La Dichiarazione di Intenti e il resoconto del lavoro del Forum Immigrazione del PD di Vicenza (aprile-dicembre 2013).

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1 Estratto da La Repubblica.it 3 ottobre 2013 Ieri Strasburgo, ancora una volta, aveva giudicato "sbagliate o controproducenti" le misure prese in questi ultimi anni dall'italia per gestire i flussi migratori. Un rapporto approvato all'unanimità dalla commissione migrazioni dell'assemblea parlamentare del Consiglio sottolinea che quanto fatto sinora non ha messo "l'italia in grado di gestire un flusso che è e resterà continuo". Il rapporto critica in particolare i ritorni forzati di immigrati in paesi, come la Libia, dove rischiano la tortura, se non la vita, la gestione dei Cpt, la decisione di dichiarare continuamente lo stato d'emergenza per "adottare misure straordinarie al di la dei limiti fissati dalle leggi nazionali e internazionali".(..) E come se non bastasse nel documento si afferma che alcune delle scelte fatte dalle autorità italiane "rischiano di minare la fiducia nell'ordine legale europeo e nella Convenzione di Dublino". Infine, nel testo viene evidenziato che la strada seguita dall'italia "non ha aiutato a convincere gli altri paesi membri della Ue a condividere la responsabilità" per i flussi in arrivo sulle coste italiane. (.) *** *** L'Italia deve pretendere che tutta l'europa si faccia carico del tema dell'immigrazione. Queste tragedie non possono più accadere". Khalid Chaouki, 3 ottobre 2013 IL PARTITO DEMOCRATICO PARLI AD ALTA VOCE. La Dichiarazione di Intenti e il resoconto del lavoro del Forum Immigrazione del PD di Vicenza (aprile-dicembre 2013). Introduzione. All'inizio del 2013 il Segretario Provinciale del PD di Vicenza, anche in concerto col responsabile del Forum Immigrazione PD Veneto, ha ritenuto di allargare la formazione dell'esecutivo provinciale ad un iscritto del PD che potesse e dovesse occuparsi di Immigrazione Integrazione e Diritti Civili. Il compito dell'incaricato è stato, in particolare, stabilito essere quello di creare un gruppo di lavoro interno al partito vicentino che si occupasse, di: - migliorare le conoscenze degli iscritti su normativa, linee programmatiche PD nazionale etc.; - tentare all interno di questo gruppo di lavoro una riflessione sulle priorità in tema di immigrazione e integrazione e, più in generale, di diritti civili; - tentare una raccolta dati sull immigrazione nella nostra provincia, sul suo andamento, sulla effettiva integrazione. La prima riunione del costituendo gruppo (o meglio: Forum) è stata convocata per mercoledì 10 aprile alle 20.30, presso la sede PD di Via dell'oreficeria 32 a Vicenza, tramite una convocazione indirizzata a tutti gli iscritti. Ne è nato un gruppo di lavoro di iscritti o simpatizzanti rappresentativo della provincia, ma più in particolare dell'altovicentino e di Vicenza città. All'interno del gruppo anche amministratori PD locali. Il gruppo ha condiviso gli intenti visti sopra. Alla data della redazione del presente documento il gruppo si è incontrato sette volte (a Vicenza o a Schio, sempre nelle sedi di partito), con una partecipazione numerica sempre diversa, in ogni caso con una presenza minima di 6 persone e una massima di 15. Due di tali riunioni hanno visto una presenza ben più numerosa (circa 20/25 persone complessivamente) perchè vi hanno partecipato referenti di comunità di migranti o di associazioni che lavorano sul campo, invitati dai singoli partecipanti del gruppo. A tali invitati è stato consegnato, alla riunione tenutasi l'11 settembre, la Dichiarazione di intenti scritta dal gruppo di lavoro, la quale è parte integrante del presente documento. **** **** ****

2 1. Una minima analisi dei dati nel Veneto. PREMESSA Questa sintesi si basa su dati reperibili sul sito dell ISTAT (in particolare le tavole demografiche) e sul Rapporto 2012 IMMIGRAZIONE STRANIERA IN VENETO redatto dall Osservatorio Regionale Immigrazione. Sono presenti inoltre alcuni aggiornamenti, sui dati demografici, tratti dal Rapporto 2013, recentemente disponibile. La sezione relativa alla condizione lavorativa degli stranieri è una sintesi tratta da quest ultimo rapporto. GLI STRANIERI IN EUROPA E IN ITALIA In linea con il quadro europeo, nonostante la crisi economica iniziata nel 2008, i flussi migratori in Italia, in Veneto e più in particolare nella provincia di Vicenza non si sono arrestati, quindi la popolazione immigrata è cresciuta. Secondo i dati Eurostat al 1 gennaio 2012 erano presenti nell Unione Europea 33 milioni di stranieri (o più precisamente di residenti nati all estero, in uno stato non comunitario, indipendentemente dalla loro cittadinanza attuale), pari al 6,5% della popolazione complessiva. Anche negli anni recessivi l Italia è rimasto un paese con un saldo migratorio consistente ( nel 2010, superiore all Inghilterra ( ) e alla Germania ( ). In Italia, sulla base dei risultati del Censimento del 2011, gli stranieri residenti sono quantificati in poco più di 4 milioni (nel ,2 milioni, al 4 posto come numero assoluto dopo Germania, Spagna e Regno Unito), pari al 6,8% della popolazione complessiva (al 6 in termini percentuali, dopo la Spagna, con il 12,3% di popolazione straniera,l Austria, il Belgio, la Germania e la Grecia). Il tasso medio di crescita più elevato è quello del Veneto, a pari merito con le Marche (16,7%). In quanto ad incidenza sulla popolazione complessiva il Veneto si colloca al 4 posto con il 10,2%, dopo Emilia Romagna (11,4%), Umbria (11%), Lombardia (10,7%). GLI STRANIERI IN VENETO Gli stranieri residenti in Veneto al 31 dicembre 2010, risultano secondo i dati ISTAT , circa in più rispetto al 31 dicembre 2009, che ricordiamo comprendono anche i nati in Italia da genitori stranieri. La popolazione veneta in quasi vent anni (dal 1991 al 2010) sarebbe cresciuta da ml a ml anziché i ml attuali se non vi fosse stato l apporto degli stranieri (sia immigrati, sia nati da genitori stranieri). Ma la popolazione straniera rilevata al Censimento è risultata attestarsi in Veneto (più ancora di quella italiana) su livelli decisamente inferiori rispetto alle risultanze anagrafiche. Gli stranieri in Veneto al 2011 risultano essere 457 mila (63mila in meno rispetto a quanto risulta all anagrafe). Il Veneto risulta la seconda regione italiana (dopo la Lombardia) per numero di stranieri e la quarta per incidenza degli stranieri sul totale della popolazione ( dopo Emilia Romagna, Umbria e Lombardia). Lo scostamento registrato deve essere attribuito da un lato alla sottostima dei flussi d emigrazione degli stranieri e alla mancata cancellazione per l estero, dall altro alla maggior difficoltà a censire la popolazione straniera. Le operazioni di verifica sono ancora in corso. La componente non comunitaria era nel 2006 il 95% della popolazione straniera nel Veneto, ma nel 2007 l ingresso di Bulgaria e Romania nella UE ha determinato una fortissima crescita della porzione comunitaria, che rappresenta oggi il 25% della popolazione straniera. La composizione per genere evidenzia una lenta femminilizzazione, portando ad un riequilibrio tra i sessi, dopo la netta prevalenza maschile tipica delle fasi iniziali dei processi migratori.

3 Analizzando la composizione per genere sono evidenti forti disomogeneità a seconda dei paesi d origine: ad esempio nel 2009 l 81,4% dei cittadini ucraini in Italia era femmina. Saldo naturale, saldo migratorio e acquisizioni di cittadinanza determinano le dinamiche della popolazione straniera Il saldo migratorio della popolazione straniera nel Veneto ( nel 2009) ne determina ancora essenzialmente l incremento, nonostante il saldo sia inferiore ai bienni precedenti, quando superava le unità. La gran parte del saldo è dato da movimenti con l estero e non con le altre regioni italiane. Il valore del saldo va ridimensionato tenendo conto delle consistenti (e crescenti) cancellazioni d ufficio (si tratta di persone cancellate dall anagrafe dopo accertamenti). Il saldo naturale continua ad essere positivo poiché i nati surclassano i morti per effetto della peculiare composizione per età degli stranieri presenti nel Veneto: molto numerosi nelle classi pìù giovani e praticamente assenti nelle classi più anziane. I nati stranieri sono una quota sempre in aumento sul totale dei nati in Veneto, superando il 22% nel 2009 (27% con almeno la madre straniera), rispetto ad una media italiana del 19%. Le acquisizioni di cittadinanza evidenziano una lenta tendenza alla crescita. Nel 2010, per la prima volta, le acquisizioni di cittadinanza non compenseranno il saldo negativo della popolazione italiana per nascita, che risulterebbe diminuita nonostante il contributo delle naturalizzazioni. L Italia è passata dalle acquisizioni di cittadinanza del 1998 alle del 2010 ( per il Veneto), sempre poche rispetto alle del Regno Unito, alle della Francia, alle della Germania e alle della Spagna. La distribuzione della popolazione straniera nel territorio veneto Le province con il maggior numero di iscritti stranieri all anagrafe erano nel 2007 Verona e Treviso. Tavola 2 - Bilancio demografico della popolazione straniera residente per provincia. Anno 2007 ISCRITTI PROVINCE Nati dall'interno dall'estero altri Totale Verona Vicenza Belluno Treviso Venezia Padova Rovigo Veneto CANCELLATI PROVINCE Morti per l'interno per l'estero per acquisizione. cittadinanza italiana altri Totale Verona Vicenza Belluno Treviso

4 Venezia Padova Rovigo Veneto Le province con la popolazione residente straniera più numerosa al 2007 erano Treviso, Verona e Vicenza. PROVINCE Verona Vicenza Belluno Treviso Venezia Padova Rovigo Veneto Popolazione residente straniera al Saldo naturale della popolazione straniera del Veneto per provincia Verona 1745 Vicenza Belluno 160 Treviso Venezia 981 Padova Rovigo 313 Veneto 8.403

5 Saldo migratorio con estero stranieri Verona Vicenza Belluno Treviso Venezia Padova Rovigo Veneto

6 Tab 9 - Stranieri residenti per provincia e % sul totale della popolazione residente. RESIDENTI STRANIERI TREVISO VERONA VICENZA PADOVA VENEZIA ROVIGO BELLUNO

7 incidenza sul tot. Residenti TREVISO VERONA VICENZ A PADOVA VENEZIA ROVI GO ,0 0,8 0,9 0,5 0,3 0,2 0, ,3 4,3 4,7 2,6 1,9 1,6 2, ,2 11,1 10,8 9,3 8,1 6,9 6,2 BELLUN O

8 Dalle tabelle illustrate sopra è evidente che il fenomeno migratorio in Veneto è concentrato nelle province di Verona, Treviso e Vicenza dove ha avuto una forte crescita fin dai primi anni 90, mentre nelle altre province della regione la crescita è iniziata solo agli inizi degli anni 2000 e non ha ancora la stessa incidenza in termini percentuali riscontrabile nelle province di Treviso, Verona e Vicenza. Gli stranieri secondo il paese d origine I maggiori gruppi nazionali di immigrati sono variati nel tempo dal 1993 ad oggi: nel 2009 il gruppo più numeroso è quello dei rumeni, seguito da Marocchini ed Albanesi. Particolarmente concentrati in Veneto, rispetto al resto d Italia sono i gruppi nazionali dell ex Juguslavia. Risulta evidente tuttavia che la composizione per provenienza è molto frammentata. Tab 12 Veneto Popolazione straniera residente per Paesi di provenienza. Primi 10 paesi Altri Romania Marocco Albania Moldova Cina Macedoni a Serbia Banglade sh India Ucraina 13521

9 ex- JuguslavI A Ghana Senegal Tunisia 1160 Germania 1752 Regno Unito 1089 Francia 1042 Stati Uniti 905 Croazia 4847 Bosnia 4285 Aggiornamenti sulla situazione demografica dopo il Censimento del 2011 L informazione sulla popolazione censita rappresenta il nuovo punto di riferimento al quale fare affidamento che porta alla revisione delle tendenze demografiche registrate nel periodo intercensuario e la correzione di sfasamenti tra le registrazioni e l effettiva presenza e residenza della popolazione sul territorio. La ricostruzione statistica delle informazioni ha comportato una sostanziale revisione al ribasso della popolazione residente. Diviene cruciale valutare quanto sia attribuibile ad aggiustamenti della contabilità anagrafica e quanto a movimenti reali della popolazione, ma i dati, come avvisa anche l Istat, sono ancora provvisori. Il tentativo di quantificare realmente la presenza degli stranieri nel territorio risulta un compito sempre più complesso e i soli dati anagrafici non consentono un monitoraggio soddisfacente, dovuto anche a categorie di classificazione non appropriate (si pensi ai figli degli immigrati, nati in Italia ma stranieri nelle registrazioni anagrafiche). Gli stranieri in Provincia di Vicenza al Censimento del 2011 Nella tabella, tratta da Demo Istat, sono riportati i dati della popolazione straniera al Censimento 2011, e il saldo migratorio con l estero, che nonostante il rallentamento dei

10 flussi in arrivo rimane positivo in quasi tutti i comuni della provincia. Comune Popolazione Straniera residente al 9 ottobre Totale Iscritti dall'ester o - Totale Cancellati per l'estero - Totale SALDO CON ESTER O Vicenza Arzignano Schio Bassano del Grappa Montecchio Maggiore Thiene Lonigo Valdagno Chiampo Camisano Vicentino Malo Cassola Tezze sul Brenta Rosà Romano d'ezzelino Cornedo Vicentino Creazzo Altavilla Vicentina Torri di Quartesolo Sarego Piovene Rocchette Noventa Vicentina

11 Montebello Vicentino Dueville Trissino Marostica Rossano Veneto Caldogno Castelgomberto Marano Vicentino Sandrigo Gambellara Barbarano Vicentino Isola Vicentina Monticello Conte Otto Breganze Villaverla Mussolente Brendola Grisignano di Zocco Montorso Vicentino Costabissara Grumolo delle Abbadesse Sossano Torrebelvicino Pojana Maggiore Quinto Vicentino Santorso -

12 Bolzano Vicentino Sovizzo Zugliano Arsiero Zanè Nove San Pietro Mussolino Montegalda Carrè Castegnero Longare Lugo di Vicenza Cartigliano Nanto Arcugnano Altissimo Roana San Nazario Brogliano San Vito di Leguzzano Sarcedo Orgiano Pozzoleone Zermeghedo Montecchio Precalcino

13 Crespadoro Asiago Recoaro Terme Bressanvido Solagna Cogollo del Cengio Chiuppano Mason Vicentino Albettone Velo d'astico Fara Vicentino Mossano Valli del Pasubio Lusiana Caltrano Grancona Alonte Montegaldella Valstagna Schiavon Villaga Campiglia dei Berici Monte di Malo Pove del Grappa Cismon del Grappa Molvena

14 Valdastico Agugliaro Conco San Germano dei Berici Calvene Asigliano Veneto Campolongo sul Brenta Enego Monteviale Pianezze Posina Gallio Nogarole Vicentino Pedemonte Salcedo Zovencedo Gambugliano Tonezza del Cimone Lastebasse Foza Laghi Rotzo 3

15 LA CONDIZIONE LAVORATIVA DEGLI STANIERI NEL VENETO Questo paragrafo è una sintesi del capitolo relativo al mercato del lavoro tratto dal Rapporto 2013 IMMIGRAZIONE STRANIERA IN VENETO dell Osservatorio regionale Immigrazione. Il 2012 ha sancito il perdurare della grave crisi economica che caratterizza ormai da cinque anni il sistema economico mondiale. Pure in un panorama che vede alcune economie distinguersi per un trend positivo (Stati Uniti e Germania), i dati relativi all Italia in generale, e in Veneto in particolare, continuano a segnalare una situazione congiunturale di rilevante gravità. Il 2012 ha chiuso con un decremento del PIL di -1,9% in Veneto, di poco inferiore al -2,1% dell Italia, esito di una pesante contrazione della domanda interna che non trova bilanciamento nelle esportazioni, seppure queste abbiano ancora un valore positivo. Ancora meno positivi i dati sul PIL pro capite, il quali risentono anche delle dinamiche demografiche, di una popolazione ancora in aumento. Nel 2007 il PIL procapite era pari a euro, un livello superiore a quello previsto per il 2013 ( euro). A fine 2012 il bilancio dei flussi di ingresso e uscita nel lavoro dipendente indica una contrazione di ulteriori posizioni lavorative: sono diminuiti dell 8% le assunzioni tra gli stranieri e del 7% per gli italiani. La riduzione delle posizioni di lavoro come nei primi anni della crisi ( ), anche nel 2012 ha riguardato in modo rilevante i lavoratori stranieri (-1900). Tra essi hanno subito maggiori ripercussioni negative gli uomini (-2400),mentre le donne sono in leggero aumento (-500). La contrazione maggiore si è verificata nell industria, in particolare metalmeccanica enelle costruzioni, mentre il settore terziario (in massima parte turistico) ha registrato una performance positiva (molto più accentuata tra gli stranieri rispetto agli italiani). Tra gli stranieri crescono (a differenza degli italiani) i contratti a tempo indeterminato (la crescita è dovuta a trasformazioni contrattuali che definiscono il passaggio da tempo determinato a rapporti di lavoro più stbili), mentre diminuiscono altre forme contrattuali. Per gli stranieri, dopo le dinamiche positive registrate nel 2010 e nel 2011 (a differenza di quanto osservato per gli italiani), il bilancio del 2012 è tornato ad essere negativo, anche

16 se in misura decisamente minore rispetto a quanto registrato nel corso del primo anno di crisi. Gli stranieri si confermano essere la componente più elastica dell offerta di lavoro. Dall estate del 2008 (momento iniziale della crisi) la caduta della componente autoctona è stata molto più continua oltre che ovviamente più cospicua, mentre gli stranieri nel corso dei mesi estivi del 2011 avevano quasi recuperato completamente i livelli occupazionali pre-crisi. L effimera ripresa registrata a cavallo tra il 2010 e il 2011 ha interessato sia italiani che stranieri, ma ha prodotto solo per questi ultimi un effettivo recupero di posizioni lavorative. Confrontando i dati di giugno 2008 con giugno 2012, la contrazione occupazionale complessiva risulta di unità: italiani e stranieri. Nella seconda parte del 2012 si è attenuata l intensità della caduta occupazionale pur rimanendo il trend negativo. In alcuni comparti manifatturieri si osservano peraltro saldi positivi per il stranieri (il caso del tessile) che si contrappongono a performance negative registrate per gli italiani ad evidenziare fenomeni di sostituzione (già constatati nelle fasi antecedenti alla crisi) che rivelano l esistenza di una gerarchia settoriale costruita attorno a livelli retributivi e condizioni di lavoro che determinano target di reclutamento. Sotto il profilo territoriale a far segnare le maggiori contrazioni occupazionali tra gli stranieri nel 2012 è su tutte la provincia di Treviso (-1300), negativi anche i saldi a Padova (-600), Vicenza (-470) e Belluno (-320). I bilanci delle altre province sono leggermente positivi. Considerando per aree di provenienza dei lavoratori stranieri, tutte le principali aree di origine registrano andamenti negativi, con l importante eccezione dell Asia, grazie alle performance positive delle comunità cinese ed indiana. Con riferimento alle posizioni professionali i lavoratori stranieri risultano in crescita soprattutto nelle posizioni qualificate dei servizi, legate all andamento positivo del settore turistico. Inoltre segnano saldi positivi anche le professioni tecniche dei servizi alla persona e per quelle non qualificate. Mentre calano come per gli italiani le figure operaie specializzate. Nel 2012 tra gli stranieri sono diminuiti i posti di lavoro con contratto a tempo determinato (-2600). Un altra variabile che ha subito notevoli mutamenti nel periodo della crisi è quella dell orario di lavoro, con netto incremento dell impiego part-time. A fronte di una diminuzione del volume complessivo di assunzioni, l incremento dell impiego con orario ridotto è avvenuto anche in termini assoluti sia per gli uomini che per le donne, indipendentemente dal tipo di contratto. Le assunzioni con contratto di lavoro intermittente (o a chiamata) in Veneto sono cresciute in maniera rilevante a partire dal 2008 e hanno interessato in misura crescente anche i lavoratori stranieri, i quali sono stati destinatari di oltre il 20% delle assunzioni nel corso dell ultimo biennio. Tra i lavoratori stranieri questo tipo di assunzioni interessa in misura maggiore le donne. Secondo un elaborazione di Veneto Lavoro su dati Silv, nel lavoro domestico le assunzioni di stranieri rappresentano la quota maggioritaria del volume complessivo dei rapporti di lavoro: nel 2012 ci sono state assunzioni in Veneto, pari all 86% del totale. I lavoratori stranieri risultano marginalmente coinvolti in rapporti di lavoro parasubordinato (collaborazioni, associazione in partecipazione e contratto d agenzia), molto più diffusi tra la popolazione italiana. La presenza degli stranieri rispetto a questo tipo di contratto si attesta per il 2012 attorno al 10%. I dati relativi ai disoccupati la cui condizione è accertata amministrativamente confermano l intensità di questa crisi. Occorre considerare la crescita di disoccupati indipendentemente dalla cittadinanza (da nel 2008 a nel 2012) e confrontare con i dati di coloro che escono dalla disoccupazione (da nel 2008 a nel 2012). Il saldo tra flussi in entrata e flussi in uscita è passato da a ed è stato particolarmente rilevante nel 2009, quando ha superato le unità.

17 L andamento dei saldi tra coloro che perdono e coloro che ritrovano lavoro tra gli stranieri ha subito variazioni analoghe, come conseguenze si riscontra: una intensificata disponibilità (per necessità), molto più rispetto agli italiani, a contratti di lavoro temporaneo, un rilevante incremento dell uscita definitiva dalla disoccupazione per effetto di fenomeni di sostituzione a livello settoriale (tessile, edilizia, servizi di ristorazione), modesta crescita del flusso di inoccupati, cresciuti tra gli stranieri del 20% rispetto al 50% degli italiani, che riflette il forte rallentamento dei flussi migratori, il fenomeno di disoccupazione è prevalentemente maschile tra gli stranieri a differenza di quanto accade tra gli italiani. La significativa presenza tra i disoccupati non può che riflettersi anche sul numero di coloro che tra di essi ha usufruito degli interventi di sostegno al reddito durante questi ultimi anni. Nel 2008 tra coloro che hanno usufruito di trattamenti di sostegno al reddito (Cassa integrazione, mobilità, ecc...) il 24% erano stranieri e questo dato è salito al 27% nel Una analisi del documento ufficiale del Forum PD nazionale Una nuova legge quadro sull'immigrazione e sul diritto d'asilo. 10 punti Sentito il Responsabile del Forum Nazionale Immigrazione del PD a cui abbiamo nel nostro lavoro fatto riferimento più di qualche volta per ottenere informazioni abbiamo appreso che l'ultimo documento ufficiale del partito in tema di immigrazione è quello indicato al titolo di questo paragrafo. Lo abbiamo letto, analizzato e tra noi commentato. La analisi Ne è emerso che le riflessioni e proposte salienti del Programma Immigrazione PD a cura del Forum Immigrazione Nazionale sono (l'elenco che segue non è un sunto esaustivo): in seno alla UE vanno codificate politiche comuni: innanzitutto va superata la competenza esclusiva dei singoli paesi in materia di quote e strutturato un quadro europeo che risponda a esigenze generali e comuni; va promossa la mobilità delle persone interna alla UE; va studiato un sistema comune di asilo con livello elevato di garanzie; la UE deve premiare le politiche di integrazione, competenza dei singoli stati membri; nel nostro paese va adottato un pacchetto di norme immediatamente applicabili che innanzitutto abroghino la scelta antigiuridica del reato di immigrazione clandestina e riformino i CIE (non deve più esistere un diritto speciale dello straniero); nonché aboliscano gli ostacoli esistenti nel nostro paese ai ricongiungimenti familiari; non da ultimo va compiuta la scelta di una nuova norma sulla cittadinanza per i figli degli immigrati nati e cresciuti in Italia; poi, nel lungo periodo, il centro sinistra deve introdurre: elementi di flessibilità nella programmazione dei flussi con incontro più realistico tra domanda e offerta e maggiore collaborazione coi Paesi di origine; vanno sperimentate modalità di ingresso adeguate per lavoratori autonomi o specializzati; il rinnovo dei permessi va semplificato e la competenza del rinnovo va trasferita agli enti locali; gli stranieri

18 regolarmente soggiornanti e muniti dei requisiti professionali richiesti dovranno potersi iscrivere a Ordini e collegi professionali; va facilitato tramite le Università l'ingresso per studio; più in generale va migliorata la amministrazione e la burocrazia relative alla gestione della immigrazione regolare da una parte, dall'altra va contrastata la irregolarità e, qui, il passaggio del documento è particolarmente interessante, perchè il PD propone non restrizioni ma diritti come misura anti irregolarità, cioè: regolarizzazioni ad personam; revisione della disciplina sanzionatoria con passaggio dalla attuale disciplina speciale alla disciplina penale generale ; in tema di integrazione il PD propone la previsione di una serie di diritti e doveri legati alla residenza in Italia, es. diritto al ricongiungimento anche per rifugiati e asilanti; concessione del voto amministrativo; attuazione del diritto costituzionale alla libertà religiosa. Il commento La posizione del nostro partito che emerge da questo documento è corposa e organica, seppur a tratti scontata. Ed è tragicamente inattuata. Ci siamo comunque domandati: è sufficientemente radicale? Lo è -abbiamo insieme ritenuto, ma abbiamo discusso e stabilito che vorremmo che fosse più chiaro e concreto il passaggio che riguarda la principale affermazione di valore: il migrante è una persona più e prima che un lavoratore. Ciò che contestiamo a questo documento rappresentativo del pensiero democratico è una certa timidezza: a tutta la elaborazione delle proposte sembra inevitabilmente sotteso il presupposto che il migrante è un lavoratore. Perchè non enunciare forte e chiaro che le regolarizzazioni ad personam potrebbero anche coinvolgere famiglie stabilite e integrate da tempo che non possono essere letteralmente rispedite al paese d'origine per la mancanza di un lavoro per motivi oggettivi legati alla crisi economica attuale? In secondo luogo non ci è apparso sufficientemente analizzato il ruolo degli enti locali. Ad essi viene riconosciuto il ruolo di enti attuatori delle politiche di integrazione ciò che effettivamente già sono (o debbono essere). Ma di fatto non abbiamo trovato affrontate due essenziali criticità: i) le politiche di integrazioni nei diversi comuni italiani soffrono di inescusabili alti e bassi dovuti ai colori politici al potere; nella nostra stessa provincia la situazione è così variegata che si va da situazioni senz'altro al di sopra della media italiana (per esempio a Schio e limitrofi) a situazioni di ingiustizia (per esempio in alcuni comuni nella Valle dell'agno abbiamo a tal proposito discusso tantissimo del tema dei requisiti delle abitazioni per i ricongiungimenti familiari). Non si può affermare in un documento politico che i comuni debbono essere protagonisti dell'integrazione senza tener conto di questa situazione di partenza; ii) agli alti e bassi di cui sopra si è aggiunta la fatale mancanza di fondi, che riguarda senz'altro le scelte della Regione Veneto, ma anche molti altri territori del nostro paese. Le politiche locali sono ormai legate ai fondi FEI, che alla lunga possono risultare una lotteria - come ci ha spiegato la responsabile di una cooperativa che lavora nell'ambito del sociale e della integrazione. Anche nel campo delle politiche dell'integrazione il nostro partito si deve fare portatore di una vera autonomia locale, politica e patrimoniale. Noi saremmo per chiarire meglio questo principio, concretizzando sia il cosa che il come. Il nostro partito deve avanzare proposte per fissare standard d integrazione al livello nazionale, lasciando poi autonomia agli enti locali nell attuazionedi di tali obiettivi. Infine, una domanda specifica, pur nella consapevolezza delle difficoltà di attuazione di una risposta positiva: perchè non prevedere apertamente, oltre all'accesso agli albi

19 professionali, anche quello al pubblico impiego? Nelle nostre discussioni ci siamo trovati tutti d'accordo su questa possibile scelta. 3. Una prima analisi della realtà e la scelta di integrare il gruppo; la nostra Dichiarazione di intenti Preliminarmente abbiamo analizzato i dati dell'ultimo censimento per conoscere il più possibile le caratteristiche della popolazione della provincia e di tutto questo abbiamo dato riscontro sopra. Abbiamo cercato di recuperare anche dei dati sul lavoro dei migranti, che hanno avuto la particolare caratteristica di rivelarsi più positivi di quel che ci aspettavamo in materia di occupazione, - non di infortuni però - e, per questo motivo, siamo alla ricerca attualmente di ulteriori indagini per approfondire meglio. In particolare per comprendere davvero la entità della ricaduta della crisi. Da una parte è confermato dal Rapporto 2013 dell Osservatorio Regionale Immigrazione, che le strategie individuali e familiari adottate per superare le difficoltà economiche e lavorative conseguenti alla crisi abbiano in molti casi implicato il trasferimento all estero oppure il rientro in patria dell immigrato e/o della sua famiglia. D altra parte lo stesso rapporto mostra come i progetti migratori non siano stati modificati in maniera sostanziale anche di fronte a difficoltà occupazionali prolungate. Ormai il fenomeno migratorio ha assunto dimensioni consistenti con un radicamento familiare che neppure la grave crisi economica è riuscita ad erodere in maniera significativa (Sacchetto e Vianello, Navigando a vista. Migranti nella crisi economica tra lavoro e disoccupazione, 2013). D'altro canto però i dati forniti dai servizi sociali dell'altovicentino (in particolare Comune Schio e Ulss 4 le fonti) che dal nostro Altovicentino, per esempio, chi ha la cittadinanza italiana è fuggito. Ciascuno di noi, nei diversi comuni di residenza, ha potuto riscontrarlo. A tal proposito ci siamo soffermati tantissimo sulle situazioni singole che nei diversi comuni si presentano come vere situazioni di indigenza di famiglie immigrate, a cui solo alcuni comuni rispondono con lo strumento limitato e temporaneo della assistenza economica. Ma poi basta, altra risposta non c'è. Quindi abbiamo menzionato e/o approfondito molti temi fra noi, nelle nostre prime discussioni durante le quali ci siamo espressi a ruota libera, tralasciando un po' le formalità tipiche degli interventi nelle assemblee. Realtivamente al concetto di cittadinanza abbiamo innanzitutto approfondito il concetto di ius soli temperato, dalla proposta Sarubbi in poi; quindi ci siamo concentrati su tanti temi, tutti riguardanti la vita concreta delle persone residenti in Italia tra cui: - l' assistenza sanitaria, che non è affatto scontata e che vede anche qui "differenze" territoriali, da regione a regione; per non parlare della assistenza medica ai figli minori di irregolari: rispetto a ciò non siamo certi che sia garantita in tutta la nostra provincia; la libertà di culto: gli iscritti del PD partecipanti al Forum riferiscono di sentire scandalosi i limiti che vengono da alcune amministrazioni imposti alla costruzione di edifici adibiti a moschee; limiti sia urbanistici che di pressione e minaccia politica. E' da evidenziarsi, a questo proposito, che di rado i contatti coi responsabili delle comunità islamiche sono curati dalle amministrazioni. Relativamente a quest ultimo punto si è discusso dell assenza di moschee nella Provincia di Vicenza dove vengono utilizzati come luoghi di culto le sedi di associazioni culturali islamiche. I presidenti di queste associazioni ci hanno spiegato che hanno l obbligo di chiedere un permesso alla questura indicando, in occasione delle festività religiose, quanti fedeli presumibilmente saranno presenti, e devono consegnare alle autorità una traduzione della Khotba (discorso dell imam, corrispondente alla predica del sacerdote cattolico).le associazioni islamiche intervenute

20 al Forum hanno dichiarato tuttavia di essersi adattate a questa pratica e non hanno espresso l esigenza di cambiamenti; la presenza di bimbi immigrati nelle classi ha raggiunto i numeri che conosciamo, non abbiamo escluso a priori di affrontare il tema dei tetti massimi di presenza nelle singole classi, pur non pervenendo a una conclusione positiva su questa possibile misura. Ma parlando di scuola ci siamo soffermati a lungo su come sia lo strumento di integrazione per eccellenza. Relativamente alla presenza di giovani stanieri nel sistema scolastico abbiamo enucleato alcune proposte partendo sia dall esperienza personale di alcune insegnanti partecipanti del Forum e soprattutto dal analisi del Dossier 2012 della Fondazione Caritas Migrantes, in particolare riteniamo siano prioritari i seguenti obiettivi: integrazione degli alunni da alfabetizzare,estendendo le buone pratiche di alcuni istituti della provincia perché l accoglienza di nuovi alunni è ancora gestita in modo disomogeneo nelle varie scuole della provincia; attivazione di progetti educativi e di modalità didattiche interculturali (sarebbe necessaria la pressione presso le case editrici per la revisione in tal senso dei libri di testo) ; promozione di attività inclusive; promozione della partecipazione attiva dei genitori stranieri alla vita scolastica; obbligatorietà dell apprendimento della lingua anche agli adulti come mezzo essenziale per una reale integrazione (rendendo l insegnamento della lingua più accessibile); semplificazione del riconoscimento del titolo di studio ottenuto all estero; - come pure la centralità del ruolo della donna è inequivocabile abbiamo parlato tantissimo degli Sportelli Donna e dei rapporti madri (e padri) - insegnanti; - soffermandoci sul grande legame che sussiste tra immigrati e comune di residenza (esattamente come gli italiani essi si legano più alla comunità locale e al Sindaco che ai livelli sovraordinati) abbiamo valutato come prioritaria la riforma per il voto amministrativo, non meno di quella sulla cittadinanza, anzi a noi si è presentata parimenti urgente; - abbiamo analizzato, poi, come la macchina burocratica amministrativa sia ingiusta e iniqua con le persone che richiedono rinnovi etc. e come le prassi da ufficio a ufficio siano diverse: in un paese moderno e civile non risparmiamo agli immigrati trattamenti diversi in base alla interpretazione del burocrate del momento. Questa è una emergenza che è sempre ricorsa nei nostri confronti, ad ogni riunione. Sin qui alcuni argomenti che abbiamo toccato, ma nel corso delle nostre prime quattro riunioni la vera questione era: vogliamo che a questo Forum partecipino i diretti interessati, perchè la discussione deve essere costruita con loro. Le politiche per l'immigrazione e l'integrazione hanno da sempre la caratteristica di essere elaborate da un potere a cui i destinatari delle leggi non partecipano in nessun modo, nel nostro microcosmo non volevamo commettere questo stesso ingiusto errore. - questo è stato il nostro principale pensiero per la costruzione di un vero metodo di lavoro. Così abbiamo raccolto le forze e per un mese abbiamo cercato fra tutti i nostri contatti persone che accogliessero il nostro invito. Nel corso dello stesso periodo abbiamo raccolto le idee e dato dignità e organicità ai nostri pensieri, stendendo una nostra dichiarazione di intenti che fosse una presentazione ai nostri invitati delle nostre intenzioni e del nostro Partito. Eccola, in esso è riassunto ogni principio e ogni intenzione elaborati prima di iniziare gli incontri di cui daremo conto al paragrafo successivo. DICHIARAZIONE DI INTENTI DEL GRUPPO DI LAVORO PROVINCIALE PD SULL IMMIGRAZIONE Spiegare quali siano i nostri intenti sull Immigrazione comporta che si debba preliminarmente ricordare quale sia la cornice in seno alla quale andremo ad operare, ossia i valori e i riferimenti dello stesso PD. Il PD nasce come uno spazio concreto e aperto di dialogo costruttivo e propositivo, un

21 laboratorio di idee e di progetti attraverso il quale realizzare, raccogliendo le tradizioni culturali e politiche riformatrici del Paese, i proprio valori così come enunciati nel Manifesto Dei Valori Del Partito Democratico, approvato il 16 febbraio Per realizzare i propri valori, il PD prende le mosse dalla Costituzione italiana intesa come il documento fondamentale attraverso il quale il popolo italiano ha deciso il come ed il perché vivere assieme. Senza tuttavia dimenticare la Carta dei Diritti Fondamentali dell Unione Europea e la Dichiarazione Universale dei Diritti dell Uomo delle Nazioni Unite. Il PD infatti guarda anche all Europa ritenendola il contesto in cui affermare l autentica vocazione dell Italia come luogo di mediazione, di dialogo, di incontro tra le diverse civiltà. Il richiamo a tale cornice era doveroso perché il PD, tra i proprio valori fondanti, riconosce: 1. la centralità e l universalità dei diritti umani, impegnandosi affinchè la cultura dei diritti umani sia sempre più condivisa per eliminare ogni violazione della dignità e della vita della persona e rimuovere le cause che possano pregiudicarne lo sviluppo nonché ogni discriminazione e violenza legata a motivi di appartenenze razziali, e sociali, di schieramento politico e culturale, di religione, di genere e di orientamento sessuale. 2. l idea di una società giusta, da intendere, nel mondo contemporaneo, come una società dell accoglienza e dell integrazione. L integrazione è intesa come un processo reso necessario dagli scambi economici, tecnologici e culturali dell età della globalizzazione e dai flussi migratori. L immigrazione di conseguenza non deve essere vista come una difficoltà da affrontare con politiche meramente restrittive ma come opportunità da interpretare e da governare in modo da conciliarla con le esigenze della comunità nazionale. E anche grazie al lavoro e alle competenze di tante persone immigrate infatti se oggi l Italia può incrementare il proprio sviluppo e la propria ricchezza. La sfida dell integrazione quindi deve essere affrontata su basi di parità e nella condivisione dei diritti e dei doveri, al fine di realizzare un nuovo patto di cittadinanza nel rispetto dei valori costituzionali ed europei. Su queste premesse pertanto i gruppi di lavoro specifici e, poi, in una fase organizzativa più evoluta i forum tematici previsti dallo Statuto del PD diventano i migliori strumenti di partecipazione alla formazione della proposta politica del Partito e alla sua attuazione, attraverso la libera discussione e la partecipazione alla vita pubblica. I cittadini vengono coinvolti nell elaborazione di proposte utili all iniziativa politica del PD. Questo è anche l intento nostro. In particolar modo, il proposito è di superare la concezione del migrante inteso puramente e semplicemente come lavoratore ospite per arrivare a considerarlo come una persona, un cittadino, con un progetto migratorio e di vita, con diritti e doveri. Diritti e doveri che attengono alla dignità della persona e che devono pertanto essere riconosciuti fin dal momento dell ingresso indipendentemente dallo stato di regolarità rispetto alle norme in vigore disciplinanti il soggiorno. In un tale contesto, pertanto, rilevanti diventano la promozione della salute, la tutela della maternità, la tutela dei minori, la tutela giurisdizionale. Diritti e doveri che siano poi riconnessi alla residenza e dunque alla durata della presenza regolare dello straniero nel nostro territorio,al suo radicamento e coinvolgimento nella nostra comunità anche attraverso il riconoscimento del voto amministrativo e l acquisto della cittadinanza. Punto di partenza del nostro lavoro pertanto è l acquisizione e l analisi dei dati relativi all occupazione di immigrati in ambito provinciale. Una tale conoscenza infatti permette di capire quale sia il capitale umano e sociale degli immigrati presente sul territorio di riferimento. Successivamente, i dati raccolti verranno confrontati, attraverso lo strumento dell incontro e del confronto aperto, con le associazioni dei migranti, con l associazionismo

22 in genere, con i Comuni, le comunità locali, i sindacati e le imprese. Tale confronto ha tre obiettivi: - a. capire quale sia lo stato dei processi integrazione e di convivenza essenziali per la promozione del patto tra italiani ed immigrati per la costruzione di un Italia solidale; - b. raccogliere le aspettative e le criticità connesse a questa via italiana alla convivenza dalla viva voce dei diretti interessati e da tutte quelle realtà a diretto contatto con il mondo dell immigrazione; - c. elaborare idee e progetti e/o recepire ogni eventuale proposta già formulata che sia in linea con i valori del PD e capace di rafforzare quella sfera dei diritti e dei doveri qualificanti la dignità delle persone immigrate. Concretamente pertanto ci proponiamo di contribuire con degli spunti alla formazione della proposta politica del PD in materia di immigrazione, nella consapevolezza tuttavia che ridisegnare la politica di immigrazione richiede uno sforzo parallelo e congiunto dell Italia e dell Europa. Per quanto infatti le politiche di integrazione non siano di competenza dell Unione Europea, che non può quindi legiferare in materia, tuttavia, la stessa può essere incentivata ad un approccio comune e ad appoggiare e sostenere le politiche condotte a livello locale. In un tale contesto, ed in ossequio al principio di sussidiarietà, pertanto, vorremmo fare del territorio una vera e propria cassa di risonanza in grado di propagare la riflessione sulle politiche migratorie a tutti i livelli intermedi compresi tra il territorio e l Europa. In associazione con le amministrazioni locali in cui il PD è forza di governo, dovrebbero pertanto stimolare, per esempio: - una riflessione sull opportunità di sottoporre a revisione i requisiti del reddito e della misura delle abitazioni previsti per il ricongiungimento familiare in modo tale che da ostacolo all esercizio del diritto all unità familiare diventino strumenti di garanzia per i familiari da ricongiungere; - una riflessione sull opportunità di estendere i diritti di cittadinanza, e quindi il diritto di voto alle elezioni locali e europee, ai residenti di lungo periodo in modo tale da incentivare l inclusione sociale e realizzare una convivenza basata sul reciproco riconoscimento e sulla definizione di un orizzonte condiviso di valori; - una riflessione sull opportunità di procedere, con l ausilio dei Centri per l Impiego, ad una mappatura dei titolo di studio e delle precedenti esperienze di lavoro delle persone immigrate al fine di verificare la compatibilità dei diplomi e delle qualifiche e individuare le possibili necessità di formazione in moda da assicurare un collegamento più realistico tra domanda e offerta di lavoro e più rispondente alle esigenze delle imprese e delle famiglie oltre che in grado di assicurare un impiego per l immigrato che corrisponda alla sue competenze. Si può facilmente riscontrare infine come ognuno degli spunti di riflessione portati ad esempio poc anzi comporti, proprio come una vera e propria cassa di risonanza, l inevitabile esigenza di metter mano alla vigente normativa in materia di Immigrazione. Un collegamento più realistico tra domanda ed offerta di lavoro e più rispondente alle esigenze delle imprese e delle famiglie, infatti, comporterebbe di dover introdurre elementi di flessibilità nei meccanismi di programmazione dei flussi. La considerazione dei titoli di studio, delle precedenti esperienze di lavoro comporterebbe e la formazione qualificante comporterebbe di rivedere il meccanismo di determinazione della quote massime di stranieri da ammettere per tener conto dei dati sull effettiva richiesta di lavoro. La previsione di estendere i diritti di cittadinanza imporrebbe una nuova normativa sulla cittadinanza, sia con riguardo ai soggiornanti di lungo periodo sia con riguardo ai così detti dreamers, i ragazzi e le ragazze nati e cresciuti in Italia e che sognano di diventare cittadini a pieno titolo di società alle quali già appartengono.

23 La descritta metodologia operativa, attraverso la raccolta, l organizzazione e il sostegno delle istanze territoriali produrrebbe un effetto domino sollecitando una riflessione sulle politiche di integrazione nazionali e, da queste, a sua volta la promozione di quelle a livello Europeo. 4. Confronto col territorio: il dialogo con comunità e associazioni. L'11 settembre c'è stata la tanto attesa riunione con gli invitati, con cui abbiamo subito deciso che sarebbero divenuti invitati permanenti o, meglio, componenti stessi del Forum. Presso la sede del PD provinciale erano con noi: alcuni rappresentanti degli insegnanti e del privato sociale; il Coordinamento Stranieri Vicenza, diverse associazioni del territorio, in particolare del mondo islamico, di alcuni stati africani e di alcuni stati dell'europa orientale. Il dibattito è stato sincero e approfondito (noi abbiamo parlato poco e loro molto) e ha evidenziato diverse priorità, tra cui: la legge sulla cittadinanza, il voto amministrativo (in forza del legame forte di ciascun individuo col comune di residenza), l'integrazione a scuola, la irrazionalità della burocrazia, la disomogeneità delle condotte delle amministrazioni comunali del vicentino. Ma si è anche approfondito l'aspetto della condivisione da parte degli immigrati di quello che stiamo vivendo tutti: lo scollamento tra cittadini e politica, il degrado culturale, la perdita di diritti che erano consolidati. Ogni intervenuto ha chiesto più coraggio al Partito Democratico. Questo è stato infatti il messaggio più forte che abbiamo registrato: siamo contenti di essere qui, in una sede del Partito Democratico avete fatto bene a chiamarci, ma a questo Partito chiediamo di non parlare più a bassa voce sui temi dell'immigrazione e della integrazione. In ogni caso, questi di seguito sono stati gli argomenti emersi nella discussione con i nostri invitati : 1. L immigrazione in Italia è iniziata più tardi rispetto agli altri paesi europei ma la crescita del fenomeno è stata molto più rapida. 2. E grande il significato della nomina del nuovo Ministro Kyenge ma ora è necessario portare concretamente a buon fine una buona legge nazionale in materia di immigrazione, innanzitutto bisogna accelerare la scelta in materia di cittadinanza e trovare la versione migliore del cosiddetto Ius Soli temperato fra tutte le idee e le proposte esistenti. 3. E prioritario poi in tempi di crisi economiche e in mancanza del lavoro stabilire con legge il diritto di riscuotere i contributi versati in caso di trasferimento dall Italia per perdita del lavoro. 4. Lo Stato italiano deve poi con legge abolire o riformare il sistema di pagamenti iniqui imposti per il rinnovo del permesso di soggiorno, abbreviare i tempi di concessione dei rinnovi e delle domande di cittadinanza. 5. In materia di diritti politici è necessario varare la riforma che porti al voto dei cittadini immigrati. Questa scelta è motivata sia dal fatto che gli enti locali influenzino molto la vita degli immigrati sia dalla circostanza che questi ultimi in qualità di cittadini si sentano fortemente legati alla loro comunità locale (forme intermedie quali quelle della rappresentanza quali quelle del consigliere aggiunto sono oramai inutili!

24 6. A livello locale attualmente resta il grande problema dei parametri richiesti agli immigrati perché la loro abitazione sia adeguata (parametri idoneità alloggio). Nella provincia di Vicenza le situazioni variano da comune a comune. 7. Resta in Italia il grande problema di una burocrazia farraginosa unitamente a prassi interpretative disomogenee da parte degli addetti e tutto ciò grava particolarmente sugli immigrati. Emerge la triste situazione delle varie Ambasciate per le quali necessita un tempestivo e fattivo intervento. 8. Il punto su cui lavorare maggiormente rimane l attività di integrazione nelle scuole a beneficio dei bambini e dei ragazzi. In questo lavoro ci sono delle precise difficoltà tra loro molto diverse: la struttura della scuola italiana non è quella di una scuola interculturale ed è anzi una scuola che si rifà a modelli molto vecchi. Le famiglie immigrate sono spesso lontane dalla scuola e non è stato mai affrontato il problema dei rapporti dei figli di immigrati di diversa etnia fra loro. L integrazione deve partire dalla scuola. 9. Mancano le risorse e i fondi. 10. Fare formazione a impiegati che hanno contatto diretto col pubblico, formazione specifica contatto stranieri. 11. Pubblici impiego: non vi è accesso per gli immigrati. 12. Valorizzare la figura del mediatore culturale nei vari ambiti. CONCLUSIONI, DOPO IL CONFRONTO CON IL TERRITORIO Nel frattempo c'è stata la strage di Lampedusa. Ora tutti sembrano parlare ad alta voce di immigrazione. Si auspica e si spera che le modifiche legislative sempre invocate ora si possano concretizzare, si profila all'orizzonte una diversa e concertata presa di posizione dell'unione europea. Sul fronte della disciplina dell'ingresso nel nostro Paese e tutto ciò che essa comporta (dai centri di detenzione ai limiti per i ricongiungimenti familiari) anni sono stati persi senza dignità permettendo che morte e violazione della libertà fossero costanti nella vita di tantissime persone e di questo si occuperà la politica nazionale. Il Forum immigrazione nazionale del nostro partito ha da tanto tempo le idee chiare sul da farsi, ciò che ora attendiamo è la affermazione della relativa volontà politica, con la preoccupazione che essa per poter essere espressa e concretizzata in tempi brevi, cosa imprescindibiledovrà essere concertata in seno all'attuale Governo di larghe intese. Sul fronte dell'integrazione auspichiamo che l'emergenza attuale porti la classe politica a una decisione definitiva sulla cittadinanza e a un dibattito serio sul voto amministrativo. Infine, ma non ultimo, in realtà soprattutto vogliamo concludere interrogandoci sul nostro ruolo di militanti / iscritti / simpatizzanti del PD e/o rappresentanti di comunità e associazioni e comprendere quale sia il nostro ruolo -qui e ora -. E concludiamo esprimendo al Segretario provinciale il desiderio che il nostro Forum possa: consegnare ai parlamentari vicentini questo documento e avere in brevissimo tempo un colloquio con loro; proporre le riflessioni maturate sin qui nel dibattito congressuale locale (nel rispetto delle regole e delle formalità dovute); proporre ai Circoli circolo per circolo della provincia - incontri interni e con la cittadinanza per parlare assieme di immigrazione e integrazione, con lo scopo di diffondere conoscenza, di confrontarci, di far divenire questi argomenti importanti e diffusi nel PD; proporre ai Circoli di lavorare per includere il più possibile immigrati al loro interno:

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