Impianti di Distribuzione Carburanti. DVD Ing. Nicola Ciannelli

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1 Impianti di Distribuzione Carburanti DVD Ing. Nicola Ciannelli

2 Regime autorizzativo Tutti gli impianti per poter esercitare devono ottenere l Autorizzazione Comunale,ai sensi del D.Lgvo n 32 del 11 febbraio1998 Tale Autorizzazione è subordinata al collaudo dell impianto da parte di una apposita Commissione prevista all art. 20 del Decreto sopracitato

3 Commissione di collaudo impianti di distribuzione carburanti (pubblici o privati, benzine e gas) La Commissione di collaudo è così composta Responsabile del settore economico/autorizzativo del Comune di appartenenza Responsabile del settore tecnico del Comune di appartenenza Ingegnere capo dell Ufficio tecnico di finanza (UTIF.) competente per territorio Comandante Provinciale VV.F. Rappresentante dell ASL di competenza

4 LA LEGISLAZIONE ANTINCENDIO DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 1 agosto 2011, n Regolamento recante semplificazione della disciplina dei procedimenti relativi alla prevenzione degli incendi, a norma dell articolo 49, comma 4 -quater, del decreto-legge 31 maggio 2010, n. 78, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 luglio 2010, n DECRETO 7 agosto 2012 Disposizioni relative alle modalità di presentazione delle istanze concernenti i procedimenti di prevenzione incendi e alla documentazione da allegare, ai sensi dell'articolo 2, comma 7, del decreto del Presidente della Repubblica 1 agosto 2011, n. 151.

5 ALLEGATO III AL DM Tabella di sottoclassificazione delle attività di cui all allegato I del DPR 1 agosto 2011 n 151

6 Distributori carburanti Le normative di riferimento per i distributori di carburante si differenziano in base al tipo di combustibile: Liquidi infiammabili Gas di petrolio liquefatto Metano Idrogeno

7 Impianti di distribuzione di carburanti liquidi per autotrazione

8 DISTRIBUTORI DI CARBURANTI Principali norme antincendi Decreto Ministero dell'interno 31 luglio 1934 Approvazione delle norme di sicurezza per la lavorazione, l immagazzinamento,l impiego o la vendita di oli minerali, e per il trasporto degli oli stessi. Circolare Ministero dell Interno n. 10 del 10 febbraio 1969 Distributori stradali di carburante Circolare Ministero dell'interno 8 luglio 1970, n. 54 Distributori stradali di carburante Circolare Ministero dell'interno 23 settembre 1970, n. 68 Distributori automatici di carburanti con funzionamento a gettone Circolare Ministero dell'interno 11 aprile 1973, n. 47 Distributori automatici di carburanti con funzionamento a gettone o a monete Circolare Ministero dell'interno 19 febbraio 1974, n. 16 Distributori automatici di carburanti. Detenzione olio lubrificante e petrolio lampante adulterato ad uso riscaldamento in confezione. Quantitativi massimi ammessi dalla legge

9 DISTRIBUTORI DI CARBURANTI Principali norme antincendi Circolare Ministero della Marina Mercantile 24 aprile 1974, n. 70 Concessioni per distributori automatici di carburanti nell ambito dei porti Lett. Circol. Min. dell'interno n /4113 del 12 dicembre 1974 Distributori di carburanti sottostanti ad elettrodotti Lett. Circolare Ministero dell'interno n /4113 del 16 luglio 1977 Impianti distribuzione carburanti su aree di servizio autostradali Cambio prodotto da benzina super a gasolio Decreto Ministero dell'interno 17 giugno 1987, n. 280 Modificazioni al decreto ministeriale 31 luglio 1934 recante norme di sicurezza per la lavorazione, l immagazzinamento, l impiego e la vendita di olii minerali e per il trasporto degli olii stessi Decreto Ministero dell'interno 5 febbraio 1988, n. 53 Norme di sicurezza antincendi per impianti stradali di distribuzione di carburanti liquidi per autotrazione di tipo self-service a predeterminazione e pre-pagamento

10 DISTRIBUTORI DI CARBURANTI Principali norme antincendi Circol. Ministero dell'interno n. 11 prot. n. 8599/4113 del 4 maggio 1988 Decreto del Ministro dell Interno del 5 febbraio 1988, n. 53, concernente: Norme di sicurezza antincendi per impianti stradali di distribuzione di carburanti liquidi per autotrazione di tipo self-service a pre-determinazione e pre pagamento Circolare Ministero dell'interno n. 17 del 11 ottobre 1988 Modifica del punto 10.2 della Circolare n. 10 del 10 febbraio 1969 Distributori stradali di carburanti Decreto Ministero dell'ambiente 20 gennaio 1999, n. 76 Regolamento recante norme per l installazione dei dispositivi di recupero dei vapori di benzine presso i distributori Decreto Ministero dell'ambiente 24 maggio 1999, n. 246 Regolamento recante norme concernenti i requisiti tecnici per la costruzione, l installazione e l esercizio dei serbatoi interrati (annullato dalla Sentenza della Corte Costituzionale n. 266 del 5 19 luglio 2001)

11 DISTRIBUTORI DI CARBURANTI Principali norme antincendi Sentenza della Corte Costituzionale n. 266 del 5-19 luglio 2001 Annullamento del decreto impugnato Assorbimento di ulteriori censure. Decreto Ministro dell Ambiente 24 maggio 1999, n. 246 Lettera circolare Ministero dell Interno n. 80/4112 del 23 gennaio 2002 Annullamento del decreto del Ministro dell Ambiente n. 246/1999 recante norme concernenti i requisiti tecnici per la costruzione, l installazione e l esercizio di serbatoi interrati. Precisazioni sugli impianti di distribuzione stradale di carburante. Decreto ministero dell Interno 29 novembre 2002 Requisiti tecnici per la costruzione, l installazione e l esercizio dei serbatoi interrati destinati allo stoccaggio di carburanti liquidi per autotrazione, presso gli impianti di distribuzione Decreto ministero dell Interno 27 gennaio 2006 Requisiti degli apparecchi, sistemi di protezione e dispositivi utilizzati in atmosfera potenzialmente esplosiva, ai sensi della direttiva n 94/9/CE, presenti nelle attività soggette ai controlli antincendio. (IN VIGORE DAL 8 FEBBRAIO 2006) Lett. Circolare DCPST n 6651 del 22 agosto 2006 Disposizioni comunitarie riguardanti la sicurezza in caso d incendio

12 In ogni caso per i suddetti impianti i punti salienti sono Rispetto delle distanze di sicurezza degli elementi pericolosi (serbatoi, colonnine di erogazione, depositi di oli, locali ristori ecc ) Idoneità dei serbatoi per il contenimento dei liquidi infiammabili Cat. A C Conformità dell impianto idraulico di erogazione Conformità dell impianto elettrico Mezzi antincendio

13 Decreto Ministero dell'interno 31 luglio 1934 Approvazione delle norme di sicurezza per la lavorazione, l immagazzinamento, l impiego o la vendita di oli minerali, e per il trasporto degli oli stessi.

14 OLI MINERALI: Categorie secondo il DM 31/7/34 A Liquidi i cui vapori possono dare luogo a scoppio (T di infiamm. < 21 C) (Petrolio, Benzine) B Liquidi infiammabili aventi una T di infiamm. Compresa tra 21 e 65 C (Kerosene, jet-fuel) C Liquidi combustibili aventi una T di infiamm. Compresa tra 65 e 125 C (gasolio, olio combustibile) C Oli lubrificanti aventi una T di infiamm. > 125 C

15 OLI MINERALI: Classi dei depositi Il DM 31/7/34 distingue dieci classi di depositi in relazione alla natura dei liquidi che contengono (pericolosità) ed in relazione alla capacità intesa come volume effettivo del liquido (- 5% se Interrati 10 % se Fuori Terra). Il primo gruppo composto dalle prime sette classi è relativo alle categorie A e B (può essere misto con presenza di tutte e tre le categorie) Il secondo gruppo composto dalle rimanenti tre classi è relativo alla categoria C (può contenere solo la categoria C

16 Art. 10 DM 31/7/34 CLASSI DEI DEPOSITI Modificato dal Decreto Ministero dell'interno 17 giugno 1987, n. 280 Categorie A e B: Classe 1ª - Depositi con serbatoi fuori terra (o interrati); capacità totale superiore a 3500 mc. (benzina). Classe 2ª - Depositi con serbatoi fuori terra (o interrati); capacità totale da 301 a 3500 mc. (benzina). Classe 3ª - Depositi con serbatoi fuori terra (o interrati); capacità totale da 101 a 300 mc. (benzina). Classe 4ª - Depositi con soli serbatoi interrati; capacità totale da 16 fino a 100 mc. (benzina). Classe 5ª - Depositi di capacità totale da 16 fino a 75 mc. di merce imballata (benzina). Classe 6ª - Serbatoi interrati per distributori di carburanti per autotrazione della capacità massima di litri nell'abitato, e di litri nelle strade fuori città, autostrade, aeroporti ed idroscali civili. (nb) la cap.max del serbatoio con DM e stata portata a 50 mc) Classe 7ª - Depositi di capacità da 2 a 15 mc. di merce imballata (benzina).

17 Art. 10 DM 31/7/34 CLASSI DEI DEPOSITI Categoria C: Classe 8ª - Depositi con serbatoi fuori terra (o interrati), o magazzini di merce imballata; capacità totale superiore a 1000 mc. (oli combustibili). Classe 9ª - Depositi con serbatoi fuori terra (o interrati), o magazzini di merce imballata; capacità totale da 25 a 1000 mc. (oli combustibili). Classe 10ª - Serbatoi interrati per distributori di carburanti per autotrazione della capacità massima di litri nell'abitato e di litri nelle strade fuori città, autostrade, aeroporti ed idroscali civili

18 Decreto Ministero dell'interno 17 giugno 1987, n. 280 Categorie A e B Classe 6a - Serbatoi interrati per distributori di carburanti per autotrazione della capacità massima di litri nell'abitato, e di litri nelle strade fuori città, autostrade, aeroporti ed idroscali civili. N.B. Il DM (Interno) 29/11/2002 ammette, per i serbatoi interrati dei distributori di carburante una capacità massima di 50 mc

19 Decreto Ministero dell'interno 17 giugno 1987, n. 280 Categoria C Classe 10 a - Serbatoi interrati per distributori di carburanti per autotrazione della capacità massima di litri nell'abitato e di litri nelle strade fuori città,autostrade, aeroporti ed idroscali civili. (Nel D.M. del 34 serbatoi interrati per residui distillati ) N.B. Il DM (Interno) 29/11/2002 ammette, per i serbatoi interrati dei distributori di carburante una capacità massima di 50 mc

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21 Distanze di sicurezza Fondamentalmente deve essere usato il D.M e lac.m.i.n 10/69,in ogni caso le principali sono: Da elemento a elemento Distanza Tra serbatoi e fabbricati esterni Secondo la Classe del distributore ai sensi della Tab 1 del D.M. del 34 col. 4 Tra serbatoi e limite di proprietà Secondo la Classe del distributore ai sensi della Tab 1 del D.M. del 34 col. 5 Tra serbatoi 0,5 mt Serbatoi, colonnine e linee elettriche A.T 6mt. Colonnine e colonnine 6 mt Colonnine e bar di superf. > 150 mq o locali vendita con superf. > 200 mq 9m

22 41. Rispetto alle ferrovie e alle tramvie in sede propria, devono essere osservate le distanze prescritte dalla tabella di cui al n. 39. In nessun caso, però, tali distanze possono essere inferiori a 20 metri. Per i distributori di benzina o di miscele e per quelli di residui, installati su strade ordinarie percorse da tramvie o da linee ferroviarie, la colonna distributrice deve essere disposta sul lato opposto della strada, possibilmente a non meno di 6 metri di distanza dalla rotaia più vicina. Il serbatoio del distributore deve trovarsi dalla medesima parte e il più lontano possibile dalla rotaia stessa omissis Fra serbatoi interrati attigui, è sufficiente la distanza di metri 0,50.

23 Serbati interrati per liquidi delle categorie A, B e C 64. I serbatoi per liquidi delle categorie A e B, devono essere metallici, e di massima, di forma cilindrica ad asse orizzontale. Il serbatoio deve essere costruito con lamiere d acciaio di buona qualità, dello spessore minimo di 5 millimetri, solidamente connesse, cosicché esso risulti a tenuta stagna sotto una pressione di prova di non meno di un chilogrammo per centimetro quadrato. I giunti e i raccordi devono essere applicati soltanto sulle pareti dei passi d'uomo o sul loro coperchio.

24 Il serbatoio deve poggiare sopra una platea di ghiaia, o sul fondo della fossa, ad una profondità tale da risultare con la sua generatrice superiore ad un metro dal livello del terreno soprastante, in modo che, in caso di incendio in prossimità, non possa prodursi sensibile aumento di temperatura nel liquido in esso contenuto. In qualche circostanza eccezionale è concesso salire sino a mezzo metro dal detto livello, ma allora occorre che la pressione di prova del serbatoio sia portata a 3 chilogrammi per centimetro quadrato. La terra intorno e sopra il serbatoio, deve essere fortemente stipata per pressione.

25 I passi d'uomo devono essere racchiusi in un pozzetto di muratura, a pareti impermeabili, coperto da chiusino metallico, provvisto di serratura a chiave. I bordi del pozzetto devono essere tenuti più alti di almeno 10 centimetri del livello del terreno circostante, per evitare la penetrazione dell'acqua

26 Al serbatoio deve essere applicato: un dispositivo di sicurezza di primo grado (meglio con fluido inerte o con saturazione), se trattasi di liquidi delle categorie A e B; un semplice tubo di sfogo dei vapori, se trattasi di residui distillati con punto di infiammabilità al disotto di 85 C. Il caso di concentrazioni superiori al Limite di esplosività è tipico dei serbatoi interrati contente combustibili liquidi per autotrazione o riscaldamento (benzine e gasoli): essendo le cisterne interrate, il vapore sviluppato dai liquidi infiammabili stoccati rendono di fatto l'atmosfera costantemente satura, e quindi al di sopra del limite di esplosività (UEL). Durante i rifornimenti degli autoveicoli, caso in cui avviene una sostituzione tra volume di liquido erogato e volume di aria reintegrata nel serbatoio interrato, l'aria in ingresso nel serbatoio viene fatta "gorgogliare" sul fondo, in modo che possa immediatamente saturarsi prima di stagnare nella cisterna.

27 Sistema a saturazione Terminale tagliafiamma Tubo di carico Condotta aspirazione Valvola a clapet Tubazione di equilibrio Valvola ad angolo saturatore Aria satura Vaschetta di gorgogliamento filtro Valvola di fondo con filtro a succhieruola (alternativa a 9+10)

28 Ogni serbatoio è dotato dei propri singoli dispositivi di sicurezza Di 1 grado

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30 66. Serbatoi interrati per liquidi infiammabili della categoria A (classe 6a). Essi sono normalmente collocati nelle piazze, nelle strade, sotto i marciapiedi, nei cortili e simili, mai entro negozi, nelle cantine e nei sotterranei. Di regola, la loro costruzione e il loro interramento devono procedere con le norme del n.64. Lo spessore della lamiera potrà essere al minimo di 4 millimetri per la minore delle capacità di cui al n10. Nel caso in cui essi vengano a trovarsi in prossimità di gallerie ferroviarie o stradali, fognature, cantine e simili, fra il serbatoio e la superficie esterna dei detti manufatti deve intercedere una distanza di due metri; inoltre, la superficie dei manufatti, prospiciente il serbatoio, deve essere intonacata a cemento, oppure il serbatoio deve essere rinchiuso entro una cassa di isolamento. Le prescrizioni di cui sopra riguardano i serbatoi di nuovo impianto; per quelli già esistenti, esse saranno applicate in occasione di eventuali riparazioni che rendano necessario lo scoprimento del serbatoio. Se il serbatoio viene invece a trovarsi in prossimità di gallerie predisposte per pubblici servizi, ovvero di cavi per trasporto di energia elettrica, di cavi telegrafici e telefonici, o di tubi di gas e simili, deve intercedere la distanza di un metro fra la superficie esterna del serbatoio e la galleria, oppure i cavi o i tubi.

31 Inoltre, i tubi di aspirazione della benzina e di aerazione, che vanno dal pozzetto del serbatoio al distributore stradale, devono passare sopra i cavi o i tubi ed essere racchiusi nel tratto corrispondente all'incrocio, in un manicotto di cemento retinato ripieno di materia isolante solida, oppure in un tubo metallico contenitore. In questi casi, presentandosi l'occasione che si debbano riparare cavi armati con tubi di piombo è necessario che l'esercente del distributore prenda accordi con gli addetti alla riparazione e dia disposizioni, per intercettare, durante il tempo dell'operazione, il transito di liquidi, aria e vapori di benzina, nelle tubazioni di comunicazione fra serbatoio e distributore. La cassa d isolamento sopraindicata è d obbligo nelle aree pubbliche delle città lagunari e nelle località abitate a sottosuolo molto umido. Essa, costruita in cemento o in muratura ed a tenuta stagna, deve presentare nel suo interno uno spazio libero, intorno al serbatoio, di cm. 20 in corrispondenza della parte inferiore, di cm 60 ai lati e alle testate, e di un metro nella parte superiore rispetto al livello del suolo soprastante. Il fondo della cassa deve avere una pendenza longitudinale, in senso unico. Lo spazio fra serbatoio e cassa deve essere però riempito con sabbia, terra od altro materiale compatto e incombustibile.

32 Intorno al passo d'uomo deve essere costruito un pozzetto stagno in muratura, munito di chiusino metallico, a livello del suolo, con chiusura quasi stagna di protezione contro le intemperie, e con serratura a chiave. I serbatoi in cassa d'isolamento devono essere messi elettricamente a terra, con una resistenza media non superiore a 50 ohm. Ai serbatoi di questa specie deve essere applicato un dispositivo di sicurezza di primo grado, salvo l'eccezione di cui alla nota (4) della tabella del n. 39.

33 OLI MINERALI: Gradi di sicurezza INFIAMMABILITA L interramento dei serbatoi è la misura più efficace di sicurezza in quanto sottrae materialmente il serbatoio al fuoco ESPLODIBILITA Esistono differenti dispositivi o sistemi finalizzati ad evitare la formazione di una miscela di vapori nel campo di infiammabilità N.B. Deve essere garantita la respirazione atmosferica dei serbatoi al fine di consentire sia le dilatazioni dovute a variazioni di temperatura che le operazioni di travaso

34 OLI MINERALI: Gradi di sicurezza 1 GRADO (Solo serbatoi interrati) per esempio, serbatoi interrati con sistema a saturazione SISTEMA A SATURAZIONE La saturazione della benzina (20%) si produce in tempi relativamente brevi in funzione della temperatura (20 C 15 min); non esistono particolari fenomeni di stratificazione delle concentrazioni. Però affinché si abbia una rapida ed intensa saturazione, occorre che l aria, che entra nel serbatoio attraversi la fase liquida 2 GRADO (serbatoi interrati, fuori terra e magazzini di merce imballata) per esempio, serbatoi interrati con tubo di equilibrio, e serbatoi fuori terra con tetto galleggiante (per merce imballata si confida nelle disposizioni sui contenitori)

35 67. Serbatoi interrati, per residui distillati (classe 10 ). La costruzione e l'interramento di questi serbatoi devono procedere con norme analoghe a quelle precedentemente esposte. Per i serbatoi di questa specie non sono necessari né il circuito chiuso per il movimento dei liquidi, né speciali dispositivi di sicurezza. E' sufficiente un semplice tubo di sfogo dei vapori, disposto con le avvertenze di cui al 3 capoverso del numero seguente

36 Mezzi di distribuzione 82. I mezzi di distribuzione degli oli minerali e dei loro derivati si possono distinguere a seconda che si tratti di merce nuda o di merce imballata. Nel primo caso, si hanno: distributori fissi (per benzine e miscele); distributori fissi (per residui distillati per motori a combustione interna); distributori fissi a doppia erogazione; distributori mobili (per benzina e miscele o per oli lubrificanti); nel secondo caso, le diverse specie di recipienti ufficialmente riconosciuti, oppure ammessi.

37 Distributori fissi (per benzina e miscele). Costituiscono, insieme al proprio serbatoio interrato, il sistema più razionale e più sicuro per la diretta distribuzione al consumatore dei liquidi infiammabili. I distributori non possono essere impiantati sulla soglia dei negozi e tanto meno nel loro interno. Di norma, si deve evitare altresì di collocarli davanti a magazzini, negozi ed ingressi di case, ma si devono mettere lateralmente ad essi. E preferibile non disporli entro le autorimesse; qualora però ciò venga giustificato da particolari circostanze locali, si devono osservare le norme di sicurezza relative alle Autorimesse. I distributori devono dare il minor disturbo possibile al transito, e, nel caso di vicinanza a linee ferroviarie o tramviarie percorrenti strade ordinarie, devono essere collocati con le norme di cui al n. 41. Per soffocare prontamente un inizio di incendio il mezzo più pronto è quello della sabbia. Perciò ogni distributore deve ricevere in corredo un secchiello o bidone, con manico, contenete almeno 10 chilogrammi di sabbia fine ed umida. Per i distributori però che trovandosi nelle immediate vicinanze di autorimesse, depositi, negozi di rivendita di infiammabili (da cui dipendano o coi quali abbiano rapporti) rappresentano un pericolo maggiore, si prescrive anche l'uso di un estintore efficiente per liquidi infiammabili designato in precedenza e all'uopo accantonato nell interno dell ingresso dell autorimessa, ecc.

38 La prima operazione da compiere, iniziando il lavoro, è quella di mettere a posto il recipiente con la sabbia e di assicurarsi, se del caso, che il predetto estintore sia al suo posto. La distribuzione della benzina agli autoveicoli non deve avere luogo se non dopo l arresto del motore e lo spegnimento dei fanali e degli altri mezzi di illuminazione non elettrica (specialmente se ad acetilene). Il personale addetto al distributore o quello dell autoveicolo (passeggeri compresi), non deve fumare né sul veicolo, né nelle immediate vicinanze del distributore, né deve essere permesso ad estranei che fumino, di avvicinarsi. E vietato al personale addetto al distributore, di effettuare il rifornimento se taluno contravviene a questa tassativa disposizione, oppure se esistono fiamme libere entro un raggio di 3 metri. Tutti questi divieti devono essere ricordati da apposito cartello scritto in caratteri appariscenti e appeso al distributore, oppure da iscrizione dipinta, od ottenuta mediante decalcomania, direttamente sull'involucro del distributore.

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40 Pulsante di sgancio elettrico

41 Prima di raccordare il tubo flessibile alla bocca di scarico del distributore, è necessario assicurarsi che la guarnizione del suo attacco sia efficiente e bene a posto, per ovviare a sgocciolamento di benzina. Finito il rifornimento al veicolo, il manovratore deve con le mani far cadere nel serbatoio del medesimo tutta la benzina eventualmente rimasta nel tubo flessibile; poi deve togliere il bocchello di questo, e, tenendolo alto, per non fare sgocciolamento sul suolo, deve appenderlo all'apposito gancio. Per i lavaggi delle diverse parti del distributore e dell'interno della colonna è vietato servirsi di benzina, petrolio ed altri liquidi emananti vapori. Si deve pulire e lavare frequentemente il suolo, intorno alla base della colonna. Occorre pure verificare ogni tanto che la rete metallica della estremità superiore del tubo di equilibrio o di saturazione del serbatoio, si mantenga in buono stato.

42 Distributori fissi a doppia erogazione. Sono due distributori contigui, contenuti in un medesimo involucro. Possono servire per due differenti liquidi infiammabili, oppure per un liquido infiammabile e per un olio combustibile. Ognuno ha il proprio serbatoio interrato, con proprie tubazioni, e, per i liquidi infiammabili, il prescritto dispositivo di sicurezza. I due serbatoi sono disposti con le consuete norme, in ogni caso però non più vicini di m. 0,50 l'uno rispetto all'altro. E pure ammesso l'uso di due distinti serbatoi, con un solo distributore, provvisto però di contatore doppio, il quale serve ad inserire l'una o l'altra numerazione a seconda che si tratti di uno o dell'altro dei due liquidi.

43 DISTRIBUTORI DI CARBURANTI ELEMENTI PERICOLOSI SERBATOI INTERRATI COLONNINE DI DISTRIBUZIONE DEPOSITI E VENDITA DI LUBRIFICANTI ELEMENTI VULNERABILI STAZIONI DI SERVIZIO (AUTOFFICINA, VENDITA ACCESSORI PER AUTO, BAR ETC)

44 ELEMENTI PERICOLOSI Distanze di sicurezza Criteri di sicurezza Modalità di realizzazione Modalità di gestione

45 DISTANZE di SICUREZZA Nella terminologia tecnica per la stesura delle norme, il termine distanza di sicurezza sta ad indicare una INTERPOSIZIONE di SPAZIO SCOPERTO FRA EDIFICI O INSTALLAZIONI. Le distanze di sicurezza si distinguono in: distanza di sicurezza interna: finalizzata a proteggere elementi appartenenti ad uno stesso complesso distanza di sicurezza esterna: finalizzata a proteggere elementi esterni al complesso distanza di protezione: misurata orizzontalmente tra il perimetro in pianta di ciascun elemento pericoloso di una attività e la recinzione (ove prescritta) ovvero il confine dell area su cui sorge l attività stessa. La scelta delle opportune distanze di sicurezza da adottare in un attività è determinata dall energia termica teorica che l eventuale incendio può irraggiare (tale energia varierà a seconda delle attività e delle sostanze in gioco)

46 Circolare Ministero dell Interno n. 10 del 10 febbraio 1969 Distributori stradali di carburante 1. Mezzi di distribuzione consentiti o vietati 1.1. Per la vendita in aree pubbliche, nelle stazioni di rifornimento e nelle stazioni di servizio, di carburanti di categoria A, B e C, si debbono usare esclusivamente mezzi costituiti da colonne di distribuzione fissate al suolo, con serbatoi interrati per il contenimento del carburante in particolare si consentono: a) distributori ordinari fissi a colonna, con serbatoi interrati, dei tipi già contemplati dalle norme vigenti (D.M. 31 luglio 1934 e 12 maggio 1937);

47 b) distributori-miscelatori fissi a colonna, con serbatoio interrato per la benzina e serbatoio fuori terra per l'olio, incorporato nella colonna, di tipo finora non contemplato e di cui al successivo punto 6.1 e seguenti; si tollerano, 1.2. Per la vendita di oli e grassi lubrificanti presso le stazioni di rifornimento e le stazioni di servizio, si consente l'impiego dei distributori mobili, di recipienti mobili di metallo ed anche di bottiglie di vetro, purché queste siano di capacità non superiore a 1 litro (*) e risultino chiuse, nella confezione originale della ditta fabbricante o venditrice (*) (nb) vale ancora per quelli non in sede propria Quando il distributore non è in servizio,recipienti e materiali debbono essere asportati e ricoverati in locale idoneo.

48 Prescrizioni aggiuntive per l'installazione e l'esercizio di distributori fissi (ordinari e miscelatori) 2.3. I serbatoi interrati per i carburanti di cat. A e B dei distributori fissi debbono essere muniti di sistema di sicurezza di 1 grado a saturazione, di sistema di caricamento a ciclo chiuso e di tubazione di equilibrio della pressione e di sfogo dei vapori; quelli di carburanti di cat. C, di sistema di sicurezza di 2 grado, con semplice tubo di equilibrio. La bocca libera del tubo deve essere munita di un dispositivo taglia fiamma a nido d'ape o a tubi capillari o ghiaia, corredato all'interno e all'esterno di fitte reticelle metalliche; inoltre, deve essere disposta nel punto interno più alto della colonna, il cui fasciame esterno non deve presentare, in corrispondenza di essa, aperture o fori,il dispositivo deve risultare accessibile, aprendo la colonna, per la sua regolare ispezione e il suo eventuale ricambio;

49 CICLO CHIUSO

50 Tubazione di equilibrio: a) disposta nella colonna come disposto dall art. 70 lettera F) e b) del D.M. 31/07/34 (h 2,40 metri) b) collocata all interno della colonna c) collocata fuori della colonna, convenientemente sostenuto e protetto (h 2,40 metri) Circolare n. 10 del 10/02/1969 N.B.: in ogni caso le bocche dei tubi di equilibrio devono essere dotati di idoneo dispositivo tagliafiamma

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52 4. Prescrizioni aggiuntive circa le caratteristiche strutturali dei distributori ordinari, fissi e mobili, di tipo già contemplato dalle norme. Distributori fissi Le colonne di distribuzione debbono essere sempre corredate dal fabbricante, del tubo di allacciamento alla tubazione di equilibrio e di sfogo, disposto o disporsi come prescritto al precedente punto 2.3. L'approvazione di una colonna di distribuzione non può aver luogo se essa non risulti corredata dell'uno e dell'altro dispositivo prescritto.

53 9. Attraversamento con linee telegrafiche e linee per il trasporto di energia elettrica delle aree destinate agli impianti di distribuzione carburanti (vedi lettera circolare n /4113 del 12 dicembre 1974) 9.1. E consentito l'attraversamento con linee telegrafoniche delle aree destinate agli impianti di distribuzione di carburanti L'attraversamento di tali aree con linee di trasporto di energia elettrica può essere consentito a condizione che i punti di rifornimento (colonnine distributrici) ed i punti di travaso (pozzetto dei serbatoi interrati) non risultino sottostanti a linee elettriche ad alta tensione e distino dalla proiezione orizzontale di queste non meno di mt. 6. Le distanze vanno misurate orizzontalmente dalla proiezione verticale a terra del conduttore più vicino ai bordi rispettivamente delle colonnine e dei chiusini dei pozzetti dei serbatoi interrati. Lettera circolare Ministero dell Interno 12 dicembre 1974, n /4113 (per l'art. 268 del D.P.R. 547 sono considerate ad alta tensione le linee oltre 600 volt a corrente continua e 400 volt a corrente alternata)

54 10.2 modificato da Circolare Ministero dell'interno 11 ottobre 1988 Le colonnine per le benzine, esistenti nell'ambito della stazione di rifornimento, possono essere sistemate in gruppi su apposite isole. n. 17 Le isole debbono essere disposte razionalmente in modo da consentire le soste per il rifornimento ed il facile movimento degli automezzi; la distanza tra le isole misurata dai cordoli deve essere superiore a 6 mt. Le colonnine predette debbono distare non meno di 9 m da aree destinate specificamente a parcheggio, da motels, da posti di ristoro (ristoranti, bar, snack bar, tavole calde), con superficie superiore a 150 m2, da locali-vendita di merci varie con superficie superiore a 200 m2.

55 Ove i posti di ristoro ed i locali vendita risultino contigui su una o più pareti, o sottostanti o sovrastanti tra loro ma non direttamente comunicanti, ovvero risultino non contigui e separati tra loro da semplici passaggi coperti, le rispettive superfici non vanno cumulate. (modificata da Circolare Ministero dell'interno 11 ottobre 1988 n. 17)

56 12. Distributori automatici di carburante con funzionamento a gettoni Le autorizzazioni all'installazione dei predetti impianti possano essere concesse in via definitiva per apparecchi di "tipo approvato" da installarsi in luoghi sorvegliati da personale addetto, ma con possibilità di funzionamento anche nelle ore di assenza del personale medesimo. MODIFICATO DA Circolare Ministero dell'interno 23 settembre 1970, n Potenzialità complessiva degli impianti di distribuzione stradale di carburanti nel sistema normativo vigente sia consentita la concessione del nulla-osta di competenza agli impianti di distribuzione stradale di carburanti di qualsiasi capacità complessiva.

57 Decreto Ministero dell'ambiente 20 gennaio 1999, n. 76 Regolamento recante norme per l installazione dei dispositivi di recupero dei vapori di benzine presso i distributori Fatto salvo quanto previsto ai precedenti commi, entro il 30 giugno 2000 le pompe di distribuzione delle benzine presso tutti gli impianti preesistenti di distribuzione dei carburanti devono essere attrezzate Decreto Ministero dell'ambiente 20 gennaio 1999, n. 76 con dispositivi di recupero dei vapori.

58 controllo sistemi recupero vapori SISTEMA CON VALVOLA AD INTERLOCK E VALVOLA A PRESSIONE/DEPRESSIONE Kit di recupero vapori dall interno serbatoio Valvola di press./dep. per il controllo di ev. sovrapress. pompa del kit recupero vapori Dispositivo antiriflusso liquido Tagliafiamma intermedio

59 Decreto Ministero dell'interno 5 febbraio 1988, n. 53 Art. 1 Gli impianti stradali di distribuzione di carburanti liquidi per autotrazione, di tipo self-service a pre-determinazione e prepagamento, dovranno essere dotati, entro due anni Decreto Ministero dell'interno 5 febbraio 1988, n. 53 dalla pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale del presente decreto, di un DISPOSITIVO DI SICUREZZA CONTRO LA PERDITA ACCIDENTALE DI CARBURANTI,DAI TUBI DI EROGAZIONE. Tale dispositivo deve effettuare, ad ogni richiesta di erogazione, la verifica automatica della pressione all'interno della tubazione di erogazione provvedendo al blocco del gruppo motore-pompa, qualora il valore rilevato sia inferiore ad 1 bar e dovrà entrare in funzione entro 2 secondi.

60 Decreto Ministero dell'interno 5 febbraio 1988, n. 53 Gli impianti elettrici devono essere a sicurezza in conformità di quanto stabilito dalla legge n. 186 del 1 marzo Il dispositivo di sicurezza di cui trattasi deve essere di tipo approvato dal Ministero dell'interno ai sensi di quanto previsto dal titolo I, n. XVII, del decreto ministeriale 31 luglio Art. 2 Gli organismi preposti ai controlli dei predetti impianti dovranno verificare quanto indicato al precedente articolo in occasione degli adempimenti di competenza.

61 Decreto ministero dell Interno 29 novembre 2002 Requisiti tecnici per la costruzione, l'installazione e l'esercizio dei serbatoi interrati destinati allo stoccaggio di carburanti liquidi per autotrazione, presso gli impianti di distribuzione. Art. 2. Requisiti di progettazione, costruzione ed installazione dei serbatoi 1. I serbatoi interrati debbono essere progettati, costruiti ed installati nel rispetto della vigente normativa, in modo da assicurare: a) il mantenimento dell'integrità strutturale durante l'esercizio; b) il contenimento ed il rilevamento delle perdite; c) la possibilità di eseguire i controlli previsti.

62 2. I serbatoi interrati sono: a) a doppia parete e con sistema di monitoraggio in continuo dell'intercapedine. Le pareti dei serbatoi possono essere entrambe metalliche, con la parete esterna rivestita di materiale anticorrosione; la parete interna metallica e la parete esterna in altro materiale non metallico, purché idoneo a garantire la tenuta dell'intercapedine tra le pareti; entrambe le pareti in materiale non metallico, purché resistenti alle sollecitazioni meccaniche ed alle corrosioni; parete interna non metallica ed esterna in metallo, rivestita in materiale anticorrosione; b) a parete singola metallica od in materiale non metallico all'interno di una cassa di contenimento in calcestruzzo, rivestita internamente con materiale impermeabile e con monitoraggio in continuo delle perdite. La cassa di contenimento può contenere uno o più serbatoi senza setti di separazione tra gli stessi.

63 3. Le tubazioni interrate di connessione tra serbatoi interrati e con le apparecchiature erogatrici di carburanti, progettate, costruite ed installate nel rispetto di quanto previsto nel comma l, possono essere di materiale non metallico. 4. Per la prevenzione ed il contenimento delle perdite, i serbatoi devono essere dotati di: a) un dispositivo di sovrappieno del liquido che eviti la fuoriuscita del prodotto in caso di eccessivo riempimento per errata operazione di carico; b) una incamiciatura o sistema equivalente per le tubazioni interrate funzionanti in pressione, al fine di garantire il recupero di eventuali perdite. 5. La capacità massima dei singoli serbatoi interrati è stabilita in 50 m3. I serbatoi possono essere compartimentati e contenere prodotti diversi nei vari compartimenti.

64 6. Con riferimento al monitoraggio in continuo dell'intercapedine, di cui al precedente comma 2, è ammessa la centralizzazione dei sistemi, purché sia consentito il controllo dei singoli serbatoi. Nel caso di serbatoio compartimentato, ai sensi del precedente comma 5, e' ammesso il controllo dell'intercapedine mediante unico sensore ove questo sia idoneo alla segnalazione di ognuno dei prodotti detenuti. 7. Su ciascun serbatoio deve essere installata, in posizione visibile, apposita targa di identificazione che deve indicare: a) il nome e l'indirizzo del costruttore; b) l'anno di costruzione; c) la capacità, lo spessore ed il materiale del serbatoio; d) la pressione di progetto del serbatoi e dell'intercapedine.

65 Art. 3. Conduzione dei serbatoi interrati 1. Nella conduzione dei serbatoi interrati sono attuate tutte le procedure di buona gestione che assicurino la prevenzione dei rilasci, dei traboccamenti e degli sversamenti del contenuto 2. Il conduttore del serbatoio provvede annualmente ad una verifica di funzionalità dei dispositivi che assicurano il contenimento ed il rilevamento delle perdite secondo quanto previsto nel successivo art. 4 o in mancanza secondo le indicazioni fornite dal costruttore.

66 Art. 5. Disposizioni finali 1. Il presente decreto sostituisce il decreto del Ministro dell'interno 17 giugno 1987, n. 280, e modifica il decreto del Ministro dell'interno 31 luglio 1934 ed il decreto ministeriale 1 luglio Il presente decreto si applica alle nuove installazioni. 3. Sono fatte salve le competenze spettanti alle regioni a statuto speciale e alle province autonome.

67 Negli anni 80/90 hanno cominciato ad essere prodotti degli impianti che si adattavano alle esigenze di particolari attività lavorative, quali cave, cantieri ed imprese agricole, le quali avevano l esigenza di frequenti rifornimenti ai loro mezzi che non potevano circolare su strada Veniva introdotto un nuovo tipo di impianto denominato DIESEL -TANK Si trattava in sostanza di un serbatoio a cui era incorporato una elettropompa con contalitri per il rifornimento dei suddetti mezzi (gasolio) Il suddetto contenitore - distributore ottenne l omologazione da parte del M.I. come apparecchio di tipo mobile da utilizzarsi per il rifornimento degli automezzi

68

69 Per regolamentare questi impianti, il M.I. approvo un apposito Decreto D. M.I. 19 marzo 1990 Norme per il rifornimento di carburanti, a mezzo di contenitori distributori mobili, per macchine in uso presso aziende agricole, cave e cantieri. Questo decreto ha indotto all inizio un po di confusione,nel senso che definendo questi impianti come mobili, ne derivava che non erano attività soggette al controllo VV.F. In realtà questa discrepanza fu sanata con una apposita Circolare del M.I. il 5marzo1993, nella quale veniva ribadito che ai fini antincendio, considerato che i suddetti impianti sono sia omologati dallo stesso M.I. e nello stesso tempo non facilmente rimovibili, erano da considerarsi come depositi di carburanti (att. 15 del D.M.I. 16 febbraio1982)

70 Successivamente questi impianti sono stati autorizzati anche per l utilizzo da parte di autotrasportatori con il D. M.I. 12 settembre 2003 Regola tecnica di prevenzione incendi per l installazione e l esercizio di depositi di gasolio per autotrazione ad uso privato di capacità geometriche non superiore a 9 m3, in contenitori-distributori rimovibili per il rifornimento di automezzi destinati all attività di autotrasporto Si deve quindi evidenziare che ancora oggi i suddetti impianti non sono autorizzabili in tutte le attività non ricomprese in quelle sopraccitate (se non tramite la procedura di deroga)

71 Decreto Ministero dell'interno 12 settembre 2003 Approvazione della REGOLA TECNICA DI PREVENZIONE INCENDI per l'installazione e l'esercizio di DEPOSITI DI GASOLIO PER AUTOTRAZIONE AD USO PRIVATO, di capacità geometrica non superiore a 9 mc, in contenitori-distributori rimovibili per il rifornimento di automezzi destinati all'attività di autotrasporto Campo di applicazione Il presente decreto disciplina ai fini della prevenzione incendi l'installazione e l'esercizio di depositi di gasolio per autotrazione, ad uso privato, di capacità geometrica complessiva non superiore a 9 mc, in contenitori-distributori rimovibili per il rifornimento di automezzi destinati all'attività di autotrasporto. Le disposizioni del presente decreto NON SI APPLICANO AGLI IMPIANTI FISSI DI DISTRIBUZIONE CARBURANTI PER AUTOTRAZIONE, AD USO PUBBLICO E PRIVATO, per i quali continuano ad applicarsi le specifiche disposizioni di prevenzione incendi

72 Obiettivi a) minimizzare le cause di fuoriuscita accidentale di carburante ed il rischio di incendio b) limitare, in caso di evento incidentale, danni alle persone; c) limitare, in caso di evento incidentale, danni ad edifici e o locali contigui all'impianto; d) consentire ai soccorritori di operare in condizioni di sicurezza. Capacità del deposito La capacità complessiva massima del deposito è fissata in 9 mc e può essere ottenuta con uno o più contenitori distributori

73 Modalità di installazione a) dichiarazione di conformità al prototipo approvato, manuale, targa di identificazione; b) installazione esclusivamente su aree a cielo libero. È vietata l'installazione in rampe carrabili, su terrazze e comunque su aree sovrastanti luoghi chiusi; c) Le piazzole di posa devono risultare in piano e rialzate di almeno 15 cm rispetto al livello del terreno circostante. d) I contenitori-distributori devono essere provvisti di bacino di contenimento, di capacita non inferiore alla metà della capacità geometrica del contenitore distributore stesso, e di tettoia di protezione dagli agenti atmosferici realizzata in materiale non combustibile.

74 e) I contenitori-distributori, ed il relativo bacino di contenimento, se di tipo prefabbricato, devono essere saldamente ancorati al terreno per evitare spostamenti durante il riempimento e l'esercizio e per resistere ad eventuali spinte idrostatiche. f) Lo sfiato del tubo di equilibrio deve essere posizionato all'altezza di m 2,40 dal piano di calpestio e deve essere dotato di apposito dispositivo tagliafiamma. g) Il grado di riempimento dei contenitori-distributori deve essere non maggiore del 90% della capacita geometrica degli stessi; a tal fine deve essere previsto un apposito dispositivo limitatore di carico.

75 Distanze di sicurezza - fabbricati, eventuali fonti di accensione, depositi di materiali combustibili e/o infiammabili non ricompresi tra le attività soggette ai controlli di prevenzione incendi ai sensi del decreto ministeriale 16 febbraio 1982: 5 m - fabbricati e/o locali destinati anche in parte a civile abitazione, esercizi pubblici, collettività, luoghi di riunione, di trattenimento o di pubblico spettacolo, depositi di materiali combustibili e/o infiammabili costituenti attività soggette ai controlli di prevenzione incendi ai sensi del decreto ministeriale 16 febbraio 1982: 10 m; - linee ferroviarie e tranviarie: 15 m, fatta salva in ogni caso l'applicazione di specifiche disposizioni emanate in proposito; - proiezione verticale di linee elettriche ad alta tensione: 6 m. Distanze di protezione Rispetto al perimetro dei contenitori distributori (con esclusione del bacino di contenimento) deve essere osservata una distanza di protezione di almeno 3 m

76 Recinzione I contenitori-distributori devono essere ubicati in apposita zona delimitata da recinzione in muratura o rete metallica alta almeno 1,8 m e dotata di porta apribile verso l'esterno, chiudibile con serratura o lucchetto. Nel caso di depositi collocati in attività provviste di recinzione propria, la Decreto Ministero dell'interno 12 settembre 2003 recinzione di cui al comma precedente non è necessaria Altre misure di sicurezza I contenitori-distributori devono essere contornati da un'area, avente ampiezza non minore di 3 m, completamente sgombra e priva di vegetazione che possa costituire pericolo di incendio. In prossimità dei contenitori-distributori non devono essere depositati materiali di alcun genere. Appositi cartelli fissi ben visibili devono segnalare il divieto di avvicinamento al deposito da parte di estranei e quello di fumare ed usare fiamme libere. La segnaletica di sicurezza deve rispettare le prescrizioni del decreto legislativo 14 agosto 1996, n Apposito cartello fisso deve indicare le norme di comportamento e i recapiti telefonici dei Vigili del fuoco e del tecnico della ditta distributrice del carburante da contattare in caso di emergenza.

77 Impianto elettrico e messa a terra Gli impianti e le apparecchiature elettriche devono essere realizzati ed installati in conformità a quanto previsto dalle leggi 1 marzo 1968, n. 186 e 5 marzo 1990, n. 46. Il contenitore-distributore deve essere dotato di dispositivo di blocco dell'erogazione che intercetti l'alimentazione elettrica al motore del gruppo erogatore in caso di basso livello carburante nel contenitore. Il contenitore-distributore deve essere provvisto di idonea messa a terra. Estintori In prossimità del contenitore-distributore, devono essere tenuti almeno due estintori portatili aventi carica minima pari a 6 kg e capacita estinguente non inferiore a 21A-89B-C e un estintore carrellato avente carica nominale non minore di 30 kg e capacita estinguente non inferiore a B3.

78 Norme di esercizio Per i divieti e le limitazioni da osservare sia nella fase di riempimento del contenitore-distributore che nelle operazioni di erogazione del carburante, si rimanda a quanto previsto dal decreto ministeriale 31 luglio 1934 e successive modifiche ed integrazioni. il personale addetto al riempimento del contenitore-distributore, prima di iniziare le operazioni, deve: - assicurarsi della quantità di prodotto che il contenitoredistributore può ricevere; - verificare l'efficienza delle apparecchiature a corredo del contenitore distributore e l'assenza di perdite; - effettuare il collegamento equipotenziale tra autocisterna e punto di riempimento; - verificare il rispetto dei divieti al contorno del contenitoredistributore; il contenitore-distributore deve essere trasportato scarico.

79 DEPOSITI DI OLI LUBRIFICANTI Principali norme antincendi Circolare Ministero dell'interno 19 febbraio 1974, n. 16 Distributori automatici di carburanti. Detenzione olio lubrificante e petrolio lampante adulterato ad uso riscaldamento in confezione. Quantitativi massimi ammessi dalla legge. Circolare Ministero dell'interno 3 settembre 1974, n. 54 Distribuzione di carburanti. Detenzione oli lubrificanti e petrolio lampante adulterato ad uso riscaldamento in confezione. Quantitativi massimi ammessi dalla legge e capacità singola dei contenitori. Lettera circolare Ministero dell'interno n /4113 del 10 novembre 1976 Detenzione olii lubrificanti presso impianti distributori di carburanti ubicati su autostrade Lettera circolare Ministero dell'interno n /4112 del 26 settembre 1983 Immagazzinamento oli lubrificanti presso gli impianti stradali di distribuzione carburanti Lettera circolare Ministero dell'interno n /4112 del 16 novembre 1983 Immagazzinamento oli lubrificanti presso gli impianti stradali di distribuzione carburanti Vie di comunicazione ordinaria

80 DISTRIBUTORI DI CARBURANTI: depositi e vendita lubrificanti Capacità massima del deposito pari a 15 mc se in sede propria, 2 mc per i normali distributori È consentita la detenzione, in contenitori originali sigillati di 200 Kg di oli lubrificanti L idoneità del locale deve essere accertata dal Comando VVF Per il locale deposito, in linea di massima si prevede: Divieto di effettuare operazioni di travaso Bacino di contenimento Estintori per fuochi di classe B Locale realizzato con materiali incombustibili Aerazione almeno pari ad 1/30 Accesso dall esterno o da disimpegno aerato

81 Impianti di distribuzione di GAS METANO D.M. 24 maggio 2002 (Modificato dal D.M. 28 giugno 2002) Norme di prevenzione incendi per la progettazione, costruzione ed esercizio degli impianti di distribuzione stradale di gas naturale per autotrazione. 1. Scopo e campo di applicazione. a) Impianti alimentati da condotta; b) impianti alimentati da carro bombolaio. 2. Obiettivi. a) Minimizzare le cause di rilascio accidentale di gas,di incendio e di esplosione; b) limitare,in caso di evento incidentale, danni alle persone; c) limitare,in caso di evento incidentale, danni ad edifici e/o locali contigui all'impianto; d) permettere ai soccorritori di operare in condizioni di sicurezza.

82 Non possono sorgere all interno del centro abitato e o comunque in un area a bassa densità di edificazione (d < 3 m3/m2)

83 3. Disposizioni tecniche. 4. Ubicazione. 4. L'attestazione che l'area prescelta per l'installazione dell'impianto non ricada in alcuna delle zone o aree precedentemente indicate è rilasciata dal competente ufficio dell'amministrazione comunale. Vi sono comunque delle eccezioni, come ad esempio nei casi in cui il distributore sia alimentato da condotta con capacità di smorzamento/accumulo non superiore a 500 Nm3 5. Commercializzazione CE. 6. Disposizioni complementari e finali.

84 TITOLO I Disposizioni generali..1. TERMINI, DEFINIZIONI E TOLLERANZE DIMENSIONALI. LINEA di ALTA PRESSIONE. Parte dell impianto gas compresa tra la mandata del compressore, o l'attacco di prelievo dal mezzo mobile, e la pistola di erogazione gas al veicolo. LINEA di BASSA PRESSIONE. Parte dell'impianto gas compresa tra il dispositivo di intercettazione generale di alimentazione dell'impianto di distribuzione e l'aspirazione del primo stadio del compressore. LOCALI. Strutture di alloggiamento delle apparecchiature costituenti la stazione di rifornimento. PIAZZALI. Aree dove accedono e sostano gli autoveicoli per il rifornimento. PISTOLA di EROGAZIONE GAS AL VEICOLO. Dispositivo montato all'estremità di una tubazione flessibile che si innesta al dispositivo di carico posto sul veicolo e atto a realizzare la connessione in modo sicuro ed ermetico, a pressione di 220 bar. VALVOLADI INTERCETTAZIONE COMANDATA A DISTANZA. Valvola normalmente chiusa il cui azionamento può avvenire anche da un punto predeterminato distante dal punto di installazione della valvola.

85 1.2. ELEMENTI COSTITUTIVI Impianti alimentati da condotta. a) Cabina di riduzione della pressione e di misura del gas; b) Locale compressori; c) Locale contenente recipienti di accumulo; d) Uno o più apparecchi di distribuzione automatici per il rifornimento degli autoveicoli; e) Box per i carri bombolai; f) Cabina per la trasformazione dell'energia elettrica; g) locali destinati a servizi accessori Impianti alimentati da carro bombolaio. a) Locale contenente recipienti di accumulo; b) Locale compressori; c) Uno o più apparecchi di distribuzione automatici per il rifornimento degli autoveicoli; d) Uno o più box per i carri bombolai; e) Cabina per la trasformazione dell'energia elettrica; f) locali destinati a servizi accessori Elementi pericolosi dell'impianto. quelli indicati al punto con esclusione delle lettere f) e g), ed al punto con esclusione delle lettere e) ed f).

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