Processi urbani e dinamiche di comunità II
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- Eduardo Toscano
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1 Anno accademico Dipartimento di Scienze umane e sociali Processi urbani e dinamiche di comunità II Renato Ferlinghetti Università degli Studi di Bergamo Centro Studi Sul Territorio L. Pagani Bergamo, 17 aprile 2019
2 Orario del modulo: Mercoledì aula 10, Pignolo Giovedì aula 8, Pignolo Venerdì aula 4, Pignolo
3 Bibliografia Frequentanti: G. Dematteis, C. Lanza, Le città del mondo. Una geografia urbana, UTET, II ed., Torino F. Burini, Partecipazione e Governance territoriale. Dall'Europa all'italia, F. Angeli, Milano 2013, solo I e II parte), pp Materiali forniti durante il corso e gli itinerari di studio Elaborati individuali. Ulteriori variazioni potranno essere concordate lungo il corso per gli studenti frequentanti
4 Bibliografia Non frequentanti: G. Dematteis, C. Lanza, Le città del mondo. Una geografia urbana, UTET, II ed., Torino F. Burini, Partecipazione e Governance territoriale. Dall'Europa all'italia, F. Angeli, Milano 2013, solo I e II parte), pp F. Bartaletti, Geografia Teoria e prassi, Bollati Boringhieri, Torino, 2012 (solo parte I, e tre capitoli a scelta della parte seconda) pp, 1-81.
5 Processi urbani e dinamiche di Obiettivi formativi comunità ll corso intende favorire la costruzione di una sensibilità intorno ai temi della città, dagli aspetti costitutivi a quelli relativi alle dinamiche del nostro tempo. Il corso intende, inoltre, avvicinare gli studenti alle problematiche di base della geografia e ai suoi principali campi di applicazione, anche per favorire una sensibilità adeguata ai nuovi scenari di appartenenza. Lo studente verrà invitato a comprendere lo sviluppo umano e culturale delle comunità con un'azione indirizzata sia agli individui, sia alle formazioni sociali, onde promuovere luoghi e pratiche di integrazione sociale, di educazione alla salute e di convivenza civile.
6 Processi urbani e dinamiche di comunità Il nostro percorso: Il processo di territorializzazione La geografia della geografia La Geografia urbana e la sua attualità Tanti modi di essere città La città di Bergamo, il nostro luogo di formazione L urbanizzazione del mondo Popolazioni urbane Partecipazione e governance urbana e territoriale La rappresentazione cartografica Globalizzazione tra tensioni e opportunità Elaborati individuali Itinerari di studio
7 Gli itinerari di studio, occasione d incontro con i luoghi e le istituzioni, momento qualificante del corso
8 La Geografia una disciplina smarrita? A partire dagli anni Ottanta del secolo la Geografia iniziò un lento declino dal punto di vista della presenza nei piani di studio, soprattutto in quelli della scuola secondaria superiore, attribuendo generalmente tale crisi ad uno scollamento fra l università, dove la disciplina aveva vissuto un rinnovamento epistemologico, e la scuola, rimasta invece legata a a forme ormai invecchiate di insegnamento di questa disciplina (Cajani, 2003). Pregiudizi nelle commissioni ministeriali rispetto alla disciplina. Spesso i funzionari partecipanti ai lavori delle commissioni di studio erano totalmente ignari del corpo scientifico che sta alla base della geografia. (Zanetto, 1998). Da tale situazione la comparso di titoli che annunciavano: La geografia è morta. Addio geografia
9 La Geografia una disciplina smarrita? - Lo stato di crisi è ricondotto a vari fattori: - Limitata preparazione dei docenti - Limitato spazio dedicato alla disciplina - Editoria scolastica costituita spesso da libri di testo enciclopedici, di difficile studio e quasi sempre carenti nel fornire strumenti idonei all interpretazione corretta dei fatti territoriali. - Limitata attenzione in ambito accademici ai temi della didattica della geografia - Marginale peso delle associazioni geografiche accademiche nelle riforme scolastiche - G. Rocca, Il sapere geografico tra ricerca e didattica, 2011
10 Quali le finalità delle discipline geografiche? La Geografia scienza del territorio Geografia: scienza che indaga e rappresenta le manifestazioni prodotte sulla superficie terrestre dalla presenza umana e dalla sua interazione con la natura
11 Il territorio l esito dell interazione tra società e natura Diciamo spazio un estensione della superficie terreste dotata di meri attributi fisici e chiamiamo territorio uno spazio sopra cui si è esercitato un qualche lavoro umano; il processo attraverso il quale questo artefatto si costruisce ed evolve è la territorializzazione. (A. Turco, 1988)
12 Dallo spazio al territorio, dalla Terra al Mondo
13 Teoria della territorializzazione - Il processo di territorializzazione si articola in tre fasi: 1) Controllo intellettuale; manifestazione che riguarda la sfera intellettuale Denominazione 2) Controllo materiale; manifestazione che riguarda la sfera materiale Reificazione 3) Controllo strutturale; manifestazione che riguarda la sfera dell organizzazione sociale Strutturazione
14 1) La denominazione una forma di controllo intellettuale Ogni fiducia nel mondo comincia con i nomi ( ): dando alle cose il nome appropriato si eliminerà l inimicizia tra di esse e l uomo, trasformandola in un rapporto di pura utilità. Lo spavento che ha ritrovato la parola è già superato H. Blumenberg, 1991 A. Turco, Configurazioni della teritorialità, 2010 La denominazione riguarda un tratto della superficie terreste che, per questa via, si fa luogo. Il nome è lo strumento che irrompe nello spazio e dilagando sulla superficie terrestre consente, in modo preciso, di istituire un ordine e di comunicarlo. Designando tratti della superficie terreste, l attore crea identità, ossia complessifica il mondo dotandolo di attributi nuovi: i nomi «prima» non esistevano né, soprattutto, esistevano i fenomeni nella forma in cui essi li rappresentano. L Homo geographicus si trova costantemente confrontato ad una superficie terrestre fenomenologicamente sovraccarica ma semanticamente povera o, in certi casi, addirittura vuota. Ciò vuol dire che vi è un divario tra realtà e rappresentazione e in tale divario risiede un limite dell agire sociale.
15 La superficie terrestre, un manto di nomi
16 Denominazione: dire la Terra è fare la Terra Grazie ai nomi l uomo giunge ad una appropriazione intellettuale della realtà! Il nome del luogo, o designatore, rappresenta il principale strumento attraverso il quale un gruppo sociale conosce il suo territorio. L uomo osservando e cogliendo le caratteristiche principali dello spazio e della natura che lo circondano, interpreta e identifica i luoghi per lui più significatici attraverso i nome. Così il fiume, la montagna, la valle, il lago, una volta individuati e denominati rendono possibile - l orientamento - la comunicazione Nello stesso tempo attribuendo i nome ai luoghi, l uomo imprime sulla superficie terrestre le tracce del suo passaggio: della sua cultura, della sua storia, delle sue competenze e dei suoi valori.
17 Denominazione: dire la Terra è fare la Terra Il processo attraverso il quale l uomo attribuisce il nome a un tratto della superficie terrestre è la denominazione. L esito di ogni processo di denominazione sono i disegnatori. La prima caratteristica dei designatori è quella di distinguersi in accidentali e rigidi I designatori accidentali sono quelli che colgono e racchiudono caratteristiche e proprietà comuni a una classe di luoghi: monte, fiume, città, porto, lago. I designatori accidentali sono quindi nomi comuni di luogo Quando il designatore si riferisce a un luogo specifico e non a una classe di luoghi, il designatore diviene rigido: Monte Rosa, Monte Bianco, Costa Smeralda, Via Pignolo, ecc. Un designatore rigido corrisponde a un nome proprio di luogo! I designatori si possono, infine, dividere in referenziali, simbolici e performativi.
18 Denominazione: dire la terra è fare la terra Designatori referenziali: hanno lo scopo semplice eppure fondamentale di istituire riferimenti sulla superfice terrestre e possono essere considerati, per lo più, come abbreviazioni di descrizioni. (Monterosso) Designatori performativi racchiudono a loro volta concetti la cui forza risiede in un contenuto di verità empiricamente accertata o razionalmente giustificata saperi territoriali Politico /giuridico/ funzionale/ agronomico (Comunalia-Campagna, Bandita, Fonte della Febbra, Groane/Brughiera) Designatori simbolici: cristallizzano al suolo valori di tipo religioso, morale, estetico socialmente prodotti e diffusamente condivisi; essi sono concettualmente assai densi e si fondano su credenze che alimentano il serbatoio metafisico della comunità, con implicazioni ideologiche vigorose e assai finemente ramificate (Portone del Diavolo, Malamorte, Bosco delle fate, Montebello, Capo di Buona Speranza, Oceano Pacifico, Alessandria, ecc. ) Il lavoro intellettuale condensato nei designatori viene esercitato sulla natura non solo per carpirne i segreti funzionali all orientamento, alla mobilità o alla produzione di risorse, ma altresì per conferire ad essa delle proprietà simboliche precise. Dire infatti controllo simbolico significa imprimere il proprio calco linguistico allo spazio: a quel che è dato, e si scruta, si misura, si
19 Denominazione: dire la Terra è fare la Terra Referenzialità può essere originaria (Costa Azzura, Capo Verde, Cresta Rossa, Monte Rosa ec.) o riflessa (Lombardia, Carso triestino): la prima, fa leva su disegnatori che colgono proprietà spaziali; la seconda insegue la traccia dell uomo, la cattura, sino a conferirle, a volte, una preminenza informativa. Designatori originari La denominazione originaria si colloca nel dominio della natura e sebbene possa riguardare ogni suo componente, di fatto assume quelli più semplici e stabili, legati al tema generale della drammatizzazione del profilo visivo e quindi alla rottura della continuità strutturale del paesaggio Colori associati a proprietà spaziali, qualificazioni attinenti la posizione, la dimensione, la flora, la fauna, ecc. Designatori riflessi Inseguono la traccia dell uomo Il territorio come archivio culturale La denominazione stratifica nel territorio la storia sociale economica e culturale di un gruppo sociale
20 Cosa rompe la continuità del dolce paesaggio dell anfiteatro morenico della Franciacorta? La denominazione si appoggia spesso al tema generale della drammatizzazione del profilo visivo e quindi alla rottura della continuità strutturale del paesaggio
21 A caccia di designatori referenziali originali e riflessi Bosco, brughiera, campo, prato, chioso: contesti
22 Teoria della territorializzazione - Il processo di territorializzazione si articola in tre fasi: 1) Controllo intellettuale; manifestazione che riguarda la sfera intellettuale Denominazione 2) Controllo materiale; manifestazione che riguarda la sfera materiale Reificazione 3) Controllo strutturale; manifestazione che riguarda la sfera dell organizzazione sociale Strutturazione
23 2) Controllo materiale; manifestazione che riguarda la sfera materiale Reificazione Consiste nell abitare la Terra e nello sfruttarne le risorse, dando così vita a processi in cui l uomo plasma la Terra non più solo con la forza del suo pensiero, ma anche con l abilità della sua mano (Homo faber). Chiamiamo per l appunto reificazione il processo che istituisce e/o conserva il controllo pratico, il quale contempla un duplice ordine di manipolazioni: le une, assicurano la trasformazione di una materialità naturale in qualche materiale costruita; le altre si rivolgono non già allo spazio ma al territorio: sicché ricavano da una materialità costruita una nuova materialità, anch essa costruita. L uomo in situazione sociale, traccia sentieri, incendia la savana, abbatte alberi e ne protegge, perfora, ammucchia, spiana, rialza; e ancora, costruisce strade e città, e ponti, argina fiumi, scava canali, terrazza i versanti delle montagne; insomma interviene massicciamente e nei modi più disparati a modificare le fattezze della superficie terrestre. Pure, a dispetto dell evidenza, stenta a penetrare nella coscienza collettiva l idea che anche in questi casi ci si trova di fronte ad una produzione di oggetti, non diversi nella loro natura da una tunica, da un carro, da una spada, da un galeone, anche se straordinariamente più arditi nella concezione e più onerosi nella costruzione come nella conservazione. ( ) La reificazione al pari della denominazione, è certamente un atto trasformativo, in sé conchiuso pensiamo alla costruzione di una diga, ad esempio. Al tempo stesso, occorre non dimenticare il suo carattere di «momento» di una serie, di anello di una catena, e, in breve, di componente di un processo che lo trascende e che, in ogni caso, rimane aperto ad una molteplicità di percorsi evolutivi
24 I designatori come traccia della storia della reificazione di un luogo Bosco, brughiera, campo, prato, chioso
25 La reificazione un processo continuo e infinito. L isola bergamasca, tra Adda e Brembo (1954), insediamenti nucleari distribuiti in aree aperte, campagna, dominante L assetto medievale L assetto moderno L assetto romano
26 L Isola bergamasca, tra Adda e Brembo, i segni della reificazione romana il reticolo delle due centuriazioni del I sec. a.c e del I sec. d.c.
27 Gli esiti della reificazione territoriali contemporanea nell Isola bergamasca, tra Adda e Brembo. Dai centri nucleari alla città estesa Quale le differenze nel rapporto tra spazio edificato e spazio aperto? Nella localizzazione dell urbanizzato?
28 Dalla città estesa alla città infinita. Come definiamo gli esiti della reificazione territoriali contemporanea? La megalopoli, il nostro ambiente di vita, un contesto da capire e governare
29 Dalla città estesa alla megalopoli, il corpo urbano di maggior complessità territoriale Le anime della megalopoli padana: 1 le fasce a maggiore urbanizzazione, 2 Il cuore verde, 3 Gli ambiti a grande naturalità, 4-7 Le polarità urbane. Da E. Turri, La megalopoli padana, Marsilio, Venezia 2000, pp
30 Nuove reificazioni intorno a noi
31 Nuove Geografie, nuove relazioni, nuovi volti ai nostri luoghi. Dal locale al globale e ritorno, il senso del nostro corso
32 Teoria della territorializzazione - Il processo di territorializzazione si articola in tre fasi: 1) Controllo intellettuale; manifestazione che riguarda la sfera intellettuale Denominazione 2) Controllo materiale; manifestazione che riguarda la sfera materiale Reificazione 3) Controllo strutturale; manifestazione che riguarda la sfera dell organizzazione sociale Strutturazione
33 3) Controllo strutturale; manifestazione che riguarda la sfera dell organizzazione sociale Strutturazione Il controllo si esercita attraverso la suddivisione del territorio in porzioni, ognuna delle quali possiede un proprio profilo funzionale, nel senso che è caratterizzata da determinate forme di uso della superficie terrestre e delle sue risorse, e nello stesso tempo è soggetta a un determinato regime normativo e all autorità di determinati soggetti decisionali. Funzioni, confini, diritto e apparato decisionale costituiscono quindi un complesso di fattori e condizioni attraverso il quale la superficie terrestre è coinvolta in strategie, da quelle puntuali previste dai piani urbanistici nelle singole parti di una città a quelle di ampio respiro, delineate dalla politica infrastrutturale di un determinato paese.
34 La strutturazione: la compartimentazione del mondo. Il viola non è solo viola! Un altro spazio ancora, molto più grosso, e vagamente esagonale, è stato circondato da una grossa linea punteggiata ed è stato deciso che tutto quello che si fosse trovato all interno della linea punteggiata sarebbe stato colorato di viola e sarebbe chiamato Francia, mentre tutto quello che si fosse trovato all esterno della linea punteggiata sarebbe stato colorato in modo diverso e sarebbe chiamato diversamente G. Perec, Espèces d espace, Galilèe, Paris Specie di spazi, Bollati Boringhieri, Torino 2008
35 La strutturazione: la compartimentazione del mondo Il mondo è suddiviso dagli uomini in unità più piccole è compartimentato. La compartimentazione serve all espletamento di una fondamentale funzione sociale: la politica. Il colore simboleggia un corpo di regole in base alle quali si esercita la funzione politica. La Grossa linea punteggiata indica le frontiere dello stato e stabilisce con la massima precisione che le regole, diciamo le regole viola nel brano di Perec, valgono in quell ambito, mentre fuori ne valgono altre: diciamo rosa, o rosse, ma anche nere o verdi. Ogni struttura si costituisce a partire da un esigenza sociale. La sua vita, poi, il suo sviluppo spaziale dipenderanno dalla natura di quella esigenza, dalla forza con cui la collettività la vuole, dalle regole che ne consentono la realizzazione pratica su territorio.
36 Dalla teoria alla pratica, la prima esercitazione geografica. Leggere il territorio, capire i luoghi. Dal luogo di formazione alla formazione del luogo
37 Le fonti e gli strumenti per la lettura territoriale Manufatti: Prodotti dalle attività umane che forniscono informazioni sulle società del passato Le fonti scritti; Le fonti figurate; I manufatti territoriali Ecofatti Elementi del contesto naturale odierno che forniscono informazioni sugli ambienti del passato Fenomeni naturali; Forme relitte; Depositi paleoambientali.
38 Le fonti e gli strumenti per la ricerca Le fonti scritti Possono essere classificate in funzione del genere, anche se tale sistematizzazione non deve essere considerata in modo troppo rigido - fonti letterarie; - fonti geografiche e corografiche; - fonti statistiche e amministrative; - Estimi e catasti.
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40 Le fonti: il catasto storico. Nella home pag. del sito del Comune di Bergamo sceglia nel link SERVIZI ONLINE la voce SIGI
41 Il SIGI: il sistema informativo geografico integrato, una opportunità per il cittadino, scegli il link atlante geografico
42 Nelle Mappe e documenti di interesse storico / culturale scegliere Catasto storico
43 Nella carta del catasto ricerca e clicca la parcella su cui oggi sorge il Palazzo Baroni
44 Cliccando la parcella relativa al Palazzo Baroni, si evidenziano le informazioni relative alla parcella
45 Riporta in una tabella le seguenti indicazioni: n di parcella, destinazione d uso, toponimo, n di gelsi, proprietà Parcell a Dest. uso Gelsi Toponi mo Proprie tà
46 Continua analizzando le singole parcelle adiacenti registrando per ognuna il numero, la destinazione d uso, il n di gelsi, il toponimo e il proprietario
47 Parcella Dest. uso Gelsi Toponi mo Propriet à
48 Esegui la stessa indagine per l area intorno a Palazzo Baroni, all incirca da Porta S. Agostino a Borgo S. Tomaso
49 Parcella Dest. uso Gelsi Toponi mo Propriet à
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51 Parcella Dest. uso Gelsi Toponi mo Propriet à
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53 Parcella Dest. uso Gelsi Toponi mo Propriet à
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55 Parcella Dest. uso Gelsi Toponi mo Propriet à
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57 Parcella Dest. uso Gelsi Toponi mo Propriet à
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64 Attività sperimentale n. 1 Dal luogo di formazione alla formazione del luogo Stendi una breve relazione così strutturata: Copertina Premessa Stralcio della carta del Catasto Lombardo-veneto del 1853 con l indicazione della numerazione delle parcelle. Tabella con le indicazione della numerazione, della destinazione d uso, dei gelsi, del toponimo e della proprietà delle parcelle dell area del Palazzo Baroni secondo il Catasto Lombardo Veneto del Stralcio della carta del Catasto Lombardo-veneto del 1853 con l indicazione della destinazione d uso delle parcelle dell area di Palazzo Baroni.
65 Stampa uno stralcio del catasto relativo all area di Palazzo Baroni ed indica il numero dei singoli mappali XXXX? JJJJ? ZZZZ?
66 redisponi una tabella con le indicazioni del numero di mappale, la estinazione d uso, il n. di gelsi, il toponimo e la proprietà delle arcelle riportate nello stralcio del catasto relativo all area di alazzo Baroni. Parc ella Dest. uso Gels i Top oni mo Prop rietà
67 Stampa uno stralcio del catasto relativo all area di Palazzo Baroni e colora le diverse destinazioni d uso degli spazi aperti (arativo rosso, prato verde, giardino arancio, vigneto blu, orti e ortaglie giallo, incolti, zerbi, pascoli marrone) XXXX? JJJJ? ZZZZ?
68 Indicazione schematica dell area di Palazzo Baroni da prendere in esame per l analisi cartografica
69 La copertina, il nostro biglietto da visita Come articolarla? Autore (nome e cognome) Titolo Immagine evocativa Contesto di produzione dell elaborato
70 La premessa, l annuncio di un viaggio culturale Nella premessa indica almeno tre motivi che ci hanno spinto a svolgere questa esperienza
71 Le carte e la tabella il cuore dell elaborato Nell elaborazione delle carte e della tabella ricordati di inserire la didascalia e la legenda. Per la carta della destinazione d uso delle parcelle abbiamo concordato di colorare in nero gli edifici, in verde i prati, in arancio i giardini, in giallo orti e ortaglie, in rosso coltivi da vanga ed arativi, in marrone gli incolti, i pascoli e gli zerbi.
72 Le nome redazionali, un invito alla cortesia verso il lettore Inserisci il testo a bandiera Numera le pagine portare le prime bozze del lavoro giovedì 2 maggio, che andrà consegnato entro giovedì 9 maggio
73 La territorializzazione dell area di Palazzo Baroni, la storia di un processo urbanistico La denominazione: Nell Ottocento Contrada Nuova, Via Nuova, qual era la Vecchia Contrada? Quale episodio ha determinato la variazione toponomastica? Quali toponimi prima.. c è stato un prima, prima del prima?
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