PROGETTAZIONE CONSULENZA FORMAZIONE. SISTRI e gestione dei rifiuti. ing. Marco Borile. Società di ingegneria ENERGIA SICUREZZA AMBIENTE
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1 SEMINARIO GRATUITO ing. Marco Borile Pordenone 22 Marzo 2011 Società di ingegneria ENERGIA SICUREZZA AMBIENTE PROGETTAZIONE CONSULENZA FORMAZIONE Veneto Trentino Alto Adige Lombardia Friuli Venezia Giulia
2 Gestione dei rifiuti in azienda 1. La classificazione dei rifiuti e le verifiche analitiche 2. Il deposito temporaneo 3. SISTRI e Compilazione di registri e formulari 4. MUD2011 PRIMA PARTE La classificazione dei rifiuti e le verifiche analitiche
3 Identificazione del rifiuto D.Lgs. 152/2006 allegato D Ogni rifiuto è univocamente identificato da un codice di 3 coppie di numeri, eventualmente seguite da un asterisco per i rifiuti pericolosi: la prima coppia indica l origine e va da 01 a 20; 08. Rifiuti PFFU rivestimenti, adesivi, sigillanti e inchiostri per stampa la seconda coppia individua il processo produttivo; Rifiuti PFFU inchiostri per stampa la terza coppia specifica la natura del rifiuto toner per stampa esauriti Identificazione del rifiuto attribuzione del codice CER Codice CER XX YY ZZ XX = XX = ZZ <> 99 XX = attività che genera il rifiuto YY = sottoprocesso ZZ = natura del rifiuto generato N.B. Inoltre valutare sempre se è opportuno/necessario eseguire analisi CER trovato? no XX = ZZ <> 99 XX si FINE CER trovato? no XX = 16 ZZ <> 99 si FINE CER trovato? no XX = ZZ = 99 si FINE FINE
4 Identificazione del rifiuto Per attribuire il corretto codice CER occorre procedere come segue: identificare la fonte che genera il rifiuto consultando i titoli dei capitoli da 01 a 12 o da 17 a 20; risalire quindi al codice a sei cifre riferito al rifiuto in questione, ad eccezione dei codici dei suddetti capitoli che terminano con le cifre 99; se nessuno dei codici dei capitoli da 01 a 12 o da 17 a 20 risulta adeguato, occorre esaminare i capitoli 13, 14 e 15; Identificazione del rifiuto se nessuno di questi codici risulta adeguato, occorre definire il rifiuto utilizzando i codici di cui al capitolo 16; se un determinato rifiuto non e classificabile neppure mediante i codici del capitolo 16, occorre utilizzare il codice 99 (dei capitoli di cui alla lettera a). N.B. I rifiuti di imballaggio oggetto di raccolta differenziata vanno classificati alla voce e non alla voce
5 Identificazione del rifiuto Rifiuto pericoloso: Art. 183 comma 1 lettera b) b) rifiuto pericoloso : rifiuto che presenta una o più caratteristiche di cui all allegato I della parte quarta del presente decreto; Art. 184 comma 5 5. L elenco dei rifiuti di cui all allegato D [CER] è vincolante per quanto concerne la determinazione dei rifiuti da considerare pericolosi... ; Identificazione del rifiuto In alcuni casi la natura del rifiuto è tale da renderlo inequivocabilmente pericoloso o non pericoloso; ad esempio: ferro e acciaio Ma * batterie al piombo CER solo non pericoloso a volte dubbio! Non è detto che per i non pericolosi non sia richiesta l analisi D.M. 5/2/98 Per i rifiuti pericolosi devono essere individuate le frasi H (caratteristiche di pericolo)
6 Identificazione del rifiuto Alcuni rifiuti, possono presentare due codici CER a specchio, uno pericoloso e l altro non pericoloso; ad esempio: * assorbenti, materiali filtranti (inclusi filtri dell'olio non specificati altrimenti), stracci e indumenti protettivi, contaminati da sostanze pericolose assorbenti, materiali filtranti, stracci e indumenti protettivi, diversi da quelli di cui alla voce Identificazione del rifiuto In presenza di voci a specchio l identificazione del corretto codice CER necessita: 1. un approfondita analisi del ciclo produttivo 2. la verifica delle schede di sicurezza delle sostanze utilizzate 3. la realizzazione di specifiche analisi di laboratorio.
7 Con D.Lgs. 205/2010 è stato definito che: Identificazione del rifiuto 1. L'attribuzione delle caratteristiche di pericolo «tossico» (e «molto tossico»), «nocivo», «corrosivo» e «irritante» «cancerogeno», «tossico per la riproduzione», «mutageno» ed «ecotossico» è effettuata secondo i criteri stabiliti. relative alla classificazione, all'imballaggio e all'etichettatura delle sostanze pericolose. 2. Ove pertinente si applicano i valori limite. relative alla classificazione, all'imballaggio e all'etichettatura dei preparati pericolosi. Metodi di prova: I metodi da utilizzare sono quelli descritti nell'allegato V della direttiva 67/548/CEE e in altre pertinenti note del CEN. Identificazione del rifiuto Definizioni CER e Frasi H etichettatura rifiuti in deposito temporaneo compilazioni registri e formulari e un domani SISTRI E altre attività correlate: Valutazione del rischio chimico Trasporto materie pericolose su strada (ADR)
8 Divieto di Miscelazione Con D.Lgs. 205/2010 è stato modificato l art È vietato miscelare rifiuti pericolosi aventi differenti caratteristiche di pericolosità ovvero rifiuti pericolosi con rifiuti non pericolosi Divieto di miscelazione di rifiuti pericolosi con frasi di rischio differenti PRIMA SECONDA Il deposito temporaneo
9 Il Deposito Temporaneo D.Lgs. 152/ Art. 183 comma 1 lettera bb) bb) deposito temporaneo : il raggruppamento dei rifiuti effettuato, prima della raccolta, nel luogo in cui gli stessi sono prodotti, alle seguenti condizioni 1) i rifiuti contenenti gli inquinanti organici persistenti di cui al regolamento (CE) 850/2004, e successive modificazioni, devono essere depositati nel rispetto delle norme tecniche che regolano lo stoccaggio e l imballaggio dei rifiuti contenenti sostanze pericolose e gestiti conformemente al suddetto regolamento; Il Deposito Temporaneo 2) i rifiuti devono essere raccolti ed avviati alle operazioni di recupero o di smaltimento secondo una delle seguenti modalità alternative, a scelta del produttore dei rifiuti: con cadenza almeno trimestrale, indipendentemente dalle quantità in deposito; quando il quantitativo di rifiuti in deposito raggiunga complessivamente i 30 metri cubi di cui al massimo 10 metri cubi di rifiuti pericolosi. In ogni caso, allorché il quantitativo di rifiuti non superi il predetto limite all'anno, il deposito temporaneo non può avere durata superiore ad un anno;
10 Il Deposito Temporaneo 3) il deposito temporaneo deve essere effettuato per categorie omogenee di rifiuti e nel rispetto delle relative norme tecniche, nonché, per i rifiuti pericolosi, nel rispetto delle norme che disciplinano il deposito delle sostanze pericolose in essi contenute. 4) devono essere rispettate le norme che disciplinano l'imballaggio e l'etichettatura delle sostanze pericolose. Il Deposito Temporaneo La cartellonistica di identificazione dei depositi deve contenere: codice CER, descrizione del rifiuto se si tratta di un rifiuto pericoloso, l indicazione delle frasi H e apposita R nera su fondo giallo; è opportuno apporre anche le etichette di pericolo ADR se necessario.
11 Il Deposito Temporaneo Deliberazione (naz.) del 27/07/1984 i recipienti, fissi e mobili, destinati a contenere rifiuti tossici e nocivi devono possedere adeguati requisiti di resistenza in relazioni alle proprietà chimico-fisiche ed alle caratteristiche di pericolosità dei rifiuti contenuti; i rifiuti incompatibili che possono dare luogo alla formazione di prodotti esplosivi, infiammabili e tossici, ovvero allo sviluppo di notevole quantità di calore, devono essere stoccati in modo da non poter venire a contatto tra di loro;
12 Il Deposito Temporaneo Deliberazione (naz.) del 27/07/1984 Se lo stoccaggio dei rifiuti liquidi avviene in un serbatoio fuori terra, questo deve essere dotato di un bacino di contenimento di capacità pari all'intero volume del serbatoio; qualora in uno stesso insediamento vi siano più serbatoi, potrà essere realizzato un solo bacino di contenimento di capacità almeno uguale alla terza parte di quella complessiva effettiva dei serbatoi stessi (in ogni caso, il bacino deve essere di capacità pari a quella del più grande dei serbatoi). Il Deposito Temporaneo Deliberazione (naz.) del 27/07/1984 Se lo stoccaggio avviene in cumuli, questi devono essere realizzati su basamenti resistenti all'azione dei rifiuti; i rifiuti stoccati in cumuli devono essere protetti dalla azione delle acque meteoriche e dall'azione del vento; Il dilavamento da acque meteoriche dei depositi esterni non deve determinare la contaminazione degli scarichi, che divengono altrimenti scarichi industriali
13 PRIMA TERZA SISTRI e Compilazione di registri e formulari SISTRI - Chi deve iscriversi Imprese ed enti produttori iniziali di rifiuti pericolosi; Imprese ed enti produttori iniziali di rifiuti non pericolosi di cui all art. 184, comma 3, lettere c), d) e g) del D.Lgs. 152/06 con 11 o più dipendenti; Commercianti e intermediari di rifiuti senza detenzione; Consorzi istituiti per il recupero e il riciclaggio di particolari tipologie di rifiuti che organizzano la gestione di tali rifiuti per conto dei consorziati; Imprese che, ai sensi dell 212, comma 5del D.Lgs. 152/06, raccolgono e trasportano rifiuti speciali; Imprese e gli enti che effettuano operazioni di recupero e smaltimento di rifiuti.
14 SISTRI - Soggetti ad iscrizione facoltativa Possono aderire volontariamente: Produttori iniziali di rifiuti non pericolosi di cui all art. 184, comma 3, lettere c), d) e g) del D.Lgs. 152/06 con meno di 11 dipendenti; Imprese che, ai sensi dell 212, comma 8, del D.Lgs. 152/06, raccolgono e trasportano i propri rifiuti non pericolosi. Imprenditori agricoli che non producono rifiuti pericolosi; Imprese ed enti produttori iniziali di rifiuti non pericolosi diversi da quelli derivanti da lavorazioni industriali o artigianali e da attività di smaltimento rifiuti, fanghi di depurazione acque e abbattimento fumi. SISTRI - Contributi di iscrizione Scadenza pagamento quota annuale entro il 31/01 28 gennaio 2011 sito Pagamento contributi anno 2011 Si informa che è in fase di registrazione finale e di successiva pubblicazione sulla G.U. il Testo Unico dei decreti ministeriali che hanno disciplinato il SISTRI. Il provvedimento stabilisce lo slittamento del termine relativo al pagamento dei contributi dal 31 gennaio al 30 aprile p.v.
15 SISTRI Sistema sanzionatori Introdotto con D.Lgs. 205/2010 Art. 39 comma 1 disposizioni transitorie 1. Le sanzioni del presente decreto relative al sistema di controllo della tracciabilità dei rifiuti (SISTRI) di cui all art. 188-bis, comma 2, lett. a), si applicano a partire dal giorno successivo alla scadenza del termine di cui all articolo 12, comma 2, del decreto del Ministro dell ambiente e della Tutela del territorio e del mare in data 17 dicembre 2009 e successive modificazioni. D.M. 22/12/2010 Termine al 31 maggio 2011 SISTRI Operatività D.M. 9 luglio 2010: operatività dal 1 ottobre 2010 D.M. 28 settembre 2010: conferma operatività dal 1 ottobre 2010 doppio regime fino al 31 dicembre 2010 no sanzioni fino a tale data D.M. 22 dicembre 2010: doppio regime fino al 31 maggio 2011
16 Registro di carico e scarico Caratteristiche e modalità di tenuta del registro sempre previste dal D.M. n. 148 del 1 aprile 1998 Soggetti tenuti alla compilazione: Tutti gli iscritti al SISTRI fino temine doppio regime Soggetti con adesione volontaria al SISTRI non iscritti Trasportatori propri rifiuti non pericolosi (art c.8) Formulari di trasporto dei rifiuti Caratteristiche e modalità di compilazione dei formulari sempre previste dal D.M. n. 145 del 1 aprile 1998 Soggetti tenuti alla compilazione: Tutti gli iscritti al SISTRI fino temine doppio regime Trasportatori propri rifiuti non pericolosi (art c.8)
17 PRIMA QUARTA MUD2011 MUD 2011 soggetti obbligati D.M. 17 dicembre 2009 Fra i sogetti obbligati all adesione al SISTRI devono fare MUD: - produttori di rifiuti - gestori di rifiuti Non più obbligo per: - trasportatori professionali - intermediari e commercianti di rifiuti senza detenzione
18 MUD 2011 soggetti obbligati Fra i sogetti non obbligati all adesione al SISTRI devono fare MUD: - comuni - produttori di AEE MUD scadenze D.M. 22 dicembre 2010 Dati relativi al 2010 denuncia entro 31 aprile 2011 Dati relativi al 2011 denuncia entro 31 dicembre 2011
19 MUD come presentarlo Circolare Min. Ambiente del 02/03/2011 Produttori e gestori di rifiuti (no demolitori/rottamatori/ecc.) Dati relativi al 2010 modulistica analoga a quella del 2010 o comunicazione in ambiente SISTRI Dati relativi al 2011 comunicazione in ambiente SISTRI MUD come presentarlo Circolare Min. Ambiente del 02/03/2011 Demolitori/rottamatori Dati relativi al 2010 solo modulistica analoga a quella del 2010 Dati relativi al 2011 comunicazione in ambiente SISTRI
20 MUD come presentarlo Circolare Min. Ambiente del 02/03/2011 Produttori di AEE e comuni Continueranno con modalità e modulistica già utilizzata nel 2010
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