest ultima circostanza è necessario far collaborare il trasportato, invitandolo a porre il braccio attorno al collo del soccorritore,in modo da alleggerire il peso scaricato sulle braccia. Figura 3 Trasporto con due persone È questa una tecnica che può ritenersi valida nel caso sia necessario movimentare una persona che non può utilizzare gli arti inferiori (Figura 3), ma che in ogni caso è collaborante: q due operatori si pongono a fianco della persona da trasportare; Pagina 6 di 11

57 ALLEGATO 1 Versione 03 ne afferrano le braccia e le avvolgono attorno alle loro spalle; afferrano l avambraccio del partner; uniscono le braccia sotto le ginocchia della persona da soccorrere ed uno afferra il polso del partner; entrambe le persone devono piegarsi verso l interno vicino al trasportato e sollevarlo coordinando tra loro le azioni di sollevamento in modo da non far gravare in modo asimmetrico il carico su uno dei soccorritori; dopo aver sollevato la persona da soccorrere e cominciato il movimento di trasporto è necessario effettuare una leggera pressione sulla parte superiore del corpo del trasportato in modo che lo stesso si mantenga il più verticale possibile sgravando, in tal modo, parte del peso dalle braccia dei soccorritori. Il vantaggio di questa tecnica di trasporto è che i due partner soccorritori possono supportare con pratica e coordinamento una persona, il cui peso è lo stesso od anche superiore a quello del singolo trasportatore. Lo svantaggio si può manifestare affrontando un percorso, in salita o discesa, sulle scale; in tal caso la larghezza delle tre persone così disposte potrebbe superare la larghezza minima delle scale stesse, imponendo disposizioni reciproche tali da indurre difficoltà nel movimento. Un altra controindicazione di questa tecnica si manifesta nel caso di persone che non hanno un buon controllo del capo e/o non sono collaboranti; in tale caso la tecnica da utilizzare, che peraltro permette di sostenere bene il capo, è quella descritta come presa crociata. Trasporto a due in percorsi stretti Figura 4 Talvolta il passaggio da attraversare è talmente stretto che due persone affiancate non possono passare, in tal caso si raccomanda la tecnica di trasporto illustrata nella Figura 4. Il soccorritore posteriore avrà attuato una presa crociata, mentre quello anteriore sosterrà la persona tra il ginocchio ed i glutei. È comunque una tecnica da attuare con molta prudenza, in quanto il capo reclino può creare difficoltà respiratorie, infatti la parziale occlusione delle vie aeree determina una posizione critica del trasportato. È bene, quindi, utilizzare questo trasporto solo limitatamente ai passaggi critici. Pagina 7 di 11

58 ALLEGATO 1 Versione 03 Trasporto a strisciamento Figura 5 Nel caso in cui il soccorritore disponga di poche forze residue (Figura 5), la tecnica del trasporto per strisciamento gli permette di scaricare sul pavimento gran parte del peso del trasportato. A questa condizione va aggiunto l indubbio vantaggio di poter attraversare anche passaggi assai stretti e bassi. Assistenza di una persona in sedia a ruote nello scendere le scale Figura 6 Nel caso in cui il soccorso preveda la discesa di scale carrozzella (figura 6) il soccorritore deve porsi dietro alla carrozzella ed afferrare le due impugnature di spinta, dovrà quindi piegare la sedia a ruote stessa all indietro di circa 45 (in modo tale che l intero peso cada sulla ruota della sedia a ruote) fino a bilanciarla e cominciare a scendere guardando in avanti. Pagina 8 di 11

59 ALLEGATO 1 Versione 03 Il soccorritore si porrà un gradino più in alto della sedia, tenendo basso il proprio centro di gravità e lasciando scendere le ruote posteriori gradualmente da un gradino all altro, tenendo sempre la seggiola leggermente piegata all indietro. Se possibile il trasporto potrà essere prestato da due soccorritori dei quali uno opererà dal davanti. Il soccorritore che opera anteriormente non dovrà sollevare la sedia perché questa azione scaricherebbe troppo peso sul soccorritore che opera da dietro. Altre difficoltà La gravidanza, soprattutto se in fase avanzata, è assimilabile ad un handicap temporaneo. In questi casi il soccorritore dovrà offrirsi di accompagnare la donna sino all uscita per aiutarla da un punto di vista fisico ed emotivo, rimanendo con lei finché non avrà raggiunto un area sicura di raccolta e non sarà stata sistemata in un posto sicuro. Qualora la persona da aiutare presenti problemi di respirazione, che possono derivare anche da stato di stress, affaticamento o esposizione a piccole quantità di fumo o altri prodotti di combustione, il soccorritore dovrà rimanerle vicino ed aiutarla ad utilizzare eventuali prodotti inalanti,quindi accompagnarla fino ad un luogo sicuro ove altri soccorritori se ne prendano cura. Nel caso di persone con affezioni cardiache l assistenza può limitarsi ad una offerta di aiuto o affiancamento mentre queste persone camminano, poiché possono avere una ridotta energia disponibile e richiedere frequenti momenti di riposo. MISURE RIFERITE ALLA DISABILITÀ SENSORIALE Tra le molte sfide che quotidianamente le persone con disabilità agli organi di senso si trovano ad affrontare, sia negli ambienti di vita quotidiana che di lavoro, quelle che considerano i rischi potenziali per la propria salute e sicurezza sono tra le più gravose da affrontare e risolvere. Le premesse da considerare per far fronte a tali situazioni possono essere le seguenti: Durante un emergenza le capacità sensoriali disponibili, da cui peraltro dipende la capacità di sopravvivenza di un individuo, non devono essere sopraffatte. I dispositivi per segnalare un allarme incendio devono essere completamente comprensibili in ragione delle abilità delle persone; è quindi necessario che questi dispositivi siano accoppiati a controparti ottiche, acustiche e/o meccaniche (vibrazione), in azione sinergica tra loro, senza peraltro compromettere la comprensione di altri segnali e/o istruzioni altrimenti fornite. Per compensare l incapacità di percepire ed elaborare gli indicatori visivi (segnaletica di sicurezza) presenti e garantire la possibilità di allontanarsi autonomamente dal luogo in sicurezza, anche mediante l utilizzo del bastone bianco per non vedenti o del cane guida, negli ambienti devono essere presenti indicazioni realizzate anche con segnali tattili, in Braille e a caratteri ingranditi per gli ipovedenti. Le vie di fuga dovranno essere identificabili a prescindere dalle capacità di percezione del soggetto ed essere attrezzate con guide tattili a terra, individuabili anche con opportune differenziazioni cromatiche o da corrimano, salvo nei tratti in cui il percorso sia agevolato da guide naturali (es. corridoi lineari di larghezza non superiore a due-tre metri). L acquisizione di alcune semplici tecniche di autoprotezione integrate con altre tecnologie di sicurezza antincendio, è il modo più efficace per aumentare le probabilità di sopravvivenza in tale condizione. Le modalità di segnalazione di una richiesta di aiuto variano in funzione del tipo di disabilità e, pertanto, è necessario considerare l acquisizione di strumenti capaci di supplire i deficit del richiedente. Tecniche di assistenza a persone con disabilità dell udito Nell assistenza a persone con questo tipo di disabilità il soccorritore dovrà porre attenzione nell attuare i seguenti accorgimenti: Per consentire al sordo una buona lettura labiale, la distanza ottimale nella conversazione non deve mai superare il metro e mezzo. Pagina 9 di 11

60 ALLEGATO 1 Versione 03 Il viso di chi parla deve essere illuminato in modo da permetterne la lettura labiale. Nel parlare è necessario tenere ferma la testa e, possibilmente,il viso di chi parla deve essere al livello degli occhi della persona sorda. Parlare distintamente, ma senza esagerare, avendo cura di non storpiare la pronuncia: la lettura labiale, infatti, si basa sulla pronuncia corretta. La velocità del discorso inoltre deve essere moderata: né troppo in fretta, né troppo adagio. Usare possibilmente frasi corte, semplici ma complete,esposte con un tono normale di voce (non occorre gridare). Non serve parlare in modo infantile, mentre è necessario mettere in risalto la parola principale della frase usando espressioni del viso in relazione al tema del discorso. Non tutti i suoni della lingua sono visibili sulle labbra:fare in modo che la persona sorda possa vedere tutto ciò che è visibile sulle labbra. Quando si usano nomi di persona,località o termini inconsueti,la lettura labiale è molto difficile. Se il sordo non riesce, nonostante gli sforzi, a recepire il messaggio, anziché spazientirsi, si può scrivere la parola in stampatello. Anche se la persona sorda porta le protesi acustiche, non sempre riesce a percepire perfettamente il parlato, occorre dunque comportarsi seguendo le regole di comunicazione appena esposte. Per la persona sorda è difficile seguire una conversazione di gruppo o una conferenza senza interprete. Occorre quindi aiutarlo a capire almeno gli argomenti principali attraverso la lettura labiale, trasmettendo parole e frasi semplici e accompagnandole con gesti naturali. Tecniche di assistenza a persone con disabilità della vista Nell assistenza a persone con questo tipo di disabilità il soccorritore dovrà porre attenzione nell attuare i seguenti accorgimenti: Annunciare la propria presenza e parlare con voce ben distinta e comprensibile fin da quando si entra nell ambiente in cui è presente la persona da aiutare. Parlare naturalmente,senza gridare, e direttamente verso l interlocutore, senza interporre una terza persona, descrivendo l evento e la reale situazione di pericolo. Non temere di usare parole come vedere, guardare o cieco. Offrire assistenza lasciando che la persona vi spieghi di cosa ha bisogno. Descrivere in anticipo le azioni da intraprendere. Lasciare che la persona afferri leggermente il braccio o la spalla per farsi guidare (può scegliere di camminare leggermente dietro per valutare la reazione del corpo agli ostacoli). Lungo il percorso è necessario annunciare, ad alta voce, la presenza di scale, porte ed altre eventuali situazioni e/o ostacoli. Nell invitare un non vedente a sedersi, guidare prima la mano di quest ultima affinché tocchi lo schienale del sedile. Qualora si ponesse la necessità di guidare più persone con le stesse difficoltà, invitatele a tenersi per mano. Una volta raggiunto l esterno, o lo spazio calmo, è necessario accertare che la persona aiutata non sia abbandonata a se stessa ma rimanga in compagnia di altri fino alla fine dell emergenza. MISURE RIFERITE ALLA DISABILITÀ COGNITIVA Le persone con disabilità di apprendimento possono avere difficoltà nel riconoscere o nell essere motivate ad agire, in caso di emergenza, da parte di personale di soccorso non addestrato. Esse possono avere difficoltà nell eseguire istruzioni piuttosto complesse e che coinvolgono più di una breve sequenza di semplici azioni. In situazione di pericolo (incendio, fumo, pericolo di scoppio, etc.) un disabile cognitivo può esibire un atteggiamento di completa o parziale o nulla collaborazione con coloro che portano soccorso. Può accadere che in una situazione nuova e sconosciuta, manifesti una reazione di totale rifiuto e disconoscimento della realtà pericolosa, che può sfociare in comportamenti aggressivi auto o etero diretti nei confronti di coloro che intendono prestare soccorso. In tali evenienze il soccorritore deve mantenere la calma, parlare con voce rassicurante con il disabile, farsi aiutare da persone eventualmente presenti sul luogo e decidere rapidamente sul da farsi. La priorità assoluta è Pagina 10 di 11

61 ALLEGATO 1 Versione 03 l integrità fisica della persona, ed il ricorso ad un eventuale intervento coercitivo di contenimento per salvaguardarne l incolumità può rappresentare l unica soluzione. In questo ambito diventa necessaria e fondamentale l esercitazione ad agire in situazioni di emergenza simulata. Ecco qualche utile suggerimento: può non aver raggiunto la capacità di percepire il pericolo; molti di loro non posseggono l abilità della lettoscrittura; la loro percezione visiva di istruzioni scritte o di pannelli può essere confusa; il loro senso di direzione può essere limitato e potrebbero avere bisogno di qualcuno che li accompagna; le istruzioni e le informazioni devono essere suddivise in semplici fasi successive:siate molto pazienti; bisogna usare segnali semplici o simboli immediatamente comprensibili, ad esempio segnali grafici universali; spesso nel disabile cognitivo la capacità a comprendere il linguaggio parlato è abbastanza sviluppata ed articolata, anche se sono presenti difficoltà di espressione. Si raccomanda pertanto di verbalizzare sempre e direttamente con lui le operazioni che si effettueranno in situazione d emergenza. ogni individuo deve essere trattato come un adulto che ha un problema di apprendimento; non parlate loro con sufficienza e non trattateli come bambini. IL COORDINAMENTO CON I VIGILI DEL FUOCO Nella pianificazione di una risposta a situazioni di emergenza è di vitale importanza il coordinamento con i soccorsi esterni (generalmente Vigili del Fuoco 115; soccorso sanitario 118), per garantire strategie della massima efficacia. Tra l altro, coinvolgere preventivamente queste strutture (nei casi di maggiore rilevanza) può contribuire anche all accrescimento professionale degli addetti aziendali a svolgere tale ruolo. Per quanto riguarda i criteri da seguire nella pianificazione dell emergenza, a puro titolo esemplificativo, possono essere adottate le seguenti strategie: scegliere di far convergere le persone disabili verso un punto di raccolta sicuro, che può essere individuato anche nell ambito del posto di lavoro, pianificando l attesa dell arrivo dei vigili del fuoco oppure della squadra di emergenza interna; definire quale tecnica di esodo evacuazione debba essere usata,in particolare le tecniche di trasporto per le persone che non possono muoversi da sole attraverso le scale; Indipendentemente dal tipo di piano, questo deve essere simulato con realismo e ben coordinato con gli enti locali di assistenza, fermo restando,ovviamente, il massimo coinvolgimento preventivo delle persone interessate. Pagina 11 di 11

62 REGIONE TOSCANA Azienda U.S.L. 3 di Pistoia Via Sandro Pertini, Pistoia ALLEGATO 2 PIANO GENERALE DI EMERGENZA DELL AZIENDA USL 3 PISTOIA rev. 05 ISTRUZIONI OPERATIVE PER GLI OPERATORI ADDETTI ALLE COMUNICAZIONI DI EMERGENZA

63 Allegato 2 Versione 03 In caso di emergenza l operatore del centro di controllo delle emergenze assume il compito di addetto alle comunicazioni di emergenza : questo ruolo è fondamentale per far funzionare in modo efficace i soccorsi. La presente procedura illustra nel dettaglio le attività che l operatore è chiamato a svolgere in caso di emergenza. In ogni Presidio Ospedaliero è presente una linea telefonica (abilitata per esterno e interno) dedicata esclusivamente all emergenza. Presidio Ospedaliero di Pistoia 0573/ (interno 3030) Presidio Ospedaliero di Pescia 0572/ (interno 7508) PROCEDURA OPERATIVA Quando suona il TELEFONO DEDICATO ESCLUSIVAMENTE ALL EMERGENZA l operatore deve: 1. abbandonare le altre chiamate e rispondere immediatamente; 2. ricevere il messaggio; 3. confermare di aver recepito correttamente il messaggio di allarme; 4. disporsi ad effettuare tutte le chiamate successive, indicate nelle schede riportate di seguito; Nel caso si sia verificata un emergenza di CODICE BIANCO (primo livello) contatta: 1. Unità di Emergenza Aziendale (operatori AFT e SPP) Nel caso si sia verificata un emergenza di CODICE ROSSO ( di secondo livello) contatta: 1. Unità di Crisi e relativo Gruppo Operativo 2. Unità di Emergenza Aziendale 3. Locali adiacenti a quelli interessati dall evento 4. Addetto alla portineria per avvisare dell arrivo dei Vigili del Fuoco e delle altre Strutture Esterne allertate; Pagina 2 di 13

64 Allegato 2 Versione 03 Se necessario, allerta le strutture esterne secondo le seguenti modalità: In caso di incendio: In caso di attentato, minaccia di bomba, aggressione a dipendenti : Mancanza di energia elettrica Allagamenti, inondazioni e danni da acqua in genere Terremoto Sversamenti accidentali di sostanza tossiche e infiammabili Fughe di gas - Vigili del Fuoco - Dipartimento di emergenza e urgenza - Polizia o Carabinieri - Ente erogatore energia elettrica - Ente erogatore acqua - Vigili del Fuoco - Dipartimento di emergenza e urgenza - Protezione Civile - Vigili del Fuoco - Vigili del Fuoco - Ente erogatore gas TESTO DI UNA TELEFONATA DI ALLARME IN CASO DI INCENDIO Tipo di emergenza Destinatario Scheda n 01 INCENDIO (esempio) VVF 1. QUI E L OSPEDALE DI PISTOIA/PESCIA 2. SI RICHIEDE URGENTEMENTE UN VOSTRO INTERVENTO. 3. SI E VERIFICATO UN INCENDIO PRESSO LA ZONA: Indicare con precisione il reparto o la struttura interessata; Indicare il punto di ingresso dei mezzi di soccorso; Indicare il percorso interno per raggiungere il luogo dell emergenza; Comunicare il nominativo dell eventuale incaricato di attendere i soccorsi e il luogo di attesa (che coinciderà con il punto di ingresso dei mezzi di soccorso). 4. ATTENDERE EVENTUALI DOMANDE DA PARTE DELL OPERATORE DELLA CENTRALE OPERATIVA DEI VVF. ATTENZIONE NON COMUNICARE INFORMAZIONI DI CUI NON NE SIATE ASSOLUTAMENTE CERTI (Entità dell emergenza, persone coinvolte, ecc); Pagina 3 di 13

65 Allegato 2 Versione 03 PERSONALE DA CONTATTARE IN CASO DI EMERGENZA RIFERITA AD UNO O PIU REPARTI DEL PRESIDIO OSPEDALIERO DI PISTOIA CODICE BIANCO Personale Area Funzionale Tecnica Personale U.O. Prevenzione e Protezione UNITA DI EMERGENZA AZIENDALE In caso di chiamata notturna o festivi Si veda turni reperibilità In caso di chiamata notturna o festivi Si veda turni reperibilità CODICE ROSSO ENTI ESTERNI TELEFONO VIGILI DEL FUOCO 115 EMERGENZA SANITARIA 118 CARABINIERI 112 POLIZIA 113 ENTE EROGATORE ACQUA (PUBLIACQUA SPA) ENTE EROGATORE GAS (TOSCANA ENERGIA) ENEL PROTEZIONE CIVILE PROVINCIALE UNITA DI CRISI Titolo Nome Cognome Telefono inter.aziendale Direttore Sanitario Dr.sa Silvia BRIANI Telefono cellulare Telefono casa Direttore del P.O. PISTOIA Responsabile DEU e 118 Responsabile Area Funzionale Tecnica Responsabile U.O. Prevenzione e Protezione Responsabile Pronto soccorso PISTOIA Responsabile struttura Interessata Dr.sa Cinzia LUPI Dr. Roberto BIAGINI Dr.Piero PAOLINI Ing. Fabrizio D ARRIGO Dr. Luciano LIPPI Dr. Andrea CAI Vedi allegato elenco numeri telefonici UNITA di CRISI Aziendale Aggiornamento 10/2011 Pagina 4 di 13

66 Allegato 2 Versione 03 PERSONALE DA CONTATTARE IN CASO DI EMERGENZA RIFERITA AD UNA O PIU REPARTI DEL PRESIDIO OSPEDALIERO DI S.MARCELLO P.SE CODICE BIANCO UNITA DI EMERGENZA AZIENDALE Personale Area Funzionale Tecnica In caso di chiamata notturna o festivi Si veda turni reperibilità Personale U.O. Prevenzione e Protezione In caso di chiamata notturna o festivi Si veda turni reperibilità CODICE ROSSO ENTI ESTERNI TELEFONO VIGILI DEL FUOCO 115 EMERGENZA SANITARIA 118 CARABINIERI 112 POLIZIA 113 ENTE EROGATORE ACQUA (GAIA) ENTE EROGATORE GAS (TOSCANA ENERGIA) ENEL PROTEZIONE CIVILE PROVINCIALE UNITA DI CRISI Titolo Nome Cognome Telefono inter.aziendale Direttore Sanitario Dr.sa Silvia BRIANI Telefono cellulare Telefono casa Direttore del P.O. PISTOIA Referente P.O. S.Marcello P.se Responsabile DEU e 118 Responsabile Area Funzionale Tecnica Responsabile U.O. Prevenzione e Protezione Dr.sa Cinzia LUPI Dr. Roberto BIAGINI Dr. Raffaele CURCIO Dr.Piero PAOLINI Ing. Fabrizio D ARRIGO Dr. Luciano LIPPI Vedi allegato elenco numeri telefonici UNITA di CRISI Aziendale Aggiornamento 10/2011 Pagina 5 di 13

67 Allegato 2 Versione 03 PERSONALE DA CONTATTARE IN CASO DI EMERGENZA RIFERITA AD UNA RSA DELLA ZONA DI PISTOIA CODICE BIANCO UNITA DI EMERGENZA AZIENDALE Personale Area Funzionale Tecnica In caso di chiamata notturna o festivi Si veda turni reperibilità Personale U.O. Prevenzione e Protezione In caso di chiamata notturna o festivi Si veda turni reperibilità CODICE ROSSO ENTI ESTERNI TELEFONO VIGILI DEL FUOCO 115 EMERGENZA SANITARIA 118 CARABINIERI 112 POLIZIA 113 ENTE EROGATORE ACQUA (PUBLIACQUA SPA) ( S.MARCELLO P.SE - GAIA) ENTE EROGATORE GAS (TOSCANA ENERGIA) ENEL PROTEZIONE CIVILE PROVINCIALE 348/ (Ing. Morelli) 347/ (Sig. Paolieri) UNITA DI CRISI Titolo Nome Cognome Telefono inter.aziendale Direttore Zona/Distretto Dr. Luigi ROSSI Responsabile struttura Interessata Telefono cellulare Telefono casa Responsabile DEU e 118 Responsabile Area Funzionale Tecnica Responsabile U.O. Prevenzione e Protezione Responsabile Pronto soccorso PISTOIA Dr.Piero PAOLINI Ing. Fabrizio D ARRIGO Dr. Luciano LIPPI Dr. Andrea CAI Vedi allegato elenco numeri telefonici UNITA di CRISI Aziendale Aggiornamento 10/2011 Pagina 6 di 13

68 Allegato 2 Versione 03 PERSONALE DA CONTATTARE IN CASO DI EMERGENZA RIFERITA AD UN PRESIDIO TERRITORIALE DELLA ZONA DI PISTOIA CODICE BIANCO UNITA DI EMERGENZA AZIENDALE Personale Area Funzionale Tecnica In caso di chiamata notturna o festivi Si veda turni reperibilità Personale U.O. Prevenzione e Protezione In caso di chiamata notturna o festivi Si veda turni reperibilità CODICE ROSSO ENTI ESTERNI TELEFONO VIGILI DEL FUOCO 115 EMERGENZA SANITARIA 118 CARABINIERI 112 POLIZIA 113 ENTE EROGATORE ACQUA (PUBLIACQUA SPA) S.MARCELLO P.SE ABETONE CUTIGLIANO (GAIA) ENTE EROGATORE GAS (TOSCANA ENERGIA) ENEL PROTEZIONE CIVILE PROVINCIALE 348/ (Ing. Morelli) 347/ (Sig. Paolieri) UNITA DI CRISI Titolo Nome Cognome Telefono inter.aziendale Direttore Zona/Distretto Dr. Luigi ROSSI Telefono cellulare Telefono casa Responsabile DEU e 118 Responsabile Area Funzionale Tecnica Responsabile U.O. Prevenzione e Protezione Responsabile Pronto soccorso PISTOIA Responsabile struttura Interessata Dr.Piero PAOLINI Ing. Fabrizio D ARRIGO Dr. Luciano LIPPI Dr. Andrea CAI Vedi allegato elenco numeri telefonici UNITA di CRISI Aziendale Aggiornamento 10/2011 Pagina 7 di 13

69 Allegato 2 Versione 03 PERSONALE DA CONTATTARE IN CASO DI EMERGENZA RIFERITA AD UNO O PIU REPARTI DEL PRESIDIO OSPEDALIERO DI PESCIA CODICE BIANCO Personale Area Funzionale Tecnica Personale U.O. Prevenzione e Protezione UNITA DI EMERGENZA AZIENDALE In caso di chiamata notturna o festivi Si veda turni reperibilità In caso di chiamata notturna o festivi Si veda turni reperibilità CODICE ROSSO ENTI ESTERNI TELEFONO VIGILI DEL FUOCO 115 EMERGENZA SANITARIA 118 CARABINIERI 112 POLIZIA 113 ENTE EROGATORE ACQUA (ACQUE SPA) ENTE EROGATORE GAS (TOSCANA ENERGIA) ENEL PROTEZIONE CIVILE PROVINCIALE 348/ (Ing. Morelli) 347/ (Sig. Paolieri) UNITA DI CRISI Titolo Nome Cognome Telefono inter.aziendale Direttore Sanitario Dr.sa Silvia BRIANI Direttore del P.O. PESCIA Dr.sa Elisabetta CORTESI Responsabile DEU e 118 Dr.Piero Responsabile Area Funzionale Tecnica Responsabile U.O. Prevenzione e Protezione Responsabile Pronto soccorso PESCIA Responsabile struttura Interessata PAOLINI Ing. Fabrizio D ARRIGO Dr. Luciano LIPPI Dr. Fabio Daviddi Telefono cellulare Telefono casa Vedi allegato elenco numeri telefonici UNITA di CRISI Aziendale Aggiornamento 10/2011 Pagina 8 di 13

70 Allegato 2 Versione 03 PERSONALE DA CONTATTARE IN CASO DI EMERGENZA RIFERITA AD UNA RSA DELLA ZONA VALDINIEVOLE CODICE BIANCO UNITA DI EMERGENZA AZIENDALE Personale Area Funzionale Tecnica In caso di chiamata notturna o festivi Si veda turni reperibilità Personale U.O. Prevenzione e Protezione In caso di chiamata notturna o festivi Si veda turni reperibilità CODICE ROSSO ENTI ESTERNI TELEFONO VIGILI DEL FUOCO 115 EMERGENZA SANITARIA 118 CARABINIERI 112 POLIZIA 113 ENTE EROGATORE ACQUA (ACQUE SPA) MONTECATINI-PONTE BUGGIANESE (ACQUE TOSCANE) ENTE EROGATORE GAS (TOSCANA ENERGIA) ENEL PROTEZIONE CIVILE PROVINCIALE 348/ (Ing. Morelli) 347/ (Sig. Paolieri) UNITA DI CRISI Titolo Nome Cognome Telefono inter.aziendale Direttore Zona/Distretto DR. Marco BONINI Responsabile struttura Interessata Telefono cellulare Telefono casa Responsabile DEU e 118 Responsabile Area Funzionale Tecnica Responsabile U.O. Prevenzione e Protezione Responsabile Pronto soccorso PESCIA Dr.Piero PAOLINI Ing. Fabrizio D ARRIGO Dr. Luciano LIPPI Dr. Fabio Daviddi Vedi allegato elenco numeri telefonici UNITA di CRISI Aziendale Aggiornamento 10/2011 Pagina 9 di 13

71 Allegato 2 Versione 03 PERSONALE DA CONTATTARE IN CASO DI EMERGENZA RIFERITA AD UN PRESIDIO TERRITORIALE DELLA ZONA VALDINIEVOLE CODICE BIANCO UNITA DI EMERGENZA AZIENDALE Personale Area Funzionale Tecnica In caso di chiamata notturna o festivi Si veda turni reperibilità Personale U.O. Prevenzione e Protezione In caso di chiamata notturna o festivi Si veda turni reperibilità CODICE ROSSO ENTI ESTERNI TELEFONO VIGILI DEL FUOCO 115 EMERGENZA SANITARIA 118 CARABINIERI 112 POLIZIA 113 ENTE EROGATORE ACQUA (ACQUE SPA) MONTECATINI-PONTE BUGGIANESE (ACQUE TOSCANE) ENTE EROGATORE GAS (TOSCANA ENERGIA) ENEL PROTEZIONE CIVILE PROVINCIALE 348/ (Ing. Morelli) 347/ (Sig. Paolieri) UNITA DI CRISI Titolo Nome Cognome Telefono inter.aziendale Direttore Zona/Distretto DR. Marco BONINI Responsabile struttura Interessata Telefono cellulare Telefono casa Responsabile DEU e 118 Responsabile Area Funzionale Tecnica Responsabile U.O. Prevenzione e Protezione Responsabile Pronto soccorso PESCIA Dr.Piero PAOLINI Ing. Fabrizio D ARRIGO Dr. Luciano LIPPI Dr. Fabio Daviddi Vedi allegato elenco numeri telefonici UNITA di CRISI Aziendale Aggiornamento 10/2011 Pagina 10 di 13

72 Allegato 2 Versione 03 CHECK LIST PER TELEFONATE TERRORISTICHE E MINACCE DI BOMBA DA COMPILARSI IMMEDIATAMENTE Domande da porre al chiamante: Quando esploderà la bomba? Dove è collocata? A che cosa assomiglia? Da dove state chiamando? Qual è il vostro nome? Perché avete posto la bomba? Caratteristiche di identificazione del chiamante sesso maschile femminile età stimata infantile 15/20 20/50 oltre 50 accento italiano straniero inflessione dialettale tono di voce rauco squillante forte debole modo di parlare veloce normale lento dizione nasale neutra erre moscia somigliante a voci note si no intonazione calma emotiva volgare rumori di fondo 1 Il chiamante conosce bene la zona SI NO Provate a trascrivere le esatte parole utilizzate dal chiamante nel fare la minaccia : Il vostro nome Chi avete contattato dopo la telefonata: Data ora Durata della chiamata 1 Per esempio rumori di traffico, di macchine, di conversazione, musica, annunci aeroportuali, ecc. Pagina 11 di 13

73 Allegato 2 Versione 03 UNITA' SANITARIA DI CRISI AZIENDALE (aggiornamento 10/2011) STRUTTURA DIREZIONE SANITARIA DIREZIONE SANITARIA OSP. PESCIA DIREZIONE SANITARIA OSP. PISTOIA DIPARTIMENTO EMERGENZA URGENZA DIPARTIMENTO PREVENZIONE A.F. TERAPIE INTENSIVE U.O. PRONTO SOCCORSO -PESCIA U.O. PRONTO SOCCORSO - PISTOIA U. O. C.O. 118 DIREZIONE INFERMIERISTICA U.O. GESTIONE RISORSE STRUMENTALI AREA FUNZIONALE TECNICA U.O. SERV. PREVENZIONE PROTEZIONE U. O. FARMACIA OSPEDALIERA MEMBRO TITOLARE Dr.ssa Silvia Briani 348/ Dr.ssa Elisabetta Cortesi 0572/ / / Dr. Roberto Biagini 348/ Dr.ssa Cinzia Lupi 348/ Dr. Piero Paolini / / Dr. Pietro Gabbrielli 348/ Dr. Piero Paolini / / Dr. Fabio Daviddi 0572/ / Dr. Andrea Cai 338/ /33129 Dr. Piero Paolini 0573/ / Dr. Piero Paolini / / Dr. Pietro Gabbrielli 348/ Dr. Piero Paolini / / Dr. Fabio Daviddi 0572/ / Dr. Andrea Cai 338/ /33129 MEMBRO SUPPLENTE Dr. Piero Paolini 330/ / / Dr.ssa Grazia Panigada Dr. Giacomo Corsini 0573/ / Dr. Luca Rosso / Dr. Roberto Biagini 348/ Dr. William Vergoni 0572/ // Dr. Antonio Vergara 0572/ / / Dr. Marco Monfardini 335/ /51591 Dr. Roberto Mariani 0573/ / Dr. Luca Rosso / Dr. Roberto Biagini 348/ Dr. William Vergoni 0572/ // Dr. Antonio Vergara 0572/ / / Dr. Marco Monfardini 335/ /51591 MEMBRO SUPPLENTE Dr. Leandro Barontini 329/ / / Dr. Rino Agostiniani 0573/ / Dr.ssa Elisabetta Sensoli 0573/ / Dr. Leandro Barontini 329/ Dr.ssa Wanda Wanderlingh 348/ Dr. Maurizio Chiti 338/ / Dr.ssa Francesca Pacini 0572/ / / Dr. Silvia Mazza 335/ / Dr. Giorgio Di Biagio 392/ / Dr. Leandro Barontini 329/ Dr.ssa Wanda Wanderlingh 348/ Dr. Maurizio Chiti 338/ / Dr.ssa Francesca Pacini 0572/ / / Dr. Silvia Mazza 335/ / Pagina 12 di 13

74 Allegato 2 Versione 03 ZONA DISTRETTO PISTOIA Dr. Piero Paolini 0573/ / Dr. Roberto Mariani 0573/ / Dr. Giorgio Di Biagio 392/ / ZONA DISTRETTO VALDINIEVOLE Rosaria Raffaelli cell. 348/ n.lav Fabio Pronti Zaira Vinci DIREZIONE PROFESSIONI TACNICO SANITARIE Giuseppe Nottoli 349/ Paolo Incerpi 348/ / Antonia Stefanelli 335/ Pagina 13 di 13

75 REGIONE TOSCANA Azienda U.S.L. 3 di Pistoia Via Sandro Pertini, Pistoia ALLEGATO 3 Al PIANO GENERALE DI EMERGENZA DELL AZIENDA USL 3 PISTOIA rev.5 ISTRUZIONI OPERATIVE PER GLI ADDETTI ANTINCENDIO PER LA PER LA PROCEDURA DI ALLARME

76 Allegato 3 Versione 03 L ADDETTO ANTINCENDIO, in collaborazione con i colleghi, VALUTA l evento, INTERVIENE per contenere il danno. Se a seguito della valutazione ritiene necessario l intervento delle altre unità per l Emergenza, CHIAMA il centralino telefonico UTILIZZANDO L APPOSITO NUMERO PER EMERGENZE NON SANITARIE e comunica: il proprio nome e cognome; il reparto o la zona interessata all evento; Per eventi di primo livello (codice bianco) richiede l intervento della sola Unità di Emergenza Aziendale; Per eventi di secondo livello (codice rosso) richiede anche l intervento dell Unità di Crisi e degli enti esterni; Si predispone per successivi interventi. In prossimità di ogni telefono, dedicato anche alle chiamate di allarme, verrà posizionata la seguente procedura: Pagina 2 di 2

77 REGIONE TOSCANA Azienda U.S.L. 3 di Pistoia Via Sandro Pertini, Pistoia ALLEGATO 4 Al PIANO GENERALE DI EMERGENZA DELL AZIENDA USL 3 PISTOIA rev. 5 PLANIMETRIE GENERALI DEI PRESIDI OSPEDALIERI ASL 3

78 U.O. SERVIZIO PREVENZIONE E PROTEZIONE LEGENDA ACCESSI AL P.O. DI PISTOIA IDENTIFICATIVO FABBRICATO 1A 1B LIVELLO 0 LIVELLO 1 LIVELLO 2 LIVELLO 3 LIVELLO 4 ACCESSO VVF MAGAZZINO ECONOMALE DEPOSITO SOSTANZE INFIAMMABILI 1C FARMACIA (lavori in corso) 1D VANI TECNICI (deposito farmaci) 1E INGRESSO - BANCA - BAR 1F MAGAZZINO ECONOMALE D.E.U PRONTO SOCCORSO 1G INGEGNERIA CLINICA FISICA SANITARIA A 1H LAVANDERIA GUARDAROBA ARCHIVIO MICROFILMS 1I FARMACIA A 1L CENTRALINO ENDOSCOPIA - FARMACIA CARDIOLOGIA DH SURGERY OSSERVAZIONI PS UROLOGIA -OTORINO - CHIRURGIA VASC - MEDICINA SECONDA - NEFROLOGIA CHIRURGIA OVEST CHIRURGIA EST 1M SERT C (VIA ARMENI) 1N PSICHIATRIA PSICHIATRIA C (VIA ARMENI) 1O MENSA C 1P 2A 2B MAGAZZINO RADIOGRAFIE CUCINA CENTRALIZZATA CENTRALE FRIGO (IN COSTRUZIONE) 2C CENTRALE TERMICA A 2D CENTRALE STERILIZZ. -BLOCCO OPERATORIO RIANIMAZIONE - VANI RIANIMAZIONE TECNICI DH ONCOLOGICO SPOGLIATOI ORTOPEDIA GINECOLOGIA 2E GRUPPI ELETTROGENI C A A/B A B B/C A A A C A A A 2F CAPPELLE COMMIATO - SALA AUTOPSIA ANATOMIA PATOLOGICA ANATOMIA PATOLOGICA C 2G CABINA ELETTRICA NORD 2H VANI TECNICI C 3A RISONANZA MAGNETICA 3B STANZE DIRET. U.O. - FISIOTERAPIA - SALE RIUNIONI OCULISTICA AMBUL. MEDICINA 3C NUOVA EMODIALISI NEUROPSICHIATRIA INFENTILE AMB OCULISTICA AMB OTORINO PEDIATRIA 4A RADIOLOGIA - CORD E PZA 4B ACCELLERATORE LINEARE (INTERRATO) 4C VANI TECNICI - SPOGLIATOI -MEDICO COMPETENTE - GERIATRIA 4D 4E LABORATORIO ANALISI IMMUNOEMATOLOGIA CENTRO TRASFUSI. MALATTIE INFETTIVE AMB NEUROLOGIA DEGENZE LABORATORIO ANALISI DERMATOLOGIA -AMB MEDICINA SECONDA MEDICINA PRIMA OVEST - MEDICINA PRIMA EST SPOGLIATOI CANTIERE LAVORI IN CORSO DH MEDICINA PNEUMOLOGIA C A A/D C/D A D E VIA DEL CEPPO E VIA DEL CEPPO 4F 4G CUP DIABETOLOGIA MAGAZZINI ECONOMALI AMBULATORI MEDICINA PRIMA UFFICI AMBULATORI DIREZIONE SANITARIA AREA TECNICA E VIA DELLE PAPPE E VIA DELLE PAPPE

79

80

81

82 ISTRUZIONE OPERATIVA PER LA GESTIONE DELLE EMERGENZE NELLE STRUTTURE SANITARIE DELL AZIENDA USL 3 DI PISTOIA Revisione 1 dell ottobre 2011 Riunione Unità di Crisi del 26 maggio2010

83 Istruzione operativa per a gestione delle emergenze nelle strutture sanitarie dell azienda USL 3 di Pistoia Pagina 2 di 34 Rev. 1 del ottobre 2011 Indice Indice... 2 Scopo... 3 La Struttura Organizzativa dell Emergenza... 4 Classificazione degli eventi... 5 Schema Generale di allarme... 6 Procedure ed Azioni da adottare in un Reparto Ospedaliero... 7 Procedure ed Azioni da adottare in una residenza Sanitaria Assistita Procedure ed Azioni da adottare in un Presidio Territoriale Procedure in caso di allagamento, inondazione, danni da acqua in genere Procedure in caso di mancanza di energia elettrica Procedure in caso di fuga di gas Procedure in caso di terremoto Procedure in caso di aggressione a dipendenti Uso della coperta antifiamma Uso degli estintori Lista di controllo per la sicurezza antincendio Controlli quotidiani afine turno (a cura di tutto il personale) Organizzazione dell attività di pronto soccorso Istruzioni operative per gli addetti antincendio per la procedura di allarme Segnaletica antincendio Estratto regolamento aziendale in materia di sicurezza antincendio Allegati: Planimetrie, nominativi addetti alle emergenze e le particolarità della struttura

84 Istruzione operativa per a gestione delle emergenze nelle strutture sanitarie dell azienda USL 3 di Pistoia Pagina 3 di 34 Rev. 1 del ottobre 2011 Scopo La presente Istruzione Operativa ha lo scopo di consentire al personale di affrontare con sicurezza ed efficacia sia le prime fasi di gestione dell emergenza in attesa dell arrivo dei Servizi Pubblici esterni (Vigili del Fuoco, Forze dell Ordine, Protezione Civile) sia le fasi successive di collaborazione con detti Servizi. Il Piano di emergenza ed evacuazione aziendale, approvato con deliberazione del D.G. è consultabile all interno del sito aziendale della U.O. Servizio di Prevenzione e Protezione. Data la particolarità delle attività dell Azienda USL 3, occorre precisare, che il Piano è finalizzato ad individuare procedure che hanno come scopo la salvaguardia dell incolumità degli utenti (degenti e non degenti), dei visitatori occasionali e dei dipendenti. Obiettivi principali e prioritari, del piano generale di emergenza aziendale sono prevenire e fronteggiare emergenze dovute a: incendio; aggressione a dipendenti; mancanza di energia elettrica allagamenti, inondazioni e danni da acqua in genere; terremoti fughe di gas Per queste evenienze il Piano si propone di: ridurre i pericoli alle persone; prestare soccorso alle persone colpite; evacuare i pazienti che potrebbero riportare danni; circoscrivere e contenere l'evento. Per la redazione del presente documento si sono seguiti i criteri riportati nelle Linee Guida di cui all Allegato I del Decreto del Ministro dell Interno 10/03/98, in particolare è stato preso a riferimento l evento incendio per i seguenti motivi: Dalla valutazione dei rischi è risultato statisticamente l evento con maggior probabilità di accadimento; Il rischio incendio, nelle attività sanitarie, dove si trovano contemporaneamente degenti, personale lavoratore e visitatori, può determinare situazioni di emergenza di vario livello condizionando in parte o in tutto la funzionalità di un Presidio fino alla sua evacuazione, parziale o totale; Nei presidi ove sono presenti, in modo continuativo, persone non autosufficienti, indipendentemente dalla presenza di carichi d incendio più o meno elevati, sono ambienti in cui la salvaguardia delle persone e gli interventi di evacuazione sono particolarmente difficili.

85 Istruzione operativa per a gestione delle emergenze nelle strutture sanitarie dell azienda USL 3 di Pistoia Pagina 4 di 34 Rev. 1 del ottobre 2011 La Struttura Organizzativa dell Emergenza La struttura organizzativa dell emergenza predisposta per fronteggiare gli eventi che danno luogo a situazioni che mettono in pericolo persone, cose o strutture, segue una logica modulare di intervento progressivo di unità di emergenza. Le unità di emergenza previste sono 4 e si identificano come segue: UNITÀ DI EMERGENZA DELLA STRUTTURA UNITÀ DI EMERGENZA AZIENDALE. UNITÀ DI CRISI UNITÀ DI EVACUAZIONE Composizione Unità di emergenza della struttura Operatori della struttura organizzativa presenti. Personale dell azienda designato ai sensi del D.lgs 81/08 Assume il ruolo di coordinatore l operatore designato per l attuazione delle misure di prevenzione incendi e lotta antincendio con la collaborazione del medico di guardia se presente / caposala se presente/ responsabile della struttura se presente. Composizione Unità di emergenza Aziendale Operatori dell Area Funzionale Tecnica ed addetti al Servizio di Prevenzione e Protezione. Unità di CRISI Soggetti variabili in relazione alla struttura interessata dall evento ( gruppo operativo) Presidio ospedaliero Direttore sanitario Direttore del presidio ospedaliero interessato dall evento Responsabile emergenza intraospedaliera Direttore struttura organizzativa interessato dall evento Presidio Territoriale Responsabile Zona/Distretto Nel caso di una RSA: Direttore U.O. Assistenza Sociale Responsabile RSA Nel caso di un altro tipo di Presidio Territoriale: Responsabile del presidio interessato Responsabile della struttura organizzativa interessata

86 Istruzione operativa per a gestione delle emergenze nelle strutture sanitarie dell azienda USL 3 di Pistoia Pagina 5 di 34 Rev. 1 del ottobre 2011 Soggetti presenti in ogni gruppo operativo Responsabile del D.E.U. Responsabile Area funzionale tecnica Responsabile 118 Responsabile Pronto Soccorso Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione Ufficiale dei Vigili del Fuoco Composizione Unità di evacuazione Personale D.E.U. in collaborazione con il personale operante nella struttura. Il Responsabile della evacuazione è il Direttore del D.E.U. Classificazione degli eventi L evento preso a riferimento che genera lo stato di emergenza è l incendio per le ragioni esposte in premessa. Le azioni previste, in particolare per quanto riguarda le procedure di diramazione dell allarme, di intervento immediato ed eventuale evacuazione degli ambienti di lavoro, sono da considerarsi valide anche per altri tipi di emergenze quali terremoto, alluvione o altro. A scopo organizzativo sono stati previsti due livelli di emergenza in modo da graduare in modo proporzionale e diversamente le azioni, gli operatori coinvolti, i loro compiti, l impiego dei mezzi, ecc. EVENTI DI PRIMO LIVELLO Codice bianco Sono da considerare CODICI BIANCHI quegli eventi che possono essere facilmente controllate dal solo personale presente nel reparto e, data la loro limitata gravità, non richiedono la mobilitazione di forze esterne (emergenza dovuta, per esempio, all incendio di una piccola quantità di materiale combustibile senza che sia necessaria nessuna evacuazione). EVENTI DI SECONDO LIVELLO Codice Rosso Sono da considerarsi CODICI ROSSI quegli eventi che possono essere controllati solo con l impiego di massicce risorse; è necessaria la mobilitazione di tutte le forze interne disponibili e degli enti esterni (VV.FF., forze dell ordine, ecc.) Nel caso in cui l evento interessi parte dei locali di una struttura che occupa lavoratori o pazienti, deve essere attivata la funzione di ricollocazione delle persone nelle zone adiacenti non interessate dall evento, con priorità per i pazienti dell area critica (evacuazione parziale). Se invece, l incidente riguarda contemporaneamente e completamente un intera struttura, deve essere potenziata la funzione di ricollocazione delle persone, che saranno portati verso aree sicure esterne dello stessa struttura o in altri Ospedali. (evacuazione totale).

87 Istruzione operativa per a gestione delle emergenze nelle strutture sanitarie dell azienda USL 3 di Pistoia Pagina 6 di 34 Rev. 1 del ottobre 2011 Schema Generale di allarme Scoperta dell'evento Mantenere la calma Fare un rapido esame dell'evento Allertare il reparto/struttura Codice Bianco Identificare la gravità Codice Rosso Evento di emergenza minore (principio di incendio): avvertire l addetto antincendio presente nella struttura, intervenire direttamente per l estinzione Chiamare il centro di controllo delle emergenze del presidio di riferimento Presidio di Pistoia int.3030 Presidio di Pescia int L'operatore del centro di controllo attiva le unità di emergenza in base alla gravità dell'evento Evento di emergenza di media/grave entità (incendio già diffuso) azioni di contenimento dell evento - salvaguardia delle persone controllo del rischio evolutivo sezionamento degli impianti e loro messa in sicurezza Restare a disposizione delle unità di emergenza

88 Istruzione operativa per a gestione delle emergenze nelle strutture sanitarie dell azienda USL 3 di Pistoia Pagina 7 di 34 Rev. 1 del ottobre 2011 Procedure ed Azioni da adottare in un Reparto Ospedaliero Protocollo della procedura di allarme La diramazione dell allarme inizia con la scoperta dell evento e può essere dato: da CHIUNQUE verifichi o venga a conoscenza di un evento pericoloso, dandone immediata comunicazione al personale dell Azienda USL3 presente nel reparto ospedaliero. sistema automatico di rilevazione e rivelazione (se presente); dagli appositi pulsanti di allarme (se presenti); Il personale del reparto, coordinato dall addetto antincendio presente, che si configura come Unità di Emergenza della Struttura VALUTA l evento, INTERVIENE per contenere il danno. Nel caso di eventi di limitata gravità (Codice Bianco) provvede al contenimento e alla risoluzione dell evento stesso, comunica al centro di controllo delle emergenze l entità dell evento richiedendo l intervento della Unità di Emergenza Aziendale. Nel caso di eventi di secondo livello (Codice Rosso) richiede anche l intervento delle forze esterne. La CHIAMATA al centro di controllo delle emergenze deve essere effettuata UTILIZZANDO L APPOSITO NUMERO PER EMERGENZE NON SANITARIE e comunicando: il proprio nome e cognome; il reparto e la zona interessato all evento; Per eventi di primo livello (codice bianco) richiede l intervento della sola Unità di Emergenza Aziendale comunicando che l evento è gia stato posto sotto controllo; Per eventi di secondo livello (codice rosso) richiede anche l intervento dei Vigili del Fuoco e/o delle Forze dell Ordine; Si predispone per successivi interventi. IL CENTRO DI CONTROLLO DELLE EMERGENZE Risponde immediatamente Da conferma di aver recepito correttamente il messaggio di allarme Per emergenze di primo livello (codice bianco) contatta: Unità di Emergenza Aziendale Per emergenze di secondo livello (codice rosso) contatta: Unità di Crisi e relativo Gruppo Operativo Responsabile della Struttura Organizzativa interessata all evento Locali adiacenti Centrale Operativa 118 Pronto Soccorso Vigili del Fuoco Addetto alla portineria per avvisare dell arrivo dei Vigili del Fuoco e delle altre Strutture Esterne allertate EVENTI DI PRIMO LIVELLO ( Codice Bianco) Gli eventi di primo livello sono classificati come emergenza dovuta, per esempio, all incendio di una ridotta quantità di materiale combustibile senza che sia necessario alcun tipo di evacuazione. L azione principale di contenimento ed estinzione dell evento è quindi demandata all Unità di Emergenza della Struttura e/o all Unità di Emergenza Aziendale. L Unità di Emergenza di Struttura è costituita dal personale presente in reparto, l Unità di Emergenza Aziendale è costituita dal personale in turno di servizio e reperibilità dell Area Tecnica e Servizio di prevenzione e Protezione. Terminata l emergenza, è opportuno che il personale dell Area Tecnica effettui una verifica degli impianti tecnologici e delle strutture, qualora questi siano stati interessati dall evento. UNITA DI CRISI: Non è prevista l attivazione

89 Istruzione operativa per a gestione delle emergenze nelle strutture sanitarie dell azienda USL 3 di Pistoia Pagina 8 di 34 Rev. 1 del ottobre 2011 EVENTI DI SECONDO LIVELLO (Codice Rosso) Gli eventi di secondo livello sono classificati come emergenza di rilievo: possono restare circoscritti al luogo dove si è verificata l emergenza, interessando solo marginalmente i reparti adiacenti, possono comportare l evacuazione parziale o totale del reparto; possono interessare più reparti e/o intere strutture, possono comportare l evacuazione completa di più reparti o di un intero edificio. Gli eventi classificati di secondo livello, con riferimento all incendio, possono comportare, oltre agli interventi finalizzati a contenere l espandersi dell evento e la limitazione dei danni alle persone e ai beni, anche l evacuazione parziale o completa di più reparti o di un intero edificio. Tale tipologia di evento, anche nel caso in cui non implichi l evacuazione parziale o totale del reparto, richiede sempre l attivazione dell Unità di Crisi, dell Unità di Emergenza Aziendale e dei Vigili del Fuoco. ADDETTI ALLA PORTINERIA L addetto alla portineria, ricevuta la comunicazione dal centro di controllo delle emergenze, secondo la gravità dell allarme: Interdice l ingresso all area ospedaliera a qualsiasi mezzo che non sia di Soccorso. Attende l arrivo della struttura esterna allertata (Vigili del Fuoco, Forze dell Ordine, Centrale Operativa 118). All arrivo di questa fornisce indicazioni sul percorso per raggiungere il luogo in emergenza. Controlla l accesso degli automezzi all area ospedaliera durante tutto il periodo di emergenza. UNITA DI CRISI Il coordinamento dell Unità di Crisi e del Gruppo Operativo è svolto dal Direttore Sanitario. Appena insediata: Verifica l esatta entità del danno e del rischio evolutivo connesso; Impartisce l eventuale ordine di evacuazione e ne attiva le procedure; Tiene i rapporti con l autorità e la stampa; Attiva la fase di recupero delle strutture; In caso di evacuazione parziale Individua il reparto dove trasferire i pazienti; Verifica che tale reparto sia in grado di sostenere l afflusso dei degenti evacuati, altrimenti allerta anche altri reparti; Coordina l evacuazione effettuata dal Dipartimento Emergenza e Urgenza (D.E.U.) in collaborazione con l Unità di Emergenza di reparto, costituita dal personale del reparto interessato; Allerta il Pronto Soccorso perché si predisponga se necessario al ricevimento di pazienti. In caso di evacuazione totale: Sospende o limita le attività del Presidio Ospedaliero; Prende contatti con le strutture sanitarie esterne pubbliche e/o private verso cui indirizzare i degenti, dando la precedenza al trasferimento dei ricoverati che necessitano di una assistenza continua e specialistica (rianimazione, U.T.I.C., traumatizzati gravi, feriti nel corso dell evento); Dirama l ordine di evacuazione verso le aree esterne sicure nonché l ordine di riammissione dei reparti; Attiva il dipartimento emergenza ed urgenza (D.E.U.); Allerta il Pronto Soccorso perché predisponga al ricevimento di pazienti; Richiede e coordina aiuti dall esterno in coordinamento con la centrale operativa 118; Allestisce un centro di informazioni; Coordina la ripresa delle attività una volta cessata l emergenza. UNITA DI EMERGENZA DI STRUTTURA (REPARTO) E UNITA DI EMERGENZA AZIENDALE L Unità di Emergenza di Struttura è costituita dal personale in turno del Reparto e dal personale in turno di reperibilità.

90 Istruzione operativa per a gestione delle emergenze nelle strutture sanitarie dell azienda USL 3 di Pistoia Pagina 9 di 34 Rev. 1 del ottobre 2011 L Unità di Emergenza Aziendale è costituita dal personale dell Area Tecnica ed addetti al Servizio di Prevenzione e Protezione. Per quanto riguarda i comportamenti delle Unità di Emergenza di Reparto e Aziendale, si possono distinguere due fasi: FASE OPERATIVA PRIMA DELL INTERVENTO DEI VIGILI DEL FUOCO Prima dell arrivo dei Vigili del Fuoco, l Unità di Emergenza di Reparto e l Unità di Emergenza Aziendale si devono attivare per intervenire a salvaguardia dell incolumità dei pazienti, dei visitatori e propria utilizzando i presidi a disposizione per spegnere o contenere l incendio sviluppatosi (estintori, coperte antifiamma) e i dispositivi di protezione individuale specifici in dotazione. In particolare: L Unità di Emergenza di Reparto, coordinata dall addetto antincendio : attiva immediatamente la procedura di allarme, chiamando il centro di controllo delle emergenze all apposito numero di emergenza non sanitaria specificando all operatore che è in atto un evento che non può essere risolto con le risorse disponibili in reparto e per il quale può rendersi necessaria anche l evacuazione parziale o totale del reparto; verifica se ci sono pazienti o visitatori direttamente minacciati dalle fiamme e interviene con i mezzi di estinzione in dotazione; rimuove i pazienti immediatamente esposti alle fiamme o in pericolo di vita immediato; verifica la chiusura delle eventuali porte tagliafuoco per confinare lo sviluppo di fumo e calore; toglie l alimentazione elettrica nella zona coinvolta dall incendio, chiude le eventuali valvole di intercettazione delle condotte di alimentazione dei gas medicali e tecnici verificando che ciò non comporti disguidi a degenti in trattamento; fornisce informazioni chiare e precise ai degenti; In caso di necessità di evacuazione l Unità di Emergenza di Reparto predispone, per ogni paziente da evacuare, il recupero delle cartelle cliniche e le indicazioni della gravità del malato. L Unità di Emergenza Aziendale, attivata dal centro di controllo per l emergenza, che ha ricevuto la segnalazione di emergenza,: si reca immediatamente sul luogo dell evento. valuta la situazione ed esegue gli interventi tecnici per limitare la propagazione dell evento e l entità del danno; Procede a mettere in sicurezza gli impianti. FASE OPERATIVA DOPO L INTERVENTO DEI VIGILI DEL FUOCO All arrivo dei Vigili del Fuoco, che assumono il controllo delle operazioni, il compito delle Unità di Emergenza di Reparto e Unità di Emergenza Aziendale è quello di fornire indicazioni utili per il prosieguo dell azione di spegnimento e la salvaguardia delle persone. In particolare: Forniscono indicazioni su persone eventualmente rimaste bloccate dall incendio o su coloro che non è stato possibile evacuare. Forniscono indicazioni sulla tipologia dell incendio e sulla ubicazione della attrezzatura antincendio (estintori, idranti). Forniscono indicazioni sulla posizione degli impianti tecnologici. Informano i Vigili del Fuoco sull esito della verifica della presenza dei degenti e del personale Si mettono a disposizione per collaborare. PERSONALE DEI REPARTI ADIACENTI Qualora non sia già stato impiegato in aiuto al personale del reparto coinvolto, resta a disposizione nel proprio reparto per eventuali ulteriori misure da mettere in atto. In particolare: garantisce il collegamento telefonico, tramite il telefono di reparto, per eventuali comunicazioni urgenti; tiene sotto controllo l eventuale infiltrazioni di fumo o calore nel proprio reparto dandone tempestiva comunicazione alle Unità di Emergenza presenti; Raccoglierà indicazioni precise e le riferirà con chiarezza ai degenti del proprio reparto;

91 Istruzione operativa per a gestione delle emergenze nelle strutture sanitarie dell azienda USL 3 di Pistoia Pagina 10 di 34 Rev. 1 del ottobre 2011 MODALITÀ DI EVACUAZIONE Questo capitolo stabilisce quale sia la sequenza di procedure da porre in atto al fine di evacuare le aree del complesso ospedaliero in caso di emergenza, avendo quale obiettivo primario la salvaguardia dell integrità fisica delle persone, con particolare riferimento ai degenti non in grado di muoversi autonomamente. Preliminarmente esaminiamo alcuni aspetti riguardanti l evacuazione di più reparti o di un intero edificio all interno dell area ospedaliera per sottolineare le specifiche peculiarità di cui bisogna tenere conto di fronte al problema di una evacuazione che il presente piano codifica come totale. Il Presidio Ospedaliero presenta un elevato indice di affollamento per la contemporanea presenza di pazienti, personale medico, paramedico, amministrativo, addetti a servizi vari (manutenzione, magazzino, servizio mensa, ecc.), visitatori, volontari, dipendenti di ditte esterne. Di tale tipologia di occupanti i pazienti rappresentano i soggetti a maggior rischio perché accanto a degenti autosufficienti ci sono anche coloro che: Non sono in grado di eseguire ordini per carenze mentali o fisiche; Per lo stato fisico in cui si trovano devono essere trasportati di peso; Possono essere trasportati solo con sistemi attrezzati; Non possono essere trasportati se non con particolari precauzioni ed attrezzature (soggetti in rianimazione, traumatizzati gravi, in terapia intensiva, ecc.) Ne consegue che: Devono essere attivati gli interventi di prevenzione per ridurre le cause di innesco dell evento, in particolar modo con riferimento all incendio. Tutto ciò premesso, un ordine di evacuazione, specialmente se interessa più reparti o un intero edificio, non può né deve essere dato senza una attenta valutazione dell evento e del rischio evolutivo connesso e necessita comunque di una figura capace di gestire e coordinare l intera azione di evacuazione. A questo proposito un ruolo fondamentale di coordinamento dell intera emergenza è affidato all Unità di Crisi e al relativo Gruppo Operativo in cui sono presenti varie figure Responsabili delle Strutture Organizzative aziendali nonché i Vigili del Fuoco. Generalmente è difficile arrivare ad una evacuazione completa dell area ospedaliera, se non per eventi di portata catastrofica. Tale ipotesi non è presa in considerazione dal Presente Piano. Più probabile è l ipotesi di evacuazione di più reparti coinvolti nell evento o di un intero edificio. Nell elaborazione di questo Piano, l emergenza di secondo livello è appunto associata a questa ipotesi, chiamata evacuazione totale. Così come nell evacuazione parziale (singolo reparto), i reparti vicini sono considerati zone sicure dove far affluire le persone, nel caso di una evacuazione totale (intero edificio), sono state individuate alcune aree interne o esterne agli edifici presenti nei Presidi Ospedalieri considerate come zone sicure dove far riunire le persone. L ordine di evacuazione deve essere dato di concerto fra il Coordinatore dell Unità di Crisi e del Gruppo Operativo (Direttore Sanitario) e l Ufficiale dei Vigili del Fuoco presente sul posto. Nel seguito sono descritti più specificamente questi comportamenti. TIPOLOGIA DELL INTERVENTO L evacuazione consiste nell abbandono immediato dell area di emergenza, da parte degli occupanti e nel concentramento degli stessi in un luogo, o luoghi sicuri interni, o in altri edifici, o all esterno in punti di raccolta predeterminati. L evacuazione può essere: parziale: relativa al solo compartimento/reparto interessato dal sinistro; totale: contemporanea all edificio nel suo complesso. N.B.: Non si considera il caso di evacuazione generale di tutto l ospedale, perché assolutamente improbabile uno sviluppo contemporaneo di eventi negativi nell ambito di ogni singolo edificio che compone il complesso.

92 Istruzione operativa per a gestione delle emergenze nelle strutture sanitarie dell azienda USL 3 di Pistoia Pagina 11 di 34 Rev. 1 del ottobre 2011 Il piano si basa sul concetto di evacuazione orizzontale progressiva, pensando ai singoli reparti non interessati dall incidente come area di ricovero provvisorio per i degenti da evacuare dai reparti ospedalieri oggetto dell emergenza. Solo i pazienti critici dovranno essere portati, dal reparto di provenienza, in altri Ospedali dotati dei letti tecnologici necessari. Per quanto attiene i visitatori, gli stessi saranno invitati a lasciare al più presto l edificio in allarme e ad uscire dal perimetro dell ospedale per non intralciare le operazioni di soccorso. L evacuazione di emergenza viene messa in atto attraverso percorsi di evacuazione segnalati, predisposti e di larghezza conforme alla norma e uscite di sicurezza dotate di maniglione antipanico. IL PERSONALE COINVOLTO NELL EVACUAZIONE E RUOLI Nel processo di evacuazione si possono distinguere sostanzialmente tre categorie di persone attive con ruoli diversi: 1. Coordinatore dell Unità di Crisi; 2. Personale con ruolo attivo nel fronteggiare l emergenza (addetti alle squadre di emergenza di struttura e aziendale, il capo sala o l infermiere con funzioni di coordinamento, gli addetti all evacuazione); 3. Personale non incaricato di ruoli specifici Si riportano di seguito più in dettaglio ruoli e compiti I visitatori dovranno essere sollecitati ad abbandonare al più presto il perimetro dell Ospedale, al fine di non intralciare le operazioni di soccorso. Il Coordinatore dell Unità di Crisi deve: valutare il grado di emergenza e dare l eventuale ordine di evacuazione parziale o totale 1, fornendo indicazioni anche relative al compartimento/edificio dove trasferire i pazienti dell area interessata dal sinistro. coordinarsi con il lavoro dei componenti l Unità di Crisi; verificare il procedere dell operazione, attraverso le informazioni date dagli Addetti all evacuazione, soprattutto in merito alla situazione dei pazienti gravi; ove mancassero persone all appello, coordinare l operazione di ricerca e soccorso con priorità assoluta rispetto alle altre emergenze; dare ordine di rientro ad emergenza chiusa; in ogni momento, secondo necessità, sostituire le persone incaricate di compiti importanti, qualora queste fossero impossibilitate ad agire. N.B. Nel caso in cui l emergenza dovesse riguardare Rianimazione, Blocco operatorio, Unità Coronarica, Dialisi, zona culle termostatiche e altre aree con pazienti a rischio o zone immediatamente adiacenti, attivare il piano di ricollocazione dei pazienti, che chiederà la mobilitazione di ambulanze/elicotteri per il trasferimento agli ospedali più vicini adeguatamente attrezzati. Gli Addetti alla squadra di emergenza di Struttura ed Aziendale ricevuta l autorizzazione da parte del Responsabile della Gestione dell Emergenza, devono: comunicare ai presenti l ordine di lasciare le zone incidentate; collaborando con il personale sanitario per l evacuazione dei pazienti Il Capo Sala o infermiere con funzioni di coordinamento in turno deve: prelevare il registro di reparto; vigilare che i pazienti siano trasportati in modo corretto, tenendo conto del grado di autosufficienza di ciascuno; verificare che nessuno rimanga chiuso nei bagni, sale visita, ecc. abbandonare per ultimo la zona di competenza verificando che non sia rimasto più nessuno in loco; speciale attenzione dovrà essere posta nella verifica di locali quali: servizi, sale visita, aree chiuse o comunque non visibili dai corridoi. verificare che tutte le persone presenti nel settore di competenza, abbiano lasciato l area interessata dall evento; 1 Qualora la gravità e l estensione dell incendio, o di altro tipo di evento, fossero tali da pregiudicare la sicurezza dei pazienti e dei visitatori e il tempo a disposizione non consente l intervento dell Unità di Crisi, l ordine di evacuazione può essere impartito dall addetto antincendio.

93 Istruzione operativa per a gestione delle emergenze nelle strutture sanitarie dell azienda USL 3 di Pistoia Pagina 12 di 34 Rev. 1 del ottobre 2011 raggiungere le persone (degenti/personale) sfollate dalla propria area di competenza nei punti di raccolta previsti, o segnalati dal Responsabile della Gestione dell Emergenza; avvertire il Responsabile della Gestione dell Emergenza dell avvenuto completamento del processo di evacuazione per l area di propria competenza, o del fatto che alcune persone manchino all appello, svolgere opere di controllo e vigilanza, affinché nessuno rientri nell area in emergenza per il periodo che perdura lo stato di emergenza; ad emergenza chiusa, coordinare le operazioni di rientro nell edificio, per quanto attiene il proprio reparto. Gli Addetti all evacuazione devono: disporre per l assistenza delle persone non in grado di muoversi autonomamente, regolandosi per le modalità di trasporto in base al loro grado di autonomia; fare defluire con calma ed ordine, i visitatori, i degenti, il personale presenti nell area di propria competenza e controllare che siano chiuse le porte tagliafuoco che delimitano i compartimenti in emergenza, nonché quelli immediatamente adiacenti. Il Personale non incaricato di compiti specifici deve: non farsi prendere dal panico, e collaborare attivamente con gli addetti all evacuazione soprattutto per l esodo in sicurezza di pazienti non in grado di muoversi autonomamente o con quadro clinico grave; occuparsi del trasferimento su barelle di pazienti che non possono muoversi diversamente. In caso di insufficienza delle barelle collaborare a stendere i pazienti allettati su lenzuola o coperte stese al suolo, trascinando quindi il paziente lungo la via di esodo, avviarsi con ordine verso le uscite di sicurezza, senza indugiare per recuperare, o far recuperare, effetti personali od altro; aprire le porte di sicurezza facendo pressione sulla barra trasversale della porta perimetrale della stessa; raggiungere i punti di concentramento predeterminati; rientrare nell edificio solo dietro esplicita autorizzazione del Responsabile della Gestione dell Emergenza. PERCORSI DI EVACUAZIONE Tutti i percorsi di evacuazione dovranno essere evidenziati con apposita segnaletica di sicurezza, ed essere dotati di illuminazione di emergenza e predisposti in modo tale da consentire l esodo in emergenza senza creare situazioni di panico. PROCEDURE DI CARATTERE GENERALE IN CASO DI INCENDIO In presenza di fumo denso non camminare in posizione eretta, a livello del pavimento l aria è più respirabile, coprirsi la bocca e il naso con un panno bagnato; Aprire le porte con estrema cautela, prima di aprire una porta sentire la sua temperatura, se è calda o vi è fuoriuscita di fumo, utilizzare un altra via di fuga od aprirla, se non ci sono alternative, con molta cautela. Ripararsi da una eventuale fiamma divampante, ponendosi in posizione abbassata e arretrata; Spostarsi con estrema cautela saggiando la resistenza dei pavimenti. Muoversi lungo i muri controllando la presenza di eventuali crepe; Non cercare di portare via oggetti personali con il rischio di rimanere intrappolati o rallentare l evacuazione; In caso di incendio di apparecchiature elettriche: o disinserire la corrente elettrica a monte dell incendio; o estinguere l incendio possibilmente con un estintore del tipo ad anidride carbonica; o non utilizzate acqua per spegnere incendi di natura elettrica;

94 Istruzione operativa per a gestione delle emergenze nelle strutture sanitarie dell azienda USL 3 di Pistoia Pagina 13 di 34 Rev. 1 del ottobre 2011 Procedure ed Azioni da adottare in una residenza Sanitaria Assistita Protocollo della procedura di allarme La diramazione dell allarme inizia con la scoperta dell evento e può essere dato: da CHIUNQUE verifichi o venga a conoscenza di un evento pericoloso, dandone immediata comunicazione al personale dell Azienda USL3 presente nella struttura. sistema automatico di rilevazione e rivelazione (se presente); dagli appositi pulsanti di allarme (se presenti); Il personale della RSA, coordinata dall addetto antincendio presente, si configura come Unità di Emergenza della Struttura VALUTA l evento, INTERVIENE per contenere il danno. Nel caso di eventi di limitata gravità (Codice Bianco) provvede al contenimento e alla risoluzione dell evento stesso, comunica al centro di controllo delle emergenze l entità dell evento richiedendo l intervento della Unità di Emergenza Aziendale. Nel caso di eventi di secondo livello (Codice Rosso) richiede anche l intervento delle forze esterne. La CHIAMATA al centro di controllo per le emergenze del Presidio Ospedaliero di riferimento deve essere effettuata UTILIZZANDO L APPOSITO NUMERO PER EMERGENZE NON SANITARIE, comunicando: il proprio nome e cognome; la struttura o la zona interessata dall evento Per eventi di primo livello (codice bianco) richiede l intervento della sola Unità di Emergenza Aziendale Per eventi di secondo livello (codice rosso) richiede anche l intervento dei Vigili del Fuoco e/o delle Forze dell Ordine Si predispone per successivi interventi IL CENTRO DI CONTROLLO DELLE EMERGENZE Risponde immediatamente Da conferma di aver recepito correttamente il messaggio di allarme Per emergenze di primo livello contatta: Unità di Emergenza Aziendale Per emergenze di secondo livello contatta: Unità di Crisi e relativo Gruppo Operativo Responsabile della Struttura Organizzativa interessata all evento Locali adiacenti Centrale Operativa 118 Pronto Soccorso Vigili del Fuoco Addetto alla portineria per avvisare dell arrivo dei Vigili del Fuoco e delle altre Strutture Esterne allertate Di seguito è schematizzata, in linea generale, la procedura riguardante la diramazione dell allarme. EVENTI DI PRIMO LIVELLO ( Codice Bianco) Gli eventi di primo livello sono classificati come emergenza dovuta, per esempio, all incendio di una ridotta quantità di materiale combustibile senza che sia necessario alcun tipo di evacuazione. L azione principale di contenimento ed estinzione dell evento è quindi demandata all Unità di Emergenza della Struttura e/o all Unità di Emergenza Aziendale. L Unità di Emergenza di Struttura è costituita dal personale presente nella RSA, l Unità di Emergenza Aziendale è costituita dal personale in turno di servizio e reperibilità dell Area Tecnica e Servizio di prevenzione e Protezione. Terminata l emergenza, è opportuno che il personale dell Area Tecnica effettui una verifica degli impianti tecnologici e delle strutture, qualora questi siano stati interessati dall evento. UNITA DI CRISI: Non è prevista l attivazione

95 Istruzione operativa per a gestione delle emergenze nelle strutture sanitarie dell azienda USL 3 di Pistoia Pagina 14 di 34 Rev. 1 del ottobre 2011 EVENTI DI SECONDO LIVELLO (Codice Rosso) Gli eventi classificati di secondo livello, con riferimento all incendio, possono comportare, oltre agli interventi finalizzati a contenere l espandersi dell evento e la limitazione dei danni alle persone e ai beni, anche l evacuazione parziale o completa della struttura. Tale tipologia di evento, anche nel caso in cui non implichi l evacuazione parziale o totale della RSA, richiede sempre l attivazione dell Unità di Crisi, dell Unità di Emergenza Aziendale e degli enti esterni allertati (Vigili del Fuoco, Forze dell Ordine, Centrale Operativa 118). ADDETTI ALLA PORTINERIA DELLA RSA (se esistente) L addetto alla portineria, ricevuta la comunicazione dal centro di controllo delle emergenze, secondo la gravità dell allarme: Interdice l ingresso all area della RSA a qualsiasi mezzo che non sia di Soccorso. Attende l arrivo della struttura esterna allertata (Vigili del Fuoco, Forze dell Ordine, Centrale Operativa 118). All arrivo di questa fornisce indicazioni sul percorso per raggiungere il luogo in emergenza. Controlla l accesso degli automezzi all area durante tutto il periodo di emergenza. UNITA DI CRISI Il coordinamento dell Unità di Crisi e del Gruppo Operativo è svolto dal Responsabile della Zona/Distretto. Appena insediata: Verifica l esatta entità del danno e del rischio evolutivo connesso; Impartisce l eventuale ordine di evacuazione e ne attiva le procedure; Tiene i rapporti con l autorità e la stampa; Attiva la fase di recupero delle strutture; In caso di evacuazione parziale/totale Coordina l evacuazione effettuata dal Dipartimento Emergenza e Urgenza (D.E.U.) in collaborazione con l Unità di Emergenza di struttura; Sospende o limita le attività della RSA; Prende contatti con le strutture sanitarie esterne pubbliche e/o private verso cui indirizzare gli ospiti; Allerta il Pronto Soccorso perché predisponga al ricevimento di pazienti eventualmente bisognosi di cure; Richiede e coordinare aiuti dall esterno in coordinamento con la centrale operativa 118; Allestisce un centro di informazioni; Coordina la ripresa delle attività una volta cessata l emergenza. UNITA DI EMERGENZA DI STRUTTURA E UNITA DI EMERGENZA AZIENDALE L Unità di Emergenza di Struttura è costituita dal personale in turno della RSA e dal personale in turno di reperibilità. L Unità di Emergenza Aziendale è costituita dal personale dell Area Tecnica ed addetti al Servizio di Prevenzione e Protezione. Per quanto riguarda i comportamenti delle Unità di Emergenza di Struttura e Aziendale, si possono distinguere due fasi: FASE OPERATIVA PRIMA DELL INTERVENTO DEI VIGILI DEL FUOCO Prima dell arrivo dei Vigili del Fuoco, l Unità di Emergenza di Struttura e l Unità di Emergenza Aziendale si devono attivare per intervenire a salvaguardia dell incolumità degli ospiti, dei visitatori e propria utilizzando i presidi a disposizione per spegnere o contenere l incendio sviluppatosi (estintori, coperte antifiamma) e i dispositivi di protezione individuale specifici in dotazione. In particolare: L Unità di Emergenza di Struttura, coordinata dall addetto antincendio : attiva immediatamente la procedura di allarme, chiamando il centro di controllo per le emergenze all apposito numero di emergenza non sanitaria specificando all operatore che è in atto un evento che non può essere risolto con le risorse disponibili e per il quale può rendersi necessaria anche l evacuazione parziale o totale della struttura;

96 Istruzione operativa per a gestione delle emergenze nelle strutture sanitarie dell azienda USL 3 di Pistoia Pagina 15 di 34 Rev. 1 del ottobre 2011 verifica se ci sono ospiti o visitatori direttamente minacciati dalle fiamme e interviene con i mezzi di estinzione in dotazione. rimuove gli ospiti immediatamente esposti alle fiamme o in pericolo di vita immediato; verifica la chiusura delle eventuali porte tagliafuoco per confinare lo sviluppo di fumo e calore; toglie l alimentazione elettrica nella zona coinvolta dall incendio, chiude le eventuali valvole di intercettazione delle condotte di alimentazione dei gas medicali e tecnici verificando che ciò non comporti disguidi a degenti in trattamento; fornisce informazioni chiare e precise agli ospiti; L Unità di Emergenza Aziendale, attivata dal centro controllo emergenze che ha ricevuto la segnalazione di emergenza,: si reca immediatamente sul luogo dell evento. valuta la situazione ed esegue gli interventi tecnici per limitare la propagazione dell evento e l entità del danno; Procede a mettere in sicurezza gli impianti. FASE OPERATIVA DOPO L INTERVENTO DEI VIGILI DEL FUOCO All arrivo dei Vigili del Fuoco, che assumono il controllo delle operazioni, il compito delle Unità di Emergenza di Struttura e Unità di Emergenza Aziendale è quello di fornire indicazioni utili per il prosieguo dell azione di spegnimento e la salvaguardia delle persone. In particolare: Forniscono indicazioni su persone eventualmente rimaste bloccate dall incendio o su coloro che non è stato possibile evacuare. Forniscono indicazioni sulla tipologia dell incendio e sulla ubicazione della attrezzatura antincendio (estintori, idranti). Forniscono indicazioni sulla posizione degli impianti tecnologici. Informano i Vigili del Fuoco sull esito della verifica della presenza degli ospiti e del personale Si mettono a disposizione per collaborare. MODALITÀ DI EVACUAZIONE DI UNA RSA Questo capitolo stabilisce quale sia la sequenza di procedure da porre in atto al fine di evacuare le aree della RSA in caso di emergenza, avendo quale obiettivo primario la salvaguardia dell integrità fisica delle persone, con particolare riferimento agli ospiti non in grado di muoversi autonomamente. Nel seguito sono descritti più specificamente questi comportamenti. TIPOLOGIA DELL INTERVENTO L evacuazione consiste nell abbandono immediato dell area di emergenza, da parte degli occupanti e nel concentramento degli stessi in un luogo, o luoghi sicuri interni, o in altri edifici, o all esterno in punti di raccolta predeterminati. L evacuazione può essere: parziale: relativa al solo compartimento/reparto interessato dal sinistro; totale: contemporanea all edificio nel suo complesso. Il piano si basa sul concetto di evacuazione orizzontale progressiva, pensando ai singoli compartimenti non interessati dall incidente come area di ricovero provvisorio per gli ospiti da evacuare dalle zone oggetto dell emergenza. Per quanto attiene i visitatori, gli stessi saranno invitati a lasciare al più presto l edificio in allarme e ad uscire dal perimetro della RSA per non intralciare le operazioni di soccorso. L evacuazione di emergenza viene messa in atto attraverso percorsi di evacuazione segnalati, predisposti e di larghezza conforme alla norma e uscite di sicurezza dotate di maniglione antipanico. IL PERSONALE COINVOLTO NELL EVACUAZIONE E RUOLI Nel processo di evacuazione si possono distinguere sostanzialmente tre categorie di persone attive con ruoli diversi: 1. Coordinatore dell Unità di Crisi;

97 Istruzione operativa per a gestione delle emergenze nelle strutture sanitarie dell azienda USL 3 di Pistoia Pagina 16 di 34 Rev. 1 del ottobre Personale con ruolo attivo nel fronteggiare l emergenza (addetti alle squadre di emergenza di struttura e aziendale, il capo sala o l infermiere con funzioni di coordinamento, gli addetti all evacuazione); 3. Personale non incaricato di ruoli specifici Si riportano di seguito più in dettaglio ruoli e compiti I visitatori dovranno essere sollecitati ad abbandonare al più presto il perimetro della RSA, al fine di non intralciare le operazioni di soccorso. Il Coordinatore dell Unità di Crisi deve: valutare il grado di emergenza e dare l eventuale ordine di evacuazione parziale o totale 2, fornendo indicazioni anche relative al compartimento/edificio dove trasferire gli ospiti dell area interessata dal sinistro. coordinarsi con il lavoro dei componenti l Unità di Crisi; verificare il procedere dell operazione, attraverso le informazioni date dagli Addetti all evacuazione; ove mancassero persone all appello, coordinare l operazione di ricerca e soccorso con priorità assoluta rispetto alle altre emergenze; dare ordine di rientro ad emergenza chiusa; in ogni momento, secondo necessità, sostituire le persone incaricate di compiti importanti, qualora queste fossero impossibilitate ad agire. Gli Addetti alla squadra di emergenza di Struttura ed Aziendale ricevuta l autorizzazione da parte del Responsabile della Gestione dell Emergenza, devono: comunicare ai presenti l ordine di lasciare le zone incidentate; collaborando con il personale sanitario per l evacuazione degli ospiti; Il Capo Sala o infermiere con funzioni di coordinamento in turno deve: prelevare il registro degli ospiti della RSA; vigilare che gli ospiti siano trasportati in modo corretto, tenendo conto del grado di autosufficienza di ciascuno; verificare che nessuno rimanga chiuso nei bagni, sale visita, ecc. abbandonare per ultimo la zona di competenza verificando che non sia rimasto più nessuno in loco; speciale attenzione dovrà essere posta nella verifica di locali quali: servizi, sale visita, aree chiuse o comunque non visibili dai corridoi. verificare che tutte le persone presenti nel settore di competenza, abbiano lasciato l area interessata dall evento; raggiungere le persone sfollate dalla propria area di competenza nei punti di raccolta previsti, o segnalati dal Responsabile della Gestione dell Emergenza; avvertire il Responsabile della Gestione dell Emergenza dell avvenuto completamento del processo di evacuazione per l area di propria competenza, o del fatto che alcune persone manchino all appello, svolgere opere di controllo e vigilanza, affinché nessuno rientri nell area in emergenza per il periodo che perdura lo stato di emergenza; ad emergenza chiusa, coordinare le operazioni di rientro nell edificio Gli Addetti all evacuazione devono: disporre per l assistenza delle persone non in grado di muoversi autonomamente, regolandosi per le modalità di trasporto in base al loro grado di autonomia; fare defluire con calma ed ordine, i visitatori, gli ospiti, il personale presenti nell area di propria competenza e controllare che siano chiuse le porte tagliafuoco che delimitano i compartimenti in emergenza, nonché quelli immediatamente adiacenti. Il Personale non incaricato di compiti specifici deve: non farsi prendere dal panico, e collaborare attivamente con gli addetti all evacuazione soprattutto per l esodo in sicurezza degli ospiti non in grado di muoversi autonomamente o con quadro clinico grave; 2 Qualora la gravità e l estensione dell incendio, o di altro tipo di evento, fossero tali da pregiudicare la sicurezza dei pazienti e dei visitatori e il tempo a disposizione non consente l intervento dell Unità di Crisi, l ordine di evacuazione può essere impartito dall addetto antincendio.

98 Istruzione operativa per a gestione delle emergenze nelle strutture sanitarie dell azienda USL 3 di Pistoia Pagina 17 di 34 Rev. 1 del ottobre 2011 occuparsi del trasferimento su barelle degli ospiti che non possono muoversi diversamente. In caso di insufficienza delle barelle collaborare a stendere i pazienti allettati su lenzuola o coperte stese al suolo, trascinando quindi il paziente lungo la via di esodo, avviarsi con ordine verso le uscite di sicurezza, senza indugiare per recuperare, o far recuperare, effetti personali od altro; aprire le porte di sicurezza facendo pressione sulla barra trasversale della porta perimetrale della stessa; raggiungere i punti di concentramento predeterminati; rientrare nell edificio solo dietro esplicita autorizzazione del Responsabile della Gestione dell Emergenza. PERCORSI DI EVACUAZIONE Tutti i percorsi di evacuazione dovranno essere evidenziati con apposita segnaletica di sicurezza, ed essere dotati di illuminazione di emergenza e predisposti in modo tale da consentire l esodo in emergenza senza creare situazioni di panico. PROCEDURE DI CARATTERE GENERALE IN CASO DI INCENDIO In presenza di fumo denso non camminare in posizione eretta, a livello del pavimento l aria è più respirabile, coprirsi la bocca e il naso con un panno bagnato; Aprire le porte con estrema cautela, prima di aprire una porta sentire la sua temperatura, se è calda o vi è fuoriuscita di fumo, utilizzare un altra via di fuga od aprirla, se non ci sono alternative, con molta cautela. Ripararsi da una eventuale fiamma divampante, ponendosi in posizione abbassata e arretrata; Spostarsi con estrema cautela saggiando la resistenza dei pavimenti. Muoversi lungo i muri controllando la presenza di eventuali crepe; Non cercare di portare via oggetti personali con il rischio di rimanere intrappolati o rallentare l evacuazione; In caso di incendio di apparecchiature elettriche: o disinserire la corrente elettrica a monte dell incendio; o estinguere l incendio possibilmente con un estintore del tipo ad anidride carbonica; o non utilizzate acqua per spegnere incendi di natura elettrica;

99 Istruzione operativa per a gestione delle emergenze nelle strutture sanitarie dell azienda USL 3 di Pistoia Pagina 18 di 34 Rev. 1 del ottobre 2011 Procedure ed Azioni da adottare in un Presidio Territoriale Per i presidi che non effettuano attività sulle 24 ore, i protocolli riguardanti gli interventi degli Addetti all Emergenza di seguito descritti sono da applicare durante l orario di apertura dei Presidi. Durante l orario di chiusura l emergenza, con particolare riferimento all incendio, è affidata alla gestione dei Vigili del Fuoco. In questa seconda evenienza, i Responsabili dei Distretti e i Responsabili dei Presidi si attiveranno per la convocazione dell Unità di Crisi e relativo Gruppo Operativo per esaminare il problema e prendere le conseguenti decisioni. Protocollo della procedura di allarme La diramazione dell allarme inizia con la scoperta dell evento e può essere dato: da CHIUNQUE verifichi o venga a conoscenza di un evento pericoloso, dandone immediata comunicazione al personale dell Azienda USL3 presente nel reparto ospedaliero. sistema automatico di rilevazione e rivelazione (se presente); dagli appositi pulsanti di allarme (se presenti); Il personale del presidio, coordinata dall addetto antincendio presente, che si configura come Unità di Emergenza della Struttura VALUTA l evento, INTERVIENE per contenere il danno. Nel caso di eventi di limitata gravità (Codice Bianco) provvede al contenimento e alla risoluzione dell evento stesso, comunica al centro di controllo delle emergenze l entità dell evento richiedendo l intervento della Unità di Emergenza Aziendale. Nel caso di eventi di secondo livello (Codice Rosso) richiede anche l intervento delle forze esterne. La CHIAMATA al centro di controllo delle emergenze deve essere effettuata UTILIZZANDO L APPOSITO NUMERO PER EMERGENZE NON SANITARIE, comunicando: il proprio nome e cognome; la struttura o la zona interessato all evento Per eventi di primo livello (codice bianco) richiede l intervento della sola Unità di Emergenza Aziendale Per eventi di secondo livello (codice rosso) richiede anche l intervento dei Vigili del Fuoco e/o delle Forze dell Ordine Si predispone per successivi interventi IL CENTRO DI CONTROLLO DELLE EMERGENZE Risponde immediatamente Da conferma di aver recepito correttamente il messaggio di allarme Per emergenze di primo livello contatta: Unità di Emergenza Aziendale Per emergenze di secondo livello contatta: Unità di Crisi e relativo Gruppo Operativo Responsabile della Struttura Organizzativa interessata all evento Locali adiacenti Centrale Operativa 118 Pronto Soccorso Vigili del Fuoco Addetto alla portineria per avvisare dell arrivo dei Vigili del Fuoco e delle altre Strutture Esterne allertate Di seguito è schematizzata, in linea generale, la procedura riguardante la diramazione dell allarme. EVENTI DI PRIMO LIVELLO Gli eventi di primo livello con riferimento all incendio sono classificati come emergenza che non comporta evacuazione. L azione principale di contenimento ed estinzione dell evento di primo livello, con riferimento all incendio, è demandata all Unità di Emergenza della Struttura e/o all Unità di Emergenza Aziendale.

100 Istruzione operativa per a gestione delle emergenze nelle strutture sanitarie dell azienda USL 3 di Pistoia Pagina 19 di 34 Rev. 1 del ottobre 2011 L Unità di Emergenza della Struttura è costituita dal personale presente nel Presidio; l Unità di Emergenza Aziendale è costituita dal personale dell Area Tecnica e del Servizio di Prevenzione e Protezione. Terminata l emergenza, è opportuno che il personale dell Area Tecnica effettui una verifica degli impianti tecnologici e delle strutture, qualora siano stati interessati dall evento. UNITA DI CRISI : Non è prevista l attivazione EVENTI DI SECONDO LIVELLO Rientrano in questa tipologia tutti gli eventi o le emergenze non riconducibili ad eventi di primo livello; richiedono sempre l attivazione dell Unità di Crisi e relativo Gruppo Operativo, dell Unità di Emergenza Aziendale e delle strutture esterne interessate (Vigili del Fuoco, Forze dell Ordine, 118). ADDETTI ALLA PORTINERIA (SE ESISTENTE) L addetto alla portineria, ricevuta la comunicazione dal centro controllo emergenze, secondo la gravità dell allarme: Interdice l ingresso a qualsiasi mezzo che non sia di Soccorso. Attende l arrivo della struttura esterna allertata (Vigili del Fuoco, Forze dell ordine, Centrale Operativa 118). All arrivo di questa fornisce indicazioni sul percorso per raggiungere il luogo in emergenza. Controlla l accesso degli automezzi durante tutto il periodo di emergenza. UNITA DI CRISI Il coordinamento dell Unità di Crisi e del Gruppo Operativo è svolto dal Responsabile di macrolivello. Nel caso di una evacuazione parziale o totale il Gruppo Operativo dell Unità di Crisi dovrà provvedere, in particolare, a: Sospendere o limitare le attività del presidio Diramare l ordine di evacuazione Attivare il Dipartimento Emergenza ed Urgenza (D.E.U.) Allertare il Pronto Soccorso del Presidio Ospedaliero per l eventuale ricevimento di feriti. Richiedere e coordinare eventuali aiuti dall esterno in coordinamento con la centrale operativa 118. Allestire un centro di informazioni. Coordinare la ripresa delle attività una volta cessata l emergenza. UNITA DI EMERGENZA DELLA STRUTTURA E UNITA DI EMERGENZA AZIENDALE L Unità di Emergenza della struttura è costituita dal personale in turno nel Presidio. L Unità di Emergenza Aziendale è costituita dal personale dell Area Tecnica ed addetti al Servizio di Prevenzione e Protezione. Per quanto riguarda i comportamenti delle Unità di Emergenza di Reparto e Aziendale, si possono distinguere due fasi: 1) FASE OPERATIVA PRIMA DELL INTERVENTO DEI VIGILI DEL FUOCO Prima dell arrivo dei Vigili del Fuoco, l Unità di Emergenza della struttura e l Unità di Emergenza Aziendale si devono attivare per intervenire a salvaguardia dell incolumità degli utenti, dei visitatori e propria utilizzando i presidi a disposizione per spegnere o contenere l incendio sviluppatosi (estintori, coperte antifiamma, ecc.) e i dispositivi di protezione individuale specifici in dotazione. In particolare: L Unità di Emergenza della Struttura, coordinata dall addetto antincendio, : attiva immediatamente la procedura di allarme, chiamando il centro di controllo delle emergenze all apposito numero di emergenza non sanitaria specificando all operatore che è in atto un evento che non può essere risolto con le risorse disponibili nel Presidio e per il quale può rendersi necessaria anche l evacuazione parziale o totale dello stesso;

101 Istruzione operativa per a gestione delle emergenze nelle strutture sanitarie dell azienda USL 3 di Pistoia Pagina 20 di 34 Rev. 1 del ottobre 2011 verifica se ci sono utenti o visitatori direttamente minacciati dalle fiamme e interviene con i mezzi di estinzione in dotazione. rimuove gli utenti immediatamente esposti alle fiamme o in pericolo di vita immediato; verifica la chiusura delle eventuali porte tagliafuoco per confinare lo sviluppo di fumo e calore; toglie l alimentazione elettrica nella zona coinvolta dall incendio, chiude le eventuali valvole di intercettazione delle condotte di alimentazione dei gas combustibili; fornisce informazioni chiare e precise agli utenti e ai colleghi di lavoro; L Unità di Emergenza Aziendale, attivata dal centro di controllo delle emergenze: si reca immediatamente sul luogo dell evento. valuta la situazione ed esegue gli interventi tecnici per limitare la propagazione dell evento e l entità del danno; procede a mettere in sicurezza gli impianti. 2) FASE OPERATIVA DOPO L INTERVENTO DEI VIGILI DEL FUOCO All arrivo dei Vigili del Fuoco, che assumono il controllo delle operazioni, il compito delle Unità di Emergenza della Struttura e dell Unità di Emergenza Aziendale è quello di fornire indicazioni utili per il prosieguo dell azione di spegnimento e la salvaguardia delle persone. In particolare: Forniscono indicazioni su persone eventualmente rimaste bloccate dall incendio o su coloro che non è stato possibile evacuare. Forniscono indicazioni sulla tipologia dell incendio e sulla ubicazione della attrezzatura antincendio (estintori, idranti). Forniscono indicazioni sulla posizione degli impianti tecnologici. Informano i Vigili del Fuoco sull esito della verifica della presenza di utenti e del personale Si mettono a disposizione per collaborare. MODALITÀ DI EVACUAZIONE Questo capitolo stabilisce quale sia la sequenza di procedure da porre in atto al fine di evacuare i presidi territoriali. TIPOLOGIA DELL INTERVENTO L evacuazione consiste nell abbandono immediato dell area di emergenza, da parte degli occupanti e nel concentramento degli stessi in un luogo, o luoghi sicuri interni, o in altri edifici, o all esterno in punti di raccolta predeterminati. L evacuazione può essere: parziale: relativa al solo compartimento/piano interessato dal sinistro; generale: contemporanea all edificio nel suo complesso. IL PERSONALE COINVOLTO NELL EVACUAZIONE E RUOLI Nel processo di evacuazione si possono distinguere sostanzialmente tre categorie di persone attive con ruoli diversi: 1. Coordinatore dell Unità di Crisi; 2. Personale con ruolo attivo nel fronteggiare l emergenza (addetti alle squadre di emergenza di struttura e aziendale, l addetto antincendio con funzioni di coordinamento gli addetti all evacuazione); 3. Personale non incaricato di ruoli specifici Si riportano di seguito più in dettaglio ruoli e compiti I visitatori e gli utenti dovranno essere sollecitati ad abbandonare al più presto il perimetro del Presidio, al fine di non intralciare le operazioni di soccorso. Il Coordinatore dell Unità di Crisi deve:

102 Istruzione operativa per a gestione delle emergenze nelle strutture sanitarie dell azienda USL 3 di Pistoia Pagina 21 di 34 Rev. 1 del ottobre 2011 valutare il grado di emergenza e dare l eventuale ordine di evacuazione parziale o totale 3. coordinarsi con il lavoro dei componenti l Unità di Crisi; verificare il procedere dell operazione, attraverso le informazioni date dagli Addetti all evacuazione; ove mancassero persone all appello, coordinare l operazione di ricerca e soccorso con priorità assoluta rispetto alle altre emergenze; dare ordine di rientro ad emergenza chiusa; in ogni momento, secondo necessità, sostituire le persone incaricate di compiti improrogabili, qualora queste fossero impossibilitate ad agire. Gli Addetti alla squadra di emergenza di Struttura ed Aziendale ricevuta l autorizzazione da parte del Responsabile della Gestione dell Emergenza, devono: comunicare ai presenti l ordine di lasciare le zone incidentate; collaborare con gli addetti all evacuazione; L addetto antincendio con funzioni di coordinamento in turno deve: verificare che nessuno rimanga chiuso nei bagni, sale visita, ecc. abbandonare per ultimo la zona di competenza verificando che non sia rimasto più nessuno in loco; speciale attenzione dovrà essere posta nella verifica di locali quali: servizi, sale visita, aree chiuse o comunque non visibili dai corridoi. verificare che tutte le persone presenti nel settore di competenza, abbiano lasciato l area interessata dall evento; raggiungere le persone sfollate dalla propria area di competenza nei punti di raccolta previsti, o segnalati dal Responsabile della Gestione dell Emergenza; avvertire il Responsabile della Gestione dell Emergenza dell avvenuto completamento del processo di evacuazione per l area di propria competenza, o del fatto che alcune persone manchino all appello, svolgere opere di controllo e vigilanza, affinché nessuno rientri nell area in emergenza per il periodo che perdura lo stato di emergenza; ad emergenza chiusa, coordinare le operazioni di rientro nell edificio, per quanto attiene il proprio reparto. Gli Addetti all evacuazione devono: fare defluire con calma ed ordine gli utenti, il personale presente nell area di propria competenza e controllare che siano chiuse le eventuali porte tagliafuoco che delimitano i compartimenti in emergenza, nonché quelli immediatamente adiacenti. Il Personale non incaricato di compiti specifici deve: non farsi prendere dal panico, e collaborare attivamente con gli addetti antincendio e gli addetti all evacuazione; avviarsi con ordine verso le uscite di sicurezza, senza indugiare per recuperare, o far recuperare, effetti personali od altro; aprire le porte di sicurezza facendo pressione sulla barra trasversale della porta perimetrale della stessa; raggiungere i punti di concentramento predeterminati; rientrare nell edificio solo dietro esplicita autorizzazione del Responsabile della Gestione dell Emergenza. PERCORSI DI EVACUAZIONE Tutti i percorsi di evacuazione dovranno essere evidenziati con apposita segnaletica di sicurezza, ed essere dotati di illuminazione di emergenza e predisposti in modo tale da consentire l esodo in emergenza senza creare situazioni di panico. 3 Qualora la gravità e l estensione dell incendio, o di altro tipo di evento, fossero tali da pregiudicare la sicurezza dei pazienti e dei visitatori e il tempo a disposizione non consente l intervento dell Unità di Crisi, l ordine di evacuazione può essere impartito dall addetto antincendio.

103 Istruzione operativa per a gestione delle emergenze nelle strutture sanitarie dell azienda USL 3 di Pistoia Pagina 22 di 34 Rev. 1 del ottobre 2011 Procedure in caso di allagamento, inondazione, danni da acqua in genere Sono molteplici le sorgenti d acqua che possono causare danni od incidenti, come: } } } } } tracimazione di acqua dagli argini dei fiumi; tubazioni che scoppiano; scarichi di acqua piovana intasati; finestre infrante dalla grandine; danneggiamenti accidentali dovuti alla rottura di tubazioni; In questi casi, il personale direttamente coinvolto deve: } } } } } } } rimanere calmo; informare immediatamente il centro di controllo delle emergenze del presidio ospedaliero di riferimento ed eventualmente informare direttamente il tecnico reperibile dell Area Funzionale Tecnica; dare informazioni sulla natura, sull esatta ubicazione e soprattutto sulla entità della perdita di acqua o caratteristiche della inondazione, indicandone la causa, se identificabile; indicare eventuali rischi che stanno per coinvolgere locali adiacenti e/o oggetti delicati. Informate anche il vostro superiore (se presente) offrendo le stesse informazioni; usare estrema cautela se vi sono apparati elettrici o prese d energia nelle immediate vicinanze della zona allagata. se avete identificato con esattezza la causa della perdita e ritenete di poterla mettere sotto controllo (ad esempio la chiusura di una valvola a volantino, ecc.) intervenite, ma procedete con estrema cautela; restare a disposizione delle squadre di manutenzione intervenute, per collaborare all eventuale spostamento di pazienti, documenti o degli oggetti delicati coinvolti nell allagamento. Il centro di controllo delle emergenze } Risponde immediatamente } Da conferma di aver recepito correttamente il messaggio di allarme contatta: } Unità di Emergenza Aziendale e gli addetti alla manutenzione } Il coordinatore dell Unità di Crisi } Responsabile della Struttura Organizzativa interessata all evento Procedure in caso di mancanza di energia elettrica Se si verifica una mancanza di energia elettrica: Il personale direttamente coinvolto: } verifica che la mancanza di energia elettrica sia dovuta a cause esterne e che non dipenda da incendi o eventi pericolosi; } chiama il centro di controllo delle emergenze utilizzando il numero telefonico riservato all emergenza; } si prodiga al fine di far mantenere la calma agli utenti e visitatori; } verifica quali apparecchi elettrici erano in uso prima della mancanza di energia elettrica e provvede a farli disattivare; } verifica la presenza di persone in ascensore, in caso affermativo provvede a farli uscire;

104 Istruzione operativa per a gestione delle emergenze nelle strutture sanitarie dell azienda USL 3 di Pistoia Pagina 23 di 34 Rev. 1 del ottobre 2011 Il centro di controllo delle emergenze: } risponde immediatamente } da conferma di aver recepito correttamente il messaggio di allarme; } chiama l Unità di emergenza aziendale e gli addetti alla manutenzione; } avverte il Coordinatore dell Unità di Crisi; } avverte il responsabile del Presidio/Struttura interessata. L unità di emergenza aziendale e gli addetti alla manutenzione: } si recano sul posto ed eseguono una prima verifica; } verificano l entrata in funzione e sorvegliano il buon funzionamento dei gruppi elettrogeni e di continuità (se presenti) } telefonano al fornitore di energia elettrica per verificare che il blackout dipenda da fattori esterni; } relazionano al coordinatore dell unità di crisi. Procedure in caso di fuga di gas Se si verifica una fuga di gas: Il personale direttamente coinvolto: } non accende fiamme ne aziona interruttori della luce o di altri apparecchi elettrici; } chiama il centro di controllo delle emergenze utilizzando il numero telefonico riservato all emergenza; } provvede, se le condizioni lo consentono, ad aerare il più possibile le zone interessate dalla fuga di gas; } chiude la valvola di intercettazione generale del gas; } provvede ad allontanarsi dall area di rischio; } } } } } } } } } Il centro di controllo delle emergenze: risponde immediatamente da conferma di aver recepito correttamente il messaggio di allarme; chiama il pronto intervento dell azienda erogatrice del gas metano; chiama l Unità di emergenza aziendale e gli addetti alla manutenzione; avverte il Coordinatore dell Unità di Crisi; avverte il responsabile del Presidio/Struttura interessata. L unità di emergenza aziendale e gli addetti alla manutenzione: si recano sul posto ed eseguono una prima verifica; provvedono, se le condizioni lo consentono, alla intercettazione del flusso del gas operando manualmente sulle saracinesche; relazionano al coordinatore dell unità di crisi.

105 Istruzione operativa per a gestione delle emergenze nelle strutture sanitarie dell azienda USL 3 di Pistoia Pagina 24 di 34 Rev. 1 del ottobre 2011 Procedure in caso di terremoto Le regole e le procedure di seguito riportate devono essere applicate ogni volta che si verifica una calamità naturale quale ad esempio un terremoto. DURANTE IL TERREMOTO } } } } } } Mantenere la calma, interrompere ogni attività e cercare di tranquillizzare gli altri. Non cercare di abbandonare l edificio, Rimani dove sei, al massimo allontanati da oggetti sospesi che possono cadere. Non muoverti fino a quando la scossa non è terminata. Non cercare assolutamente di uscire durante la scossa, le scale e gli ascensori sono una delle parti più pericolose degli edifici. Non usare l ascensore. Se venite sorpresi dalla scossa mentre vi trovate in ascensore fermatevi al primo piano possibile ed uscite immediatamente. COMPITI DEL PERSONALE Il Personale della struttura } si prodiga al fine di far mantenere la calma agli utenti in collaborazione con l addetto antincendio; } segnala al più vicino addetto alla squadra antincendio danni o lesioni rilevate. L addetto alla squadra antincendio } chiama il centro di controllo delle emergenze per comunicare la situazione e richiede l intervento delle altre unità di emergenza; } coordina lo stato di emergenza sino all arrivo dei soccorsi esterni. Procedure in caso di aggressione a dipendenti In alcuni ambienti a contato con il pubblico, è possibile che malintenzionati, folli o persone che hanno particolari motivi di rancore verso l Azienda Sanitaria, aggrediscano, spesso senza alcun preavviso, dipendenti o dirigenti dell Azienda. In questo caso il personale direttamente coinvolto deve: } restare calmo; } informare immediatamente il centro di controllo delle emergenze del presidio ospedaliero di riferimento; } tenersi alla larga dall aggressore, specie se bandisce armi proprie o improprie; } cercare di calmare l aggressore con parole accomodanti, senza mettervi a discutere con lui e soprattutto senza contestare le sue dichiarazioni; } rassicurarlo sul fatto che tutto si può accomodare ed informarlo che avete già avvertito la Direzione, che vi sta inviando qualcuno per esaminare le sue ragioni; } se del caso, avvertire direttamente, ma senza farvi notare, le forze dell ordine telefonando ai numeri 112 (Carabinieri) o 113 (Polizia di Stato). Spiegate per filo e per segno la natura dell emergenza e rammentate alle Forze dell Ordine di arrivare sul posto, spegnendo la sirena, per evitare gesti inconsulti da parte dell aggressore; } non cercare di intervenire direttamente, per evitare possibili pericolose reazioni, di cui potrebbe restare vittima l aggredito o l eventuale ostaggio; } cercare di far parlare in continuazione l aggressore, fino all arrivo delle Forze dell Ordine. Un aggressore che parla, per solito, non commette atti irrimediabili.

106 Istruzione operativa per a gestione delle emergenze nelle strutture sanitarie dell azienda USL 3 di Pistoia Pagina 25 di 34 Rev. 1 del ottobre 2011 Uso della coperta antifiamma LE COPERTE ANTIFIAMMA SI TROVANO ALL INTERNO DEGLI ARMADIETTI ANTINCENDIO DI STRUTTURA (se presenti) COME SI USA: 1. per l uso della coperta antifiamma è necessario essere in due persone; 2. estrarre la coperta dalla busta protettiva entro la quale è contenuta; 3. dispiegare la coperta e prendendola dai lembi opposti stenderla completamente; 4. se viene utilizzata per spegnere fiamme divampate sugli indumenti delle persone procedere come segue: - avvolgere completamente la persona con la coperta; - farla sdraiare sul pavimento; - far aderire perfettamente la coperta intorno al corpo in modo da soffocare le fiamme. 5. se viene utilizzata per spegnere fiamme divampate da recipienti contenenti liquidi combustibili procedere come segue: - tenendo la coperta ben tesa avvicinarsi al recipiente all interno del quale si sviluppano le fiamme; - con un azione rapida passare sopra il recipiente facendo scorrere il bordo della coperta sino al completo ricoprimento della superficie superiore, - far aderire perfettamente la coperta al recipiente abbassando i lembi ed incrociandoli in modo da soffocare l incendio. Uso degli estintori COME SI USANO: 1. Asportare l estintore dalla sua sede e poggiarlo verticalmente per terra; 2. mettere il palmo della mano ausiliaria (sinistra) sotto la leva più bassa dell estintore e sollevarlo per trasportarlo verso il luogo dell incendio; 3. porsi ad una distanza dal fuoco di circa 2-3 m (se il fuoco è dentro una stanza porsi fuori dalla stanza) e poggiare l estintore per terra in posizione verticale localizzando la spina di sicurezza; 4. porsi dalla parte dell impugnatura della spina di sicurezza, mettere il palmo della mano ausiliaria (sinistra) sulla parte ogivale del serbatoio dell estintore ed impugnare la spina di sicurezza con la mano da lavoro (destra); 5. togliere con la mano da lavoro (destra) la spina di sicurezza con uno strappo secco avendo l accortezza di tenere fermo l estintore con la mano ausiliaria; 6. rimettere il palmo della mano ausiliaria sotto la leva più bassa dell estintore ed afferrare la lancia con la mano da lavoro; 7. sollevare così l estintore con la mano ausiliaria e procedere verso il fuoco fino ad una distanza non superiore a circa 2 m; 8. porre il pollice della mano ausiliaria sopra la leva più alta; 9. direzionare la lancia verso le fiamme con la mano di lavoro e stringere con la mano ausiliaria le due leve in essa contenute; 10. indirizzate il getto alla base delle fiamme; iniziare dalla parte in fiamme più vicina all operatore. Se brucia un liquido l azione deve essere rapida e continua. - Dovendo utilizzare più estintori contemporaneamente, le persone che li utilizzano devono trovarsi dallo stesso lato rispetto alle fiamme. - Bisogna sempre dare la fronte alle fiamme e le spalle alle vie di fuga, se ciò non fosse possibile non procedere all estinzione, dare l allarme e iniziare l evacuazione.

107 Istruzione operativa per a gestione delle emergenze nelle strutture sanitarie dell azienda USL 3 di Pistoia Pagina 26 di 34 Rev. 1 del ottobre 2011 Lista di controllo per la sicurezza antincendio SORVEGLIANZA (a cura degli addetti antincendio)) OGGETTO VIE DI ESODO E USCITE: si intende il percorso, senza ostacoli al deflusso, che consente agli occupanti di un edificio o un locale di raggiungere un luogo sicuro. ATTIVITA Le vie di uscita e le uscite di piano siano sempre disponibili per l uso e libere da qualsiasi ostruzione o pericoli in genere che possano compromettere il sicuro utilizzo in caso di esodo. Tutte le porte sul percorso di esodo, comprese le uscite di piano, possano essere aperte facilmente ed immediatamente dalla persone in esodo: Nel caso siano installati di accorgimenti antintrusione le porte devono poter essere aperte facilmente ed immediatamente dall interno, comunque, in presenza di suddetti accorgimenti o nell ipotesi di chiusure necessarie per altre esigenze funzionali, devono essere previsti idonei e sicuri sistemi alternativi di apertura delle porte e tutti i lavoratori devono essere a conoscenza del particolare sistema di apertura ed essere in grado di utilizzarlo in caso di emergenza; La segnaletica direzionale dei percorsi e delle uscite sia mantenuta visibile e facilmente individuabile in caso di emergenza. DIPOSITIVI ANTINCENDIO In ogni dotazione strutturale deve essere garantito che: le attrezzature antincendio portatili (estintori) non siano rimosse dalla posizione prevista, non siano coperti da materiali di qualunque tipo, siano sempre facilmente accessibili; le attrezzature antincendio fisse (idranti o naspo) non vengano coperte da materiali di qualunque tipo, risultino sempre facilmente accessibili; la segnaletica di sicurezza non sia rimossa e sia sempre visibile; i mezzi ausiliari di protezione eventualmente in dotazione, quali maschere antifumo, coperte ignifughe, secchi di sabbia ecc., siano conservati in efficienza ed in modo da poter essere utilizzati in qualsiasi momento. Controlli quotidiani a fine turno (a cura di tutto il personale) APPARECCHIATURA TIPO VERIFICA Porte resistenti al fuoco Controllare che siano chiuse, ove ciò è previsto, e che comunque non siano bloccate da zeppe o altri mezzi rudimentali che ne impediscano la chiusura. Nel caso la porta sia dotata di dispositivo magnetico che sia agganciata allo stesso. Apparecchiature elettriche Apparecchiature o utensili con combustibili liquidi o gassosi Bombole di gas comburenti Fiamme libere Rifiuti e scarti combustibili Materiali infiammabili e sostanze chimiche Vie di esodo Controllare che le apparecchiature elettriche, che non devono restare in servizio, siano messe fuori tensione. Controllare che l alimentazione centralizzata di apparecchiature o utensili con combustibili liquidi o gassosi sia interrotta azionando le saracinesche di intercettazione del combustibile, nel caso di bombole verificare che siano correttamente riposte. Verificare che siano correttamente riposte negli appositi spazi /rastrelliere Controllare che siano tutte spente Controllare che siano stati raccolti e smaltiti o depositati in luoghi sicuri e lontano da fonti di calore in attesa dello smaltimento. Controllare che siano stati depositati in luoghi sicuri o negli appositi contenitori Verificare che siano sgombre da materiali e ingombri di vario genere

108 Istruzione operativa per a gestione delle emergenze nelle strutture sanitarie dell azienda USL 3 di Pistoia Pagina 27 di 34 Rev. 1 del ottobre 2011 Organizzazione dell attività di pronto soccorso Pronto Soccorso nei Presidi Ospedalieri Nei Presidi Ospedalieri l attività di Pronto Soccorso per il personale dell Azienda è svolta dalla specifica Unità Operativa di Pronto Soccorso, attiva 24 ore al giorno con personale medico, infermieristico e specialistico. L U.O. Pronto Soccorso Ospedaliero è integrata nel Dipartimento Emergenza e Urgenza (D.E.U.) con le altre strutture organizzative aziendali. Pronto Soccorso nei Presidi Territoriali Nei Presidi Territoriali, l attività relativa al Pronto Soccorso nei confronti del personale dipendente è affidata al personale sanitario (medici e/o infermieri) presente in turno in ogni Presidio durante l orario di lavoro. Istruzioni operative per gli addetti antincendio per la procedura di allarme L ADDETTO ANTINCENDIO, in collaborazione con i colleghi, VALUTA l evento, INTERVIENE per contenere il danno. Se a seguito della valutazione ritiene necessario l intervento delle altre unità per l Emergenza, CHIAMA il centralino telefonico UTILIZZANDO L APPOSITO NUMERO PER EMERGENZE NON SANITARIE e comunica: il proprio nome e cognome; il reparto o la zona interessata all evento; Per eventi di primo livello (codice bianco) richiede l intervento della sola Unità di Emergenza Aziendale; Per eventi di secondo livello (codice rosso) richiede anche l intervento dell Unità di Crisi e degli enti esterni; Si predispone per successivi interventi. In prossimità di ogni telefono, dedicato anche alle chiamate di allarme, verrà posizionata la seguente procedura:

109 Istruzione operativa per a gestione delle emergenze nelle strutture sanitarie dell azienda USL 3 di Pistoia Pagina 28 di 34 Rev. 1 del ottobre 2011 Segnaletica antincendio Lo scopo della segnalazione di sicurezza è quello di attirare in modo rapido e facilmente comprensibile l attenzione su oggetti e situazioni che possono determinare pericoli, senza per altro sostituire in nessun caso le misure di protezione. Segnali di antincendio Forma quadrata Fondo rosso Simbolo bianco esempi Estintore Naspo Direzione da seguire per raggiungere presidi e/o attrezzature antincendio Segnali di emergenza o di salvataggio Forma quadrata Fondo verde Simbolo bianco esempi Percorsi/Uscite di emergenza Pronto soccorso Esempio di Planimetria per l emergenza affissa nelle strutture

ISTRUZIONE OPERATIVA PER LA GESTIONE DELLE

ISTRUZIONE OPERATIVA PER LA GESTIONE DELLE ISTRUZIONE OPERATIVA PER LA GESTIONE DELLE EMERGENZE NELLE STRUTTURE SANITARIE DELL AZIENDA USL 3 DI PISTOIA Revisione 1 dell ottobre 2011 Riunione Unità di Crisi del 26 maggio2010 Pagina 2 di 34 Indice

Dettagli

DELIBERAZIONE DEL DIRETTORE GENERALE

DELIBERAZIONE DEL DIRETTORE GENERALE REGIONE TOSCANA AZIENDA USL 3 DI PISTOIA Via Sandro Pertini n. 708-51100 Pistoia C.F./P.IVA 01241740479 DELIBERAZIONE DEL DIRETTORE GENERALE N. 490 del 23/06/2005 STRUTTURA PROPONENTE: U.O. Servizio di

Dettagli

P.E.I. Piano di Emergenza Interna P.Evac. Piano di Evacuazione

P.E.I. Piano di Emergenza Interna P.Evac. Piano di Evacuazione Servizio Prevenzione Protezione P.E.I. Piano di Emergenza Interna P.Evac. Piano di Evacuazione COME GESTIRE L EMERGENZA Quali sono gli strumenti individuati dalla norma per fronteggiare emergenze quali

Dettagli

PROCEDURA OPERATIVA DI EMERGENZA INCENDIO DITTE APPALTATRICI DI LAVORI

PROCEDURA OPERATIVA DI EMERGENZA INCENDIO DITTE APPALTATRICI DI LAVORI Procedura n. 35/Centro REV.0 Pag. 1/6 Rev Data Causale Verifica Approvazione Destinatari 0 07/09/16 Prima emissione Direzione Sanitaria Aziendale Direttore Generale Ditte Appaltatrici di Lavori INDICE

Dettagli

UNIVERSITÀ DI FERRARA

UNIVERSITÀ DI FERRARA Corpo E Polo Scientifico Tecnologico di Via Saragat, 1 PIANO DI EMERGENZA ED EVACUAZIONE I CONTENUTI DEL PIANO DI EMERGENZA INDICANO COME GESTIRE EVENTI CHE POSSONO PROVOCARE DANNI A PERSONE E COSE. È

Dettagli

ISTRUZIONI PER GLI ADDETTI ALLE EMERGENZE

ISTRUZIONI PER GLI ADDETTI ALLE EMERGENZE Pagina 1 di 11 ALLEGATO 3 ISTRUZIONI PER GLI ADDETTI ALLE EMERGENZE Pagina 2 di 11 ISTRUZIONI PER L ADDETTO ALLA VIGILANZA IN CASO DI ALLARME INCENDIO SUONA L ALLARME INCENDIO IN SALA CONTROLLO. 1. VERIFICARE

Dettagli

PRESIDIO OSPEDALIERO SAN LAZZARO DI ALBA

PRESIDIO OSPEDALIERO SAN LAZZARO DI ALBA PRESIDIO OSPEDALIERO SAN LAZZARO DI ALBA Piano di Emergenza ed Evacuazione PROCEDURE OPERATIVE per la Squadra di Manutenzione aggiornamento giugno 2019 L ALLARME viene notificato da: QUALCUNO (paziente,

Dettagli

Piano di Gestione delle Emergenze ed Evacuazione

Piano di Gestione delle Emergenze ed Evacuazione pag. 1/109 Piano di Gestione delle Emergenze ed Evacuazione (elaborato secondo il dettato del D.lgs. n 81/2008 e del D. M. 10 marzo 1998) [Documento facente parte integrante della Revisione 06 del Documento

Dettagli

Piano di emergenza dell istituto scolastico

Piano di emergenza dell istituto scolastico Piano di emergenza dell istituto scolastico Istruzioni per il coordinatore dell emergenza 1. Alla segnalazione dell emergenza attivare gli addetti del caso e recarsi sul posto dell evento; 2. Valutare

Dettagli

PIANO EMERGENZA INTERNO SINTESI FASI OPERATIVE PROCEDURE OPERATIVE / FASI

PIANO EMERGENZA INTERNO SINTESI FASI OPERATIVE PROCEDURE OPERATIVE / FASI PROCEDURE OPERATIVE / FASI FASE A. GESTIONE DELLE FASI DI SEGNALAZIONE E COMUNICAZIONE DELL'ALLARME INDICE 1. Strumenti di segnalazione 2. Numeri di emergenza 3. Informazioni basilari 4. Diagrammi di flusso

Dettagli

LA PREVENZIONE INCENDI E LA GESTIONE DELLE EMERGENZE. Informazioni relative alla prevenzione, alla lotta antincendio e alla gestione dell emergenza

LA PREVENZIONE INCENDI E LA GESTIONE DELLE EMERGENZE. Informazioni relative alla prevenzione, alla lotta antincendio e alla gestione dell emergenza LA PREVENZIONE INCENDI E LA GESTIONE DELLE EMERGENZE Informazioni relative alla prevenzione, alla lotta antincendio e alla gestione dell emergenza Definizione di incendio L incendio è la combustione sufficientemente

Dettagli

SERVIZIO ACQUISIZIONE ORGANIZZAZIONE E. ISTRUZIONI OPERATIVE REV.: 00 del 17/03/2010 GESTIONE DELLE RISORSE TECNICHE PAG.

SERVIZIO ACQUISIZIONE ORGANIZZAZIONE E. ISTRUZIONI OPERATIVE REV.: 00 del 17/03/2010 GESTIONE DELLE RISORSE TECNICHE PAG. RISORSE TECNICHE PAG.: 1 di 15 INDICE 1. Istruzione operativa n 1: COORDINATORE 2. Istruzione operativa n 2: OPERATORI DI REPARTO 3. Istruzione operativa n 3: OPERATORI CENTRALE TERMICA 4. Istruzione operativa

Dettagli

IL PIANO DI EMERGENZA

IL PIANO DI EMERGENZA IL PIANO DI EMERGENZA che cos è l insieme delle misure straordinarie, o procedure e azioni, da attuare al fine di fronteggiare e ridurre i danni derivanti da eventi pericolosi per la salute dei lavoratori

Dettagli

Stipula convenzioni con imprese locali per il pronto intervento in emergenza

Stipula convenzioni con imprese locali per il pronto intervento in emergenza 6.3 Evento incendio boschivo e d interfaccia: procedure operative standard SA0 - PREALLERTA Evento incendio d interfaccia Nel periodo di campagna A.I.B. Bollettino di previsione nazionale incendi boschivi

Dettagli

COMPITI DEGLI ADDETTI ALL EMERGENZE ANTINCENDIO, PRIMO SOCCORSO E COORDINATORE DELLE EMERGENZE ADDETTI ANTINCENDIO

COMPITI DEGLI ADDETTI ALL EMERGENZE ANTINCENDIO, PRIMO SOCCORSO E COORDINATORE DELLE EMERGENZE ADDETTI ANTINCENDIO 1 COMPITI DEGLI ADDETTI ALL EMERGENZE ANTINCENDIO, PRIMO SOCCORSO E COORDINATORE DELLE EMERGENZE ADDETTI ANTINCENDIO I lavoratori Addetti all Antincendio devono effettuare regolari controlli di sorveglianza

Dettagli

Dall esito della valutazione il D.d.L. predispone il Piano di Emergenza in relazione a: Sistema di rilevazione e allarme

Dall esito della valutazione il D.d.L. predispone il Piano di Emergenza in relazione a: Sistema di rilevazione e allarme gestione Dall esito della valutazione il D.d.L. predispone il Piano di Emergenza in relazione a: Caratteristiche dei luoghi e vie di esodo Lavoratori esposti a rischi particolari Sistema di rilevazione

Dettagli

ESTINTORI Apparecchiature mobili di spegnimento di incendi

ESTINTORI Apparecchiature mobili di spegnimento di incendi ESTINTORI Apparecchiature mobili di spegnimento di incendi K) corpo B) Valvola S) sicura F) Etichetta A) Serbatoio P) pulsante E) Gas propulsione C) Tubo flex N) manometro M) maniglia D) Agente estinguente

Dettagli

SCHEDA ADDETTI ANTINCENDIO

SCHEDA ADDETTI ANTINCENDIO OPERE SOCIALI DON BOSCO SCUOLA Sec. 1 gr. E. MARELLI SCUOLA Sec. 2 gr. ISTITUTO E. BREDA CENTRO DI FORMAZIONE PROFESSIONALE CNOS/FAP FALCK 20099 SESTO SAN GIOVANNI (MI) Viale Matteotti, 425 Telefono 02.

Dettagli

Gestione delle emergenze sedi di Resnati S.p.A. Modulo 3 Il Piano di Emergenza Poliambulatorio San Donato Milanese (MI)

Gestione delle emergenze sedi di Resnati S.p.A. Modulo 3 Il Piano di Emergenza Poliambulatorio San Donato Milanese (MI) Gestione delle emergenze sedi di Resnati S.p.A. Modulo 3 Il Piano di Emergenza Poliambulatorio San Donato Milanese (MI) PIANO DI EMERGENZA SEDE DI VIALE DE GASPERI 5 SAN DONATO MILANESE Compartimentazioni

Dettagli

Compiti degli addetti all Emergenze Antincendio, Primo Soccorso e Coordinatore delle Emergenze

Compiti degli addetti all Emergenze Antincendio, Primo Soccorso e Coordinatore delle Emergenze Compiti degli addetti all Emergenze Antincendio, Primo Soccorso e Coordinatore delle Emergenze ADDETTI ANTINCENDIO I lavoratori Addetti all Antincendio devono effettuare regolari controlli di sorveglianza

Dettagli

TAV. 9c MODELLO D INTERVENTO RISCHIO INCENDIO BOSCHIVO. VISTO IL SINDACO (Ing. Carmine Famiglietti) VISTO IL TECNICO (Geom.

TAV. 9c MODELLO D INTERVENTO RISCHIO INCENDIO BOSCHIVO. VISTO IL SINDACO (Ing. Carmine Famiglietti) VISTO IL TECNICO (Geom. TAV. 9c MODELLO D INTERVENTO RISCHIO INCENDIO BOSCHIVO VISTO IL SINDACO (Ing. Carmine Famiglietti) VISTO IL TECNICO (Geom. Nicola Saracino) RISCHIO INCENDIO BOSCHIVO EVENTO PREVEDIBILE Fase di Attenzione

Dettagli

Dispense del corso Addetti gestione emergenze antincendio-evacuazione

Dispense del corso Addetti gestione emergenze antincendio-evacuazione Dispense del corso Addetti gestione emergenze antincendio-evacuazione FORMAZIONE INFORMAZIONE Art.li 8 43 D.lgs. 81/2008 Relatore: Simone Morozzi RSPP www.studiodibiosicurezza.it ILLUMINAZIONE

Dettagli

SINTESI DELLE PROCEDURE SICUREZZA IN CASO DI EMERGENZA Officina Meccanica Ed.U9

SINTESI DELLE PROCEDURE SICUREZZA IN CASO DI EMERGENZA Officina Meccanica Ed.U9 SINTESI DELLE PROCEDURE SICUREZZA IN CASO DI EMERGENZA Officina Meccanica Ed.U9 Tratte dal Piano di Emergenza dell Università degli Studi di Milano Bicocca Versione 2.0 del 14-05-2004 e in collaborazione

Dettagli

Servizio di Prevenzione e Protezione Pagina 1

Servizio di Prevenzione e Protezione Pagina 1 La parte essenziale del Piano d Emergenza Interno dei P.O. della ASL SALERNO è data dalle procedure ed istruzioni che le figure dell Emergenza devono porre in atto quando si verifica un evento incidentale.

Dettagli

PROCEDURE OPERATIVE D EMERGENZA

PROCEDURE OPERATIVE D EMERGENZA IIS Giulio PIANO DI EVACUAZIONE E DI EMERGENZA ALLEGATO 1 Ediz. 01 Rev. 01 Pagina 1 di 8 PROCEDURE OPERATIVE D EMERGENZA Compiti del Coordinatore dell emergenza (procedura PROC_1) Compiti dell addetto

Dettagli

Protezione elettronica antincendio di strutture sanitarie

Protezione elettronica antincendio di strutture sanitarie Protezione elettronica antincendio di strutture sanitarie A cura di Piergiorgio Marelli Giuseppe Fascina Incontro di aggiornamento tecnico sull antincendio Milano, 19 2004 Le strutture sanitarie in genere

Dettagli

Attività:... Via... cap Città.. Tel. /Fax... PROPRIETARIO DELL EDIFICIO Ragione sociale. Via.., n civico.. Cap, Località.

Attività:... Via... cap Città.. Tel. /Fax... PROPRIETARIO DELL EDIFICIO Ragione sociale. Via.., n civico.. Cap, Località. Titolo: DOCUMENTO DI VALUTAZIONE DEI RISCHI DOCUMENTI GENERATI MODELLI MODELLO DI REGISTRO DI PREVENZIONE INCENDI Rif. Doc.: MOD.REG.INC Rev.: 0.0 Data: Luglio 2008 Modello n 06 Decreto Legislativo 9 Aprile

Dettagli

PIANIFICARE L EMERGENZA

PIANIFICARE L EMERGENZA PIANIFICARE L EMERGENZA EMERGENZA Emergenza può essere definita come qualsiasi situazione potenzialmente pericolosa per le persone e/o dei beni e che richiede interventi eccezionali, particolari ed urgenti

Dettagli

La sicurezza su lavoro: prevenzione e protezione. La gestione delle emergenze

La sicurezza su lavoro: prevenzione e protezione. La gestione delle emergenze La sicurezza su lavoro: prevenzione e protezione La gestione delle emergenze 0 Presentazione La gestione delle emergenze costituisce un aspetto di grande rilievo nell ambito delle misure per la prevenzione

Dettagli

Riferimenti normativi. Modulo III

Riferimenti normativi. Modulo III Riferimenti normativi Modulo III d.lgs. 81/08 Titolo I Principi Comuni Capo III Gestione della prevenzione nei luoghi di lavoro Sezione I Misure di tutela e obblighi Art 18 obblighi del Datore di lavoro

Dettagli

«ESPERIENZE DI COORDINAMENTO PER LA SICUREZZA NEGLI INTERVENTI DI RICOSTRUZIONE E CONSOLIDAMENTO ANTISISMICO» Ing. Giorgio Fiocchi

«ESPERIENZE DI COORDINAMENTO PER LA SICUREZZA NEGLI INTERVENTI DI RICOSTRUZIONE E CONSOLIDAMENTO ANTISISMICO» Ing. Giorgio Fiocchi «ESPERIENZE DI COORDINAMENTO PER LA SICUREZZA NEGLI INTERVENTI DI RICOSTRUZIONE E CONSOLIDAMENTO ANTISISMICO» Ing. Giorgio Fiocchi «Contenuti del piano di emergenza per un cantiere di un edificio gravemente

Dettagli

Comune di Cormano Piano di emergenza

Comune di Cormano Piano di emergenza C 5.II.b.1 Procedure operative per il rischio da trasporto di sostanze pericolose C 5.II.b.1.1 Introduzione È bene sottolineare prima di procedere che, per la molteplicità degli aspetti legati a questo

Dettagli

PIANO GESTIONE EMERGENZE TEATRO NUOVO

PIANO GESTIONE EMERGENZE TEATRO NUOVO Al fine dell attuazione del piano di emergenza, vengono assegnati i seguenti compiti: 01 Emanazione ordine di evacuazione 02 Diffusione ordine evacuazione Pag.1/16 Lavoratori Lavoratori 03 Chiamate di

Dettagli

SCHEDA DI INFORMAZIONE SUI RISCHI DI INCIDENTE RILEVANTE PER I CITTADINI ED I LAVORATORI

SCHEDA DI INFORMAZIONE SUI RISCHI DI INCIDENTE RILEVANTE PER I CITTADINI ED I LAVORATORI IL PEE È STATO REDATTO DALL AUTORITÀ COMPETENTE? Si No 1. ORGANIZZAZIONE DELL'EMERGENZA In Azienda sono stati individuati e designati i lavoratori incaricati dell attuazione delle procedure di emergenza

Dettagli

MODELLO DI INTERVENTO PER BLACK OUT

MODELLO DI INTERVENTO PER BLACK OUT MODELLO DI INTERVENTO PER BLACK OUT Procedura di emergenza p0301030 Secondo quanto previsto per questo scenario di rischio dall allegato A della DGR n.3315 del 21/12/2010 sono da considerarsi le interruzioni

Dettagli

REGISTRO DELLE NOMINE DEGLI ADDETTI AL PIANO DI EMERGENZA

REGISTRO DELLE NOMINE DEGLI ADDETTI AL PIANO DI EMERGENZA REGISTRO DELLE NOMINE DEGLI ADDETTI AL PIANO DI EMERGENZA ORGANIZZAZIONE E COMPITI DEGLI ADDETTI AL PIANO DI 1 EMERGENZA A seguire sono riportate le figure ed i compiti degli addetti al piano di emergenza

Dettagli

Gestione Emergenze Ambientali

Gestione Emergenze Ambientali Sistema QAS Pag.1 di 7 SOMMARIO SOMMARIO 1 1. Scopo 2 2. Applicabilità 2 3. Termini e Definizioni 2 4. Riferimenti 2 5. Responsabilità ed Aggiornamento 3 6. Modalità Operative 3 6.1. Generalità 3 6.2 Rapporto

Dettagli

PIANO DI EMERGENZA ED EVACUAZIONE

PIANO DI EMERGENZA ED EVACUAZIONE PIANO DI EMERGENZA ED EVACUAZIONE (ai sensi del D.Lgs. 81/08 artt.18, 43, 46 e del D.M. 10/03/98 art. 5) Il presente documento è parte integrante del Documento di Valutazione dei Rischi di cui all art.

Dettagli

EMERGENZA/PROVA DI EVACUAZIONE GENERALE EDIFICIO: cod edificio DII / DICEA via Venezia 1. Descrizione Simulazione

EMERGENZA/PROVA DI EVACUAZIONE GENERALE EDIFICIO: cod edificio DII / DICEA via Venezia 1. Descrizione Simulazione DIPARTIMENTO DI INGEGNERIA INDUSTRIALE DIPARTIMENTO IDRAULICA COSTRUZIONI AMBIENTALE EMERGENZA/PROVA DI EVACUAZIONE GENERALE EDIFICIO: cod edificio 00140 DII / DICEA via Venezia 1 AVVIO EMERGENZA Descrizione

Dettagli

ing. Francesco GRIMALDI 24/01/2015 1

ing. Francesco GRIMALDI 24/01/2015 1 Gestione delle emergenze ing. Francesco GRIMALDI 24/01/2015 1 Alcune attività, fra cui le scuole, hanno l obbligo di redigere Piano di emergenza Insieme delle misure straordinarie, delle procedure/azioni

Dettagli

PIANO DI EMERGENZA ED EVACUAZIONE

PIANO DI EMERGENZA ED EVACUAZIONE PIANO DI EMERGENZA ED EVACUAZIONE (ai sensi del D.Lgs. 81/08 artt.18, 43, 46 e del D.M. 10/03/98 art. 5) Il presente documento è parte integrante del Documento di Valutazione dei Rischi di cui all art.

Dettagli

PIANO DI EMERGENZA ED EVACUAZIONE (ai sensi del D.Lgs. 81/08 artt.18, 43, 46 e del D.M. 10/03/98 art. 5)

PIANO DI EMERGENZA ED EVACUAZIONE (ai sensi del D.Lgs. 81/08 artt.18, 43, 46 e del D.M. 10/03/98 art. 5) PIANO DI EMERGENZA ED EVACUAZIONE (ai sensi del D.Lgs. 81/08 artt.18, 43, 46 e del D.M. 10/03/98 art. 5) Il presente documento è parte integrante del Documento di Valutazione dei Rischi di cui all art.

Dettagli

Che cos'èun'emergenza?

Che cos'èun'emergenza? EMERGENZA Che cos'èun'emergenza? E la conseguenza del verificarsi di un evento (incendio, terremoto, rilascio di sostanze nocive, black out ) che determina una situazione potenzialmente pericolosa per

Dettagli

PROCEDURA D EMERGENZA. Palazzo Pirelli Via Fabio Filzi n. 22 Milano

PROCEDURA D EMERGENZA. Palazzo Pirelli Via Fabio Filzi n. 22 Milano PROCEDURA D EMERGENZA Palazzo Pirelli Via Fabio Filzi n. 22 Milano PROCEDURA D EVACUAZIONE L ORDINE D EVACUAZIONE è diramato con un messaggio vocale. I Docenti che accompagnano gli studenti sono tenuti

Dettagli

IL PIANO DI EMERGENZA

IL PIANO DI EMERGENZA IL PIANO DI EMERGENZA LA NORMATIVA DI RIFERIMENTO ART. 18 d.lgs. 81/08 Obblighi del datore di lavoro e del dirigente designare preventivamente i lavoratori incaricati dell attuazione delle misure di prevenzione

Dettagli

Parte II specifica Edificio CU031 Laboratori Segré Piazzale Aldo Moro, Roma. Il Responsabile dell Uspp Arch.

Parte II specifica Edificio CU031 Laboratori Segré Piazzale Aldo Moro, Roma. Il Responsabile dell Uspp Arch. PIANO DI EMERGENZA ED EVACUAZIONE (ai sensi del D.Lgs. 81/08 artt.18, 43, 46 e del D.M. 10/03/98 art. 5) Il presente documento è parte integrante del Documento di Valutazione dei Rischi di cui all art.

Dettagli

La gestione delle emergenze

La gestione delle emergenze La gestione delle emergenze Alcune semplici nozioni Che cos è un emergenza? Ogni situazione anomala che presenti un pericolo potenziale o reale per l incolumità delle persone e dei beni. Che cos è il piano

Dettagli

Università degli Studi di Ferrara

Università degli Studi di Ferrara Corpo L - Cattedrale Corpo I Palazzina Presidenza Polo Scientifico-Tecnologico di Via Saragat, 1 PIANO DI EMERGENZA ED EVACUAZIONE Giugno 2014 INDICAZIONI GENERALI relative all edificio L edificio si sviluppa

Dettagli

DEPOSITO DI TRECATE PIANO DI EMERGNEZA INTERNO STRALCIO PER APPALTATORI

DEPOSITO DI TRECATE PIANO DI EMERGNEZA INTERNO STRALCIO PER APPALTATORI DEPOSITO DI TRECATE PIANO DI EMERGNEZA INTERNO STRALCIO PER APPALTATORI Indice 1. STRALCIO PIANO EMERGENZA INTERNO... 3 1.1. CODICI DI ALLARME... 3 1.2. ACCESSO AL DEPOSITO... 3 1.3. EMERGENZA IN DEPOSITO...

Dettagli

FORUM di PREVENZIONE INCENDI

FORUM di PREVENZIONE INCENDI FORUM di PREVENZIONE INCENDI Milano 26-27 settembre 2012 LE NUOVE ATTIVITÀ SOGGETTE AI CONTROLLI DI PREVENZIONE INCENDI Le gallerie: misure di prevenzione incendi da applicare alle gallerie stradali e

Dettagli

EMERGENZA/PROVA DI EVACUAZIONE GENERALE EDIFICIO: cod edificio DII / DICEA via Marzolo 9. Descrizione Simulazione

EMERGENZA/PROVA DI EVACUAZIONE GENERALE EDIFICIO: cod edificio DII / DICEA via Marzolo 9. Descrizione Simulazione DIPARTIMENTO DI INGEGNERIA INDUSTRIALE DIPARTIMENTO IDRAULICA COSTRUZIONI AMBIENTALE EMERGENZA/PROVA DI EVACUAZIONE GENERALE EDIFICIO: cod edificio 00130 DII / DICEA via Marzolo 9 AVVIO EMERGENZA Descrizione

Dettagli

PROCEDURE DI SICUREZZA: PRESCRIZIONI DI COMPORTAMENTO AI FINI DELLA PREVENZIONE INCENDI E IN CASO DI EMERGENZA

PROCEDURE DI SICUREZZA: PRESCRIZIONI DI COMPORTAMENTO AI FINI DELLA PREVENZIONE INCENDI E IN CASO DI EMERGENZA PROCEDURE DI SICUREZZA: PRESCRIZIONI DI COMPORTAMENTO AI FINI DELLA PREVENZIONE INCENDI E IN CASO DI EMERGENZA Procedure di sicurezza: PRESCRIZIONI DI COMPORTAMENTO PREVENZIONE INCENDI/ EMERGENZE Autore:

Dettagli

ALLEGATO 3 Procedure Operative per il Rischio Sismico

ALLEGATO 3 Procedure Operative per il Rischio Sismico ALLEGATO 3 Procedure Operative per il Rischio Sismico Pag. 1 di 5 Gestione evento Fase di Allarme L evento sismico appartiene alla tipologia di eventi non prevedibili ma di rapido impatto, e per i quali

Dettagli

PREMESSA. Procedura specifica: Emergenza incendio nel Servizio Dialisi (Rep. 6A)

PREMESSA. Procedura specifica: Emergenza incendio nel Servizio Dialisi (Rep. 6A) Fascicolo 0E - Procedura Sala Dialisi - Pag. Procedura specifica: Emergenza incendio nel Servizio Dialisi (Rep. 6A) PREMESSA La necessità di una pianificazione dell Emergenza Interna nel Servizio Dialisi

Dettagli

PIANO DI EMERGENZA ED EVACUAZIONE (ai sensi del D.Lgs. 81/08 artt.18, 43, 46 e del D.M. 10/03/98 art. 5)

PIANO DI EMERGENZA ED EVACUAZIONE (ai sensi del D.Lgs. 81/08 artt.18, 43, 46 e del D.M. 10/03/98 art. 5) PIANO DI EMERGENZA ED EVACUAZIONE (ai sensi del D.Lgs. 81/08 artt.18, 43, 46 e del D.M. 10/03/98 art. 5) Il presente documento è parte integrante del Documento di Valutazione dei Rischi di cui all art.

Dettagli

Piano di emergenza della Residenza Municipale. Allegato F1. Scheda di comportamento da tenere da parte dei dipendenti in caso di incendio

Piano di emergenza della Residenza Municipale. Allegato F1. Scheda di comportamento da tenere da parte dei dipendenti in caso di incendio COMUNE DI FAENZA PROVINCIA DI RAVENNA Piano di emergenza della Residenza Municipale Allegato F1 Scheda di comportamento da tenere da parte dei dipendenti in caso di incendio Nota bene: le informazioni

Dettagli

Istituto Comprensivo Margherita Hack Via Croce Rossa, San Donato Milanese (MI) Scuola Primaria Salvo D Acquisto Via Europa 38

Istituto Comprensivo Margherita Hack Via Croce Rossa, San Donato Milanese (MI) Scuola Primaria Salvo D Acquisto Via Europa 38 ISTRUZIONI PER LA GESTIONE DELL EMERGENZA 20097 San Donato Milanese (MI) Scuola Primaria Salvo D Acquisto Via Europa 38 1 ISTRUZIONI PER I COMPONENTI DELLA SQUADRA DI EMERGENZA (C.S.E.) tivo Coordinatori

Dettagli

IMPRESA SICURA s.r.l.

IMPRESA SICURA s.r.l. REGISTRO DEI CONTROLLI E DELLA MANUTENZIONE ANTINCENDIO ai sensi del D.P.R. 151/2011 IMPRESA SICURA s.r.l. Via N. Bixio n. 6 47042 - Cesenatico (FC) Tel. 0547.675661 - Fax. 0547.678877 e-mail: info@impresasicurasrl.it

Dettagli

il Piano di Emergenza del Comune di OPI Parte 3 - Il Rischio Idrogeologico

il Piano di Emergenza del Comune di OPI Parte 3 - Il Rischio Idrogeologico il Piano di Emergenza del Comune di OPI rte 3 - Il Rischio Idrogeologico Opi Marzo 2018 Rischio Idrogeologico e Idraulico Sistema di lertamento Si attiva a seguito di comunicazioni del Centro Funzionale

Dettagli

Comune di Este p PcPC - Modello d Intervento Black Out

Comune di Este p PcPC - Modello d Intervento Black Out Sono da considerarsi a rischio le interruzioni di fornitura di energia elettrica ad attività sanitarie e case di riposo con assenza di generatori o con autonomia limitate degli stessi. Sono altresì da

Dettagli

* lotta all incendio * evacuazione di emergenza * pronto soccorso

* lotta all incendio * evacuazione di emergenza * pronto soccorso Di seguito si riporta un fac-simile delle procedure per * lotta all incendio * evacuazione di emergenza * pronto soccorso relative al cantiere da modificare e/o integrare in relazione alla struttura dell

Dettagli

Università degli Studi di Ferrara

Università degli Studi di Ferrara Corpo L - Cattedrale Polo Scientifico-Tecnologico di Via Saragat, 1 PIANO DI EMERGENZA ED EVACUAZIONE Aprile 2019 INDICAZIONI GENERALI relative all edificio L edificio si sviluppa su 3 piani, l affollamento

Dettagli

Modifiche ed integrazioni all Allegato al decreto del Ministro dell interno 16 maggio 1987, n. 246

Modifiche ed integrazioni all Allegato al decreto del Ministro dell interno 16 maggio 1987, n. 246 Allegato 1 (Art. 1) Modifiche ed integrazioni all Allegato al decreto del Ministro dell interno 16 maggio 1987, n. 246 9. Deroghe Qualora per particolari esigenze di carattere tecnico o di esercizio non

Dettagli

La Prevenzione Incendi nelle Strutture Sanitarie. il DM 19 marzo 2015

La Prevenzione Incendi nelle Strutture Sanitarie. il DM 19 marzo 2015 La Prevenzione Incendi nelle Strutture Sanitarie il DM 19 marzo 2015 Le Procedure Autorizzative Sulla Gazzetta Ufficiale n 221 del 22 settembre 2011 è stato pubblicato il testo del DPR 1 agosto 2011 n

Dettagli

REGIONE LAZIO AZIENDA SANITARIA LOCALE VITERBO

REGIONE LAZIO AZIENDA SANITARIA LOCALE VITERBO PERSONALE DEI REPARTI Il Decreto Legislativo 626 del 94 attribuisce al datore di lavoro anche l obbligo di adottare le misure di prevenzione incendi, lotta antincendio e gestione dell emergenza e configura

Dettagli

SISTEMA DI GESTIONE SICUREZZA E SALUTE E AMBIENTE

SISTEMA DI GESTIONE SICUREZZA E SALUTE E AMBIENTE mo446.03.03 REGISTRO DEI CONTROLLI Pagina 1 di 18 PREMESSA Il comma 1 e 2 dell' Art. 5 del DPR n. 37 dei 12/01/1998, obbliga gli enti e i privati di attività soggette ai controlli di Prevenzione incendi

Dettagli

INCIDENTE STRADALE GRAVE

INCIDENTE STRADALE GRAVE INCIDENTE STRADALE GRAVE Nelle pagine successive sono riportati: - lo schema procedurale di gestione dell allertamento (a partire dalla ricezione della segnalazione dell evento). - le principali attività

Dettagli

I S T I T U T O C O M P R E N S I V O D I C A P I A G O I N T I M I A N O.

I S T I T U T O C O M P R E N S I V O D I C A P I A G O I N T I M I A N O. I S T I T U T O C O M P R E N S I V O D I C A P I A G O I N T I M I A N O Piazza IV Novembre 22070 CAPIAGO INTIMIANO (CO) t el. 0346447 fax 0356408 C F 800350039 coic8002@istruzione.it coic8002@pec.istruzione.it

Dettagli

PROCEDURA OPERATIVA GENERALE SULLA GESTIONE DELLE EMERGENZE

PROCEDURA OPERATIVA GENERALE SULLA GESTIONE DELLE EMERGENZE PA. 02 Rev.: 0 pag. 1 di 20 PROCEDURA OPERATIVA GENERALE SULLA GESTIONE DELLE EMERGENZE LEGATE A INCENDIO, TERREMOTO, ALLAGAMENTO, MINACCIA DI ATTENTATO AUTORIZZAZIONI REV. DATA REDATTO VERIFICATO APPROVATO

Dettagli

Allegato 2 Sede delle verifiche e dei controlli: (copiare dalla planimetria il Piano e la UO/Area oggetto dei controlli)

Allegato 2 Sede delle verifiche e dei controlli: (copiare dalla planimetria il Piano e la UO/Area oggetto dei controlli) Allegato 2 Sede delle verifiche e dei controlli: SCHEDA A) ESTINTORI (copiare dalla planimetria il Piano e la UO/Area oggetto dei controlli) BARRARE UNA VOCE L estintore è segnalato tramite idoneo cartello

Dettagli

PIANO EMERGENZE E EVACUAZIONE. Teatro Goldoni PEE. Il documento è custodito presso l ufficio del Responsabile del Servizio Prevenzione.

PIANO EMERGENZE E EVACUAZIONE. Teatro Goldoni PEE. Il documento è custodito presso l ufficio del Responsabile del Servizio Prevenzione. PIANO EMERGENZE E EVACUAZIONE Teatro Goldoni PEE Il documento è custodito presso l ufficio del Responsabile del Servizio Prevenzione. Revisione n. 2 Data xxxx CRISTIANO CHIAROT Il Datore di Lavoro. CHIARA

Dettagli

PPDS01 Procedura di Presidio per la gestione delle emergenze cliniche p.o. Pescia SS. Cosma e Damiano e struttura Ex- Filanda

PPDS01 Procedura di Presidio per la gestione delle emergenze cliniche p.o. Pescia SS. Cosma e Damiano e struttura Ex- Filanda emergenze cliniche p.o. Pescia SS. Cosma e Damiano e struttura Ex- REV. DATA AUTORIZZAZIONI REDATTO VERIFICATO APPROVATO 0 26.06.2001 Dott. Luca Rosso Dott. Giovanni Brunelleschi Resp. Sistema Qualità

Dettagli

PIANO DI EMERGENZA ED EVACUAZIONE

PIANO DI EMERGENZA ED EVACUAZIONE PIANO DI EMERGENZA ED EVACUAZIONE (ai sensi del D.Lgs. 81/08 artt.18, 43, 46 e del D.M. 10/03/98 art. 5) Il presente documento è parte integrante del Documento di Valutazione dei Rischi di cui all art.

Dettagli

REGISTRO ANTINCENDIO (tipo consegnato ai Resp. di plesso)

REGISTRO ANTINCENDIO (tipo consegnato ai Resp. di plesso) PLESSO SERVIZIO DI PREVENZIONE E PROTEZIONE REGISTRO ANTINCENDIO (tipo consegnato ai Resp. di plesso) CONTROLLI E MANUTENZIONE DI SISTEMI, DISPOSITIVI, ATTREZZATURE ED IMPIANTI ANTINCENDIO INFORMAZIONE

Dettagli

Gestione delle emergenze Rev. 00 del

Gestione delle emergenze Rev. 00 del ING. TOMMASO CICCOPIEDI 1. DISTRIBUZIONE A tutti i membri dell organizzazione ING. TOMMASO CICCOPIEDI 2. SCOPO Preparazione e controllo delle emergenze ambientali e di salute e sicurezza. In questa procedura

Dettagli

REGISTRO DEI CONTROLLI ANTINCENDIO

REGISTRO DEI CONTROLLI ANTINCENDIO PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO SCUOLA COMUNE DI PREMESSA L art. 5 del D.P.R. 37/98 obbliga i responsabili di attività soggette ai controlli di prevenzione incendi a mantenere in stato di efficienza i sistemi,

Dettagli

PIANO DI EMERGENZA ED EVACUAZIONE (ai sensi del D.Lgs. 81/08 artt.18, 43, 46 e del D.M. 10/03/98 art. 5)

PIANO DI EMERGENZA ED EVACUAZIONE (ai sensi del D.Lgs. 81/08 artt.18, 43, 46 e del D.M. 10/03/98 art. 5) PIANO DI EMERGENZA ED EVACUAZIONE (ai sensi del D.Lgs. 81/08 artt.18, 43, 46 e del D.M. 10/03/98 art. 5) Il presente documento è parte integrante del Documento di Valutazione dei Rischi di cui all art.

Dettagli

PROCEDURE. di emergenza ed evacuazione. A cura del Servizio di Prevenzione e Protezione Università LUMSA

PROCEDURE. di emergenza ed evacuazione. A cura del Servizio di Prevenzione e Protezione Università LUMSA PROCEDURE di emergenza ed evacuazione A cura del Servizio di Prevenzione e Protezione Procedure di evacuazione QUANDO SCATTA L ALLARME SONORO BISOGNA: Mantenere la calma ed aiutare gli altri a fare lo

Dettagli

DIPARTIMENTO DEI VIGILI DEL FUOCO, DEL SOCCORSO PUBBLICO E DELLA DIFESA CIVILE DIREZIONE CENTRALE PER LA PREVENZIONE E LA SICUREZZA TECNICA

DIPARTIMENTO DEI VIGILI DEL FUOCO, DEL SOCCORSO PUBBLICO E DELLA DIFESA CIVILE DIREZIONE CENTRALE PER LA PREVENZIONE E LA SICUREZZA TECNICA ALLEGATO Bozza di regola tecnica integrativa del D.M. 16 maggio 1987, n. 246 recante e misure gestionali e di esercizio commisurate al livello di rischio ipotizzabile. 1 - Definizioni: Ai fini del presente

Dettagli

A.O.R.N Antonio Cardarelli di Napoli. Servizio Prevenzione e Protezione

A.O.R.N Antonio Cardarelli di Napoli. Servizio Prevenzione e Protezione PIANO DI PRIMO SOCCORSO INTERNO Revisione 0 Pag. 1 di 9 STATO DATA FIRMA APPROVATO 27.01.2016 ARCH. ROSARIO DI MUZIO INDICE Premessa Generalità ed Obiettivi Principi generali Classificazione dell Azienda

Dettagli

Presentazione realizzata dai ragazzi del Servizio Civile Progetto «Travel»

Presentazione realizzata dai ragazzi del Servizio Civile Progetto «Travel» PROTEZIONE CIVILE Presentazione realizzata dai ragazzi del Servizio Civile 2017 2018 Progetto «Travel» La Protezione Civile è l insieme delle attività attuate al fine di tutelare l integrità della vita,

Dettagli

CHECK LIST Sorveglianza Antincendio Verifiche Settimanali (U.O. e/o Servizio)

CHECK LIST Sorveglianza Antincendio Verifiche Settimanali (U.O. e/o Servizio) SERVIZIO DI PREVENZIONE E PROTEZIONE RESPONSABILE TECNICO SICUREZZA ANTINCENDIO CHECK LIST Sorveglianza Antincendio Verifiche Settimanali (U.O. e/o Servizio) Emissione 2014 Revisione: Revisione: Destinatari

Dettagli

PIANO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE

PIANO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE Comune di SASSO MARCONI Provincia di Bologna PIANO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE PROCEDURA OPERATIVA 5 INCIDENTE PRESSO INDUSTRIE A RISCHIO DI INCIDENTE RILEVANTE Procedura operativa 5 Evento: INCIDENTE

Dettagli

I piani di emergenza nelle scuole

I piani di emergenza nelle scuole MINISTERO DELL INTERNO DIPARTIMENTO DEI VIGILI DEL FUOCO DEL SOCCORSO PUBBLICO E DELLA DIFESA CIVILE CORSO DI AGGIORNAMENTO IN MATERIA DI PREVENZIONE INCENDI FINALIZZATO AL MANTENIMENTO DELL ISCRIZIONE

Dettagli

PIANO DI EMERGENZA ED EVACUAZIONE

PIANO DI EMERGENZA ED EVACUAZIONE PIANO DI EMERGENZA ED EVACUAZIONE (ai sensi del D.Lgs. 81/08 artt.18, 43, 46 e del D.M. 10/03/98 art. 5) Il presente documento è parte integrante del Documento di Valutazione dei Rischi di cui all art.

Dettagli

MODULISTICA PER PROVA PRATICA DI EVACUAZIONE DI EMERGENZA

MODULISTICA PER PROVA PRATICA DI EVACUAZIONE DI EMERGENZA MODULISTICA PER PROVA PRATICA DI EVACUAZIONE DI EMERGENZA Schema da seguire durante l esercitazione per la prova di evacuazione (per tutto il personale della sede) 1. PREPARAZIONE DELL INTERVENTO Attenersi

Dettagli

ALLEGATO 5 Procedure Operative per il rischio chimico - industriale

ALLEGATO 5 Procedure Operative per il rischio chimico - industriale ALLEGATO 5 Procedure Operative per il rischio chimico - industriale Pag. 1 di 7 Fase di Allarme Gli incidenti industriali appartengono alla tipologia di eventi non prevedibili ma di rapido impatto, e per

Dettagli

Gestione dell emergenza

Gestione dell emergenza Gestione dell emergenza Durata: 14 36 5. GESTIONE DELL EMERGENZA Gestione dell emergenza 2/21 Cos è un emergenza? Si definisce emergenza ogni una situazione che si distingue dalle normali condizioni operative

Dettagli

ATTI DI VIOLENZA A DANNO DEGLI OPERATORI SANITARI PA.GRC.18 ATTI DI VIOLENZA A DANNO DEGLI OPERATORI SANITARI

ATTI DI VIOLENZA A DANNO DEGLI OPERATORI SANITARI PA.GRC.18 ATTI DI VIOLENZA A DANNO DEGLI OPERATORI SANITARI Pag. 1 di 6 Indice delle revisioni Codice Documento Revisione Data emissione 1 02/03/2009 Firme Redatto Verificato Approvato UO Assicurazione Qualità Referente Sistema Qualità Direttore Sanitario Ref.

Dettagli

PIANO DI EMERGENZA DEL PRESIDIO OSPEDALIERO DI MENAGGIO

PIANO DI EMERGENZA DEL PRESIDIO OSPEDALIERO DI MENAGGIO Servizio Prevenzione Protezione tel. 0342 521138 e-mail RSPP: tatiana.ferrari@asst-val.it 27/09/2016 PIANO DI EMERGENZA DEL PRESIDIO OSPEDALIERO DI MENAGGIO Allegato 2 PIANO DI EMERGENZA DEL PRESIDIO OSPEDALIERO

Dettagli

PROCEDURA OPERATIVA DI EMERGENZA DITTE APPALTATRICI Ospedale di Trecenta

PROCEDURA OPERATIVA DI EMERGENZA DITTE APPALTATRICI Ospedale di Trecenta RIANIMAZIONE PROCEDURA OPERATIVA DI EMERGENZA DITTE APPALTATRICI Ospedale di Trecenta SCOPO: questa procedura ha lo scopo di definire le operazioni da mettere in atto al fine di garantire la salvaguardia

Dettagli

PIANO PER LA GESTIONE DELLE EMERGENZE RESIDENZA SAN MARCO SIENA

PIANO PER LA GESTIONE DELLE EMERGENZE RESIDENZA SAN MARCO SIENA Azienda Regionale per il Diritto allo Studio Universitario della Toscana PIANO PER LA GESTIONE DELLE EMERGENZE RESIDENZA SAN MARCO SIENA 1 STRUTTURA SEDE RESIDENZA SAN MARCO Via San Marco, 98 SIENA tel

Dettagli

Estratto del Piano di Emergenza

Estratto del Piano di Emergenza SPP Servizio Prevenzione Protezione Estratto del Piano di Emergenza Presidio San Carlo Ai sensi del DM. 10/03/1998 del D.M. 18/09/2002 del D.Lgs. 09/04/2008, n.81 Salute e Sicurezza in Ospedale Servizio

Dettagli

Stralcio PIANO EMERGENZA/EVACUAZIONE ISTITUTO A.S. 2016/17

Stralcio PIANO EMERGENZA/EVACUAZIONE ISTITUTO A.S. 2016/17 PIANO DI EMERGENZA Sono di seguito indicate le azioni che devono essere eseguite dalle varie funzioni in caso di segnalazioni di pericolo per persone o cose all'interno della scuola. Il centro di coordinamento

Dettagli