ANNUNCIO DEL REGNO DI DIO

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1 2 INCONTRO ANNUNCIO DEL REGNO DI DIO Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino (Mt 4,17) CIO A CUI LA FEDE È CHIAMATA A CREDERE La prima tappa, nell itinerario della fede segnata nel Vangelo di Matteo, inizia con l annuncio del Regno di Dio, una realtà a cui la nostra fede è chiamata a credere. Non si può aderire a qualcosa che non si conosce, occorre prima sapere qual è l oggetto del nostro credo. Infatti, Gesù inizia la sua missione in Galilea, proclamando per prima cosa il suo Regno: Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino. L oggetto della nostra fede a cui siamo chiamati a credere è questo Regno dei cieli, cioè il Regno di Dio, una realtà divina che Gesù Cristo, il Figlio di Dio, è venuto a farci conoscere, rivelandola in Se stesso: Io sono la via, la verità, la vita, ha detto Gesù. Io sono la via per giungere al Regno di Dio, sono la verità che vi ammaestra per farvi conoscere la natura di questo Regno e in che modo ci si entra, sono la vita di cui questo Regno è la sorgente. Gesù annuncia che il Regno dei cieli è vicino, cioè, la misericordia, la pace, la giustizia, la verità rivelate da Cristo con le parole e le azioni, che dimostrano la signoria di Dio sul male, manifestano la presenza operante del Regno in mezzo agli uomini. Il racconto del Vangelo spiega anche in quale momento Gesù ha annunciato il Regno dei cieli: Quando Gesù seppe che Giovanni era stato arrestato, si ritirò nella Galilea, lasciò Nazareth e andò ad abitare a Cafàrnao, sulla riva del mare, nel territorio di Zàbulon e di Nèftali, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta Isaia: - Terra di Zàbulon e terra di Nèftali, sulla via del mare, oltre il Giordano, Galilea delle genti! Il popolo che abitava nelle tenebre vide una grande luce, per quelli che abitavano in regione e ombra di morte una luce è sorta - Dopo l arresto di Giovanni il Battista, Gesù comprende che l ora di iniziare la sua missione è giunta; lascia la sua casa a Nazareth e si stabilisce a Cafarnao nella casa di Pietro, sulle rive del Lago di Tiberiade, nella terra dove si erano stanziate le antiche tribù di Nèftali e Zàbulon, chiamata Galilea delle genti. Cafarnao, proprio per essere un luogo di frontiera e di passaggio, frequentato da gente di diverse razze, ben diverso dal piccolo villaggio isolato e sconosciuto di Nazareth, è scelto da Gesù come base per iniziare la sua missione. 1

2 Il Battista, che doveva preparare la via al Messia, sta per terminare il suo compito, come aveva predetto con le parole: Egli deve crescere e io invece diminuire (Gv 3,30) A Cafarnao, infatti, Gesù compirà diversi miracoli e guarigioni che confermeranno la sua predicazione e la sua identità come Colui che è l inviato dal Padre, il Messia atteso dai profeti e dai giusti d Israele e la sua fama cresce e si diffonde per tutta la regione della Galilea. La profezia di Isaia, citata nel racconto evangelico di Matteo, prevede che proprio in Galilea avrebbe avuto inizio un tempo nuovo, visto come una grande luce. Dio avrebbe visitato il suo popolo con la sua grazia, gettando in Cristo il seme nuovo della verità eterna, una verità a cui l uomo sarà chiamato a credere e ad aderire con la sua vita. Nel brano evangelico si parla di una terra tenebrosa, di un popolo che abita nel buio e nell ombra della morte. Senza la fede alla verità insegnata da Cristo, l uomo non ha la luce della verità, della conoscenza di quello che dà il vero significato della sua vita. L uomo, perciò, rimane al buio, legato a una vita carnale, animale, seguendo solo l istinto, ciò che gli piace e appaga il suo egoismo. La sua esistenza è legata al caso e con la morte tutto si dissolve nel nulla. Le gioie e le sofferenze patite nella sua vita, il bene o il male compiuti, sono vissuti come un destino felice o amaro da accogliere così come viene, con rassegnazione, senza alcun valore o significato profondo. L uomo, in questo modo, è come se camminasse di notte, senza una meta. Non sa chi è e perché è venuto al mondo, sa soltanto di dover prima o poi lasciare tutto con la morte, qualunque cosa riesca ad ottenere durante gli anni della sua vita. La venuta di Cristo, dunque, ha portato una luce nuova, capace di riempire di senso ogni realtà della vita umana. Egli ridona all uomo la sua vera identità come creatura che viene da Dio e a Dio ritorna. Ed è proprio questa la luce di verità espressa nel Vangelo, che significa infatti buona notizia, cioè, che Dio ha tanto amato il mondo da non lasciarlo nelle tenebre dell ignoranza ma da inviare suo Figlio per istruirlo e salvarlo dalla morte eterna. Il Regno dei cieli è un Regno santo, eterno che richiede un cammino di conversione, un cambiamento di vita, secondo la parola che Gesù fa precedere all annuncio del Regno: Convertitevi. Nel Vangelo di Marco, invece, troviamo altre parole: Convertitevi e credete al Vangelo (Mc 1,15). Per Marco credere al Vangelo è la porta d ingresso per entrare nel Regno dei cieli, perchè il Vangelo è Cristo stesso. Matteo presenta il regno dei cieli come una realtà divina che, accolta con fede, progredisce in modo dinamico e creativo. 2

3 Nell itinerario di crescita per il raggiungimento di una fede adulta, si attraversano vari traguardi, segnati da gioie e da prove, necessarie perché la fede si qualifichi e maturi sempre più fino allo stadio finale che è il passaggio da questo mondo all altro. Se la fede è una lotta, si presuppone una certa fatica per custodirla, la fatica di credere in mezzo a tante persecuzioni e difficoltà, la fatica di rimettersi, nonostante tutto, nelle mani di Dio, di Colui che guida la nostra storia e che sa volgere sempre tutto al bene. Nessun uomo viene risparmiato da questa fatica del credere tra luci e ombre, a partire da Gesù stesso, come uomo, dalla Vergine Maria e da tutti i santi. La sorgente della nostra fede, ciò che la nutre e la fa crescere è la Parola di Dio, per mezzo della quale Dio si fa conoscere all uomo e dall ascolto assiduo di questa Parola l uomo impara a conoscere Qualcuno sul quale può appoggiare la sua vita. La fede non è qualcosa data solo ad alcuni privilegiati, per cui diciamo: beato te che credi, perché non ha origine da una capacità o merito personale, ma è il frutto di un atteggiamento semplice di affidamento a una Parola che ha aperto il cuore, della cui forza operante, piano piano se ne fa l esperienza. È nell ascolto del Vangelo stesso che il cuore poco alla volta si dilata e, gradualmente, è reso capace di fiducia in Dio e nel prossimo, cosa molto importante per superare con più serenità le difficoltà della vita quotidiana. Il primo grande discorso di Gesù, che Matteo riporta nel suo Vangelo, si sviluppa proprio partendo dall annuncio del Regno e dall invito alla conversione per poter entrare in esso. Si tratta del cosiddetto discorso della montagna, conosciuto meglio come il discorso delle beatitudini, pronunciato da Gesù sopra un monte, alto circa 150 m., che sovrasta il lago di Tiberiade. Circondato dalla folla che lo segue, Gesù sale su un monte (luogo biblico della rivelazione di Dio, come Mosè sul Sinai) si siede (posa tipica del maestro) e comincia ad insegnare: Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli Beati quelli che sono nel pianto, perché saranno consolati Beati i miti, perché avranno in eredità la terra Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio Beati i perseguitati per la giustizia, perché di essi è il regno dei cieli Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta 3

4 di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli. Così infatti perseguitarono i profeti che furono prima di voi. (Mt 5, 1-12) Le beatitudini sono delle istruzioni che intendono orientare il cristiano a vivere pienamente la sua identità. In questo discorso non si spiega che cos è il Regno dei cieli, ma a chi appartiene questo Regno, chi sono coloro che vi partecipano, di che qualità devono essere i discepoli e quali condizioni sono richieste per entrare in questo Regno. Gesù è venuto come luce per dissipare le tenebre della malvagità e ignoranza umana e raddrizzare le coscienze. Egli pronuncia il suo discorso sulle beatitudini, dopo che ha già annunciato il Regno con la parola e lo ha mostrato con i miracoli, con gesti di misericordia e di amore. Se davvero le beatitudini fossero la via maestra del nostro essere cristiani, saremmo proprio beati, perché godremmo di una santa amicizia con Dio, vivendo in Lui un grande benessere interiore, una grande serenità e pace, un vero anticipo di paradiso. La fede ha bisogno di credere che il Regno dei cieli è per coloro che tentano, con l impegno della volontà e con la grazia di Dio, di vivere le beatitudini evangeliche. Chi vive le beatitudini incarna l essere cristiano, non una veste esteriore, fatta solo di riti e pratiche religiose, ma di ciò che sostanzia dal di dentro tutta la sua vita, diventando l immagine visibile di Dio nel mondo. La parola beato dall ebraico, ashrè, deriva da ashar = andare, avanzare, camminare. Chi entra nelle beatitudini non acquisisce qualcosa di statico, come una veste che si indossa una volta e rimane così com è, ma viene introdotto in una via in salita che avanza e avanzare nella vita di fede, significa elevarsi sempre più verso l alto, salire su una scala d amore che conduce al cielo. Le beatitudini racchiudono, come un compendio, tutti gli insegnamenti di Gesù che troviamo nel Vangelo e rivelano il vero volto di Dio. Queste beatitudini accolte in noi, e con l aiuto della grazia di Dio fatte maturare fino a diventare uno stile di vita abituale, costituiscono il pensare e l agire dell uomo nuovo modellato su Cristo. Cristo è il primo, infatti, che ha incarnato in sé le beatitudini. Egli è il vero povero in spirito, il puro di cuore, il mite, pacifico, l amante della giustizia, il perseguitato, condannato con false accuse. Il discorso delle beatitudini posto da Matteo come presentazione del Regno di Dio non fa altro che mostrare il Vangelo, cioè la vita stessa di Gesù che con le sue parole e opere ha fatto conoscere, non solo la natura del suo Regno d amore, ma anche qual è il giusto comportamento per poterci entrare. 4

5 Anche se a volte il cristianesimo è stato interpretato come un modo di vivere triste, carico di croce, in una prospettiva di gioia vissuta solo nella vita ultraterrena, il beati voi delle beatitudini ci richiamano a vivere nella gioia: Rimanete nel mio amore perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena (Gv 15,10) Il termine ebraico ashrè, letteralmente significa: felicità di.. tradotto con felice e poi beato. Ascoltando le istruzioni di Dio, si entra non solo nel suo amore ma anche nella sua gioia. Imitando Lui, nel vivere le beatitudini, giungeremo alla pienezza della gioia nel Regno dei cieli. Infatti, molti sono i verbi del tempo futuro che troviamo in questa sequenza delle beatitudini: troveranno misericordia saranno consolati. vedranno Dio. Pur godendo già un anticipo di pace e gioia, il destino di pienezza lo si raggiungerà nell eterna vita. È bello notare come le beatitudini siano mirabilmente espresse anche nel cantico del Magnificat di Maria, in cui si rivela il suo cuore, la sua vita interiore carica di fede: Beati i poveri in spirito = Dio ha guardato l umiltà della sua serva. I poveri in spirito sono umili, coscienti della loro fragilità e sanno di non possedere nulla all infuori di ciò che Dio dona a loro. In tal modo si affidano a Lui e da Lui attendono ogni cosa. Beati i miti, i misericordiosi, i puri di cuore, gli operatori di pace = ha innalzato gli umili I miti non rispondono male per male, sopportano con pazienza e dolcezza le accuse ingiuste, le umiliazioni, senza ribellarsi con violenza, amano la pace, l accordo pacifico nel rispetto di tutti. I misericordiosi sono coloro che compiono opere concrete di misericordia e perdonano, consapevoli che tutti mancano in tante cose. I puri di cuore hanno un cuore innocente, semplice, senza malizia che cerca sempre di vedere il bene nell altro. Gli operatori di pace non sono operatori di malintesi, di guerre, di mormorazioni, di chiacchiere riportate non secondo verità, ma lasciano sempre intorno a sé un clima di quiete, di riconciliazione, di benessere. Beati coloro che hanno fame e sete di giustizia = ha ricolmato di beni gli affamati Nel concetto biblico la giustizia non significa cercare una giusta proporzione tra il dare e l avere o nel dare premio o castigo, ma si tratta di santità: una fame e sete di essere santi, confidando nell aiuto di Dio. Beati i perseguitati a causa della giustizia, contro i quali si diranno false accuse Tutti coloro che hanno aderito a Cristo, accettando la persecuzione e le ingiuste condanne, pur di non venir meno alla loro fedeltà al Vangelo, si sono incamminati sulla via della santità sulle orme di Cristo. 5

6 Certamente il discorso delle beatitudini non riguarda una serie di comportamenti morali per vivere in modo più saggio sulla terra, ma insegna uno stato interiore molto profondo che attinge direttamente dal cuore stesso di Gesù, per condurre ad un amore simile al suo e vivere perciò nel Regno di Dio. Vivere le beatitudini, dunque, è avere gli stessi sentimenti di Gesù, entrare nel suo stesso modo di amare. S. Paolo, nella sua Lettera ai Filippesi, ci esorta: Abbiate in voi gli stessi sentimenti che furono in Cristo Gesù (Fil 2,5) 6

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