Regione Veneto. Provincia di Belluno COMUNE DI FARRA DI ALPAGO. Tambre
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1 Regione Veneto Provincia di Belluno COMUNE DI FARRA DI ALPAGO ELABORATO SCALA Puos d'alpago Comune di Farra d'alpago Il Sindaco Tambre Floriano De Pra Ponte nelle Alpi Farra d'alpago Ufficio tecnico comunale Ing. Luca Facchin Vittorio Veneto Fregona Progettista: Pian. Alberto Azzolina 1 Revisione Emissione Descrizione 11/2014 Data Via Case Nuove 28/ Marghera VE Telefono albertoazzolina@libero.it, alberto.azzolina@archiworldpec.it, Cod. Fisc. ZZLLRT80D26L736X P.Iva
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5 Lo stato della Pianificazione Comunale. La Legge Urbanistica Regionale 11/2004, come evidenzia l art. 2, stabilisce i criteri e gli indirizzi degli strumenti di pianificazione per conseguire un miglioramento complessivo della qualità della vita nel rispetto dei principi di sussidiarietà, adeguatezza, efficienza e concertazione. Le azioni principali sono: promozione e realizzazione di uno sviluppo sostenibile e durevole; tutela delle identità storico-culturali e della qualità degli insediamenti urbani ed extraurbani attraverso le operazioni di recupero e riqualificazione; salvaguardia e valorizzazione dei centri storici, del paesaggio rurale e delle aree di pregio naturalistico; riorganizzazione e riqualificazione del tessuto insediativo esistente, riducendo così l utilizzo di nuove risorse territoriali; difesa dai rischi idrogeologici; coordinamento con le politiche di sviluppo regionale e nazionale. Il Comune di Farra d'alpago ha intrapreso il percorso di rinnovo della propria strumentazione di governo del territorio, in conformità con la L.R. 11/2004, pervenendo all adozione e successiva approvazione del P.A.T.I. con i Comuni di Farra d'alpago, Tambre, Chies d'alpago e Puos d'alpago, approvato in Conferenza dei Servizi del 12/09/2011. Allo stato attuale come definito dalla legge, a seguito dell approvazione del primo piano di assetto del territorio (P.A.T.I.), il piano regolatore generale vigente, per le parti compatibili con il P.A.T.I., diventa il piano degli interventi (art. 48, L.R.11/2004). Risulta quindi importante completare la riforma arrivando arrivare in tempi rapidi all adozione del Piano degli Interventi completo ai sensi della LR 11/2004, in quanto: il P.R.G., pur essendo stato integrato e modificato con diverse varianti, non si può considerare più attuale, nella sua impostazione generale, per una gestione efficace del territorio ovvero le trasformazioni interne al territorio comunale e, ancor più quelle che hanno interessato il contesto territoriale, richiedono una riformulazione complessiva non solo della disciplina delle trasformazioni, ma anche della struttura del piano stesso; il P.R.G. vigente presenta dei limiti evidenti per i quali non può esaurire le potenzialità e i contenuti di un vero P.I., essendo stato concepito e strutturato secondo schemi, regole, obiettivi generali e riferimenti normativi superati, ad esempio, rimane privo sia di un'adeguata componente programmatoria, coordinata alla valutazione delle disponibilità economiche di spesa, che di una qualsiasi relazione con gli strumenti di settore; i nuovi obiettivi, strategici o di tutela, previsti dal P.A.T.I., potranno trovare una dimensione operativa esclusivamente nel P.I. 2
6 La redazione del P.I. di Farra d'alpago è però da inserirsi in un'ottica di continuità e relazione con la visione intercomunale, concorrendo alla realizzazione del Piano conformando la disciplina urbanistica alle direttive, prescrizioni e vincoli stabiliti dal P.A.T.I., declinandola in relazione alle specificità di ciascun Comune. Infatti, dovendo provvedere alla redazione dei Piani degli Interventi in attuazione del P.A.T.I. per quanto concerne i propri territori, le Amministrazione comunali di Chies d Alpago, Farra d Alpago, Pieve d Alpago e Tambre hanno manifestato in sede di Conferenza dei Sindaci la volontà di provvedere alla redazione di un unico strumento urbanistico operativo al fine di consentire, anche in prospettiva della gestione associata dei servizi voluta dalla legge, il coordinamento complessivo dell iniziativa sul territorio sovracomunale interessato. Tuttavia i tempi di redazione di questo PI dell'alpago, nel quale il Comune di Farra si inserisce, sono decisamente più lunghi rispetto alle esigenze dell'amministrazione Comunale di rispondere rapidamente alle istanze di cittadini e/o operatori, i quali, a seguito dei cambiamenti socio economici, necessitano che vengano inquadrati nello strumento urbanistico gli interventi necessari. Il P.I. e gli aspetti socio-economici. L amministrazione non considera il P.I. un semplice strumento per collocare volumi nel territorio o per tracciare strade. Le implicazioni che questo piano ha con gli aspetti ambientali, sociali, economici sono enormi: in questo senso il piano deve gestire la complessa relazione tra i diversi aspetti della società. Per questo il P.I. può attuarsi per fasi stabilite da priorità: è la politica che deve assumere responsabilità chiare sui vari aspetti dello sviluppo. Non vi è dubbio che l emergenza lavoro rappresenta oggi una priorità sociale rilevante: ogni azione che può fornire lavoro in tempi brevi va attuata. Si propone di valutare e approvare varianti puntuali che consentano il recupero degli edifici e di aree degradate per riqualificare i centri, pensando anche alle frazioni, favorendo soprattutto le attività che abbiano ricadute sociali e quindi economiche. Un nuovo approccio normativo per la semplificazione. Le norme tecniche vigenti costituiscono un corpo regolamentare che non si adatta più ai nostri tempi. È urgente distinguere tra gli interventi semplici e ordinari, che si possono fare subito, finalizzati alla riqualificazione puntuale degli edifici, al miglioramento dell efficienza energetica, da quelli complessi che servono per rigenerare parti cospicue di città, che richiedono il coordinamento di diversi enti pubblici e operatori privati. Si intende intervenire per proporre un nuovo testo che semplifica le regole, almeno per la parte degli interventi che sono di tipo ordinario: le opere di manutenzione, le ristrutturazioni edilizie, le piccole costruzioni edilizie, sono attività che devono essere favorite attraverso poche regole e chiare. 3
7 Gli interventi importanti di trasformazione, che contengono un altro grado di complessità, non possono essere semplificati, ma il Comune può aiutare l impresa o il cittadino svolgendo per loro conto tutta una serie di adempimenti che devono portare a risposte chiare in tempi brevi. Le fasi di formazione e l iter di approvazione. Il Piano degli Interventi viene adottato e approvato dal Consiglio Comunale, a differenza del Piano Regolatore Generale (P.R.G.) e del P.A.T.I. stesso. L adozione del piano viene preceduta da una fase di consultazione, partecipazione e concertazione con i soggetti presenti sul territorio, quali enti pubblici, associazioni economiche e sociali eventualmente interessati nonché con la popolazione. Entro otto giorni dall adozione, ha avvio la fase di pubblicazione durante la quale il piano viene depositato a disposizione del pubblico per 30 giorni consecutivi presso la sede comunale, con la possibilità di formulare delle osservazioni nei successivi 30 giorni. Nei 60 giorni conseguenti al termine per la presentazione delle osservazioni, il Consiglio Comunale decide sulle stesse ed approva il Piano. Copia del Piano approvato, trasmessa alla Provincia, viene depositata presso la sede del Comune per la consultazione. Quindici giorni dopo la pubblicazione nell albo pretorio del comune, il piano diventa efficace. Il Piano degli Interventi ha validità di cinque anni, trascorsi i quali decadono le previsioni relative alle aree di trasformazione o espansione soggette a strumenti attuativi non approvati, a nuove infrastrutture e ad aree per servizi per le quali non siano stati approvati i relativi progetti esecutivi, nonché i vincoli preordinati all esproprio. La Variante parziale al P.I. segue l'iter sopradescritto. La fase di illustrazione del Documento del Sindaco ha avuto luogo dapprima in Giunta, successivamente in Consiglio. Contenuti della Variante al P.I. I tempi per la completa gestazione del P.I. generale non permettono risposte e ragionamenti immediati e importanti in relazione agli odierni quesiti dei cittadini: la componente tempo, infatti, riveste un ruolo fondamentale nelle scelte di pianificazione urbanistica, in particolare in questo periodo di recessione economica che costringe a scelte radicali di cambiamento. In attesa del PI generale, l'amministrazione, vuole dare avvio alla Variante Parziale del P.I., il cui ambito di applicazione sarà riferito alla valutazione, nella gestione del sistema insediativo residenziale, dei fabbisogni della popolazione attuale e delle esigenze da essa espresse compatibili con il P.A.T.I. 4
8 Nello specifico si procederà alla revisione di alcune zone territoriali omogenee, il P.I. infatti si propone quale utile ed efficace risposta nel breve periodo alle nuove esigenze dei cittadini, in un periodo di forte crisi economica finanziaria che ha stravolto le esigenze e la vita dei cittadini. La variante si compone di: a) variazione Z.T.O. per l individuazione di un area a servizi da destinarsi alla realizzazione del centro velico; b) variazione Z.T.O. per l individuazione di un area destinata ad attrezzature di servizio al lago; c) variazione Z.T.O. a seguito di accordo di pianificazione ai sensi dell art.6 della lr. 11/2004; d) variazione Z.T.O. per l individuazione della nuova viabilità di accesso all area; e) variazione parziale Z.T.O. di un area a monte della ferrovia che da Z.T.O. C2/2 diventa area a servizi; f) variazione parziale Z.T.O. di un area a monte della ferrovia che da Z.T.O. C2/3 area a servizi ed in parte viabilità. La volumetria residenziale generata dalla C2/2 e dalla C2/3 viene convertita in volume per servizi pubblici. Quantità della Variante al P.I. La variante ha una superficie complessiva di mq dove mq sono oggetto di accordo pubblico privato (A.P.P. -1) come esemplificato nelle tabelle sotto riportate. Tabella 1 Suddivisione superfici e confronto Stato di fatto / Stato di variante ZTO Superficie Stato di fatto (mq) 1 F* 1394 ZTO Stato di variante Superficie (mq) Centro Velico (F) 1287 Viabilità 107 Centro Velico (F) 7064 F* 6469 F** D Viabilità 257 D3/ F* 23 F** 50 Viabilità F** 2276 Centro Velico (F) 1719 Viabilità C2/2 990 F** C2/3 619 F** 159 Viabilità Note A.P.P. - 1 *Attrezzature di servizio al lago **Attrezzature di interesse comune 5
9 Tabella 2 Riepilogo suddivisone superfici Stato di variante ZTO Stato di variante Superficie (mq) 1 Centro Velico (F) Viabilità F* F** D3/ Note La trasformazione delle Z.T.O. C2/2 e C2/3 in area Sc e viabilità, rende disponibile una volumetria di 800 mc su 1608 mq, derivante dalle carature urbanistiche del P.I. vigente di cui all Allegato 1 Tabulati di progetto, ovvero: Vigente Z.T.O. n. superf. z.t.o. (mq) volume z.t.o. (mc) I.c.f. % (art. 15) I.f. mc/mq (art. 13) TIPO DI INTERVENTO NOTE C2/ ,50 Diretto (*1) C2/ ,50 Diretto (*1) Variante Z.T.O. n. superf. z.t.o. (mq) volume z.t.o. (mc) I.c.f. % (art. 15) I.f. mc/mq (art. 13) TIPO DI INTERVENTO NOTE C2/ ,50 Diretto (*1) C2/ ,50 Diretto (*1)
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