Prova Scritta di Robotica I
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- Adriana Leone
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1 Prova Scritta di Robotica I 3 Dicembre 27 Esercizio Si consideri il robot a due giunti rotatori schematizzato in figura. Utilizzando la notazione di Denavit-Hartenberg, si fornisca l espressione della cinematica diretta relativa alla posizione dell organo terminale E. Con i seguenti valori dei parametri geometrici A =.3, B =.4, C = m] determinare l unica soluzione cinematica inversa ammissibile che posiziona E nel punto ].2 P = m]. in presenza dei seguenti limiti di fondo corsa per le variabili di giunto: Esercizio 2 θ 3, 35 ], θ 2 6, 4 ]. Sull asse di un motore elettrico che aziona un singolo braccio robotico (in rotazione sul piano orizontale) è montato un encoder incrementale che fornisce 24 impulsi per giro. Il motore produce sul suo asse di uscita una coppia massima di.32 Nm e deve essere in grado di accelerare da fermo con.8 rad/s 2 un carico inerziale di 2 kgm 2. Trascurando gli effetti dissipativi, si scelga un opportuno valore del rapporto di riduzione dell organo di trasmissione e si determini di conseguenza per questo azionamento la risoluzione angolare sul lato del carico. Esercizio 3 Pianificare una traiettoria q(t) per un giunto rotatorio di un manipolatore in modo da effettuare uno spostamento q con le seguenti caratteristiche: velocità e accelerazione iniziale e finale nulle; modulo della velocità limitato da V max e quello dell accelerazione da A max ; accelerazione continua nell intero intervallo di moto, T ] (estremi inclusi). Tra le diverse soluzioni possibili, sceglierne una con l obiettivo di ridurre il più possibile il tempo totale T di trasferimento. La traiettoria deve essere completamente specificata dai dati del problema. Per la tipologia scelta, fornire qualitativamente i profili di posizione, velocità e accelerazione ed il valore numerico di T in corrispondenza ai seguenti dati: q = 3 5 π rad, V max =.5 rad/s, A max = 3 rad/s 2. 8 minuti di tempo; libri aperti]
2 Esercizio Soluzioni 3 Dicembre 27 Il robot considerato ha la cinematica di un 2R planare privo di offset. L assegnazione delle terne è quindi standard. L unica attenzione da porre è nella determinazione del parametro a relativo alla lunghezza dell asse del primo braccio che è pari a a = A 2 + B 2 =: D =, per cui i due assi cinematici dei bracci hanno lunghezza uguale (D = C). θ = θ 2 = è mostrata in Figura. La tabella di Denavit-Hartenberg è: La configurazione i α i a i d i θ i D q 2 C q 2 Figura : Configurazione θ = θ 2 = La cinematica diretta per la posizione del punto E = O 2 sarà allora: p x = Dc + Cc 2 p y = Ds + Cs 2. Le due soluzioni cinematiche inverse per questa struttura sono fornite dalle : θ 2 = ATAN2{s 2, c 2 } c 2 = p2 x + p 2 y D 2 C 2, s 2 = ± c 2 2 2CD θ = ATAN2{s, c } s = (D + Cc 2 )p y Cs 2 p x, c = (D + Cc 2 )p x + Cs 2 p y. Il denominatore (C 2 + D 2 + 2CDc 2 ) è omesso nelle espressioni di s e c in quanto sempre positivo (tranne nel caso in cui C = D ed il secondo braccio è completamente ripiegato, ossia ci si trova in una singolarità che viene trattata a parte). 2
3 Il doppio segno nell espressione di s 2 produce due valori per θ 2 (opposti rispetto allo ). La scelta del segno di s 2 si propaga poi nel calcolo di θ, fornendo una coppia di soluzioni per (θ, θ 2 ). Una posizione P appartiene allo spazio di lavoro del robot (in assenza di limiti di giunto) se e solo se c 2 + ossia, in base all espressione di c 2, se e solo se C D p 2 x + p 2 y C + D. Tali disequazioni individuano una corona circolare centrata nell origine (nel caso presente, essendo C = D, la circonferenza interna si riduce al punto origine). In corrispondenza ai valori di uguaglianza si è sulla frontiera dello spazio di lavoro ed il robot è in una configurazione singolare. Quando C D, la coppia di soluzioni per (θ, θ 2 ) si riduce ad un unica soluzione (con θ 2 = o π, rispettivamente sulla circonferenza esterna o interna). Nel caso C = D e per p x = p y = (P = ) si hanno invece infiniti valori per θ (tutti con θ 2 = π). Con i dati numerici del problema, il punto P è all interno dello spazio di lavoro (trascurando per il momento i limiti di giunto) e non si verificano quindi singolarità. Le due distinte soluzioni cinematiche inverse sono: (θ, θ 2 ) I = (76.356, ), (θ, θ 2 ) II = ( , ). La prima viola il limite superiore sul giunto 2 ( 6, 4 ]) e non è quindi ammissibile. seconda è invece la soluzione cercata (è disponibile il file Matlab di questo esercizio). La Esercizio 2 Si tratta di operare le conversioni necessarie. La risoluzione dell encoder incrementale sul lato del motore è pari a θ m = 36 /24 =.26 rad. In assenza di attrito o di altri fenomeni di dispersione/dissipazione, il bilanciamento dinamico del carico è dato da τ = I θ (la gravità è assente perchè il braccio si muove sul piano orizzontale). La coppia richiesta sul lato del carico è dunque τ = 2.8 = 6 kgm 2 rad/s 2 ] = 6 Nm]. Data la coppia massima fornibile dal motore sul suo asse di uscita, per realizzare tale coppia sul lato del carico occorre scegliere un rapporto di riduzione N r = τ/τ m = 6/.32 = 5. Pertanto la risoluzione angolare sul lato del carico dell intero azionamento sarà θ = θ m /N r = rad. Esercizio 3 La scelta di un unico polinomio del quinto ordine per il profilo di posizione q(t) può soddisfare i vincoli del problema, ma implica un moto relativamente lento perchè la velocità massima verrebbe eventualmente raggiunta in un solo istante (quello centrale t = T/2). D altronde una traiettoria con velocità q(t) trapezoidale (avente il tratto a velocità massima di durata più lunga possibile, compatibilmente con il tempo necessario per le fasi di massima accelerazione/decelerazione) violerebbe il requisito di continuità dell accelerazione nell istante iniziale, in quello finale e nei due istanti di switch intermedi (profilo bang-coast-bang). Sono possibili però altre soluzioni polinomiali a tratti. Per la q(t) si può avere ad esempio una concatenazione di tre polinomi di grado o (con problemi simili al caso di un unica quintica) o di un numero superiore di tratti polinomiali di grado opportuno (la cui derivazione è laboriosa e richiederebbe informazioni supplementari rispetto ai dati del problema). La soluzione più semplice che tiene presente l obiettivo di ridurre il tempo di moto T, ossia che fornisce un tratto 3
4 percorso a velocità massima che sia più lungo possibile, è quella di scegliere una concatenazione di tre polinomi di grado La determinazione di tale legge oraria è più evidente ragionando direttamente sul profilo di velocità (costituito da tre polinomi di grado 3--3), come mostrato in Figura 2. La logica è quella di interpolare mediante due polinomi cubici (ciascuna di durata T s ) le condizioni di velocità in partenza e in arrivo con quella costante e pari alla massima del tratto intermedio (di durata T v ). Si devono inoltre imporre valori nulli dell accelerazione agli estremi del tratto intermedio e negli istanti iniziale e finale, ottenendo così la richiesta continuità in accelerazione su tutto l intervallo, T ]. Il moto sarà in ogni caso simmetrico rispetto all istante t = T/2, con una fase di accelerazione iniziale e di decelerazione finale di tipo quadratico. Calcolando visivamente l area del profilo di velocità in Figura 2, si può subito ricavare una relazione con lo spostamento richiesto: V max (T s + T v ) =. Figura 2: Profilo di velocità scelto Risulta come al solito più agevole lavorare con polinomi (doppiamente) normalizzati. traiettoria complessiva sarà espressa nella forma La q(t) = q() + q s(τ), τ = k i t t i, (qui si ha q() = ) con opportune leggi orarie s = s i (τ) e scalature locali del tempo t sui singoli tratti i = I, II, III. Per verificare i vincoli di velocità e accelerazione, poichè ( ) ( ds i q(t) = q ṡ(τ) = q k i, q(t) = q s(τ) = q k 2 d 2 ) s i i dτ dτ 2, ne segue in generale: q(t) V max ṡ(τ) V max, q(t) A max s(τ) A max. Costruiremo ora il profilo di moto per singoli tratti. Primo tratto. Si ha per t, T s ]. Posto τ = t/t s, ], imponendo ṡ I () =, si ricava per il profilo di velocità ṡ I () = V max, s I() = s I () =, ṡ I (τ) = V max 3τ 2 2τ 3]. 4
5 Integrando (con la condizione iniziale s I () = ) e derivando si ottiene rispettivamente e s I (τ) = V maxt s τ 3 τ 4] s I (τ) = 6V max T s τ τ 2 ]. La posizione (normalizzata) raggiunta al termine del primo tratto è s I () = V maxt s 2. Il valore massimo dell accelerazione su questo tratto si ha per t = T s /2 (τ = /2) ( ) max s I = s I = 3 V max, 2 2 T s da cui segue s I (τ) A max V max T s 3. 2 A max Per minimizzare il tempo totale si prenderà ovviamente il minimo valore per T s (segno di uguaglianza). Secondo tratto. Si ha per t T s, T s + T v ]. Posto τ = (t T s )/T v, ], si avrà ṡ II (τ) = V max, s II(τ). Integrando (a partire dalla posizione raggiunta al termine del primo tratto) si ottiene s II (τ) = V maxt v τ + s I (), da cui la posizione (normalizzata) raggiunta al termine del secondo tratto è pari a s II () = V maxt v + V maxt s 2. Terzo tratto. Si ha per t T s + T v, T ], con T = T v + 2T s pari al tempo totale di moto. Posto τ = t (T s + T v )]/T s, ], imponendo si ricava per il profilo di velocità ṡ III () = V max, ṡ III() =, s III () = s III () =, ṡ III (τ) = V max 3( τ) 2 2( τ) 3] che risulta perfettamente speculare al profilo di velocità del primo tratto. Integrando con la condizione al contorno in τ = (t = T s + T v ) pari alla posizione raggiunta al termine del secondo tratto 2 ) e derivando si ottiene rispettivamente s III (τ) = V maxt s ( τ) 3 ( τ) 4] + V maxt s 2 + s II () 2 Si sarebbe potuto scegliere la costante di integrazione anche ponendo direttamente s III () =. 5
6 e s III (τ) = 6V max T s ( τ) ( τ) 2 ]. Per la simmetria del moto, la scelta di T s operata nel primo tratto garantisce anche l ammissibilità dell accelerazione massima nel terzo tratto. La posizione raggiunta al termine del terzo e ultimo tratto deve essere pari allo spostamento totale normalizzato (= ): Come previsto, da questa segue Sostituendo l espressione di T s si ottiene e infine s III () = V maxt s + V maxt v V max (T s + T v ) =. T v = 3 V max 2 V max A max =. T = T v + 2T s = + 3 V max. V max 2 A max La soluzione così trovata ha validità solo nel caso in cui i dati del problema consentano di raggiungere la velocità massima V max. Per l esistenza del tratto intermedio (T v ), è necessario e sufficiente che sia 3. 2 A max Con i dati numerici del problema tale situazione è verificata e si ha T s =.75 s, T v = 66 s e un tempo totale T = 2.66 s. Nelle Figure 3 e 4 sono riportati i profili normalizzati di posizione s, velocità ṡ, accelerazione s e jerk s rispetto al tempo normalizzato τ = t/t, nonchè l effettiva traiettoria q(t) con le sue derivate. Si può notare che rispetto ad una traiettoria con velocità trapezoidale e stessi vincoli V max e A max, vi è certamente un peggioramento del tempo totale di moto, legato ad un aumento del 5% del tempo necessario alle due transizioni ad accelerazione non nulla. Nel presente caso numerico si ha in particolare + 3 V max T V = max 2 A max T vel,trap + V = 2.66 max.7566 =.423, V max A max ossia un rallentamento di circa il 4% (a fronte però di un profilo continuo dell accelerazione). Per ulteriore confronto, una traiettoria composta da un singolo polinomio quintico avrebbe fornito come minimo tempo di moto ammissibile T quint = max{.875, } = max{2.3562,.946} = , V max A max V 2 max dove i due argomenti confrontati provengono rispettivamente dal limite di velocità e da quello di accelerazione. Ne segue T quint = =.742 T e la traiettoria quintica avrebbe una durata più lunga di circa il 7% rispetto alla soluzione fornita, come peraltro si era intuito fin dall inizio. Inoltre, in base alle espressioni riportate, più è grande lo spostamento richiesto, maggiore è il vantaggio percentuale della soluzione fornita (è disponibile il file Matlab di questo esercizio). 6
7 s posizione normalizzata velocita' normalizzata dot s accelerazione normalizzata jerk normalizzato ddot s tdot s Figura 3: Profili normalizzati di s(τ), ṡ(τ), s(τ) e s(τ) posizione (T = 2.7 sec).5 velocita' (Tv = 66 sec).5 rad rad / sec accelerazione (Ts =.75 sec) 5 jerk (abs max = 6) 2 5 rad / sec^2 rad / sec^ Figura 4: Traiettoria q(t) e sue derivate q(t), q(t) e q(t) 7
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