Associazione Amico Onlus

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1 ABSTRAT SINTESI DELL ARTICOLO Anche se le vittime di mobbing vorrebbero fuggire dalla situazione in cui vengono a trovarsi, è bene che le loro azioni siano improntate alla cautela. La prima indicazione da dare è quella di non prendere decisioni irreversibili. Dovrebbero rivolgersi con fiducia ad Associazioni no profit del settore (contro il mobbing), che siano in grado di aiutarli disinteressatamente facendo proprie le loro segnalazioni e, nel totale rispetto della privacy di ciascuno, avvalendosi di strutture pubbliche, si occupino di accompagnare il mobbizzato semplicemente e in modo amicale nel percorso di auto-aiuto fornendo gli strumenti per sceglierlo consapevolmente e prendendosi cura della sua situazione. Associazioni che siano in grado di collaborare consapevolmente con tutte le forze esistenti sul territorio in una sorta di tutela a 360 aiutando il lavoratore a riprendersi la sua dignità pur mantenendo il proprio posto di lavoro.

2 ARTICOLO Non posso licenziarti? Allora ti mobbizzo: cosa fare in caso di mobbing Anche se le vittime vorrebbero fuggire dalla situazione in cui vengono a trovarsi, è bene che le loro azioni siano improntate alla cautela. Le dimissioni, infatti, o altre importanti decisioni per risolvere le difficoltà sul lavoro non devono essere prese sotto la pressione di emozioni. La prima indicazione da dare è quella di non prendere decisioni irreversibili. Dovrebbero essere invece prese in considerazione le iniziative qui di seguito elencate: 1. Cercare alleati; 2. la famiglia e gli amici; 3. raccogliere informazioni; 4. rafforzare se stessi e documentarsi; 5. allontanarsi momentaneamente dal posto di lavoro; 6. le vie legali; Tutte iniziative relative alla vita di relazione frequentate Associazioni contro il mobbing e gruppi di automutuoaiuto, ma rivolgetevi unicamente a quelle Strutture che non hanno scopo di lucro e che vi aiutino disinteressatamente facendo proprie le vostre segnalazioni e, nel totale rispetto della vostra privacy, avvalendosi di strutture pubbliche, si occupino di accompagnarvi semplicemente e in modo amicale, nel percorso di auto-aiuto fornendovi gli strumenti per sceglierlo consapevolmente (incontrando persone nelle vostre stesse condizioni potrete parlare e sfogarvi quanto volete, facendo tesoro tra l altro, dell altrui esperienza); cercate degli alleati: spesso i colleghi si ritirano in disparte per evitare che il mobbing possa estendersi anche a loro (sappiate essere cortesi, disponibili, non scaricate su chi vi circonda la rabbia che avete in corpo, fareste il giuoco di chi vi perseguita); non isolatevi: frequentate gli amici, rinsaldate i rapporti familiari spesso impoveriti dal punto di vista affettivo, non vergognatevi della situazione, non colpevolizzatevi e distraetevi, considerando che la vita è fuori dall ambiente di lavoro (curate i vostri interessi, gli hobby, i familiari, gli amici); non parlate incessantemente del problema: può stancare amici e familiari e quindi trovarvi ancora più soli. Non vi colpevolizzate (ciò che state vivendo è accaduto a molti altri che come voi non avevano nessuna colpa); divulgate all interno dell azienda la vostra situazione: potrebbe far sorgere tra gli altri dipendenti un movimento d opinione a vostro favore (ma agite nel giusto modo, evitate di parlarne incessantemente e di rilasciare dichiarazioni o giudizi che potrebbero essere riferiti ad arte in maniera contorta per poi essere usati contro di voi);

3 alla situazione psicofisica non cedete allo scoramento ed alla depressione (anche se vi sembra che il mondo vi stia cadendo addosso reagite, cercate attivamente aiuto e soluzioni alternative); tabacco, alcool ed altro sono cattivi consiglieri: un attività sportiva, possibilmente all aria aperta, vi sarà d aiuto (uno sfinimento organico legato allo sport vi aiuterà a reagire con più decisione); ricorrete ad assenze per malattia solo per il tempo strettamente necessario (utilizzate preferibilmente ferie, permessi e tenete presente che dopo un periodo d assenza spesso la situazione cambia in peggio. Ricordate che il periodo di malattia congela qualsiasi contenzioso in atto. Durante tale periodo non dovete rispondere a nessuna contestazione proveniente dall azienda. Tutto inizierà di nuovo al termine del medesimo. Il superamento del periodo di comporto (periodo di malattia secondo il proprio contratto di lavoro) non giustifica il licenziamento laddove il lavoratore dia prova che l infermità sia dovuta alla nocività dell ambiente di lavoro (Cassazione, 12 giugno 1995, n. 6601); tenete un resoconto delle conseguenze psicofisiche: questo vi faciliterà nel documentare il danno biologico che il mobbing ha determinato (lo stress continuo cui siete sottoposti riduce le vostre difese immunitarie, perciò potreste essere vittima di malattie che mai pensereste riconducibili alla vostra situazione lavorativa); documentate i danni fisici e psicofisici soprattutto tramite strutture pubbliche meglio se qualificate (i soli certificati del medico di famiglia o medici privati non hanno gran valore in sede giudiziale); rivolgetevi al Medico Competente ed agli RLS quali figure di riferimento (Essi hanno l obbligo di intervenire a fronte di possibili danni alla salute derivanti da azioni di mobbing, in particolare il medico competente ha il dovere di segnalare la vostra situazione alla direzione aziendale, all INAIL, all organo di vigilanza, alla magistratura: Stessa importanza hanno gli RLS quali garanti del rispetto del D.lg. 626/94, dello statuto dei lavoratori e degli accordi contrattuali); alle situazioni comportamentali quando convocati dall azienda per qualsiasi contestazione o giustificazione chiedete sempre la presenza del vostro rappresentante sindacale e/o dell Associazione alla quale siete appoggiati per la vostra tutela (questo è un vostro diritto ed eviterete così fumose contestazioni con testimoni a vostro favore); non pensate alle dimissioni (potrebbero generare decisioni di cui vi potreste pentire: una volta presentate le dimissioni che l azienda vi ha estorto perseguitandovi sarà ben difficile farle revocare); tenete un diario d ogni violenza subita contenente: data, ora, luogo, persone presenti e descrizione dei fatti (non appena accade un increscioso episodio scrivete una breve relazione contenente i punti salienti: un giorno vi torneranno utili), ma siate concisi, non scrivete poemi perché le lunghe descrizioni non saranno lette; non utilizzate assolutamente strumentazioni aziendali per fini personali (tutti i piccoli benefici che avevate e che hanno ancora i vostri colleghi a voi sono vietati e se da voi usufruiti, potrebbero costituire motivo di richiami e punizioni fino al licenziamento);

4 cercate d avere colleghi (anche tra persone che hanno lasciato l azienda) disposti a testimoniare, meglio se tra gli RSU o gli RLS. Testimonianze dirette documentate tramite tecnologie elettroniche potrebbero tornarvi utili (operazioni che vanno eseguite nella giusta forma e con la supervisione di un legale); mettete in forma scritta ogni richiesta all azienda e comunicatela per raccomandata A.R. (ingiustizie subite, vessazioni, ordini verbali, dequalificazioni, insulti ecc.); non accettate provocazioni: spesso sono eseguite ad arte per infliggervi sanzioni disciplinari (in accese discussioni la controparte cercherà di farvi perdere le staffe, vi provoccherà ad arte, vi forzerà a dire o compiere gesti quali alzare le mani, proferire minacce e/o pesantissimi insulti al fine di infliggervi pesanti punizioni); rispettate scrupolosamente gli orari ed i turni lavorativi (per qualsiasi variazione, per ferie, permessi, malattia abbiate l accortezza di chiederne preventivamente e per iscritto con A.R. - l autorizzazione, pretendendo tutte le autorizzazioni in forma scritta anche quando ciò vi sembrerà o vi diranno, che è superfluo); evitate di farvi promotori o essere parte di raccolta di fondi, collette, regalie ecc. (pur se normali in passato, tali azioni oggi potrebbero divenire pretesto per azioni punitive); a possibili azioni legali raccogliete la documentazione delle vessazioni subite: il mobbing rientra in reati perseguibili quali: abuso di potere, minacce, violenza privata, diffamazione, calunnia, lesioni personali, demansionamento, dequalificazioni, ecc. (qualsiasi documento, anche ciò che ritenete al momento insignificante, è bene che lo conserviate, potrebbe un giorno tornarvi utile per dimostrare le ingiustizie subite) scegliete un buon avvocato esperto nella legislazione del lavoro (giuslavorista possibilmente esperto in mobbing che non abbia legami con le aziende e certamente non con la vostra. Soprattutto che sia persona disponibile e di vostra fiducia); preferite il procedimento civile al penale (nel procedimento civile potrete avere il risarcimento dei danni subiti e ritorno alle condizioni lavorative preesistenti, nel procedimento penale non ne vedrete la fine e soprattutto nessuno andrà in prigione ed ancora potrebbe influire negativamente su eventuali cause civili); chiaritevi subito gli obiettivi delle vostre azioni giudiziali: danno biologico, demansionamento, reintegra nel posto di lavoro, patteggiamento, risarcimento dei danni, etc (dovete essere molto chiari nelle scelte, ascoltare i consigli circa le possibilità di successo); coinvolgete il minor numero di persone/enti: possibilmente solo l azienda, altrimenti eserciti d avvocati delle controparti vi si alleeranno contro (non denunciate tutto e tutti muovendo decine di procedimenti giudiziali, mirate semplicemente al datore di lavoro in quanto principale responsabile dell atteggiamento persecutorio quantomeno perché non vi ha tutelati -); lasciando l azienda: non firmate rinunce relative a qualsiasi diritto derivante dal rapporto di lavoro (non firmate assolutamente nulla se prima non avete consultato il vostro legale e/o l Associazione che vi supporta); denunciate alla pubblica opinione la vostra situazione di mobbing tramite fatti reali e documentati (la perdita d immagine è un danno per le aziende, ciò potrebbe favorire il risolversi della vostra situazione evitando però che tali denuncie vi possano esporre a ritorsioni ed a possibili querele per diffamazione. Consultate sempre il vostro legale prima di intraprendere tali azioni);

5 un ultimo consiglio abbiate pazienza, sappiate che non siete soli, che tutto quello che vi sta accadendo avrà una via d uscita e, ricordandovi che non esistono bacchette magiche per risolvere il vostro problema, rivolgetevi con fiducia alle Associazioni no profit del settore che si prenderanno disinteressatamente cura della vostra situazione e potranno collaborare consapevolmente con tutte le forze esistenti sul territorio (strutture sindacali, patronati, istituzioni o specialisti adeguati al vostro benessere, medici Competenti ) ed in tal modo, mediando anche con le amministrazioni pubbliche o private in una sorta di tutela a 360, vi aiuteranno a riprendervi la vostra dignità pur mantenendo il vostro posto di lavoro. Rossana Marino