Referendum Costituzionale

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1 Libretto della votazione Referendum Costituzionale 2016 (Nota: questo testo è stato redatto ispirandosi ai "libretti delle votazioni" utilizzati in Svizzera ed in diversi stati USA, come la California. Questi libretti vengono scritti dalla cancelleria dell'organo legislativo interessato per la parte dei due primi capitoli, "neutri", e con il contributo dei comitati a favore per il capitolo "Gli argomenti a favore" e da parte dei comitati contro per il capitolo "Gli argomenti contro". Mancando questo strumento di informazione pubblico, gratuito e pluralista, l'associazione "Più democrazia Italia" ha cercato di sopperire redigendo l'insieme del libretto in tutti i suoi capitoli) Redatto dal comitato promotore della assocazione "Più democrazia Italia" Bozza proposta da Leonello Zaquini /Modifiche di Luca Riccombeni Libretto della votazione per il Referendum costituzionale

2 IL PROBLEMA IN BREVE Con il Referendum Costituzionale (relativo al DDL S D-XVII Leg.) i Cittadini saranno chiamati a votare in blocco alcune modifiche della Carta Costituzionale che, oltre alle parti riguardanti le modalità di elezione del Presidente della Repubblica, le nomine dei Giudici della Consulta, l eliminazione del CNEL e le province, comprenderanno anche importanti revisioni degli attuali equilibri tra poteri legislativo ed esecutivo previsti dalla vigente Costituzione. L impianto di modifica di questi equilibri prevede in breve: - La riduzione del numero dei senatori che saranno scelti tra i consiglieri regionali e sindaci - il potere legislativo che viene assegnato in modo quasi esclusivo alla camera, - il potere dato al Governo di chiedere una data certa per la votazione di decreti legge - il potere esclusivo dato alla Camera di decretare lo Stato di Guerra - l introduzione di referendum propositivi e di indirizzo ma con l innalzamento delle firme necessarie per indire le leggi di iniziativa popolare a voto consiliare. Queste modifiche vanno nella direzione di suggerire una possibile soluzione al problema della POCA EFFICACIA DEL PROCESSO LEGISLATIVO E DECISIONALE esclusivamente per quanto riguarda certezza e velocità a discapito della dialettica parlamentare che dovrebbe avere come priorità l individuazione del bene collettivo. La Costituzione del '48 prevede un sistema parlamentare dove il voto dei singoli cittadini per i loro rappresentanti abbia per tutti gli elettori il medesimo valore e peso. Pertanto la Costituzione ipotizza un sistema decisionale simile a quello in base al quale la Costituzione stessa venne discussa ed approvata: un metodo basato su un Parlamento (che riproduce l' Assemblea costituente) di rappresentanti eletti in modo proporzionale dai cittadini e che delibera a maggioranza. La Costituzione presume e prescrive che i singoli rappresentanti rappresentino "la Nazione" e quindi decidano liberamente in base alla loro percezione del bene collettivo. Questo sistema decisionale ha effettivamente funzionato per la redazione della nostra Costituzione. Infatti, nonostante le fortissime differenze politiche ed ideologiche tra i costituenti, questi decidevano con il criterio della maggioranza, vale a dire: ascoltando le opinioni differenti, proponendo modifiche fino a redigere un testo che raccogliesse la maggioranza dei consensi. Questa forma di consensualità probabilmente è stata possibile anche grazie al comune sentimento democratico rafforzatosi durante la lotta antifascista e dal fatto che il precedente sistema decisionale era, strutturalmente ed oggettivamente, un "premierato" dove il ruolo del Parlamento era svuotato di significato e con questo era annullata la nozione stessa di "decisione collettiva" che vede nel criterio della maggioranza dei consensi tra opinioni diverse lo strumento che individua meglio il bene collettivo. Purtroppo da quasi subito questo sistema decisionale ha trovato contrasti ed opposizioni oltre che difficoltà pratiche nell'essere adottato. Già nei primi anni '50 la proposta di una "Legge truffa", e l'introduzione di un sia pur blando sistema maggioritario, mirava ad eliminare la parità di peso del voto degli elettori. Inoltre l'obbligo ai rappresentanti dei cittadini di agire in Libretto della votazione per il Referendum costituzionale

3 quanto rappresentanti della Nazione e senza vincolo di mandanto risulta oggettivamente in contrasto con il fatto che i rappresentanti sono eletti grazie ai partiti ed alle loro organizzazioni. I rappresentati dei cittadini, nelle democrazie solo rapresentative, hanno ovunque la tendenza a diventare rappresentanti dei partiti, più che dei cittadini, ed una sorta di vincolo di mandanto si rigenera per questa via. Il potere legislativo si sposta dal Parlamento ai partiti, e la composizione delle maggioranze sui temi specifici invece che frutto della libera concertazione tra rappresentanti effettivamente indipendenti diventa una negoziazione simile ad un mercanteggiamento tra i partiti stessi, con grande vantaggio per lobby e potentati che possono molto più agevolamente trattare con i vertici dei partiti (sempre bisognosi di mezzi per vincere le elezioni) che non sforzarsi di influenzare diverse centinuia di rappresentanti, o peggio ancora influenzare i cittadini stessi quando questi sono dotati di strumenti decisionali di democrazia diretta. Ecco che "i partiti diventano macchine di potere" e "... tutto è lottizzato e spartito o si vorrebbe lottizzare e spartire (Berlinguer, La questione morale 1982). Da questa situazione, negativa per l'individuazione del bene collettivo e l'efficacia del processo decisionale, se ne può uscire in due modi distinti ed opposti illustrati entrambi sia nella prassi storica in Italia e all'estero sia nella letteratura scientifica: a) Assecondare la tendenza all' aumento della influenza dei partiti nel processo decisionale ma riducendo o eliminando la necessità della concertazione, che degenera in mercanteggiamento tra partiti. Questo mediante la creazione di una maggioranza precostituita e fissa, non più costituentesi di volta in volta sui temi specifici. Questa maggioranza si identifica in genere nel Governo che da organo esecutivo assorbe di fatto il potere legislativo, originariamente prerogativa del Parlamento. In questo modo si assicura una concentrazione del potere decisionale anche se (eventualmente) per periodi di tempo limitati alla durata della legislatura. Si riducono i luoghi ed i momenti del processo decisionale che sono di fatto detenuti da un premier. Riforme di questo tipo sono state spesso teorizzate ed enunciate o in Italia, fino anche a concretizzarsi in effettive proposte di modifica costituzionale come fu quella de 2006, rifiutata dal referendum costituzionale. Oppure: b) Contrastare la degenerazione partitica del processo decisionale legislativo, mediante un controllo della vita democratica dei partiti da realizzarsi anche con strumenti legislativi (previsti dalla Costituzione, ma non attuati), assicurando la effettiva assenza di un vincolo di mandato dei rappresentanti, incluso il divieto del vincolo di mandato partitico. In questo caso le maggioranze si creeranno di vota in volta sui temi specifici ed in contesti diversi (sistema effettivamente bicamerale) ed il processo decisionale è semplificato dal fatto che la proposta di legge arrivata al voto se passa passam se non passa non passa, senza mercanteggiamenti tra i partiti. Eventualmente ed in parallelo il contrasto alla degenerazione partitica si realizza mediante strumenti di controllo popolare e quindi non partitico sul processo legislativo e cioè mediante il rafforzamento di strumenti di democrazia diretta che eliminano il monopolio del potere legislativo. Libretto della votazione per il Referendum costituzionale

4 L'ARGOMENTO IN DETTAGLIO La domanda che figura sulla scheda è la seguente: Volete accettare le Disposizioni per il superamento del bicameralismo paritario, la riduzione del numero dei parlamentari, il contenimento dei costi di funzionamento delle istituzioni, la soppressione del CNEL e la revisione del titolo V della parte II della Costituzione? Il Consiglio dei Ministri e Parlamento raccomandano di accettare le modifiche costituzionali. GLI ARGOMENTI A FAVORE DELLA PROPOSTA DI RIFORMA DELLA COSTITUZIONE. Un Italia più semplice e più forte. Fine del bicameralismo paritario. Una sola Camera, quella dei deputati, darà la fiducia al Governo e, salvo alcune materie, svolgerà la funzione legislativa esclusiva. Il Senato sarà più snello e avrà competenze solo su leggi costituzionali, leggi sugli Enti locali e trattati internazionali. Iter legislativo semplificato. L iter di approvazione di una legge avrà tempi certi e ridotti. Meno decreti legge e priorità ai disegni di legge del Governo considerati essenziali per attuare il programma. Il nuovo Senato sarà composto da 100 senatori (contro i 315 attuali), di cui 95 eletti e 5 nominati dal Presidente della repubblica. Tra i 95 senatori eletti, 74 saranno votati da parte dei consiglieri regionali e provinciali tra i consiglieri stessi, mentre 21 saranno votati, sempre dai consiglieri regionali e provinciali, trai i sindaci. I 100 senatori non avranno indennità. Nuovo rapporto tra Stato e Regioni, soprattutto per quanto riguarda le rispettive competenze legislative. L autonomia delle Regioni sarà legata alla correttezza dei bilanci: sarà maggiore per quelle con i conti a posto mentre in caso di accertato grave dissesto finanziario, Regioni ed enti locali potranno essere commissariati dallo Stato centrale. Aboliti Cnel e Province. Il Consiglio Nazionale dell Economia e del Lavoro e le Provincie vengono definitivamente cancellati dalla carta costituzionale. Novità sui referendum. Modificati i quorum di validità del voto per i referendum abrogativi: il quorum resta la maggioranza degli aventi diritto se la proposta di abrogazione è presentata da firme, mentre scende alla maggioranza dei votanti alle ultime elezioni della Camera dei Deputati se la proposta è presentata da firme. Introdotta anche la possibilità di indire referendum popolari propositivi e d'indirizzo e altre forme di consultazione popolari oggi non previsti costituzionalmente. La legge ne indicherà poi i metodi concreti di attuazione. Leggi di iniziativa popolare. I regolamenti parlamentari dovranno garantire forme e tempi certi sia della discussione che della deliberazione sulle proposte di legge di iniziativa popolare, che dovranno essere presentate da elettori. Vincolo di trasparenza in costituzione. Inserito nell articolo 97 della Costituzione l obbligo di assicurare il buon andamento, l imparzialità e la trasparenza dell amministrazione Elezione Presidente della Repubblica. Modificato il quorum per la sua elezione: Libretto della votazione per il Referendum costituzionale

5 è richiesta la maggioranza dei due/terzi del parlamento in seduta comune (ma senza i delegati regionali) nei primi tre scrutini, dei tre/quinti dal quarto al sesto scrutinio e la maggioranza dei tre/quinti dei votanti dal settimo scrutinio in poi. Corte Costituzionale. Introdotto il giudizio preventivo di costituzionalità per le leggi elettorali e modificata la modalità di nomina dei giudici costituzionali: tre saranno eletti dalla Camera e due dal Senato. Tagli ai costi della politica. Eliminati i rimborsi pubblici ai gruppi politici regionali e stabilito un tetto agli stipendi di Presidenti e consiglieri regionali, che dovranno essere pari o inferiori a quello dei sindaci dei Comuni capoluogo di Regione GLI ARGOMENTI CONTRO LA PROPOSTA DI RIFORMA DELLA COSTITUZIONE. Le Costituzioni e le leggi elettorali servono a definire cosa si vuole che accada quando le elezioni le si perdono e la maggioranza l'hanno "gli altri". Questa proposta di riforma (affiancata da una legge elettorale) rafforza il partitismo: concentra il potere nelle mani di un premier di fatto capo partito e con questo elimina le prerogative non solo del Senato ma anche della Camera. In generale e complessivamente elimina il sistema parlamentare rappresentativo, previsto dalla Costituzione: il potere legislativo passa dal Parlamento al Governo. Quella che era una degenerazione del sistema parlamentare e rappresentativo, diventa la regola. I Parlamentari saranno indotti a votare come il capo comanda e, di conseguenza, non leggeranno nemmeno e leggi in votazione. Si sancisce nei fatti il vincolo di mandato partitico, invece di contrastarlo. Si configura una sorta di premierato consistente in una forte concentrazione del potere. Questa concentrazione del potere faciliterà le lobby ed i potentati i quali potranno con maggiore facilità concentrare i loro sforzi e le loro offerte di servizi. Va ricordato che in Italia (a differenza che in altri paesi) tra i potentati esistono anche organizzazioni criminali come Mafia, Camorra e 'Ndrangheta, di certo interessate a intervenire sul sistema della giustizia e sulla indipendenza della Magistratura (tema che suscita interesse anche presso diversi partiti). Con questa concentrazione del potere si realizza il dettame della finanziaria americana JP Morgan la quale suggerisce di eliminare le costituzioni antifasciste che prevedono: "esecutivi troppo deboli" ("weak executives"), sono "troppo federaliste" ("weak central states relative to regions"), sono "basate sul consenso" ("consensus building systems"). La JP Morgan predica tutto questo dall'alto del suo patteggiamento dei 13 miliardi di dollari per frodi finanziarie. La riforma non creerà affatto una stabilita' decisionale, dato che il vincitore delle elezioni successive sarà facilitato nel cancellare le decisioni del suo predecessore. Anche i sostenitori della riforma ammettono il fatto che questa sia tecnicamente mal strutturata, e che contenga diversi difetti tecnici, come il potere eccessivo nel definire anche organi di controllo quali la nomina del Presidente della Repubblica, la Corte costituzionale e la maggioranza qualificata per la modifica della Costituzione stessa. Norme che erano, precedentemente, meglio equilibrate. La riforma non elimina il Senato ma ne elimina la eleggibilità da parte dei cittadini. Il Senato rimane, ma come organo dalle prerogative mal definite. Libretto della votazione per il Referendum costituzionale

6 Essendo stato privato di gran parte del suo potere legislativo, pur mantenedo le prerogative della immunità parlamentare, i futuri senatori dovrebbero essere "nominati secondo le indicazioni dei cittadini". Non è chiaro come i cittadini "indicheranno" escludendo le elezioni, e comunque una legge per spiegarlo non esiste. Coerentemente con l'impostazione generale, che mira ad un rafforzamento della concentrazione del potere partitico ed una riduzione del potere dei cittadini, la proposta di riforma prevede un significativo restringimento degli strumenti di democrazia diretta oggi esistenti. Il numero di firme per le leggi di iniziativa popolare viene triplicato (da 50 a 150 mila ). Inoltre un Parlamento popolato da "funzionari di un solo partito super-maggioritario dirà sistematicamente NO a qualsiasi proposta presentata dai cittadini. Nei referendum abrogativi esisterà la possibiltà di eliminare il quorum, ma solo con una raccolta di firme di 800 mila cittadini (l'eci europea esige un milione di firme per una popolazione quasi dieci volte superiore di 500 mila europei, ma nel caso dell'eci sono accettate anche le firme raccolte via rete). Occorre dire NO a questa proposta di riforma della Costituzione, come primo passo per una modifica della Costituzione che vada nella direzione opposta: - democratica e per il raforzameto del potere dei cittadini, non quello dei partiti. - che non faciliti il lavoro di lobby e potentati. E che sia redatta da una Assenblea costituente, mediante votazione con sistema proporzionale, non invece da un Governo che forza la volontà di un Parlamento eletto in modo dichiarato incostituzionale. Libretto della votazione per il Referendum costituzionale

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