INTERREG-SIMONIS-BORGATE Verbale di riunione (V.R.) n. 005 del 18 aprile 2012

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1 INTERREG-SIMONIS-BORGATE Verbale di riunione (V.R.) n. 005 del 18 aprile 2012 Il giorno 18 aprile 2012, alle ore 10.30, presso gli Uffici della Direzione Programmazione Strategica, Politiche Territoriali ed Edilizia della Regione Piemonte (Corso Bolzano, 44 Torino), nella sala riunioni del sesto piano, si è tenuto un tavolo tecnico inerente il progetto di redazione del nuovo Manuale G.A.L. a cura dell arch. Giovanni Simonis, il progetto INTERREG Italia-Svizzera , dal titolo Valorizzazione dell Architettura Tradizionale, Tutela del paesaggio antropico e del costruito, il Progetto Borgate interessante i Comuni di Cesara, Crevoladossola, Druogno, Premia. All incontro risultavano presenti i seguenti soggetti: arch. Annalisa Savio, Settore Programmazione Strategica, Politiche Territoriali ed Edilizia della Regione Piemonte dott.ssa Noemi Giordano, Settore Programmazione Strategica, Politiche Territoriali ed Edilizia della Regione Piemonte dott. Guido Baschenis, Settore Programmazione Strategica, Politiche Territoriali ed Edilizia della Regione Piemonte dott.ssa Bianca Eula, Settore Politiche Comunitarie della Regione Piemonte dott. Giuseppe Ferrera, Settore DB08/11 della Regione Piemonte arch. Angela M. Malosso, Settore Pianificazione Urbanistica della Provincia del V.C.O. (Settore della Regione Piemonte) prof. arch. Giovanni Simonis, già Professore Associato presso il B.E.S.T. del Politecnico di Milano dott. arch. Cristina Paglino, libero professionista dott.ssa Emily Simonis, Asterisco*Lab dott. Claudio Cottini, Assessore all Istruzione e all Università, alla Cultura, alle Attività Estrattive, alla Pianificazione Territoriale della Provincia del V.C.O.; Sindaco del Comune di Santa Maria Maggiore (VB) arch. Luigi Formoso, Settore Politiche territoriali, Infrastrutture, Trasporti della Provincia del V.C.O. arch. Sergio Gasparotti, Settore Pianificazione Territoriale e Urbanistica della Provincia del V.C.O. dott. Marco Cerutti, Amministratore Delegato del Centro Servizi Lapideo del V.C.O. di Crevoladossola ing. arch. Elisa Genna, Coordinatore del progetto e tecnico di laboratorio incaricato dal Centro Servizi Lapideo del V.C.O. di Crevoladossola arch. Marco Zerbinatti, Ricercatore presso il DISEG del Politecnico di Torino ing. arch. Sara Fasana, Assegnista di ricerca presso il DISEG del Politecnico di Torino ing. Paolo Piumatti, Ricercatore presso il DISEG del Politecnico di Torino arch. Andrea Bocco, Professore Associato presso il DIST del Politecnico di Torino rag. Ferruccio Sbaffi, G.A.L. Laghi e Monti arch. Flavia Grossi, Funzionario tecnico Comune di Premia. L incontro prende avvio con il saluto di apertura ed il ringraziamento da parte dell arch. Annalisa Savio, la quale sottolinea che la Regione Piemonte è presente in qualità di organizzatrice dell incontro, richiesto dalla Provincia del V.C.O. Sottolinea che i protagonisti dell incontro sarebbero stati i convenuti. Spiega che, nella provincia del V.C.O., al momento risultano in corso di svolgimento alcuni progetti, che hanno come obiettivo la redazione di Manuali. 1

2 La Regione ha accolto la proposta della Provincia del V.C.O. di organizzare un tavolo tecnico allargato al fine di coordinare tutti i progetti in essere in modo che si possano individuare delle linee di indirizzo comuni e condivise al fine di muoversi tutti ed insieme nella medesima direzione. In particolare, i progetti in corso sono: - il Programma di Sviluppo Rurale , Misura 322 (Sviluppo e rinnovamento dei villaggi), con redazione di Manuali e Linee guida; - il Programma di Sviluppo Rurale , Misura 323 (Tutela e riqualificazione del patrimonio rurale); - il Progetto Interreg Italia-Svizzera (Valorizzazione dell architettura tradizionale, tutela del paesaggio antropico e del costruito), che dovrebbe trarre frutto dal Progetto CAPACities. Questo incontro è stato programmato al fine di comprendere le sinergie che possono instaurarsi tra i diversi attori. La parola viene ceduta all assessore Cottini. L assessore Claudio Cottini ringrazia la Regione Piemonte ed i suoi funzionari per aver accettato la richiesta di confronto inoltrata dalla stessa Provincia del V.C.O. nel corso dell incontro tenutosi il 19 marzo u.s. presso la stessa sede. Conoscendo, per linee generali, tutti i presenti il progetto Interreg Italia-Svizzera, l assessore non si sofferma sui contenuti dello stesso, che saranno poi toccati dai rappresentanti degli altri partners presenti all incontro. Ricorda che il progetto è nato dal desiderio/dalla necessità di rivolgere attenzione al proprio territorio, puntando alla valorizzazione dell architettura tradizionale. Sottolinea che la mancanza di coordinamento ha portato alla redazione di cataloghi, spesse volte doppioni gli uni degli altri o con poca o nulla attenzione ad approfondimenti di dettaglio, e quindi con scarsa utilità per consentire un effettiva ricaduta/applicabilità sul territorio. Fa riferimento a: - redazione del Manuale G.A.L. per il recupero dell architettura tradizionale nell ambito dei Piani di Sviluppo Locale (in corso); - Progetto Borgate (Comuni di Cesara, Crevoladossola, Druogno, Premia) (in fase di attuazione); - Progetto Interreg Italia-Svizzera (in corso) - Progetto CAPACities (sviluppato tra il 2008 ed il 2011), i quali dovrebbero percorrere binari paralleli, cercando di prevedere occasioni di integrazione e possibilità di approfondimento nello sviluppo dei contenuti, in modo che i nuovi progetti possano costituire un ulteriore passo avanti e non una replica di quanto già redatto. In particolare, il Progetto Interreg, per il quale la Provincia del V.C.O. è capofila, ha, tra i suoi obiettivi quello di: - creare un Agenzia di Valorizzazione degli edifici tradizionali con caratteri di tipicità (tecnologica, costruttiva) ed autenticità; - sviluppare un attività di ricerca, con la preziosa collaborazione del Politecnico di Torino, nella direzione di eseguire studi sui materiali lapidei utilizzati per la realizzazione di manti di copertura, lastre e mensole per balconi, etc.; - redigere cataloghi che possano dare indicazioni per la progettazione e per l esecuzione degli interventi ai professionisti ed agli operatori del settore, agli enti di formazione (quale l Ente Scuola Edile del V.C.O.), all Associazione Canova (associazione culturale che, sul territorio del V.C.O., ha già realizzato interventi tipologici mediante l organizzazione di workshops, coordinati da professionisti locali). L obiettivo del progetto consiste nel giungere a definire consigli, inviti, indicazioni da rivolgere alle Amministrazioni comunali per la redazione di Regolamenti Edilizi e Piani Regolatori, nell ottica di 2

3 approntare corretti modi di intervento, lavorando in sinergia con il Politecnico di Torino, il Centro Servizi Lapideo del V.C.O. e traendo spunto ed andando, poi, nella direzione di approfondire il lavoro che sta sviluppando l arch. Simonis con il G.A.L. per la redazione del Manuale. Si tratta anche di pensare ad azioni di sensibilizzazione al fine di evitare la realizzazione di interventi non confacenti con il contesto nel quale ci si colloca. È fondamentale che i diversi attori, che lavorano per perseguire obiettivi analoghi, cerchino occasioni di coordinamento. L assessore non si considera un vincolista (in quanto riconosce che spesse volte si è bloccati nelle scelte da misure di tutela e di conservazione eccessivamente restrittive). Alcune norme oggi consentono qualunque tipo di intervento, anche quelli totalmente irrispettosi del contesto storico, ambientale, sociale, architettonico nel quale si collocano. L occasione del tavolo tecnico si pone come opportunità di confronto al fine di trovare modi di operare nell ottica di salvare il salvabile, soprattutto laddove sia ancora possibile salvare le bellezze tuttora a rischio. Ciò può essere effettuato anche attraverso alcune forme di incentivazione: per esempio, una proposta potrebbe essere quella di consentire la possibilità di un aumento volumetrico a coloro che intendono realizzare edifici in aree esterne al nucleo storico. Tale incentivo potrà essere rivolto a coloro che intendono effettuare interventi di recupero nei nuclei storici nel rispetto delle tecniche costruttive tradizionali. La premialità su volumi esterni potrebbe convogliarsi in una cassa ed andare a finanziare interventi di recupero nei centri storici. Ciò comunque porterebbe a problemi di gestione non indifferenti da parte delle Amministrazioni comunali. Considerando che in tante situazioni il costo per l intervento di recupero può essere anche oneroso, ragionare anche in questi termini può anche costituire un opportunità. È fondamentale, in questa fase, riuscire a creare sinergie con il sostegno e la collaborazione della Regione Piemonte. A questo punto, da parte dell arch. Simonis è avanzata richiesta di emendamento alla scaletta degli interventi, che prevedeva quello relativo alla presentazione del progetto Interreg prima del suo intervento. Risulta invece consequenzialmente più logico anteporre l intervento di Simonis all esposizione del progetto Interreg, in quanto la redazione del Manuale G.A.L. abbraccerà un tempo limitato (tre mesi, entro giugno 2012) ed antecedente allo sviluppo e completamento del progetto Interreg (due anni, fino al marzo 2014). La richiesta di modifica viene accolta. L arch. Savio si inserisce chiedendo ai presenti di fare un veloce giro di tavolo di presentazione in modo che tutti siano al corrente circa i partecipanti all incontro ed i rispettivi ruoli. La parola passa all arch. Giovanni Simonis che introduce il suo intervento riportando una recente telefonata con il prof. Jacob dell Università di Harvard a Boston, che sta organizzando un corso sulla modificazione del paesaggio nell Ossola, emblematica di una cattiva gestione del territorio. È l occasione, con i progetti in corso, di dimostrare attenzione e sensibilità nei confronti del patrimonio paesaggistico e architettonico locale, e di attuare piani di sviluppo e proporre norme che dimostrino come anche in situazioni difficili sia possibile recuperare o almeno programmare il recupero dell antica qualità ambientale. Per la redazione del Manuale G.A.L., l obiettivo è quello di definire linee guida da adottare nell ambito degli strumenti urbanistici dei Comuni appartenenti all area G.A.L. L arch. Simonis riferisce che, sulla questione linee guida o norme, avrebbe parlato successivamente più diffusamente l arch. Paglino. Essa si inserisce soltanto per sottolineare sinteticamente che le indicazioni fornite sottoforma di linee guida non hanno alcuna utilità. L arch. Simonis riprende la parola, sempre sullo stesso argomento, proponendo due esempi: uno più colto, l altro meno raffinato ma significativo. Quello colto è una citazione tratta da un libro di Jared 3

4 Diamond, antropologo ed accademico della scienza americano, che dice: non sono le caratteristiche biologiche ma le condizioni del contesto ambientale che determinano il destino di un popolo. E cioè in Italia, non sono gli italiani in sé ad aver prodotto uno dei più importanti patrimoni artistici del mondo, ma la qualità paesaggistica ed architettonica che si è pian piano formata a partire dall epoca ellenistica. Qualità che, in un graduale progressivo circolo virtuoso, ha contribuito alla formazione dei migliori progettisti del mondo. Oggi, in Italia, dopo le devastazioni di oltre mezzo secolo, gli architetti hanno perso la loro eccellenza. In particolare, nelle valli ossolane, il contesto ambientale degradato rende difficilmente riconoscibili i valori architettonicopaesaggistici del passato: affinché operino correttamente al fine di recuperare l antica qualità è necessario fornire ai progettisti indicazioni e limiti rigorosi. L esempio meno raffinato riguarda la linea di confine tra la California e il Nevada. In California: multa di 200 dollari anche se si getta dal finestrino dell auto un mozzicone di sigaretta (e la polizia, dislocata ovunque, è prontissima ad intervenire). Nel Nevada, i cartelli recitano: Si prega di non sporcare. Basta guardare per terra: il confine è perfettamente indicato dalla linea tra cartacce, bottiglie e sacchetti di plastica da una parte, e pulizia perfetta dall altra. Vincoli chiari e rigorosi sono quindi indispensabili. Molte persone all inizio si oppongono ai vincoli: alla presentazione ufficiale del Piano Paesistico dell Alpe Veglia Devero, la platea ha aspramente polemizzato contro le scelte fatte dal progettista (Simonis). A distanza di anni, nel corso di una conferenza a Borgomanero, l ex sindaco di uno dei Comuni interessati (che allora si era opposto al Piano), ha riconosciuto la validità dei criteri e il buon esito che aveva avuto sul territorio. Tra l altro, il valore commerciale degli immobili è aumentato in maniera tale da compensare ampiamente i costi per il recupero delle costruzioni, in particolare il costo dei tetti di beola. Il Manuale in corso di redazione terrà conto dell esperienza maturata nella redazione del Piano del Veglia Devero, ma anche di altri piani realizzati nel corso di diversi anni. Come si diceva, le indicazioni non saranno solo linee guida ma criteri precisi, che tuttavia riguardano non tanto aspetti e dettagli formali, ma criteri di metodo. In sostanza, ogni progettista avrà limiti tecnologici ma, all interno di questi, potrà esercitare tutta la sua capacità creativa. Il territorio del V.C.O. è ampiamente variegato: da Césara a Macugnaga, a Montecrestese, all Alpe Veglia Devero. Emblematico della complessità e della varietà è il caso delle costruzioni in legno: nessuno ha percepito che le case della Val Formazza e di Macugnaga (Walser) non hanno nessuna relazione con quelle dell Alpe Devero. In quest ultima, sono presenti solo due edifici Walser; tutti gli altri sono costruiti con criteri e modalità diverse, che provengono dalla valle dei Goms. Il gruppo di lavoro, costituito dall arch. Simonis, dall arch. Paglino e da Asterisco*Lab, ha redatto una tabella-schema che serve ad individuare la collocazione nelle norme di un edificio localizzato in una certa zona, e presenta, sulle colonne, le aree in cui è stato suddiviso il territorio G.A.L. (Val Formazza, Macugnaga, Alpe Devero, Antigorio-Anzasca, etc.). Sulle righe, invece, sono indicate le tecniche costruttive. La distribuzione delle tecniche sul territorio non consente tuttavia la realizzazione di uno schema semplice ed univoco. Le eccezioni sono moltissime. Per esempio, il Walser tipico prevede una struttura di copertura a cavallo, ma l influenza dei carpentieri ossolani ha portato, dal XVIII secolo in avanti, alla costruzione di tetti con la capriata ossolana a puntoni e tiranti. D altra parte, come illustrato anche nella riunione precedente, qualunque struttura di tetto nelle zone del G.A.L. può essere solo realizzata in legno e solo di tre tipi (o una commistione degli stessi): - a travi orizzontali : poggianti su elementi continui o puntuali della struttura in elevazione; - a cavallo : con trave di colmo ed appoggi laterali e travi incernierate nel centro e libere agli estremi; - a puntoni tiranti (da alcuni definita capriata semplice ): con due puntoni ed una catena/tirante. 4

5 Da qui, deriva una semplice norma: qualsiasi intervento sull edificio (restauro, ristrutturazione, ampliamento) deve rispettare rigorosamente la tecnica costruttiva del tetto (della relativa copertura e del relativo sistema murario): pur essendo vincolante, questa norma non limita le possibilità creative del progettista, ed ha come esito una costruzione coerente con il contesto. Quindi vanno sottoposti a vincolo la struttura di copertura e la scelta del manto. Non è ammissibile quello che sta facendo il Comune di Malesco, dove è in corso di elaborazione una normativa che consente la sostituzione della struttura del tetto e la costruzione di un manto in beole sottili posizionate con chiodo o staffa di sostegno. La scelta non deve riguardare l aspetto formale o, come dice qualcuno, estetico della costruzione; quella che va salvaguardata è la logica costruttiva, valore che ha determinato la qualità e l identità locale del paesaggio e dell architettura. La redazione delle norme per il G.A.L. sarà la base per l elaborazione successiva prevista dall Interreg, più approfondita nei dettagli esecutivi e costruttivi. I testi Recupero e conservazione dell edilizia storica, casa Alinea editrice, 2009, e Superfici murarie nell edilizia storica, Alinea editrice, 2010, redatti dal prof. Scarzella e dall arch. Zerbinatti, che si riferiscono all intero Piemonte, contengono numerosi elementi ottimamente sviluppati di quanto dovrà essere fatto. Naturalmente l elaborazione Interreg dovrà essere finalizzata al territorio circoscritto del V.C.O. Il dott. Marco Cerutti chiede la parola per un brevissimo intervento al fine di sottolineare che, sussistendo alcuni vincoli, dati dalla nuova normativa sismica, dagli strumenti urbanistici, etc., risulta fondamentale andare nella direzione di organizzare percorsi di informazione e formazione per i tecnici e gli operatori del settore. È necessario che questi temi siano affrontati sempre più spesso al fine di salvaguardare la sicurezza e la qualità. Percorsi formativi di questo tipo sono contemplati nell ambito del progetto Interreg. L arch. Simonis riprende la parola per sottolineare il fatto che le normative sismiche sono state surdimensionate in maniera esagerata a causa della pressione delle industrie del cemento e dell acciaio, e non tengono conto della relativa elasticità delle costruzioni in pietra a secco delle zone del G.A.L., elasticità di cui si è parlato nella riunione del 27 marzo u.s. presso la sede del G.A.L. Laghi e Monti di Domodossola. La parola viene, quindi, ceduta all arch. Paglino, che affronterà più in dettaglio l approccio alla normativa; mentre, a seguire, la dott.ssa Simonis esporrà le modalità di fruizione della documentazione relativa al Manuale. L arch. Cristina Paglino sottolinea che un aspetto essenziale è rivestito dalla normativa. Linee guida, manuali, raccomandazioni non riescono a trovare un riscontro diretto, un applicabilità concreta sul territorio. In Commissione Paesaggio, un Piano Regolatore Generale che definisce gli interventi di recupero sui centri storici, può prevedere anche interventi non accettabili. Se invece è definita una normativa semplice e chiara (come accade nel Piano Paesistico dell Alpe Veglia e Devero), è più facile intervenire, con la possibilità di fornire indicazioni in sede di Commissione e di attività progettuale, studiando e proponendo soluzioni appropriate. È necessario operare nella direzione di concretizzare gli studi, le ricerche, con la redazione di norme, altrimenti si rischia di vanificare anni, se non decenni, di impegno e di lavoro. L arch. Paglino sottolinea che, nel Piano Paesistico dell Alpe Veglia e Devero, è prevista, per esempio, la conservazione della copertura tradizionale a puntoni e tiranti (capriata semplice). I dettagli costruttivi (sporto delle gronde, pendenza delle falde, etc.) degli edifici tradizionali derivano dal tipo di struttura utilizzata: quindi anche un tetto nuovo, realizzato con questo stesso schema statico, sarà corretto anche nei dettagli. È contemplata e lecita la possibilità di attuare 5

6 limitate modifiche. Rientra nelle capacità del progettista la definizione di soluzioni e nella capacità dei tecnici la valutazione della correttezza delle proposte di progetto. La norma consente qualche grado di libertà. Tutto questo a tutela della qualità. Al di fuori delle aree soggette all applicazione della normativa, gli interventi sono attuabili a discrezione delle Commissioni del Paesaggio, sparse sul territorio. In questo modo, si rischia l ammissione di interventi anche disastrosi. In area G.A.L. si è abbastanza avanti per quanto concerne le valutazioni circa la definizione degli intonaci, delle murature, delle malte, delle tinteggiature. Si è avanti in questo studio con possibilità di comparazione dei costi di intervento a seconda della tecnica applicata per risanamenti e restauri realizzati negli ultimi trent anni. Gli aspetti di natura economica possono essere talvolta motivo in grado di arrestare la fattibilità dei recuperi. Anche perchè è opinione diffusa che in generale gli interventi di recupero costino più del rifacimento totale e che i materiali da impiegare nel recupero siano sempre più costosi degli altri. Questo non è sempre vero, specialmente se si valuta la durabilità dell opera: nella maggior parte dei casi, specialmente per quanto riguarda le finiture di facciata, a fronte di un investimento iniziale leggermente più elevato, si registra un forte risparmio nei costi di manutenzione. Alcune nozioni fondamentali sono ormai assodate: ad esempio, l uso dei cementi per le murature degli edifici storici si è da tempo rivelato deleterio a causa delle note problematiche legate ad umidità ed efflorescenze, che generano in breve tempo distacchi; tuttavia il cemento è ancora largamente utilizzato. La normativa può vietarne l uso. Le considerazioni di natura sismica, con l entrata in vigore della nuova normativa tecnica, vengono applicate sull intero territorio (e non solo nelle zone a rischio sismico). Gli interventi di recupero strutturale possono anche assumere un peso gravoso nel caso di azioni sul patrimonio storico. Si ritiene importante affrontare con coscienza e con professionalità l argomento; in particolare, risulta importante che alle fasi di analisi sul patrimonio edilizio esistente prendano parte anche degli strutturisti, che si occupino anche di strutture in legno ed in acciaio, oltre che di conglomerato cementizio armato. È assodato che l applicazione di tecniche di restauro strutturale comporti un impegno economico oneroso. Nel caso di singoli elementi ammalorati, di norma è abbastanza semplice intervenire con il consolidamento oppure con la sostituzione; talvolta, per esempio, nel caso di edifici molto degradati di modeste dimensioni, ha più senso smontare e ricostruire che intervenire direttamente sulla struttura dissestata con opere di consolidamento. Le problematiche di restauro statico in rapporto alla normativa sismica esistono e vanno affrontate. Tale studio non sarà svolto nell ambito della redazione del Manuale G.A.L. (la cui attività si esaurirà entro il prossimo mese di giugno), ma sarebbe importante fosse affrontato, in prosecuzione, in ambito Interreg. L arch. Paglino ritiene fondamentale che, nello staff di studio, ci possano essere anche strutturisti professionisti in grado di svolgere valutazioni accurate. La parola viene ceduta alla dott.ssa Emily Simonis, la quale sottolinea che l obiettivo di Asterisco*Lab è quello di portare lo studio alla conoscenza di tutti gli utenti (progettisti, operatori del settore, gente comune), al fine di creare una cultura ed una conoscenza diffusa del territorio. La necessità primaria è quella di produrre un Manuale che sia semplice, chiaro, sintetico, con un livello di comunicazione accessibile (leggibile e comprensibile) a tutti. In questa fase di impostazione del lavoro, lo Studio si sta rendendo conto della difficoltà di definire le caratteristiche della comunicazione in funzione di un profilo così variegato di utente finale. Sarà prevista la redazione di un Manuale scritto e la formazione di collegamenti ipertestuali, utilizzabili in un sito web, al quale sarà possibile accedere e nel quale sarà consentita la visualizzazione e la consultazione delle caratteristiche degli edifici analizzati dal Manuale. 6

7 Si tratta anche di svolgere un attenta suddivisione del territorio sulla base dello schema tabulare semplice proposto dall arch. Simonis. Si dovranno prevedere modalità di accesso semplici per la consultazione dei punti essenziali del Manuale e per l individuazione degli schemi costruttivi. Sarà da analizzare e da sviluppare con attenzione l aspetto della comunicazione. L arch. Simonis ripete che il Manuale G.A.L. fornirà la traccia e lo spunto per gli approfondimenti da sviluppare nell ambito del Progetto Interreg. Il dott. Marco Cerutti interviene sottolineando che, per il territorio ossolano, l approccio e lo studio dell arch. Simonis costituiscono un passo enorme ed importantissimo rispetto a quanto fatto finora. Come è da sempre stato desiderio dell assessore Cottini, si stanno cercando di perseguire gli obiettivi di definizione di metodi e strumenti finalizzati al corretto recupero dell architettura tradizionale locale prevedendo opportuni incastri tra diversi studi. Questo rappresenta un modo di operare esemplare e si vorrebbe procedere in questa direzione. Il Manuale del G.A.L. intende immettere sul territorio dei vincoli, che saranno approfonditi nell ambito del Progetto Interreg, il quale non avrà il potere di vincolare gli esiti cui si perverrà. A questo punto, interviene l arch. Annalisa Savio, la quale chiede all arch. Simonis se il Manuale G.A.L. si configura come Manuale di conoscenza o se contempla anche una parte in grado di individuare indirizzi per gli interventi di recupero. Il Manuale è un documento che diventa cogente; quindi, risulta fondamentale che possano essere definiti alcuni punti normativi. Non è ammesso che sia previsto esclusivamente uno svolgimento di analisi. L arch. Simonis conferma che è stata definita la traccia del lavoro con l indice del Manuale e, sulla base della tabella schematica presentata in precedenza, saranno definite le singole norme per gli interventi. L arch. Flavia Grossi interviene dicendo che i tecnici comunali rivestono un ruolo di primo piano, essendo in prima linea rispetto a tali tematiche. In questo periodo, i Comuni stanno vivendo uno dei momenti storicamente peggiori. Il cittadino, che presenta una pratica, è insistente per giungere a realizzare opere così come inizialmente previste, non contemplando possibilità di rigetto da parte degli uffici tecnici. Inoltre, sussiste una mentalità diffusa tra i professionisti nei confronti dell Amministrazione, che porta il cittadino a pretendere quanto definito dal progetto o ad ovviare alle resistenze opposte dal Comune con metodi non corretti. Per questi motivi, l analisi dei contenuti delle pratiche di progetto presentate porta via tantissimo lavoro. Si riscontra, altresì, un bassissimo livello nella preparazione dei professionisti. Forse, in questo senso, sarebbe auspicabile l istituzione di un patentino anche per i professionisti ed i tecnici, affinchè soltanto chi è formato e la cui preparazione è riconosciuta possa essere abilitato a redigere ed a presentare progetti di recupero di valore. Si inserisce nel discorso il dott. Cerutti il quale, prendendo spunto dalla proposta dell arch. Grossi, propone, oltre alla possibilità di creare un Albo volontario delle imprese, anche la costituzione di un Albo volontario per i professionisti, al quale può accedere chi ha seguito percorsi ad hoc di informazione e formazione. Queste considerazioni si sommano a quelle che si stanno già svolgendo da qualche tempo, insieme con la Provincia del V.C.O., intorno all organizzazione di un polo formativo. Si tratta di un accordo, a cura della Provincia del V.C.O., dell ENAIP, dell ARS.UNI., del C.S.L. e di altri enti, sull utilizzo della pietra, nell ottica di creare un incubatore insieme con l Ente Scuola Edile, per 7

8 sensibilizzare e formare sul sapere e sul saper fare in tema di recupero del patrimonio costruito storico tradizionale. L assessore Cottini condivide la proposta dell arch. Grossi relativamente alla possibilità di costituire un patentino per i professionisti abilitati al recupero. L arch. Marco Zerbinatti invita l arch. Grossi a non desistere nell espletamento delle proprie funzioni, nonostante le enormi difficoltà che si trova ad affrontare. Riferisce l esempio del suo impegno svolto per tre anni in seno ad un Amministrazione comunale, durante il quale era riuscito a far rispettare le prescrizioni per l esecuzione di determinati interventi di recupero. Al termine del suo mandato, il suo successore non ha più fatto osservare alcuna regola. L arch. Savio ribadisce la necessità di mettere a punto normative e linee di indirizzo per le Commissioni del Paesaggio, che ad oggi possono far riferimento agli scarsi manuali esistenti. La parola viene, quindi, ceduta alla dott.ssa Bianca Eula, la quale ringrazia l arch. Simonis per la presentazione del suo lavoro e riconosce che si sta andando tutti nella medesima direzione. Riferisce che sui Progetti Leader, la Regione Piemonte ha lavorato duramente per redigere manuali nell ottica della valorizzazione economica, ovvero Linee guida che possano essere acquisite all interno dei Regolamenti Edilizi. Soltanto con l adozione di tali documenti all interno degli strumenti urbanistici si può avere accesso ai finanziamenti, altrimenti no. Con la partecipazione ai programmi europei si è assistito ad una vera e propria rivoluzione. Inizialmente, ci si è scontrati con l ostilità di Comuni e Comunità Montane. Un approccio di questo tipo si sta tentando anche per gli interventi di valorizzazione delle strutture turistiche e ricettive. Con il Programma dell Asse IV, ciò che crea qualcosa di visibile e tangibile è il percorso da seguire e sono gli obiettivi da perseguire. Se un manuale è ben concepito e strutturato, sarà sicuramente utile e potrà avere una ricaduta diretta sulla regolamentazione degli interventi. Riguardo alle questioni di natura formativa, sottolinea che in Regione Piemonte è perseguita anche una linea di intervento sulla formazione in grado di consentire una riqualificazione specialistica per l applicazione dei manuali. In questo senso, sollecita i G.A.L., presenti al tavolo tramite un loro rappresentante, a portare queste considerazioni sul territorio. Il dott. Cerutti interviene riferendo che il G.A.L. prevede anche una linea di formazione. Vista la disponibilità da parte della Regione Piemonte di orientarsi anche verso l organizzazione di percorsi formativi, sarebbe interessante riuscire a valutare percorsi in grado di dare un senso alle azioni che dovrebbe sollecitare il Manuale. Riprende ancora la parola la dott.ssa Eula, la quale riferisce che le risulta che il G.A.L. abbia aperto un bando sulla Misura 313 (Incentivazione di attività turistiche), relativa alla valorizzazione degli edifici turistici, ma senza la predisposizione di un Manuale. Non risulta pervenuto, ad oggi, agli uffici regionali, uno schema di Manuale con la relazione di progetto e non risulta presentata alcuna domanda sulla Misura 322/3A (Sviluppo e rinnovamento dei villaggi). Il dott. Ferruccio Sbaffi risponde di aver inviato via posta la domanda circa una settimana fa. Il dott. Cerutti conferma che nel Consiglio di Amministrazione di circa 15 giorni fa è stata data approvazione al progetto. La dott.ssa Eula risponde che, per dare i suoi pareri, la Regione si riserva di utilizzare i tempi tecnici di 30 giorni. Però, avrebbe necessità di ricevere la documentazione completa al fine di avere il tempo utile per analizzarla prima che il Manuale sia concluso. Se il Manuale sarà completato 8

9 entro i primi giorni del prossimo mese di giugno, la Regione potrebbe non essere in grado di analizzare la documentazione prima che lo stesso sia completato. Il dott. Cerutti ed il dott. Sbaffi si impegnano a verificare che l invio della documentazione sia andato a buon fine. A questo punto, l assessore Cottini lascia la parola al dott. Cerutti, il quale sinteticamente presenta le attività per l Interreg in corso in seno al Centro Servizi Lapideo del V.C.O. Riferisce che il C.S.L. ha bandito un concorso per selezionare una risorsa umana ad hoc che svolgesse attività a tempo pieno in ambito Interreg. In questi primi mesi di avvio del progetto, con l ing. Genna, si è supportata l Amministrazione della Provincia del V.C.O. nelle attività di coordinamento dei partners, di censimento della documentazione in tema di architettura tradizionale alpina, di analisi degli strumenti urbanistici in possesso dei 77 Comuni costituenti il territorio provinciale. Da queste prime analisi è emerso come la maggior parte dei Regolamenti Edilizi presentino contenuti simili, se non identici, con qualche leggera modifica, che interessa solo alcuni punti e pochi di essi. Gli strumenti urbanistici in possesso del C.S.L. sono stati recuperati accedendo ai siti web dei singoli Comuni. Quelli non ancora in possesso saranno richiesti inviando lettera formale a nome della Provincia del V.C.O. Inoltre, si sta collaborando con il Politecnico di Torino per la messa a punto di prove sperimentali per la definizione dei valori di resistenza meccanica di elementi in pietra (lastre di copertura, mensole e lastre dei balconi), in ottica di giungere ad un corretto dimensionamento degli stessi (indicazioni utili in fase di progettazione) Per la prossima settimana, per il 26 aprile, è prevista l organizzazione di una giornata studio in Svizzera con i partners svizzeri del progetto. Sarà un occasione di confronto, di possibilità di scambio/interazione e di approfondimento su temi riguardanti le tecniche costruttive in pietra locale, sul recupero degli edifici tradizionali, e con riferimenti alla normativa svizzera. È organizzato un incontro con i docenti formatori della Società Svizzera Impresa Costruttori Sezione Ticino (SSIC) di Gordola ed una visita al Villaggio di Corippo, monumento architettonico protetto svizzero di importanza nazionale. Sarà anche prevista un occasione di confronto e condivisione di linee comuni con docenti della S.U.P.S.I. di Lugano, responsabili di un parallelo progetto Interreg Italia-Svizzera, , sul tema La pietra e la storia. Parteciperanno alla giornata i partners italiani e svizzeri ed il tavolo sarà allargato all Ente Scuola Edile del V.C.O. A questo punto, prende la parola l arch. Marco Zerbinatti, il quale afferma che, riguardo agli aspetti tecnologici, condivide con l arch. Simonis gli aspetti del saper fare. Il contesto ambientale ossolano ha fatto sì che si creassero organismi edilizi unici. È fondamentale che il progettista metta a frutto le proprie capacità, non perdendo mai di vista l obiettivo del suo intervento, ossia quello del recupero nel rispetto delle tradizioni, dell identità e della cultura locali. Per quanto concerne le prove di laboratorio, si stanno approntando tests sulle lastre di coperture e sulle mensole dei balconi insieme con il Centro Servizi Lapideo del V.C.O. Oggi è necessario suggerire modi di fare che possano trovare riscontro nella realtà. Saranno eseguite prove di laboratorio e successivamente prove in loco, mediante l organizzazione di cantieri-scuola, che possano portare a soluzioni di intervento ottimali. Sarà necessario fornire precise indicazioni sul come fare. Il progettista dovrà calare nella realtà di ogni singolo caso il suo impegno progettuale rispettando le indicazioni prescritte dalla normativa. In questo senso, sono fondamentali le considerazioni fatte in precedenza dall arch. Paglino circa la necessità di educare, di sensibilizzare. Non è sufficiente intervenire sugli edifici emblematici, storicamente rilevanti, rivolgendo attenzione esclusivamente all edificio e per nulla al contesto 9

10 ambientale ed antropizzato. Spesso, al di là dell intervento esemplare su un edificio unico, altri edifici vengono trattati con scelta di colori, materiali, tecnologie non corretti. Quindi, è fondamentale non lavorare soltanto nella direzione della conservazione in generale, ma far sì che le linee di indirizzo siano estese al contesto. Senza tale estensione si continuerebbe ad assistere all esecuzione di interventi ed alla scelta di soluzioni scorrette, in grado di provocare scempi. L arch. Zerbinatti riconosce l esistenza di peccati veniali e di peccati mortali. Considera peccato mortale l atteggiamento di molti tecnici comunali, che consentono l esecuzione di interventi in grado di distruggere l identità di intere comunità locali. L arch. Giovanni Simonis si inserisce sottolineando che è vero che le tecnologie dipendono dalla disponibilità dei materiali locali, ma non bisogna dimenticare che le scelte dipendono anche dal valore simbolico di materiali e tecniche, come ampiamente illustrato nel corso dell incontro del 27 marzo u.s. presso la sede del G.A.L. Laghi e Monti di Domodossola. L arch. Zerbinatti richiama l esempio dei manti di copertura in paglia di segale. Essi si riscontrano a Grassona, ad Egro, a Madonna del Sasso. In particolare, a Grassona, sono presenti 3-4 esemplari di edifici, la cui copertura è stata sostituita con lastre di lamiera. Negli interventi di recupero, si può valutare l utilizzo in alternativa della lamiera o delle tegole marsigliesi. L arch. Simonis specifica che la pendenza delle coperture realizzate in paglia è molto più accentuata rispetto a quella degli altri tipi di coperture. Il dott. Ferruccio Sbaffi riferisce che il G.A.L. Laghi e Monti sta lavorando, su un fronte, al Manuale G.A.L. con l architetto Simonis, che avrà caratteri di vincolo. I Manuali redatti in precedenza sono stati sviluppati ed integrati. Ed il G.A.L. ha visto anche la sua collaborazione con i Comuni di Premia e di Crevoladossola. Attualmente, l impegno del G.A.L. è sul territorio al fine di creare sinergie con operatori e soggetti in ottica di dare visibilità. Per quanto concerne il suo impegno in ambito Interreg, invece, esso lavorerà alla creazione ed avviamento di un Agenzia di Valorizzazione al fine di mettere in contatto i fruitori (che prenderanno i rustici in locazione) con i proprietari degli edifici tipici tradizionali che saranno definiti tali sulla base di una serie di criteri che il progetto dovrà definire. L arch. Flavia Grossi riprende la parola portando all attenzione dei presenti anche alcune considerazioni circa il riferimento alla normativa igienico-sanitaria. In questo senso, sarebbe auspicabile riuscire a trovare soluzioni per far sì che si possa intervenire e recuperare evitando la demolizione e la ricostruzione, ma prevedendo, per esempio, la realizzazione di più edifici per assolvere a tutte le funzioni richieste dalle prescrizioni normative igienicosanitarie. Nei centri storici è impensabile la possibilità di accettare ampliamenti. In questo modo, ai cittadini proprietari viene tolto il diritto di effettuare ristrutturazioni. Sarebbe importante verificare che i contenuti della normativa igienico-sanitaria, energetica, tecnica, etc. vadano nella stessa direzione e non diano indicazioni prescrittive in grado di impedire un concreto intervento di recupero sul costruito. L arch. Marco Zerbinatti, a questo proposito, richiama anche i dettami della normativa sulle barriere architettoniche (D.M. 236/1989), che costituiscono un ulteriore vincolo nella predisposizione di un progetto di recupero e del successivo intervento. L arch. Cristina Paglino riferisce che, nel Piano Paesistico dell Alpe Veglia e Devero, risultano individuate possibilità di ampliamento e non viene vietato il recupero dei sottotetti (sono consentiti modesti ampliamenti fino al raggiungimento della superficie minima di 28 metri quadrati). 10

11 L arch. Angela M. Malosso propone la possibilità di definire una deroga ai 28 metri quadrati per alcuni casi particolari di intervento. L arch. Paglino risponde che la soglia dei 28 metri quadrati non ha mai portato al riscontro di problematiche nell ambito delle aree sulle quali vige il Piano Paesistico. L arch. Malosso sottolinea l importanza di decidere tra la salvaguardia della tecnologia storica e la necessità di dare diritti a tutti. Si potrebbe pensare che un edificio, che un tempo non veniva utilizzato come abitazione residenziale, possa mantenere le sue caratteristiche di costruzione non residenziale, ma con funzioni secondarie. Bisogna rendersi conto che esiste una cultura dell abitare, che deve rispondere a determinati requisiti. Porta, poi, l esempio di alcuni interventi di ristrutturazione di rustici nel Novarese dove, chi ha recuperato, ha accettato di vivere in certe condizioni. Si tratta di scegliere o meno una filosofia di vita particolare, che non è detto che tutti possano/vogliano/siano disponibili ad accettare. Il dott. Sbaffi sottolinea che l Agenzia di Valorizzazione che sarà creata per l Interreg si occuperà della pubblicizzazione di edifici utilizzati per fini ricettivi e mai abitativi. L arch. Grossi tiene a sottolineare che il Manuale G.A.L. avrà effetti immediati sui Comuni, dovendo essere acquisito in seno agli strumenti urbanistici. Non ci sarà tempo per ragionare su problematiche di diversa natura (dimensionamenti, volumetrie, etc.). Pertanto, chiede all arch. Simonis ed al suo staff di fare in modo che il Manuale possa definire norme che non vadano nella direzione della possibilità di sottrarre diritti ai proprietari, ma siano attente ed in grado di contemperare le più diverse esigenze, anche in relazione ad altra legislazione/normativa vigente. L arch. Simonis risponde che quelle evidenziate sono considerazioni per nulla irrilevanti. Constata che molti edifici sono stati oggetto di interventi distruttivi interessanti i locali interni per rispondere alle normative. Comunque, sugli edifici di valore è possibile prevedere la definizione di vincoli che consentano deroghe. Per quanto concerne gli altri edifici, porta l esempio, nell ambito dell Alpe Veglia e Devero, di una costruzione con struttura a blockbau, sulla quale il progettista avrebbe potuto risolvere comunque l intervento con alcune soluzioni intelligenti (aperture per aerazione e illuminazione tra le travi orizzontali del tetto, che non influiscono minimamente sulla qualità architettonica dell edificio), nel rispetto della normativa in vigore. Quindi, per essi, pur sottoposti all osservanza di vincoli dettati da norma, è comunque possibile proporre soluzioni di intervento in grado di rispondere alle prescrizioni ed inserirsi armonicamente e correttamente nel contesto storico-ambientale di riferimento. L arch. Zerbinatti sostiene che il problema è quello che mancano professionisti capaci. L arch. Simonis porta l esempio di architetti, quali Ponti, Magistretti ed altri, che hanno sempre operato nel rispetto del contesto con interventi esemplari. Oggi, invece, si assiste al degrado del contesto; così, la gente disimpara perché è costretta a vivere nel brutto. Questo spinge a riflettere molto e a lavorare sul piano formativo nelle attuali facoltà di architettura. L arch. Zerbinatti sostiene che si pone la necessità di lavorare nella direzione di costituire circoli virtuosi. La parola viene, quindi, ceduta al prof. Andrea Bocco, il quale riferisce che il passaggio precedente alla redazione del Manuale di Premia ha previsto la rivitalizzazione delle borgate alpine in Ossola ed in Val Varaita. All Amministrazione comunale di Premia, il prof. Bocco aveva proposto l organizzazione di Consigli di borgata, con invito esteso ai proprietari, con l obiettivo di costituire un tavolo in grado di accogliere le esigenze di tutti. Le decisioni prese dal Consiglio sarebbero ricadute come frutti sulla possibilità di eseguire o meno determinati interventi. 11

12 Oltre confine le condizioni riscontrabili sono altre, essendoci un differente atteggiamento nei confronti del patrimonio (aspetti che non hanno un legame diretto con l architettura, ma che hanno ricadute pesanti sul patrimonio e sugli aspetti culturali). Con il Progetto CAPACities e con la redazione del Manuale per il Comune di Premia, si è cercato di capire come valorizzare gli edifici, consentendo di abitare i luoghi e di svolgere contestualmente la propria attività, preservando la qualità ambientale. Si considera necessario, anche sulla base di quanto toccato negli interventi precedenti, un confronto con le normative sismica, energetica, acustica, etc., che portano certamente a definire determinate scelte tecnologiche e costruttive. Il prof. Bocco si ritiene sostenitore delle energie provenienti da fonti rinnovabili locali da portare nelle borgate. L arch. Simonis afferma che, nella redazione del Manuale G.A.L. in corso di elaborazione, per quanto concerne l utilizzo delle fonti rinnovabili, viene proposta l utilizzazione del geotermico in luogo dell inserimento dei pannelli solari. Il prof. Bocco ritiene che si possa eliminare il metro di sopraelevazione in copertura. Laddove si intendono creare corpi aggiunti, è necessario che essi siano palesemente nuovi. Laddove sia necessario conservare, si proceda ad interventi di mera conservazione. Obiettivo importante sarebbe quello di porre la necessaria attenzione al fine di assicurare la qualità dell architettura, che dipende da una sensibilità poco diffusa. Nei Grigioni, si trovano edifici di qualità straordinaria. Le norme dovrebbero vietare qualunque intervento e porre solo dei vincoli a meno che il progettista/esecutore sia molto in gamba nella progettazione/nell esecuzione (ma è ovvio che sulle norme non è ammissibile una dicitura di questo tipo). È importante capire come conciliare conservazione e valorizzazione del patrimonio fino a garantirne la fruizione. Rispetto a quanto esposto dal prof. Bocco, l arch. Simonis sottolinea che lo studio per il G.A.L. si sta rivolgendo esclusivamente al recupero degli edifici tradizionali. La norma non riguarda la possibilità di realizzare nuovi edifici con l utilizzo di tecnologie contemporanee. Negli interventi di recupero è ammessa l apposizione di vincoli (così come fa la normativa), ma ciò non vincola le capacità del progettista. Ci sono interessanti interventi di realizzazione di volumi contemporanei staccati rispetto al nucleo storico. Un esempio emblematico è quello del Museo svizzero all aperto di Ballenberg, che include circa un centinaio di edifici storici tradizionali. Nell ambito delle attività che porteranno alla redazione del Manuale per il G.A.L., l obiettivo che si persegue consiste nel rispettare l identità locale, proponendo vincoli cogenti. L arch. Grossi interviene dicendo di fare attenzione a quest ultimo punto in quanto, se le norme risultano eccessivamente cogenti, si rischia di trovare gravi impedimenti nell espletamento delle pratiche. E i tecnici comunali non si ritengono formati ed in grado di sostenere indicazioni normative eccessivamente restrittive. L arch. Simonis risponde che saranno ammessi gli interventi purché si rispettino le tecnologie tradizionali. L arch. Paglino riferisce che, con il Piano Paesistico per l Alpe Veglie e Devero, si riescono ad eseguire interventi di ampliamento più adesso che prima dell entrata in vigore del Piano. L arch. Grossi ribadisce che è necessario trovare, poi, un compromesso tra quanto definisce/prescrive la normativa e la tutela dello stato di fatto/conservazione. L arch. Zerbinatti sottolinea la necessità di parlare semplicemente di tutela, ossia di recupero secondo modi congeniali. Ribadisce l importanza di lavorare anche nell ottica di creare azioni di formazione ed Albi, occasioni fondamentali di formazione e confronto per progettisti ed operatori del settore. 12

13 Il dott. Cerutti riferisce che il G.A.L. ha risorse spendibili per attività di formazione rivolte agli operatori turistici. Eventualmente, si può operare una rimodulazione degli utenti finali nell ottica di utilizzare quelle risorse per la formazione rivolta ai professionisti tecnici ed alle maestranze. L arch. Savio, in tema di informazione e formazione rivolta a professionisti ed operatori, chiede di organizzare un primo appuntamento importante in occasione della presentazione del Manuale per il G.A.L. Il dott. Sbaffi interviene dicendo che è necessario lavorare sulla cultura e sulla sensibilità degli utenti al fine di far comprendere l unicità del patrimonio ossolano. È necessario lavorare sulla trasmissione a tutti (ed in particolare agli abitanti) del valore simbolico dei luoghi e del patrimonio. Prende la parola l arch. Luigi Formoso, il quale, premettendo che le due questioni più cogenti riguardano la formazione dei professionisti (che appare distratta ) e la previsione di un sistema di accreditamento degli stessi (che possa auto-alimentarsi), si potrebbe pensare di costituire il sistema di accreditamento sulla base di progetti esemplari eseguiti, che siano in grado di assegnare punti/crediti al progettista e che possano dare accesso ad un Albo, il quale non può comunque prescindere dall obbligatorietà di occasioni di formazione da definire ad hoc. Per quanto concerne, poi, la questione normativa, invece, si può fare in modo che il Piano Territoriale Provinciale (in gestazione da oltre dieci anni) possa dialogare con le linee guida che saranno definite dai progetti in essere. Tali linee guida potranno/dovranno essere recepite e, per i Comuni che intendono variare gli strumenti urbanistici nel centro storico, le norme andranno applicate obbligatoriamente. Così lo strumento avrà una forte valenza. È necessario fare riflessioni in questa direzione. Se gli Amministratori comunali si vedessero sollevati da determinate e gravose incombenze, vigendo un sistema sovraordinato, forse sarebbe possibile provare ad andare nella direzione di vedere riscontri concreti e realizzabili sul territorio. L arch. Savio, a questo proposito, chiede la possibilità di estendere questi ragionamenti anche ad aree al di fuori dei centri storici. Il dott. Guido Baschenis interviene dicendo che queste considerazioni possono non funzionare in tutte le realtà, a seconda delle esigenze manifeste. Il Piano Territoriale Provinciale è il luogo idoneo per dare fattibilità ed applicabilità alle linee guida. Al fine di dare efficacia al Manuale forse sarebbe auspicabile che esso diventi un Allegato al Piano Territoriale Provinciale. I Comuni fanno proprie le indicazioni nel Regolamento Edilizio. Il Piano deve consentire il ritorno alla vita delle borgate grazie al loro recupero ed alla loro rivitalizzazione. Se gli abitanti non vengono coinvolti nel ritornare ad abitare ed a vivere le borgate, non si otterranno i risultati voluti e non si raggiungeranno concretamente gli obiettivi perseguiti. L arch. Formoso riprende la parola sottolineando che un altro problema è quello della difficoltà nella collocazione dei servizi (trasporti, telecomunicazioni, etc.) Il dott. Cerutti risponde che al problema dei trasporti nelle borgate si può ovviare con alcune soluzioni, che non vengono proposte in questa sede. Facendo tesoro di tutti gli interventi finora esposti, come mettere allora in rete tutte le esperienze? Si definisce un asse cronologico che va dall anno zero al Progetto CAPACities. Tra i due è necessario definire un percorso e delle tappe intermedie. Sono poche ad oggi le borgate totalmente abbandonate. Molte sono invece quelle vissute in parte e con alcuni edifici che hanno subìto interventi distruttivi dei loro caratteri originari. È necessario operare nella direzione di una definizione concreta di regole in grado di salvaguardare il territorio e di farlo vivere meglio, conservando l autenticità, che è un valore che deve essere tramandato. 13

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