LA CONVENZIONE DELLE ALPI TASK FORCE NUOVE LEVE PER LE ALPI

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1 UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI PAVIA DIPARTIMENTO DI SCIENZE POLITICHE E SOCIALI CORSO DI LAUREA IN SCIENZE POLITICHE E DELLE RELAZIONI INTERNAZIONALI LA CONVENZIONE DELLE ALPI TASK FORCE NUOVE LEVE PER LE ALPI Relatore Prof. Jacques Ziller Tesi di laurea di Edoardo Costa ANNO ACCADEMICO 2012/2013

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3 LA CONVENZIONE DELLE ALPI TASK FORCE NUOVE LEVE PER LE ALPI di Edoardo Costa INDICE: 1. Premessa pag PARTE PRIMA: 2.1. I Trattati internazionali pag La Convenzione delle Alpi pag Gli organi della Convenzione delle Alpi pag PARTE SECONDA 3.1. La Convenzione delle Alpi in Italia pag Biennio di Presidenza italiana pag Sportello Convenzione delle Alpi di Domodossola pag Task force Nuove leve per le Alpi pag Il mio ruolo pag Le nostre domande pag Conclusioni pag. 37 2

4 A mio nonno, per aver seguito il mio percorso universitario con la passione di un tifoso. 3

5 Premessa La firma della Convenzione delle Alpi ha segnato una svolta storica. Questa Convenzione è molto di più di un trattato tra Stati: è il riconoscimento internazionale del fatto che uno sviluppo coerente delle Alpi, intese come sistema territoriale, richieda necessariamente la definizione e l utilizzo di strumenti comuni e l elaborazione congiunta di politiche e strategie capaci di esaltare la specificità del territorio. Marco Onida (Segretario Generale della Convenzione delle Alpi dal 2007 al 2013) Quando uno studente decide di scrivere la propria tesi di Laurea sulla Convenzione delle Alpi, specialmente dopo avere partecipato ad un progetto indirizzato proprio ai giovani, significa che un obiettivo è stato raggiunto: quello di suscitare non solo curiosità, ma anche interesse scientifico e personale. E non è una cosa da poco, visto che un Trattato come la Convenzione delle Alpi, concepito per uno specifico territorio, può "vivere" solo se chi vive, studia e lavora in questo territorio "lo fa proprio". In questo senso, desidero porgere i miei complimenti a Edoardo Costa per l'ottimo lavoro svolto, sperando che l'impegno profuso in questa tesi e la sua curiosità lo portino in futuro nuovamente a contatto con la Convenzione delle Alpi. Marco Onida, 28 novembre

6 PARTE PRIMA 2.1 I TRATTATI INTERNAZIONALI Definito come il diritto della comunità degli stati, il diritto internazionale altro non è che un complesso di norme che nascono dalla cooperazione tra gli Stati e si collocano al di sopra di ogni Stato. Oltre a regolare i rapporti tra gli Stati il diritto internazionale disciplina anche molti aspetti commerciali, sociali ed economici e viene continuamente applicato dai giudici interni, nazionali. Riguardo alla funzione normativa bisogna fare una distinzione tra diritto internazionale generale, ovvero tra le norme che si indirizzano a tutti gli Stati e diritto internazionale particolare, ovvero quelle che interessano solo una cerchia ristretta di soggetti. Per quanto concerne il diritto internazionale generale l art. 10 della Costituzione Italiana fa riferimento alle norme di diritto internazionale generalmente riconosciute. Queste sono innanzitutto le consuetudini, ovvero norme che si formano nella comunità internazionale attraverso l uso e sono fonte primaria. Possiamo trovare comunque anche norme strumentali, come quelle che regolano i requisiti di validità ed efficacia dei trattati e norme materiali, che impongono direttamente obblighi e riconoscono diritti. Subordinate a queste, le tipiche norme del diritto internazionale particolare sono invece i trattati, che vincolano solo gli Stati contraenti. 1 Nella prassi spesso vengono utilizzate anche altre denominazioni quali accordo, patto o convenzione (le ultime due sono di solito adottate per trattati di particolare rilevanza). Viene usato anche il termine protocollo, di solito per indicare il trattato con il quale si stabiliscono norme integrative rispetto a quelle contenute in un altro, o si disciplina l attuazione di un altro trattato in attesa della sua entrata in vigore (protocollo di firma) o viene regolata una questione specifica. 2 Definiti come l unione o l incontro della volontà di due o più Stati, dirette a regolare una determinata sfera di rapporti riguardanti questi ultimi, anche i trattati possono dar vita sia a norme materiali, cioè a regole che direttamente disciplinano i rapporti tra destinatari, imponendo obblighi o attribuendo diritti, sia a norme formali o strumentali che si limitano quindi ad istituire fonti per la creazione di 1 Si veda Benedetto Conforti, diritto internazionale,vii edizione, editoriale scientifica,napoli Si veda 5

7 ulteriori norme. A questa categoria appartengono i trattati costitutivi di organizzazioni internazionali. Le Nazioni Unite nel 1969 hanno promosso l elaborazione della Convenzione di Vienna sul diritto dei trattati che entrò in vigore dal , e venne ratificata anche dall Italia con legge 112/74. Essa non tocca le regole meramente riproduttive delle norme consuetudinarie generali, ma applicandosi unicamente ai trattati conclusi tra Stati dopo la sua entrata in vigore per tali Nazioni, riunisce le regole sulla formazione dei trattati internazionali. 3 Procedimento di formazione di un trattato Nel diritto internazionale i modi di incontro della volontà degli Stati sono molto liberi in maniera di forma e procedura. L accordo si può perfezionare istantaneamente o al termine di complesse procedure, può essere scritto o orale, può essere consegnato in un documento ad hoc oppure risultare dal processo verbale di un organo internazionale o dallo scambio di norme diplomatiche. Generalmente il procedimento formale o solenne vede la competenza assoluta del Capo dello Stato, rispecchiando quello seguito nei secoli precedenti dalle monarchie assolute. In pratica si possono distinguere quattro fasi. Fase della negoziazione: la negoziazione del testo è operata dai plenipotenziari, i quali di solito sono organi (o comunque agiscono su mandato) del potere esecutivo. Questa fase è tanto più complessa quanto più numerosi sono gli Stati che partecipano alla negoziazione stessa. Fase della firma: il negoziato si conclude con la firma posta da parte dei plenipotenziari. In questo procedimento la firma non comporta ancora alcun vincolo per gli Stati, essa ha solo valore di autenticazione del testo che è così predisposto in forma definitiva e un eventuale modifica potrà avvenire solo attraverso un nuovo negoziato. Fase della ratifica: questa rappresenta la manifestazione della volontà dello stato ad impegnarsi. Ogni Stato con norme costituzionali proprie disciplina la competenza a ratificare. L art. 87 della Costituzione Italiana dispone che il Presidente della Repubblica ratifica i trattati internazionali, previa, quando occorre, l autorizzazione delle Camere. Regolato dall art. 80 Cost. che elenca le materie coperte da riserva parlamentare, tale disposizione va considerata in combinato disposto con l art. 89 Cost. 3 Si veda Benedetto Conforti, diritto internazionale,vii edizione, editoriale scientifica,napoli

8 secondo cui nessun atto del Presidente della Repubblica è valido se non è controfirmato dal ministro proponente che se ne assume la responsabilità. Equiparata alla ratifica è l adesione, che si ha, nel caso di trattati multilaterali, quando la manifestazione di volontà diretta a concludere l accordo proviene da uno Stato che non ha preso parte ai negoziati. Scambio delle ratifiche: fase finale di questo processo è lo scambio, o deposito delle ratifiche. Nel caso dello scambio l accordo si perfeziona istantaneamente, mentre nel caso del deposito, via via che le ratifiche vengono depositate, l accordo si forma tra gli Stati depositanti. 4 4 Si veda Benedetto Conforti, diritto internazionale,vii edizione, editoriale scientifica,napoli

9 2.2 La Convenzione delle Alpi Storia e formale istituzione Le richieste di istituire una convenzione per la protezione delle Alpi risalivano agli anni Cinquanta e confluirono alla fine del 1988 in una risoluzione del Parlamento Europeo con la quale si esortava la Commissione Europea a presentare una proposta di convenzione per la protezione di uno dei più importanti ecosistemi europei. Nel 1989 si riunì a Berchtesgaden (Germania) la 1 a Conferenza delle Alpi composta dai Ministri dell Ambiente degli Stati alpini, che si concluse con una risoluzione di massima. Gia il 7 novembre 1991 fu sottoscritta a Salisburgo (Austria) una convenzione quadro, vincolante ai sensi del diritto internazionale, da parte di sei nazioni alpine (Austria, Svizzera, Germania, Francia, Liechtenstein, Italia) e dalla Comunità Europea. Successivamente si aggiunsero, come Parti contraenti, la Slovenia (29 marzo 1993) e attraverso un protocollo supplementare il Principato di Monaco. Con la ratifica da parte di tre degli Stati contraenti (Austria, Liechtenstein e Germania) la Convenzione delle Alpi entrò in vigore il 6 marzo del Seguirono, nel corso del 1999, la Comunità Europea, la Slovenia, la Francia, il Principato di Monaco, la Svizzera e l Italia. La Convenzione delle Alpi non e una dichiarazione politica di intenti, ma un trattato vincolante di diritto internazionale. Essa contiene obblighi generali alle Parti contraenti con l obiettivo di elaborare soluzioni per problemi connessi con la conservazione e la protezione delle Alpi. L esecuzione pratica dei principi fissati nella convenzione quadro viene garantita in conformità all art. 2, comma 3 della Convenzione delle Alpi da diversi Protocolli, che sono dei trattati autonomi di diritto internazionale. Finora sono stati redatti i Protocolli relativi ai settori Pianificazione territoriale, Agricoltura di montagna, Protezione della natura e Tutela del paesaggio, Foreste montane, Turismo, Difesa del suolo, Energia, Trasporti nonché due protocolli supplementari: uno sulla composizione delle controversie e l altro sull adesione del Principato di Monaco alla Convenzione delle Alpi 1. 1 Si veda Bundeministerium für umwelt, naturshutz und reahtorsicherheit, La Convenzione delle Alpi si concreta, 2004, pag. 5 8

10 Entro il 2002 tutti gli Stati membri hanno proceduto ad approvare i vari protocolli. Non tutti però sono stati immediatamente ratificati da ogni parte contraente (la ratifica comporta che lo stato firmatario di un protocollo promulghi anche una legge nazionale che gli attribuisca piena validità legale sul territorio) 2. La Convenzione delle Alpi è un trattato internazionale che si pone come obiettivo quello di promuovere lo sviluppo sostenibile e tutelare gli interessi della popolazione residente, tenendo conto delle complesse questioni ambientali, sociali, economiche e culturali. 3 Oltre ai protocolli, nel novembre 2006 sono state redatte due dichiarazioni dei ministri delle Nazioni aderenti alla Convenzione delle Alpi relative a Popolazione e cultura e cambiamenti climatici. Benché citati dalla Convenzione quadro, non sono per ora stati formulati Protocolli relativi alla qualità dell aria, alla gestione dei rifiuti, all acqua e alla tematica trasversale popolazione e cultura. Con la Convenzione delle Alpi per la prima volta un area montana ha tentato di legare il proprio sviluppo ad un trattato di ampio respiro. Nel frattempo, sul modello della Convenzione delle Alpi è stata adottata la Convenzione dei Carpazi, e sono in corso scambi con aree montane di altri continenti per verificare la possibilità di replicare esperienze simili. 4 Attraverso la Convenzione, i Paesi alpini sono arrivati a riconoscere alle Alpi la natura di spazio unitario calato in una prospettiva globale e caratterizzato dall interdipendenza di natura, economia e cultura. I diversi aspetti che costituiscono altrettante specificità della regione alpina si traducono, attraverso la Convenzione delle Alpi, in un identità ritenuta meritevole di una tutela sovranazionale. Oltre a preservare e proteggere le alpi attraverso l applicazione dei sistemi di prevenzione, di cooperazione e di uso prudente e sostenibile delle risorse, altro obiettivo proprio della Convenzione è di intensificare ed estendere la cooperazione transnazionale nella regione, coinvolgendo vari livelli di governo, sia in termini di territorio interessato che di soggetti tutelati. Quello della Convenzione delle Alpi è un sistema articolato e innovativo, tanto è vero che la Convenzione è stata definita un trattato senza precedenti, anche in 2 si veda 3 Si veda 4 Si veda Segretariato Permanente della Convenzione delle Alpi, LE ALPI OTTOPAESI, UN SOLO TERRITORIO, 2009, pag.27 9

11 considerazione del fatto che essa è rimasta a lungo l unico accordo ambientale internazionale caratterizzato da un numero così elevato di strumenti normativi. 5 Ambito territoriale di applicazione. L art. 1, comma 1 della Convenzione delle Alpi dichiara che la regione alpina, com è descritta e rappresentata nell allegato alla Convenzione, è l oggetto della Convenzione. La regione alpina comprende un area che si estende da ovest ad est, all incirca da Avignon (Francia) a Vienna (Austria), e da sud a nord, da Montecarlo (Principato di Monaco) fino all altezza di Monaco di Baviera (Germania). In termini numerici il campo d applicazione della Convenzione delle Alpi è una superficie di circa km 2 con circa 13 milioni di abitanti residenti in comuni. L area così delimitata si estende per 1200 km e interessa il territorio di 8 stati: Austria, Francia, Germania, Italia, Slovenia e Svizzera, oltre a quello dei piccoli Principati del Liechtenstein e di Monaco. Il nostro Paese e l Austria ne detengono la percentuale maggiore. 6 Cosi la regione delle Alpi è stata definita per la prima volta in modo legalmente vincolante. La delimitazione si orienta prevalentemente a criteri geologici, all altitudine necessaria di oltre 700 metri e alle zone di vegetazione esistenti ma anche a confini amministrativi. L art. 1, comma 2 della Convenzione delle Alpi prevede che ogni Parte contraente possa estendere in qualsiasi momento l applicazione della Convenzione ad ulteriori parti del proprio territorio mediante una dichiarazione indirizzata all Austria in qualità di Stato depositario 7. L originalità di questo trattato rispetto ai trattati internazionali in genere è appunto questo ambito di applicazione ristretto ed individuato per aree amministrative. I trattati internazionali infatti, prevedono che l applicazione delle norme contenute nei medesimi si applichino all intero territorio del Paese contraente. La Convenzione delle Alpi, è un trattato sui generis e come tale prevede come ambito di applicazione solamente i distretti amministrativi individuati secondo le disposizioni istitutive 8. 5 Si veda Ministero dell Ambiente, della Tutela del Territorio e del Mare e Consulta Stato Regioni dell Arco Alpino, La Convenzione delle Alpi,Politiche leggi e misure di attuazione in Italia, 2006, pag.22 6 Si veda Segretariato Permanente della Convenzione delle Alpi, Opera di consultazione, 2010, pag.10 7 Si veda Bundeministerium für umwelt, naturshutz und reahtorsicherheit, La Convenzione delle Alpi si concreta,2004, pag.5 8 Si veda Cartina e dettagli nel paragrafo successivo 10

12 Come conseguenza pratica, ad esempio, il territorio della Provincia del Verbano Cusio Ossola è al 99% all interno dell ambito territoriale di applicazione della Convenzione delle Alpi, essendo escluso il Comune di Verbania, che ne è capoluogo di provincia. I Contenuti. La Convenzione delle Alpi ed i suoi protocolli sono un insieme di strumenti intesi a facilitare la cooperazione fra i Paesi dell arco alpino, al fine di perseguire una politica complessiva che assicuri un equilibrio fra crescita economica, benessere sociale e tutela del territorio e dell ambiente in generale. La Convenzione svolge dunque un ruolo importante cercando di sfruttare al meglio le importanti specificità che le regioni alpine offrono, con un occhio di riguardo alle generazioni future. 9 Basti considerare che le Alpi, con il loro capitale di bio-diversità e le riserve di acqua e legno, sono un ambiente naturale, culturale, di vita e di lavoro per quasi 14 milioni di persone nonché un importante destinazione turistica che attira circa 20 milioni di visitatori ogni anno. 10 In rapporto a quanto usualmente contenuto nel diritto ambientale internazionale, la Convenzione delle Alpi, dal punto di vista legale-organizzativo, si presenta decisamente come un modello avanzato. La Convenzione Quadro. La Convenzione Quadro, nella quale sono stabiliti gli obiettivi generali di tutela e sviluppo sostenibile delle Alpi e le norme di funzionamento degli organi decisionali della Convenzione, e dei vari protocolli di attuazione, entrò in vigore nel marzo Essa inoltre contiene gli impegni generali e gli obiettivi fondamentali del trattato: Le Parti contraenti, in ottemperanza ai principi della prevenzione, della cooperazione e della responsabilità di chi causa danni ambientali, assicurano una politica globale per la conservazione e la protezione delle Alpi, tenendo equamente conto degli interessi di tutti i Paesi alpini e delle loro regioni alpine, nonché della Comunità Economica Europea, ed utilizzano le risorse in maniera responsabile e durevole Si veda Segretariato Permanente della Convenzione delle Alpi, Opera di consultazione, 2010, pag.5 10 Si veda 11 Si veda op. cit. 12 Si veda Art. 2, Obblighi generali, Convenzione Quadro 11

13 Le Parti contraenti. Nell immagine che segue l ambito di applicazione territoriale della Convenzione delle Alpi. Nella tabella che segue il dettaglio della superficie e della popolazione dell area definita dalla Convenzione delle Alpi, suddivise tra i Paesi Alpini: REGIONE ALPINA Superficie Popolazione Ratifica 190,600 km 2 13,9 milioni di cui di cui Repubblica d Austria 28,7% 23, Repubblica Italiana 27,3% 30,1% Repubblica Francese 21,4% 18,0% Confederazione Svizzera 13,2% 12,8% Rep. Federale di Germania 5,8% 10,1% Repubblica di Slovenia 3,5% 4,7% Principato di Liechtenstein 0,08% 0,2% Principato di Monaco 0,001% 0,2% Unione Europea

14 Obiettivi Principali. Con l affermarsi ed il costituirsi delle singole Nazioni, le Alpi sono state concepite come una sorta di linea di confine, diventando luoghi di frontiera. La Convenzione intende superare questi concetti ricomponendo l unitarietà delle Alpi e promuovendone una ricollocazione strategica al centro dell Europa sia a livello socio-economico che culturale. La speranza è quella di arrivare a concepire la catena Alpina come una cerniera e non più come una barriera, in modo tale da valorizzare e tutelare le peculiarità condivise. 13 Con i suoi Protocolli, la Convenzione costituisce un insieme di strumenti per garantire al territorio alpino uno sviluppo sostenibile e promuovere uno sviluppo economico basato su regole comuni, cercando di scoraggiare inutili speculazioni a spese della natura e delle esigenze delle persone. Un impegno comune per individuare ed applicare metodi per lo sfruttamento razionale delle limitate risorse naturali ed economiche disponibili senza gravare sulle future generazioni. Pertanto, il concetto di protezione non solo è equiparato a quello di sviluppo, ma ne rappresenta l integrazione dialettica. La Convenzione delle Alpi, nel segno della tanto invocata sostenibilità, si adopera dunque per creare condizioni ottimali dal punto di vista politico e giuridico, percorrendo la via dell equilibrio, prestando attenzione al rapporto costi-benefici e alla partecipazione dei cittadini. 14 Nonostante la sua grande rilevanza normativa, è diffusa l idea che la Convenzione delle Alpi sia un semplice documento di politica ambientale e spesso non le viene riconosciuto il potenziale di sviluppo insito nei suoi principi, che rappresentano, invece, un insieme di validi strumenti per, ad esempio, costruire o rinsaldare l alleanza tra città e montagna. Per realizzare uno sviluppo coerente con il territorio è quindi necessario uno sforzo comune che porti a migliorare la conoscenza dei principi della Convenzione, facilitando la loro integrazione nelle politiche territoriali Si veda Segretariato Permanente della Convenzione delle Alpi, CONVENZIONE DELLE ALPI E BUONE PRATICHE NEI COMUNI ITALIANI, seconda edizione, luglio 2013, pag Si veda Segretariato Permanente della Convenzione delle Alpi, LE ALPI OTTOPAESI, UN SOLO TERRITORIO, 2009, pag Si veda Segretariato Permanente della Convenzione delle Alpi, CONVENZIONE DELLE ALPI E BUONE PRATICHE NEI COMUNI ITALIANI, seconda edizione, luglio 2013, pag

15 2.3 Gli organi della Convenzione delle Alpi Conferenza delle Alpi. La Convenzione delle Alpi non prevede al proprio interno la costituzione di organi speciali, a cui sono affidati compiti legislativi come, ad esempio, l Unione Europea con un Consiglio e un Parlamento. Tuttavia possiede un organo deliberante nell ambito del quale gli stati contraenti si incontrano per sviluppare ulteriormente i trattati. 1 L organo supremo della Convenzione delle Alpi è la Conferenza delle Parti contraenti, detta anche Conferenza delle Alpi. Composta dai ministri degli Stati alpini, rappresenta l organo decisionale della Convenzione delle Alpi e si riunisce di norma ogni due anni. La Presidenza della Convenzione delle Alpi viene assunta a rotazione da uno dei suoi Stati membri per il biennio che intercorre tra una Conferenza delle Alpi e la successiva. 2 Alle sedute della Conferenza possono partecipare in veste di osservatori le Nazioni Unite, le agenzie specifiche dell ONU, il Consiglio d Europa e tutti i Paesi europei, oltre alle associazioni transfrontaliere degli enti territoriali alpini. Varie organizzazioni non governative operanti nel settore possono essere inoltre ammesse come osservatori. Le decisioni della Conferenza delle Alpi sono prese su base consensuale (e quindi all unanimità). Se lo si ritiene necessario per l attuazione della Convenzione delle Alpi, nell ottica di valutazioni basate su informazioni scientifiche, è possibile istituire gruppi di lavoro. La Conferenza delle Alpi adotta un proprio Regolamento e prende le necessarie decisioni di natura finanziaria. Le lingue ufficiali della Conferenza delle Alpi sono il francese, il tedesco, l italiano e lo sloveno, come per i gruppi di lavoro e il Comitato permanente. 3 1 Si veda Bundeministerium für umwelt, naturshutz und reahtorsicherheit, La Convenzione delle Alpi si concreta,2004, pag.6 2 Si veda Segretariato Permanente della Convenzione delle Alpi, LE ALPI OTTOPAESI, UN SOLO TERRITORIO, 2009, pag.27 3 Si veda 14

16 Comitato permanente. Durante il biennio che intercorre tra una Conferenza delle Alpi e la successiva si riunisce regolarmente (di solito due volte all anno) il Comitato permanente della Conferenza delle Alpi, organo esecutivo cui appartengono gli alti funzionari delle amministrazioni delle Parti contraenti. 4 Questo organismo svolge le seguenti funzioni: garantisce la messa in pratica delle idee, dei principi e degli obiettivi della Convenzione delle Alpi; esamina le informazioni trasmesse dagli Stati membri in merito all attuazione della Convenzione e riferisce alla Conferenza delle Alpi; prepara i programmi e propone l ordine del giorno per le sedute della Conferenza delle Alpi; costituisce gruppi di lavoro con il compito di formulare protocolli e raccomandazioni e ne coordina le attività; esamina e armonizza i contenuti delle bozze di protocollo e presenta proposte alla Conferenza delle Alpi. Alle sedute possono partecipare con una funzione consultiva anche i rappresentanti di altre istituzioni e di ONG. 5 Segretariato permanente. In occasione della Conferenza delle Alpi del 2002 è stato istituito il Segretariato permanente della Convenzione delle Alpi con sede a Innsbruck (funzioni politicoamministrative) e con una sede operativa distaccata a Bolzano (funzioni tecnicooperative). In qualità di ufficio operativo della Convenzione, comprende tra i propri compiti: l assistenza tecnica e amministrativa agli organi della Convenzione delle Alpi, le pubbliche relazioni (fornitura e divulgazione di informazioni sulla Convenzione, i suoi protocolli e i risultati conseguiti), il coordinamento dei progetti di ricerca, l attivazione di iniziative atte a facilitare l applicazione della Convenzione e il rispetto degli obblighi contenuti nei suoi protocolli, il sistema di Osservazione e Informazione della Alpi- SOIA. Al vertice del team del Segretariato permanente siede il Segretario generale della Convenzione delle Alpi, il cui incarico (di solito della durata quattro anni) è attualmente ricoperto dall austriaco Markus Reiterer. 6 4 Si veda Segretariato Permanente della Convenzione delle Alpi, LE ALPI OTTOPAESI, UN SOLO TERRITORIO, 2009, pag.28 5 Si veda 15

17 Sistema di composizione delle controversie. Importante elemento del diritto istituzionale in campo ambientale è la procedura di composizione delle controversie. Il protocollo Composizione delle controversie è entrato in vigore il 18 dicembre Mentre nelle prime bozze della Convenzione delle Alpi era previsto un sistema rudimentale di consultazioni, il Protocollo Composizione delle controversie approvato è un vero e proprio progresso nell ambito del diritto internazionale ambientale, soprattutto perché la procedura arbitrale è obbligatoria, quindi è superflua un ulteriore dichiarazione di assoggettamento delle Parti, e il tribunale arbitrale decide con la maggioranza dei suoi membri. Le decisioni del tribunale arbitrale sono vincolanti, definitive, e le parti sono tenute ad attuarle tempestivamente. 7 Gruppo di verifica. Il Protocollo Composizione delle controversie risolve solo parzialmente il tipico problema del diritto internazionale, e cioè di come farlo rispettare, che deriva dalla mancanza dei necessari mezzi coercitivi. Perciò le carenze esecutive nell ambito del diritto internazionale ambientale vengono combattute sempre più spesso non unicamente minacciando sanzioni, ma adottando strumenti differenziati. 8 Il Gruppo di verifica è un organo incaricato di controllare l adempimento degli impegni e degli obblighi risultanti dalla Convenzione delle Alpi. Ogni quattro anni, le Parti contraenti devono presentare un rapporto riguardante l attuazione della Convenzione e dei suoi protocolli. Il primo rapporto è stato approvato dalla Conferenza delle Alpi nel marzo del Alla VII Conferenza delle Alpi a Merano, il 19-20/11/2002, sono stati decisi dei meccanismi per la verifica dell osservanza della Convenzione delle Alpi e dei suoi Protocolli di attuazione. La Conferenza delle Alpi ha istituito infatti un Gruppo di verifica, che si occupa dei rapporti periodici delle Parti contraenti nonché della richiesta da parte di terzi di verificare le presunte mancate osservanze della Convenzione delle Alpi e rispettivamente dei Protocolli. 6 Si veda Segretariato Permanente della Convenzione delle Alpi, LE ALPI OTTOPAESI, UN SOLO TERRITORIO, 2009, pag.28 7 Si veda Bundeministerium für umwelt, naturshutz und reahtorsicherheit, La Convenzione delle Alpi si concreta,2004, pag.7 8 Op.cit. 9 Si veda 16

18 Un vantaggio essenziale di questo sistema rispetto alla procedura di composizione delle controversie è che non solamente le Parti contraenti, ma anche le NOGs (o ONG) interessate possono rivolgersi al Gruppo di verifica. La procedura di verifica termina, in caso di violazione, non con una sanzione, ma con un rapporto, una decisione e una raccomandazione che vengono pubblicati e perciò possono sviluppare un certo effetto deterrente. 10 Gruppi di lavoro. Il Comitato permanente istituisce gruppi di lavoro ad hoc in funzione delle esigenze del momento e si incarica di coordinarne le attività. I gruppi di lavoro operano e offrono assistenza su diverse tematiche attinenti allo sviluppo sostenibile. Essi hanno il compito di elaborare nuovi protocolli e raccomandazioni, di attuare le misure previste, di studiare gli sviluppi in corso e di riferire i progressi compiuti alla Conferenza delle Alpi e al Comitato permanente. Ai gruppi di lavoro viene affidato un mandato della durata di due anni, durante il quale spesso, per argomenti specifici, costituiscono sottogruppi. 11 Attualmente sono operativi i seguenti gruppi: 1. Gruppo di lavoro Trasporti 2. Gruppo di lavoro Patrimonio mondiale UNESCO 3. Piattaforma Pericoli naturali 4. Piattaforma Rete ecologica 5. Piattaforma Gestione dell acqua nelle Alpi 6. Piattaforma Grandi predatori, ungulati selvatici e società 7. Gruppo di esperti ad hoc per l elaborazione dell RSA5 sui cambiamenti demografici 8. Gruppo di lavoro Strategia macroregionale per le Alpi 9. Piattaforma Agricoltura di montagna 10. Gruppo di lavoro Foreste montane 11. Piattaforma Energia Osservatori. Si tratta di Organizzazioni internazionali governative e non governative a cui è concesso di prendere parte alle riunioni degli organi della Convenzione delle Alpi, in qualità di osservatori, senza diritto di voto. 10 Si veda Bundeministerium für umwelt, naturshutz und reahtorsicherheit, La Convenzione delle Alpi si concreta,2004, pag.7 11 Si veda 17

19 PARTE SECONDA 3.1 La Convenzione delle Alpi in Italia Presentazione e riferimenti normativi Nell art. 44 della Costituzione italiana, secondo cui La legge dispone provvedimenti a favore delle zone montane si individua per la prima volta il riconoscimento della specificità del territorio montano e la previsione di una legislazione particolare a suo favore. La prima legge organica in materia venne sviluppata già negli anni 50 e si tratta della Legge 25 luglio 1952, n. 991, che contiene norme specifiche per la montagna. Un altro contributo determinante venne dato, dalla Legge 3 dicembre 1971, n Nuove norme per lo sviluppo della montagna. Essa costituisce uno dei principali esempi di strumento giuridico specificamente ideato per le aree montane, mirando a ridurre le disuguaglianze tra le popolazioni di queste aree e gli abitanti delle valli, promuovendo la realizzazione di infrastrutture e la fornitura di servizi di base, tutelando lo sviluppo rurale secondo criteri di sostenibilità. Il successivo intervento legislativo con la legge 31 gennaio 1994, n. 97, oggi vigente, riprende la linea tracciata negli anni 70 aggiungendo una nuova disciplina per la gestione delle aree montane e affrontando aspetti già richiamati dalla Convenzione delle Alpi, allora da poco firmata. 1 L Italia ha ratificato la Convenzione delle Alpi con la Legge n. 403 del 14 ottobre Vista l allocazione delle competenze legislative in Italia, gli attori principalmente coinvolti nell applicazione sono, nel caso delle Convenzione delle Alpi, oltre al Ministero dell Ambiente, anche le autorità locali e regionali. L articolo 2 della legge italiana di ratifica, richiama infatti l articolo 12 della Convenzione e dà piena e completa esecuzione alla Convenzione delle Alpi. La competenza circa l attuazione della Convenzione delle Alpi sul territorio nazionale è stata assegnata al Ministero per l Ambiente e la Tutela del territorio (articolo 3), a cui si richiede di cooperare con i Ministeri di volta in volta competenti sulle diverse questioni e con la consulta Stato-Regioni dell Arco Alpino, che comprende tutti i livelli amministrativi (centrale, regionale e locale) coinvolti 1 Si veda Segretariato Permanente della Convenzione delle Alpi, CONVENZIONE DELLE ALPI E BUONE PRATICHE NEI COMUNI ITALIANI, seconda edizione, luglio 2013, pag

20 nell applicazione della Convenzione delle Alpi, e nell ambito del quale trovano la propria rappresentanza gli Enti territoriali. 2 La Consulta Stato-Regioni dell Arco Alpino intende di avvicinare lo Stato, inteso come apparato ministeriale centrale, alle istanze del territorio alpino e degli Enti locali che ne sono espressione, garantendo loro un ruolo sostanziale nella definizione delle politiche che interessano direttamente il territorio montano. Analogamente, questo dovrebbe avvenire laddove anche il livello regionale si collochi troppo lontano dalle istanze territoriali alpine. La Consulta Stato-Regioni dell Arco Alpino svolge essenzialmente due importanti mansioni. In primo luogo ha un ruolo attivo nella fase preliminare di discussione sui nuovi Protocolli della Convenzione e ne valuta le bozze. La seconda funzione è connessa alla fase applicativa della Convenzione e mira a raggiungere un accordo politico tra gli Enti nazionali e territoriali coinvolti per poter applicare in modo uniforme e più efficiente sul territorio nazionale i principi della Convenzione e dei suoi Protocolli. A tal fine la Consulta individua le strutture regionali e locali preposte all attuazione degli accordi. 3 La ratifica dei Protocolli. Per quanto riguarda la ratifica dei Protocolli, l Italia, con l entrata in vigore della legge 50/2012, il 5 maggio 2012 ha concluso un complesso iter parlamentare iniziato nel Con questa legge l Italia ha ratificato otto dei nove Protocolli. Rispetto al disegno di legge iniziale, per una serie di rimostranze ed iniziative dibattimentali presentate dalla categoria degli autotrasportatori, il Protocollo Trasporti era infatti stato stralciato e quindi non ratificato. Solamente il 17 ottobre 2012 con voto favorevole, a larghissima maggioranza, l Italia mise fine, in modo positivo, dopo oltre 10 anni di dibattiti, alla procedura di ratifica del Protocollo Trasporti, che è divenuto finalmente vincolante sul territorio italiano. (Si vedano in appendice i comunicati di ratifica) 2 Si veda Ministero dell Ambiente, della Tutela del Territorio e del Mare e Consulta Stato Regioni dell Arco Alpino, La Convenzione delle Alpi,Politiche leggi e misure di attuazione in Italia, 2006, pag.23 3 Si veda Segretariato Permanente della Convenzione delle Alpi, CONVENZIONE DELLE ALPI E BUONE PRATICHE NEI COMUNI ITALIANI, seconda edizione, luglio 2013, pag

21 3.2 Biennio di Presidenza Italiana Per la seconda volta, la prima fu nel biennio , la Presidenza della Convenzione delle Alpi è detenuta dall Italia per il biennio e guidata dal Ministero dell Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare. Il sottosegretario Marco Flavio Cirillo è presidente della Conferenza delle Alpi. Task Force della Presidenza Italiana della Convenzione delle Alpi. Nell ambito della Convenzione delle Alpi è facoltà della Presidenza di turno attivare una o più Task Force sui temi più significativi per gli obiettivi propri di Presidenza, e sui quali la Conferenza dei Ministri non abbia ritenuto maturo il momento per l'istituzione di uno specifico Gruppo di Lavoro (GdL) o Piattaforma (PF). In tal senso, la Presidenza Italiana ha ritenuto di dare un adeguata attenzione, durante il prossimo biennio, ad alcuni temi specifici attraverso l istituzione di apposite Task Force (TF) tematiche. Lo scopo è quello di facilitare la discussione su tali argomenti e organizzare momenti di confronto e riflessione, ma anche un network di esperti nazionali e internazionali attivo al fine di produrre, per la riunione della Conferenza delle Alpi prevista per il dicembre 2014, una sintetica analisi delle prospettive e delle proposte per un possibile futuro impegno della Convenzione riguardo al tema. Le Task Force previste dalla Presidenza Italiana riguardano i seguenti temi: Agenda Digitale Alpina; Aree Protette Alpine Nazionali; Cambiamenti Climatici; Expo 2015; Formazione e progetto Nuove Leve ; Partenariati Montani (Internazionali); Turismo Sostenibile; I suddetti argomenti soddisfano la necessità di individuare degli ambiti tematici trasversali e strategici che consentano di focalizzare le attività dei Gruppi di Lavoro e delle Piattaforme, valorizzandone i risultati. La composizione della task force é di indicazione congiunta del Presidente/coordinatore della task force (PTF) e del Capo delegazione in Convenzione delle Alpi (CdAC). La task force è aperta a chiunque abbia competenza e per questo è auspicabile un adeguato coinvolgimento di esperti dei differenti Paesi 20

22 aderenti alla Convenzione delle Alpi. In ogni caso il coinvolgimento dei differenti esperti è frutto di un accordo tra Presidente della task force e Capo delegazione in Convenzione delle Alpi. Anche la definizione e convocazione degli incontri è gestita dai suddetti soggetti, sulla base di un programma formulato congiuntamente. Si immagina che ci siano almeno due incontri l anno, con data e luogo da concordare insieme. Di comune accordo si cercherà anche di rispettare un principio di economicità e di individuare le risorse necessarie. 1 1 Si veda Documentazioni Task Force Presidenza Italiana 21

23 3.3 Sportello Convenzione delle Alpi di Domodossola. Il Segretariato Permanente, al fine di migliorare la conoscenza e l utilizzo della Convenzione delle Alpi sul territorio ha stipulato dei Memoranda di cooperazione a titolo non oneroso con istituzioni locali per fornire ai territori un punto di riferimento di prossimità. Gli sportelli hanno principalmente lo scopo di divulgare informazioni e pubblicazioni della Convenzione. Sono attivi attualmente TRE sportelli: uno nel Comune di Domodossola, due in Valle d Aosta (Fondazione Gran Paradiso a Cogne e Comune di Chamonix-Mont Blanc). 1 Grazie all interesse rivolto nei confronti della Convenzione delle Alpi da parte dell Associazione ARS.UNI.VCO (Associazione per lo Sviluppo della Cultura, degli Studi Universitari e della Ricerca nel Verbano Cusio Ossola) il 30 settembre 2012 è stato sottoscritto un Memorandum d Intesa con il Segretariato Permanente della Convenzione delle Alpi, nel comune intento di promuovere la conoscenza e l attuazione della Convenzione delle Alpi e promuoverne l attuazione nel territorio. Si tratta di un Memorandum triennale che potrà essere rinnovato anche più volte per un eguale periodo entro novanta giorni dalla scadenza prevista tramite formale scambio di corrispondenza tra le parti. 2 Attraverso questo memorandum Segretariato Permanente e ARS.UNI.VCO concordarono di collaborare coinvolgendo la cittadinanza, i turisti, le amministrazioni e gli enti, pubblici e privati, istituendo a Domodossola il PRIMO sportello Italiano della Convenzione delle Alpi. A questo proposito il Segretariato Permanente ha organizzato presso la propria sede di Bolzano, un corso di approfondimento ad hoc per la formazione specifica del personale addetto allo sportello di Domodossola, individuato dall Associazione. Il Memorandum inoltre prevede le seguenti attività: a) a supporto della collaborazione descritta nel presente Memorandum il Segretariato permanente della Convenzione delle Alpi e l Associazione ARS.UNI.VCO si impegnano ad organizzare, nei limiti delle risorse disponibili, un evento congiunto all anno su un tema di interesse specifico. Nel caso ciò si rendesse impossibile, le parti possono 1 Si veda Segretariato Permanente della Convenzione delle Alpi, CONVENZIONE DELLE ALPI E BUONE PRATICHE NEI COMUNI ITALIANI, seconda edizione, luglio Si veda Memorandum d intesa Convenzione delle Alpi e Ars.Uni.VCO 22

24 prevedere l organizzazione di un incontro con le scuole o un incontro divulgativo con la collaborazione di altre istituzioni ed enti facenti riferimento al territorio del Verbano Cusio Ossola. b) nei limiti delle risorse disponibili, qualora richiesto, il Segretariato permanente della Convenzione delle Alpi supporta le attività dell Associazione ARS.UNI.VCO con il proprio personale in caso di corsi di formazione specifici o altre attività didattiche e seminariali organizzate dall Associazione medesima. Lo sportello di Domodossola, è aperto al pubblico un giorno alla settimana, ed organizza direttamente, ovvero tramite il segretariato Permanente della Convenzione delle Alpi, eventi pubblici di approfondimento relativamente a tematiche di interesse per le aree alpine e montane in genere. 23

25 3.4 Task Force Nuove leve per le Alpi Il progetto Nell ambito della Presidenza Italiana della Convenzione delle Alpi, il 20 marzo 2013 è stata avviata una task force denominata Nuove leve per le Alpi, presieduta dalla prof.ssa Anna Maria Giorgi dell Università degli Studi di Milano (Direttore del Dipartimento Ge.S.Di.Mont. dell Università di Milano, con sede ad Edolo). Questa task force prende il nome dall omonimo progetto Nuove leve per le Alpi, un iniziativa promossa dalla Presidenza Italiana per il biennio che si pone l obiettivo di promuovere l applicazione concreta delle conoscenze e competenze tecnico-scientifiche di giovani studenti e professionisti, desiderosi di lavorare in ambito montano, nei contesti lavorativi territoriali e nazionali operanti nel e per il territorio alpino. L obiettivo di questa task force è anche quello di costituire un network di esperti nazionali e internazionali attivo al fine di produrre, per la Conferenza delle Alpi del dicembre 2014, una sintetica analisi delle prospettive e delle proposte per un possibile futuro impegno sul tema. A questo proposito il 10 aprile 2013 si è tenuto, presso l Università della Montagna, sede distaccata di Edolo (BS) dell Università degli Studi di Milano, la prima riunione della task force nel corso della quale sono state delineate le linee guida e gli obiettivi, a medio e lungo termine, che la task force avrebbe dovuto raggiungere. In seguito la Task Force si è riunita nuovamente, giovedì 29 maggio 2013, a Domodossola ove venne anche approvato il Task Force Planning, individuato il metodo di selezione dei candidati e pianificata l attività di tutorato (si vedano nelle pagine seguenti il resoconto ufficiale delle due riunioni n.d.r). 24

26 25

27 26

28 3.5 Il mio ruolo. L opportunità di venire a contatto con la Convenzione delle Alpi mi è stata data grazie al tirocinio svolto all interno della Associazione ARS.UNI.VCO (Associazione per lo Sviluppo della Cultura, degli Studi Universitari e della Ricerca nel Verbano Cusio Ossola). L Associazione, costituita nel 2000 da Enti pubblici e privati del territorio provinciale del Verbano Cusio Ossola, si occupa di promuovere ed ove possibile organizzare corsi universitari, post universitari, di specializzazione ed eventi culturali in genere nel distretto di riferimento. Essendo venuto a conoscenza della collaborazione in essere tra l Associazione e la Convenzione delle Alpi ho preso contatti per verificare se fosse possibile svolgere presso ARS.UNI.VCO un periodo di tirocinio formativo. Grazie alla disponibilità e all interesse del Segretario di Ars.Uni.Vco, Andrea Cottini, in breve tempo è stato possibile attivare le procedure per convenzionare l Associazione con l Università degli Studi di Pavia, al fine di svolgere presso la medesima tirocini formativi universitari da parte di studenti dell Ateneo pavese. Attivata la Convenzione e presentato il progetto formativo all Ateneo, a seguito dell approvazione del medesimo, nel periodo 29 aprile- 12 agosto 2013 ho potuto svolgere il mio tirocinio formativo presso l Associazione a Domodossola. Si è trattato di un opportunità importante perché fin da subito ho potuto lavorare allo Sportello della Convenzione di Domodossola, affiancando il personale ivi presente e conoscere da vicino ed approfondire cosa fosse la Convenzione delle Alpi. Oltre all attività di sportello è stato possibile partecipare ad altre attività che la Convenzione ha attivato nel territorio del Verbano Cusio Ossola, in collaborazione con lo Sportello, ad esempio partecipando come osservatore ai Workshop Pubblici tenuti a Domodossola. Oppure essendo parte attiva nell organizzazione dell ultima giornata dell evento SuperAlp7, ovvero una attraversata ecologica dell arco alpino organizzata dal Segretariato Permanente della Convenzione delle Alpi, alla quale partecipa ogni anno dal 2008 un gruppo di giornalisti appartenenti a varie testate internazionali, che nel 2013 concludeva il suo percorso proprio a Domodossola. L ennesima opportunità mi si propose quando per motivi di tempistica ed indisponibilità di risorse immediate della Presidenza Italiana della Convenzione delle Alpi, non fu possibile attivare la procedura di selezione prevista per reclutare i giovani partecipanti al progetto Nuove Leve per le Alpi di cui si è parlato precedentemente; per questo motivo la Task Force si rivolse alle Associazioni ed agli Enti coinvolti nelle varie riunioni, per l individuazione di giovani interessati al 27

29 progetto, chiedendo a tali soggetti di poter sponsorizzare la trasferta a Cortina del giugno 2013, a favore di giovani individuati direttamente dalle medesime. A fronte della disponibilità del sottoscritto, l Associazione ARS.UNI.VCO, ritenne di farsi carico delle spese di trasferta al fine di consentire ad alcuni giovani del proprio territorio di fare un esperienza così importante. Entrai quindi a far parte, insieme ad altri 16 ragazzi appartenenti agli Stati della Convenzione, del progetto Nuove Leve per le Alpi. L obiettivo della Task Force era quello di identificare, attraverso una valutazione dei curricula vitae, quattro gruppi di lavoro di nazionalità mista che attraverso il web tool Wiggio avrebbero dovuto lavorare, coordinati dalla prof.ssa Alida Bruni dell Università di Milano, per elaborare un quesito ciascuno riguardo i seguenti temi: Green Economy, membri: -Alberto di Gioia (IT) -Gentiane Deseveaux (FR) -Moritz Schwarz (A) -Laura Gottardi (A) Turismo -Beatrice Albé (IT) -Johannes Schmied (A) -Catherine Frick (FL) -Edoardo Costa (IT) Foreste e Agricultura -Giulia Testori (IT) -Michele D Amico (IT) -Filippo Marinoni (IT) -Tina Noc (SL) Energia -Michela Orsati (IT) -Frieder Voll (CH) -Kareem Banimoosa (A) -Pascal Schrejer (A) -Jean Durbano (FR) Una volta preparati i quattro quesiti, io venni assegnato al gruppo Turismo, il compito assegnatoci era quello di esporre tali quesiti alla riunione del 53 Comitato Permanente che si sarebbe tenuto a Cortina d Ampezzo il 26/27 giugno 2013, ed a cui avremmo dovuto prendere parte in qualità di osservatori. Per presentare le nostre domande ai Delegati degli Stati firmatari venne inserito nell ordine del giorno della riunione del Comitato Permanente uno spazio appositamente dedicato ed individuato come Question Time. Il 26 giugno 2013 in qualità di componente della Task Force ho quindi preso regolarmente parte, assieme ai miei colleghi, alla riunione del 53 comitato 28

30 permanente, assistendone ai lavori. In particolare al punto previsto dall Ordine del Giorno, ci fu consentito di proporre le domande che nel frattempo avevamo concordato, definito e predisposto, e per ciascuna aprire un dibattito con i delegati che si rivelò subito tutt altro che scontato. I delegati, infatti, si mostrarono positivamente sorpresi per il lavoro fatto dalla Task Force Nuove Leve per le Alpi. La cosa che li sorprese di più fu l estrema concretezza e specificità delle domande presentate dai componenti della Task Force. 29

31 3.6 Le nostre domande Ripropongo di seguito tutte le domande (in inglese con traduzione in italiano) presentate nel corso del 53 Comitato Permanente della Convenzione delle Alpi da parte della Task Force Nuove Leve per le Alpi, suddivise per area tematica: Tourism: during the confrontation with the other members of the group, we found many interesting topics. We have tried to focus our attention not only on the needs of tourists but also on the needs of the local populations. We have also focused on the topic of innovation, which today plays a very important role, but that must not cause damage to the natural beauty of the Alps. For this reason, we thought useful to make a connection between tourism and renewable resources, which, properly used, can help achieving a better quality of services and moreover an implementation of the area. For this reason, we submit the following questions: 1)How do you intend to do in order to encourage the search of innovation in the alpine tourist destination in the next years? 2)What strategies do you consider appropriate in the long term and which in the short term? (referring to management, culture and organization) 3)What steps will you implement to ensure that innovation is properly combined with sustainability (ex. Usingrenewable energy, mobility), and also how do you intend to control the flow of tourists, so that this action will not cause degradation of the natural beauty of these places? 4)Of fundamental importance is also the role played by the Alpine population, who should not be forgotten. For that reason we want to ask you what are you planning to do in order to permit them to stay there (ex. Investing in broadband) and also to eliminate the technological and communicative gap which nowadays they feel in relation to lowland areas. Turismo: durante il confronto con gli altri membri del gruppo, abbiamo trovato molti argomenti interessanti. Abbiamo cercato di rivolgere la nostra attenzione non solo sulle necessità dei turisti ma anche della popolazione locale. Abbiamo posto anche la nostra attenzione su argomenti come l innovazione, che oggi gioca un ruolo veramente importante, ma che non deve causare danno alla bellezza naturale delle Alpi. Per questa ragione, riteniamo che sia utile una connessione tra turismo e risorse rinnovabili, le quali, se utilizzate intelligentemente, possono aiutare a raggiungere una migliore qualità dei servizi e un maggiore sviluppo dell area. Per questa ragione sottoponiamo le seguenti domande: 1) Cosa credete di fare per incoraggiare la ricerca di innovazione nelle zone turistiche alpine nei prossimi 30

32 anni? 2) Quali strategie ritenete appropriate nel lungo-periodo e quali nel breve periodo? (riferendosi a gestione, cultura e organizzazione) 3) Quali passi svolgerete per garantire che l innovazione sia propriamente combinata con la sostenibilità (es. utilizzando fonti rinnovabili, mobilità), e anche come intendete controllare il flusso di turisti, in modo che non causi un degrado delle bellezze naturali di questi paesi? 4) Di fondamentale importanza è anche il ruolo giocato dalla popolazione delle Alpi, che non deve essere dimenticata. Per questa ragione vogliamo chiedervi cosa avete intenzione di fare per permettere loro di rimanere. (es. investendo nella banda larga) e anche per eliminare il distacco tecnologico-comunicativo che subiscono nei confronti delle zone di pianura. Green Economy: Reflecting upon Green Economy and relating it on Alpine territories, we think the following to be priorities: a.) to consider the Alps as a 'green platform' of innovation to initiate and encourage companies to cultivate environmentally-friendly technology, starting from local actors, as well as developing and spreading specific knowhow based on relations with local resources; b.) to consider Green Economy as a complex matter (not only 'technologies for renewables'), where the companies may decide the way of investment, but the legal frame must be set adequately by the Alpine governments, in order to keep activities closely linked with local and "green" resources; c.) to develop certain "Alpine strategies", in order to improve the urban-rural relation in term of green economy for competition and attractiveness, in accordance with the SSSE and Europe2020 strategy, and to strengthen local innovative producers in the global economy; d.) to regard the Alpine strategies for Green Economy to be important for positive impacts on Alpine environment and landscape, so it has to be adapted to the local and regional regulations, that must concentrate on the reduction of negative externalities; e.) to consider the inter institutional governance importance and specific plans in short and long term, according to the OECD declaration, to support transitions to a better economic specialization, to increase the life quality for the inhabitants. Relating to these four priorities, we ask the Delegations to consider the following question: 1) how can governments assist local policies and what can be their methods to develop "green alpine strategies" related to local innovation and development, know-hows and environmental effects? What role for each level of government, considering plans and policies? 2) how could the Alpine Convention support reproducibility of best practices to improve economic competitivity? 31

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