PIERO DELLA FRANCESCA

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1 PIERO DELLA FRANCESCA

2 Una delle più importanti personalità dell arte italiana. Protagonista del Rinascimento. Pittore, ma anche trattatista, teorico, conoscitore di scienze matematiche e geometria. Conoscenze che applicò allo studio della prospettiva. Lavorò per le più importanti corti e città italiane del tempo: Ferrara, Rimini, Arezzo, Urbino e Perugia. Piero della Francesca, Autoritratto, partic. Storie della Vera Croce, , Arezzo, Chiesa di San Francesco.

3 La formazione a Borgo Sansepolcro Piero della Francesca nasce a Borgo Sansepolcro (vicino ad Arezzo) intorno al 1415/1420 da una famiglia di mercanti. La sua iniziale educazione è affidata ad un maestro di abaco, che gli dà i primi insegnamenti di aritmetica, algebra e geometria, indispensabili per apprendere la contabilità mercantile. Egli coltiverà per tutta la vita un profondo interesse per le scienze matematiche. Dopo un breve apprendistato a Borgo Sansepolcro si reca nella vicina Firenze, dove è documentato nel Piero della Francesca, Veduta di Borgo San Sepolcro, partic. San Gerolamo, 1460 ca., Venezia, Galleria dell Accademia.

4 Il soggiorno a Firenze ( ) La Firenze della prima metà del Quattrocento è un centro artistico vivo e moderno. Piero rimarrà influenzato dalla pittura di Masaccio, dalle sculture di Donatello, dalle architetture di Brunelleschi. Studio della prospettiva. A Firenze poteva studiare anche la pittura del Trecento (Giotto). F. Brunelleschi, Cupola di Santa Maria del Fiore, , Masaccio, Trinità, , Firenze, Santa Maria Novella. Una nuova generazione di pittori (Paolo Uccello, Beato Angelico) porta avanti in quegli anni lo studio della prospettiva e l interesse per la raffigurazione della luce. Giotto, Funerali di San Francesco, 1325 ca., Firenze, Basilica di Santa Croce Beato Angelico, Annunciazione, 1440 ca. Firenze, Convento di

5 La lezione di Domenico Veneziano L esperienza più importante del soggiorno fiorentino di Piero è la collaborazione nel 1439 con il pitto menico Veneziano nella realizzazione degli affreschi perduti del coro della chiesa di Sant Egidio enze. Domenico Veneziano, Pala di Santa Lucia dei Màgnoli, 1440 ca. Firenze, Uffizi. La scena (Sacra Conversazione) è ambientata sotto un loggiato decorato con eleganti intarsi marmorei di gusto classico. Lo spazio, definito da un complesso sistema prospettico, è scandito dai santi posti in semicerchio intorno alla Vergine in trono. L aspetto più innovativo è la rappresentazione della luce che penetra attraverso la finestra in alto a destra ed investe architetture e figure, esaltando i colori pastello che dominano la composizione. Sintesi di prospettiva e studio della luce.

6 Borgo Sansepolcro,, le prime opere ( ) Dopo il suo soggiorno fiorentino Piero torna nella sua città natale Borgo Sansepolcro, dove è documentato nel Risalgono a questo momento le prime importanti opere: - Battesimo di Cristo - Polittico della Misericordia

7 Il Battesimo di Cristo Parte centrale di un trittico per la chiesa di S. Giovanni a Sansepolcro, ca. (oggi a Londra, National Gallery). Gesù immobile occupa il centro della scena, a destra il Battista, a sinistra tre angeli. Geometrizzazione delle forme: Piero riduce ogni forma della realtà a figure geometriche (tronco-cilindro; chioma albero -cupola emisferica; volti-ovali). Figure immobili, come bloccate nell azione. Il senso di profondità è dato dal corso del fiume, strada, colline in lontananza. Una luminosità solare avvolge la scena. Atmosfera sospesa e irreale. Uso di colori chiari e brillanti danno volume agli oggetti e alle figure. che Straordinaria capacità nella rappresentazione del paesaggio.

8 Forma della tavola: parte inferiore rettangolare e superiore semicircolare. Composizione geometrica (cerchio, triangolo, simmetria). Gesù, la coppa sostenuta dal Battista e la colomba si allineano sullo stesso asse mediano. Triangolo simbolo della Trinità

9 Polittico della Misericordia L opera è stata commissionata nel 1445 dalla Confraternita della Misericordia di Sansepolcro. Viene portata a termine solo nel Nonostante l uso del fondo oro Piero riesce a dare alle figure un notevole risalto plastico Colloca i piedi dei santi, sopra un pavimento in finto marmo, ove si proiettano ombre delicate.

10 Masaccio, Crocifissione, 1426 ca. Napoli, Museo di Capodimonte. Solo Masaccio prima di Piero era riuscito a creare sul fondo piatto dell oro uno spazio reale dove situare figure in carne e ossa. La Crocifissione è un omaggio a Masaccio, anche se rispetto a lui Piero predilige una

11 Al centro è raffigurata la Madonna della Misericordia che nella tradizione popolare è madre e protettrice dell umanità. La Vergine, figura solenne e maestosa, posta frontalmente al centro della tavola, solleva il pesante manto creando un ampio vano circolare che accoglie i fedeli. Le figure diventano corpi geometrici (ovale del volto) messi in evidenza dalla luce. Semplice veste della Madonna, impreziosita solo dal raffinato gioiello che chiude il manto. Tra le figure inginocchiate il giovane con il volto alzato è un probabile autoritratto del pittore.

12 Rimini Nel 1451 Piero si reca a Rimini alla corte del potente Sigismondo Pandolfo Malatesta, signore della città. Abile condottiero e amante delle arti, promosse prima metà del Quattrocento un rinnovamento artistico della città. Nel 1446 Sigismondo Pandolfo decide di farsi costruire un grandioso monumento funebre celebrativo di sé e dei suoi discendenti, il Tempio Malatestiano. Il progetto viene concepito dall architetto Leon Battista Alberti. Facciata: recupero della tipologia classica dell arco di trionfo romano. Piero della Francesca, Sigismondo Pandolfo Malatesta, 1451, Parigi, Louvre.

13 Nel Tempio Malatestiano Piero esegue l affresco con Sigismondo Pandolfo Malatesta davanti a San Sigismondo.. La scena si svolge in un elegante sala con elementi classici. Il Malatesta è raffigurato di profilo, inginocchiato con le mani unite in preghiera. Motivi devozionali e politici: il Santo è raffigurato con il volto dell imperatore Sigismondo di Lussemburgo, che aveva conferito al Malatesta le insegne del potere. Celebrazione del proprio potere I levrieri, disposti ad incastro, sono simboli di fedeltà e prudenza.

14 Arezzo Le Storie della Vera Croce Dal 1452 al 1466 Piero realizza l opera più importante tra quelle conservatesi: il ciclo di affreschi della cappella maggiore della chiesa di San Francesco ad Arezzo. Su tre pareti suddivise in altrettanti registri Piero dipinge la complessa storia della Vera Croce. L argomento del ciclo è tratto da un testo del Duecento (La Leggenda Aurea di Jacopo da Varagine) e narra le vicissitudini del Sacro Legno sul quale venne crocifisso Gesù. Il tema dominante del ciclo pittorico è il trionfo della Croce che dalla morte di Adamo guida gli uomini alla salvezza.

15 Adorazione del sacro legno e incontro di Salomone con la regina di Saba Scena: L albero della Croce, cresciuto sulla tomba di Adamo, è stato abbattuto ed usato come un ponticello su un fiume. La regine di Saba di fronte al ponte ha una premonizione e così si ferma ad adorarlo. In seguito rivela al re Salomone la sua visione. L organizzazione prospettica delle scene e la geometrica semplificazione delle figure umane (volti come sfere, colli come cilindri), conferiscono alle scene solennità e rigore. I personaggi indossano ampie vesti dai colori intensi e nitidi, eleganza dei gesti. Grande capacità nel raffigurare le architetture in prospettiva: ampio colonnato classico, dove avviene l incontro tra la regina di Saba e il re Salomone.

16 Sogno dell imperatore Costantino Scena: l imperatore Costantino, alla vigilia della battaglia contro il re barbaro Massenzio, vede in sogno un angelo che gli predice la vittoria. In mano l angelo ha una piccola croce. L imperatore vincerà la battaglia sul Ponte Milvio contro Massenzio nel segno della Croce. Interesse di Piero per le ricerche sulla luce: angelo, dipinto in controluce, piomba sull accampamento e rischiara con un fascio luminoso la tenda dell imperatore e dei soldati di guardia. Forme geometriche (tenda cilindrica), simmetria.

17 Battaglia tra il re persiano Cosroe e l imperatore Eraclio. Scena: Battaglia tra il re persiano Cosroe, che aveva trafugato la Santa Croce dalla città di Gerusalemme, l imperatore romano Eraclio, il quale vincitore restituirà la croce alla città Santa. Anche nelle scene di battaglia Piero immobilizza i gesti dei personaggi: l orrore della guerra non rivela dalla visione di insieme, ma dai singoli episodi raffigurati ( affrontarsi dei due soldati, uomo colpito primo piano, particolare del sangue gocciolante). Atmosfera sospesa e irreale. Tutto è come cristallizzato.

18 La Madonna del parto In una piccola chiesa di Monterchi (paese vicino a San Sepolcro) Piero dipinse, intorno al 1465, uno dei suoi più famosi ed affascinanti capolavori. Madonna in attesa de parto immagine di grande umanità e modernità. Opera molto venerata, Madonna protettrice delle partorienti. Scena: La Vergine appare al centro di una tenda cilindrica i cui teli sono tenuti aperti da due angeli collocati in rigorosa simmetria (anche nei colori) e disegnati utilizzando lo stesso cartone. La Vergine indossa una veste secondo la moda del tempo, è raffigurata di tre quarti in una posa regale, ma anche di grande naturalezza ed umanità (gesto di appoggiare una mano sul ventre, veste slacciata). Volto incantevole, splendido ovale, occhi socchiusi, pelle chiara e luminosa.

19 Urbino Pedro Berruguete, Federico da Montefeltro con figlio Guidobaldo, ca., Urbino, Tra il 1465 e il 1474 Piero lavorerà per una delle corti italiane più importanti del tempo, quella del duca Federico da Montefeltro ad Urbino. Abile uomo politico e condottiero, Federico fu un importante mecenate che raccolse nella sua corte letterati ed artisti, trasformando la piccola città di Urbino in uno dei centri più importanti del Rinascimento.

20 Flagellazione di Urbino a piccola tavola (60x80 cm) nne probabilmente realizzata l pittore ad Urbino verso il 65. uno dei quadri più studiati e steriosi di tutto il 400 italiano a scena si svolge in due spazi parati: a destra, in una strada n edifici rinascimentali tre mini, sfarzosamente vestiti, lloquiano; a sinistra, sotto un giato classico, Cristo viene gellato davanti a Pilato. apolavoro assoluto per la orosa composizione ospettica (pavimento a uadri, fasce bianche, architravi, sizione dei personaggi). Stravolta la prospettiva gerarchica : Gesù, il personaggio più importante, ha una dimensione inferiore rispetto agli altri. La luce avvolge le figure e le architetture e ne delinea i dettagli con estrema precisione.

21 La ricostruzione della pianta del dipinto ci consente di comprendere la straordinaria composizione prospettica del pavimento e la posizione dei personaggi.

22 Il significato del quadro è misterioso, rimane sconosciuta l identità dei tre personaggi in primo piano. Interpretazione più comune: giovane al centro Oddantonio da Montefeltro (fratello di Federico II), ucciso durante un insurrezione popolare, i due personaggi ai lati sarebbero i cattivi consiglieri, responsabili della sua morte. La Flagellazione di Gesù sarebbe dunque una metafora del martirio del giovane.

23 Dittico dei Duchi di Urbino pera di destinazione privata mmissionata dal duca di bino. recto itratti del duca di Urbino derico da Montefeltro e lla moglie Battista Sforza, 74 ca., Uffizi. e tavole, dipinte su entrambi i i, erano unite da delle rniere e costituivano un ttico portatile, chiudibile me un libro. due coniugi sono raffigurati di ofilo come i ritratti nelle edaglie antiche, al fine di nferire loro importanza e nità. ullo sfondo si apre un ampia duta di paesaggio, scritto minuziosamente in ni dettaglio. Ricerca di spazialità e lontananza (digradare delle colline e schiarirsi del cielo).

24 Federico da Montefeltro è ritratto con forte realismo: la pelle olivastra è percorsa da un fitto reticolo di rughe; il profilo è caratterizzato dal naso aquilino, rotto in gioventù durante un torneo che gli costò anche l occhio destro. Indossa la veste ducale rossa, simbolo del suo rango, il copricapo cilindrico emerge dal fondo azzurro con purezza geometrica. Ancora una volta Piero unisce alla rappresentazione della realtà una forte astrazione geometrica, per proiettare Federico e la moglie in una sfera di dignità superiore.

25 Federico ha voluto che sull altro lato venisse ritratta la moglie Battista Sforza scomparsa prematuramente. Il dittico è un omaggio alla moglie. Battista indossa un abito suntuoso, arricchito dal prezioso girocollo; profilo nitido, volto pallido, incorniciato da una sofisticata pettinatura. Preziosità delle perle e bellezza della stoffa.

26 verso Sul verso delle due tavole sono raffigurati i trionfi allegorici dei due coniugi, essi sono trasportati s due carri di legno, accompagnati dalle personificazioni delle Virtù. Le due iscrizioni latine celebrano le doti di condottiero di Federico e le qualità morali di Battista. il paesaggio, anche qui descritto nei minimi particolari, crea profondità e accompagna il lento ritmo del

27 Pala di Montefeltro Pala d altare eseguita ad Urbino intorno al , Milano, Pinacoteca di Brera. Dipinto votivo fatto eseguire da Federico da Montefeltro come ringraziamento per una vittoria militare ottenuta. Attorno alla Vergine sono disposti a semicerchio santi ed angeli. A destra Federico con l armatura da condottiero, in ginocchio, ai piedi della Madonna. La scena si svolge all interno di un edificio rinascimentale, un abiside di una chiesa, raffigurata con grande precisione prospettica: volta a botte, catino absidale con grande conchiglia, marmi colorati, lesene, ecc. Uovo di struzzo, centro geometrico del dipinto, simbolo di vita e rinascita. La luce si riverbera sulle vesti, sui volti, sulle architetture. Attenzione per i dettagli: preziosità delle vesti, gioielli, acconciature, tappeto, armatura, volti dei santi.

28 Madonna di Senigallia La piccola tavola è stata commissionata da Federico da Montefeltro in occasione del matrimonio della figlia Giovanna con il signore di Senigallia. Eseguita ca., oggi Urbino, Galleria Nazionale delle Marche. La scena si svolge in un semplice ambiente domestico. Sobrietà e semplicità nella costruzione geometrica delle figure e della composizione. Importante: la raffigurazione della luce del sole che penetra da una finestra e taglia l oscurità. Si possono vedere le particelle di polvere sospese. Abilità di Piero nella resa dei dettagli: cesta di panni, capelli dell angelo rischiarati dalla luce.

29 La lezione dei pittori Fiamminghi Piero riesce a raggiungere altissimi risultati nella descrizione della realtà anche grazie alle tecnica utilizzata in numerose tavole: la pittura ad olio, colori mescolati con oli per ottenere un colore più fluido e leggero. Il colore viene steso in numerosi strati sovrapposti (velature), con cui si possono descrivere gli effetti della luce e i particolari più microscopici. Questa antica tecnica è stata introdotta in Italia dai pittori fiamminghi, attivi nelle Fiandre (attuale Belgio), nella prima metà del Quattrocento.

30 Gli scritti teorici spettiva di un edificio e capitello composito in pianta ed in prospetto, dal Il lungo cammino artistico di Piero è affiancato anche dall attività di trattatista. Gli aspetti caratteristici del suo stile (prospettiva, costruzione geometrica delle figure) sono testimoniati anche da due trattati che egli scrisse nella maturità: De prospectiva pingendi, primo vero trattato del Rinascimento incentrato interamente sul problema della raffigurazione dei corpi nello spazio; Libellus de quinque corporibus regularibus (libro sui cinque corpi solidi). Testa, dal De prospectiva pingenti, ca., Milano, Pinacoteca Ambrosia Testi tesi a dimostrare come ogni aspetto della realtà possa essere ricondotto ad un rigoroso ordine matematico. Muore il 12 ottobre del 1492 nel suo paese natio.

31 Cronologia Piero della Francesca nasce a Borgo Sansepolcro (vicino ad Arezzo) a Firenze collabora con Domenico Veneziano agli affreschi del coro della chiesa di Sant Egidio (affreschi perduti). Nel 1440 lascia per sempre Firenze e la sua carriera si svolgerà tra la sua città natia Borgo Sansepolcro e le città e le corti più importanti dell Italia del tempo: Ferrara, Rimini, Arezzo, Urbino e Perugia tornato a Borgo San Sepolcro riceve le prime importanti commissioni a Ferrara esegue degli affreschi andati perduti per Lionello d Este, signore della città a Rimini lavora per Sigismondo Pandolfo Malatesta ad Arezzo l artista comincia a lavorare agli affreschi della Leggenda della vera croce nel coro della chiesa di San Francesco in questi anni si collocano i rapporti di Piero della Francesca con la corte del duca di Urbino Federico da Montefeltro. Negli ultimi anni di vita Piero si dedica alla scrittura, lasciando ando ai posteri tre libri scientifici. Muore il 12 ottobre del 1492 nel suo paese natio.

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