confetra - nota congiunturale sul trasporto merci

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1 confetra - nota congiunturale sul trasporto merci a cura del Centro Studi Confetra Anno VIII - n 2 ottobre 2005 Periodo di osservazione gennaio-giugno 2005

2 La nota congiunturale Confetra sul trasporto merci presenta semestralmente i risultati di un indagine sull andamento del mercato del trasporto merci italiano, indicandone le variazioni rispetto all analogo periodo dell anno precedente. La presente edizione prende in esame le risultanze del primo semestre L indagine si riferisce a tre attività fondamentali: autotrasporto a carico completo (nazionale ed internazionale) trasporto collettame (corrieri nazionali) spedizione internazionale (modalità e relazioni di traffico) Il trend evolutivo è rilevato sia in quantità di traffico che in fatturato. L indagine è svolta intervistando un panel di circa 100 imprese tra le più rappresentative dei vari settori, aderenti ad Anita, Assologistica, Fedespedi e Fedit. Per un raffronto con i dati raccolti ed elaborati dal Centro Studi Confetra sono pubblicati anche gli andamenti dei principali indici della nostra economia e dei trasporti rilevati da altre fonti. Tali valori, anche se a volte sfasati temporalmente rispetto alle indicazioni Confetra, contribuiscono comunque a completare lo scenario evolutivo tratteggiato. 1

3 ANDAMENTO TRASPORTO MERCI GENNAIO/GIUGNO 2005 RISPETTO ALLO STESSO PERIODO 2004 Rilevamento a cura del Centro Studi Confetra Trasporto su strada (compreso combinato) Viaggi Fatturato 8 6 viaggi fatturato peso partita Nazionale carico completo + 4,6 % + 6,2 % Internazionale carico completo 5,5 % 4,1 % Consegne Fatturato variazione % Nazionale collettame (Corrieri) 3,4 % + 1,4 % -4 Peso medio a partita + 1,2 % -6-8 Naz.le Carico completo Int.le collettame naz.le Spedizioni internazionali Spedizioni Fatturato Aereo 0,8 % + 3,5 % 8 Mare Aereo Strada Ferrovia Ferrovia 5,5 % 11,2 % 3 Mare + 5,6 % + 6,7 % Strada 2,3 % 4,6 % variazione % Unione Europea 2,1 % + 0,2 % -17 spedizioni fatturato Europa Est 7,8 % + 6,8 % 20 Nord America 2,4 % + 3,7 % Centro-Sud America + 3,4 % + 17,0 % Giappone 4,4 % + 0,4 % variazione % Asia + 5,1 % + 3,2 % Africa 3,8 % 3,8 % Altri Paesi 11,9 % + 4,4 % Asia Centro- Sud America Unione Europea Nord America Africa Giappone Europa Est Altri Paesi Fonte: Centro Studi Confetra 2

4 Rispetto allo stesso periodo del 2004, il primo semestre 2005 ha visto un andamento assai difforme per i vari segmenti. Il trasporto nazionale a carico completo è aumentato in modo significativo per il numero di viaggi (+4,6%) e con una percentuale poco superiore (+6,2%) in termini di fatturato. Anche se può esservi una leggera riduzione della distanza media, questi due numeri dimostrano che il prezzo del trasporto ha avuto un aumento molto modesto, che non recupera assolutamente l aumento del costo del gasolio (+16%) e gli altri costi. Di conseguenza i margini dell autotrasporto, già esigui, ne e- scono ulteriormente compressi. Occorre notare che il traffico nazionale include anche il traffico da e per i porti, in forte aumento più per volumi che per prezzi. Nell internazionale a carico completo si è avuta una netta riduzione sia per numero di viaggi (-5,5%) che per valore (- 4,1%). Peraltro sembra anche in essere una variazione di mix, con una minore incidenza della Germania rispetto a destinazioni più lontane (UK e Spagna) e quindi un allungamento del viaggio medio. Se si tiene conto di questo, i prezzi appaiono sostanzialente fermi nonostante l aumentato costo del gasolio, dei pedaggi ai valichi e della introduzione della LKW Maut. Il dato di aumento della bilancia commerciale (vedi poi) sia per l import che per l export non deve trarre in inganno, in quanto è calcolato a valore e sono ben noti i considerevoli incrementi verificatisi nei prezzi, soprattutto per i prodotti petroliferi e derivati. Nel trasporto nazionale di collettame il numero di consegne è in leggera flessione (-3,4%), il peso trasportato è costante, il fatturato complessivo appare in lieve aumento (+1,4%), anche per effetto dei sempre più consistenti servizi collaterali al trasporto richiesti dalla clientela. C è inoltre da mettere in conto una variazione del mix nord/sud che ha richiesto un allungamento delle distanze medie ed ha fatto sì che il recupero di prezzo, rapportato all aumento dei costi specifici del settore, risulti non significativo. La partita media è rimasta pressochè costante, ma si nota comunque una certa diversificazione tra operatore e operatore: chi aveva grosse partite è rimasto costante o ne ha diminuito leggermente il peso medio, chi aveva partite piccole lo ha invece aumentato, con un recupero parziale ma significativo dell inflazione specifica. Nelle spedizioni internazionali si rileva che il mare ha continuato a crescere essenzialmente per i traffici import, ma con un tasso minore, mentre l aereo registra una leggera diminuzione del numero di spedizioni ed una contrazione del tonnellaggio (-4,0%) rispetto allo stesso periodo del precedente anno. La strada ha un andamento simile ai carichi completi, mentre si evidenzia il calo della ferrovia. Con riferimento alle destinazioni, non appaiono situazioni diverse dalle attese, salvo una certa ripresa del Sud America. 3

5 ANDAMENTO TRASPORTO MERCI 2005/2004 Rilevamento fonti diverse Tipologia Periodo Variazione Fonte Traffico autostradale gen/giu (veicoli x km) + 0,3% Traffico ferroviario (t x km) gen/giu Totale 7,2% Traffico aereo gen/giu (compr.aviocamionato, tonn.) Linate+Malpensa ,1% Ciampino+Fiumicino ,7% Orio al Serio ,9% Traffico marittimo container ( TEU x 1000) Gioia Tauro + 2,3% Genova 3,9% La Spezia + 2,8% Livorno + 10,8% Taranto + 15,9% Napoli gen/giu 0,6% Salerno 2,3% Savona + 231,0% Venezia 5,0% Trieste + 23,4% Ravenna + 4,9% Aiscat Trenitalia Assaeroporti Autorità portuali 4

6 Il raffronto tra i risultati dei rilevamenti Confetra e quelli delle altre fonti induce ad alcune considerazioni: - traffici stradali: il dato Aiscat esprime i veicoli-km, mentre quello Confetra è riferito al numero di viaggi effettuati; la discordanza fra i dati suggerisce un accorciamento del viaggio medio, ovvero la tendenza a limitare l uso dell autostrada laddove esiste un alternativa. - traffici ferroviari: il valore Trenitalia è riferito in t-km mentre quello Confetra il numero di spedizioni. La ferrovia continua a perdere spazi nel trasporto di piccole partite (groupage), confermando una tendenza ormai storica. - traffici aerei: anche qui la differenza tra i numeri Assaeroporti e quelli Confetra è attribuibile ad aumento della partita media. Il discreto miglioramento del fatturato sta ad indicare una variazione di prezzo dei noli (fuel surcharge). - traffici marittimi: buono l andamento in generale. Il traffico contenitori presenta qualche piccolo calo in alcuni porti, a fronte di ottimi incrementi in altri. Il risultato di Savona è un vero exploit. Genova ne risente. 5

7 ANDAMENTO PRODUZIONE INDUSTRIALE 2005 Variazioni percentuali rispetto stesso periodo anno precedente (variazioni tendenziali) Variazioni percentuali mensili rispetto mese precedente (variazioni congiunturali destagionalizzate) 2,0% 2,0% 1,5% 1,0% 1,5% 0,5% 0,0% 1,0% -0,5% -1,0% 0,5% -1,5% -2,0% 0,0% -2,5% -3,0% -0,5% -3,5% -4,0% giu '04 lug ago set ott nov dic gen '05 feb mar apr mag giu -1,0% giu '04 lug ago set ott nov dic gen '05 feb mar apr mag giu L indice della produzione industriale per il primo semestre 2005 rispetto al corrispondente periodo del 2004 (variazione tendenziale) regredisce del 2,5%. Peraltro, anche l indice della produzione destagionalizzato del giugno 2005 è in flessione dello 0,7% rispetto al mese di maggio (variazione congiunturale). 6

8 Settori attività economica variazione C Estrazione di minerali +11,1% D Attività manifatturiere -2,6% DA Industrie alimentari, delle bevande e del tabacco +0,2% DB Industrie tessili e dell'abbigliamento -6,5% DC Industrie delle pelli e delle calzature -10,8% DD Industrie del legno e dei prodotti in legno (escl.mobili) -1,6% DE Industrie delle carta, stampa ed editoria -0,1% DF Raffinerie di petrolio +0,9% DG Fabbricazione prodotti chimici e fibre sintetiche -1,9% DH Produzione articoli in gomma e materie plastiche -5,8% DI Lavorazione minerali non metalliferi -0,1% DJ Produzione metalli e prodotti in metallo +0,5% DK Produzione macchine ed apparecchi meccanici -2,5% DL Produzione apparecchi elettrici e di precisione -7,1% DM Produzione mezzi di trasporto -6,9% DN Altre industrie manifatturiere (compr. mobili) -4,8% - Produzione mobili -6,3% E Produzione energia elettrica, gas ed acqua +1,6% Fonte: ISTAT PRODUZIONE INDUSTRIALE - VARIAZIONE INDICI PERCENTUALI Dati corretti per i giorni lavorativi gen-giu 2005 / gen-giu 2004 Quanto all analisi per settore di attività economica, in concomitanza con risultati positivi per estrazioni di minerali e produzione di energia, appare sempre più critico il quadro delle nostre attività manufatturiere: pochi e di scarsa entità i segni positivi, mentre si dilatano quelli negativi. Particolarmente pesanti i cali percentuali per pelli e calzature, apparecchi elettrici e di precisione, mezzi di trasporto, nonchè tessile ed abbigliamento. 7

9 COMMERCIO ESTERO - VARIAZIONI PERCENTUALI SU VALORE 2005/2004 Esportazioni Importazioni Paesi UE Paesi extra UE * gen-giu. 2005/2004 gen-giu. 2005/2004 5,6% 4,5% 7,4% 13,8% 32% Export Import Paesi ed aree Export Import Saldo Export- Import ( mio ) Export Import Saldo Export- Import ( mio ) 24% EFTA + 11,1% - 3,6% % Russia + 31,2% + 16,9% Altri Paesi europei + 7,8% + 12,0% % Turchia + 2,1% + 15,4% OPEC + 8,1% + 35,4% % USA + 6,2% + 14,6% Mercosur + 15,6% + 1,7% % Cina + 3,2% + 20,0% Giappone + 6,8% - 16,2% EDA (Economie Dinamiche Asia) + 3,4% + 13,5% + 81 Altri Paesi + 5,0% + 12,2% % Russia Turchia Mercosur EFTA OPEC Altri Paesi europei Giappone USA Altri Paesi EDA Cina Totale + 5,5% + 5,1% ,4% + 13,8% * Dal 1 maggio 2004 Cipro, Estonia, Lettonia, Lituania, Malta, Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia, Slovenia e Ungheria sono entrati a far parte dell'ue. Bulgaria, Romania e Turchia sono ancora considerati Paesi candidati, non essendo ancora stata fissata la data del loro ingresso ; i primi due sono inseriti nel gruppo "Altri Paesi europei", la Turchia è considerata singolarmente. Fonte: ISTAT 8

10 Nel primo semestre 2005, rispetto al corrispondente periodo 2004, il saldo cumulato complessivo del nostro commercio con l estero ha registrato un forte accrescimento del disavanzo (ben milioni di Euro), pervenendo ad passivo totale di milioni di Euro rispetto ai del L interscambio con i Paesi extra UE concorre al saldo cumulato con un passivo di milioni di Euro, che si assomma a quello dei Paesi UE di milioni. Risulta, in percentuale: + 13,8% relativamente all import dai Paesi extra-ue + 7,4% relativamente all export verso i Paesi extra-ue + 5,6% relativamente all export verso i Paesi UE + 4,5% relativamente all import dai Paesi UE I traffici in export al di fuori dell UE, nel semestre gennaio-giugno 2005, sono in ripresa verso tutti i paesi. Apprezzabile il recupero verso gli USA, comunque i maggiori incrementi esportativi si sono avuti verso Russia, Mercosur ed Efta. Tra i paesi da cui provengono le nostre importazioni l OPEC, ovviamente, fa la parte del leone; grosse cifre realizzano però anche Cina, Russia, Turchia ed USA. Giappone e paesi EDA sono i soli a denunciare valori negativi. I saldi positivi più consistenti sono dovuti agli scambi con gli USA e gli Altri paesi. Ampiamente negativi appaiono i risultati dell interscambio con i paesi OPEC, la Cina e la Russia. 9

11 COMMERCIO ESTERO CON I PAESI UE - VARIAZIONI PERCENTUALI SU VALORE GEN-GIU 2005 RISPETTO GEN-GIU 2004 PAESI Regno Unito Spagna Grecia Francia Portogallo Polonia Repubb. Ceca Slovenia Malta Ungheria Cipro Lituania EXPORT +0,5% +11,0% -6,0% +7,2% -2,9% +3,0% +7,8% +7,5% -34,7% +6,9% +35,6% -34,5% IMPORT +4,7% +0,9% +3,9% +0,2% -0,6% +11,0% +29,6% +16,9% +93,1% +34,2% -29,4% -7,5% SALDO EXP-IMP (MIO Euro) PAESI Lettonia Danimarca Estonia Slovacchia Finlandia Lussemburgo Austria Svezia Irlanda Belgio Paesi Bassi Germania Totale UE EXPORT -14,1% +6,6% +25,9% +7,6% +21,4% -15,1% +8,4% +10,9% +14,6% +8,2% +7,5% +3,2% +5,6% IMPORT -24,4% +7,0% -6,7% +29,7% +6,9% +6,4% -2,7% -2,8% -3,1% +9,2% +8,6% +2,5% +4,5% SALDO EXP-IMP (MIO Euro) Fonte: ISTAT 10

12 Quanto al commercio estero con i Paesi dell UE, nel primo semestre del 2005 gli aumenti più importanti nelle cessioni si sono registrati nei confronti di Cipro, Estonia, Finlandia ed Irlanda. Le flessioni più ampie hanno riguardato Malta, Lituania, Lussemburgo e Lettonia. Relativamente agli acquisti le variazioni positive più consistenti riguardano Malta, Ungheria, Slovacchia e Repubblica Ceca, mentre le riduzioni di maggior rilievo interessano Cipro e Lettonia. Occorre però notare che tutti i dati relativi al commercio estero mostrano una forte divergenza fra volumi e valori, come rilevabile dallo specchietto qui riportato che mostra gli scambi del primo semestre 2005 rispetto quelli del medesimo periodo 2004 valore volume export +6,1% +0,4% import +8,4% +0,2% Questa divergenza è in gran parte attribuibile al forte aumento di prezzo dei prodotti petroliferi e derivati, nonché per l area del dollaro USA alla variazione dei cambi. 11

13 COMMERCIO ESTERO EXPORT, IMPORT E SALDO BILANCIA COMMERCIALE PER SETTORE DI ATTIVITA' ECONOMICA gen-giu 2005 / gen-giu 2004 Export Import Saldo (mio Euro) Export Import Saldo (mio Euro) Export Import Saldo (mio Euro) A-B Prodotti agricoltura e pesca +9,7% -1,3% ,9% -7,6% ,4% -4,2% C Prodotti miniere e cave nd +19,0% -959 nd +28,7% nd +28,0% CA Minerali energetici nd +20,3% -848 nd +29,1% nd +28,6% CB Minerali non energetici nd +13,8% -111 nd +22,1% -813 nd +20,3% -924 D Prodotti trasformati e manufatti +5,5% +4,7% ,5% +9,8% ,3% +6,5% DA Prodotti alimentari, bevande e tabacco +5,4% +0,5% ,1% +3,0% ,9% +1,1% DB Prodotti tessili e abbigliamento +0,8% +1,3% ,3% +4,8% ,8% +3,5% DC Cuoio e prodotti in cuoio +2,1% +13,3% ,2% +2,3% ,8% +4,6% DD Legno e dei prodotti in legno (escl.mobili) -4,3% +0,7% ,8% +3,0% ,8% +1,6% DE Carta, stampa ed editoria +4,5% +3,9% ,3% +1,5% ,2% +3,3% -171 DF Prodotti petroliferi raffinati +34,9% +0,9% ,4% +35,0% ,2% +26,9% DG Prodotti chimici e fibre sintetiche +10,1% +7,9% ,6% +13,0% ,5% +9,2% DH Articoli in gomma e materie plastiche +9,5% +5,4% ,9% +11,8% ,1% +7,0% DI Prodotti lavorazione minerali non metalliferi -2,3% +2,6% ,3% +11,6% ,2% +5,4% DJ Metalli e prodotti in metallo +14,9% +14,5% ,3% +24,3% ,2% +18,8% DK Macchine ed apparecchi meccanici +1,0% +4,4% ,0% -2,0% ,8% +2,1% DL Apparecchi elettrici e di precisione +14,5% +0,1% ,5% +7,0% ,8% +2,2% DM Mezzi di trasporto -0,2% +3,8% ,1% +4,6% ,1% +3,9% DN Altri prodotti ind.manifatturiera (compr.mobili) -3,8% +2,5% ,4% +10,6% ,5% +7,2% Mobili -4,8% +4,9% ,5% +14,2% ,0% +9,8% E Energia elettrica, gas e acqua nd +27,1% -521 nd +14,1% -546 nd +20,2% Altri prodotti n.c.a. nd nd -679 nd nd +306 nd nd -372 Totale +5,6% +4,5% ,4% +13,8% ,3% +8,3% Fonte: ISTAT Settori attività economica PAESI UE PAESI EXTRA UE COMPLESSIVO 12

14 Complessivamente, nel primo semestre 2005: nelle esportazioni le variazioni percentuali positive più importanti hanno riguardato le seguenti merceologie: prodotti petroliferi raffinati (+ 40,2%); metalli e prodotti in metallo (+ 17,2%) ed apparecchi elettrici e di precisione (+ 10.8%). Le variazioni negative concernono: mobili (- 4,0); prodotti della lavorazione di minerali non metalliferi (-3,2%), nonché legno e prodotti in legno (-1,8%). quanto alle importazioni, minerali energetici (+28,6%), prodotti petroliferi raffinati (+ 26,9%), minerali non energetici (+ 20,3%) ed energia elettrica, acqua e gas ( + 20,2%) hanno segnato le variazioni positive di maggior rilievo. I prodotti dell agricoltura e della pesca (- 4,2%) rappresentano l unica variazione di segno negativo. i saldi attivi più consistenti (mio Euro) sono riferiti all interscambio delle merceologie: macchine e apparecchi meccanici ( ); tessili e abbigliamento ( ); mobili ( ) cuoio e suoi prodotti ( ) e prodotti lavorazione minerali non metalliferi ( ). alla formazione dei saldi negativi di maggior peso concorrono: minerali energetici ( ); prodotti chimici e fibre sintetiche ( ); mezzi di trasporto ( )apparecchi elettrici e di precisione ( ). 13

15 UE, EXTRA UE E PRINCIPALI PAESI Settori attività economica Export Import Export Import Export Import Export Import Paesi UE di cui: +5,7% +6,4% +0,1% -1,5% A-B Prodotti agricoltura e pesca +5,6% +0,6% 2,9% -4,7% Germania +3,0% +5,3% +0,9% -1,9% C Prodotti miniere e cave nd +28,0% nd -0,1% Francia +5,6% +5,9% +2,3% -4,4% CA Petrolio greggio e gas naturale nd +29,1% nd 0,0% Regno Unito +3,5% 7,8% -2,3% -2,4% D Prodotti trasformati e manufatti +6,1% +6,2% +0,3% +0,3% Spagna +7,1% +7,0% +4,6% -4,8% DA Prodotti alimentari, bevande e tabacco -1,1% +2,4% +6,2% -1,3% UEM +5,6% +6,2% +1,1% -2,4% DB Prodotti tessili e abbigliamento +6,3% +0,8% -2,3% +2,8% Paesi EXTRA UE di cui: +6,7% +11,4% +0,5% +2,2% DC Cuoio e prodotti in cuoio +7,6% +2,5% -6,3% +2,1% Russia +5,7% 25,2% +23,9% -6,5% DD Legno e dei prodotti in legno (escl.mobili) +4,5% +3,3% -6,1% -1,6% USA +3,9% +6,4% +2,0% +7,6% DE Carta, stampa ed editoria +2,0% +0,7% +4,2% +2,6% Cina +9,2% +0,9% -5,1% +19,0% DF Prodotti petroliferi raffinati +31,2% +29,2% +6,3% -1,5% Giappone +8,5% -0,2% -1,7% -16,0% DG Prodotti chimici e fibre sintetiche +7,5% +11,1% +1,6% -1,8% EDA +6,2% +2,2% -2,7% +11,0% DH Articoli in gomma e materie plastiche +7,1% +6,1% +1,9% +0,9% Mondo +6,1% +8,4% -0,4% +0,2% DI Prodotti lavorazione minerali non metalliferi +3,0% +5,1% -5,9% +0,3% DJ Metalli e prodotti in metallo +12,0% +16,0% +5,0% +2,7% DK Macchine ed apparecchi meccanici +5,3% +6,6% -1,3% -4,4% DL Apparecchi elettrici e di precisione +4,4% +4,1% +6,0% -1,8% DM Mezzi di trasporto +2,2% +0,2% -2,4% +3,5% DN Altri prodotti ind.manifatturiera (compr.mobili) +5,8% +3,1% -5,1% +4,1% E Energia elettrica, gas e acqua nd +2,8% nd +17,5% Totale +6,1% +8,4% +0,4% +0,2% Fonte: ISTAT COMMERCIO ESTERO VARIAZIONI PERCENTUALI DEI VALORI MEDI UNITARI E DEI VOLUMI gen-giu 2005 / gen-giu 2004 VALORI MEDI VOLUMI VALORI MEDI VOLUMI 14

16 COMMENTI Anche nel primo semestre 2005 la Cina è stata il grande protagonista del commercio internazionale. Il superamento delle quote in import per molti prodotti ha portato al blocco di molta merce alle frontiere, poi sbloccata accreditando alle quote 2006 questi quantitativi di merce importati fisicamente nel Le pressioni sulla rivalutazione della moneta cinese (renminbi o yuan) hanno avuto un effetto molto modesto. Formalmente, a luglio, il Governo cinese ha sganciato il cambio dal dollaro USA, legandolo ad un paniere di valute che peraltro non è mai stato dichiarato. Nella pratica non c è stato alcun cambiamento significativo. Al lo yuan era a 11,3 contro l Euro (e 8,27 contro il dollaro USA); a metà settembre 2005 si aggirava attorno a 9,8 (8,23 contro lo US$) con una leggera rivalutazione rispetto all Euro molto vicina a quella del dollaro USA. Appare quindi evidente che al di là delle dichiarazioni formali lo yuan resta sempre ancorato al dollaro USA, tanto è vero che la banda di oscillazione giornaliera rispetto a questa valuta è dello 0,3% mentre quella contro le altre maggiori valute (Euro, yen e dollaro di HK) è stata allargata dallo 1,5 al 3% (il 23 settembre). Nel complesso l export cinese del semestre (verso tutti i Paesi) è aumentato del 32,7% rispetto al primo semestre 2004, mentre l import è cresciuto del 14%. La produzione totale è salita del 27,5%, in parte per aumento delle materie prime, ma comunque del 16,3% a prezzi costanti) e gli investimenti in Cina sono stati pari a 28,6 mld di US$. Di conseguenza le riserve cinesi, in gran parte denominate in dollari USA, hanno continuato ad aumentare (dai 610 mld di fine 2004 ai 711 del 30 giugno, con un incremento del 17% in sei mesi). In tutto il semestre le vendite al dettaglio in Italia sono state deboli; il mese di marzo è stato un eccezione (+2%) subito smentita dal tonfo di aprile (-4%). Questa stagnazione tocca sia i prodotti di largo consumo sia i beni durevoli, inclusi per la prima volta dopo molti mesi i prodotti elettronici ad alta tecnologia. Il forte aumento dei beni energetici (oltre che della casa) ha sottratto potere di acquisto agli altri beni. Qui di seguito si riporta la tabella dell aumento dei costi del giugno 2005 rispetto al giugno 2004 derivata dagli indici nazionali Istat dei prezzi al consumo per l'intera collettività. Indice generale Beni alimentari Alimentari lavorati Beni energetici Energetici regolam. Altri energetici Beni durevoli Beni non durevoli Beni semidur. Tabacchi Beni largo consumo +1,80% -0,10% +0,40% +7,10% +5,80% +8,10% +0,20% -1,30% +1,60% +6,70% -0,10% +2,70% Servizi Il leggero miglioramento (in valore) del nostro export del 1 semestre 2005 rispetto all analogo periodo del 2004 non ha compensato la caduta dei consumi interni, soprattutto nei settori più esposti alla concorrenza cinese (mobili e cucine, calzature in cuoio, oreficeria e gioielleria, sedie e divani, rubinetti e valvole, frigoriferi e congelatori, abiti da donna, pompe per liquidi, piccoli elettrodomestici, maglioni e pullover, lampade e illuminotecnica, vestiti da uomo) e sui nostri maggiori mercati (es. Germania). 15

17 Il rilievo dato dai giornali al forte aumento delle quote di import di prodotti cinesi in tutta Europa ha attirato l attenzione dei politici ma anche causato un vistoso aumento delle triangolazioni a scapito del made in Italy, col risultato che le stesse merci entrano attraverso dogane meno attente alle etichette di origine. Basti dire che il Belgio è diventato all improvviso un forte esportatore di calzature verso gli USA! La scarsa collaborazione dei partners UE sulla obbligatorietà delle etichetta sull origine (vera) dei prodotti e sulla difesa del made in Italy ha sì un effetto deflazionistico sull economia, ma danneggia fortemente l Italia, più del cambio artificioso dello yuan. Il mese di luglio forse anche per il timore di restare con gli scaffali vuoti in vista di un possibile blocco dell import dalla Cina ha registrato una ripresa degli ordinativi esteri alle nostre imprese rispetto al mese precedente, particolarmente centrata su pelli e calzature (+16,8%), apparecchi elettrici (+24,9%) e mezzi di trasporto (+19,6%). Restano invece molto deboli i mobili ed il tessile-abbigliamento. Il miglioramento del nostro export complessivo nel 1 semestre 2005 rispetto allo stesso periodo del 2004 (+6,1% a valore) è però tutto da interpretare perché include anche i prodotti energetici col loro forte aumento di prezzo. Per quanto concerne i noli marittimi per contenitori, il primo semestre si è chiuso col permanere di una forte tensione sulle rotte dal Far East verso l Italia ed il resto d Europa, dovuta alla buona saturazione delle navi. Tuttavia, all inizio di settembre, la notizia che i quantitativi di molte merci cinesi importate nei rimanenti mesi del 2005 sarebbero stati conteggiati come anticipo sul 2006 ha avuto come effetto la cancellazione della peack season surcharge ed una stabilizzazione dei noli con piccole variazioni in discesa. Il rischio è che, a inizio 2006, l entrata in funzione di nuove navi coincida con un calo della domanda (o, meglio, una crescita molto inferiore alle attese), portando ad un esubero di capacità e quindi ad una sensibile discesa dei noli. Altro segnale forte e nella stessa direzione: a settembre il prezzo dei contenitori nuovi è sceso del 20-25%. In Italia, tutto il settore dei Trasporti e Logistica in generale è in forte tensione per vari motivi: a) L aumento del prezzo del gasolio (vedi tabella seguente) che, per la debolezza della domanda, non è stato ribaltato sul prezzo ai committenti. Se da un lato questo ha contribuito a raffreddare l inflazione, dall altro ha messo in ginocchio l autotrasporto, azzerandone i margini. MEDIE MENSILI DEL PREZZO DEL GASOLIO AUTOTRAZIONE ( /000 Litri) mese Prezzo consumo Prezzo industriale Componente fiscale anno diff.05/ diff.05/ diff.05/04 gen 1.009,00 875, ,28% 437,62 326, ,16% 571,37 549,09 + 4,06% feb 1.022,64 872, ,21% 448,64 323, ,52% 574,00 548,63 + 4,62% mar 1.057,44 886, ,22% 468,20 335, ,38% 589,24 551,03 + 6,93% apr 1.106,30 899, ,01% 508,92 346, ,98% 597,38 553,10 + 8,01% mag 1.070,75 924, ,87% 479,30 366, ,64% 591,46 557,23 + 6,14% giu 1.090,44 937, ,32% 495,71 378, ,13% 594,74 559,46 + 6,31% Fonte: Elaboraz.Confetra su dati Min. Attività Produttive 16

18 Peraltro, c è il rischio che l azzeramento dei margini spinga i trasportatori ad una maggior violazione delle regole (sovraccarico, orario di guida, ecc.) aggravando l esubero di offerta. b) Le nuove regole di Basilea2 per il credito bancario rappresentano un grosso rischio per tutto il settore, che ha parametri diversi da quelli abitualmente usati dal sistema bancario, mutuati soprattutto dall industria manufatturiera. Il pericolo tutt altro che teorico è che l applicazione di tali criteri si trasformi in una brutale stretta creditizia. Il caso limite è rappresentato dalla tipica casa di spedizioni, che dispone beni materiali ed immateriali molto contenuti (e quindi un basso patrimonio iscritto a bilancio), ma un enorme patrimonio relazionale (stima dei clienti, dei vettori e dei corrispondenti esteri, personale molto valido, ottime procedure operative, stima da parte della Dogana, ecc.) che serve a far funzionare l impresa ma non registrato nei libri contabili. La tabella seguente elaborata dal Centro Studi Confetra confronta i parametri principali di una media a- zienda Mediobanca con quelli di una media casa di spedizione italiana. RAFFRONTO PARAMETRI CONFETRA E MEDIOBANCA Voci Media impresa MEDIOBANCA * Media casa sped. CONFETRA ** Voci Media impresa MEDIOBANCA * Media casa sped. CONFETRA ** Dipendenti n Quoziente struttura (1) 0,501 1,064 Fatturato K Euro Indice liquidità (2) 1,357 1,020 Valore aggiunto K Euro Indipendenza finanziaria (3) 0,333 0,155 Costo lavoro K Euro ROS (Utile oper./fatt.) 3,90% 1,80% Ammortamenti K Euro Turnover (Fatt. / Cap. inv.) 0,950 2,010 Utile operativo K Euro ROI (Utile oper./cap. inv.) 3,70% 3,60% Oneri finanziari K Euro Capitale inv./capitale proprio 3,1 6,46 Utile extragestione K Euro Utile netto/utile operativo 20,10% 3,40% Utile ante imposte K Euro ROE (Utile netto/cap. proprio) 2,20% 0,80% Imposte K Euro Tasso interesse capitale terzi 0,40% 1,20% Utile netto K Euro Valore aggiunto/fatturato 21,20% 14,20% Cash flow K Euro Costo lavoro/v.a. 60,30% 76,10% Capitale investito K Euro Ammortamenti/V.A. 21,40% 11,40% Immobilizzazioni nette K Euro Oneri finanziari/v.a. 2,60% 4,80% Capitale proprio K Euro Utile extragestione/v.a. -2,40% 1,30% Valore agg. per dipendente K Euro 63,3 50,2 Imposte/valore aggiunto 9,50% 8,50% Costo per dipendente K Euro 38,2 38,2 Utile netto/valore aggiunto 3,70% 0,40% Produttività per dipendente K Euro 25, Imposte/utile lordo 72,20% 95,30% Fatturato / Immobilizzaz. Nette 2,93 7,89 Costo lavoro/fatturato 12,81% 10,79% Fatturato / Capitale proprio 2,85 13,00 Ammortamenti/fatturato 4,55% 1,62% Oneri finanz./fatturato 0,56% 0,68% * = media fra i dati di bilancio 2003 del campione Mediobanca di 489 medie aziende Utile extrag./fatturato -0,52% 0,18% che comprende sia aziende industriali che di servizi Imposte/fatturato 2,02% 1,21% Utile netto/fatturato 0,78% 0,06% ** = media fra i dati di bilancio 2002 delle 126 maggiori case di spedizione italiane (1) Capitale permanente / Immobilizzazioni nette (2) Liquidità (differita + immediata) / Passivo corrente (3) Capitale proprio / Capitale investito 17

19 Come appare dalla tabella, i rapporti patrimoniali ed operativi più importanti (quoziente di struttura, indice di liquidità, indice di indipendenza finanziaria, turnover, ROS, ROI, ROE, ecc. ) sono completamente diversi nei due casi. Il rischio che Basilea2 si trasformi in una stretta creditizia particolarmente grave per il settore della logistica è quindi reale - anzi quasi certezza - se non verranno adottati parametri specifici per il nostro settore. c) Il conferimento del TFR ai fondi sottrarrà liquidità alle aziende del settore in misura molto significativa. Per il settore il TFR vale il 5% del capitale investito ovvero il 26% del capitale proprio (tabella seguente). Per ogni dipendente vale circa Euro e fonte di un investimento di L analisi dei bilanci 2002 della prime 730 aziende/gruppi italiano del settore mostra i seguenti dati: Settore attività * N aziende Cap.proprio Cap.invest. TFR/dip. TFR TFR dipend. dipend. dipend. Cap.invest. Cap.proprio (K Euro) K Euro K euro % % AU , ,2 4,18% 19,10% CO 40 26,1 140,5 8,9 6,32% 34,00% EX 5 52,6 246,5 8,1 3,27% 15,30% MT 16 30,3 173,8 11,8 6,76% 38,80% OC 7 77,6 259,6 9,5 3,67% 12,30% OL 83 35, ,6 5,06% 27,30% SP ,4 169,6 8,1 4,80% 30,90% TOTALE ,6 158,9 8,0 5,01% 26,00% * Ogni azienda è classificata sulla base della propria attività prevalente: AU = Autotrasporto; CO = Corrieri; EX = Corrieri espresso; MT = Operatori multimodali; OC = Operatori di trasp.combinato; OL = Operatori di logistica a valore aggiunto; SP = Case di spedizione. La perdita del TFR equivarrebbe alla perdita di tutto il cash flow di un anno (641 M Euro per il campione, contro un cash flow di 732). In termini di possibilità di sviluppo, equivale a perdere il fabbisogno di cassa per uno sviluppo del 5%. Gli stessi dati significano che a parità di fatturato e di utile - l imprenditore deve aumentare i mezzi propri investiti nella società del 35% circa e (sempre a parità di condizioni) avrà il 25% in meno di redditività del suo capitale investito. Peraltro si osserva che non c'è molta differenza fra gruppi grandi e piccole aziende né cambia molto con la forma societaria (COO, SRL, SPA). Si tratta di un problema generalizzato di tutto il settore e di quasi tutte le aziende. Anche se la perdita del TFR sarà presumibilmente compensata da una garanzia pubblica sul maggior credito che l imprenditore dovrà accendere per compensarla, rimane il fatto che: 1) il costo del credito sarà maggiore di quello del TFR; 2) se ci sarà un certo sconto fiscale, questo sarà irrilevante perché si applica su utili nulli o molto modesti, mentre sarebbe positiva una qualunque riduzione dei contributi gravanti sul costo del lavoro; 3) il credito sostitutivo del TFR rappresenta comunque un maggiore indebitamento bancario e quindi un peggioramento dei parametri di Basilea2; 4) l effetto della perdita del TFR è cumulativo negli anni ed i previsti benefici fiscali per un settore ad alta incidenza di manodopera come il nostro non compensano gli effetti negativi, che quindi si cumulano. 18

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