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1 Petcssi aveva pariato della suddetta conversazione telefonica intercettata con Favata, con il quale aveva una frequentazione assidua, e questi ne aveva chiesto una copia a Raffaelli, ottenendone però, inzialmente almeno, un rifiuto; successivamente però Petessi aveva saputo da Favata e forse anche da Raffaelli che Favata aveva riferito a Paolo Beriusconi, con cui aveva un rapporto di tipo personale e professionale, della conversazione telefonica intercettata tra Fassino e Consorte; il pomeriggio del Favata aveva telefonato a Petessi, riferendogli che quella sera tra le ore 19 e le 20 sarebbe andato a Arcore con Paolo Beriusconi e Raffaelli per parlare con il Presidente (cioè Silvio Beriusconi); dopo l'incontro la sera stessa o il giorno dopo Favata aveva riferito a Petessi (per telefono o di persona) che effettivamente lui, Paolo Beriusconi e Raffaelli erano stati ricevuti ad Arcore da Silvio Berlusconi, a cui avevano riferito o avevano fatto ascoltare la conversazione telefonica intercettata, giudicata da quello interessante, mentre Raffaelli aveva approffittato dell'occasione per perorare un intervento del Presidente con riguardo ad un finanziamento da parte dell'italia in favore della Romania per I'attuaziòne del progetto sopra menzionato; al riguardo è opportuno riportare quanto dichiarato da Petessi: "Subito dopo l'incontro o forse il giorno dopo Favata mi ritelefonò o forse ci vedemmo di persona e Favata mi raccontò dell'incontro; mi disse che lui, Raffaelli e Paolo Berlusconi erano andati ad Arcore ed erano stati ricevuti da Silvio Berlusconi; ricordo che mi disse che quest 'ultimo era molto stanco, che li accolse seduto sul divano o sulla poltrona e stava con il capo reclinato all'indietro e gli occhi socchiusi ed aveva detto che era molto stanco, si scusava ma comunque li stava ascoltando ma aveva poco tempo in quanto di lì a poco doveva assistere alla messa di Don Verzè; ricordo anche che Favata era stato colpito da un pino bianco secco che Paolo Berlusconi disse essere una cosa di famiglia; al Presidente riferirono della conversazione intercettata o forse gliela fecero sentire e lui disse che poteva essere interessante; nell 'occasione Raffaelli. \ perorò al Presidente 1/1l suo intervento per mantenere una promessa di finanziamento che era statafatta dall'italia mi sembra in favore della Romania per l'esecuzione di un progetto nel settore della telefonia, a cui anche RCS era interessata a partecipare. " subito dopo il breve incontro con Silvio Berlusconi, Favata disse che aveva consegnato il supporto contenente la registrazione della conversazione telefonica in questione a Paolo Berlusconi, il quale gli aveva detto che per quel regalo gli sarebbe stato riconoscente; Petessi aveva quindi constatato che la conversazione telefonica in questione era stata pubblicata su "11 Giornale"; anche Raffaelli, quando ritornò da una vacanza presa subito dopo Natale, parlò a Pctessi del loro incontro della vigilia di Natale con Silvio Beriusconi;. in seguito a quanto accaduto, Favata, ritenendo che il favore che aveva fatto fosse stato politicamente significativo, si aspettava che Paolo e Silvio Beriusconi, quando lui ne avesse avuto bisogno, lo avrebbero a loro volta aiutato, o facendogli a loro volta dei favori o creandogli opportunità di affari o procurandogli delle relazioni che avrebbero potuto essergli utili sul piano economico e finanziario; poiché ciò però non accadeva, Favata aveva iniziato a nutrire un forte risentimento nei confronti di Paolo Berlusconi, il cui aiuto aveva forse anche cercato di sollecitare esplicitamente;. Favata aveva quindi iniziato a dire a Petessi che avrebbe venduto ai giornali le notizie in suo possesso che riguardavano il fratello del Presidente del Consiglio, così come scritto anche nel biglietto (consegnatogli nel 2007, probabilmente, visto il suo tenore, poco prima tli Natale), che gli è stato sequestrato; )~A( 23

2 Petessi aveva interpretato tale biglietto come una richiesta di Favata di favorire una ripresa dei suoi contatti con Roberto Raffaelli, cosa che aveva poi effettivamente fatto; in questo periodo, probabilmente nel 2007 o 2008, Petessi aveva chiesto all'avv. Balzano Prota, suo conoscente da tempo e persona che gli aveva fatto conoscere Favata, di telefonare all'avv. Ghedini, con il quale aveva buoni rapporti; l'avv. Balzano Prota, per incarico di Petessi, aveva quindi riferito all'avv. Ghedini (per telefono o di persona) che Favata aveva intenzione di vendere ai giornali le notizie relative all'incontro tra Favata e Silvio Berlusconi della vigilia di Natale 2005 e che, per disinnescare tale mina vagante, sarebbe stato opportuno che Favata venisse accontentato; Balzano Prota disse a Petessi che l'avv. Ghedini non aveva creduto a quanto riferitogli ed aveva quindi chiesto maggiori ragguagli; pertanto Petessi aveva scritto all'avv. Ghedini una lettera, in cui aveva dettagliatamente esposto tutte le notizie da lui apprese con riguardo all'intercettazione telefonica intercorsa tra Consorte e Fassino e ali'incontro avvenuto tra Favata, Raffaelli, Paolo e Silvio Berlusconi; dopo di ciò Petessi non era più stato contattato da nessuno dello studio dell'avv. Ghedini; Favata disse a Petessi di essersi poi rivolto lui stesso all'avv. Ghedini, forse un paio di volte, per sollecitare l'aiuto economico a cui riteneva di avere diritto, in Jorza di quanto aveva fatto per il Presidente del Consiglio nel dicembre 2005, ma era stato sempre congedato senza ricevere nulla; successivamente, dai discorsi di Raffaelli e Favata, Petessi aveva compreso che dapprima, in seguito a richiesta di Favata, che lamentava le sue difficoltà economiche e contemporaneamente presentava i suoi progetti di investimenti in attività imprenditoriali (organizzazione di un concerto a Chiavari, acquisto di un bar a Sestri Levante, acquisto di un ristorante a Sestri), che gli avrebbero consentito di superare le suddette difficoltà, Favata aveva di fatto indotto Raffaelli a concedergli dei prestiti per finanziare tali investimenti, anche se quest'ultimo non gli era sembrato veramente intenzionato, poi però Favata aveva cominciato a minacciare esplicitamente Raffaelli di rendere nota ai giornali la vicenda relativa alla consegna dell'intercettazione telefonica tra Consorte e Fassino a Paolo Berlusconi per ottenere in cambio delle somme di denaro; Raffaelli aveva quindi pagato Favara e per giustificare contabìlmente tali pagamenti aveva chiesto a Petessi di emettere nuovamente fatture fittizic nei confronti di RC.S. s.r.i, pertanto anche le fatture emesse da Petessi, quale ditta individuale Studio Otto di Petessi Eugenio, tra il 2008 e il 2009 nei confronti di RC.S. s.r.i, erano fittizie; tali fatture erano state pagate con assegni tratti su conti di RC.S. s.r.l., personalmente consegnati a Petessi e da questi versati sul conto intrattenuto da Studio Otto presso la Cassa di Risparmio di Asti, filiale di Segrate (si noti che dagli estratti conto prodotti da Petessi, sotto esaminati, risulta che i versamenti effettuati da RCS in favore di Sudio Otto sono stati versati sul conto di Eugenio Petessi e in un'occasione mediante bonifico bancario anziché mediante consegna di assegno bancario); le somme corrispondenti a tali fatture erano state poi prelevate da Petessi in contanti (di solito mediante emissione di assegno a proprio favore o a volte mediante richiesta di emissione di assegni circolari) e consegnate in gran parte a Fabrizio Favata, per disposizione di Raffaelli; una parte minore di tali somme era stata restituita da Petessi IV\( r 24

3 allo stesso Raffaelli; in un caso Petessi aveva compensato un proprio credito (pari a o ) nei confronti di Favata, trattenendo la relativa somma;. con riguardo al pagamento per l'importo di dell'ultima fattura emessa da Studio Otto nei confrointi di RCS, (che risulta contabilizzato nel conto della Cassa di Risparmio di Asti, prodotto dall'indagato, in data ) aveva già anticipato in precedenza a Raffaelli, per sua richiesta, la somma di a fronte della consegna di un assegno postdatato, mentre la somma residua di è stata da lui consegnata a Raffaelli nel momento stesso in cui ha potuto porre all'incasso l'assegno in questione; ovviamente la somma di , afferente all'na, è stata come sempre da lui trattenuta; Petessi aveva in ogni caso trattenuto per sé, come al solito, come compenso per l'attività svolta di emissione di fatture fittizie, l'importo dell'na, corrispostogli da R.C.S. s.r.l. e da lui non versato all'agenzia delle Entrate; nel periodo in cui Raffaelli aveva già iniziato a versare delle somme di denaro a Favata, ma non ancora in seguito ad esplicite minacce di quest'ultimo, bensì per venire incontro alle sue richieste di aiuto economico, ben sapendo peraltro che era comunque meglio assecondarlo nelle sue richieste, in un'occasione Favata aveva mostrato a lui e a Raffaelli una sorta di memoriale; si trattava di poche pagine in cui Favata narrava la vicenda della società Solari, una società che faceva capo a Paolo Berlusconi (forse quella che aveva commercializzato il decoder), ma di cui era stato forse amministratore tale Cottone, persona che si diceva essere in contatto con la mafia; Favata sosteneva di avere informazioni secondo cui Cottone aveva provocato una perdita alla società ben superiore a quella emersa e che grazie al suo intervento Paolo Berlusconi era forse riuscito a limitare i danni; con il suo memoriale, che Favata minacciava di consegnare ai giornalisti o 1/ all'autorità Giudiziaria, egli sosteneva di poter dare un pizzicotto a Paolo IVr Berlusconì, cioè in sostanza un avvertimento, per lasciargli intendere che era disposto a pubblicizzare altre situazioni per lui ben più pericolose; Petessi, quando si è reso conto che il ricatto di Favata nei confronti di Raffaelli stava diventando troppo pesante, ha deciso di scrivere al di lui figlio Andrea la lettera che gli era stata sequestrata, da lui lasciata nella portineria del suo studio (cosa accaduta o prima o dopo l'estate del 2009); nel 2009, forse in estate, Favata aveva telefonato un sabato, disperato, dicendo a Potessi che non aveva più un soldo e che la sua bambina non aveva più nulla da mangiare, pertanto il lunedì si sarebbe recato a Padova e si sarebbe piazzato davanti allo studio dell'avv. Ghedini e non si sarebbe più mosso, fintanto che non gli avessero dato un aiuto; il lunedì Favata gli aveva ritelefonato e gli aveva detto che era a Padova, aveva parlato con l'avv. Cipolotti, collaboratore dell'avv. Ghedini assente, il quale gli aveva detto di restare a Padova e aspettare; gli aveva quindi nuovamente telefonato il mercoledì e gli aveva detto che l'avv. Cipolotti lo aveva mandato via, dicendo che la cosa non interessava;. nel 2009 Favata disse a Petessi che si era incontrato con il giornalista Peter Gomez dell'espresso a cui aveva offerto in vendita le notizie sopra esposte, in particolare quelle relative alla società Solari, ma il giornalista, pur dicendosi interessato, gli aveva detto che non erano disposti a pagare delle somme di denaro per avere le notizie;. Favata gli aveva anche riferito che aveva preso contatti con alcuni magistrati della Procura di Milano, cioè prima con coloro che si erano occupati del caso della Solari e poi con il dott. Greco, ai quali aveva raccontato quanto a sua conoscenza della vicenda della società Salmi, vicenda per la quale si aspettava gratitudine da Paolo Berlusconi, 25

4 avendo a suo dire contribuito a limitare i danni che sarebbero stati procurati da un socio infedele, ma i magistrati lo avevano invitato a tornare per verbalizzare le informazioni che intendeva riferire; Favata aveva detto a Petessi che, rivelando alcuni dettagli della vicenda, che avrebbero potuto essere resi noti dalla stampa, in quanto lui era in contatto con un giornalista, intendeva dare uno schiaffetto alla famiglia Berlusconi, così che capissero che lui avrebbe potuto rivelare altre cose di maggiore rilevanza; Favata aveva detto a Petessi di aver depositato presso un notaio della documentazione per provare quanto lui sosteneva di sapere; dopo aver consegnato ad Andrea Favata la lettera sopra menzionata, un giorno Raffaelli, a cui aveva chiesto se vedeva ancora Favata, disse a Petessi che avrebbe dovuto incontrare Favata la mattina successiva, dato che questi lo aveva chiamato molto arrabbiato e gli aveva detto che voleva denunciare Petessi per la lettera in questione, Petessi allora gli disse che sarebbe stato presente anche lui all'incontro, avvenuto per strada in Milano davanti agli uffici di RCS;. in tale occasione Petessi aveva chiesto ad entrambi di spiegare quello che stava accadendo e Favata aveva ribadito che Raffaelli gli aveva fatto una serie.di promesse di aiutarlo nei suoi investimenti ma non aveva mantenuto le promesse in questione; Raffaelli a sua volta aveva negato radicalmente di aver mai promesso alcunchè e in particolare di entrare in società con Favata per l'acquisto del bar ristorante di Sestri; i due avevano violentemente litigato; Favata disse che allora avrebbe saputo lui come comportarsi e Raffaelli gli disse in malo modo di fare quel che voleva;. Petessi aveva conosciuto una donna, tale Fernanda Bruno, che faceva parte del gruppo delle "Donne deil'udeur"; posto che nel frattempo era diventato ministro della Giustizia l 'Ono Mastella deil'udeur, egli cercò di organizzare attraverso tale persona, un incontro tra Raffaelli e il Ministro, ma, nonsotante questi fosse stato disponibile, Raffaelli gli disse che della questione avrebbe parlato con il Ministro un alto prelato alla parata del 2 giugno e quindi i contatti cessarono;. Petessi aveva effettivamente presentato a Raffaelli il senatore Comincioli (che peraltro aveva solo superficialmente conosciuto in occasione di una cena politica) ed aveva anche, attraverso il comune amico lsp. Luciano Vitiello, fatto in modo che il dott. Claudio Castelli (divenuto tra il 2006 e il 2008 direttore di un dipartimento al Ministero della Giustizia) ricevesse Raffaelli, ma ciò non aveva nulla a che vedere con le fatture da lui emesse nei confronti di R.C.S. s.r.l. A/v / v I Dall'esame degli estratti conto del conto intestato a First Consulting Team s.r.l. aperto presso Banca Cesare Ponti risultano contabilizzati i seguenti bonifici effettuati da R.C.S.s.r.l. in favore della società suddetta: in data con valuta al evidentemente in pagamento della fattura n. 3/05 emessa il ; in data con valuta al evidentemente in pagamento della fattura n. 4/05 emessa il ; in data con valuta al evidentemente in pagamento della fattura n. 5/05 emessa il ; in data con valuta al evidentemente in pagamento della fattura n. 6/05 emessa il ; in data con valuta al evidentemente in pagamento della fattura n. 9/05 emessa il ; 26

5 in data con valuta al evidentemente in pagamento della fattura n. 10/05 emessa il ; in data con valuta al evidentemente in pagamento della fattura n. 11/05 emessa il ; in data con valuta al evidentemente in pagamento della fattura n. 12/05 emessa il ; in data con valuta al evidentemente in pagamento della fattura n. 1/06 emessa il ; in data con valuta al evidentemente in pagamento della fattura n. 3/06 emessa il ; in data con valuta al evidentemente in pagamento delle fatture n. 5/06 e 6/06 emesse il e il ; in data con valuta al evidentemente in pagamento delle fatture n. 7/06 e 8/06 emesse il e il Sempre dagli estratti conti suddetti risulta che nei giorni immediatamente successivi a ciascun bonifico vengono effettuati dei prelievi dal conto mediante emissioni di assegni bancari di importi variabili di o o o o o o in un caso, a fronte di un bonifico per (di cui ovviamente per l'importo dell'iva), di Dall'esame degli estratti del conto intestato a First Consulting Team s.r.l, aperto presso Cassa di Risparmio di Asti risultano contabilizzati i seguenti bonifici effettuati da R.C.S.s.r.l. in favore della società suddetta: in data con valuta al evidentemente in pagamento della fattura n. 13/06 emessa il ; in data con valuta al evidentemente in pagamento della l'vi1/ fattura n. 14/06 emessa il I.~ Sempre dagli estratti conto suddetti risulta che nei giorni immediatamente successivi a ciascun bonifico vengono effettuati dei prelievi dal conto mediante emissioni di assegni bancari di importi variabili o richiesta di emissione di assegni circolari; allo stato non è stato ancora ovviamente ritenuto opportuno richiedere alla banca la storia di ciascuno dei suddetti assegni. Dall 'esame degli estratti conto del conto intestato a Eugenio Petessi aperto presso Cassa di Risparmio di Asti risultano contabilizzati i seguenti versamenti effettuati da R.C.S.s.r.l., secondo quanto dichiarato da Michele Tomba come sotto esposto, in favore di Studio Otto di Eugenio Petessi: assegno per in data con valuta in pagamento della fattura n. 1/08 emessa il assegno per in data con valuta in pagamento della fattura n. 2/08 emessa il assegno per in data con valuta in pagamento della fattura n. 3/08 emessa il bonifico per in data con valuta in pagamento della fattura n. 1/09 emessa il assegni per in data con valuta , per in data con valuta e per in data con valuta in pagamento della fattura n emessa il

6 . assegno per in data con valuta in pagamento della fattura n. 4/08 emessa il Si noti in particolare la singolarità del bonifico contabilizzato in data con valuta dal in assenza di fattura giustificativa che viene emessa da Studio Otto solamente il Sempre dagli estratti conto suddetti risulta che nei giorni immediatamente successivi o in' coincidenza con ciascun versamento vengono effettuati dei prelievi dal conto o mediante richieste di emissione di assegni circolari di importi variabili o mediante prelevamenti in contanti; con riguardo al pagamento della somma di , contabilizzata il , risultano prelievi dal conto per il periodo da fine luglio a inizio settembre dell'importo di circa , mentre in coincidenza con la suddetta contabilizzazione risultano prelievi per I'importo di (si badi: al riguardo Petessi ha dichiarato che in tale occasione egli aveva anticipato a Raffaelli il versamento della somma di , mentre la somma di era stata prelevata in coincidenza con l'incasso dell'assegno di RCS). Come risulta dall'annotazione di p.g. del l'agenzia delle Entrate ha comunicato che per gli anni per cui vi è stata l'iscrizione a ruolo dei tributi Studio Otto di Eugenio Petessi non ha versato imposte dichiarate per l'importo complessivo di ,80 e First Consulting Team.s.r.l. non ha versato imposte dichiarate per l'importo complessivo di ,36:; L'interrogatorio di Raffaelli del Roberto Raffaelli nel suo interrogatorio del ha dichiarato che: la cassaforte di R.C.S. s.p.a., in cui era stato conservato il disco master, a cui aveva fatto riferimento nei precedenti interrogatori, era situata nel caveau, ali'intemo della cassafortedi RCS s.p.a., a cui di fatto solo lui aveva l'accesso; Favata, forse nel giugno 2009, si era' presentato da lui con atteggiamento mutato rispetto a quello precedentemente tenuto e gli aveva mostrato una paginetta con un testo scritto a mano, che gli aveva consegnato, ed egli lo aveva letto e poi glielo aveva ridato, Favata lo aveva invitato a tenerio, ed egli gli aveva risposto "cosa cazzo ci faccio con questa merda" e glielo aveva ridato; sul foglietto in questione Favata aveva scritto che, in occasione della visita a Silvio Berlusconì della vigilia di Natale del 2005, Raffaelli aveva consegnato a quello delle Intercettazlonl telefoniche; Raffaelli aveva subito chiesto a Favata per quale motivo avrebbe dovuto fare una cosa del genere e lui aveya risposto che con quel gesto Raffaelli aveva inteso ingraziarsi il Presidente del Consiglio, perché favorisse la concessione di un finanziamento alla Romania affinchè andasse in porto il progetto di R.C.S. di eseguire un lavoro in quel Paese; in quell'occasione Favata gli disse che se non lo avesse aiutato, dandogli una somma pari a , lui avrebbe fatto circolare la notizia che aveva riportata nel foglietto che aveva mostrato; Raffaelli aveva rifiutato e aveva cercato anche di fargli capire che una somma del genere non avrebbe mai potuto essergli corrisposta neppure come aiuto personale; 28

7 Favata allora se ne era andato e Raffaelli aveva informato dell 'accaduto Petessi, lamentandosi pesantemente del comportamento di Favata, che lui gli aveva presentato; Petessi si era indignato per ciò che era accaduto, dicendogli che era una vita che Favata viveva di espedienti, e disse che avrebbe parlato con il figlio di Favata che fa l'avvocato, perchè facesse ragionare il padre; qualche tempo dopo Raffaelli chiese a Petessi come era andata e questi gli disse che era andato due volte a cercare il figlio di Favata nel suo studio legale, ma non lo aveva trovato e quindi gli aveva lasciato una lettera pesantissima per spaventarlo e quindi indurlo ad intervenireper far cessare quei comportamenti del padre; prima dell'estate 2009 Favata era nuovamente ritornato, lamentando che non avrebbero dovuto essere coinvolti i figli in vicende che non li riguardavano e quindi Raffaelli aveva desunto che il figlio gli avesse parlato della lettera ricevuta da Petessi; in questa occasione Favata non era stato aggressivo, ma aveva comunque insistito per ricevere un aiuto economico, sempre ponendo in evidenza sia le sue difficoltà economiche sia tutti gli altri suoi problemi; Raffaelli l'aveva mandato via, dicendogli come si permetteva di venire ancora a chiedere il suo aiuto dopo quello che era accaduto; dopo l'estate Favata si era ripresentato, forse ancora un paio di volte, e con il solito atteggiamento compassionevole, ma che tra le righe lasciava anche intendere che, in caso di rifiuto avrebbe potuto fare quello che aveva minacciato di fare in giugno, ha ancora chiesto del denaro; per tale ragione faceva l'elenco di tutte le sue necessità economiche e si aspettava che Raffaelli gli corrispondesse una somma di denaro adeguata per farvi fronte; anche in tali occasioni Raffaelli si è rifiutato di dargli alcunchè;. Raffaelli aveva parlato ancora con Petessi di quello che stava accadendo e pertanto vi era stato l'incontro a tre, tra Raffaelli, Favata e Petessi di cui aveva già riferito nei precedenti interrogatori;. dopo questo incontro Favata, aveva telefonato per avere un nuovo incontro (questa era stata l'ultima telefonata intercorsa tra i due prima dell'inizio del procedimento), avvenuto intorno al 18 settembre 2009 sul marciapiede davanti alla sede di R.C.S.; in questa occasione Favata era stato molto duro e molto deciso, aveva detto esplicitamente che, se Raffaelli non gli avesse dato la somma di , lo avrebbe denunciato ali'autorità Giudiziaria, riferendo a quest'ultima che Raffaelli aveva, a suo dire, consegnato il contenuto di un 'intercettazione telefonica a Silvio Berlusconi durante l'incontro della vigilia di Natale; Raffaelli aveva risposto a Favata con parole pesanti, dicendogli anche che nessuno lo avrebbe mai creduto e che se continuava nella sua azione sarebbe finito in carcere; Favata aveva risposto che tanto in carcere c'era già stato e non si era neppure trovato male e se ne era andato con l'atteggiamento di chi si riteneva offeso per un presunto tradimento subito; da quel momento Raffaelli non aveva più rivisto e risentito Favata, se non quando gli era stato notificato l'invito a comparire; Raffaelli, pur avendo effettivamente pensato di riferire l'accaduto alla polizia giudiziaria, in particolare parlandone con il dott. Ciacci, di cui gli era stata riferita la correttezza, aveva rinunciato a farlo, in quanto temeva che, una volta che, in seguito alla sua denuncia, si fosse inevitabilmente aperto un procedimento giudiziario, la vicenda sarebbe potuta divenire pubblica e pertanto la R.e.S. s.r.l., che, per l'attività che svolge, ha necessità di godere della fiducia assoluta dell'autorità Giudiziaria, ne sarebbe stata enormemente danneggiata; 29

8 inoltre il trascorrere del tempo, senza che nulla accadesse né che Favata si rifacesse più vivo, lo aveva indotto ad accantonare la questione nella speranza che si fosse risolta; infine tutta la storia, che Favata aveva costruito, gli sembrava del tutto non credibile, in particolare non era credibile la vicenda dello scambio di favori avente ad oggetto il finanziamento del progetto per la Romania, in quanto tale possibilità era definitivamente tramontata quando Nastase, contrariamente alle previsioni, aveva perso le elezioni presidenziali per la Romania della fine del 2004; non aveva riferito nei precedenti interrogatori il tentativo di ricatto subito, in quanto aveva seguito l'indicazione del suo difensore, il quale temeva che riferendo del ricatto si sospettasse che aveva effettivamente qualcosa da nascondere; tutte le fatture emesse da First Consulting Team s.r.l., sia quelle che ha prodotto in occasione dell'interrogatorio del sia quelle che aveva già prodotto il erano giustificate dall'attività svolta per incarico di R.C.S. da Eugenio Petessi, effettivo titolare della società; a partire dal giugno 2005 e fino al dicembre 2006 il rapporto con Petessi, già istaurato in anni precedenti, era ripreso e il suo compenso era aumentato da mensili, pagati fino al dicembre 2004, a mensili (oltre N A al 20%), pagati a partire dal giugno 2005 e fino a tutto il 2006, in quanto questi aveva promesso di metterlo in contatto con Paolo Berlusconi, il quale, avendo tra l'altro degliinteressi commerciali nel settore della telefonia, secondo Raffaelli avrebbe potuto influire anche sulla concretizzazione dei progetti inerenti il settore delle intercettazioni telefoniche di cui aveva in precedenza riferito; dopo che al governo Berlusconi era succeduto il governo Prodi, Petessi aveva continuato nella sua attività di lobbyng, mettendolo in contatto con una donna, di cui non ricordava il nome, che in quel periodo era la responsabile per l'udeur del settore femminile del partito e quindi era molto vicina al Ministro della Giustizia Clemente ( Mastella, donna con cui ebbe una serie di incontri che non portarono però a risultati. A~ concreti; / v I nel 2007 non era stato più corrisposto alcun compenso a Petessi, anche perché c'era in vista il bando di una gara d'appalto, nazionale o per zone, per l'esecuzione delle attività di intercettazione e pertanto nel caso di successo da parte di RC.S. a Petessi sarebbe stata riconosciuta una provvigione; poi non se fece nulla sia per contrasti all'interno del governo Prodi sia perché poi quest'ultimo è caduto nella primavera del 2008; successivamente a partire dall'aprile del 2008 a Petessi è stato nuovamente riconosciuto un compenso, come risulta dalle fatture emesse da Studio Otto già prodotte, in quanto quello ha ripreso a svolgere per RC.S. l'attività di lobbyng, in particolare gli aveva presentato il senatore Comincioli, il quale lo aveva messo in contatto con l'on. avv. Ghedini, a cui era interessato a far conoscere l'esigenza di RC.S. s.r.l. a che fosse mantenuto comunque il sistema delle intercettazioni, a prescindere da quale fosse stata la disciplina giuridica delle stesse. Le diehiarazioni di Alberto Chiappino Il Alberto Chiappino ha dichiarato che: ". dal 1996 o 1997 fino al 2008 era stato membro del Consiglio di Amministrazione di URMET s.p.a. (azienda che opera nel settore della telefonia), società che aveva acquistato la maggioranza delle quote di R.C.S. s.r.l.; 30

9 in tale sua qualità si era di fatto occupato delle società estere partecipate da URMET s.p.a;. nel 2008 insieme a Roberto Raffaelli e a Michele Tomba era divenuto socio (con la quota del 47,5%) di R.C.S.s.r.l. (anche se le quote erano state intestate fiduciariamente a SOFJR), di cui dalla primavera del 2009 era divenuto Presidente del Consiglio di Amministrazione con delega per i mercati esteri; UR1'v1ET s.p.a. non aveva mai intrapreso alcuna trattativa per affari in Romania, né il teste aveva mai avuto conoscenza di un interesse di R.C.S. s.r.l. per tale mercato; prima del 2007 Raffaelli, nella sua qualità di ammnistratore delegato di R.C.S.s.r.l., società interamente controllata da URMET s.p.a., aveva proposto a quest'ultima una collaborazione con una società che si occupava di servizi telefonici, che gli sembrava di ricordare denominata IP TIME ma che escludeva fosse riconducibile a Paolo Berlusconi (altrimenti avrebbe ricordato senz'altro la circostanza); egli fece raccogliere informazioni che furono negative e quindi ha comunicato a Raffaelli che URMET s.p.a. non era interessata alla proposta di collaborazione in questione; dopo il suo interrogatorio, Raffaelli gli aveva detto che era andato con Favata (che il teste non aveva mai conosciuto) ad Arcore a perorare gli interessi commerciali di R.C.S.s.r.l.; Michele Tomba, nei giorni precedenti il suo interrogatorio, gli aveva riferito che era possibile che fossero state annotate nel bilancio di R.C.S. s.r.l. fatture per operazioni inesistenti e Chiappino quindi lo aveva incaricato di effettuare una verifica. Infine nell'interrogatorio del Roberto Raffaelli ha dichiarato che: non era vero che le sedici fatture emesse da Petessi, quale amministratore di First Consulting Team s.r.l., per la somma di al mese oltre IVA da giugno 2005 a dicembre 2006 fossero emesse per operazioni inesistenti, come da quello dichiarato; egli aveva versato la somma in questione dapprima per poter avere il rapporto con Paolo Berlusconi, che Petessi era in grado di procurargli, e poi per poter avere il rapporto con il dott. Claudio Castelli, che nel 2006 ricopriva l'incarico di Capo del Dipartimento dell'organizzazione delle Risorse presso il Ministero della Giustizia; con riguardo al contatto con il dott. Castelli, Raffaelli aveva contattato per telefono quest'ultimo, dopo che Petessi gli aveva detto che la sua chiamata era attesa e quando aveva parlato al telefono con lui aveva avuto l'impressione che effettivamente la sua telefonata fosse attesa; peraltro non sapeva chi avesse in concreto preannunciato la sua telefonata al dott.castelli, né aveva avuto modo di comprenderlo dalla conversazione che aveva avuto con lui; in precedenza non aveva mai provato a chiamare direttamente il dott.castelli, però in passato aveva avuto delle esperienze negative con altre persone; nella suddetta conversazione telefonica il dott.castelli gli aveva fissato un appuntamento e quindi lo aveva incontrato a Roma forse nell'autunno 2006; il dott. Castelli gli apparve molto interessato al tipo di progetto riguardante l'utilizzazione delle attrezzature per le intercettazioni telefoniche che Raffaelli da anni caldeggiava ma che, con la gestione del predecessore del dott.castelli, era stato abbandonato; successivamente, forse già nel 2007, Raffaelli aveva richiamato per telefono il dott.castelli ed aveva avuto con lui un nuovo appuntamento a Roma nel corso del quale lo stesso gli aveva illustrato lo stato di avanzamento del progetto stesso, che poi non ha avuto seguito a causa della caduta del Governo Prodi; 31

10 . con riguardo al contatto con Paolo Berlusconi, questo si è concretizzato in quanto Favata, presentatogli da Petessi, riteneva che Raffaelli in qualità di uomo URMET potesse essere un utile canale di concretizzazione della vendita di prodotti di IP TIME, società di Paolo Berlusconi a cui anche Favata era interessato;. mentre tali contatti erano in corso Favata gli disse che poteva essere viceversa Paolo Berlusconi utile ad RCS, in quanto con le sue conoscenze avrebbe potuto favorire i progetti di espansione di RCS nei mercati esteri, come aveva già riferito nei precedenti interrogatori, e per tale ragione aveva iniziato a pagare la somma di (oltre IVA al 20%) mensili a Petessi; o meglio tale pagamento era iniziato dopo che Paolo Berlusconi gli aveva procurato l'incontro con Valentini a Roma; era stato Petessi a dirgli che, siccome grazie ad un suo contatto aveva avuto l'opportunità di parlare con Valentini, persona cioè che avrebbe potuto in concreto favorire i suddetti progetti di espansione estera di R.C.S.s.r.l., questa avrebbe dovuto corrispondergli la somma di mensili fino a dicembre 2005; a novembre 2005 Raffaelli si accordò con Petessi che i pagamenti si sarebbero prolungati fino a maggio 2006; nel periodo della campagna elettorale della primavera del 2008 aveva telefonato nello studio dell'avv.ghedini, aveva parlato con una segretaria, alla quale aveva riferito di voler parlare con l'avvocato, in quanto voleva comunicargli che vi era una persona, un ex collaboratore di Paolo Berlusconi, che essendo molto adirata nei suoi confronti, minacciava di compiere azioni imprevedebili e comunque per lui dannose; la segretaria gli disse che lo avrebbe richiamato o che lui la richiamasse così che lei potesse parlarne con l'avvocato; in occasione del secondo contatto la segretaria gli disse di passare a Padova presso il luogo in cui vi era il Comitato Elettorale di Forza Italia in un giorno ben preciso; Raffaelli si era recato a Padova nel giorno indicato ed era riuscito a parlare con l'avv. AA( Ghedini, al quale ha riferito delle minacce che Favata andava ripetendo in quel periodo I v ~ nei confronti di Paolo Berlusconi e che, essendo una persona instabile, non sapeva a che cosa sarebbe potuto arrivare; Raffaelli disse all'avv. Ghedini solo che Favata minacciava di rivolgersi ai giornali per riferire di vicende relative al rapporto di lavoro che aveva in precedenza avuto con Paolo Berlusconi; l'incontro era stato molto breve e l'avv. Ghedini gli chiese di rivederlo dopo qualche giorno; dopo qualche giorno, previo nuovo appuntamento preso con la segretaria dell'avv. Ghedini, Raffaelli era ritornato a Padova e lo aveva incontrato e in tale occasione l'avv. Ghedini gli disse "mi spiace che Ici abbia a che fare con tale persona; si tratta di persona inaffidabile, lo lasci perdere"; le fatture emesse da Studio Otto nei confronti di R.C.S. s.r.l. dall'aprile 2008 all'agosto 2009 erano giustificate dal fatto che Petessi gli aveva procurato un contatto con il Sen.Comincioli, il quale a sua volta gli aveva procurato il contatto con I'avv.Ghedini e con il sottosegretario Giacomo Caliendo che aveva potuto incontrare mentre era insieme con il dott.stefano Aprile, che poi sarebbe diventato il Direttore del Settore che si occupa dell' informatica; Petessi gli aveva presentato di persona il Senatore Comincioli in un bar di Milnno, un ex bar Rachelli; il Senatore molto cordialmente gli disse che poteva chiamarlo qunndo avevo bisogno; Raffaelli aveva quindi contattato il Senatore Comincioli per chiedergli di procurargli un appuntamento con l'ono avv. Ghedini; Comincioli lo ha quindi riclùamato e gli ha chiesto di l'aggiungerlo a Roma nel suo ufficio al Senato e poi lo ha personalmente 32

11 accompagnato dall'on. avv. Ghedini, con cui ha parlato delle cose di cui aveva già riferito nei precedenti interrogatori;. il Senatore Comincioli, forse in seguito a sua richiesta, gli ha quindi fissato un appuntamento con il Sottosegretario Caliendo; egli quindi si era recato a Roma ed aveva potuto parlare, ma solo per pochi minuti con il sottosegretario, che poi se ne era andato, ed è invece rimasto a parlare a lungo con il dott.aprile, che in quel periodo comunque collaborava con il Sottosegretario, soprattutto degli aspetti infonnatici connessi alla questione dell'attività di intercettazione; entrambi gli incontri suddetti (con l'on. avv. Ghedini e con il Sottosegretario Caliendo) erano probabilmente avvenuti all'inizio del 2009, comunque sono avvenuti in inverno; successivamente egli non aveva più incontrato nè l'avv. Ghedini né il Sottosegretario Caliendo; aveva invece nuovamente incontrato il dotto Aprile, in relazione all'esecuzione di un incarico affidato ad RCS dalla Procura di Napoli, e in tale occasione l'appuntamento con il dott.aprile gli era stato procurato dall'avv.luigi Giugliano, amico o comunque conoscente di Petessi; quando nell'inverno 2008/2009 Raffaelli aveva avuto necessità di incontrare ancora l'avv.ghedini per la questione inerente l'attività di intercettazione telefonica aveva dapprima chiamato il suo studio per parlare con lui, ma non era riuscito, e poi aveva chiesto l'appuntamento al Senatore Comincioli. Le dichiarazioni di Deambrosis Il OGuido Deambrosis ha dichiarato che: era titolare di un istituto di vigilianza ed era altresì investigatore privato; aveva conosciuto Raffaelli nel 1988 o 1989 e Petessi, che chiamava abitualmente zio Alberto, nel 2000 e quindi nel 2001 o 2002 aveva presentato Petessi a Raffaelli; in qualche occasione a partire dal 2002 o 2003 aveva visto Favata in compagnia di Petessi o Raffaelli; aveva visto Favata per l'ultima volta nell'estate del 2009 in occasione di un incontro che quello aveva avuto con Raffaelli in un bar vicino alla sede di R.C.S. s.r.l. e a cui il teste non aveva assistito; dopo l'incontro Raffaelli gli era parso contrariato ma non gli aveva dato alcuna spiegazione; nel novembre 2009 aveva incontrato Petessi e Raffaelli al bar Bastianello e in tale occasione i due parlarono della convocazione ricevuta da Raffaelli e fecero riferimento a qualcosa che Favata aveva combinato e Petessi consigliò il nome di un avvocato a Raffaelli; Raffaelli gli commissionò in quell'occasione l'installazione di un impianto, una telecamera e un microfono, nella reception di R.C.S. s.r.l. in via Albani a Milano, che venne concretamente installato uno o due giorni dopo, ed egli, in assenza di spiegazioni, aveva pensato che Raffaelli non aveva utilizzato per tale installazione il personale di R.C.S. s.r.l., in quanto non voleva che la cosa fosse conosciuta dal personale dell'azienda; le riprese erano durate tre giorni ed aveva tra l'altro registrato la presenza di Favata alla reception di R.C.S. s.r.l.; egli aveva salvato le immagini registrate su due CD, che aveva consegnato a Raffaelli. 33

12 . successivamente né Raffaelli né Petessi, che aveva incontrato separatamente, avevano commentato con lui le notizie della vicenda apparse sui giornali, Il teste ha probabilmente ricordato male il succedersi degli eventi, dato che in realtà, come sopra già esposto, l'incontro al bar Bastianello con Raffaelli e Petessi, quando quest'ultimo aveva consigliato un avvocato al primo, è avvenuto il e in quella data, come risulta dalle conversazioni intercettate sopra menzionate e contrariamente alle dichiarazioni del teste, Deambrosis aveva già installato l'impianto di videoregistrazione nella reception di RCS, che proprio quel giorno aveva ripreso la visita di Favata, presentatosi con il nome di Petessi. Le dichiarazioni di Iapino Il IO Fabrizio lapino, individuato come amico di Fabrizio Favata in occasione della sua trasferta a Roma per incontrare la giornalista Claudia Fusani, di cui si riferirà in seguito, ha dichiarato che: attraverso la sua compagna, da tempo amica della moglie di Fabrizio Favata, nell'estate 2008 aveva conosciuto quest'ultimo che aveva rivisto in altre occasioni; nel settembre 2009 Favata è venuto a Roma, dove lapino abita e lavora, ed in tale occasione gli ha raccontato dei pregressi rapporti professionali con la famiglia Berlusconi, che poi si erano guastati; Favata gli aveva riferito che - i Berlusconi, il teste non ricordava se Paolo o Silvio, gli dovevano o gli avevano fatto perdere molti soldi; - gli aveva parlato di un'attività nel campo della telefonia inttrapresa con Paolo iv} Berlusconi, a causa della quale aveva perso molti soldi; - aveva provato a chiedere un aiuto economico a Paolo Berlusconi, che glielo aveva negato; - in passato aveva fatto un grosso piacere a Silvio Berlusconi, avendogli portato nel dicembre 2005 ad Arcore, dove si era incontrato anche con Paolo Berlusconi, il file audio dell'intercettazione, intercorsa tra Fassino e Consorte, contenente la frase "abbiamo una banca ", di cui non aveva trattenuto alcuna copia; - aveva preso il suddetto file audio da Wl suo amico che si era in quell'occasione recato ad Arcore con lui; - a seguito di questa consegna gli era stata garantita eterna riconoscenza, che non era però stata mantenuta; - si rannnaricava del fatto che al momento della consegna del file audio avrebbe potuto chiedere del denaro ma non lo aveva fatto; - dopo il rifiuto di aiutarlo Paolo Berlusconi lo aveva indirizzato all'avv. Ghedini, per poter entrare in contatto con Silvio Berlusconi; - in realtà era riuscito a parlare con un avvocato assistente dell'avv. Ghedini, che gli aveva detto che comprendeva la sua situazione ma non lo poteva aiutare in alcun modo;. lo scopo del suo viaggio a Roma in quell' occasione era quello di incontrare Silvio Berlusconi, evitando il filtro dell'avv. Ghedini, ma non ci era riuscito;. ali'incirca una settimana dopo era ritornato a Roma e gli aveva raccontato di essersi incontrato con una giomalista di L'Unità, a cui aveva raccontato la vicenda e che 34

13 l'aveva accompagnata dali'ono Di Pietro, il quale, sentita la vicenda, lo aveva invitato a recarsi alla Procura di Milano per riferire quanto a sua conoscenza; Favata gli aveva però detto che non avrebbe mai fatto una denuncia formale, che lo avrebbe messo da solo contro i fratelli Berlusconi; agli inizi di ottobre 2008 Favata era ritomato a Roma ed aveva nuovamente incontrato la giomalista e il direttore di L'Unità, nonché l'on. Di Pietro, il quale aveva preso appunti del suo racconto; dopo un'altra settimana era ritomato a Roma, per cercare di incontrare nuovamente la suddetta giomalista, non avendo avuto più alcuna notizia; in uno degli incontri di settembre gli aveva offerto di ascoltare la registrazione di una conversazione di un dialogo che aveva avuto con l'assistente dell'avv. Ghedini; aveva quindi rivisto Favata in occasione del suo viaggio a Roma per incontrare nuovamente la giornalista di L'Unità, a cui aveva intenzione di chiedere un aiuto economico per potersi rimettere in sesto (di tale viaggio si riferirà in seguito). Le dichiarazioni di Tomba Il e il Michele Tomba ha dichiarato che: era socio di R.C.S. s.r.l. con la quota del 5% si occupava, fin da quando R.C.S. s.r.l. era controllata da Riva Calzoni s.p.a., della registrazione e della liquidazione delle fatture pervenute a R.C.S.s.r.1. operando dagli uffici di Bologna della stessa; nel 2008, in tale sua qualità, si era insospettito per alcuni pagamenti effettuati da Raffaelli con assegno bancario per importi considerevoli; R.C.S. s.r.l. aveva effettuato i pagamenti in favore di Studio Otto di Eugenio Petessi mediante gli assegni e il bonifico, da lui specificatamente elencati nelle sue dichhiarazioni del ; in particolare a settembre 2008 Raffaelli aveva emesso un assegno in favore di Studio Otto di Eugenio Petessi, senza che RCS avesse ricevuto la relativa fatture (trattasi con tutta evidenza in realtà del bonifico del luglio 2008); egli pertanto aveva chiamato Raffaelli per informarlo della cosa e chiedergli di sollecitare a Studio Otto l'emissione della fattura; la cosa si era ripetuta per altri pagamenti effettuati da Raffaelli in favore di Studio Otto; inoltre per effettuare i pagamenti suddetti Raffaelli ha utilizzato un conto corrente di RCS, aperto presso Banca Popolare di Milano, filiale di Piazza Stuparich, che era abitualmente destinato alla gestione minuta della società, come piccoli rimborsi spese e piccoli acquisti urgenti, e che il teste rifinanziava ogni qualvolta fosse necessario; i pagamenti effettuati in favore di Studio Otto di Eugenio Petessi erano invece di importo considerevole (per i quali abitualmente sarebbero stati utilizzati altri conti di RCS aperti presso varie banche di Bologna) e quindi derogavano la procedura ordinaria; nel luglio 2009 il teste era stato contattato dal dotto Cortigiani, direttore della Banca Popolare di Milano, il quale lo aveva avvisato che aveva pagato un assegno emesso da Raffaelli in favore di Studio Otto di Petessi, malgrado non ci fossero disponibilità su quel conto, e quindi lo aveva pregato di rientrare immediatamente dal fido concesso (trattasi evidentemente dei pagamenti effettuati con assegno nel giugno 2009); 35

14 il teste aveva allora contattato Raffaelli per chiedergli ragione di quei pagamenti, avvenuti tra l'altro in un momento di grave crisi finanziaria della società, che riteneva inopportuni e immotivati, in mancanza di fattura e di contratto giustificativi; Raffaelli in tale occasione aveva risposto che il rapporto con Studio Otto sarebbe terminato, ma non aveva giustificato in alcun modo la natura dci pagamenti contestati dal teste; solo due volte i pagamenti effettuati a Studio Otto erano avvenuti con la procedura ordinaria, dopo cioè il ricevimento della fattura e con assegni tratti sui conti aperti presse le filiali di Bologna delle banche o con bonifico bancario, precisamente quelli realtivi alle fatture n. 1/08 e 1/09; in ogni caso tutte le fatture in questione erano state effettivamente pagate per I'importo nelle stesse riportato; anche dopo l'uscita di Raffaelli dalla società, era stato chiesto a quello con lettera raccomandata, come da documentazione che è stata prodotta, di giustificare i pagamenti in favore di Studio Otto, non avendo il teste rinvenuto in azienda alcuna documentazione giustificativa; Raffaelli ha risposto con lettera del proprio difensore, in cui ha sostenuto che fin dal 2003 egli si era avvalso nell'interesse di R.C.S. s.r.l. della consulenza di Eugenio Petessi "nella difficile opera di penetrazione nel mercato italiano ed internazionale" e che "riscontro de"'opera prestata dal sig. Petessi si può anche evincere in diversi articoli di stampa che...hanno rappresentato pubblicamente I'operatività prestata dal consulente suindicato, anche nel senso di favorire e propiziare incontri professionali con vertici istituzionali"; le fatture emesse dalla First Consulting Team s.r.l. erano invece state giustificate da Raffaelli con i servizi di procacciamento di affari sul mercato estero che la società suddetta poteva fornire, anche se in realtà mai nessun affare era stato effettivamente t( procacciato, ma tra la documentazione esisteva il contratto concluso tra le due società al '1 riguardo; egli aveva visto due volte Eugenio Petessi, una volta nel 2004, presentatogli da Raffaclli, e una volta nel 2007, quando fu da lui accompagnato, per richiesta di Raffaelli, dal direttore della Cassa di Risparmio di Asti di Segrate, il quale concesse a RCS un finanziamento pari a ; non aveva mai conosciuto né sentito parlare di Fabrizio Favata. Le dichiarazioni dell'isp. Vitiello Luciano Vitiello, ispettore della polizia penitenziaria, ha dichiarato che:. il giorno precedente intorno alle si era presentato in ufficio da lui Eugenio Petessi, il quale gli aveva chiesto se poteva dargli un documento che gli era stato consegnato da Fabrizio Favata nell'aprile del 2009, alla presenza dello stesso Petessi; Petessi gli disse che tale documento gli serviva, dovendo consegnarlo in Procura al dott, Meroni;. Petessi, che conosceva da tempo in quanto impegnato nel volontariato nel carcere di S'vittore dove il teste lavora, nel 2009 gli aveva infatti presentato Favata, dicendogli elle questi avrebbe voluto prendere contatto con un magistrato, avendo t'intenzione di riferire circostanze di interesse per l'autorità Giudiziaria; in quell'occasione, mentre era insieme a Petessi, Favata gli aveva consegnato tre pagine manoscritte, in cui erano, a 36

15 suo dire, narrate le circostanze a sua conoscenza, che intendeva riferire all'autorità Giudiziaria; il teste aveva quindi preso contatto con il dott. Nobili, a cui aveva riferito la circostanza; successivamente Favata gli aveva portato una serie di copie di articoli di giornale, che a suo dire si occupavano delle vicende oggetto dei suoi appunti, che gli aveva in precedenza consegnato, e un biglietto di ringraziamento a lui indirizzato di due sposi Egidio e Alessia, a suo dire figlia di Paolo Berlusconi, nonché un CD contenente, a suo dire, le fotografie di quel matrimonio; Petessi nel 2006 gli aveva presentato l'ing. Raffaelli, indicando glielo quale responsabile di una delle più grosse aziende che si occupavano di intercettazioni e gli aveva chiesto se lo poteva presentare al dotto Claudio Castelli, che il teste conosceva da tempo e che da poco era stato nominato dirigente al Ministero della Giustizia; egli ne aveva parlato con il dott. Castelli e gli aveva presentato Raffaelli; come risulta da un suo appunto, che ha prodotto, l'incontro in questione era avvenuto il nell 'ufficio di Milano del dott. Castelli, che stava preparando le sue cose da portare a Roma; in quell'occasione Raffaelli illustrò al dott. Castelli un suo progetto inerente le attrezzature per le intercettazioni e il dotto Castelli disse che non avendo ancora preso possesso del suo nuovo incarico, al momentonon poteva dire nulla. Il teste nell'occasione ha prodotto: tre fogli manoscritti in stampatello, una sorta di memoria in cui sono esposte le vicende che hanno riguardato la società Solari.Com. di cui sarebbero stati soci tale Giovanni Cottone e Paolo Berlusconi; nove fogli a stampa contenenti copie di articoli di giornale, in cui si parla delle vicende riguardanti la società Solari nonché il socio Giovanni Cottone; un biglietto di ringraziamento indirizzato a Favata da parte di due sposi, Egidio e Alessia, con annesso un CD due fogli a stampa da computer, relativo ad un appunto steso dal teste in cui era indicata la data dell'incontro tra Raffaelli e il dotto Castelli. /li I contatti intercorsi tra Petessi, Raffaelli e Favara e lo studio dell'avv. Ono Nicolò Ghedilli. A tal riguardo sono stati acquisiti i seguenti elementi:. Nel dicembre 2009 l'ufficio dii p.m. ha contattato per telefono l'avv. Piersilvio Cipolotti di Padova per concordare con lo stesso un giorno in cui avrebbe potuto presentarsi per rendere sommarie informazioni come persona informata sui fatti, senza ovviamente specificargli in alcun modo quale sarebbe stato l'oggetto della sua testimonianza; l'avv. Cipolotti ha proposto lunedì nel pomeriggio e quindi l'ufficio ha confermato che l'audizione sarebbe avvenuta alla data suddetta;. qualche giorno dopo l'ono avv. Ghedini ha contattato per telefono l'ufficio di questo Pubblico Ministero ed ha riferito che l'avv. Cipolotti era un suo collaboratore di studio e 37

16 quindi il responsabile di ciò che accadeva nel suo studio era lui ed ha quindi chiesto di c~nferire di persona con questo Pubblico Ministero;. il l'on. avv Ghedini si è presentato all'appuntamento fissato e di sua iniziativa ha riferito informalmente alcune circostanze inerenti la vicenda oggetto del presente procedimento e quindi, informato dell'esigenza dell'ufficio di assumere comunque da lui sommarie informazioni a norma del codice di procedura penale, ha riferito che preferiva, dapprima, far pervenire una nota scritta c, dopo di ciò, prcvio nuovo accordo telefonico, avrebbe manifestato la sua disponibilità a rendere sommarie informazioni;. il un incaricato dell'on. avv. Ghedini ha depositato una nota, a suo dire ricevuta per fax, del seguente tenore: "L'Avvocato Niccolò Ghedini difensore di fiducia dell'ono Silvio Berlusconi e del dr. Paolo Berlusconi espone quanto segue. Come anticipatole nel nostro colloquio del ho avuto modo di incontrare per ragioni professionali sia il signor Favata sia l'ing. Raffaelli. Non sono in grado di ricostruire con esattezza le precise scansioni temporali degli incontri trattandosi di vicenda assi marginale in una attività assai intensa. Su incarico del Dr. Paolo Berlusconi incontrai, mi sembra nel corso del 2006, un avvocato che seguiva gli interessi di tale Petessi. Certamente vidi il collega in un paio di occasioni, mentre non mi pare di aver mai avuto Wl incontro con il Petessi, il quale fece pervenire presso il mio studio nel gennaio 2007 una missiva che forse ho conservato ma che non ho, allo stato, reperito. Sempre nel 2007 incontrai il Favata il quale, verosimilmente, rividi in un paio di occasioni nel 2008 e che si è anche recato presso il mio studio in Padova, incontrandosi con un mio collaboratore, l'avv. Piersilvio Cipolotti. Nel 2008 ebbi modo di conoscere ed incontrare, mi pare 2 volte, sempre per ragioni professionali l'ing. Raffaelli. Nel corso del 2009 ebbi altresì modo di incontrare l'ing. Raffaelli anche per ragioni diverse, poiché lo stesso mi consegnò uno scritto che poteva essere, a suo dire, utile per razionalizzare al meglio la normativa in tema di intercettazioni in quel momento in discussione in Parlamento. 1l Favata si è recentemente recato presso il mio studio nel mese di dicembre del 2009 cercando l'avv. Cipoloui, al quale lasciava un messaggio, chiedendo di essere difeso nel procedimento di cui si è avuto notizia giornalistica. L'avv. Cipolotti dopo essersi consultato con me gli rispondeva negativamente affermando che, al più, avremmo potuto indicargli un collega a Milano. Pochi giorni dopo venivo avvicinato mentre ero nell'atrio del Tribunale di Milano da un giovane che si qualificava come avvocato efiglio del Favata. Ancl:'egli chiedeva un aiuto difensivo per il padre. Gli facevo presente la assoluta impossibilità per il mio studio di seguirlo e che gli avrei fatto sapere il nome di un collega a Milano. Successivamente l'avv. Cipolotti gli consigliava l'avv. Giorgio Perroni. Tutti gli incontri con i summenzionati soggetti, a parte quello con l'ing. Raffaelli avvenuto in ordine a questioni politiche, sono da ritenersi intimamente correlati ad attività professionale svolta da me e dai miei collaboratori, fra cui l'avv. Piersilvio Cipolotti, su preciso e specifico mandato professionale dei miei clienti. Padova-Milano, 28 dicembre (Aw. Niccolò Ghedini)". previo nuovo contatto telefonico con l'ufficio del Pubblico Minsitcro, l'ono avv. Ghedini ha manifestato la sua disponibilità a rendere sommarie informazìoni per il giorno ad ore 16, ma in tale giomo non si è presentato;. il sul quotidiano La Repubblica è apparso un articolo, firmato dal giomalista Emilio Randacio, in cui si riferiva che l'on. avv. Ghedini, qualificandosi come difensore /VV 38

17 di Paolo e Silvio Berlusconi, aveva depositato presso l'ufficio del don, Meroni una nota, di cui si riportava in parte il contenuto;. in seguito ad altri contatti telefonici con I'ono avv. Ghedini o con il suo collaboratore avv. Cipolotti si stabilivano altre date, in cui quello si impegnava a comparire davanti al pm per rendere sommarie informazioni, ma lo stesso non si è mai presentato;. il l'on. avv. Ghedini non si è presentato all'ultima data concordata ed ha invece fatto presentare da un suo incaricato una seconda memoria (peraltro datata 13 gennaio 2010), in cui denunciava l'indebita pubblicazione sul quotidiano La Repubblica della sua prima nota per di più travisata, ipotizzava che, non ritenendo possibile che dal suo studio potesse essere stato consegnato un atto che gli aveva creato un ovvio nocumento, la Segreteria del Pubblico Ministero avesse fornito la copia dell'atto in questione o ne avesse consentita la lettura al giornalista c auspicava che il pm svolgesse tutte le indagini opportune, potendo l'avvisarsi i reati di cui agli art. 326 e 684 c.p. e 114 c.p.p. oltre ad eventuali profili disciplinari, memoria che è stata ovviamente trasmessa al Procuratore per l'iscrizione nel registro delle notizie di reato;. il è stata pertanto disposta la citazione formale degli avv. Cipolotti e ono Ghedini a comparire per il giorno davanti a questo Ufficio per rendere sommarie informazioni;. il l'on. avv. Ghedini ha trasmesso una nota del , in cui, oltre ad evidenziare un legittimo impedimento (solo parzialmente documentato) a comparire per il giorno , ha sostenuto la sua incompatibilità a rendere sommarie informazioni per il disposto dell'art. 197 c.p.p. ed ha allegato due atti di nomina di persona offesa, il primo a lui rilasciato da Paolo Berlusconi il "per verificare e approfondire anche con indagini le dichiarazioni di Favata Fabrizio anche in merito a situazioni afferenti il Giornale" (così sembra di comprendere), il secondo da Silvio Berlusconi il "in merito a tale Favata e per verificare le indagini" (così sembra di comprendere), entrambi con facoltà di svolgere l'attività investigativa di cui agli art. 327 bis e 391 noni es c.p.p.;. sempre il anche l'avv. Cipolotti ha trasmesso una nota del , in cui, oltre ad evidenziare un legittimo impedimento (non documentato) a comparire per il giorno , ha sostenuto la sua incompatibilità a rendere sonunarie informazionì per il disposto dell'art. 197 lett. d) c.p.p. per avere svolto attività investigative difensive (così sembra di poter interpretare la nota, pur in mancanza di esplicitazione in tal senso) in qualità di sostituto processuale dell 'on. avv. Ghedini;. il pm, preso atto dci legittimi impedimenti evidenziati anche se non documentati, rilevato che "l'incompatibilità prevista dall'art. 197 letto d) c.p.p. sussiste, come emerge chiaramente dalla lettera e dallo spirito della norma, solo con riguardo ai fatti che sono stati oggetto specifico dell'attività di investigazione svolta dal difensore in relazione al procedimento di cui si tratti, così come risulta dallo scopo dei due mandati difensivi sopra citati (fatti in ordine ai quali nessuna informazione questo Pubblico Ministero intende chiedere), e non già con riguardo a tutti gli altrifatti di cui lo stesso possa essere eventualmente a conoscenza; de iii generale l'iscrizione all'ordine degli Avvocati non costituisce causa di incompatibilità assoluta con l'ufficio di testimone né esime l'avvocato, citato per rendere sommarie informazioni, dall'obbligo di comparire davanti al Pubblico Ministero, come tutte le altre persone; de il diritto dovere di astenersi dal deporre, invocato dal Consiglio dell'ordine degli Avvocati di Milano (peraltro l'art. 200 c.p.p., norma che non può certo ritenersi 39

18 modificata dal codice deontologico professionale, qualifica tale situazione come assenza in capo ali 'avvocato dell 'obbligo di deporre e non già come sussistenza dell 'obbligo di non deporre), si riferisce esclusivamente alle circostanze che "l'avvocato ha conosciuto per ragione della propria professione "; che questo Ufficio, dagli atti di indaginefinora compiuti, ha ragione di ritenere che le circostanze di cui l'avvocato in questionepossa essere a conoscenza siano state dallo stesso conosciute non in ragione della propria professione e pertanto ha ragione di ritenere che non sussista in tal caso la situazione delineata dall'art. 200 c.p.p.; ma in ogni caso, solo dopo che avrà conosciuto le domande che questo Ufficio intende rivolgere e non certamente prima, l'avv. Ghedini (N.d.R. così come l'avv. Cipolotti) potrà dichiarare se le stesse attengano o meno a circostanze che lo stesso ritiene rientrino nella previsione dell 'art. 200 c.p.p. e quindi fino a tale momento il suo rifiuto di comparire non può che apparire del tutto ingiustificato;" ha' nuovamente disposto la citazione formale degli avv. ono Ghedini e Cipolotti a comparire peril giorno perrendere sommarie informazioni;. con nota depositata il l'on. avv. Ghedini ha evidenziato, senza peraltro documentarlo, un ulteriore differente legittimo impedimento, ha riconfermato la sua posizione di difensore delle persone offese e "per i medesimi soggetti anche di difensore quali potenziali indagati" (pur senza depositare alcuna nomina in tal senso) ed ha ribadito la sua incompatibilità a testimoniare derivante dall'art. 197 lett. d) e 200 c.p.p., presumendo altresì di essere a conoscenza delle domande che gli sarebbero state rivolte "sia per le conversazioni con Lei (cioè con il Pubblico Ministero) intercorse, sia per gli ampi resoconti apparsi sulla stampa, sia per le indagini svolte ", L'avv. Piersilvio Cipolotti è invece comparso il ed ha dichiarato che: non aveva alcuna specifica nomina come sostituto processuale dell'avv. Ghedini con riferimento ai mandati difensivi rilasciati da Paolo e Silvio Berlusconi, già da quello prodotti a questo Ufficio, ma avevo un generico incarico di sostituire l'avv. Ghedini in tutte le sue attività professionali; probabilmente verso la fine del 2007 (certamente non nel 2008), Fabrizio Favata aveva telefonato al loro studio di Padova, chiedendo di parlare con l'avv. Ghedini per questioni che interessavano Paolo Berlusconi, ma forse aveva menzionato anche Silvio Berlusconi; egli aveva quindi fissato un appuntamento con Favata, a cui questi si è presentato; prima dell'appuntamento egli aveva informato l'avv. Ghedini, il quale gli aveva riferito qualcosa in ordine a Favata, del quale era peraltro possibile che gli avesse già parlato anche in precedenza; egli aveva riferito all'avv. Ghedini il contenuto del colloquio avuto con Favata e, siccome era rimasto d'accordo con questi che gli avrebbe fatto conoscere la risposta dell'avv. Ghedini, quando ha richiamato gli ha fissato un nuovo appuntamento per un incontro, nel corso del quale Favata ha parlato conl'avv. Cipolotti e conl'avv. Ghedini; fino alle elezioni politiche del 2008 Favata aveva richiamato almeno altre due volte e l'oggetto dei suoi discorsi era sostanzialmente sempre il medesimo; in prossimità delle elezioni europee del 2009 Favata aveva nuovamente telefonato ed aveva preso un nuovo appuntamento per un incontro avvenuto con il solo avv. Cipolotti; dopo tale incontro Favata aveva chiamato altre volte e si è presentato in un'occasione allo studio di Padova, senza preventivo appuntamento, ed ha parlato con l'avv. Cipolotti; IV 40

19 Favata infine si era presentato allo studio di Padova, sempre senza preventivo appuntamento, nell'occasione in cui aveva ricevuto un atto giudiziario (che presentava numerose cancellature che ne impedivano la lettura completa), di cui aveva lasciata una copia con un biglietto in cui chiedeva all'avv. Cipolotti di assumere la sua difesa con riguardoal suddetto atto; quando Favata (o suo figlio) aveva richiamato, l'avv. Cipolotti, che si era consultato al riguardo con l'avv. Ghedini, gli aveva comunicato che non avrebbe assunto la sua difesa e gli aveva altresì consigliato di rivolgersi per tale incombente all' avv. Giorgio Perroni; non intendeva riferire il contenuto dei colloqui avuti con Fabrizio Favata né riferire se questi avesse mai lasciato o mostrato della documentazione, in quanto si trattava di attività svolta nell'esercizio della professione di avvocato; non aveva mai sentito parlare, prima che il suo nome comparisse sulla stampa, dell'ing. Roberto Raffaelli. I contatti intercorsi tra Fabrizio Favata e i giornalisti. A tal riguardo sono stati acquisiti i seguenti elementi. Il Peter Gomez Homen, giornalista del settimanale L'Espresso ha dichiarato che: nella primavera del 2009 Fabrizio Favata si era presentato presso il settimanale L'Espresso e si era incontrato con il vice direttore Claudio Lindner e con Vittorio Malaguti, a cui, per accreditarsi, aveva mostrato delle immagini relative alle nozze della figlia di Paolo Berlusconi, a cui 10 stesso Favata aveva partecipato; da aprile 2009 Gomez, a cui il vice direttore aveva passato il contatto, si era incontrato con Favata per cinque o sei volte; nel corso dei primi incontri Favata gli aveva riferito che: - era socio per il tramite di una celta Lella Pareti, che fungeva da prestanome, nella società IP TIME facente capo a Paolo Berlusconi; - attraverso il suo amico Alberto (si tratta evidentemente Eugenio Petessi, detto Alberto) era entrato in contatto con Roberto Raffaelli, amministratore delegato di R.C.S. s.r.l.; - Raffaelli era interessato ad intraprendere anche all'estero le medesime attività svolte da R.C.S. s.r.l. in Italia; - per tale ragione Favata aveva messo in contatto Raffaelli con Paolo Berlusconi, il quale avrebbe potuto favorire l'espansione di R.C.S. in Romania; - per tale attività Raffaelli aveva fatto pervenire a Paolo Berlusconi la somma forse di al mese, che veniva cosegnata a quello in contanti, presso la sede di II Giornale, in Milano via Negri 4, dove quello aveva un ufficio;. negli incontri successivi Favara gli aveva riferito anche che: - Favara, avendolo saputo da Rnffaelli, aveva informato Paolo Berlusconì dell'esistenza di registrazioni di conversazioni telefoniche intercettate nell'ambito del procedimento "Antonveneta", i cui luterlocutorl erano politici del centro sinistra, tra cui Fassino; - Raffaelli si era detto disponibile ad utilizzare tali conversazioni intercettate, consegnandole a Paolo Berlusconi, solo nel settembre ottobre 2005, in quanto da quel momento tali conversazioni erano entrate nella disponibilità di più persone e quindi non si sarebbe potuto sospettare di lui; IV 41

20 - Favata e Raffaelli quindi allo scopo di ingraziarsi Silvio Berlusconi, nella speranza che potesse in qualche modo favorire l'espansione di R.C.S. s.r.l. in Romania, decisero di consegnare a quello le suddette conversazioni intercettate; - pertanto la viglia di Natale 2005, Favata, Raffaelli e Paolo Berlusconi, che aveva procurato l'incontro, si erano recati ad Arcore presso la residenza di Silvio Berlusconi e gli avevano fatto ascoltare le conversazioni suddette, che erano però state consegnate pochissimo tempo dopo da Favata a Paolo Berlusconi nella sua casa di campagna; al riguardo è opportuno riportare quanto dichiarato dal teste: "Mi raccontò che Silvio Berlusconi li ricevette ali 'interno di un salotto non tanto grande all'interno del quale vi era un albero di Natale bianco. Mi raccontò che durante il loro incontro fecero ascoltare le intercettazioni telefoniche che riguardavano Consorte e Fassino e forse anche altre. Mi raccontò che Silvio Berlusconi sembrava assopito ovvero era seduto e aveva il capo reclinato all'indietro e teneva gli occhi chiusi. Mi disse che quando gli furono fatte ascoltare le conversazioni in argomento Silvio Berlusconi improvvisamente si destò da questo suo apparente torpore" - Favata si era rivolto al giornalista in quanto aveva dei motivi di chiaro risentimento nei confronti di Paolo Berlusconi, di cui era stato lungamente amico, ma non lo aveva aiutato quando aveva avuto, forse nel 2008, una crisi finanziaria, limitandosi ad offiirgli solo 3/4.000 in contanti ed adducendo di trovarsi anche lui in difficoltà economica a causa della liquidazione del gruppo Solari; - al riguardo Favata intendeva recarsi da Paolo Berlusconi per chiedere finanziamenti, facendo valere il fatto che avrebbe potuto testimoniare in ordine alle vicende che aveva coinvolto il gruppo Solari, ma lasciando intendere che, nel caso in cui non avesse ottenuto i finanziamenti richiesti, avrebbe potuto estendere la sua testimonianza anche alla vicenda della fuga di notizie relativa alla conversazione tra Fassino e Consorte; - Favata aveva preso contatto con alcuni magistrati della Procura di Milano ma non aveva denunciato i fatti suddetti; - in precedenza Favata aveva avuto alcuni incontri con l'avv. Ghedini, a cui aveva raccontato la vicenda della consegna della conversazione intercettata e aveva richiesto un aiuto economico, che gli era stato rifiutato; -nella primavera o estate 2009 Favata si era recato a Padova, presso lo studio dell'avv. Ghedini, dove era stato ricevuto da un suo collaboratore, che aveva già visto in occasione di un precedente incontro e a cui ha raccontato tutta la vicenda dell'intercettazione; - successivamente era stato ricontattato da quell'avvocato che gli aveva riferito che il Presidente aveva ritenuto di non aderire alla proposta; il giornalista non aveva pubblicato nulla di quanto saputo, dato che Favata non era stato in grado di fornire riscontri della veridicità di quanto raccontato; a tale riguardo Favata gli aveva detto di non aver conservato copia della registrazione della conversazione telefonica tra Fassino e Consorte; il giornalista aveva allora chiesto a Favata di registrare i suoi colloqui con Raffaelli e gli aveva anche fornito per tale scopo un suo vecchio registratore; in occasione di un successivo incontro Favata gli aveva fatto sentire la registrazione di un incontro con una persona, a suo dire Raffaelli, nel corso della quale i due interlocutori parlavano della vicenda delle intercettazioni, ma si era rifiutato di lasciargli il registratore, su cui vi era la registrazione; in uno degli ultimi incontri Favata gli aveva chiesto se avesse riferito la vicenda ad altre persone, in quanto Raffaelli, a suo dire, sosteneva che il giornalista avesse detto in giro che Favata era un ricattatore; 42

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