FONDAZIONE BUSSOLERA BRANCA

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1 FONDAZIONE BUSSOLERA BRANCA La Fondazione Avvocato Fernando Bussolera e Lina Branca Bussolera, con sede a Mairano di Casteggio, nasce nel 1995 in adempimento alla volontà testamentaria dell Avvocato Fernando Bussolera e viene riconosciuta nel 1999 dalla Regione Lombardia. Scopo primario della Fondazione è promuovere lo sviluppo e la diffusione della ricerca, della scienza, della tecnologia e della formazione professionale nell enologia e nelle altre specialità dell agricoltura e dell industria di trasformazione dei prodotti agricoli, con particolare attenzione alle produzioni tipiche dell Oltrepo Pavese; è di altrettanta rilevanza la costante attenzione alla valorizzazione dell Oltrepo in tutti i suoi aspetti economici, sociali e culturali, che si esprime con impegno attivo in progetti di vario genere, finanziamenti di convegni, seminari, pubblicazioni e attività diverse. Altri importanti compiti della Fondazione sono la gestione delle Aziende Agricole di proprietà (Le Fracce e La Secchina), le attività di beneficenza, assistenza, previdenza e la conservazione della villa di Mairano, del parco, delle collezione di carrozze e d auto d epoca. Alla realizzazione di questi scopi la Fondazione provvede col suo patrimonio e con le risorse ricavate dall attività agricola. Nel triennio la Fondazione ha promosso tre importanti progetti di ricerca su vite, riso e pioppo in collaborazione con le Università di Milano e di Pavia.

2 RINGRAZIAMENTI Gli autori ringraziano la fondazione Bussolera Branca per aver finanziato tale ricerca nell ambito del progetto Miglioramento genetico e biodiversità del riso coltivato in Italia.

3 Università degli Studi di Pavia Fondazione Bussolera Branca Università degli Studi di Milano Biodiversità e aspetti fitosanitari delle varietà di riso italiane a cura di B. Basso, M. Biloni, S. Castiglione, R. Mantegazza A.M. Picco, E. Piotti, D. Rodino, M. Rodolfi F. Sala, A. Spada, M. Tabacchi

4 Copyright MMIV ARACNE EDITRICE S.r.l. editrice.it editrice.it Roma via Raffaele Garofalo, 133 A/B (06) (06) telefax ISBN I diritti di traduzione, di memorizzazione elettronica, di riproduzione e di adattamento anche parziale, con qualsiasi mezzo, sono riservati per tutti i Paesi. I edizione: giugmo 2004

5 PREFAZIONE È stata una decisione senza precedenti quella adottata dall Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 16 dicembre 2002 di dedicare un anno internazionale di celebrazioni, studi e manifestazioni promozionali ad una singola coltura, il riso, di millenaria tradizione e diffusa in tutto il mondo, da Oriente ad Occidente, che, nell offrire nutrimento a oltre la metà della popolazione del pianeta, è strumento di lotta alla fame e alla povertà, di conservazione dell ambiente e di promozione di una migliore qualità della vita nei Paesi in via di sviluppo come in quelli dall economia avanzata. Risicoltura, sicurezza alimentare e sviluppo sostenibile sono problematiche strettamente interconnesse, basti considerare che, dei cinque temi prioritari trattati al vertice di Johannesburg del 2002, quattro, vale a dire agricoltura, acqua, biodiversità e salute, interessano particolarmente il riso, fonte alimentare primaria e coltura ecosostenibile, fattore di equilibrio idrogeologico e di tutela dell ecosistema, alimento ricco, sano, nutriente e universale, nella dieta quotidiana come nelle ricette più sofisticate. Per tutte queste ragioni, e per la molteplicità di valenze che esso riveste sotto il profilo economico, sociale, politico e culturale, il riso è vita e, in Italia soprattutto, è sinonimo di qualità. L incentivazione della ricerca e dell innovazione tecnologica per il miglioramento della qualità organolettica e delle specie varietali è dunque uno degli obiettivi strategici che, insieme alla promozione del consumo interno e della politica degli aiuti alimentari, il Comitato Italiano di Coordinamento per l Anno Internazionale del Riso si prefigge di raggiungere, in sintonia con i progetti comunitari di promozione della qualità e della sicurezza alimentare. Ricerca e marketing sono purtroppo ancora gli anelli deboli della filiera risicola italiana, che vanno assolutamente potenziati per lo sviluppo di un comparto storicamente trainante dell economia agraria nazionale

6 La divulgazione scientifica segue di pari passo la ricerca, e per questo motivo si è ben volentieri accordato il patrocinio ad una pubblicazione come la presente che si offre come prezioso vademecum, tecnico e pragmatico, agli operatori del settore, per una sempre maggiore professionalità in agricoltura. Senza memoria storica e senza progresso scientifico, non c è futuro. La riscoperta e la valorizzazione della nostra antica civiltà rurale, che è ancora oggi fattore di sviluppo armonico del territorio e di benessere collettivo, deve accompagnarsi alla ricerca e all innovazione tecnologica, sulla strada dell evoluzione e di sempre nuovi traguardi da raggiungere e da consegnare in eredità ai nostri figli. Sannazzaro, 17 giugno 2004 ON. GIACOMO DE GHISLANZONI CARDOLI Presidente Comitato Italiano di Coordinamento AnnoInternazionale del Riso - 6 -

7 PREMESSA Il riso, principale fonte di cibo per il 50 % della popolazione mondiale, si è imposto, grazie alle sue caratteristiche biologiche e molecolari, come pianta modello per la ricerca scientifica. Questa coltura costituisce la base dell economia delle provincie di Pavia, Vercelli e Novara, rendendo l Italia il maggior produttore in Europa. Nel nostro Paese, a fronte di una situazione di grande interesse economico non sempre corrisponde un adeguata sinergia di attività degli enti di ricerca interessati. Il progetto dal titolo Miglioramento Genetico e Biodiversità del Riso Coltivato in Italia, reso possibile grazie al finanziamento della Fondazione Bussolera - Branca (Mairano di Casteggio, Pavia), ha permesso di eliminare le barriere esistenti tra la comunità scientifica ed imprenditoriale, di rispondere alle nuove domande di innovazione tecnologica basata sull analisi del DNA e di unire a reali esigenze degli imprenditori agricoli competenze scientifiche universitarie maggiormente indirizzate a ricerche di base. Il presente progetto che, tra gli altri, vede coinvolti l Università degli Studi di Pavia, l Università degli Studi di Milano e il Centro Ricerche dell Ente Nazionale Risi, si è proposto numerosi obiettivi, tra i quali: salvaguardia della biodiversità, miglioramento genetico e valorizzazione delle caratteristiche delle varietà di riso coltivate in Italia; monitoraggio aerobiologico dei principali patogeni fungini del riso a fini previsionali, analisi della biodiversità fungina su seme delle varietà di riso coltivate in Italia e delle relative implicazioni patologiche o tossigeniche; approcci per la messa a punto di metodologie finalizzate all analisi precoce di infezioni fungine

8 Questi obiettivi sono stati affrontati anche considerando l importante problematica legata alla necessità di ridurre l uso dei fitofarmaci per limitare gli effetti sull ambiente e sulla salute dell uomo. I principali risultati raggiunti sono riportati nel presente manuale che si propone al produttore ed al consumatore come semplice e pratico testo utile a soddisfare curiosità ed a comprendere aspetti, spesso poco noti, del Riso, al quale la FAO ha dedicato l anno Pavia, giugno 2004 GLI AUTORI - 8 -

9 PARTE I BIODIVERSITÀ DELLE VARIETÀ DI RISO ITALIANE Raffaella Mantegazza, Massimo Biloni e Alberto Spada * STORIA DELLE VARIETÀ DI RISO ITALIANE La pianta di riso si è differenziata in alcuni centri d origine milioni d anni fa, il più fecondo dei quali corrisponde alle pendici dell Himalaya da dove si è diffusa la specie Oryza sativa, portata a nord in Cina ed in Giappone a costituire la subspecie chinensis o japonica e portata a sud in India ed in Indonesia a costituire la subspecie indica (la differenziazione delle due subspecie sembra essere iniziata 2-3 milioni di anni or sono). Un secondo non meno importante centro d origine corrisponde all Africa centro-occidentale da dove si è diffusa la specie Oryza glaberrima ancora coltivata dalle popolazioni locali per le sue caratteristiche di rusticità e di tolleranza alla siccità. Altre specie si sono differenziate in maniera spontanea senza interessare particolarmente l opera dell uomo che sin dall inizio ha tentato di domesticare Oryza sativa e O. glaberrima costituendo delle popolazioni (miscugli) o delle varietà. I primi reperti certi sono stati ritrovati in Cina e risalgono a anni fa, ma dalle testimonianze lasciate dalle popolazioni asiatiche locali sembra che il riso fosse conosciuto già da molto tempo e coltivato già nel a.c. Il riso in Italia venne introdotto dagli Spagnoli o dagli Arabi dapprima nel sud del Paese da dove, durante il secolo XV, si diffuse anche nelle regioni del centro-nord. Dalla sua introduzione fino agli inizi dell 800 non sono pervenute notizie riguardo alle varietà coltivate in Italia. Al 1807 risale una monografia del Biroli in cui egli afferma: io conosco una sola specie di riso, riferendosi come vedremo al Nostrale. Questa ed altre testimonianze hanno portato a concludere che nei primi tre secoli di risicoltura si utilizzasse una sola varietà di riso a cui venne dato, nell 800, il nome di Nostrale, per contrapporla alle razze diffusesi in seguito. Il * Dip. Biologia, Botanica generale, Università degli Studi di Milano, via Celoria 26, Milano. E- mail: alberto.spada@unimi.it - 9 -

10 Nostrale, soprattutto per la sua scarsa resistenza al brusone (malattia dovuta al fungo Pyricularia grisea, vedi capitoli successivi) venne via via sostituito da nuove varietà prima fra tutte il Bertone. Il Bertone o riso secco della China fu, secondo Portéres, introdotto e coltivato in Italia già dal Il suo successo era dovuto sia alla sua maggior resistenza agli attacchi fungini sia alla sua capacità di crescere a secco, per mezzo di sola irrigazione. Per almeno mezzo secolo rappresentò la razza più coltivata nel Paese, in seguito la sua area di coltivazione andò diminuendo di pari passo all aumentare della sua suscettibilità al brusone. L introduzione di sementi da paesi stranieri si intensificò nella seconda metà dell 800 e nel 900, come documentano atti di congressi internazionali e giornali del settore agricolo. Inizialmente si effettuava una pura introduzione delle varietà straniere, poi si iniziò ad attuare una selezione dapprima massale ed in seguito per linee pure. Risultato delle prime opere di selezione è il Chinese Originario, ottenuto da sementi giapponesi giunte in Italia nel Con la nascita della Stazione di Risicoltura a Vercelli, nel 1908, la metodica di selezione venne affinata e resa operativa, per arrivare al 1925, anno in cui vennero effettuate le prime ibridazioni artificiali. La finalità iniziale del lavoro di miglioramento genetico consisteva nell ottenimento di nuove varietà resistenti a malattie quali il brusone e con particolari caratteri fisiologici e morfologici che aumentassero la produttività (Figura 1). In seguito le caratteristiche qualitative del prodotto si sono imposte come fine primario, sulla base delle richieste del mercato. Nel tentativo di raggiungere tali obiettivi nel secolo XX furono costituite in Italia innumerevoli varietà di riso alcune coltivate solo per brevi periodi, altre, con caratteristiche più Figura 1 - Trapianto del riso negli anni 20. Fonte: Ente Nazionale Risi

11 favorevoli, ancora oggi presenti nelle risaie italiane (ad es. Balilla, costituito nel 1924). MORFOLOGIA DELLA PIANTA DI RISO Il riso è una pianta erbacea annuale diploide ermafrodita con 12 coppie di cromosomi, appartenente alla famiglia delle Poaceae (Graminaceae), tribù Oryzae, sub-famiglia Oryzoideae. La porzione aerea della pianta è costituita da tre elementi principali: il culmo, le foglie e la pannocchia (Figura 2). Il culmo è cavo e formato da nodi ed internodi. Ai nodi il tessuto meristematico resta attivo durante tutto lo sviluppo della pianta e permette l allungamento degli internodi e quindi l aumento in altezza e lo sviluppo delle foglie. Nella porzione apicale porta Figura 2 - Immagine di una pianta di riso. la pannocchia. Le foglie di riso sono costituite da: i) una guaina che dapprima sorregge la pianta al posto del culmo e dopo la levata avvolge e protegge il culmo; ii) un lembo di forma lanceolata. Nelle giunture tra guaina e lembo fogliare è evidente la ligula, una formazione triangolare bifida di piccole dimensioni e di colore solitamente ialino. Al di sotto della ligula possono essere presenti le auricole, che nella maggior parte delle varietà presentano dei peli, sono incolori e solo in alcuni casi possono essere pigmentate di rosso o viola. L apice terminale della pianta di riso è rappresentato da un infiorescenza chiamata pannocchia. Essa è costituita da un asse principale o rachide da cui dipartono le rachille o rami primari; da quest ultimi si sviluppano i rami secondari che su un peduncolo portano la spighetta monoflora. Ciascuna spighetta è costituita da due glumelle, la lemma e la palea, e, alla base, da due glume sterili e dalle glume rudimentali

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