GAZZETTINO venerdì 30 maggio Indice articoli

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1 GAZZETTINO venerdì 30 maggio 2014 (Gli articoli di questa rassegna, dedicata esclusivamente ad argomenti di carattere economico e sindacale, sono scaricati dal sito internet del quotidiano. La Cgil Fvg declina ogni responsabilità per i loro contenuti) Indice articoli REGIONE (pag. 2) Sempre meno infortuni, ma aumentano le vittime A Renzi cinquantamila cartoline dei pensionati Patto con i sindacati: sì alle imprese regionali Avanzano 313 milioni di euro, ma non tutti sono spendibili Archiviato Tondo: «Mio padre è morto senza saperlo» UDINE (pag. 5) Salari e contributi, seicento Sos PORDENONE (pag. 6) Ideal, ultimatum licenziamenti Patto Electrolux, da giugno via a incentivi e taglio pause

2 REGIONE Sempre meno infortuni, ma aumentano le vittime Riccardo De Toma UDINE - La buona notizia è che gli infortuni continuano a calare. Quella cattiva, cattivissima, riguarda i casi mortali: già 7 quelli verificatisi in regione nei primi quattro mesi del 2014, un dato allarmante e che contraddice purtroppo la tendenza virtuosa avviata da diversi anni sul fronte della sicurezza. Calo. L Inail, da quest anno, ha avviato un monitoraggio mensile dei dati, aggiornato on line sul sito dell istituto con cifre regione per regione. Unica ombra in mezzo a tanta trasparenza, l assenza di dati sulla chiusura del Se da un lato non è dato sapere quindi se la tendenza alla diminuzione dei casi è proseguita anche lo scorso anno, è già noto invece che al 30 aprile del 2014 i casi denunciati in regione erano il 9% in meno rispetto ai primi quattro mesi del 2013: i casi di quest anno, contro i del In attesa di sapere se un analogo segno meno risultava anche dal confronto tra il 2013 e il 2012, basti ricordare che nei precedenti quattro anni la flessione era stata complessivamente del 30%, essendo sceso il Fvg dai quasi 26mila infortuni del 2008 ai del Crisi. Effetto della crisi, si dirà, osservando giustamente che la diminuzione dei casi denunciati può essere frutto delle minori ore di lavoro. Vero, ma i dati Inail, sempre nel periodo , indicano una riduzione della forza lavoro pari al 10%, molto inferiore quindi alla flessione degli infortuni, che sono dimuinuiti quindi anche per fattori virtuosi, con un andamento che sembra coinvolgere tutti i settori e una riduzione sia tra i lavortatrori italiani che quelli stranieri, come emerge dai dati in tabella. Morti bianche. Tra i risultati nella lotta per la sicurezza, purtroppo, non c è però quello di un efficace contrasto alle morti bianche. Dopo un picco di 26 casi nel 2006, l unica riduzione significativa si è verificata nel 2009, anno chiuso con 20 infortuni mortali, seguiti da 18 nel 2010 e nel 2011 e 19 nel Ancora ignoto, come detto, il dato ufficiale Inail relativo al 2013, ma la regolarità è inquietante, e i primi mesi di quest anno, come detto, vedono una recrudescenza, con 7 vittime tra gennaio e aprile. Segno che per quanti progressi faccia la sicurezza sul lavoro, quella contro le morti bianche resta la battaglia più difficile da vincere. A Renzi cinquantamila cartoline dei pensionati TRIESTE - Cinquantamila cartoline dal Friuli Venezia Giulia, con destinazione Palazzo Chigi. È il traguardo che si sono posti i sindacati pensionati di Cgil, Cisl e Uil con la petizione #Non stiamo sereni, avviata in tutta italia per chiedere l estensione ai pensionati del bonus fiscale di 80 euro già riconosciuto ai lavoratori dipendenti e la piena rivalutazione delle pensioni. «Ma la mobilitazione spiegano i segretari regionali Ezio Medeot (Spi-Cgil), Gianfranco Valenta (Fnp-Cisl) e Magda Gruarin (Uilp-Uil) punta anche ad altri obiettivi, che chiamano direttamente in causa il ruolo della nostra Amministrazione regionale. Su tutti la difesa del welfare». Patto con i sindacati: sì alle imprese regionali UDINE - (AL) A parità di qualità nelle prestazioni e di costi, l'impegno è a favorire l'utilizzo di imprese locali. È uno dei punti qualificanti l'accordo siglato ieri tra i sindacati Cgil, Cisl e Uil e l'imprenditore Adriano Bernardis che con la società immobiliare Limbara realizzerà il progetto Sacca dei Moreri a Grado. «In ballo - ricordano i sindacati - ci sono 700 posti di lavoro fissi oltre alle ditte costruttrici». Nell'accordo si prevede che Limbara si farà «parte garante nei confronti delle eventuali ditte subappaltatrici, nel caso siano inadempienti, per le competenze dovute alle maestranze di queste ultime». Terminata la fase costruttiva, saranno avviati, con il contributo economico di Bernardis, corsi di formazione per il personale necessario alle strutture ricettive e commerciali previste nel progetto. Per l'apertura dei cantieri manca il via libera della Soprintendenza atteso per martedì.

3 Avanzano 313 milioni di euro, ma non tutti sono spendibili Antonella Lanfrit UDINE - Per l'assestamento di bilancio di luglio la Regione avrà a disposizione 313 milioni. Per ora è nota la cifra alla fine della colonna. Tutto da svelare, invece, il riparto (eccetto che per 71 milioni destinati agli enti locali) anche perché sull'intero importo grava un interrogativo: quanto si potrà spendere di quel gruzzolo? Ancora non si sa. Dipenderà dagli spazi finanziari che il Friuli Venezia Giulia riuscirà a ottenere da Roma con il negoziato sul patto di stabilità aperto da qualche settimana. A tracciare il quadro è stato ieri l'assessore regionale alle Finanze, Francesco Peroni, preannunciando così per oggi l'approvazione in Giunta del rendiconto generale del La cifra di 313 milioni è quella che si rende disponibile rispetto al saldo finanziario complessivo sul 2013 che è di 848 milioni. «Il quadro contabile corrisponde alle stime già elaborate nei mesi scorsi - afferma l'assessore Peroni - e il traguardo ci conferma il ruolo di Regione virtuosa riconosciutoci da ultimo, tra altri, dall'agenzia di rating Ficht. Anche l'importo destinabile alla manovra di assestamento - prosegue - conferma la salute dei nostri conti, per quanto è dipeso e dipende dal lavoro e dall'impegno della Regione». La quale, puntualizza, se non subisse gli effetti del patto di stabilità «avrebbe una capacità di spesa di 8 miliardi e siamo una Regione che, a differenza di altre, non ha debito». Resta, conferma l'assessore, «l'incognita di quanto potremo effettivamente spendere di queste risorse». Certo è invece lo spirito con cui si continuerà la trattativa per gli spazi di spesa: «Punteremo alto», dice infatti deciso Peroni, ricordando che l'avvio delle trattative «non è stato in clima ostile». Prossimo round la settimana ventura. Non tutte le spese sono però bloccate dal Patto. Non lo sono, per esempio, quelle per investimenti per capitalizzazione. Per esempio, esplica Peroni, «i 20 milioni di aumento di capitale previsti per Mediocredito». Escluse dal patto anche risorse per i fondi di rotazione. «Sono poste quindi che contribuiscono ad abbassare il target e noi spingeremo con Roma per avere spazi in quantità congrua alla nostra manovra», aggiunge Peroni. Nello specifico, il saldo finanziario di 848 milioni è dato da maggiori entrate o economie di spesa su poste soggette a vincolo tecnico o normativo. Quanto alla destinazione di questo saldo positivo (oltre ai 331 milioni per l'assestamento), 191 milioni serviranno a riequilibrare gli effetti di manovre nazionali e, come gli anni precedenti, saranno garantiti 344 milioni per le reiscrizioni di fondi statali e di fondi vincolati, nonché per la ricostituzione di fondi di riserva ed accantonamenti. In riferimento alla mobilità sanitaria regionale, è stato poi evidenziato ieri, la Regione presenta un saldo attivo di 97 milioni 577mila euro: 65 milioni per i ricoveri, 21,5 per la specialistica, 9,4 milioni per la somministrazione di farmaci, cifre inferiori per interventi dell'elisoccorso e per cure termali. «Risorse importanti, che dimostrano l'alta capacità di attrarre pazienti», ha commentato la presidente Debora Serracchiani. Antonella Lanfrit

4 Archiviato Tondo: «Mio padre è morto senza saperlo» Elisabetta Batic TRIESTE - Nessun peculato per l ex presidente della Regione Renzo Tondo, per l ex capogruppo dei Cittadini Stefano Alunni Barbarossa e per l ex consigliere del Pdl Roberto Marin. Difeso dagli avvocati Luca Ponti e Luciano Cardella, la vicenda giudiziaria di Tondo si chiude completamente con l archiviazione, dopo la notte trascorsa in albergo ad Assisi, anche del pernottamento di due notti a Venezia (assieme a lui in entrambe le occasioni c era la compagna) per un totale di circa 500 euro. Happy End anche per Roberto Marin, difeso dall avvocato Caterina Belletti, al quale è stato riconosciuto come legittimo anche il soggiorno in un albergo a Milano in occasione della Bit nel Marin si era trovato a rispondere anche di un rimborso della società Dream cui non risultava in alcun modo legato. I loro nomi escono dunque di scena ma restano 22 gli indagati per i quali il Pubblico ministero Federico Frezza ha depositato la richiesta di rinvio a giudizio nella cancelleria del Gip del Tribunale di Trieste. Rimangono gli ex capigruppo del Pdl Daniele Galasso, del Pd Gianfranco Moretton e della Lega Nord Danilo Narduzzi, gli ex Pdl Maurizio Bucci, Massimo Blasoni, Piero Camber, Piero Tononi, Antonio Pedicini, Gaetano Valenti ed Elio De Anna, attualmente Forza Italia. Assieme a loro gli ex Pd Sandro Della Mea, Alessandro Tesini e il rieletto Daniele Gerolin. Tra le file della Lega Nord, il Pm ha chiesto il processo per gli ex Enore Picco, Federico Razzini, Ugo De Mattia e per l attuale consigliera Mara Piccin. Nel Misto, per l ex capogruppo Roberto Asquini e per Edouard Ballaman. Ai 19 dell elenco si aggiungono 3 new entry: si tratterebbe di Everest Bertoli (collaboratore di Camber, aveva accompagnato 17 persone ad una convention a Bruxelles), l elicotterista Paolo Iuri (l allora compagno di Mara Piccin si è visto affidare una consulenza da 5mila euro in tema di trasporti) e il titolare di un agenzia di viaggi di fuori regione dove Ballaman si fece rimborsare il biglietto aereo in classe business (pagato dalla Regione per andare a Hong Kong e Dubai) con due in classe turistica. «Prendo atto con soddisfazione e serenità dell'esito della mia inchiesta - ha commentato ieri Tondo - però mi rimane il rammarico che mio padre Benvenuto non abbia potuto prenderne atto perché se n è andato prima». Tondo ha parlato dopo che si era appresa la notizia che ogni ipotesi d accusa nei suoi confronti era del tutto decaduta nell ambito dell inchiesta penale sviluppata dalla Procura di Trieste. «A mio padre, uomo onesto e che sapeva della mia innocenza, questa vicenda ha dato più fastidio della sconfitta elettorale», ha concluso amaramente Tondo riferendosi al genitore scomparso nei mesi scorsi in India, dove viveva da molti anni per una buona parte dell anno.

5 UDINE Salari e contributi, seicento Sos Camilla De Mori Aumenta il numero di controlli che vanno a segno, grazie al lavoro degli ispettori del lavoro che scovano illeciti e fanno emergere il sommerso che si annida nelle aziende friulane (312 i lavoratori in nero scoperti nel 2013). Ma aumentano anche, di pari passo, le richieste di intervento alla Direzione provinciale, come spiega il responsabile dell Ufficio relazioni con il pubblico nonché vicedirigente, Giuseppe Di Florio. SEGNALAZIONI. L afflusso di persone che bussano alla porta della Dtl per denunciare qualche irregolarità o chiedere aiuto per salari, contributi o inquadramento è talmente consistente che l ente ha deciso di «raddoppiare gli sportelli presenti», anche perché «nel 2013, anno di coda della crisi economica, ci siamo concentrati sull ascolto di lavoratori e aziende. Per questo, se prima c era un solo ispettore che riceveva il pubblico e le segnalazioni, adesso sono diventati due per gestire l afflusso di folla». I dati? «Adesso, a regime, riceviamo circa 600 richieste d intervento all anno - spiega Di Florio -: a presentarle sono lavoratori o sindacati, in genere. Un dato in aumento rispetto al passato: fino al 2009 il totale annuale era di 450 segnalazioni. All insolvenza contributiva la crisi ha portato ad affiancare l insolvenza salariale. Ovvero, se prima alcuni non pagavano i contributi, adesso non pagano gli stipendi. C è da aggiungere che le generazioni giovani sono più sensibili all uso di internet e delle nuove tecnologie e quindi sono più informati e denunciano di più». CONCILIAZIONI. Non sempre un "Sos" si traduce in un "blitz" in azienda. Spesso la strada imboccata è quella della conciliazione monocratica davanti all ispettore del lavoro, introdotta con il decreto legislativo 124/2004. «Di fronte a queste richieste, che ci dicano "non mi ha pagato queste mensilità" o "non mi ha pagato il tfr" o altri casi ancora, prima di fare l ispezione convochiamo le parti e cerchiamo la conciliazione: un istituto che sta avendo molta diffusione. Se la ditta ha problemi di liquidità, per esempio, si propone la rateizzazione del debito, una possibilità che il lavoratore di solito accetta, anche perché il verbale conciliativo vale come un atto esecutivo. Se si concilia, non si dà luogo a interventi e sanzioni». Che questo strumento stia prendendo piede lo dicono i dati snocciolati da Di Florio: «Nel 2013 le conciliazioni monocratiche sono state 141. Ad oggi, in questi primi mesi del 2014 sono già 83, con la previsione che a dicembre si superi il dato della scorsa annata». Fra i casi spesso trattati con questo tipo di procedura, un esempio emblematico è quello delle assistenti familiari: «Per le badanti c è una difficoltà, perché sono l unico caso di lavoro domestico in cui il datore di lavoro non è un imprenditore. Il più delle volte i problemi delle badanti riguardano i contributi e cerchiamo di risolverli con la conciliazione e non andando per casa, visto che il domicilio è protetto dalla Costituzione e vi si può accedere solo su mandato dell autorità giudiziaria». FUTURO. «L attività - preannuncia Di Florio - seguirà quella del 2013, per cui ci occuperemo del lavoro stagionale delle spiagge e del lavoro in agricoltura ai tempi dei raccolti. I centri massaggi continueremo a tenerli sotto controllo, ampliando il raggio d azione alla provincia». Servirebbe una decina di ispettori in più. «Previsto un potenziamento nel Nordest» (cdm) Crisi e controlli sempre più mirati. È questo "combinato disposto" a spiegare il boom del tasso di irregolarità evidenziato dagli ispettori l anno scorso. Secondo il rapporto della Direzione provinciale presentato al Comitato per il lavoro e l emersione del sommerso, nel 2013 poco meno di metà dei controlli (687 su 1.454, il 47,24%, contro il 28% del 2011 e il 33,99% del 2012) è andato a segno. Una percentuale che si innalza ancor di più se si guarda il dato di Inps, Inail ed Enasarco: il 78,48% delle ditte visitate nel 2013 si è rivelato non regolare. Un aumento che Giuseppe Di Florio, responsabile dell Urp, per il suo ente motiva così: «Abbiamo sofisticato il tipo di controlli, che sono sempre più mirati». Come nel caso degli Istituti (Inps in prima linea), anche alla Dpl farebbe comodo qualche ispettore in più per gestire la mole di interventi necessari per presidiare un area così vasta. «Abbiamo 23 ispettori per tutta la provincia - riferisce Di Florio -. Se sono sufficienti? Adesso il ministero sta

6 predisponendo nuove piante ed è previsto un potenziamento per gli uffici del Nordest». Quanti ispettori in più servirebbero, potendo? «Almeno una decina», calcola il funzionario. In provincia di Napoli ha fatto discutere tempo fa il caso del suicidio di un imprenditore, nei cui confronti - come riportano le cronache - era stato elevato un verbale di contestazione per irregolarità riscontrate nella sua attività. Ora «il ministero sta facendo un forte ragionamento sulla qualità già elevata degli ispettori nel porsi nei confronti dell utenza in maniera più dialogante e meno coercitiva, pur nel rispetto della legge». PORDENONE Ideal, ultimatum licenziamenti Davide Lisetto La vertenza dell Ideal Standard sembra ormai destinata a trasformarsi in un dramma infinito per i quasi 450 lavoratori dello stabilimento di Orcenico. Ogni secondo giorno scoppia una "grana" che rimette in discussione gli accordi che società, sindacato e istituzioni firmano. Nella giornata di ieri si è combattuta una sorta di "guerra a distanza" tra azienda e sindacati. Mentre i lavoratori erano riuniti in assemblea per ribadire una richiesta di incontro (come per altro stabilito nell intesa raggiunta al ministero dello Sviluppo la settimana scorsa) con l azienda al fine di stabilire le modalità con le quali garantire le retribuzioni (in mancanza di volumi produttivi) di maggio, giugno e metà luglio la società lanciava un ultimatum dal sapore piuttosto definitivo. O entro il 10 giugno sarà firmata la procedura di mobilità "concordata" per i lavoratori, oppure la direzione non esclude la possibilità di procedere unilateralmente con i licenziamenti coatti. L azienda ha fatto anche sapere che è disponibile a mettere sul tavolo 800 euro per ciascun lavoratore: probabilmente una cifra da intendersi come anticipo della somma legata all incentivo alla mobilità. Un messaggio chiaro: o in tempi brevissimi viene firmata la mobilità oppure i lavoratori oltre a perdere gli 800 euro rischiano di perdere anche la cassa fino a fine anno e di essere licenziati prima del 15 luglio. Data fino alla quale l impresa nell intesa si è impegnata a garantire la produzione. Un atteggiamento che il sindacato respinge con forza e bolla come "ricattatorio" e irresponsabile. «Un atteggiamento ostile - sostengono Cgil, Cisl e Uil di categoria - e un atto gravissimo. Noi stiamo attendendo che l impresa risponda a una richiesta ufficiale di incontro per stabilire come si arriva fino al 15 luglio e come si tutelano le retribuzioni dei lavoratori e ci fanno giungere minacce di licenziamento e di azioni unilaterali. La discussione deve avvenire dentro un quadro di reciproche certezze. Certezze che noi abbiamo dato all impresa, ma che ora il management mette in discussione in modo irresponsabile. Ci pare che l obiettivo recondito sia solo quello di fare saltare l accordo. Ma faremo capire all impresa che ha una responsabilità sociale e che non se ne andrà dal territorio lasciando un dramma sociale». Se non ci saranno svolte il rischio vero è che salti l operazione di rilancio attraverso la cooperativa. Il sindacato, se partiranno i licenziamenti, è pronto a impugnarli davanti al giudice. Un "prezzo" che a Ideal Standard costerebbe molto caro.

7 Patto Electrolux, da giugno via a incentivi e taglio pause PORDENONE - (d.l.) L accordo Electrolux firmato un paio di settimane sarà operativo a partire dalla prossima settimana. Uno dei primi effetti - per altro è stato anche uno degli scogli nelle intense e burrascose notti di trattativa sindacale al ministero - sarà il taglio di cinque minuti di una delle pause. La riduzione di 5 minuti si applicherà alla pausa di fine turno di mattina e inizio turno di pomeriggio: dai 15 minuti si passerà ai 10. Un articolazione che è stata strutturata sull orario di sei ore: assetto orario ridotto che proseguirà almeno per l intero mese di giugno. Per i mesi di luglio e agosto non è esclusa la possibilità - ma dipenderà dai volumi produttivi che sarà necessario realizzare - di un ritorno alle otto ore. Con l inizio di giugno sarà operativa anche anche la parte del piano sociale che prevede le nuove misure di incentivo - fino a 46 mila euro lordi - per chi decide di lasciare volontariamente la fabbrica. Solo poi previste altre forme di incentivo, tra le quelle per l autoimprenditorialità, cioé per chi decide di aprire una propria attività. Intanto ieri le Rsu e la direzione aziendale della Electrolux di Porcia hanno raggiunto l intesa per i periodi di ferie: il turno A sarà fermo dal 14 al 25 luglio, mentre il turno B dal 4 al 15 agosto. Per quest anno, dunque, i lavoratori potranno fare le ferie nei periodi "canonici" di luglio e agosto. Dal prossimo anno, come previsto dall intesa, il periodo all interno nel quale programmare le ferie estive sarà allargato da giugno a settembre. Anche questo era stato argomento piuttosto spinoso in fase di trattativa.