Metodologica per la definizione delle priorità di mitigazione

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1 Piano del Rischio Integrato dell Area di Lecco Metodologica per la definizione delle priorità di mitigazione C. Di Mauro Varenna, 29 Settembre 2010

2 Inquadramento territoriale Piano del Rischio Integrato dell Area di Lecco Estensione area di studio: circa 409 km 2 Popolazione: abitanti c. ca L area di studio interessa 43 Comuni su 90 della Provincia di Lecco distribuiti lungo la sponda orientale del ramo di Lecco del Lago di Como (settore centronord) lungo il corso del Fiume Adda (settore sud-est) lungo il tracciato della SS36 tra Milano e Lecco (settore sud-ovest) e interessa 3 Comunità Montane

3 Schema del Processo Decisionale Occorre migliorare la gestione del rischio? No FINE Monitoraggio dei dei processi di di implementazione della della strategia Riduzione della Suscettibilita Riduzione della Vulnerabilita Miglioramento della Capacita difar far Fronte Identificazione degli obiettivi Analisi del del Rischio Definizione delle strategie alternative Riduzione del del Pericolo No Preferenze dei dei Portatori d interesse Implementazione della scelta Si Identificazione di una strategia comune? Processo Negoziale

4 Il modello di rischio adottato La misura del rischio relativo all uomo (sociale ed individuale) viene condotta sulla base del seguente modello generale di calcolo: R F,i = g i x e i x j i x f i x p i x N pe dove: Sorgenti di pericolo Bersagli g: fattore di gravità - definisce la gravità per danni dello stesso tipo e: fattore di esposizione - definisce la probabilità che un determinato bersaglio, presente nell area di danno in esame, sia effettivamente colpito p: fattore di presenza - definisce la probabilità che un determinato bersaglio, potenzialmente presente nell area di danno in esame, lo sia effettivamente fattore d incertezza - probabilità che l area di danno individuata interessi effettivamente la zona in esame N: numero di bersagli f: frequenza attesa, in occasioni all anno, relativa allo scenario di rischio in esame

5 R F,i = g i x e i x j i x f i x p i x N pe RF = frequenza x Esposizione x Impatto R # o R o # R #;o x + x + + x f E I QUALE STRATEGIA DI MITIGAZIONE SCEGLIERE?

6 Base informativa Supporto alla decisione a scala locale Calcolo della distribuzione dei rischi in base ad una griglia spaziale di dimensioni 20m x 20m Aggregazione griglia 200m x 200m Aggregazione griglia 500m x 500m Aggregazione griglia 1000m x 1000m Supporto alla decisione a scala vasta

7 scala locale di dettaglio Processo di Analisi Calcolo della distribuzione dei rischi in base ad una griglia spaziale di dimensioni 20m x 20m Aggregazione griglia 200m x 200m Aggregazione griglia 500m x 500m Processo di Aggregazione Aggregazione griglia 1000m x 1000m scala vasta

8 Rappresentazione su base 1000 x 1000 m

9 Rappresentazione su base 500 x 500 m

10 Rappresentazione su base 200 m x 200 m

11 Rappresentazione su base comunale

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13 Classificcazione del rischio

14 Analisi delle componenti del rischio

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19 Analisi di Sensitività

20 Gestione della Base di dati

21 Ontologia e Metainformazione

22 Multi rischio Il multi rischio non èla sommatoria dei diversi rischi; la sommatoria dei diversi rischi mi permette di valutare la criticità del territorio ma non mi aiuta a definire le strategie di mitigazione;

23 Strategie di Mitigazione e processi partecipati La rappresentazione del Multi rischio dipende dalla finalità del processo decisionale che occorre valutare: (es. Strategia di mitigazione del rischio industriale o strategia di protezione delle strutture scolastiche); La rappresentazione del Multi rischio dipende dagli attori coinvolti e dalla loro interpretazione del problema decisionale; La rappresentazione del Multi rischio dipende dagli indicatori scelti per rappresentare il problema decisionale;

24 Conclusioni Lo sviluppo della metodologia di mitigazione è flessibile per poter rispondere ai diversi processi decisionali con cui gli enti pubblici si confrontano; La metodologia permette d integrare anche altre basi di informazione rispetto a quelle strettamente legate alla distribuzione spaziale dei rischi; Occorre definire in modo chiaro le caratteristiche dei dati e le relative metainformazioni; La metodologia sfrutta il più possibile le capacità dei sistemi di georappresentazione per comunicare ai portatori di interesse e ai decisori in modo visivo la distribuzione territoriale delle diverse dimensioni del problema; La metodologia può essere implementata a prescindere del supporto informatico utilizzato; Le basi di dati possono essere facilmente aggiornabili e integrabili; Si tiene conto dei dettami della Direttiva INSPIRE

25 Conclusioni II PREGI: La metodologia di identificazione delle priorità di mitigazione cosi come concepita risulta organica, flessibile ed esaustiva; Permettere di definire un sistema aggiornabile che mantiene traccia dell efficacia delle azioni sul territorio; (supera la logica della lista delle priorità ) La metodologia è esportabile per altri contesti; La metodologia è sviluppabile E implementabile a prescindere dei sistemi informatici utilizzati. DIFETTI: Richiede informazione accurata; Richiede numerose elaborazioni a monte del processo; Richiede competenze specifiche per l aggiornamento e il suo mantenimento; Occorre esperienza per supportare l interpretazione dei risultati e per supportare il processo decisionale; Al momento la sua implementazione risulta ancora artigianale prevedendo diverse elaborazioni non automatizzate e diverse integrazioni manuali.

26 Grazie per l attenzione! CONTRIBUTI: F. Piccarolo, G. Pastorelli Fondazione Lombardia per l Ambiente, (MI) A. Zaccone, M. Ceriani, M. Carelli Regione Lombardia Direzione Generale Protezione Civile e Prevenzione A. Romano, G. Romano T.R.R. S.r.l. Osio Sotto, (BG) F.Pozza, P. Seminati, S. Oliveri Universita Cattolica del Sacro Cuore di Brescia P. Frattini Università degli Studi di Milano

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