API E VESPE IN AMBIENTE URBANO

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1 API E VESPE IN AMBIENTE URBANO La presenza di sciami di api e nidi di vespe costituisce un vero e proprio rischio sanitario, specialmente se questi si trovano in ambiente urbano. La loro presenza, infatti, può causare lesioni ai cittadini, con particolare rischio per i soggetti allergici, e può anche determinare l interruzione di servizi pubblici e seri problemi alla viabilità cittadina 30

2 DUTTO MORENO* G li imenotteri aculeati sono senza ombra di dubbio degli insetti molto affascinanti, sia per la loro laboriosità sia per il loro comportamento sociale molto complesso ed efficiente. All ordine degli imenotteri appartengono una schiera molto ampia di specie, ma quelle più importanti in ambiente urbano possono essere ricondotte a due famiglie: Apidae e Vespidae. Alla prima famiglia appartengono api (Apis mellifera), bombi (Bombus sp.) e api legnaiuole (Xylocopa sp.), mentre alla seconda famiglia appartengono le vespe (Vespula sp.) e i calabroni (Vespa crabro). Le api sono forse gli insetti sociali più studiati e noti, considerato che sono allevati per ottenere ottimi ed eccellenti (in termini nutrizionali e culinari) prodotti, quali la pappa reale e il miele. L Apis mellifera è organizzata in colonie matriarcali monoginiche poliannuali, dov è possibile ritrovare tre caste nettamente distinte fra loro sia morfologicamente sia per i compiti sociali a loro assegnati (1, 2, 3). Le tre caste sono: (i) reale (composta da una femmina feconda detta regina), (ii) operaia (composta da un gran numero di femmine non fertili che hanno compiti lavorativi) e (iii) maschi o fuchi (questi compaiono per un breve periodo dell anno e poi sono esclusi dalla colonia). In primavera la colonia va poi incontro a sciamatura, che è vista dagli specialisti come la vera riproduzione del superorganismo alveare (1). La sciamatura consiste nell abbandono dell alveare da parte della vecchia regina con circa la metà delle operaie presenti e avviene poco prima che emerga la nuova regina allevata. In Italia il periodo della sciamatura avviene tra aprile e settembre, con picchi massimi in maggiogiugno. I vespidi (Vespula sp., Vespa crabro, Polistes gallicus), contrariamente agli apidi, formano delle colonie matriarcali annue con tre caste: operai, regina e maschi. Mentre nelle api una colonia dura molti anni con continua sostituzione del reale (regina), nelle vespe la colonia dura, almeno in Europa, un solo anno e superano l inverno esclusivamente le femmine feconde, mentre maschi e operaie lasciano la colonia in tarda estate per poi morire con l arrivo dei primi freddi. L anno seguente ogni femmina svernante inizierà l edificazione di un nido e comincerà la deposizione delle prime uova che daranno origine alla casta operaia che contribuirà all espansione della colonia. *Consulente in Entomologia Medica e Urbana presso il Dipartimento di Prevenzione ASL Cn-1 Azienda Sanitaria Ospedaliera S. Croce & Carle Via Michele Coppino Cuneo dutto.moreno@tiscali.it OGNI QUAL VOLTA CHE VIENE IDENTIFICATO UNO SCIAME DI API O UN NIDO DI VESPE IN AMBIENTE PUBBLICO È NECESSARIO CHE SI AVVERTANO LE AUTORITÀ COMPETENTI AL FINE DELLA MESSA IN SICUREZZA DELL AREA SULLA BASE DELLA VALUTAZIONE DEI RISCHI PER LA SALUTE PUBBLICA 31

3 Le api, per l edificazione dei loro nidi, sfruttano in natura cavità artificiali o naturali all interno delle quali costruiscono dei favi perpendicolari al suolo in cera; le vespe, invece, non utilizzano la cera, bensì costruiscono i loro nidi in cartone che auto-producono sfruttando fibre di legno impastate con la saliva.. IMPORTANZA MEDICA DELLE PUNTURE DA IMENOTTERO Gli sciami che sfuggono a un apicoltore possono andare a posarsi in città sulla vegetazione, sulla segnaletica stradale, sui mezzi di trasporto e penetrare nei loculi cimiteriali, nei cassonetti delle tapparelle e in ogni anfrattuosità muraria; le vespe, dal canto loro, in ambiente urbano possono edificare imponenti nidi in luoghi riparati come sottotetti e camini (tipico dei calabroni) e fra la vegetazione. Il problema della presenza degli insediamenti di questi insetti in ambiente urbano è dato dalla loro capacità lesiva legata all alta presenza numerica di insetti potenzialmente lesivi presenti in un nido o in uno sciame associata allo spirito difensivo del nido delle varie specie. La lesione è essenzialmente una puntura, indotta da un organo appositamente difensivo detto pungiglione, associato all inoculazione di secreti tossici prodotti da ghiandole velenifere collegate al pungiglione (4, 5). Il pungiglione durante la puntura può essere retratto nel caso dei vespidi, mentre nelle api resta infisso nei tessuti della vittima. La possibilità di rimuovere o meno il pungiglione è determinata dalla presenza/assenza della microdenticolatura (seghettatura) delle due lancette che compongono il pungiglione (6). I secreti inoculati con la puntura variano come composizione da specie a specie; in particolare, nell ape abbonda la melittina con proprietà spiccatamente citotossiche, mentre il veleno delle vespe ne è privo, ma possiede una quantità più alta di sostanze allergeniche (5, 7). Nell uomo la puntura è causa di una serie eterogenea di reazioni che possono essere riassunte in: - reazioni allergiche IgE-mediate, che si verificano anche in occasione di una singola puntura in soggetti precedentemente sensibilizzati (allergici) e possono essere ulteriormente suddivise in reazioni LLR o sistemiche (anafilassi); - reazioni tossiche, dovute essenzialmente alla citotossicità dei secreti inoculati; possono essere locali (tipico pomfo) in caso di poche punture o sistemiche in caso di punture multiple (> 40-50). Nei soggetti normali la puntura esordisce con un pomfo infiammato a decorso benigno, mentre le reazioni tossiche sistemiche date da più di 40 punture nell adulto o da più di punture nei bambini (patologia dose-dipendente) possono essere particolarmente pericolose e avere esito potenzialmente fatale anche a distanza di diversi giorni. Nei soggetti allergici le reazioni IgE-mediate possono essere una fonte di mortalità e si manifestano indipendentemente dal numero di punture ricevute (patologia non dose-dipendente), ma sono strettamente collegate al grado di sensibilizzazione allergica del soggetto esposto agli allergeni inoculati con il veleno. Il tempo trascorso fra la puntura e la comparsa dei sintomi anafilattici varia da pochi minuti a circa 60 minuti, nonostante le reazioni anafilattiche da imenottero si verifichino generalmente entro i primi 10 minuti dall avvenuta inoculazione. Dal punto di vista terapeutico, le punture singole in soggetti normali non necessitano di particolari trattamenti (fatta eccezione delle punture inferte nella cavità orale e nel tratto orofaringeo, in particolare nei soggetti in età pediatrica dove un edema può essere ostruttivo) ed è generalmente sufficiente: - estrarre il pungiglione quand è presente, avendo cura di afferrarlo il più vicino possibile alla cute con pinzette a punta fine; - disinfettare l area con composti organici dello iodio (iodopovidone); - applicare pomate a base di glucocorticoidi o anche semplicemente a base di papaina, aloe o arnica. Nel caso di molte punture è sempre necessario il trattamento medico in ambiente ospedaliero dove, oltre alla somministrazione di antistaminici e glucocorticoidi per os, vengono compiuti accertamenti ematici e viene disposto il ricovero. 33

4 Le punture nel cavo orale (tratto faringeo) sono sempre particolarmente importanti, in particolare nei soggetti in età pediatrica dove a causa del ridotto calibro della trachea l edema può essere ostruttivo e complicare i fisiologici processi respiratori; il trattamento in tutti i casi si basa sulla somministrazione di antistaminici ev e corticosterioidi in aerosol e in determinati casi, in particolare nei soggetti in età pediatrica, è spesso necessaria l intubazione endotracheale; talvolta può essere eseguita anche preventivamente in post-puntura (8). Il trattamento dei soggetti con reazioni LLR si basa sulla somministrazione di corticosteroidi e antistaminici os e sull osservazione ed è importante precisare che tali reazioni possono essere il preludio, in caso di successive esposizioni all allergene (punture), di reazioni immunomediate più intense e diffuse (anafilassi); il ricovero in osservazione è sempre indicato fino a quando la clinica locale non inizia a regredire. I soggetti con reazioni anafilattiche classificabili con le tabelle di Mueller (9) e Brown (10) richiedono comunque sempre un trattamento medico più o meno urgente sulla base della gravità e della stabilità della clinica in corso. Nei casi di reazioni di gravità media o severa, cioè con interessamento di almeno due apparati (ossia con coinvolgimento non solo cutaneo) o con l alterazione di una funzione vitale, il farmaco d elezione è l adrenalina (nei soggetti non beta-bloccati) che deve essere somministrata il più rapidamente possibile, anche in ambiente extra-ospedaliero, alla dose, nell adulto, di 0,3-0,5mg. L inoculazione deve essere eseguita intramuscolo nel quadricipite femorale. In associazione all adrenalina naturalmente è necessaria la somministrazione di antistaminici e l infusione rapida di soluzione fisiologica o cristalloidi (11). Il ricovero in area critica (ad es., medicina interna d urgenza) dei soggetti colpiti da anafilassi di grado moderato o severo è d obbligo.. SALUTE PUBBLICA E IMENOTTERI IN CITTÀ Considerati gli effetti delle punture sull uomo, e in particolare sulle fasce più sensibili all esito della puntura (ad es., soggetti allergici, bambini, ecc.), in ambiente urbano la presenza di nidi o sciami di imenotteri deve essere valutata attentamente, in particolar modo quando questi sono facilmente accessibili o avvicinabili. In ambiente urbano è sempre necessario fare i conti con la curiosità popolare, che spesso induce le persone a sottovalutare il pericolo e ad avvicinarsi troppo a questi nidi; molti incidenti sono poi il frutto di contatti o disturbi accidentali dovuti ad attività ludiche, ricreative o sportive (ad es., parco-giochi, viali, campi sportivi, ecc.) o lavorative (ad es., manutenzione del verde). In alcuni casi questi insetti rendono poco sicura anche la normale e frenetica vita cittadina, nella fattispecie quando vanno a localizzarsi in aree di forte traffico pedonale o sui mezzi di trasporto. Ecco dunque come uno sciame di api, ad esempio, può rappresentare un disagio e una fonte di pericolo per la popolazione: - pericolo di punture multiple a passanti o curiosi; - rischio di gravi reazioni allergiche in caso di puntura di un soggetto sensibilizzato; - interruzione di pubblico servizio quando è necessario fermare un mezzo di trasporto, una via o parte di una stazione; - disagi della viabilità. Resta quindi necessario che ogni qual volta venga identificato uno sciame di api o un nido di vespe in ambiente pubblico si avvertano le Autorità competenti al fine della messa in sicurezza dell area sulla base della valutazione dei rischi per la salute pubblica. Il tutto può sembrare banale, ma tutte le estati si verificano incredibili scaricabarili istituzionali in materia di competenza di bonifica e spesso l emergenza viene risolta da personale improvvisato. La presenza di questi insetti naturalmente è un emergenza minore, ma deve essere trattata sempre con scrupolo al fine di arrecare il minor disagio possibile alla cittadinanza e al tempo stesso garantendo la sicurezza, in particolare quando la richiesta proviene da parchi urbani, asili, scuole, ospedali o case di cura. Attualmente gli sciami delle api vengono recuperati dagli apicoltori, mentre le vespe e i calabro- 35

5 API E VESPE IN AMBIENTE URBANO ni vengono bonificati sia in ambito privato sia pubblico dai vigili del fuoco; in realtà i privati dovrebbero richiedere l intervento di una ditta di disinfestazione, a meno che l evento non rappresenti una particolare fonte di pericolo. Diversi lavori forniscono già utili istruzioni di intervento per la bonifica degli imenotteri in città (5, 12), ma pochi tengono in considerazione anche gli aspetti legali della proprietà del bene nel caso degli sciami d api. Dal punto di vista legale nessun problema sussiste nella distruzione dei nidi degli imenotteri vespoidei, mentre diverse leggi nazionali e regionali raccomandano, giustamente, la salvaguardia delle api. Il proprietario di uno sciame d api, secondo l articolo 924 del codice civile, può inseguirlo per 48 ore anche sul fondo altrui, ma qualora non lo insegua o cessi di inseguirlo nell arco di tempo previsto dal precedente articolo perde il diritto di proprietà. L articolo 924 precisa anche che se il proprietario durante l inseguimento procura un danno su fondo altrui è tenuto a risarcirlo. Qualora uno sciame non reclamato dal legittimo proprietario nei tempi prescritti della legge si posi su suolo privato, la proprietà del bene (le api per il codice civile sono una cosa ) diventa del proprietario del fondo. Però, qualora lo sciame si posi su suolo pubblico, nessuno può impossessarsene ma, secondo l articolo 927 del codice civile, bisogna comportarsi come nel caso del ritrovamento di una cosa mobile qualunque e darne notizia al Sindaco o ai funzionari di Polizia locale. L appropriamento non autorizzato si configura nel reato di cui l articolo 647 del codice penale. Qualora per motivi di sicurezza non sia possibile il recupero degli animali in vita, non risulta applicabile l articolo 544 bis del codice penale che è rivolto meramente alla tutela dei vertebrati e ancor più agli animali da compagnia. Dal punto di vista delle competenze istituzionali, la presenza di imenotteri in ambiente urbano è un emergenza minore di sanità pubblica ed è quindi di esclusiva competenza del Dipartimento di Prevenzione dell ASL (in particolare del SISP), che però, mancando dei mezzi materiali per portare a termine l intervento, può avvalersi di altri enti. L ASL in particolare il Dipartimento di Prevenzione deve essere avvertita della presenza di sciami o nidi e ha il compito di fornire un supporto tecnico-scientifico e di attuare tutte le norme per garantire la salute pubblica. L area interessata dall evento in suolo pubblico deve essere transennata per un raggio di almeno 10 metri e sulla fettuccia o sulle transenne devono essere applicati chiari avvisi che avvertano il cittadino della natura del pericolo. Qualora sia uno sciame d api è necessario avvertire un apicoltore che recuperi, possibilmente nelle ore notturne, tutte le api. L apicoltore può essere pagato direttamente con il trasferimento della proprietà dello sciame previo accordo con il Sindaco del Comune o il responsabile del servizio pubblico interessato dall evento. Naturalmente lo sciame non può essere immediatamente immesso nell apiario, ma deve espletare un periodo di quarantena anche presso l apiario dell apicoltore intervenuto. A bonifica conclusa, il personale dell ASL intervenuto deve dare notizia ai Servizi Veterinari della bonifica e della quarantena dello sciame per far sì che i veterinari possano effettuare per circa 60 giorni le visite al fine di accertare l ottimo stato di salute. Nel caso di sciami piccoli (diametro inferiore a 10cm) in stagione autunnale non è giustificato il recupero, ma semplicemente può essere avviata la distruzione eseguita da parte dei Vigili del Fuoco o da una ditta di disinfestazione. Nel caso dei nidi di vespe, la bonifica deve essere fatta espletare da una ditta di disinfestazione o dagli operai del Comune (opportunamente istruiti dal personale ASL e muniti di tutti i D.P.I. necessari), magari con il supporto tecnico dei Vigili del Fuoco. L intervento dei Vigili del Fuoco, su parere del personale ASL può essere richiesto qualora sia necessaria una bonifica rapida e immediata ove sussistano gravi rischi per la salute pubblica o sia minacciata la funzionalità di un pubblico servizio. In tutti i casi (anche se si tratta di api), qualora sia minacciata la sicurezza pubblica può essere richiesto l intervento dei Vigili del Fuoco per la devitalizzazione della colonia attraverso trattamento insetticida. 36

6 . PROPOSTE OPERATIVE Considerate le attuali difficoltà (e conflittualità) che vengono a crearsi nel momento in cui è necessario gestire un emergenza legata agli imenotteri, sarebbe opportuno che si instaurasse un coordinamento di base che faccia capo a una persona esperta del Dipartimento di Prevenzione dell ASL, mentre nessun altro sarebbe autorizzato a intervenire in ambiente pubblico senza il parere del suddetto ufficio. Il personale ASL può essere contattato direttamente telefonicamente tramite numeri ordinari oppure, nei festivi, tramite la centrale operativa del 118, che ha il numero telefonico di un reperibile. In caso di emergenza imenotteri in ambiente pubblico o anche privato il responsabile ASL provvede a: - determinare la specie; - analizzare i rischi per la salute pubblica; - mettere in sicurezza l area; - fornire il supporto tecnico-scientifico per le procedure di bonifica che meglio si addicono al caso; - fare intervenire i Vigili del Fuoco qualora sussista un grave pericolo per la salute pubblica (asili, scuole, ospedali, invalidi, ecc.). Nel caso di api deve poi essere contattato un apicoltore che espleti la bonifica; onde evitare lungaggini al telefono per cercare un professionista disponibile, è necessario che l incaricato dell ASL predisponga un elenco di apicoltori che abbiano dato la loro disponibilità al recupero degli sciami, in cambio della cessione dello stesso, come retribuzione della prestazione d opera espletata. Naturalmente non tutti gli apicoltori possono essere ammessi e devono avere i seguenti requisiti: - essere apicoltori professionisti; - possedere un apiario regolarmente denunciato; - dimostrare che l apiario è sano (ossia indenne da malattie con obbligo di denuncia); - avere un assicurazione contro gli infortuni e i danni a terzi. Per le vespe le ditte di disinfestazione offrono generalmente un ottimo servizio, ma è possibile avvalersi dei Vigili del Fuoco qualora ci sia un parere favorevole (dato dal grave pericolo) del responsabile ASL. In sede di intervento è necessario che siano escluse da queste mansioni tutti gli operatori (disinfestatori o Vigili del Fuoco) con allergia conclamata o presunta al veleno degli imenotteri e, inoltre, oltre ai D.P.I. richiesti dal caso (tuta, maschera, guanti, scarponi, ecc.) è indispensabile che sia presente un kit di pronto soccorso allestito per il primo intervento delle reazioni anafilattiche. In conclusione, per il buon fine della bonifica è importante che i diversi Enti chiamati a intervenire siano perfettamente coordinati fra loro e sappiano, come in ogni emergenza, chi deve fare cosa. Forze dell ordine (Carabinieri, Vigili urbani, Polizia di Stato): - mettere in sicurezza l area e allontanare i curiosi; - avvertire il Dipartimento di Prevenzione dell ASL locale attraverso il 118. Vigili del Fuoco: - in caso di chiamata per un problematica legata agli imenotteri avvertire il Dipartimento di Prevenzione dell ASL locale attraverso il 118; - procedere secondo le istruzioni del personale ASL quando chiamati a intervenire. ASL (Dipartimento di Prevenzione): - accertare la specie; - mettere in sicurezza l area, se non già fatto in precedenza, e controllare che sia correttamente eseguita la messa in sicurezza, se l area è già stata delimitata; - richiedere l intervento dei Vigili del Fuoco qualora veramente necessario; - richiedere l intervento dell apicoltore o consigliare all utente (sia esso privato o pubblico) di avvalersi di una ditta di disinfestazione.. BIBLIOGRAFIA 1. Contessi A., Le api. Biologia, allevamento, prodotti, Edagricole, Bologna, 497 pp., Pistoia A., Apicoltura tecnica e pratica, Edizioni L informatore agrario, Verona, 300 pp., D Ambrosio M., Zappi Recordati A., Apicoltura, Edizioni Reda, Roma, 202 pp., Dutto M., Lineamenti di Entomologia Medica, C.G. Edizioni Medico-Scientifiche, Torino, 333 pp., Puccini V., Tarsitano E., Parassitologia urbana. Città, animali e salute pubblica, Edagricole, Bologna, 343 pp., Barbattini R., Frilli F., L ape punge: come e perchè, Notiziario ERSA, 1: 42-45, Frilli F., Barbattini R., Milani N., L ape: forme e funzioni, Edagricole, Bologna, 112 pp., Tome R., Somri M., Teszler C.B., Fradis M., Gaitini L.A., Bee sting of children: when to perform endotracheal intubation?, Am J Otolaryngology, 26 (4): , Mueller H.L., Diagnosis and tratment of insect sensitivity, J Asthma Res, 3: , Brown A.F., Kinnon D., Chu K., Emergency department anaphylaxis: a review 142 patients in a single year, J Allergy Clin Immunol, 108 (5): Tartaglino B., Farmaci e procedure in medicina d urgenza, C.G. Edizioni Medico Scientifiche, Torino, 1084 pp., Formato G., Saccares S., Vari G., Lasagna E., Mantovani A., Insetti imenotteri in ambiente urbano. Proposta di gestione dell emergenza, Il progresso veterinario, 10: ,

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