Scheda PD R/M3 Agglomerato del Luganese
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- Giustino Campana
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1 R A C C O M A N D A T A Dipartimento del Territorio, Sezione dello sviluppo territoriale Palazzo governativo CH-6501 Bellinzona Massagno, 26 febbraio 2014 Scheda PD R/M3 Agglomerato del Luganese Egregi signori, gentili signore, rispondiamo alla consultazione sulla scheda di Piano direttore R/M3, del 5 novembre
2 1 Premesse Il Piano direttore formula l'indirizzo per lo sviluppo territoriale del Luganese. Esso vincola le autorità e gli enti regionali per lo sviluppo. È perciò essenziale che gli indirizzi territoriali contenuti siano condivisi, non solo dalle autorità, ma anche dai cittadini. La pianificazione territoriale non può essere un semplice atto burocratico. Deve scaturire da un profondo processo di elaborazione che coinvolga autorità e popolazione e sia condotto con solidi argomenti razionali. Altrove si mettono in atto nuovi modelli di partecipazione e strumenti che da noi non mettono purtroppo radici. I nostri gruppi e associazioni hanno chiesto più tempo per la consultazione, ma hanno dovuto prenderselo per i motivi indicati nella richiesta di proroga. Si tratta di discutere la strategia di sviluppo del più grande agglomerato ticinese, in un momento in cui modifiche legislative importanti, approvate dal popolo, impongono decisi cambiamenti di rotta. Ricordiamo, uno tra gli altri, l art. 8a LPT norma fondamentale relativa ai nuovi compiti assegnati ai Cantoni e che rafforza l importanza del PD come strumento pianificatorio cantonale. Eppure abbiamo costatato che la consultazione avviene in tempi insufficienti, con testi che contengono spiegazioni di difficile comprensione, e argomentazioni che minimizzano la portata delle proposte. Queste modalità non favoriscono l informazione e disincentivano la partecipazione; non aiutano quindi a far doverosamente emergere le problematiche e stimolare il dibattito. Non a caso nascono gruppi di cittadini un po ovunque, segno di un malessere certo; questi gruppi non fanno tuttavia altro che chiedere la rigorosa attuazione del Progetto territoriale Svizzera considerato nel sito ufficiale della Confederazione il primo documento strategico, in questo ambito, che gode del consenso dei rappresentanti di Confederazione, Cantoni, Città e Comuni per quanto riguarda gli obiettivi fondamentali e le strategie da perseguire da tutti e tre i livelli istituzionali. Il Progetto territoriale dovrà servire da guida alle autorità di tutti i livelli istituzionali, per la pianificazione degli insediamenti e delle infrastrutture dei trasporti e dell'energia, per gestire lo sviluppo del paesaggio e altre attività d'incidenza territoriale ( 2
3 Le consultazioni sul PD e sul PAL2, svolte con modalità limitative e chiuse, hanno suscitato sorpresa per l incapacità delle nostre autorità di adeguarsi, anche con la scheda in discussione, ai nuovi obiettivi strategici nella pianificazione svizzera e alla conseguente necessità di aprire la discussione facendo uso di adeguate modalità di informazione e di partecipazione. Di fronte alla grave situazione territoriale, denunciata un po ovunque, in Ticino e fuori da voci autorevoli, di fronte alla estrema debolezza del PAL2, le autorità non sembrano in questa occasione essere state del tutto all altezza di raccogliere la sfida. Questa è la prima constatazione che riteniamo doveroso esternare in questa consultazione perché da una metodologia errata non possono che nascere soluzioni non soddisfacenti. Cercheremo quindi qui di seguito di motivare il nostro dissenso per la politica territoriale perseguita dal Piano direttore nel Luganese. 2 Le osservazioni e le proposte 2.1 Un indirizzo territoriale inadeguato alle nuove esigenze dell agglomerato. Il PD mette in consultazione indirizzi e misure (acquisite e meno acquisite) elaborate nei decenni scorsi. La loro ripresentazione non tiene però conto dell evoluzione territoriale intervenuta, delle analisi e delle sensibilità concretizzatesi anche nelle nuove strategie codificate oggi nella legislazione federale; un atteggiamento questo sorprendente, che impila atti su atti senza mai affrontare il nocciolo del problema e rivedere appunto strategie e utilità. Nel 2012 gli estensori del PAL2 hanno approfonditamente analizzato gli effetti delle proposte da loro elaborate. Il risultato stesso di questa analisi, a nostro avviso, sta proprio a dimostrare, l'inefficacia, l'inutilità e il costo fuori misura del Piano. 3
4 Da quegli studi è infatti risultato che, a fronte di investimenti per 1,5 miliardi di franchi: la congestione sulle strade urbane, regionali e sull autostrada raggiungerà valori superiori a quelli già inaccettabili che erano presenti prima dell apertura della galleria Vedeggio-Cassarate; la ripartizione modale dell uso dei trasporti resterà immutata (1 viaggio con i trasporti pubblici contro 9 viaggi con i trasporti motorizzati individuali); un rapporto tra i peggiori della Svizzera; lo sviluppo delle aree strategiche del Pian Scairolo e del Nuovo Quartiere di Cornaredo (6000 nuovi posti di lavoro) sarà sostenuto interamente dai trasporti individuali motorizzati; gli interventi miliardari nel Malcantone (almeno 700 mio per strade e 300 mio per la FLP) non porteranno a grandi benefici né per il trasporto pubblico, né per la circolazione stradale poiché faranno complessivamente ancora aumentare il traffico stradale nel Basso Malcantone; dopo tanti sforzi, non si otterrà nessun generale miglioramento ambientale. Questi scenari sono in contrasto con gli obiettivi da perseguire, e quindi è necessario che il PD espliciti la necessità di modificare profondamente il Programma di agglomerato del Luganese, proprio alla luce dei deludenti risultati prospettati con la sua attuazione. 2.2 Considerazioni di base Strutturiamo le nostre osservazioni partendo da considerazioni basilari: Quali sono i punti forti del Luganese? Quali sono i suoi punti deboli? Quali sono le misure inopportune? Le risposte a queste domande dettano la strategia d'intervento auspicata. È del resto il metodo di lavoro indicato dalla Confederazione. 4
5 I punti di forza del Luganese sono, a nostro parere: - la forte dinamica regionale, - la sua grande attrattività. I punti deboli (o molto deboli) del Luganese, su cui tutti concordano sono: - uno sviluppo insediativo diffuso, indifferenziato, conflittuale, da ricondurre alla mancanza di direttive chiare e vincolanti. Lo sviluppo realizzato non corrisponde a logiche di efficienza e ha condotto prevalentemente allo sparpagliamento dell edificazione; - la corrosione del paesaggio, che consiste nell espansione delle edificazioni nelle aree di valore paesaggistico, senza che al fenomeno sia stato posto un argine o che le scelte siano sostenute da interessi pubblici manifesti; - l'inefficienza della mobilità, che si traduce in diffuse congestioni stradali, sprechi di tempo e di risorse, in fonti di inquinamento e di molestie agli abitanti; - la cattiva qualità degli insediamenti, il proliferare di quartieri disordinati che non favoriscono la vita aggregativa, per assenza o degrado dello spazio pubblico; in questo contesto, la mancanza di spazi al servizio della collettività è sentita ovunque; - l insufficiente protezione dei valori e delle memorie storiche, presenti in modo significativo sul tutto nostro territorio. Questo aspetto è evidenziato da tutti, anche fuori cantone. Le proposte inopportune sono le misure che hanno un insufficiente rapporto costi/benefici o che sono inefficienti o addirittura controproducenti. Le elencheremo nel capitolo
6 2.3 La lettura morfologica e funzionale del Luganese Il Luganese è un agglomerato bipolare, ora del tutto evidente: i due poli sono Lugano e il Piano del Vedeggio. Da tempo lo ha indicato chi di questi temi si è occupato in modo serio; tra gli altri, Angelo Rossi e Gian Paolo Torricelli. Già l'aggiornamento del PD nel 2001 per le regioni funzionali del Luganese, ha messo in evidenza un processo di scomposizione della centralità, ovvero una fuoriuscita di attività importanti dal centro della città verso i comuni del Basso Vedeggio. Questo territorio costituisce oggi la seconda area centrale dell agglomerato 1. Nel 2009, per motivi che nulla hanno a che vedere con logiche pianificatorie, il PD ritorna, sorprendentemente e senza motivazione alcuna, alla vecchia visione monocentrica dell'agglomerato. In questo modo il PD ignora manifestamente la realtà bipolare ormai avanzata. La conseguenza è di impedire una corretta lettura morfologica e funzionale del territorio. Questa lettura è stata inspiegabilmente ribaltata nell arco di neppure 10 anni, benché lo sviluppo bipolare dell agglomerato si sia accentuato in quel lasso di tempo. Le indicazioni oggi proposte nel PD impediscono in questo modo l'individuazione di scelte più confacenti e frenano di conseguenza la crescita ordinata ed efficace dei due poli. Riteniamo quindi che il PD debba chiaramente indicare che il Luganese è costituito da due poli, singolarmente e distintamente strutturati anche se di diverso peso e rilevanza. Nella definizione delle aree funzionali il PD deve dunque riconoscere senza ambiguità questa realtà. Una realtà che di fatto vede crescere e consolidarsi una nuova entità, una città in divenire, che per importanza sarà la quarta del cantone (superiore a Mendrisio, Chiasso e ad altri poli cantonali). Solo in questo modo il PD potrà guidare lo sviluppo dell agglomerato. 1 Così ha scritto il PAL2 il , citando il testo del Dipartimento del territorio del 2004 dal titolo Elementi per uno sviluppo territoriale del cantone Ticino ). 6
7 2.4 Gli indirizzi e le strategie per lo sviluppo territoriale Riteniamo sostanzialmente fuorvianti le proposte del PD per indirizzare lo sviluppo territoriale e funzionale del Luganese. Esse non si pongono l'obiettivo di correggere i punti deboli della situazione attuale, ma anzi, la perpetuano. La ragione sembra risiedere in un atteggiamento d inerzia, forse di rassegnazione. Non vediamo altre ragioni, e neppure le troviamo negli atti pubblicati. Dalle proposte del PD non emerge in definitiva alcun disegno di indirizzo articolato e coerente. Alcuni esempi: - Sul degrado del paesaggio, tema centrale, il PD si limita a una dichiarazione generica, per nulla incisiva, a cui non fa seguito nessuna linea d'azione. Non sono identificate le aree insediate da riqualificare né si esprime la volontà di verificare i limiti delle zone edificabili, e agire all interno delle stesse, come impone del resto il nuovo art. 8a LPT. - Sulla sbilanciata ripartizione modale dell uso dei mezzi di trasporto, causa e al contempo conseguenza della dispersione degli insediamenti e dell'inefficienza della mobilità regionale, le impacciate affermazioni del PD, che si ripetono sempre uguali da decenni, rivestono ormai solo il ruolo di alibi, poiché nei fatti, le scelte concrete vanno decisamente in altro senso. La strategia che emerge nella scheda del PD in discussione è quella di sviluppare prioritariamente gli insediamenti nelle quatto aree suburbane strategiche (Cornaredo, Pian Scairolo, stazione FFS e trincea, Basso Vedeggio) mediante il rafforzamento delle infrastrutture stradali e l'uso preponderante del trasporto individuale privato; questo ad eccezione del Basso Vedeggio. Così, anche la trincea ferroviaria di Massagno, che si trova a due passi dalla stazione FFS di Lugano, è ancora programmata con una nuova strada (la scheda, mai messa in consultazione, non è nemmeno stata adeguata a quanto i Municipio di Lugano e Massagno ora preconizzano pubblicamente). Seguendo le esigenze attuali e urgenti della pianificazione, occorre invece realizzare prioritariamente le infrastrutture dei trasporti pubblici e solo in seguito sviluppare gli insediamenti. Una strategia che il PD (e il PAL2) non applicano. 7
8 Nel contesto della procedura di adozione del PD evidenziamo un aspetto che ci preoccupa: nel testo e nelle illustrazioni della scheda scivolano e si nascondono scelte che non hanno seguìto le normali vie della consultazione. Ritroviamo qui l assenza di cultura della partecipazione evidenziate nelle premesse. Per esempio: - al nodo della stazione FFS di Lugano (DA) è sparita in sordina e senza motivazione l'indicazione di una nuova funicolare verso il centro città; - nelle intenzioni originali dei pianificatori del COTAL il Parco del Vedeggio era un'idea forte che qualificava il Piano del Vedeggio; nella successiva scheda M3 (2009) questa linea di forza è stata indebolita inserendovi una strada di circonvallazione del tutto inopportuna. Nella scheda R/M3 in esame il Parco del Vedeggio perde anche il nome (con il suo significato sostanziale) per assumere quello di "area di svago di prossimità", un area ridotta, non unitaria, in cui sono inserite zone edificabili, e sempre ancora percorsa dalla circonvallazione; - L inserimento e la pubblicazione come allegato IX della scheda di PD del Masterplan-Città Alta. I municipi di Lugano di Massagno hanno ora dichiarato di non volerlo più attuare (senza peraltro aver messo in atto la procedura di revoca degli impegni precedenti assunti dai rispettivi legislativi). Il PD qui è addirittura fonte di incertezza giuridica. 2.5 Lo scenario auspicato per lo sviluppo territoriale del Luganese Questo capitolo costituisce il fulcro della scheda messa in consultazione. Vi abbiamo, quindi, dedicato particolare attenzione. Nella forma, il testo è in gran parte considerato già dato acquisito (DA) e solo l'allegato II è oggetto di consultazione. In una situazione analoga l'allegato IX è invece considerato indicativo; questa differenza è inspiegabile. L'inserimento dei concetti comprensoriali nella categoria DA non può essere accettata; rispetto alla scheda R3 precedente i concetti sono stati modificati. La consultazione nell'ambito del PAL2, anche 8
9 per le carenti modalità adottate, non giustifica la loro immediata assunzione nella categoria più vincolante del PD. Nella sostanza le nostre obiezioni sono molteplici: lo scenario non rispecchia lo sviluppo bipolare; lo scenario dell'agglomerato: - mescola indicazioni sull'uso auspicato del suolo con indicazioni strategiche del tutto estranee e peraltro contestate (vedi legenda dell allegato II); - non contiene elementi essenziali per correggere lo sviluppo distorto e insostenibile della regione e per fornire direttive chiare ed efficaci ai comuni che devono allestire i PR. Le maggiori carenze nello scenario proposto sono a nostro avviso: la mancata indicazione vincolante dei limiti delle zone edificabili e delle aree da dezonare; gli insufficienti indirizzi per sviluppare e densificare gli insediamenti abitativi in prossimità delle aree lavorative e dei servizi di trasporto pubblico su rotaia (specialmente per il Polo del Vedeggio) in modo da ridurre gli spostamenti pendolari; la mancata identificazione delle aree in cui si dovrà intervenire per riqualificare le periferie, rigenerare e densificare gli insediamenti esistenti; l'inadeguata messa in relazione delle strategie insediative con le strategie per lo sviluppo dei trasporti pubblici (in questo campo le indicazioni della Confederazione sono disattese); le misure poco concrete e vincolanti per preservare il paesaggio, in particolare per integrarvi in modo rispettoso gli insediamenti, mantenere l agricoltura, conservare i siti naturali e sviluppare gli spazi ricreativi auspicati; le indicazioni troppo generiche e poco comprensibili per la protezione dei nuclei storici e dei beni culturali. Per svolgere il compito di revisione è evidentemente indispensabile disporre di analisi affidabili sullo stato dell'edificazione nella regione. Sono necessari dati relativi alle quantità insediative realizzate, alla loro tipologia e alla localizzazione dei nuovi insediamenti (consumo del suolo). 9
10 Investire in questa ricerca è operazione necessaria perché il territorio e il paesaggio sono il patrimonio di maggior valore di cui disponiamo. Inoltre solo disponendo di dati concreti e affidabili il PD può dare indicazioni pianificatorie corrette e controllabili nella procedura di adozione, compresa quella partecipativa. 2.6 Le principali misure contestate a) Si è detto che il PAL2 e la corrispondente scheda di PD propongono misure infrastrutturali per un totale di ben 1,5 miliardi di franchi. Tali misure risultano inefficaci. Così dicono gli esperti che hanno simulato gli effetti delle proposte: le congestioni stradali si aggraveranno e supereranno quelle registrate prima dell'apertura della galleria stradale Vedeggio- Cassarate. Di conseguenza la dispersione di attività e di insediamenti nel territorio proseguirà e le zone centrali continueranno a deperire, perché non accessibili in modo efficace e perché concorrenziate dallo sviluppo periferico. Il Modal-split rimane immutato, squilibrato. Evidentemente c'è qualcosa che non va nel lungo e costosissimo elenco di opere proposte dal PAL2. b) Occorre allora porvi rimedio. Usando alcuni semplici criteri, è possibile individuare, ridurre e correggere le opere necessarie per sviluppare l agglomerato. - primo criterio: dare priorità al trasporto pubblico su rotaia; - secondo criterio: evitare investimenti paralleli per infrastrutture stradali e infrastrutture ferroviarie sullo stesso corridoio. Seguendo questi criteri è possibile rinunciare al nuovo asse stradale principale da Manno (A2) a Ponte Tresa, un'opera fuori misura e finanziariamente insostenibile. Su quest'asse è sufficiente potenziare la linea FLP e costruire una breve circonvallazione stradale del centro di Agno, a monte, in galleria. 10
11 Analogamente è possibile abbandonare la prospettiva di portare a sei corsie l'autostrada a sud di Lugano. Occorre in alternativa potenziare l'offerta del servizio regionale TILO. I posteggi P&R previsti attorno a Lugano concorrenziano il trasporto pubblico regionale. Meglio quindi, non aumentarli ma semmai spostarli, a dosi ridotte, in prossimità dell'origine dei viaggi (nel Mendrisiotto e nell'area transfrontaliera). La rete tram del Luganese va profondamente ripensata perché dopo la prima proposta del PTL, inserita come DA nel PD - scheda M , sono a disposizione nuovi dati e fatti. Due in particolare sono di peso: - la verifica condotta dagli esperti del PAL2 calcola una modesta attrattività della nuova infrastruttura tramviaria in galleria, poiché la relazione tra le due zone lavorative del Vedeggio e di Lugano è di per sé di bassa rilevanza e perché gran parte del nuovo traffico è indotto dal vasto P&R di Molinazzo, ora messo in discussione. I punti deboli del tracciato sono costituiti dai costi molto elevati e dall insufficiente relazione con il nodo della stazione FFS di Lugano. - Il Municipio di Lugano (al pari di altri esecutivi comunali) si è schierato a favore della conservazione della linea della FLP che corre in collina e arriva alla stazione FFS di Lugano. Il mantenimento in esercizio di questa linea, in aggiunta a quella nuova in galleria, non è però sostenibile: solo un percorso (o uno o l altro) può essere sopportato finanziariamente. L opzione del Municipio di Lugano obbliga dunque a rivedere l intera impostazione. Le nostre associazioni presenteranno nei prossimi mesi proposte concrete che riteniamo più economiche e razionali ragionando sulla realtà bipolare dell agglomerato del Luganese. Ma già le considerazioni riportate sopra ci permettono di affermare che sono date tutte le premesse per condurre una approfondita revisione del disegno della rete tramviaria del Luganese, in particolare per quanto concerne il raccordo Molinazzo-Centro città in galleria. L'asse tramviario Cornaredo-Centro-Paradiso-Pian Scairolo è da noi ritenuto opportuno e coerente con i principi esposti sopra. Funge da asse strutturante della città; una volta realizzato 11
12 permetterà lo sviluppo sostenibile delle aree periferiche del nuovo quartiere di Cornaredo e del Pian Scairolo. Sul Piano del Vedeggio la soluzione proposta dallo schema tranviario ad H e dai suoi complementi non è a nostro avviso abbastanza efficace per promuovere lo sviluppo dell'area. Una verifica si impone. Aprire il dibattito sul tema e raccogliere nuove suggestioni sarebbe un modo appropriato per svolgere quel compito. Noi cercheremo di dare il nostro contributo. 3 Conclusioni Per tutto quanto sopra esposto, non possiamo condividere la scheda R/M3 in consultazione. La proposta inserisce acriticamente nel PD gli indirizzi e le misure elaborate dal PAL2, misure che a detta degli stessi operatori regionali, sono onerose e inefficaci. E una scheda dal contenuto superato. Lo scenario proposto è insufficientemente approfondito e con molte carenze. Esso non può essere considerato un elemento di categoria "Dato acquisito"; al più potrebbe costituire l'inizio di un successivo processo di elaborazione. Considerate le gravi carenze riscontrate e le profonde divergenze evidenziate, invitiamo il Dipartimento del territorio e il Consiglio di Stato a soprassedere alla sua approvazione e al suo inoltro al DATEC. Non è difficile intravvedere che la scheda in discussione ha lo scopo non secondario di cercare di ottenere sussidi supplementari da parte della Confederazione, che peraltro riteniamo improbabili. È a nostro parere un procedimento di corto respiro, che contrasta con i compiti a cui è confrontato il nostro Cantone alla luce degli obiettivi strategici della Confederazione e dei nuovi art. 8a e 15 LPT. Pertanto, di fronte alle grandi sfide poste all agglomerato luganese, sembra più saggio non perdere ulteriore tempo e rielaborare il PAL (vers.3) e la scheda R/M3, adeguandoli alle nuove strategie condivise da Confederazione, Cantoni e Comuni per poter disporre tra quattro anni di un programma efficace, e anche più facilmente sussidiabile. 12
13 Diminuirebbero anche i conflitti che sin d ora si manifestano; si scioglierebbero le perplessità espresse anche a livello federale e vi sarebbe una maggiore unità di intenti tra i vari attori responsabili dello sviluppo dell agglomerato luganese. Chiediamo che quanto sopra esposto, frutto di un lavoro intenso delle associazioni e dei gruppi di cittadini nel luganese, venga tenuto in adeguata considerazione. Con distinti saluti. Cittadini per il territorio, Gruppo di Massagno Pres. Marco Sailer Casella postale 409, 6908 Massagno ct.massagno@bluewin.ch VivaGandria 6978 Gandria vivagandria@viva-gandria.ch Uniti per Brè Casella postale Brè sopra Lugano mattias.schmidt@bluewin.ch Capriasca Ambiente c/o Fulvio Gianinazzi 6953 Lugaggia info@capriascambiente.ch Associazione Quartiere Bomborozzo Massagno Carona e l'arbostora Cittadini per la cura del paesaggio, di chi vi abita e di chi vi transita info@carona-arbostora.ch Cittadini per il territorio, Pian Scairolo Cittadini uniti per il recupero sostenibile del piano Scairolo Mail: cit.scairolo@gmail.com Web: Indirizzo dei mittenti: Casella postale 409, 6908 Massagno 13
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