Vincenzo Romeo La Calabria, la sua storia i suoi terremoti
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3 Vincenzo Romeo La Calabria, la sua storia i suoi terremoti Dall anno 1 al 2000 Venti secoli di tremore Prefazione di Enzo Randone
4 Copyright MMXIV ARACNE editrice S.r.l. via Raffaele Garofalo, 133/A B Roma (06) ISBN I diritti di traduzione, di memorizzazione elettronica, di riproduzione e di adattamento anche parziale, con qualsiasi mezzo, sono riservati per tutti i Paesi. Non sono assolutamente consentite le fotocopie senza il permesso scritto dell Editore. I edizione: maggio 2014
5 Indice 9 Prefazione 13 Introduzione 35 Capitolo I Eventi sismici dal primo al decimo secolo 1.1. L evento sismico del 24/25 marzo 18 d. C.: Reggio Calabria, L evento sismico del 21 luglio 366 e anno 373: Calabria Meridionale, L evento sismico del : Calabria settentrionale, L evento sismico del 10 Dicembre 968: Rossano, Capitolo II Eventi sismici dall undicesimo al sedicesimo secolo 2.1. Cenni storici sulla Calabria, L evento sismico del 24 maggio 1184: Valle del Crati, L evento sismico del 5 Aprile 1230: Reggio Calabria, L evento sismico del 1310: Reggio Calabria e Villa S. Giovanni, L evento sismico del 25 febbraio 1509: Reggio Calabria, L evento sismico del Gennaio 1544: Calabria, L evento sismico del 31 Maggio 1549: Villa S. Giovanni, L evento sismico del 17 Novembre 1556: Cosenza, L evento sismico dell 11 Novembre 1561: Reggio Calabria, L evento sismico dell agosto 1599: Reggio e Messina, Capitolo III Eventi sismici dal diciassettesimo al diciottesimo secolo 3.1. L evento sismico del 10 Agosto 1601: Villa S. Giovanni, L evento sismico del luglio 1609: Nicastro, L evento sismico del 24 Novembre 1614: Calabria meridionale, L evento sismico del 5 Gennaio 1619: Calabria, L evento sismico del 9 Agosto 1621: Calabria, L evento sismico del 3 Febbraio 1624: Calabria, L evento sismico del 4 Aprile 1626: Girifalco, Gli eventi sismici del 27 Marzo 1638 e 8 Giugno 1638: Calabria centrale, L e- 5
6 6 La Calabria, la sua storia, i suoi terremoti vento sismico del 19 giugno 1640: Badolato, L evento sismico del 20 gennaio 1657: Calabria settentrionale, L evento sismico del 5 novembre 1659: Calabria centrale, L evento sismico del 6 novembre 1662: Soriano, L evento sismico del 12 dicembre 1679: Stilo, L evento sismico del 2 ottobre 1687: Tropea, L evento sismico dell 11 gennaio 1693: Calabria meridionale, Capitolo IV Eventi sismici dal diciassettesimo al diciottesimo secolo 4.1. L evento sismico del 6 febbraio 1702: Reggio Calabria, L evento sismico del 19 marzo 1706: Reggio Calabria, L evento sismico del 3 marzo 1707: Calabria, L evento sismico del 7 Gennaio 1711: Reggio Calabria, L evento sismico del 16 luglio 1712: Calabria meridionale, L evento sismico del febbraio 1715: Reggio Calabria, L evento sismico del 12 settembre 1720: Gerace, L evento sismico del 3 agosto 1724: Reggino, L evento sismico del Maggio 1728: Nicastro, L evento sismico del 6 Settembre 1735: Vibo Valentia, L evento sismico del 20 febbraio 1743: Basso Ionio, L evento sismico del 7 dicembre 1743: Calabria centro meridionale, L evento sismico del Settembre 1747: Reggio Calabria, L evento sismico del 14 luglio 1767: Cosentino, L evento sismico dell 8 giugno 1770: Reggio Calabria e Messina, L evento sismico del 6 giugno 1777: Calabria, L evento sismico dell aprile maggio 1780: Calabria meridionale, L evento sismico del 5 febbraio 1783 e successive repliche fino al 1785: Calabria meridionale, centrale, settentrionale, L evento sismico del 12 Ottobre 1791: Calabria centrale, Capitolo V Eventi sismici lungo l arco del diciannovesimo secolo 5.1. L evento sismico dell aprile ottobre 1806: Palmi Gerace, L evento sismico del 2 agosto 1821: Catanzaro Nicastro, L evento sismico del 14 luglio 1822: Crotonese, L evento sismico dell 11 dicembre 1824: Rossano, L evento sismico del 12 marzo 1828: Palmi, L evento sismico del 2 gennaio 1831: Aieta (Cosenza), L evento sismico dell 8 marzo 1832: Crotonese, L evento sismico del 12 ottobre 1835: Cosentino, L evento sismico del 24 aprile 1836: Rossano e Calabria centro settentrionale, L evento sismico del 4 maggio 1836: Reggio Calabria, L evento sismico del 17 luglio 1836: Cosenza, L evento sismico del 18 agosto 1839: Cosenza, Gli eventi sismici del 27 agosto 1839 e 24 aprile 1840: Reggio Calabria, L evento sismico del 3 genna-
7 Indice 7 io 1841: Reggio Calabria, L evento sismico dell 11 settembre 1846: Rossano, L evento sismico dell 11 gennaio 1848: Reggio Calabria, Gli eventi sismici del 15 febbraio 1851: Catanzaro, dell 11 aprile 1851: Stretto di Messina, Gli eventi sismici del 23 gennaio 1852: Reggio Calabria, 26 gennaio 1852: Piana zona orientale, L evento sismico del 12 febbraio 1854: area cosentina, Cenni storici sulla Calabria, L evento sismico del 28 novembre 1869: Vibo Valentia, L evento sismico del 4 ottobre 1870: area cosentina, L evento sismico dell 11 settembre 1873: Cosenza, L evento sismico del 13 settembre 1876: Reggio Calabria, L evento sismico del maggio 1877: Calabria centro settentrionale, L evento sismico del aprile 1881: Calabria centro meridionale, L evento sismico del 25 luglio 1883: Area cosentina, Gli eventi sismici del Febbraio luglio 1886 e 6 marzo 1886: Calabria centro meridionale, L evento sismico del 3 dicembre 1887: Calabria settentrionale, L evento sismico del 29 maggio 1889: Calabria meridionale (Ferruzzano) e isole Eolie, L evento sismico del Marzo Luglio 1892: Calabria centro meridionale e Isole, L evento sismico del 28 maggio 1894: Calabria settentrionale Basilicata, L evento sismico del 16 novembre 1894: Calabria meridionale, L evento sismico del 12 febbraio 1897: Calabria centro settentrionale Basso Ionio, L evento sismico del 28 maggio 1897: Calabria meridionale, L evento sismico del 6 dicembre 1897: San Giovanni in Fiore, L evento sismico del 4 aprile 1898: Castrovillari, Capitolo VI Eventi sismici lungo l arco del ventesimo secolo 6.1. L evento sismico del 20 giugno 1901: Catanzaro, L evento sismico dell 8 settembre 1905: Calabria, L evento sismico del 23 ottobre 1907: Calabria meridionale, L evento sismico del 28 dicembre 1908: Calabria meridionale e Sicilia (stretto di Messina), L evento sismico del primo luglio 1909: Stretto di Messina, L evento sismico del 20 novembre 1909: Stretto di Messina, L evento sismico del 13 giugno 1910: Stretto di Messina, L evento sismico del 18 novembre 1910: Stretto di Messina, L evento sismico dell 11 marzo 1911: Stretto di Messina, L evento sismico del 18 giugno 1911: Stretto di Messina, L evento sismico del 22 dicembre 1912: Stretto di Messina, L evento sismico del 28 giugno 1913: Stretto di Messina, L evento sismico del 28 giugno 1913: Calabria settentrionale, L evento sismico dell 11 settembre 1915: Reggio Calabria, L evento sismico del 18 marzo 1919: Stretto di Messina, L evento sismico del 27 gennaio 1920:
8 8 Indice Cosenza, L evento sismico del 19 giugno 1921: Oppido Mamartina, L evento sismico del 16 agosto 1923: Villa S. Giovanni, L evento sismico del 7 marzo 1928: Calabria centro meridionale Capo Vaticano, L evento sismico del 3 settembre 1928: Cirò Marina, L evento sismico del 6 gennaio 1929: Squillace, L evento sismico del 22 febbraio 1929: Villa S. Giovanni, L evento sismico del 6 maggio 1930: Caulonia, L evento sismico del 2 gennaio 1932: Crotonese, L evento sismico del 4 febbraio 1933: Cutro, L evento sismico del 9 novembre 1934: Spezzano Albanese, L evento sismico del 7 aprile 1936: Vibo Valentia, L evento sismico del 26 aprile 1940: Polistena, L evento sismico del 28 maggio 1941: S. Eufemia d Aspromonte, L evento sismico del 15 marzo 1946: Villa S. Giovanni, L evento sismico dell 11 maggio 1947: Calabria Centrale, L evento sismico del 29 maggio 1947: Cosenza, L evento sismico del 2 agosto 1948: Soveria Mannelli, L evento sismico del 25 febbraio 1953: Vibo Valentia, L evento sismico del 13 luglio 1958: Sersale, L evento sismico del 27 ottobre 1958: Pianopoli, L evento sismico del 24 marzo 1961: Reggio e Messina, L evento sismico del 12 novembre 1963: Luzzi, L evento sismico del primo ottobre 1965: Rogliano, L evento sismico del 17 ottobre 1968: Vibo Valentia, L evento sismico del 29 giugno 1970: Isola Capo Rizzuto, L evento sismico del 16 gennaio 1975: Calabria e Sicilia, L evento sismico dell 11 marzo 1978: Calabria meridionale, L evento sismico del 9 dicembre 1980: Vibo Valentia, L evento sismico del 30 ottobre 1984: Costa occidentale Cetraro, L evento sismico del 19 settembre 1986: Costa calabra occidentale, L evento sismico del 25 febbraio 1996: Costa calabra occidentale, L evento sismico del 27 aprile 1996: Area cosentina, L evento sismico del 9 settembre 1998: Appennino Calabro Lucano, Bibliografia
9 Prefazione Chi di noi ammirando il Vesuvio incappucciato o l Etna splendente di nevi mediterranee non è stato afferrato dall ammirazione che prende l uomo innanzi alla grandiosità della natura? Ma, nello stesso tempo chi di noi, osservando tali spettacoli non ha provato anche un sentimento come di impotenza, quasi non riuscisse a immaginare una realtà così smisuratamente grande? E chi non si è sentito tanto immensamente piccolo da avvertire una sorta di terrore, così da dimenticare lo splendore del Vesuvio o dell Etna e pensare immediatamente alle eruzioni e agli effetti catastrofici che hanno già molte volte prodotto e possono da un momento all altro rinnovare? E, per fare un altro esempio chi non è rimasto incollato al televisore per vedere le spaventose immagini di uno tsunami che portava via come fuscelli, oltre che la popolazione, il lavoro di intere generazioni? La filosofia vera, quella che si occupa di problemi reali e non di elucubrazioni cervellotiche, ha affrontato, nel modo più chiaro, questo genere di problemi e li ha trasmessi alla filosofia posteriore la quale, a sua volta, ha risposto alla domanda, con soluzioni differenti. In particolare, Immanuel Kant ( ) ha chiarito fino in fondo questa nozione. Egli infatti, ha individuato, con estremo rigore, questo sentimento complesso e facendone il tratto caratteristico del sublime (in tedesco erhaben). Si tratta di un modo di sentire non semplice, essendo esso costituito da una vera e propria contraddizione: l uomo da una parte, ha consapevolezza dei suoi limiti, mentre, dall altra ha coscienza della sua alta dignità morale. Da una parte sta il riconoscimento, da parte dell uomo, della sua piccolezza, dall altra parte sta la consapevolezza della propria capacità di pensare e della propria dignità morale, un po come in Blaise Pascal ( ), si giustappongono l immagine dell uomo come di una canna esposta a tutte le intemperie, e l immagine dell uomo come canna pensante. Detto in parole più semplici, ciò significa che la debolezza umana è compensata dalla capacità di pensare e di avvertire, dalla coscienza della propria dignità. Come si sa, 9
10 10 Prefazione la natura è impensabile senza l uomo, anche in un età, come la nostra, che ha assistito al trionfo della tecnologia e che è giunta a vedere, in tempo reale, l orma dell uomo impressa sul suolo lunare. Anche il più testardo fra quanti professano dottrine realistiche, vale a dire ammettono l esistenza di una realtà naturale del tutto indipendente dall esistenza dell uomo, non potrà non ammettere che la natura è sempre necessariamente pensabile solo in relazione con l uomo così come l uomo è sempre necessariamente in relazione con la natura. Cerco di chiarire: è evidente che poiché ci troviamo di fronte a due termini (natura e uomo, ossia l umanità) la difficoltà sta nello stabilire i loro reciproci rapporti, perché in essi esisterà sempre la possibilità che a prevalere sia o l uomo o la natura. Orbene questo tentativo di dominio dell uomo sulla natura caratterizza quella che si suole chiamare modernità. Essa afferma che è impossibile tornare indietro ; in una parola ritiene irreversibile il processo che ha condotto alla modernità stessa. Lo ripeto: con questa parola, usata e abusata, ma non per questo meno valida, intendiamo la concezione che vede il senso della modernità, cioè l essenza stessa dei tempi che da quattro cinque secoli stiamo vivendo, (e che nel Novecento ha raggiunto il suo apice) in un ambito nel quale si cerca di raggiungere a ogni costo il dominio dell uomo sulla natura. Lo stesso Francesco Bacone ( ) che a cavaliere di Cinquecento e Seicento, raccomandava di ubbidire alla natura, intendeva in realtà dire che l uomo deve sì dominare la natura, ma, che la natura si può dominare solo conoscendone le leggi e i meccanismi di funzionamento. Il suo sogno si sarebbe presto infranto, anche se ci vollero secoli perché ci se ne accorgesse. La scoperta della struttura dell atomo, per fare il più banale degli esempi, condusse alle tragedie inimmaginabili di Hiroshima e di Nagasaki. Ci sono eventi naturali non addomesticabili dall uomo; l uomo in effetti, non può tutto. Può deviare il letto di un fiume o addirittura invertirne, come già è avvenuto, il corso. Ma non può opporsi all irreparabile. Se noi distinguiamo tra ciò che è spontaneo, ossia che è indipendente dall uomo, e che avviene per iniziativa della natura, e artificiale vale a dire ciò che è introdotto dall azione dell uomo, dobbiamo ammettere che i terremoti sono eventi spontanei. La natura scatena forze incontrollabili che sembrano davvero emergere dagli Inferi. Di fronte a questo scatenamento nasce una meraviglia e una sorta di rispetto verso ciò che l uomo è certo di non poter
11 Prefazione 11 controllare. Lo spontaneo si manifesta in tutta la sua potenza nei confronti dell artificiale affermando la sua supremazia. Abbiamo anche accennato al fatto che la tradizione filosofica ha individuato questo sentimento complesso nel Sublime. Ma non basta: occorre qualche ulteriore parola di approfondimento. Si tratta di un modo di sentire complesso, perché, in esso, si oppongono due istanze: da una parte l uomo ha consapevolezza dei suoi limiti, e, dall altra ha coscienza della sua alta dignità morale. Questa situazione contraddittoria sta a dimostrare come il vincolo dell uomo con la natura, anche nella nostra età tecnologicamente avanzata, sia inscindibile. Le catastrofi naturali fanno emergere e mantengono la memoria delle radici terrestri dell uomo. La memoria ci induce alla contemplazione. Tuttavia, al momento contemplativo, deve seguire un proponimento attivo. Che fare dunque? Come per le malattie, è meglio prevenire che curare. Il mondo giapponese, perseguitato dalla frequenza dei terremoti e semidistrutto alla manipolazione della materia, insegna. Non voglio negare che nel Celeste Impero, oltre alle minute prescrizioni elargite alla popolazione per proteggersi dai terremoti, da anni si sia dato il via alla costruzione di edifici le cui strutture sono elastiche per meglio assorbire le scosse sismiche. Ovviamente, questo è soltanto uno dei possibili rimedi. In ogni caso soccorrono apparati artificiali che, in vario modo, possono consentire all uomo di fronteggiare il pericolo. Tuttavia si è visto che cosa succeda quando la potenza distruttiva dello tsunami si accanisce su una centrale nucleare. Questi sono i temi che Enzo Romeo ha, più o meno esplicitamente, affrontato. Anche il suo dovrebbe essere un punto di vista simile a quella della modernità, della scienza moderna. Per il rigore della sua formazione egli è uno scienziato ; ma non è soltanto quello. Il suo orizzonte non si ferma nei confini della scienza, dalla quale pure non si può prescindere. In ogni pagina del suo libro persino nelle più neutre tabelle statistiche si sente vibrare la grandiosità della storia e il significato universale di ogni singolo evento, la solidarietà per le vittime, un senso di pena per la sua terra ferita così profondamente, ma anche l ammirazione per la laboriosità di quelle popolazioni pronte, dopo ciascun sisma, a ricominciare da capo. Per un verso, ciascuna delle persone che vi compaiono appartiene a un comune destino. E questo atteggiamento genera un senso di partecipazione e di simpatia verso qualche cosa di più grande, che va ben oltre i semplici aspetti
12 12 Prefazione tecnici, che pure hanno appassionato anche un profano come me. Questo modo di porsi di fronte agli eventi sismici si espande, per così dire, a raggiera e si trasmette al lettore non superficiale, suscitando in lui quel senso di umanità che, a mio modo di vedere, è il valore più alto cui, qui in terra, si possa aspirare. Il poter continuare a diffondere questo messaggio è l augurio più profondo che io possa fare al mio fraterno amico Enzo. Enzo RANDONE
13 Introduzione Per inquadrare l assetto territoriale della Calabria, così come si presentava all inizio dell era volgare e per fornire le linee della sua evoluzione, sono opportune alcune premesse storiche. Grande influenza ha avuto la sua orografia poiché la regione è protesa, da nord a sud; poggia su una limitata lingua di terra il cui profilo è accidentato e presenta grande discontinuità delle sue superfici. Pertanto, a mano a mano che si parlerà dei terremoti, si cercherà di collocare l evento sismico nel contesto territoriale e storico sociale dei periodi di cui si tratta: tutto ciò è necessario non solo per meglio comprendere la dinamica, ma anche per contestualizzare le vicende dell intero territorio sotto il profilo non unicamente storico, ma anche geologico e geomorfologico, ripercorrendo cronologicamente la formazione. Calabria geologica Dal punto di vista geologico, l assetto odierno della Calabria presenta due diverse configurazioni, differenziate dalla rispettiva evoluzione geodinamica. La linea di separazione di questi due blocchi coincide a ovest con il percorso della fiumara Sangineto, che si getta nel mare Tirreno nei pressi di Sangineto Lido, a est con il corso dei fiumi Esaro, Coscile e Crati fino alla foce di quest ultimo che sbocca nello Ionio presso il lago di Sibari (Cartina 1). A spezzare la sua continuità, sta la stretta soglia del Passo dello Scalone, a quota 744 s.l.m. A settentrione di questa linea, il confine geologico è costituito dall Appennino Lucano, che è parte dell Appennino meridionale, ma che, nonostante il nome, appartiene alla Calabria. Qui predominano terreni calcarei o calcari dolomitici del Triassico superiore, unitamente a rocce del metamorfismo Prealpino di medio, alto e basso grado, quali gneiss, micascisti, graniti, ofioliti e pietre verdi; fa eccezione il gruppo calcareo del Pollino risalente all e- 13
14 14 Introduzione Figura 1. Cartina 1. ra Mesozoica. A mezzogiorno della linea di confine geologico dalla quale inizia l Appennino calabrese, il paesaggio muta completamente, così come il suo profilo geologico. Qui i rilievi sono formati essenzialmente da rocce cristalline eruttive o scistose, quali graniti, porfidi, dioriti, gneiss e micascisti dell età primaria o archeozoica, verosimilmente del periodo Algonchiano. Poggiano su quest arcaica impalcatura dell era primaria (Cartina 2), allungata da nord a sud suddivisa come in tante isole, durante i periodi di emersione (al contrario di quanto avvenne nei periodi di sommersione) la Calabria, nell era Mesozoica e in quella Cenozoica, si presentava con ampli golfi marini le cui tracce sono ancora oggi ben distinguibili negli orli interni delle sue pianure e delle sue valli. Solo nell epoca pliocenica tale regione assume la sua forma attuale, non senza aver subìto fratture da potenti faglie, tuttora attive. Infatti, in questa era geologica prendono corpo le grandi formazioni calcaree, argillose, marnose, le arenarie e i conglomerati, tutte periferiche rispetto alla struttura arcaica sopra descritta (Cartina 2). Questo porta a una saldatura tra terreni geologicamente diversi, quali le montagne cristalline di origine eruttiva e quelle sedimentarie che, con l apporto delle formazioni alluvionali del periodo Quaternario (tuttora in corso), crearono la piana pliocenica di Sibari e le vallate attigue al fiume Crati
15 Introduzione 15 Figura 2. Cartina 2. sullo Ionio, di Lamezia Terme, di Gioia Tauro e del fiume Mesima sul Tirreno, così come si può facilmente rilevare nelle Cartine 3, 4 e 6 1. Ma procediamo con ordine. La Calabria geologica settentrionale La Calabria geologica settentrionale (cfr. la Cartina 3), ha inizio ai confini con la Basilicata e si allunga fino alla stretta di Catanzaro, che costituisce una profonda depressione posta tra il golfo di Squillace, che si affaccia sul mare Ionio e il golfo di S. Eufemia sul mar Tirreno. Il tratto settentrionale è formato da due segmenti: il primo ha inizio ai confini con la Lucania, si estende fino al Passo dello Scalone ed è costituito da rilievi di roccia calcarea e calcarea dolomitica del metamorfismo Prealpino (paleozoico inferiore); il secondo parte dal Passo 1. Io stesso ho realizzato tali cartine, servendomi delle Carte Geologiche D Italia (preparate dal Servizio Geologico d Italia ).
16 16 Introduzione Figura 3. Cartina 3. dello Scalone (cfr. Calabria geologica), dal quale iniziano gli Appennini Calabresi, e si allunga fino alla stretta di Catanzaro sopra ricordata. Tale secondo segmento è formato dalla Catena Costiera, detta anche Paolana, che si estende verso S.S.E tra la stretta cimosa costiera del mar Tirreno e il profondo vallone del fiume Crati, sino al basso corso del fiume Savuto e la Sila. Queste due masse, geologicamente omogenee sono unite, solo nella parte terminale, da una larga soglia, posta mediamente a quota di circa 1200 mt. e inclinata per circa 15 km da Sud a Nord; nella parte iniziale, invece, le due masse sono nettamente divise dal vallone del fiume Crati. A valle di Cosenza, il fiume scorre, da sud a nord, per circa 35 km., in una profonda fossa. Attraversa poi l ampia e terrazzata piana di Sibari che si apre tra la Sila e il gruppo calcareo mesozoico del Pollino, che toccando i 2272 metri s.l.m. raggiunge l altezza massima della catena e di tutto l Appennino meridionale. Tra le catene montuose arcaiche, il Pollino, è quindi geologicamente più giovane; lo costituiscono rocce calcaree del periodo Triassico, sulle quali vanno a sovrapporsi rocce di colore grigio e nero del Giurassico e Cretaceo. Infine il Marchesato: una vasta area pliocenica compresa fra la curva che unisce i paesi di Cropani Marina, Petilia Policastro, Zinga, Strongoli, Crotone e il mare.
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