DEFINIZIONE DEI PUNTI FORANEI DEL RETICOLO IDROGRAFICO DELLA REGIONE TOSCANA

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1 DEFINIZIONE DEI PUNTI FORANEI DEL RETICOLO IDROGRAFICO DELLA REGIONE TOSCANA Relazione delle attività Livorno dicembre 2011 (aggiornata a giugno 2012)

2 IL PRESENTE DOCUMENTO E CORREDATO DA TRE CARTELLE ELETTRONICHE CONTENENTI: Shape files dei punti foranei dei corsi selezionati, suddivisi per provincia. Foto e collegamenti a Google earth dei corsi selezionati, suddivisi per provincia. Punti foranei teorici (punti foranei a priori) di tutti i corsi, suddivisi per provincia. Responsabile scientifico del programma Fabrizio Serena Personale Tecnico che ha partecipato al programma Coordinatori: Romano T. Baino, Alessandro Voliani Elaborazioni GIS: Romano T. Baino, Francesca Baldini, Enrico Cecchi, Michela Ria, Tiziana Saba (tirocinante) Sopralluoghi: Alessandro Voliani, Enrico Cecchi, Roberto Silvestri, Elena Ricevuto (tirocinante), Monica Barone (collaboratrice CIBM), Luigi Piazzi (collaboratore CIBM) Stesura della relazione: Romano T. Baino, Alessandro Voliani Ringraziamenti Personale di Province, Regione, Comuni, Ente Parco Migliarino S. Rossore Massaciuccoli, Ente Parco Regionale della Maremma Maurizio Trevisani e Dario del Seppia di ARPAT Foto di copertina Uno dei riferimenti fisici ufficiali del sistema di misura adottato dalla rivoluzione francese Place Vendôme, Paris 2008 RTB, cfr. Denis Guedj, Il metro del mondo, Longanesi 2004.

3 INDICE 1 INTRODUZIONE INQUADRAMENTO LEGISLATIVO ANALISI CARTOGRAFICA Il reticolo idrografico Criteri per l identificazione dei corsi Tecniche di elaborazione GIS Conversione delle coordinate geografiche Verifica della conversione delle coordinate geografiche Risultati dell analisi cartografica IL MONITORAGGIO SUL CAMPO Ragioni del monitoraggio Le tecniche di monitoraggio Risultati dei punti di monitoraggio...30 ALLEGATO ALLEGATO ALLEGATO

4 1 INTRODUZIONE Nell ottica di armonizzazione delle competenze territoriali, anche alla luce delle recenti Leggi Regionali n 7 del 3 gennaio 2005 e n 66 del 7 dicembre 2005, la Regione Toscana ha richiesto ad ARPAT la definizione dei punti foranei del reticolo idrografico della Regione Toscana. Il progetto è stato presentato con il Decreto del Direttore Generale ARPAT n 4 del 14 gennaio 2009 avente per oggetto Direzione Area per la tutela dell ambiente marino, lagunare, lacustre, costiero e dell ittiofauna Presentazione Progetto Definizione dei Punti Foranei nei corsi d acqua toscani I punti foranei sono il riferimento utilizzato dalla L. R. 7/05 (Gestione delle risorse ittiche e regolamentazione della pesca nelle acque interne) per definire il limite inferiore delle acque interne. La definizione, all articolo 2.2, è la seguente: Ai fini della presente legge sono considerate acque interne quelle a monte della congiungente i punti più foranei degli sbocchi a mare di corpi idrici, naturali o artificiali, individuata traguardando dal punto più foraneo di una sponda il punto più foraneo dell altra. Si intendono quindi per punti foranei i due punti delle rive dei corsi d acqua prima che essi si gettino in mare: questi vanno congiunti con una linea immaginaria, da punto a punto, spesso ma non sempre ad angolo retto rispetto alle rive del corso o paralleli alla linea di costa, e rappresentano i confini fra le acque interne ed il mare. Permangono comunque ampi spazi interpretativi (anche nella normazione) legati alla conformazione idrologica (es. foce non perpendicolare alla linea di costa), alla presenza di manufatti antropici (es. porti-canale, dighe, moli foranei, ecc.), a modifiche naturali della costa (accumulo o erosione), alla variabilità temporale delle portate, ecc. Come rappresentato successivamente nella sezione legislativa, la definizione dei punti foranei è in qualche modo complementare a quella delle acque di transizione. Infatti i corpi idrici della Toscana, ai fini della pesca, sono suddivisi in tre zone ittiche (art. 10 della L.R. n 7/2005): zona a salmonidi, zona a ciprinidi, e zona di foce ovvero ad acque salmastre. Con il termine acqua salmastra s intende quella con valori di salinità intermedia tra l'acqua dolce, convenzionalmente minore del 0,05%, e quella marina, intorno al 3,8%. Le acque salmastre presentano pertanto un contenuto medio annuale di sali variabili da 0,5 g/l a oltre 20 g/l. Gli ambienti naturali d acqua salmastra più tipici sono le foci dei fiumi, dove le acque dolci degli stessi incontrano quelle salate del mare, e si fondono insieme in un ampia gradazione di valori di salinità, variabile sia in senso spaziale, sia temporale, associati ad un progressivo mescolamento di acque fluviali ed acque marine sottoposti all influenza delle maree, correnti, portate, ecc. La modellizzazione si realizza tramite la definizione del cuneo salino (salt-wedge) che indica l'interfaccia che si viene a creare, relativamente ad acquiferi costieri, quando l'acqua dolce (più leggera) proveniente dall'entroterra poggia sopra l'acqua salata (più pesante) del mare. Come

5 già detto, l'equilibrio tra i due fluidi è determinato dal livello del mare, dalla sua salinità, dall'altezza della falda e dalle condizioni dell'acquifero; il modello e le variabili in gioco sono rappresentati graficamente in Fig.1. Fig. 1 - Sezione longitudinale alveo (V 1 : velocità della corrente del fiume, V 2 : velocità dell acqua del mare, h 1 : altezza acqua dolce, h 2 : altezza acqua salata, L: estensione del cuneo salino, V 1c : velocità allo sbocco, h: profondità totale della corrente in moto permanente, h 1c : profondità della corrente d acqua dolce nella sezione di sbocco). La pianificazione delle attività legate al presente programma ha previsto il coinvolgimento di tutti i soggetti istituzionali che hanno, o hanno avuto qualche titolo sul problema o danno prodotto normazioni (delibere, decreti, ecc.) quali ad esempio la Regione, gli Enti Parco, le Province, i Comuni, le Capitanerie di Porto. Ciò si rende necessario in quanto lo stato attuale delle competenze non identifica con certezza il soggetto o ente che deve normare la posizione dei punti. Il campo di applicazione dei punti foranei interessa infatti la gestione della pesca nelle acque interne o in quelle marine, la gestione delle specie ittiche migratrici e vari aspetti legati al demanio, portualità, nautica, concessioni, ecc. A completare l incoerenza normativa, i criteri di definizione dei punti foranei possono essere nei vari casi la congiungente dei punti più esterni (o naturali o artificiali), le strutture notevoli (es. ponti), l utilizzo o meno legato alla nautica (es. porti), qualche limite del cuneo salino, ecc. Rimane però il fatto che l ambito della presente relazione si limita a quanto dispone la LR 7/2005 ed è quindi strettamente correlato alla sola gestione della pesca nelle acque interne o in quelle marine. Gli elenchi dei corsi d acqua presi in considerazione non sono solo il sottoarchivio deliberato ai sensi della L.R.n 7/2005, ma l intero reticolo regionale, inclusi i corsi minori.

6 2 INQUADRAMENTO LEGISLATIVO Vengono di seguito riportati i principali riferimenti legislativi che interessano le problematiche legate alle competenze territoriali, normative e interpretative della delimitazione delle acque marine, con particolare riferimento alla fase di transizione con le acque dolci. Legge Regione Toscana n 7 del 3 gennaio La Legge Regionale 3 gennaio 2005, n. 7 Gestione delle risorse ittiche e regolamentazione della pesca nelle acque interne è lo strumento che ha sostituito la Legge Regionale 24 aprile 1984, n. 25 Tutela della fauna ittica e regolamentazione della pesca dilettantistica e successive modifiche. La fase di transizione, di attuazione dei regolamenti applicativi è tuttora in corso, comprese le definizioni territoriali delle vocazioni ittiche; relativamente a tale aspetto restano pertanto in vigore le delimitazioni dei tratti stabilite dalla Deliberazione del CR n 36 del 28 gennaio La LR n 7 fa esplicito riferimento alla fase di transizione mare acque dolci principalmente nei seguenti articoli. ARTICOLO 1 (Oggetto e finalità) 3. Ai fini della presente legge sono considerati fauna ittica i pesci, i crostacei, i molluschi, nonché la fauna eteroterma vertebrata, vivente, anche temporaneamente, nelle acque o negli alvei sino al livello di media piena. ARTICOLO 2 (Acque interne) 1. Sono soggette alla disciplina della presente legge le acque pubbliche interne di interesse per la pesca. 2. Ai fini della presente legge sono considerate acque interne quelle a monte della congiungente i punti più foranei degli sbocchi a mare di corpi idrici, naturali o artificiali, individuata traguardando dal punto più foraneo di una sponda il punto più foraneo dell'altra. 3. Le acque interne di interesse per la pesca sono individuate in un elenco tenuto dalla Giunta regionale. 4. Le province, in accordo con l'autorità competente in materia di demanio marittimo, possono collocare segnali al fine di delimitare le acque interne. All ARTICOLO 5 (Competenze delle province) si riporta che le province esercitano tutte le funzioni non espressamente riservate dalla presente legge alla Regione, tra cui; q) aggiornamento della classificazione dei corpi idrici ai fini della pesca, ove se ne presenti la necessità;, per cui implicitamente, richiedendo una classificazione necessariamente anche una delimitazione, la definizione dei punti foranei rientra anche tra le competenze delle province. ARTICOLO rt. 11 (Acque di confine)

7 1. Nei corpi idrici della Toscana di confine interregionale, in caso di contrasto fra disposizioni in materia di pesca, si applica la disciplina più restrittiva relativamente alle misure minime, al numero dei capi, alle specie consentite, ai tempi e ai modi di pesca. 2. Sono di confine: a) i corpi idrici ove la delimitazione sia longitudinale; b) i corpi idrici ove la delimitazione sia perpendicolare al corpo idrico. Legge Regione Toscana n 66 del 7 dicembre La Legge Regionale n 66 del 7 dicembre 2005, pubblicata su Bollettino Ufficiale Regionale del 16 dicembre 2005, disciplina le attività di pesca marittima e gli interventi a sostegno della pesca marittima e dell acquacoltura. Il limite definito dai punti foranei interessa la legge agli Art. 1, 5, 15, 18 e 20: fondamentalmente ci si riferisce alla separazione delle competenze assegnate ai vari organismi coinvolti (Regione, Province, Capitanerie, ecc.). Si riportano gli articoli evidenziandone le parti di maggior utilità. ARTICOLO 1 (Oggetto della legge e finalità) 1. La presente legge disciplina: a) gli interventi di sostegno e di valorizzazione delle risorse ittiche rivolti alle imprese di pesca e di acquacoltura; b) il rilascio delle licenze di pesca; c) la pesca esercitata nelle acque marittime territoriali antistanti il litorale della regione. ARTICOLO 5 (Definizioni) 1. Ai fini della presente legge e dei suoi regolamenti attuativi valgono le seguenti definizioni: a) attività di pesca: ogni azione diretta a catturare e prelevare organismi viventi nelle acque mediante attrezzi a ciò destinati; b) pesca marittima: ogni azione diretta a catturare specie viventi nelle acque del mare territoriale, all esterno della congiungente i punti più foranei delle foci dei fiumi e degli sbocchi in mare degli altri corsi d acqua, naturali ed artificiali. E considerata ad ogni effetto pesca marittima la pesca esercitata nelle lagune e nei bacini di acqua salsa o salmastra; ARTICOLO 15 (Pesca sportiva) 1. Il regolamento di cui all articolo 14 comma 1 lettera b) stabilisce le norme da osservarsi nell esercizio della pesca sportiva in mare, che comunque e esercitata senza licenza. 2. E fatto divieto ai pescatori sportivi di commercio del pescato. ARTICOLO 18 (Pesca del novellame, del bianchetto, del rossetto e dello zerro)

8 1. Il novellame è costituito dagli esemplari allo stadio giovanile delle specie animali viventi nel mare, non pervenuti alle dimensioni indicate nel regolamento di cui all articolo 14 comma 1 lettera b). 2. La pesca del novellame è consentita ai soli fini di ricerca con le modalità previste dal regolamento di cui all articolo 14 comma 1 lettera b). 3. La pesca del novellame di sarda (bianchetto), in deroga a quanto previsto dal comma 2, può essere autorizzata dalla competente struttura della Giunta regionale per un periodo limitato di ciascun anno, previo parere vincolante del MIPAF rilasciato in conformità all ordinamento comunitario in materia di permessi di pesca speciali. 4. La pesca di Aphia minuta (rossetto) e di Spicara smaris (zerro) può essere autorizzata dalla competente struttura della Giunta regionale per periodi e zone definiti dal programma regionale di cui all articolo 7, con gli attrezzi e le modalità disciplinati dal regolamento di cui all articolo 14 comma 1lettera b). ARTICOLO 20 (Vigilanza) 1. La vigilanza sull applicazione della presente legge è affidata, oltre che ai soggetti a ciò preposti dalla legislazione statale vigente, alle province. Definizione punti foranei alla foce del Fiume Ombrone La definizione dei punti foranei ha in passato coinvolto vari enti, quali ad esempio il demanio Marittimo, le Province, i comuni ecc. Il 28 novembre 2000 il bollettino Notizie della Provincia di Grosseto riporta che ai fini della pesca, la definizione punti foranei alla foce del Fiume Ombrone viene assegnata al Parco della Maremma (segue il testo integrale). ALBERESE - Di recente la Regione Toscana ha delegato l'ente Parco Regionale della Maremma alla definizione dei punti foranei alla foce del fiume Ombrone, in modo da fornire ai cittadini, ai fruitori dell'area, un'adeguata pubblicità e una esaustiva informazione sulle corrette modalità di pesca. Il direttore del Parco della Maremma Enrico Giunta rende noto che lunedì 27 novembre 2000 alle ore 11, l'ente Parco Regionale della Maremma provvederà alla definizione dei punti foranei della foce del fiume Ombrone mediante apposita tabellazione. Le tabelle che saranno apposte illustrano le modalità di pesca e i riferimenti normativi, in conformità con le specifiche indicazioni fornite dalla Capitaneria di Porto di Livorno, quale Ente delegato alla gestione e tutela del Demanio Marittimo. Il personale dell'ente Parco della Maremma, preposto all apposizione dei cartelli di delimitazione dei punti foranei, ha già provveduto a contattare la proprietaria della tenuta di Torre Trappola e l'amministratore dell'azienda agricola regionale di Alberese per concordare le modalità di accesso e di apposizione dei cartelli medesimi, in modo da non creare alcun tipo di problema allo svolgimento ordinario del lavoro aziendale. Legge n 963 del e DPR n 1639 del

9 Il testo fondamentale della disciplina marittima, il suo regolamento applicativo, il codice della navigazione e le successive integrazioni, forniscono talvolta interpretazioni non coerenti sul problema di definire il limite delle acque marine. Si riporta di seguito un estratto dell ampia trattazione sul tema enunciata nella Circolare n.155 del 10/07/1995 della D.G. Contributi, evidenziandone i punti più utili. Il Codice della Navigazione determina all'art. 2 il "mare territoriale", su cui lo Stato esercita la propria sovranità, quale bene comune, ancorché, per taluni fini, ne faccia oggetto di disciplina assimilabile a quella di un bene demaniale, come nel caso dei permessi di pesca. Da tale premessa, discende che il cosiddetto "alto mare" è il mare, oltre quello territoriale, non soggetto ad alcuna sovranità statuale. Sempre il Codice della Navigazione, all'art.28, determina i beni appartenenti al "Demanio marittimo", sui quali lo Stato esercita un vero e proprio diritto di proprietà. Per quanto interessa la presente esposizione, fanno parte del demanio marittimo, ai sensi del citato art.28 C.d.N.: a)- i porti, le rade; b)- le lagune, le foci dei fiumi che sboccano in mare, i bacini di acqua salsa o salmastra che almeno durante una parte dell'anno comunicano liberamente col mare; c)- i canali utilizzabili ad uso pubblico marittimo. La disciplina sulla pesca marittima, dettata dalla legge , n.963 e dal Regolamento per l'esecuzione della legge stessa, di cui al DPR , n.1639, si discosta dalla formulazione sopra esposta. Infatti, l'art.1 del predetto Regolamento sulla pesca marittima, di cui al DPR n.1639/68, ancorché esordisca al comma 1 con l'affermare che "Il presente regolamento si applica alla pesca esercitata nelle acque del mare e in quelle del demanio marittimo..", al comma 2 precisa che "Nelle zone di mare ove sboccano fiumi e altri corsi d'acqua, naturali o artificiali, ovvero in quelle che comunicano direttamente con lagune e bacini di acqua salsa o salmastra.." le disposizioni del Regolamento stesso "..si applicano dalla congiungente i punti piu' foranei delle foci o degli altri sbocchi in mare", ovviamente quale criterio di individuazione delle acque considerate marittime ai fini della pesca marittima. Pertanto, la citata norma regolamentare enuncia un criterio di determinazione del demanio marittimo, che non coincide del tutto con quello fornito dall'art.28 C.d.N., sopra riportato, escludendo dall'esercizio della pesca marittima le acque del demanio marittimo di cui alle lettere "b" e "c" dell'art.28 C.d.N., nonché le acque interne ai porti, di cui alla lettera "a" dello stesso art.28. Dalla normativa sopra accennata discende che ai fini della regolamentazione della pesca marittima, si prende in considerazione il mare inteso nella comune e naturale accezione, con estensione dalla linea di costa verso il largo. (omissis) Il riferimento alle acque salmastre, contenuto nella legge, non consente di considerare dette acque alla pari di quelle del mare vero e proprio, come sopra determinato ai fini della pesca marittima. Detto riferimento è conforme a quello contenuto nella legislazione marittima in genere e nel Codice della Navigazione in particolare. Infatti, il significato dell'espressione "acque salmastre" in tutta la legislazione stessa coincide con quello lessicale del termine e nel contesto della legge n.102/92 non può che essere conseguente a quello dell'espressione "acque dolci" che la precede. Per acque salmastre si intendono quelle acque che contengono sale in concentrazione inferiore a quella del mare con cui dette acque comunicano ovvero sono adiacenti. In tale

10 collocazione l'espressione acque salmastre trova un suo preciso significato, corrispondente a quello comune. Il significato dato all'espressione "acque salmastre", nell'accezione comune, si e' reso necessario in relazione al dettato dell'art.28 C.N. e in accordo con l'art.1, comma 2, del DPR n.1639/68, che considera "mare" ai fini dell'esercizio della pesca marittima le acque marine "..a partire dalla congiungente i punti più foranei delle foci e degli altri sbocchi in mare" di fiumi, di altri corsi d'acqua naturali o artificiali, delle lagune, dei bacini di acqua salsa o salmastra. Ciò premesso, ogni traslazione di significato tra "acque salmastre" e "mare" risulta impropria, sia sotto il profilo semantico, sia sotto quello che emerge dall'ordinamento marittimo, di cui la legislazione sulla pesca marittima e' parte integrante.

11 3 ANALISI CARTOGRAFICA 3.1 IL RETICOLO IDROGRAFICO Inizialmente è stato presa in considerazione il reticolo idrografico ufficiale della Regione Toscana (e non solo quelli utilizzati per la carta ittica regionale) contenente tutti i corsi, anche quelli di lunghezza inferiore a 1 km. In totale sono stati valutati corsi d acqua (Fig.2), per una lunghezza complessiva di km. L Arno è il corso d acqua toscano più lungo con una lunghezza computazionale di 255,224 Km; il più corto è il Torrente Randaragna (di 0,189 km), mentre la lunghezza media è complessivamente di circa 2 km, giustificando il carattere sostanzialmente torrentizio (con distribuzione di tipo Poissoniano/lognormale) del sistema idrologico toscano. Fig.2 - Reticolo idrografico completo

12 In un secondo momento, da questo reticolo idrografico completo sono stati selezionati solo i fiumi che rispondono ai parametri richiesti dalla Legge Regionale n 7 e definiti dal Decreto Dirigenziale n 6304 del 21/12/2006 (Approvazione elenco delle acque interne di interesse per la pesca). Questo nuovo archivio, sostanzialmente, comprende solo i fiumi che hanno una lunghezza maggiore di circa 3 Km. I fiumi definiti dalla L.R. n 7 sono 2062, per una lunghezza complessiva di Km, il corso d acqua più corto è di 3,03 Km e la lunghezza media è di circa 6,9 Km (Fig.3). Fig.3 - Reticolo idrografico relativo alla Legge Regionale n 7/2005. Dall elenco complessivo dei fiumi regionali si è selezionato un sottoarchivio di tutti i fiumi con foce a mare. È stato preso in considerazione il codice SIBAPO e sono stati selezionati tutti i corsi di I livello (quelli che dopo le prime 7 cifre hanno solo zeri), questo elenco di 310 fiumi è stato sottoposto a controlli incrociati con l elenco di fiumi costieri ricavato mediante elaborazione GIS ed è stato verificato sulla carta, che i fiumi effettivamente sfociassero in mare, almeno in determinate condizioni di piena.

13 Il risultato di queste analisi è stato un elenco definitivo di 298 corsi costieri (Fig. 4, Fig.5 e Tab 1). I corsi d acqua costieri sono stati divisi in base alla provincia in cui si trova la foce, ed è stata calcolata la lunghezza complessiva fiumi appartenesti ad ogni provincia. Fig.4 - Reticolo idrografico dei corpi idrici costieri. Tab. 1 Suddivisione dei fiumi costieri per provincia e lunghezze in metri Provincia Numero corsi Lunghezza totale Lunghezza media GROSSETO LIVORNO LUCCA MASSA-CARRARA PISA Totale

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15 Fig.5 - Carte provinciali dei fiumi costieri Alla tabella originale dei corsi d acqua sono state apportate alcune modifiche: è stato aggiunto il campo ISOLA, (Tab.2 e due esempi in Fig.6) nel quale è stata indicata l eventuale isola di appartenenza, che semplifica la localizzazione dei fiumi sulla cartografia, soprattutto per i corsi minori. Per la sua particolarità idrologica e gestionale il bacino imbrifero afferente alla Laguna di Orbetello è stato considerato al pari di un isola. E stato altresì ricomputato su base cartografica che il campo LUNGHEZZA nel quale è stata inserita un misura più precisa della lunghezza espressa in metri anziché in km; ciò si è reso necessario in quanto tutti i corsi inferiori a 500 m sarebbero risultati di lunghezza pari a 0 km. Tab.2 Fiumi costieri dell Arcipelago toscano e della laguna di Orbetello. Isola Numero corsi Lunghezza totale Lunghezza media CAPRAIA ELBA GIANNUTRI GIGLIO GORGONA MONTECRISTO LAGUNA ORBETELLO PIANOSA non sono riportati corsi idrici

16 Fig.6 Esempi di carte dei fiumi costieri relativi alle isole Per ciascun fiume costiero, sulla cartografia GIS, tramite la funzione di snap è stato localizzato il suo punto estremo, identificabile come punto foraneo a priori e sono state attribuite le sue coordinate geografiche all elenco shape, come illustrato in Fig.7.

17 Fig.6 Punti foranei a priori identificati tramite GIS e particolare della Pr. di Massa Per ciascun punto foraneo a priori sono stati indicati alcune informazione di carattere generale, come nome del corso, bacino di appartenenza, codice Sibapo, lunghezza in metri e in km, la provincia in cui ricade la foce e l eventuale isola di appartenenza (Tab.4).. Le coordinate sono state calcolate sia nel formato Gauss-Boaga, sia in vari formati WGS84: queste sono state espresse in differenti modi per renderle facilmente utilizzabili sia con strumenti GIS, sia con il GPS, sia con altri software.

18 Tab. 4 Elenco dei parametri descrittivi per ciascun punto foraneo a priori. n numero sequenziale corrispondente all'ordine del codice SIBAPO POINT_X coordinata X in Gauss-Boaga del punto finale POINT_Y coordinata Y in Gauss-Boaga del punto finale CORSO_ID codice SIBAPO CORSO_NOME nome del corpo idrico ADB_NOME nome dell'autorità di bacino LUNG_KM lunghezza in km (soglia a 500 m, quindi se<500m è 0) HL_MAP codice estremi del corso PROVINCIA provincia della foce ISOLA eventuale isola di appartenenza LUNG_m lunghezza in m (precisione al cm) gre coordinata gradi Est in WGS84 pre coordinata primi Est in WGS84 sece coordinata secondi Est in WGS84 grdece coordinata gradi decimali Est in WGS84 prdece coordinata primi decimali Est in WGS84 grn coordinata gradi Nord in WGS84 prn coordinata primi Nord in WGS85 secn coordinata secondi Nord in WGS84 grdecn coordinata gradi decimali Nord in WGS84 prdecn coordinata primi decimali Nord in WGS CRITERI PER L IDENTIFICAZIONE DEI CORSI L elenco definitivo dei corsi d acqua costieri è il risultato di un sottoarchivio dell elenco ufficiale di tutti i corsi d acqua della regione toscana. Il codice SIBAPO è stato il primo criterio utilizzato per la selezione del sottoarchivio; sono stati presi in esame solo i fiumi di I livello, ossia quei corsi il cui codice (SIBAPO) fosse composto da soli zeri oltre le prime 7 cifre, che identifica i corsi principali che solitamente sono quelli che arrivano al mare. Successivamente, sulla carta si è verificato se effettivamente tutti i corsi avessero foce a mare, in questa fase si è passati da 310 corpi idrici a 298; sono stati eliminati ad esempio sia quei fiumi che pur essendo principali non sfociano in Toscana, come il fiume Tevere nel Tirreno, sia quelli che sfociano nel mar Adriatico, come il Reno. In taluni casi, soprattutto per corsi minori, canali allaccianti, o situazioni particolari, si è resa necessaria la consultazione di aerofotogrammetrie o mappe virtuali on-line per analizzare la conformazione locale del territorio. E stato utilizzato principalmente il software della Regione Toscana Terraflyer, o quelli commerciali come Google Map e Pagine gialle Visual: i link sono forniti di seguito.

19 TECNICHE DI ELABORAZIONE GIS Uno dei problemi che si è dovuto affrontare è stato quello della localizzazione dei punti foranei. In prima analisi si era ipotizzato di utilizzare il punto di intersezione tra la linea di costa e la polylinea del corso d acqua. A causa di alcuni imperfezioni riscontrate sulle polylinee si è però osservato che talvolta il corso non raggiungeva o superava la linea di costa, quindi si è optato per una seconda possibilità. Questa, in ragione del decorso N-W S-E della costa toscana, avrebbe previsto l individuazione del punto più a ovest del corso d acqua, individuando in tal modo la maggior parte dei punti terminali. Anche questa opzione è stata però scartata per la complessità dell algoritmo da adottarsi. Infine si è optato per l utilizzo dello strumento di Snap presente in ArcMap che ci ha permesso di individuare precisamente il punto di foce per il tracciato di ogni fiume costiero (Fig.7). Fig.7 Tracciati dei corsi costieri della Toscana.

20 In un secondo momento si sono attribuite le coordinate geografiche a ciascuna punto, mediante la funzione add XY coordinate (management). Al fine di ottenere una tabella in cui fossero presenti sia gli attributi sia dei punti inseriti, sia quelli dei fiumi su cui si trovano tali punti, si è realizzato un join spaziale tra le tabelle (Fig.8). Fig.8 - Procedura di composizione della tabella tramite la funzione di join. Il progetto GIS su cui sono state sviluppate le elaborazioni è basato su un sistema di coordinate GAUSS-BOAGA. Dal momento che per le rilevazioni sul campo viene utilizzato un GPS con coordinate WGS84, è stato necessario convertire le coordinate originali dei punti foranei nel formato WGS84. A tal fine è stato utilizzato il programma CART di conversione coordinate sviluppato e compilato per ARPAT da Maurizio Trevisani nel Il livello di dettaglio cartografico considerato per le trasformazioni è risultato anche inferiore al metro com è visibile nelle successive figure di foce con le strutture artificiali di terra. 3.4 CONVERSIONE DELLE COORDINATE GEOGRAFICHE Il reticolo idrografico utilizzato si riferisce alla Cartografia Ufficiale Italiana con ellissoide orientato a Monte Mario (Roma), ( ,695860E; ,122320N). Le coordinate nord hanno origine sull equatore (come nel sistema di riferimento europeo U.T.M.),

21 mentre per le coordinate est in Toscana vale la convenzione del fuso (ciascuno di ampiezza di 6 ), che nel nostro caso è quello ovest, ovvero con meridiano centrale a 9 dal meridiano di Greenwich, per cui l origine convenzionale delle coordinate est è a 1500 km ad ovest del meridiano centrale. Poiché per ragioni pratiche i rilevamenti sul campo sono realizzati con apparecchiature GPS che utilizza un sistema di coordinate geografiche WGS84 (Word Geodetic System) è necessaria la conversione dal formato Gauss-Boaga a WGS84( ; ). La conversione è stata realizzata con il software CART, il programma di conversione coordinate opera mediante la trasformazione delle coordinate geografiche in coordinate geocentriche (cioè da coordinate espresse in latitudine, longitudine e quota (sul geoide, o sul livello medio del mare) in coordinate cartesiane rispetto al centro dell ellissoide adottato come modello della terra (di volta in volta l ellissoide di Bessel, quello di Hayford o quello WGS84)). In tal modo, è possibile applicare una serie di parametri di roto-traslazione e dilatazione utili a garantire le necessarie trasformazioni tra i nuovi sistemi cartesiani di coordinate. Chiaramente il tutto deve essere tarato in maniera da garantire che alcuni punti particolari svolgano il ruolo di agganciare un sistema di coordinate all altro (es.: il vertice di Roma Monte Mario, i vertici trigonometrici adottati come poli dei sistemi catastali, ecc.). Le trasformazioni di coordinate così ottenute consentono affidabilità che vanno da alcuni centimetri per la trasformazione di coordinate catastali in coordinate nazionali, a qualche metro per la trasformazione di coordinate European Datum 1950 e WGS84 in coordinate nazionali. Bisogna considerare le modalità di definizione delle coordinate di tutti questi vertici trigonometrici, tramite operazioni statistiche di compensazione delle reti trigonometriche, ripartendo in tal modo gli inevitabili errori di misura di angoli e distanze e le inevitabili sconnessioni tra triangoli di vertici geodetici. Nella fattispecie, le operazioni di compensazione dei vertici trigonometrici per giungere alla definizione dell European Datum 1950, hanno coinvolto oltre ai vertici italiani, anche quelli di molti altri paesi europei, provocando ripercussioni sulle coordinate geografiche attribuite ai diversi punti tali che, apparentemente, la distanza tra due qualsiasi punti nel sistema nazionale risulti diversa dalla distanza che, in base alle coordinate attribuite, è misurabile nel sistema europeo. Partendo dal presupposto che tali punti non si siano spostati dalle loro posizioni reali, appare chiaro che le coordinate attribuite a tali vertici siano solo una misura approssimata della loro posizione su di un pianeta di cui non siamo in grado di conoscere e definire in maniera esatta (e comunque fruibile per gli scopi cartografici) forma e dimensioni. Le trasformazioni da coordinate geografiche in coordinate piane e viceversa avvengono mediante gli algoritmi ufficiali e consolidati in letteratura, e quindi senza alcun errore introdotto (es.: la proiezione di Gauss (o proiezione UTM), proiezione di Cassini-Soldner, ecc.)

22 Fig.9 Visione generale e dettaglio dei punti di foce sull Arno Quale esempio pratico si può prendere in considerazione la foce del Fiume Arno (Fig.9). Si possono arbitrariamente fissare 4 punti cardinali estremi (bandierine rosse e blu in figura) a nord (43 40, ,239 ), ad ovest (43 40, ,169 ), a sud (43 40, ,243 ), e ad est (43 40, ,393 ) della foce, come che la si voglia intendere. La distanza che intercorre tra tali limiti è di 296,4 metri in senso nord-sud e di 300,2 metri in senso est-ovest. Il termine del Fiume Arno (bandierina nera) come è definito negli shapefiles del reticolo idrografico si colloca nelle coordinate Gauss-Boaga ,60831 e ,56347 corrispondenti nel WGS84 a 43 40,800 e 10 16,695 : quindi si trova 700 metri all'interno del punto (ovest) congiungente le strutture più esterne.

23 Poiché il software di trasformazione restituisce le coordinate WGS84 nel formato (ad esempio la foce dell Arno è ,980 e ,703 ) la precisione è pari ad un millesimo di secondo di grado, che con le opportune trasformazioni equivale a circa 2,2 cm di latitudine e 3,1 cm di longitudine: quindi di almeno due ordini di grandezza superiore ai rilevamenti ottenibili con gli attuali GPS differenziali. 3.5 VERIFICA DELLA CONVERSIONE DELLE COORDINATE GEOGRAFICHE Su alcuni punti notevoli le coordinate Gauss-Boaga della foce, derivate quale punto terminale de reticolo idrografico, sono state convertite in WGS84 e plottate su carta nautica (software Navionics Sailplan) per verificarne la congruenza. In particolare sono state plottate le foci dei fiumi Arno, Carrione, Serchio, Morto, Albegna e Fosso Cancelle sull Isola di Capraia. Alcuni esempi sono riportati nelle seguenti figure e permettono alcune osservazioni. In sintesi si osserva che per i corsi minori il termine della polyline idrografica coincide con la foce: la foce del Carrione (10 3,133 e 44 1,943 ) è esattamente sul lato sud della foce, e così anche la foce del Fosso Cancelle (9 48,052 e 43 2,168 ) sul lato occidentale dell Isola di Capraia in corrispondenza di Cala del Fondo. In altri casi la foce risulta spostata di alcune centinaia di metri, verosimilmente in conseguenza della differente origine temporale delle cartografie (decenni) e dei fenomeni di erosione/accumulo costiero: la foce del Serchio (10 15,918 e 43 47,506 ) si trova 500 m più a nord di quella apparente, la foce del Morto (10 16,486 e 43 44,063 ) si trova 200 m più a ovest dell apparente congiungente della linea di costa. Per i corsi di maggiore dimensione sembra che il reticolo fluviale si arresti al limite delle acque salmastre: la foce dell Arno (10 16,695 e 43 40,800 ) si trova 700 metri all'interno della congiungente più esterna; la foce dell Albegna (11 11,590 e 42 30,123 ) si trova a 220 metri all'interno della congiungente esterna. In tali casi, salvo criteri concorrenti, sembra ineludibile un riposizionamento dei punti. La ragione può essere ricollegata al concetto di foce previsto dal Codice della navigazione per cui, nei casi in cui la foce sia frequentemente utilizzata a fini portuali o di nautica, valgono le norme applicate in mare: ciò ovviamente può accadere solamente nei corsi di maggiore entità, mentre per quelli minori la foce praticamente coincide con la linea di costa. Nella successiva Fig.10 sono riportati i punti di foce relativi al Fosso Cancelle e ai Fiumi Morto, Carrione e Albegna.

24

25 Fig.10 - Punti di foce relativi al Fosso Cancelle e ai Fiumi Morto, Carrione e Albegna

26 In teoria, nell ambito territoriale toscano, la trasformazione delle coordinate da Gauss- Boaga a WGS84 può essere semplificata tramite le funzioni lineari illustrate nella seguente Fig.11, ma purtroppo, per le esigenze di definizione dei punti foranei, tale trasformazione immediata non fornisce una precisione sufficiente ed adeguata al contesto. 11,6 11,4 11,2 11 Longitudine WGS84 10,8 10,6 10,4 y = 1E-05x - 9,0204 R 2 = 0, ,2 10 9,8 9, Longitudine Gauss-Boaga 44, ,8 43,6 43,4 Latitudine WGS84 43, ,8 y = 9E-06x - 0,1723 R 2 = 0, ,6 42,4 42, Latitudine Gauss-Boaga Fig.11 Correlazioni di longitudine e latitudine tra Gauss-Boaga e WGS84

27 3.6 RISULTATI DELL ANALISI CARTOGRAFICA Complessivamente sono stati identificati 298 punti di foce localizzati al centro dei corsi appartenenti alle cinque province costiere della Toscana. In formato ArcMap sono disponibili 56 files (4,62 Mbytes) che contengono tutta l informazione relativa a : - elenco complessivo dei fiumi costieri - elenco per provincia dei fiumi costieri - elenco dei punti foranei a priori - elenco dei comuni Da tali informazioni sono state estratte 6 tabelle excel che contengono tutte le informazioni precedentemente descritte in Tab.4: una tabella complessiva ed una per ogni provincia costiera. Il file è fornito in formato elettronico insieme alla presente relazione. In particolare ogni punto di foce può essere identificato con le coordinate Gauss-Boaga (X-Y), con WGS84 gradi primi e secondi (es. classico), WGS84 gradi e primi decimali (es.gps) e WGS84 gradi decimali (es.gis). E stato verificato che il campo lunghezza in km è corretto, ma arrotondato (con soglia a 500m), che le coordinate Gauss-Boaga e le coordinate WGS84 dei punti foranei coincidono (Fig.12.) e che i nomi dei corsi d acqua non hanno duplicazioni ,2 44,0 coordinate Gauss-Boaga coordinate WGS ,8 43, ,4 43,2 43, ,8 42, ,4 42, ,0 9,6 9,8 10,0 10,2 10,4 10,6 10,8 11,0 11,2 11,4 11,6 Fig.12 Pattern dei punti foranei in Gauss-Boaga e WGS84

28 In conclusione, al fine di semplificare l identificazione dei corsi da verificare sul campo, è stata anche valutata la distribuzione statistica delle lunghezze dei corsi costieri (Fig.13): solo cinque di questi sono superiori ai 50 km, mentre il 50% circa è inferiore a 2 km. distribuzione li frequenza dei 298 corsi con foce in mare numero di corsi < > lunghezza dei corsi d'acqua (km) Fig.13 Distribuzione delle lunghezze dei corpi idrici costieri

29 4 4.1 IL MONITORAGGIO SUL CAMPO RAGIONI DEL MONITORAGGIO Come si è visto in precedenza, per i corsi minori l approssimazione ottenuta dall analisi cartografica è soddisfacente per definire i punti foranei come l intersezione tra le rive del corso e la perpendicolare a queste passante per il punto definito dalle coordinate cartografiche finali del corpo idrico. Tuttavia esistono casi che, per varie ragioni, richiedono un sopralluogo specifico e la determinazione di entrambi i punti foranei sulle rive del corso d acqua. E il caso di tutti i corsi di una certa rilevanza, che hanno continuità idrica nello sbocco a mare almeno nella maggior parte dell anno ed in particolare per quei corsi, come ad esempio il Torrente Chioma, in cui erano state precedentemente posizionate dal Servizio Idrografico delle borchie metalliche (Fig.14) indicanti i punti foranei per fini diversi da quelli relativi alla legge 7/05. Fig.14 Borchie metalliche identificative dei punti foranei alla foce del T. Chioma 4.2 LE TECNICHE DI MONITORAGGIO Il monitoraggio ha comportato numerose difficoltà, relative alla necessità di far partecipare ai sopralluoghi il maggior numero possibile di enti e strutture coinvolte. Quando possibile i sopralluoghi sono stati effettuati con i tecnici delle province e dei comuni interessati. Le operazioni prevedevano di rilevare i punti foranei, la cui scelta era condivisa tra tutti i presenti, con un GPS GARMIN, modello MAP76CX; quando esisteva un dubbio su quali

30 potessero essere i punti prescelti, venivano rilevate tutte le coppie di punti possibili sulle quali potesse ricadere la scelta. Venivano inoltre fatte le fotografie sull insieme dell ambiente oggetto di indagine e, nello specifico, dei punti prescelti. Nei casi in cui, al momento del sopralluogo, il corso non aveva sbocco a mare, è stato rilevato il punto in prossimità della linea di riva in posizione centrale rispetto alla sezione del corso stesso. 4.3 RISULTATI DEI PUNTI DI MONITORAGGIO L operazione si è conclusa nel mese di novembre 2011 ed i punti rilevati sono stati inseriti su supporto elettronico utilizzando Google Earth ed inserendo anche le foto degli ambienti relativi ai punti rilevati. I files con il collegamento a Google Earth sono forniti in formato elettronico insieme alla presente relazione. Tali files sono stati rielaborati a marzo 2012 dopo che i risultati sono stati discussi con le province e con l Ufficio Pesca della Regione. I punti foranei rilevati sono stati inoltre elaborati con tecnologia GIS mediante il programma ARCMAP 9.3. I files sono stati inviati a tutte le province interessate per una conferma delle scelte effettuate. Anche in questo caso i files sono stati rielaborati a marzo 2012 dopo che i risultati sono stati discussi con le province e con l ufficio pesca della regione. Gli shape files sono forniti in formato elettronico insieme alla presente relazione. L elenco dei punti relativi agli shape files del GIS ed al collegamento con Google Earth, suddivisi per provincia, sono riportati in files excel rispettivamente negli Allegati 2 e 3. I punti sono espressi in gradi e decimali di grado. Nelle riunioni avvenute ad inizio 2012 con ARPAT, Province e Ufficio Pesca della Regione, sono state anche discusse le misure da adottare al fine di permettere l identificazione sul campo dei punti foranei. Da tali riunioni è emerso che dovrà essere definita una cartellonistica con caratteristiche simili per tutte le province e che i cartelli dovranno essere impiantati solamente nei casi in cui può esistere un dubbio sulla interpretazione di quanto già afferma la LR 7/2005 al Comma 2 dell Articolo 2, il cui testo è riportato integralmente nell Introduzione della presente relazione.

31 ALLEGATO 1 Varie vedute on-line della conformazione costiera alla foce dell Arno ottenute con i software Terra Flyer, Google Map o Visual pagine Gialle.

32

33

34 ALLEGATO 2 Elenco dei punti foranei individuati tramite rielaborazione GIS. Provincia di Massa codice latitudine longitudine FIUME VERSILIA dx 43, , FIUME VERSILIA sx 43, , FOSSO DI POVEROMO dx 43, , FOSSO DI POVEROMO sx 43, , FOSSO MAGLIANO dx 43, , FOSSO MAGLIANO sx 43, , FIUME FRIGIDO dx 44, , FIUME FRIGIDO sx 44, , FOSSO DEL BRUGIANO dx 44, , FOSSO DEL BRUGIANO sx 44, , TORRENTE RICORTOLA dx 44, , TORRENTE RICORTOLA sx 44, , FOSSO LAVELLO dx 44, , FOSSO LAVELLO sx 44, , TORRENTE CARRIONE dx 44, , TORRENTE CARRIONE sx 44, , FOSSO MAESTRA dx 44, , FOSSO MAESTRA sx 44, , TORRENTE PARMIGNOLA dx 44, , TORRENTE PARMIGNOLA sx 44, , Provincia di Lucca codice latitudine longitudine Canale Burlamacca dx 43, , Canale Burlamacca sx 43, , Fosso dell'abate dx 43, , Fosso dell'abate sx 43, , Fosso Motrone (o beccatoio) dx 43, ,206017

35 Fosso Motrone (o beccatoio) sx 43, , Fosso Fiumetto dx 43, , Fosso Fiumetto sx 43, , Provincia di Pisa codice latitudine longitudine Scolmatore dell'arno dx 43, , Scolmatore dell'arno sx 43, , Fiume Arno dx 43, , Fiume Arno sx 43, , Fiume Morto dx 43, , Fiume Morto sx 43, , Fiume Serchio dx 43, , Fiume Serchio sx 43, , Fosso della Bufalina 43, , Provincia di Livorno codice latitudine longitudine Fosso della Valnera dx 42, , Fosso della Valnera sx 42, , Fosso la Corniaccia dx 42, , Fosso la Corniaccia sx 42, , Fosso Acquaviva dx 42, , Fosso Acquaviva sx 42, , Fosso Cosimo dx 42, , Fosso Cosimo sx 42, , Fiume Cornia dx 42, , Fiume Cornia sx 42, , Fosso Cornia vecchia dx 42, , Fosso Cornia vecchia sx 42, , Fosso Cornia vecchia2 dx 42, , Fosso Cornia vecchia2 sx 42, , Fossa Calda dx 43, , Fossa Calda sx 43, , Fosso di Bolgheri dx 43, ,535833

36 Fosso di Bolgheri sx 43, , Fossa Camilla dx 43, , Fossa Camilla sx 43, , Fosso della Madonna dx 43, , Fosso della Madonna sx 43, , Fiume Cecina dx 43, , Fiume Cecina sx 43, , Torrente Fine dx 43, , Torrente Fine sx 43, , Botro Fortullino dx 43, , Torrente Chioma dx 43, , Torrente Chioma sx 43, , Rio Ardenza dx 43, , Rio Ardenza sx 43, , Scolmatore dell'arno dx 43, , Scolmatore dell'arno sx 43, , Provincia di Grosseto codice latitudine longitudine Fosso Petraia dx 42, , Fosso Petraia sx 42, , Fosso Fico dx 42, , Fosso Fico sx 42, , Fiume Pecora dx 42, , Fiume Pecora sx 42, , Fiume Pecora2 dx 42, , Fiume Pecora2 sx 42, , Fosso Alma dx 42, , Fosso Alma sx 42, , Fiume Bruna (parte sinistra) dx 42, , Fiume Bruna (parte sinistra) sx 43, , Fiume Bruna (parte destra) dx 42, , Fiume Bruna (parte destra) sx 42, , Fiume Bruna (parte destra)2 dx 42, , Fiume Bruna (parte destra)2 sx 42, ,877642

37 Canale allacciante del Bruna dx 42, , Canale allacciante del Bruna sx 42, , Emissario San Leopoldo 42, , Emissario di San Rocco dx 42, , Emissario di San Rocco sx 42, , Emissario di San Rocco3 dx 42, , Emissario di San Rocco3 sx 42, , Fiume Ombrone dx 42, , Fiume Ombrone sx 42, , Collettore occidentale dx 42, , Collettore occidentale sx 42, , Collettore orientale dx 42, , Collettore orientale sx 42, , Fiume Osa dx 42, , Fiume Osa sx 42, , Fiume Albegna dx 42, , Fiume Albegna sx 42, , Canale di Nassa dx 42, , Canale di Nassa sx 42, , Canale di Ansedonia dx 42, , Canale di Ansedonia sx 42, , Tagliata etrusca dx 42, , Tagliata etrusca sx 42, , Lago di Burano 42, , Fosso Chiarone dx 42, , Fosso Chiarone sx 42, ,449123

38 ALLEGATO 3 Elenco dei punti foranei individuati tramite rielaborazione con Google earth. Provincia di Massa codice latitudine longitudine FIUME VERSILIA dx 43, , FIUME VERSILIA sx 43, , FOSSO DI POVEROMO dx 43, , FOSSO DI POVEROMO sx 43, , FOSSO MAGLIANO dx 43, , FOSSO MAGLIANO sx 43, , FIUME FRIGIDO dx 44, , FIUME FRIGIDO sx 44, , FOSSO DEL BRUGIANO dx 44, , FOSSO DEL BRUGIANO sx 44, , TORRENTE RICORTOLA dx 44, , TORRENTE RICORTOLA sx 44, , FOSSO LAVELLO dx 44, , FOSSO LAVELLO sx 44, , TORRENTE CARRIONE dx 44, , TORRENTE CARRIONE sx 44, , FOSSO MAESTRA dx 44, , FOSSO MAESTRA sx 44, , TORRENTE PARMIGNOLA dx 44, , TORRENTE PARMIGNOLA sx 44, , Provincia di Lucca codice latitudine longitudine Canale Burlamacca dx 43, , Canale Burlamacca sx 43, , Fosso dell'abate dx 43, , Fosso dell'abate sx 43, , Fosso Motrone (o beccatoio) dx 43, ,203600

39 Fosso Motrone (o beccatoio) sx 43, , Fosso Fiumetto dx 43, , Fosso Fiumetto sx 43, , Provincia di Pisa codice latitudine longitudine Scolmatore dell'arno dx 43, , Scolmatore dell'arno sx 43, , Fiume Arno dx 43, , Fiume Arno sx 43, , Fiume Morto dx 43, , Fiume Morto sx 43, , Fiume Serchio dx 43, , Fiume Serchio sx 43, , Fosso della Bufalina 43, , Provincia di Livorno codice latitudine longitudine Fosso della Valnera dx 42, , Fosso della Valnera sx 42, , Fosso la Corniaccia dx 42, , Fosso la Corniaccia sx 42, , Fosso la Corniaccia2 dx 42, , Fosso la Corniaccia2 sx 42, , Fosso Acquaviva dx 42, , Fosso Acquaviva sx 42, , Fosso Cosimo dx 42, , Fosso Cosimo sx 42, , Fiume Cornia dx 42, , Fiume Cornia sx 42, , Fosso Cornia vecchia dx 42, , Fosso Cornia vecchia sx 42, , Fosso Cornia vecchia2 dx 42, , Fosso Cornia vecchia2 sx 42, , Fossa Calda dx 43, ,516833

40 Fossa Calda sx 43, , Fosso di Bolgheri dx 43, , Fosso di Bolgheri sx 43, , Fossa Camilla dx 43, , Fossa Camilla sx 43, , Fosso della Madonna dx 43, , Fosso della Madonna sx 43, , Fiume Cecina dx 43, , Fiume Cecina sx 43, , Torrente Fine dx 43, , Torrente Fine sx 43, , Botro Fortullino dx 43, , Torrente Chioma dx 43, , Torrente Chioma sx 43, , Rio Ardenza dx 43, , Rio Ardenza sx 43, , Scolmatore dell'arno dx 43, , Scolmatore dell'arno sx 43, , Provincia di Grosseto codice latitudine longitudine Fosso Petraia dx 42, , Fosso Petraia sx 42, , Fosso Fico dx 42, , Fosso Fico sx 42, , Fiume Pecora dx 42, , Fiume Pecora sx 42, , Fiume Pecora2 dx 42, , Fiume Pecora2 sx 42, , Fosso Alma dx 42, , Fosso Alma sx 42, , Fiume Bruna (parte sinistra) dx 42, , Fiume Bruna (parte sinistra) sx 42, , Fiume Bruna (parte destra) dx 42, , Fiume Bruna (parte destra) sx 42, ,884680

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