GESTIONE RIFIUTI SPECIALI 1
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- Samuele Cappelli
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1 Corso di Formazione sulla Sicurezza e Salute sul Lavoro Facoltà di Bioscienze e Tecnologie Agro-Alimentari e Ambientali Primo Anno febbraio 2016 GESTIONE RIFIUTI SPECIALI 1 Lorella Di Giuseppe 1
2 RIFIUTO QUALSIASI SOSTANZA OD OGGETTO DI CUI IL DETENTORE SI DISFI O ABBIA L'INTENZIONE O ABBIA L OBBLIGO DI DISFARSI D. Lgs. 152/2006 e s.m.i TESTO UNICO AMBIENTALE 2
3 PRODUTTORE (art 183 D. Lgs 152/2006) il soggetto la cui attività ha prodotto rifiuti (il produttore iniziale). La CORRETTA gestione dei rifiuti è effettuata conformemente ai principi di responsabilizzazione e di cooperazione di tutti i soggetti coinvolti nella produzione, nella distribuzione, nell'utilizzo e nel consumo di beni da cui originano i rifiuti, nonché del principio comunitario "chi inquina paga" Il ruolo e le responsabilità del Produttore dei rifiuti nella filiera degli stessi sono fondamentali. 3
4 GERARCHIA DEI RIFIUTI (DIRETTIVA EUROPEA 2008/98/CE recepita in Italia nel 2010) Ordine di priorità nella gestione dei rifiuti: Prevenzione Preparazione per il riutilizzo Riciclaggio Recupero Smaltimento OBIETTIVI GENERALE DELLA DIRETTIVA RIDUZIONE delle discariche (.tracce di residui attive per oltre 1000 anni liquami contaminanti per terreno e falde acquifere.emissioni in atmosfera..) RISPARMIO economico ed energetico CREAZIONE di valore ovvero di lavoro perché lo stesso riciclo dei rifiuti richiede la soluzione di problemi chimici, tecnici, commerciali capaci di creare 4 nuova e duratura occupazione
5 CLASSIFICAZIONE DEI RIFIUTI URBANI (Domestici) PERICOLOSI NON PERICOLOSI pile, bombolette spray, farmaci scaduti, neon, oli esausti, termometri, concimi, insetticidi... NON PERICOLOSI ASSIMILABILI AGLI URBANI SPECIALI ATTIVITA COMMERCIALI, SANITARIE E DI SERVIZIO (Università, Ospedale, ) NON PERICOLOSI NON ASSIMILABILI AGLI URBANI PERICOLOSI 5
6 E' VIETATA L'ELIMINAZIONE DEI RIFIUTI SPECIALI PERICOLOSI E NON PERICOLOSI, SOLIDI E LIQUIDI, ATTRAVERSO: LO SCARICO DIRETTO NEL LAVANDINO, QUINDI NELLA RETE FOGNARIA IL MESCOLAMENTO CON I RIFIUTI URBANI L'ABBANDONO NELL'AMBIENTE 6
7 RIFIUTI SPECIALI PRODOTTI NEI LABORATORI NON PERICOLOSI ma che richiedono particolari modalità di smaltimento PERICOLOSI LIQUIDI O MISCELE DI LIQUIDI COMPOSTI DA SOSTANZE CHIMICHE LA CUI PERCENTUALE IN PESO NON CONFERISCE AL RIFIUTO ALCUNA PERICOLOSITÀ: TAMPONI DILUITI, SCARICO D I ALCUNE TITOLAZIONI, ECC.. A RISCHIO CHIMICO A RISCHIO BIOLOGICO SOLIDI -CONTENITORI, PUNTALI, PROVETTE, PIPETTE, FILTRI, VETRINI, PASTEUR CONTAMINATI - DPI CONTAMINATI, - REATTIVI SCADUTI LIQUIDI ACIDI,BASI,SALI SOLVENTI ORGANICI ALOGENATI E NON MISCELE - COLTURE CELLULARI - ANIMALI (O PARTI DI ANIMALI) - LIQUIDI BIOLOGICI - MATERIALI SOLIDI CONTAMINATI COMPRESI AGHI E OGGETTI DA TAGLIO - PIASTRE PETRI, ANSE 7
8 RIFIUTI SPECIALI PERICOLOSI solidi e liquidi Sono considerati pericolosi i rifiuti contenenti sostanze pericolose indicate nel Testo Unico Ambientale a determinate concentrazioni. La presenza di tali sostanze conferisce al rifiuto caratteristiche di pericolo HP, per le quali è fissato un valore limite 8
9 CARATTERISTICHE DI PERICOLO DEI RIFIUTI (Regolamento UE N.1357/2014 in vigore dal 1 giugno 2015) HP1 Esplosivo HP2 Comburente HP3 Infiammabile HP4 Irritante HP5 Tossicità specifica HP6 Tossicità acuta HP7 Cancerogeno HP8 Corrosivo HP9 Infettivo HP10 Tossico per la riproduzione HP11 Mutageno HP12 Liberazione di gas a tossicità acuta HP13 Sensibilizzante HP14 Ecotossico HP15 Rifiuto che non possiede direttamente una delle caratteristiche di pericolo summenzionate ma può manifestarla successivamente 9
10 DOVE SONO DESCRITTE LE INDICAZIONI DI PERICOLO H DI UN PRODOTTO? NELLA SCHEDA DI SICUREZZA.. 10
11 FASI DELLA GESTIONE Identificazione e Classificazione del rifiuto Raccolta e Confezionamento del rifiuto in laboratorio Trasferimento al deposito temporaneo della sede di produzione Rapporto con le ditte incaricate per il trasporto e lo smaltimento Compilazione dei documenti di viaggio: Formulario, Documento di Trasporto ADR e Registro di Carico e Scarico Compilazione della dichiarazione annuale MUD 11
12 Come si identifica un rifiuto? Mediante l attribuzione di un codice C.E.R. (Catalogo Europeo dei Rifiuti) In base alla tipologia d attività, ad ogni rifiuto viene assegnato un codice di 6 cifre classe sottoclasse categoria settore di attività da cui deriva il rifiuto processo produttivo descrizione specifica Esempio: Acido Cloridrico obsoleto da smaltire. Che codice uso? CER * 06 rifiuti dei processi chimici inorganici 01 rifiuti della produzione, formulazione ed uso di acidi 02 acido cloridrico 12
13 COME SI ASSEGNA CORRETTAMENTE IL CODICE CER? Esiste una procedura precisa che deve essere sempre applicata con attenzione, rispettando la sequenza operativa prevista e individuata dall Allegato D, parte IV al D.Lgs. n. 152/2006 e s.m.i. Nell Allegato è contenuto l elenco dei codici CER ed ogni rifiuto trova la sua precisa collocazione I codici CER di rifiuti pericolosi sono individuati da un asterisco* 13
14 Cos è il Catalogo Europeo dei Rifiuti e qual è la sua funzione? Cos è Il Catalogo Europeo dei Rifiuti è un elenco standardizzato di tipologie di rifiuti, organizzato prevalentemente sulla base del loro processo di formazione. Ogni tipologia è identificata mediante un codice a sei cifre accompagnato dalla descrizione della tipologia del rifiuto. Lo scopo è quello di identificare nella maniera più univoca possibile i rifiuti in ambito comunitario al fine di consentire statistiche attendibili a supporto delle politiche ambientali in materia di rifiuti. 14
15 Chi attribuisce il codice CER al rifiuto? IL PRODUTTORE perché ne è responsabile e conosce più di altri il processo, le trasformazioni e le materie prime che danno origine al suo rifiuto 15
16 E se un rifiuto è costituito da una miscela di molte sostanze? Sono necessari: Esperienza tecnico scientifica Conoscenza del ciclo produttivo che ha generato il rifiuto e le sostanze in esso contenute Consultazione delle schede di sicurezza delle sostanze contenute nel rifiuto Un accurata indagine analitica Consultazione della normativa che regolamenta le sostanze e i preparati pericolosi 16
17 Elenco di alcuni rifiuti derivanti dall attività svolta all interno dei laboratori della Facoltà di Bioscienze con i relativi CER Tipologia di rifiuto Codice C.E.R. Acidi * Basi * Sali e loro soluzioni contenenti metalli pesanti * Solventi organici alogenati * Solventi organici non alogenati * Rifiuti solidi chimicamente contaminati anche alogenati * Imballaggi contaminati da residui di sostanze pericolose * Miscele complesse / reagenti obsoleti * Sostanze chimiche di scarto non pericolose Rifiuti a rischio biologico * 17
18 18
19 RIFIUTI LIQUIDI C.E.R * C.E.R * RIFIUTI SOLIDI 19
20 SCHEDA DETTAGLIO CONTENUTO PER I RIFIUTI LIQUIDI firma 20
21 Documenti per il Trasporto rifiuti Registro di carico e scarico Formulario Documento ADR per trasporto merci pericolose 21
22 L'Incaricato della Gestione Rifiuti consegna il rifiuto alla Ditta specializzata che lo porta a DESTINAZIONE discarica speciale biodegradazione termodistruzione inertizzazione iniezioni in pozzi, lagune, immersione, seppellimento in mare... luogo di stoccaggio per rifiuti speciali pericolosi 22
23 IL PERCORSO DEL RIFIUTO FINISCE QUANDO ESSO ARRIVA A DESTINAZIONE, DOVE, CON UN TIMBRO, VIENE DOCUMENTATO L'AVVENUTO CORRETTO RICEVIMENTO 23
24 LA RESPONSABILITA' DEL PRODUTTORE TERMINA QUI 24
25 Quindi, il Produttore iniziale dei rifiuti conserva la responsabilità per l intero percorso del rifiuto! dalla PRODUZIONE al DESTINO 25
26 RICORDIAMOCI CHE I PRODUTTORI SIAMO NOI, CHE DI TERRA NE ABBIAMO UNA SOLA...E LE SANZIONI, SIA AMMINISTRATIVE CHE PENALI, SONO SEMPRE MOLTO PESANTI!!! 26
27 BUON LAVORO!! 27
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