Cesare CORNOLDI (Università di Padova) Organizzazione della mente e profili DSA e BES
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1 Cesare CORNOLDI (Università di Padova) Organizzazione della mente e profili DSA e BES
2 Direttiva alcune tipologie di disturbi, non esplicitati nella legge 170/2010, danno diritto ad usufruire delle stesse misure ivi previste in quanto presentano problematiche specifiche in presenza di competenze intellettive nella norma. Si tratta, in particolare, dei disturbi con specifiche problematiche nell area del linguaggio (disturbi specifici del linguaggio o più in generalepresenza di bassa intelligenza verbale associata ad alta intelligenza non verbale)
3 All interno del termine generale Bes vi sono comprese tre grandi sottocategorie: Disabilità Generale: es. Sindrome di Down L. 104/92 (e, in parte, FIL) Disturbi Evolutivi Specifici: DSA Disturbi Specifici dell Apprendimento (Dislessia, Disortografia, Disgrafia, Discalculia L. 170/2010) ADHD Disturbo da deficit dell Attenzione e Iperattività Disturbi dell area linguistica ( Disturbi specifici del linguaggio o bassa intelligenza verbale, Disturbo di comprensione del testo) 3
4 Disturbi nell area non verbale ( Disturbo di coordinazione motoria, Disturbo non verbale, disprassia o bassa intelligenza non-verbale) ALTRI Disturbo dello spettro autistico lieve nel caso in cui non rientra nella L. 104/92 Funzionamento Intellettivo Limite (FIL) Svantaggio socio economico linguistico e culturale 4
5 Principio etico e sociale fondamentale Ogni bambino deve essere messo nelle condizioni di realizzare il suo potenziale di apprendimento e raggiungere gli obiettivi che sono alla sua portata 5
6 Un quadro teorico per i BES Un quadro teorico generale sul potenziale di apprendimento può aiutare a capire le difficoltà scolastiche di molti alunni e riflettere sul concetto di specificità e sul concetto di potenziale di apprendimento 6
7 PRINCIPALI CLASSI DI TEORIE DELL INTELLIGENZA UNITARIE teorie del pensiero e teoria psicometrica del fattore G. Strumenti caratteristici di valutazione: matrici progressive di Raven, prove piagetiane, stime del fattore G ricavate da batterie intellettive.
8 Test delle Matrici Progressive di Raven
9 Distribuzione di QIT
10 Difficoltà con le teorie unitarie La correlazione fra prove distinte non è completa Ci sono deficit e competenze specifiche Il fattore unitario è statistico, ma non è psicologico
11 Difficoltà delle teorie multiple Le abilità sono correlate Le abilità non sembrano essere di uguale importanza Le abilità sembrano moltiplicabili Le abilità sembrano scomponibili Solo i deficit in alcune abilità sembrano compromettere il funzionamento adattivo
12 Teorie gerarchiche psicometriche Si basano sull elaborazione statistica dei dati raccolti mediante la somministrazione dei più accreditati test intellettivi Versione oggi più popolare è la CHC dai nomi di Cattell, Horn e Carroll
13 Modello CHC ispirato da: Cattell, R.B. (1963). Theory of fluid and crystallized intelligence: A critical experiment. The Journal of Educational Psychology, 54, Horn, J.L. (1985). Remodeling old models of intelligence. In Wolman, B.B. (a cura di), Handbook of Intelligence. Wiley, New York. Carroll, J. B. (1993). Human cognitive abilities: A survey of factor analytic studies., Cambridge University Press, New York I maggiori sostenitori del modello CHC attualmente sono K. McGrew, S. Ortiz e D. Flanagan
14 CHC e intelligenza fluida Una versione classica del modello CHC riconduce l intelligenza fluida non al fattore g (come alcuni tendono a fare), ma a una delle broad abilities
15 Modello CHC Elenco completo fattori Da Flanagan, MCGrew e Ortiz, The Wechsler scales and Gf-Gc Theory. Allyn e Bacon, Pag. 29.
16 Il modello CHC fornisce un inventario delle principali abilità e della loro possibile organizzazione
17 Le teorie cognitive hanno cercato di dare significato psicologico ai costrutti psicometrici: Piaget (processi operatori concreti e astratti) Hunt (velocità nei processi psicologici di base) Neo-piagetiani (capacità di memoria di lavoro) Altri costrutti invocati: capacità di memorizzazione, metacognizione, funzioni esecutive, attenzione
18 Fonti: Cornoldi, C. (2006). The contribution of cognitive psychology to the study of human intelligence. European Journal of Cognitive Psychology, 18, Cornoldi, C. (2007) L intelligenza. Bologna, Il Mulino Meccanismi cognitivi di base e capacità di spiegare differenze intellettive Velocità di elaborazione Animali - Sviluppo normale RM Bambini con DA Invecchiamento * *? - Intelligenza elevata Funzioni esecutive ** *? * * Capacità di apprendimento - - * - - * Memoria immediata - ** * - * Controllo della ML + ** **? * ** Attenzione - *** * -
19 2007
20 Le 4 componenti della teoria del controllo della memoria di lavoro Le strutture basiche precedentemente esposte interagiscono con: 1. La sfera emotiva-metacognitiva 2. La sfera motivazionale-culturale 3. L esperienza Due vantaggi del modello a cono: a. Rende conto del grado di controllo implicato b. Suggerisce interazioni con le 3 sfere
21 Aree di apprendimento e implicazioni di un deficit Fonte: Cornoldi (2011), Giornale Italiano di Psicologia DI-RM Deficit in strutture centrali DPS DC Deficit in abilità generali ADHD DISLESSIA DISCALCULIA Deficit in abilità periferiche Fig. 3
22 Studi con la WISC Poiché lo strumento di elezione per l assessment della intelligenza nel caso di BES e DSA resta la WISC può essere interessante vedere che implicazioni essa ha in rapporto alle teorie dell intelligenza 22
23 Dimensioni della WISC Verbale-performance 4 fattori con libertà dalla distraibilità 4 fattori con memoria di lavoro -nuovi sviluppi
24 Fonte: Cornoldi, 2007
25 WISC-V The WISC V gives you access to more subtest content, resulting in a broader view of the child's cognitive abilities and increased interpretive power. New subtests are targeted to common reasons for referral of children, such as the presence of a specific learning disability, as well as special clinical situations, such as evaluations of children who are English language learners. Separate visual spatial and fluid reasoning composites New measures of naming facility (rapid automatized naming) and associative memory to evaluate cognitive processes relevant to learning disabilities New measures of visual spatial ability, fluid reasoning, and visual working memory New ancillary scores for specific clinical situations
26 WISC-IV struttura QI IAG CCI ICV IRP IML IVE Vocabolario Comprensione Informazione Disegno cubi Concetti illustrati Ragion. Matrici Memoria cifre Riordinamento lettere/numeri Cifrario Ricerca di simboli Ragion. Parole Informazioni Completamento di figure 26 Ragionamento aritmetico Cancellazione
27 Indice di Comprensione verbale 27 È una misura della formazione del concetto verbale. Valuta l abilità dei bambini di ascoltare una domanda, attingere informazioni dall educazione sia formale sia informale ricevuta, ragionare, dare una risposta ed esprimere i pensieri ad alta voce.
28 Indice di ragionamento visuo-percettivo 28 Misura di ragionamento non verbale e fluido, sostituisce l Indice di Organizzazione percettiva della WISC-III. Valuta la capacità dei bambini di esaminare un problema, sfruttare abilità visivomotorie e visuo-spaziali, organizzare i pensieri, creare soluzioni e verificarle. È inoltre possibile, attraverso questo indice, rilevare le preferenze per le informazioni visive, il sentirsi a proprio agio nelle situazioni nuove e inaspettate, o la preferenza ad imparare attraverso l azione.
29 Indice di Memoria di Lavoro 29 Sostituisce l'indice di la Libertà dalla distraibilità della WISC-III.Valuta la capacità dei bambini di memorizzare nuove informazioni, immagazzinarle nella memoria a breve termine, di concentrarsi e di manipolare tali informazioni per arrivare a dei risultati e per stimolare il ragionamento. Tale indice risulta essere sensibile all ansia. È collegato all apprendimento, alla realizzazione e alla capacità di auto-monitoraggio
30 Indice di velocità di elaborazione 30 Valuta l abilità dei bambini di focalizzare l attenzione, la rapidità di analisi, la capacità di discriminazione e la capacità di ordinare sequenzialmente le informazioni visive. Richiede persistenza e capacità di pianificazione, ma è sensibile alla motivazione, alla difficoltà di lavorare sotto la pressione del tempo e anche alla coordinazione motoria.
31 IAG 31 General ability index (in italiano IAG indice di abilità generale) Talvolta i fattori di velocità di elaborazione e di memoria di lavoro sono gravemente deficitari. In alcuni casi sappiamo che ci sono difficoltà nella memoria di lavoro o nella velocità di elaborazione. In questi casi il QI totale può essere problematico.
32 Standardizzazione italiana della WISC-IV 2200 soggetti, 200 for ogni age group Il file dati permette di rispondere a numerosi quesiti, incluso quello del rapporto con la WM
33 Relazione fra General Ability Index e misure di WM a controllo crescente Cornoldi, Giofrè, Cianci, Orsini, Pezzuti, in preparazione DSF DSB LNS ARI GAI.059 **.159 **.269 **.385 ** VCI.097 **.089 **.218 **.326 ** PRI **.181 **.235 **.327 ** PSI **.072 **.129 **.197 **
34 Orsini-Pezzuti, PCS: calcolo dell IAG Tabella 3 Conversione delle somme di punti ponderati (Pp) in IAG Pp IAG Pp IAG Pp IAG Pp è la somma dei punti ponderati di Somiglianze. Vocabolario. Comprensione. Disegno con i cubi. Concetti illustrati e Ragionamento con le matrici
35 QI<IAG QI>IA G Diff. (-) (+)
36 DISLESSIA + DISORTOGRAFIA + MARCATE DIFFICOLTA NELL AREA DEL CALCOLO + RALLENTAMENTO A LIVELLO GRAFO- MOTORIO
37 DISLESSIA
38 DISGRAFIA
39 Analisi sul file AIRIPA Con la collaborazione di molti soci AIRIPA e altri operatori si è raccolto un poderoso file prima di circa 300 bambini con DSA e DI e poi di circa un migliaio di bambini DSA valutati con i 10 subtest base della WISC-IV. Abbiamo (2014, 2015, Intelligence) analizzato la struttura sottostante dell intelligenza e hanno visto che è in parte diversa da quella trovata nelle standardizzazioni con popolazione tipica 39
40 Punteggi medi ponderati nei subtest
41 Analisi sul file AIRIPA 41
42 Conclusioni 1 Vi sono tanti profili sottostanti una condizione di BES 2 L analisi della componente intellettiva può aiutare a capirli e a intervenire su di essi 3 Il modello gerarchico sembra il più appropriato per analizzarli 4 Il modello gerarchico va però adattato al caso specifico di alcuni profili BES, per es. dei DSA e degli ADHD 42
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