Le sfide della politica economica

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2 Le sfide della politica economica Rapporto del Centro Studi Confindustria Commento SERGIO DE NARDIS - Nomisma - Roma, 11 Settembre 2013

3 Eredità della recessione - la caduta si esaurisce, la ripresa si annuncia lenta: con i ritmi attesi, anni prima di tornare ai valori di produzione e benessere pre-crisi - le modalità di aggiustamento europeo condizionano la prospettiva: implicano rischi che la recessione, una volta finita, continui ad avere effetti nel lungo termine

4 Framework europeo per le politiche di riequilibrio: uno strumento, due obiettivi in conflitto AUSTERITA Riduzione deficit Recessione, disoccupazione Stabilizzazione debito Svalutazione interna Risanamento fiscale Riequilibrio competitivo

5 Squilibri area euro: i deficit si riducono, i surplus no (avanzo tedesco al 7% del PIL); passi significativi nel riequilibrio competitivo intra-euro? Q Saldo delle partite correnti in % del PIL Area euro tedesca Area euro mediterranea Area euro

6 L allocazione della capacità produttiva indica di no: polarizzazione centro-periferia, in atto dall avvio dell euro, si è accentuata negli ultimi anni; un riequilibrio competitivo avrebbe dovuto determinare l opposto Capacità produttiva industriale per abitante (euro 2010) Area euro tedesca Area euro mediterranea Area euro

7 Effetti indesiderati di politiche deflative (pro-cicliche) in economie dove la domanda interna conta per il 60% e più nel fatturato degli esportatori Asimmetria di aggiustamento Inflessibilità salariale Caduta prolungata del mercato interno Credit crunch Indebolimento capacità produttiva industriale

8 Contrazione potenziale industria italiana: caduta non tutta strutturale, risente del ciclo; se si corregge per effetti ciclici (produttività, ore lavoro) il calo resta, però, forte; si verifica con la seconda recessione, quella della domanda interna 1990Q1 1990Q3 1991Q1 1991Q3 1992Q1 1992Q3 1993Q1 1993Q3 1994Q1 1994Q3 1995Q1 1995Q3 1996Q1 1996Q3 1997Q1 1997Q3 1998Q1 1998Q3 1999Q1 1999Q3 2000Q1 2000Q3 2001Q1 2001Q3 2002Q1 2002Q3 2003Q1 2003Q3 2004Q1 2004Q3 2005Q1 2005Q3 2006Q1 2006Q3 2007Q1 2007Q3 2008Q1 2008Q3 2009Q1 2009Q3 2010Q1 2010Q3 2011Q1 2011Q3 2012Q1 2012Q3 2013Q1 1,3 Italia: potenziale dell'industria e domanda interna (1991=1) 1,25 1,2 1,15 Potenziale non corretto Potenziale corretto per ciclo e capital share Domanda interna 1,1 1,05 1 0,95 0,9 Seconda recessione 0,85

9 % di imprese Esempio stilizzato di aggiustamento competitivo, se ci fosse il cambio: 1) imprese non sono tutte uguali, distribuzione sbilanciata con pochi esportatori (circa 20% in Italia) ; 2) svalutazione del cambio (o aumento dei costi dei concorrenti) sposta asticella competitività, ampliando numero esportatori 0,35 0,3 0,25 0,2 Distribuzione di frequenza delle imprese per costo unitario di produzione Costo unitario dei concorrenti: solo imprese con costi sotto questa soglia sono competitive ed esportano Svalutazione: costo unitario dei concorrenti aumenta, si sposta soglia: più imprese divengono competitive ed esportano 0,15 0,1 0, Costo unitario di produzione Media costo unitario di produzione distribuzione nella nazione

10 Senza cambio, svalutazione interna non ha successo se si limita ad abbassare il costo unitario medio nazionale e non amplia la proporzione delle imprese migliori; ha successo solo se ingrossa la coda delle imprese più competitive; processo lungo, nel percorso base produttiva si restringe e mercato del lavoro peggiora in modo strutturale? % di imprese 0,35 Distribuzione di frequenza delle imprese per costo unitario di produzione 0,3 0,25 Prima della svalutazione interna 0,2 Dopo la svalutazione interna 0,15 0,1 0,05 0 Soglia di competitività: costo unitario dei concorrenti Media CUP nazionale dopo Media CUP nazionale prima Costo unitario di produzione

11 Deterioramento del mercato del lavoro: dal 2011 spostamento della curva posti vacanti/tasso di disoccupazione; skill mismatch?

12 Deterioramento determinato dai senza lavoro di lungo periodo (oltre 1 anno): distacco dal mercato, perdita di skill; ingredienti per aumento strutturale della disoccupazione

13 Perdita permanente di output: quanto seria? Difficile dirlo, incertezza stime potenziale. Valutazioni dei previsori non favorevoli. A titolo di esempio confronto tra trend potenziale pre-recessione e stime IMF potenziale (dopo recessione): un punto di crescita in meno all anno; se è così, l output gap calcolato sul più basso potenziale sottostima la vera perdita di produzione degli anni passati e futuri +1,2% +0,3%

14 Quali implicazioni Ciò che si dovrebbe fare e che non verrà fatto: correggere il framework di policy europeo nel senso di Rallentare i tempi dei risanamenti fiscali Rendere simmetrico l aggiustamento; ciò comporterebbe Politica monetaria BCE più espansiva, con target di inflazione più elevato del 2% per alcuni anni e, quindi, salari e prezzi più elevati in Germania Senza modifiche quadro europeo, si possono solo perseguire misure espansive con bilancio in pareggio Redistribuzione carico fiscale verso le fasce più povere che sono in ampliamento: hanno propensione al consumo molto più elevata dei ricchi Spostamento della tassazione dal lavoro alle cose, mimando effetti svalutazione: sostegno all export, senza aumento della disoccupazione Sostituire spesa pubblica in infrastrutture a quella improduttiva: impatto diretto sulla domanda e aiuto a produttività Liquidità imprese, completare e accelerare l arrivo dei pagamenti dei debiti PA ai creditori

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