Firenze 23 aprile L applicazione dell art 28 della legge n.81/2008 sull adeguamento del documento dei rischi sullo stress lavoro correlato

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1 Indicazioni per la corretta gestione del rischio e per l attività di vigilanza alla luce della lettera circolare del 18 novembre 2010 del ministero del lavoro e delle politiche sociali Firenze 23 aprile 2012 L applicazione dell art 28 della legge n.81/2008 sull adeguamento del documento dei rischi sullo stress lavoro correlato Dr Rodolfo Buselli Ambulatorio Medicina del Lavoro Centro per lo studio dei disturbi da Disadattamento lavorativo Azienda Ospedaliero-Universitaria Pisana

2 Stress correlato al lavoro Fourth European Survey on Working Condition 2005 Il 20% dei lavoratori dei 25 Stati membri dell Unione Europea ritiene che la propria salute sia a rischio a causa dello stress sul lavoro

3 Le patologie accertate Il rischio può essere considerato accettabile in certe condizioni Il danno non è mai accettabile La soglia decisionale è superata

4 Variabilità del danno Non è sempre chiaro quale forma di danno è causata da rischi psicosociali stati emotivi sintomi psicosomatici Malattia psichiatrica

5 Patologia da stress Non è un fenomeno qualitativo del tipo tutto-nulla, essa si manifesta come risposta disfunzionale spalmata lungo un gradiente salute malattia, a carattere quantitivo e modulato da numerosi fattori (Charney, 2004; De Kloet et al., 2005)

6 Esposizione ad eventi traumatici Multipli traumi interpersonali Ripetuti episodi di un trauma interpersonale Aumento del rischio psicopatologico Un singolo trauma interpersonale Un solo evento che non soddisfa il criterio A per D.A.S. /D.P.T.S: Nessun trauma (Green et al., 2000; Kessler et al., 1995; Resnik et al.,1993)

7 Caratteristiche del nostro Centro per lo studio dei disturbi da disadattamento lavorativo Natura pubblica Multidisciplinarietà Specificità Rapporti con il territorio

8 Casi esaminati presso il Centro di Pisa Prima analisi dei dati riferiti al periodo da marzo 2002 al luglio 2004: 109 pazienti Seconda osservazione da gennaio 2005 al marzo 2008: 304 pazienti

9 Elenco delle malattie per le quali è obbligatoria la denuncia Decreto del ministero del Lavoro 11 dicembre 2009 Circolare n.71 del 17 dicembre 2003 Documento di Consenso La Medicina del Lavoro 2001 Disturbo dell adattamento cronico Disturbo post- traumatico da stress

10 Disturbi psichiatrici di asse I DIAGNOSI LIFETIME ULTIMO MESE Bipolare I 7.2%(n=15) 4.8% (n=10) Bipolare II 8.7%(n=18) 3.4% (n=7) Depressione Maggiore 53.1%(n=110) 26.6% (n=55) Disturbo di Panico 41.5%(n=86) 22.2% (n=46) GAD 15% (n=31) Fobia Sociale 5.3%(n=11) 4,8%(n=10) DOC 4.8%(n=10) 3.9% (n=8) DPTS 1%(n=2) 0,5% (n=1) Disturbo dell Adattamento 39,1%(n=81) Nessun disturbo di Asse I 10,1%(n=21) 22,7% (n=47)

11 psicopatologia del mobbing Disturbo dell Adattamento 51.5%-88.1% Disturbo dell Adattamento 39% Depressione Maggiore 5.3%-25.7% Depressione Maggiore 53% (Monaco 2004,Buselli 2006, Punzi-Cassitto 2007, Nolfe 2007) (Campione di 207 casi dell ambulatorio di Pisa)

12 Dalla documentazione fornita e dalla storia psichiatrica dei pazienti i sintomi iniziali fortemente correlati agli eventi stressanti e corrispondenti alla diagnosi di Disturbo dell Adattamento sono esitati in altri disturbi di Asse I (Depressione Maggiore e Disturbo di Panico) con l intensificarsi dei comportamenti vessatori

13 Casi clinici di DPTS Nella nostra casistica valutata con intervista diagnostica strutturata (SCID I) sono stati individuati 2 casi di Disturbo Post-traumatico da Stress

14 Cause scatenanti

15 Diagnosi eziologiche No stress poco probabile altamente probabile certo

16 Qualità del sonno e sonnolenza in situazione di stress occupazionale Epworth PSQI occupazionale normalità conflittuale Patologie mobbing correlate e disturbi del sonno Buselli R., Maestri M. et al. Giorn.Ital. di Med. Del Lav. e Erg. 2008

17 Recenti valutazioni Casistica di 250 pazienti dell ambulatorio i quali sono state somministrate le scale PSQI e ESS Patologie ad elevata probabilità lavorativa e diagnosi di Disturbo dell Adattamento presentano la peggiore qualità del sonno

18 STRESS LAVORO-CORRELATO Indicazioni alla luce della circolare del 18 novembre 2010 del Ministero del Lavoro per la corretta gestione del rischio da stress lavorocorrelato e per l attività di vigilanza Dicembre 2011 Coordinatore: Fulvio d Orsi 1 Antonia Ballottin 2, Rodolfo Buselli 5, Pietro Bussotti 9 Maria Pia Cancellieri 3, Francesco Chicco 1, Domenico Cocomazzi 4, Marco Crema 9, Giovanni Galli 5, Raffaele Latocca 6, Maria Gabriella Mavilia 7, Franco Pugliese 8, Marco Renso 2, Domenico Sallese 5, Luciano Sani 9, Dimitri Sossai 7, Enzo Valenti 1. 1 Regione Lazio; 2 Regione Veneto; 3 Regione Marche; 4 Regione Abruzzo; 5 Regione Toscana; 6 Regione Lombardia; 7 Regione Liguria; 8 Regione Emilia-Romagna; 9 Regione Umbria; 10 Regione Campania;. 11 Regione Sicilia;

19 Il Mandato delle Regioni Formulare indicazioni per la corretta gestione del rischio da stress lavoro-correlato e per l attività di vigilanza alla luce della lettera circolare del 18 novembre 2010 del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali Il sottogruppo ha aperto i lavori il 14 giugno 2011 e li ha conclusi il 13 dicembre 2011 i requisiti minimi che le valutazioni devono soddisfare, i criteri per l individuazione delle azioni correttive, i criteri per il controllo delle aziende da parte degli organi di vigilanza; indicazioni sul ruolo dei Servizi di prevenzione e sicurezza, le risorse professionali e la formazione degli operatori.

20 Struttura del documento A: Aspetti generali B: Principi generali della valutazione dello stress lavoro correlato C: La partecipazione dei lavoratori D: La valutazione preliminare E: Misure correttive e azioni di miglioramento F: La valutazione approfondita G: Verifica e monitoraggio H: Il medico competente e la sorveglianza sanitaria I: Indicazioni per a vigilanza

21 A: Aspetti generali A 10 Che valenza ha il documento Valutazione e gestione del rischio da stress lavoro correlato prodotto dall INAIL ex Ispesl (maggio 2011)? Coerente con Commissione, Accordo Europeo e dettato normativo Altri strumenti con medesime caratteristiche che rispondono Commissione come proposte di Toscana, Veneto e Basilicata

22 A: Che valenza hanno le indicazioni metodologiche della Commissione consultiva per la valutazione dello stress lavoro-correlato? costituiscono il livello minimo di attuazione dell obbligo, che deve essere soddisfatto in tutte le aziende pubbliche e private. -è possibile affiancare i soggetti aziendali indicati per condurre la valutazione, con esperti esterni in possesso di specifiche professionalità; -è possibile adottare fin dalla prima fase (preliminare) di valutazione strumenti che rilevano la percezione dei lavoratori; -è possibile procedere alla rilevazione, in forma collettiva, di disturbi e/o patologie determinate o favorite dallo stress.

23 A:La lettera circolare del Ministero del Lavoro del 18 novembre 2010 afferma che la data del 31 dicembre 2010 deve essere intesa come data di avvio delle attività di valutazione, ai sensi delle indicazioni metodologiche della Commissione consultiva. Alla data del presente documento, circa un anno di distanza cosa devono aver fatto le aziende per essere conformi a tali indicazioni? Le micro (fino a 10 addetti), le piccole (da 10 a 50 addetti) e le medie aziende (da 50 fino a 250 addetti) devono aver completato almeno la fase preliminare pianificando le misure correttive e di miglioramento eventualmente necessarie. Per grandi aziende, che potrebbero non aver ancora terminato la valutazione preliminare, per tutti i gruppi omogenei o partizioni organizzative individuati, le indicazioni della Commissione prevedono che ci debba essere una programmazione temporale delle attività di valutazione con l indicazione del termine finale di espletamento. Tale termine riguarda ovviamente la prima fase (valutazione preliminare).

24 A: Le aziende che alla data di emanazione delle indicazioni metodologiche della Commissione consultiva (lettera circolare del 18 nov. 2010) avevano già effettuato la valutazione del rischio da stress lavoro-correlato, devono ripeterla? Vdr non deve essere ripetuta se coerente con l accordo europeo del 8 ottobre 2004 tutta l azienda e tutti i lavoratori dell azienda, deve aver riguardato lo stress lavoro-correlato (mirata ai fattori stressogeni dell organizzazione del lavoro) non aver preso in esame solamente il benessere\malessere soggettivamente percepito dai lavoratori. La valutazione deve consentire di individuare le misure correttive. Le aziende in cui la valutazione non corrisponda ai suddetti requisiti devono effettuarla ex novo o integrarla con gli indicatori eventualmente mancanti.

25 B: Percorso della valutazione del rischio slc Azioni propedeutiche: Individuazione dei soggetti aziendali che partecipano al processo di valutazione scelta del metodo da seguire formazione se necessaria dei soggetti valutatori individuazione dei gruppi omogenei in cui suddividere l azienda definizione delle modalità con cui sentire i lavoratori

26 VALUTAZIONE PRELIMINARE ESITO NEGATIVO ESITO POSITIVO RISULTATO RIPORTATO nel DVR PREVISIONE di PIANO di MONITORAGGIO SE EFFICACI PIANIFICAZIONE ed ADOZIONE di INTERVENTI CORRETTIVI VALUTAZIONE DELL EFFICACIA DEGLI INTERVENTI CORRETTIVI SE INEFFICACI Interventi: organizzativi tecnici procedurali Comunicativi formativi VALUTAZIONE APPROFONDITA QUESTIONARI FOCUS GROUP INTERVISTE SEMI-STRUTTURATE Sulle famiglie di fattori/indicatori indagati Nelle imprese fino a 5 lavoratori il datore di lavoro può Effettuare riunioni

27 B: Partecipazione dei lavoratori Il coinvolgimento dei lavoratori è indispensabile in quanto i rischi collegati allo stress sono riconducibili a 2 ambiti tra loro interagenti: -potenzialità stressogene del lavoro -percezione dei lavoratori rispetto alle proprie capacità di adattamento Questo marcato coinvolgimento dei lavoratori e/o loro rappresentanti caratterizza e rende peculiare la valutazione del rischio da stress lavoro correlato rispetto a quella degli altri rischi ( solo consultazione preliminare degli RLS).

28 infortuni I EVENTI SENTINELLA (10 indicatori aziendali) Assenza per malattia II AREA CONTENUTO DEL LAVORO (4 aree di indicatori) Ambiente di lavoro ed attrezzature di lavoro III AREA CONTESTO DEL LAVORO (6 aree di indicatori) Funzione e cultura organizzativa Assenza dal lavoro Pianificazione dei compiti Ruolo nell ambito Ferie non godute Rotazione del personale Turnover Procedimenti/Sanzioni disciplinari Richieste visite straordinarie Segnalazioni stress lavoro-correlato Carico di lavoro ritmo di lavoro Orario di lavoro Dell organizzazione Evoluzione della carriera Autonomia decisionale Controllo del lavoro Rapporti interpersonali Sul lavoro Istanze giudiziarie Interfaccia casa lavoro conciliazione vita/lavoro

29 D: Valutazione oggettiva parametrica - complessiva Oggettiva = i fattori esaminati non sono espressione di un giudizio personale ma devono riflettere la reale condizione osservata per il gruppo omogeneo considerato Parametrica = i fattori esaminati devono permettere di individuare una soglia d azione. Complessiva = la condizione di rischio non si identifica nella presenza di indicatori singoli che riguardano fattori di contesto e contenuto ma nella loro valutazione complessiva.

30 F: Valutazione approfondita Questa fase si intraprende come approfondimento nel caso in cui nella fase precedente si sono rilevate inefficaci le misure correttive adottate e relativamente ai gruppi omogenei di lavoratori rispetto ai quali sono state rilevate le problematiche. Le indicazioni della Commmisione Consultiva prevedono la valutazione della percezione soggettiva dei lavoratori..sulle famiglie di fattori/indicatori già oggetto di valutazione nella fase preliminare. Una valutazione approfondita può essere opportuna in ogni circostanza. Gli strumenti funzionano meglio in aziende di maggiori dimensioni. Non può sostituire la valutazione preliminare

31 I: INDICAZIONI PER LA VIGILANZA Quali sono le indicazioni pratiche a cui attenersi per verificare il rispetto degli obblighi di legge nella valutazione dello stress lavoro-correlato? La valutazione dello stress lavoro-correlato deve rispettare sia i contenuti degli artt. 28 e 29 del D.Lgs 81/08, sia le indicazioni metodologiche della Commissione consultiva.. Nel DVR dovranno essere riscontrate: la metodologia di valutazione scelta, le conclusioni della valutazione, le misure di prevenzione adottate o da adottare con il relativo piano attuativo, mentre le check list ed eventuali altri strumenti di valutazione costituiranno documentazione allegata. Analogamente, nel caso di autocertificazione, non è presente il documento, ma devono essere riscontrabili gli strumenti usati per la valutazione

32 H: Il medico competente e la sorveglianza sanitaria La sorveglianza sanitaria non è misura di elezione Nominato per altri rischi: visite mediche su richiesta e collaborazione alla valutazione dei rischi Eventi sentinella, idoneità per gli ipersuscettibili e revisione Vdr Misura di prevenzione secondaria, quando la Vdr ne evidenzia necessità e in ogni caso al termine dell intero percorso quando permane rischio residuo Non indicatori di effetti subclinici, ma strumenti standardizzati di raccolta anamnestica e prescrizioni e/o limitazioni per lavoratori ipersuscettibili

33 Dr. R.Buselli, Dr D.Sallese, Dott.ssa F.Fani, Dr G.Galli, Dr P. Del Guerra, Dr L. Carpentiero, Dr.M.Cucini, A.Giomarelli Le indicazioni tecniche della Regione Toscana per la valutazione dello stress lavoro correlato

34

35 METODOLOGIA DI VALUTAZIONE DELLO STRESS LAVORO CORRELATO (D) Sintomi soggettivi (P) Check List - +/ valutazione rischio interpretazione 1 rischio non significativo 2 rischio basso 3 rischio medio 4 rischio elevato 5 rischio molto elevato Interrompere la valutazione Rivalutare dopo 2 anni Effettuazione della sorveglianza sanitaria Attuazione delle misure specifiche di tutela per le criticità individuate.

36 INTERFACCIA PER L INSERIMENTO DEI DATI CELLE INSERIMENTO DATI

37 Esperienza in 65 Aziende Pubbliche e Private valutate Il 83% delle rilevazioni fatte utilizzando il JCQ hanno esito Active. QUINDI L ESITO DEL RISCHIO E QUASI SEMPRE DETERMINATO DALLE CHECK LIST Il 41,4% degli esiti delle valutazioni tramite interviste (check list) danno esito rischio basso e il 55,2% rischio medio. Il social support (SS) nel rischio basso è più alto di quello di altri livelli di rischio. Quindi sembrerebbe che un basso livello di rischio è anche determinato da un buon supporto sociale

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